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9 Citazioni dalla biografia di mons. Volpi

Non c’è alcuna indicazione di data, ma la grafia e il tipo di quaderno fanno presumere che sia stato scritto durante l'ultimo periodo del corso teologico.

SS9[Senza data]

È tutta una serie di citazioni di massime spirituali, tratte forse da una biografia di mons. Volpi.
Si conserva il testo originale: è un quadernetto a quadretti, scritto a mano con inchiostro sulle prime quattro facciate, con grafia chiara e molte sottolineature.

L’espressione in latino, sottolineata nel testo originale, significa: ‘Con le parole e con i fatti: soffrire ed essere disprezzato per Te’.

Gli aggettivi ‘insultato, deriso, maltrattato’ sono sottolineati nel testo originale.

I verbi ‘amare e patire’ sono sottolineati nel testo originale.

Tutta la frase, nell’originale, è sottolineata due volte, di fianco.

L’espressione ‘le parole’ è sottolineata nel testo originale.

‘Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi, perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga’ (Gv 15,16).

Il riferimento è ai laici cristiani che vivono nel mondo.

L’ultima espressione è tutta sottolineata nel testo originale.

Tutta la frase, nell’originale, è sottolineata due volte, di fianco.

Questo appunto sull’Associazione Piccoli Benefattori è aggiunto in calce alla quarta facciata delle citazioni tratte dalla biografia di mons. Volpi, ma evidentemente non ha alcun collegamento con quelle.

SS9,1[Senza data]

1 “Sono ricorso a Maria, affinché lo possa dire a Gesù, verbo et opere: pati et contemni pro Te” (Mons. Volpi - Eser. Spir. 1915).
“Signore, voglio seguire Te... Il regno del demonio lo voglio combattere prima in me stesso, poi negli altri, o Signore“ (Mons. Volpi, 1886). “Che sono tuo, Tu lo sai; che voglio essere sempre più tuo, Tu lo conosci; ma è necessario che Tu voglia che io sia sempre più tuo e che, con la grazia tua, Tu mi attragga sempre più a Te ed in Te... Che sono povero in tutto, lo sento, lo riconosco e per questo più che mai in Te confido, o mio Diletto divino” (Mons. Volpi, 1923). “…Com’è possibile, infatti, che non desideri di essere insultato, deriso, maltrattato, vedendo il mio Gesù che, schiaffeggiato, deriso, maltrattato, posposto a Barabba, tace! Ah! sì, mio dolce Gesù, da qui innanzi, le ingiurie, le umiliazioni saranno la mia delizia, facendomi simile a Voi“ (Mons. Volpi, 1885). “Se sarò disprezzato, ingiuriato, schernito, non solo non mi scuserò, ma godrò di tutto questo, e quando saranno interpretate in male le mie azioni, quando facendo qualche cosa non vi riuscirò e sarò perciò schernito, non curato, allora, o Signore, gioirò di una santa allegrezza, perché potrò dire di muovere qualche passo nel terzo grado di umiltà...” (Mons. Volpi, 1886). “Uno solo è e sarà sempre il programma della mia vita: amare e patire fino all’ultimo mio respiro per esalare l’anima in un atto d’amore per Lui” (Mons. Volpi, 1910). “Il Calvario, si suole dire, è il monte degli amanti di Gesù” (Volpi). “L’amore di Gesù mi ha innamorato di Gesù. L’ora santa dalle 11 alle 12 è stata così deliziosa da farmi ripetere tra le lacrime: “O Gesù amore! Tu sei la vita dell’amore e l’amore della vita: la vita del tempo e dell’eternità! Oh! Viva io di amore e muoia io di amore! Amore! Amore! Amore!” (Volpi, 1914). Egli soffre fino alla morte di aridità dolorosissime quasi permanenti (M. Volpi). Le parole: “Non vos me elegistis, sed Ego elegi vos ut eatis et fructum afferatis et fructus vester maneat” lo consumavano sempre (Volpi). “Ho in poter mio il vostro sangue prezioso, o buon Gesù; con una stilla di esso voglio purificare l’anima mia da tante macchie, per esso voglio diventare un sacerdote santo” (Volpi, 1894). L’Eucarestia è il vincolo di amore che lega a Gesù i sacerdoti. Il Tabernacolo è il primo santuario del mondo e Gesù l’ha voluto affidare a noi sacerdoti... Mentre meditavo questo punto mi è venuto in mente che tante anime di poveri secolari sono cosi innamorate di quel dolce nido di amore, che fanno come le rondinelle: girano e rigirano e ritornano sempre lì... Ed io, o Gesù, mi vergogno a dirlo, non l’ho fatto fin qui. Eppure io dovrei trovarvi delizie maggiori del poveri secolari... E la S. Messa? S. Filippo Neri vi andava in estasi, S. Francesco di Sales si vedeva tutto raggiante nel volto; di S. Vincenzo de Paoli il popolo diceva: ”Oh! Come dice bene la Messa!”. Ed io che faccio? Come celebro la S. Messa? Qualche volta perfino distratta, o mio Dio! Che confusione, che vergogna!... Chiede umilmente perdono e conclude: “Dopo avermi dato tanti lumi, concedetemi, Signore, anche questo favore segnalatissimo: che io sia innamorato di Voi in Sacramento” (Volpi, 1894). La vita interiore non consiste nel rimanere immobili, immersi nella preghiera, ma è invece tutta la vita intima messa in azione con Gesù Cristo nel cuore e con i suoi esempi davanti agli occhi (da ricordare. Autore della vita di M. Volpi). “Il giovane non deve mai partire sconsolato da chi lo ha in custodia. Per farsi temere è necessario prima farsi amare. I rimproveri devono essere avvolti dalla più delicata carità e i consigli dati a tempo opportuno. L’allievo deve essere messo nella impossibilità di fare mancanze” (Mons. Volpi). Associazione Piccoli Benefattori per i fanciulli poveri ed infermi (i fanciulli ricchi così aiutano i poveri, privandosi di dolci o soldi destinati a dolciumi. È una cosa educativa. Riunione dei piccoli benefattori).

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