MI362,1 [21-12-1971]
1«CARMELI AMBULANTI» «CONTEMLATIVI SULLA STRADA»a) Nel tuo viaggio perché non lo inviti come compagno? - sarà Lui a fissare le tappe necessarie e utili. - sarà Lui a consigliarti negli imprevisti e a cavarti d’impiccio negli incidenti.b) Con lui presente ti sarà facile non cercare il piacere o il trionfo dell’io, ma restando umilmente al tuo posto, ti sentirai povero strumento per le sue opere grandiose. Crescendo così giorno nell’unione e nell’amore sentirai la necessità di farlo sempre più conoscere ed amare.SLOGANS carmeli ambulanti
APOSTOLO chi è
l’
apostolo
Il riferimento è all’immagine che presenta plasticamente uno dei punti fondamentali della spiritualità di don Ottorino: la ricerca e il compimento della volontà di Dio. Si tratta di un mosaico in cui si nota subito una tesserina fuori posto che rompe l’armonia del disegno, e sotto il quadro è posta la domanda: «Sono al mio posto?».
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2 Sabato sera mi trovavo in un certo posto della città, quando mi venne vicino una buona signora che mi disse: «Senta, padre, vorrei chiederle una carità: per favore, domattina quando celebra la Santa Messa, reciti un'Ave Maria per me ». Pensai subito: credo che non sia lecito interrompere la celebrazione della Messa per dire un'Ave Maria. D'altra parte avrei dovuto fare un lungo discorso per spiegarne le ragioni a quella buona donna in un momento in cui mi trovavo con altre persone e lei mi aveva tratto in disparte per dirmi quella cosa. Allora credetti di cavarmela in questo modo: «Signora, stia tranquilla: domani mattina, nella Santa Messa, mi ricorderò di lei». E la buona signora mi ringraziò. Forse quella buona donna sarà convinta che domenica mattina io abbia recitato un'Ave Maria tra la consacrazione dell'ostia e quella del vino, forse, non lo so. Fatto sta che con tanta semplicità lei mi ha chiesto di recitare un'Ave Maria durante la Messa.Con altrettanta semplicità uno dei nostri confratelli, qui in casa, ieri sera mi domandava: «Don Ottorino, in queste due o tre sere in cui parla in chiesa, non sarebbe bello che ci intrattenesse anche sulla volontà di Dio, sul quadratino fuori posto?». Mi pare che, pur con qualche variazione, siamo un po' sullo stesso tono della buona vecchietta di sabato sera, perché... di che cosa abbiamo parlato ieri sera? Quando vi ho detto: «Sentite, prima di tracciare l'itinerario del viaggio, poiché abbiamo considerato il nostro cammino verso il cielo come un viaggio meraviglioso verso Dio, andate e parlatene a lui», perché ve lo dicevo? Perché lui ci deve dire qual è la volontà del Padre affinché non facciamo quello che vogliamo noi; perché se lui, Dio, ci vuole a Roma, dobbiamo andare a Roma e non a Venezia; se Dio ci chiama a consacrarci a lui, dobbiamo parlare a lui, per sapere se ci vuole preti o frati o suore.AUTOBIOGRAFIA
NOVISSIMI paradiso
VOLONTÀ
di DIO
APOSTOLO chiamata
PREGHIERA
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3 Ognuno di noi deve cercare da lui, parlare con lui, per sentire qual è l'itinerario della propria vita e anche, direi, i dettagli di esso; deve sentire non soltanto se deve andare a Roma, ma anche se andarci in aereo o in treno o in macchina, in quale modo e forma, se fermarsi durante il viaggio. Ieri sera dicevamo che a lui, Gesù, dobbiamo chiedere anche il permesso per le fermate e le tappe: tappe necessarie, tappe utili e tappe dispersive. Perciò, prima di effettuarne una, dobbiamo chiedergli: «Signore, è o non è il caso che io mi fermi? che io faccia questa o quella azione?». E lui, il nostro amico Gesù ci risponderà: «Sì, fermati! Sì, dormi adesso: è ora di dormire! Mangia, perché è il momento di mangiare! Fa’ quest'altra azione!». Perché? Lui, l'amico nostro, vuole una cosa sola: che facciamo la volontà del Padre e non la nostra.Abbiamo detto ancora: «Andiamo da lui, parliamo con lui negli imprevisti». Ci sono dei momenti nei quali non si sa che fare perché è sorta una situazione improvvisa, perché bisogna cambiare itinerario: c'è un ponte rotto, c'è lo sciopero dei ferrovieri... Che fare? Bisogna andare! Si deve prendere l'aereo o aspettare? C'è l'imprevisto nel viaggio, e allora, nell'imprevisto, parliamone a lui perché ci manifesti la volontà di Dio, la volontà del Padre suo, la sua volontà che è la volontà di Dio.Negli incidenti, per esempio, non sappiamo come comportarci: se vendere o tenere la macchina, se ripararla o no, se fare o non fare causa contro colui che ci ha provocato l'incidente, se rivolgerci alle cure dell'ospedale oppure tornare a casa e curarci da soli, e allora ci si rivolge a lui per sapere qual è la volontà del Padre, che cosa vuole mio Padre, che cosa vuole Dio.DIO rapporto personale
VOLONTÀ
di DIO
ESEMPI volontà
di Dio
GESÙ
amico
DIO Padre
ESEMPI parlane a Lui
DIO rapporto personale
Don Ottorino cita scherzando il motto latino «Per fas et nefas», applicandolo a don Matteo Pinton, tanto che invece di filosofia parla di matematica. Non intende sostenere che il fine giustifica i mezzi, ma solo la decisione, conosciuta la volontà di Dio, di andare fino in fondo.
Don Ottorino si rivolge scherzosamente alle benefattrici ospiti di Casa San Giovanni, le quali partecipavano con i “seminaristi” alla novena in preparazione al Natale.
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4 In altre parole: non è stato cambiato niente di quello che abbiamo descritto a lungo negli anni scorsi, e cioè che il nostro sforzo deve essere quello di occupare, come tesserina d'un mosaico, il giusto posto pensato da Dio fin dall'eternità. Infatti Dio aveva pensato fin dall'eternità al nostro caro don Matteo come professore di matematica, ed egli «con mezzi giusti o ingiusti» è arrivato dove Dio lo ha voluto; per strade dritte o traverse, io non lo so, è finalmente giunto alla sua cattedra, al suo posto, deputato dalla Pia Società San Gaetano ad insegnare filosofia in seminario. Ognuno viene portato, per strade come queste, quasi da un'onda meravigliosa che è la volontà di Dio, espressa, tante volte, dalle circostanze e dalla volontà dei superiori.Fermo restando questo principio per cui il desiderio di fare la volontà di Dio dev'essere fondamentale nella nostra Congregazione, deve costituire quasi un respiro della nostra anima, esponendo quel quadro sul quale sta scritto: «Parlane a Lui», e speriamo che anche le nostre «seminariste» di casa San Giovanni abbiano, un giorno o l'altro, una copia di questo quadro nella loro casa, abbiamo suggerito questo: per conoscere la volontà di Dio, invece di rivolgerci a un Dio spirituale, lontano quasi, si cerchi di vedere Dio qui nel tabernacolo, di immaginare qui il nostro amico Gesù, dato che Dio si è fatto ed è veramente uomo e come tale possiamo avvicinarlo più facilmente.E allora fra me e Gesù deve nascere questo contatto intimo, familiare, in modo che in tutte le circostanze liete o tristi della mia vita mi sia naturale andare da lui, parlare a lui e cercare da lui la volontà dal Padre.SLOGANS consacrazione
VOLONTÀ
di DIO
CONGREGAZIONE spiritualità
SLOGANS unione con Dio
ESEMPI Eucaristia
EUCARISTIA tabernacolo
GESÙ
unione con...
« Carmeli ambulanti» era uno slogan che don Ottorino usava per far capire la necessità di una profonda interiorità anche nell’attività apostolica. L’altra frase simile «contemplativi sulla strada» proveniva da un libro di p. René Voillaume dei Piccoli Fratelli di Gesù: don Ottorino lo fece suo perché esprimeva bene come egli desiderava i suoi religiosi.
Non c’era alcun monsignore presente alla novena, ma don Ottorino ugualmente scherza con qualcuno dei sacerdoti che lo ascoltano.
Saviabona è il nome della zona alla periferia nord della città dove è sorta l’opera. Don Ottorino intende dire che la sua espressione «carmeli ambulanti» è meno raffinata di quella di p. Voillaume, ma ugualmente espressiva, detta alla buona, come da un povero parroco di campagna.
L’espressione venne usata e magistralmente commentata dall’abate francese G. B. Chautard (1858-1935) in un suo libro rimasto giustamente famoso: L’anima di ogni apostolo.
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5 Vorrei anche rispondere in maniera più adeguata al fratello che ieri sera mi chiedeva: «Perché non ci parla della volontà di Dio, dei "carmeli ambulanti", dei "contemplativi sulla strada?». Questa sera ci soffermeremo su questo argomento brevemente, perché il tempo a nostra disposizione è ormai scaduto. Nel passato dicevamo che il religioso della Pia Società San Gaetano dev'essere un «carmelo ambulante», espressione un po' semplice che non so se potrebbe essere accettata dai nostri professori d'italiano, come il nostro carissimo monsignore qui presente. Comunque per noi, che parliamo alla buona e siamo di Vicenza, povera gente di Saviabona, l’espressione «carmelo ambulante» voleva dire sostanzialmente questo: siamo uomini chiamati a lavorare in varie parti del mondo, ma non vogliamo rinunciare all'unione con Dio, propria delle anime chiuse nel carmelo. Un'anima che lascia il mondo e si chiude in un convento di clausura per vivere in intima unione con Dio lo fa per amore verso il Signore. Noi, per non rischiare di cadere nell'«eresia dell'azione» , vogliamo conservare la prerogativa di anime contemplative e di anime attive, di apostoli.E allora, con un'espressione un po' singolare, se volete, abbiamo detto che dobbiamo essere dei «carmeli ambulanti», cioè anime che vivono in unione con il Signore e nello stesso tempo lavorano con il Signore.Ricordate l'episodio narrato nella biografia di Santa Teresina del Bambino Gesù, secondo il quale la sua maestra di noviziato un giorno raccontò: «C'era una volta una santa, che si trovava in adorazione di Gesù Bambino apparso nella sua stanza. All'improvviso suonò la campanella. Che cosa fece la santa? Corse dove l'obbedienza la chiamava. Quando ritornò, trovò ancora Gesù che l'aspettava. Sorelle, così bisogna essere fedeli all'obbedienza!". Ma Santa Teresina esclamò: "Io, madre, non sono d'accordo con lei in questo"."Perché?"."Io mi sarei preso Gesù e lo avrei portato via con me".Ecco il «carmelo ambulante»! In altre parole: se devo andarmene altrove, mi porto via il Signore. Quando vengo in chiesa, sto qui ad adorarlo e a pregarlo, ma se poi il dovere mi chiama in un'altra parte, me lo porto via, anche se lui mi avrebbe aspettato.SLOGANS carmeli ambulanti
CONGREGAZIONE appartenenza
APOSTOLO missione
DIO rapporto personaleAPOSTOLO attivismo
SLOGANS carmeli ambulanti
EUCARISTIA adorazione
MI362,6 [21-12-1971]
6 Se dobbiamo fare un viaggio, dovremmo star separati da lui? Scusate: riserviamogli un posto in macchina! Ecco risolto il problema: lo portiamo in macchina con noi e noi diventiamo, così, dei «carmeli ambulanti», cioè abbiamo Cristo con noi, portiamo via il «carmelo», portiamo via l’unione con il Signore.Dovremmo, forse, alla mattina, dopo la Santa Messa, dopo la santa comunione, lasciare Gesù? Dovremmo lasciarlo? No, non dobbiamo lasciarlo; ce lo porteremo con noi e andremo a fare il viaggio insieme. Programmeremo con lui il viaggio, come dicevamo ieri sera, e poi gli diremo in confidenza:«Gesù, non potresti venire anche tu con me?».«Ma... ho tante cose da fare: devo finire qualche carro, alcuni sedili nella bottega di Nazaret; ho da mettere a posto il Santo Padre in Segreteria di Stato...».«Insomma, fammi il piacere: questo viaggetto fallo insieme con me».Ecco la confidenza che dobbiamo avere con il Signore: una confidenza e un'unione tali con lui da poterlo condurre con noi durante il viaggio della nostra vita, in modo che non possiamo mai dire: «Gesù è in chiesa e io sono in studio; Gesù è in chiesa e io sono in laboratorio». No, Gesù è con me: sto viaggiando, sto camminando insieme con lui. E allora è naturale che, se io cammino, cammini anche lui; se vado nella mia camera a dormire, una dormitina la farà anche lui perché penso che durante la sua vita terrena abbia dormito qualche volta anche lui... e me lo porto in camera, e prima di dormire lo saluto come la buona creanza mi insegna.Marito e moglie che dormono nella stessa stanza, se si vogliono bene, prima di addormentarsi si danno la buona notte e al mattino, appena svegli, si danno il buongiorno e si scambiano una parola. Così io, entrato nella mia camera, parlo con lui e poi gli dico: «Gesù: adesso buon riposo! Io ho più sonno di te: tu dormi da una parte del letto e io dall'altra e domattina ci rivedremo». Al mattino, quando ci si sveglia, si parla con lui.Le fermate necessarie si fanno insieme con lui. E se c'è una fermata meno necessaria gli dirò: «Signore, questa sera alla televisione viene trasmesso un film che mi piacerebbe vedere: non potresti venirci anche tu?».«Ma, sai, io... non...».«Senti, Signore...».Fate come il p. Pro, che una volta invitò un suo superiore a fare una gita con lui. Quanto sarebbe bella la nostra vita, se fossimo capaci di portar sempre il Signore con noi e di sentirlo vicino durante la giornata!GESÙ
unione con...
VIRTÙ
fiducia
ESEMPI Gesù
unione con...
VOLONTÀ
di DIO
DIO rapporto personale
PREGHIERA parlane a Lui
Nel testo registrato don Ottorino cita l’espressione di Mt 26,73 in latino: «Et loquela tua te manifestum facit».
Don Ottorino si riferisce ad alcuni modi di parlare tipici di una zona. Ad esempio, nella zona di Bosco di Tretto, dove sorge il Villaggio San Gaetano, la gente parla con una caratteristica «erre moscia», mentre è tipica delle zone veronesi la domanda «Ci elo, ci?» che significa «Chi è?».
MI362,7 [21-12-1971]
7 Per esempio, capita un incidente. Mi telefonano, come avete sentito ieri sera, che la macchina di don Venanzio ha fatto uno scontro, un incidente, e mi dicono, anzi, che don Venanzio è ferito. Che faccio io se mi dicono così? Non appena mi avvisano, corro immediatamente: è chiaro che si corre sul posto per vedere che cosa è successo.E allora, come fate a non sentire il bisogno di avere con voi Gesù, specialmente in certi momenti difficili della vita? Se dovremmo averlo con noi durante un viaggio tranquillo, nei momenti di tappa, in modo particolarissimo dovremmo sentire il bisogno di Gesù nei momenti di dubbio, di incertezza, specialmente nei momenti dei disastri, delle oscurità, della tristezza.Per me essere «carmelo ambulante», essere «contemplativo sulla strada» è un elemento indispensabile al religioso della Pia Società San Gaetano. In caso contrario, un religioso che non viva questa unione con Dio, cioè che in primo luogo non senta la preoccupazione di fare la volontà di Dio e in secondo luogo non provi la necessità di avere sempre il Signore vicino, è come una casa senza corrente elettrica.Domenica scorsa, quando mancava la corrente, l'ambiente era freddo, i locali oscuri. Come si fa, abituati al caldo del termo, rimanere senza riscaldamento?Ebbene, un apostolo che non vive in contatto continuo con lui, che non si sente cuore a cuore con lui, che non cammina braccio a braccio con lui, è come una lampadina, ma senza corrente elettrica. Pensate se in questo istante mancasse la corrente elettrica e restassero accese soltanto poche candele: sì, ci sarebbe luce, ma la chiesa resterebbe nell’oscurità. Un apostolo, che parlasse anche bene, dicesse tante belle cose, fosse un bravo organizzatore, fosse capace di sistemare o far tacere tante persone, promuovere la costruzione di tante scuole, di tanti fabbricati, se non ha Cristo nel cuore, se non è traboccante di Cristo e non parla un po' come Cristo, a un dato momento parla, ma non converte.L'apostolo dev'essere un po' come Pietro. Quando Pietro si trovò con quella buona donnetta nell'atrio del palazzo del sommo sacerdote si sentì dire: «Anche il tuo modo di parlare ti tradisce». Ci sono sbagli di grammatica, professore? Mi pare di no. Ebbene, «anche il tuo modo di parlare ti manifesta». Sarebbe come dire a uno che abita a Bosco di Tretto: «Non negarlo, tu sei di Bosco, perché hai l'erre, hai l'erre. Quelli di Bosco hanno tutti l'erre. Non dire che non sei di Bosco. Sei di lì: l'erre ti tradisce». «Tu, invece, sei di Verona, perché dici: "Ci elo ci? Ci elo ci?"». C'è qualcosa, per esempio il modo di parlare, che rende manifesta la provenienza. Ora, vedete, il modo di parlare del prete, del diacono, del religioso dovrebbe avere il sapore di Nazaret, il sapore di Paradiso; dovrebbe essere qualcosa di indescrivibile, ma che, non appena l'apostolo apre la bocca, fa sentire il profumo del Paradiso. Perché? Perché l'apostolo deve avere il Cristo nel cuore, deve sentire e trasmettere la presenza del Cristo.ESEMPI parlane a Lui
SLOGANS carmeli ambulanti
CONGREGAZIONE appartenenza
DIO rapporto personale
CONSACRAZIONE religioso
APOSTOLO uomo di Dio
ESEMPI apostolo
ESEMPI Gesù
unione con...
GESÙ
unione con...
PAROLA DI DIO Vangelo
SACERDOZIO prete
DIACONATO diacono
NOVISSIMI paradiso
Don Ottorino ebbe l’occasione di fermarsi ospite dei Padre Paolini a San Paolo in Brasile più volte, anche perché nella Comunità si trovava p. Elio Baron Toaldo, fratello di tre religiosi della Congregazione.
MI362,8 [21-12-1971]
8 Noi ci troviamo, però, durante la nostra vita apostolica, in una condizione - scusate la parola - un po' buffa.Mi viene in mente quello che sentii raccontare a San Paolo, in Brasile, in una Comunità di Paolini, dal loro padre provinciale, padre Paolo Pazzaglini, che si trovava insieme con tre o quattro persone: un fatto capitato nella loro casa qualche settimana prima.Era arrivato un vescovo con il suo segretario, ambedue vestiti in nero e senza nessun segno di distinzione tra loro: si sapeva che uno di loro era vescovo, ma si ignorava chi dei due. Avevano pressa poco la stessa età. Il padre provinciale raccontava: «Si sono fermati qui in casa; abbiamo parlato insieme; io li ho accompagnati a visitare diversi luoghi; sono rimasti a pranzo. Ebbene, è capitato questo. Poiché in Brasile ai vescovi si dà del "dom" e uno di loro chiamava l'altro con il titolo di "dom", eravamo convinti che quest'ultimo fosse il vescovo, e invece era il suo segretario; e poiché costui chiamava il vescovo "monsignore", che in Brasile vale meno di "dom", il titolo che si dà a un vescovo, eravamo convintissimi che lui fosse il vescovo e questi il segretario. Sicché a tavola parlavamo con lui; tutte le nostre attenzioni erano rivolte a servire prima lui, il segretario, credendolo il vescovo. A capotavola non sedeva nessuno; eravamo disposti gli uni di fronte agli altri, ma per tutto il tempo della mattinata, che eravamo stati insieme, fino all'ora del pranzo avevamo sempre trattato il segretario come vescovo e questi come segretario. Quando venivano serviti, il segretario diceva: "Oh, signor, non prima me... prima lui!". E i presenti: "No, dom... no!". Però a tavola non ci eravamo mai compromessi, perché ci comportavamo familiarmente e mai ci eravamo esposti, perché altrimenti si sarebbero accorti. Quando, verso la fine del pranzo, saltò fuori l'errore e il vescovo si diede a conoscere, noi ci mettemmo le mani nei capelli perché non potevamo dire: "Siamo pentiti di aver servito prima l'altro", per non far brutta figura. Resta, però, il fatto che ci trovammo in questa situazione buffa, ridicola nel vero senso della parola».MISSIONI
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9 L'apostolo che vive in unione con Dio si trova pressa poco nelle stesse condizioni: viaggia con nostro Signore al proprio fianco, però è lui che riceve tutti i complimenti, tutti i saluti. «Oh, che bella cosa ha fatto, che bella predica ha fatto! Come ha agito bene qui, come si è comportato bene lì!». E il Signore che gli è vicino, che è il vero autore di quello che ha fatto, colui che agisce, che fa i miracoli, che mette in mano il numero del lotto, lui, lui resta in incognito. Tu indovini sempre la carta quando giochi, indovini il numero quando si tratta del lotto, sei fortunato, procuri anche cose che, a un dato momento, non si sa donde provengano, e lui rimane in disparte. Perché? Perché vuole servirsi di te.E allora, in queste condizioni, bisogna che l'uomo di Dio, vivendo in intimo contatto con Dio, si renda conto che è uno strumento di Dio e che non è lui il vero operatore: lui deve mettercela tutta, deve certamente compiere il massimo sforzo, impiegare la sua buona volontà, ma deve essere cosciente della presenza del Cristo e della sua unione con il Cristo perché, altrimenti, è un povero uomo, un uomo disgraziato.Ecco, dunque, espresso alquanto poveramente quello che io intendo per «carmelo ambulante», per «contemplativo sulla strada»: è un religioso che, desideroso di fare la volontà di Dio, impegnato in tutti i modi per ricercare la volontà di Dio, comincia serenamente il suo cammino a fianco di Gesù, fratello e amico, e non fa alcun passo se non sente il cuore di Dio accanto al suo povero cuore.Si conservano altri due schemi autografi, con il numero 6 e 7, che forse non vennero usati per la novena di Natale 1971. Per completezza si pubblicano qui di seguito i due schemi.N.6 CALDAIA IN PRESSIONE: LA COMUNITÀ

DIO rapporto personale
APOSTOLO uomo di Dio
VOLONTÀ
di DIO
GESÙ
unione con...
VOLONTÀ
di DIO
CONSACRAZIONE religioso
GESÙ
fratello
GESÙ
amico
SLOGANS carmeli ambulanti
COMUNITÀ