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CARTA DI FONDAZIONE

APPENDICE La relazione programmatica che don Ottorino Zanon, Fondatore e primo superiore della Pia Società San Gaetano, lesse al primo Capitolo generale (1968) è stata assunta con entusiasmo e all'unanimità quale «Carta di Fondazione» della Congregazione dai religiosi che hanno partecipato al terzo Capitolo generale (1979) Essa viene riconosciuta come fondamento anche della nuova Regola di Vita, poiché presenta sinteticamente la trama della nostra Famiglia religiosa come intervento della Provvidenza nella Chiesa per l'umanità di oggi.

PARTE PRIMA

UNA CONGREGAZIONE RELIGIOSA NELLA CHIESA

RVCF,1

1. Prima di comunicarvi quanto mi sembra che il Signore voglia dalla nostra Congregazione e da ognuno di noi, frutto di anni di preghiera, di meditazione e di lavoro, desidero parteciparvi anche alcune riflessioni che ho fatto alla luce della storia delle principali famiglie religiose.
I fatti dimostrano che l'apparire nella Chiesa di ciascuna di queste Congregazioni non è altro che una manifestazione, un intervento straordinario di Dio il quale, attraverso la Chiesa, va incontro a un particolare bisogno dei suoi figli. La consapevolezza di questa verità, ci aiuta a comprendere meglio l'intima realtà della nostra Congregazione e la sua autentica dimensione storica e spirituale.

CONGREGAZIONE missione

CHIESA

DIO

RVCF,2

2. Ogni nuova famiglia religiosa segna un intervento straordinario di Dio nella Chiesa, per un particolare bisogno degli uomini.
La Pia Società San Gaetano è un intervento straordinario di Dio nella Chiesa, rispondente a una necessità spirituale degli uomini d'oggi. A) INTERVENTO STRAORDINARIO DI DIO

RVCF,3

3. Sappiamo bene come in vari modi Dio opera sull'universo e sulla famiglia umana. È lui il grande Autore che sostiene l'essere, che alimenta la vita e che guida sapientemente la storia secondo un suo preciso e meraviglioso disegno.
Ordinariamente però questa sua azione si esplica in modo indiretto, attraverso le cause seconde. È lui, sì, che dà il pane ai suoi figli, ma lo dà attraverso le leggi che egli stesso ha imposto alla natura. Solo eccezionalmente egli supera queste leggi e allora fa cadere la manna dal cielo oppure con pochi pani e pochi pesci sfama la moltitudine. Nella vita spirituale dei suoi figli Dio influisce in modo analogo. Egli li alimenta e li vivifica normalmente attraverso l'azione ordinaria della Chiesa, che è depositaria autentica dei beni della redenzione e per questo incaricata di istruire, guidare e santificare i fedeli.

CHIESA

GESÙ

redenzione

RVCF,4

4. Dio interviene però anche in modo straordinario con i suoi carismi, con illuminazioni speciali che soltanto nel suo diretto intervento possono trovare spiegazione.
All'origine delle famiglie religiose - Francescani, Gesuiti, Teatini, Salesiani ecc... - si scorge sempre la mano del grande regista, di Dio, che per suscitare un fermento nuovo non risparmia segni e prodigi, doni di grazia e di intelligenza, facilitazioni spirituali e aiuti concreti. Qui sta la straordinarietà dell'intervento di Dio, la quale si misura dalla totale inadeguatezza dei mezzi che egli sceglie per dire e portare qualcosa all'umanità. Intervento straordinario vuole dire intervento diretto di Dio, tanto che non è possibile confondere la sua azione con le capacità e il merito umani. B) INTERVENTO DI DIO NELLA CHIESA

DIO

RVCF,5

5. Dio vuole che anche quelle opere, quei fermenti, che egli suscita direttamente, portino come segno di autenticità l'approvazione della Chiesa.
Questa approvazione è quasi la firma che Dio appone alla sua opera. Una firma spesso ottenuta attraverso un lungo travaglio e numerose difficoltà, ma che tuttavia non manca mai. Quando Gaetano Thiene presentò il suo progetto a papa Clemente VII, si ripeté quanto secoli prima era accaduto a Roma nel collegio cardinalizio di Innocenzo III, allorché l'ideale di San Francesco d'Assisi trovò la più viva opposizione. Ma poiché quelle erano veramente opere di Dio, l'approvazione della Chiesa non poteva mancare. E infatti non mancò, come non mancò per tutte le altre famiglie religiose che fiorirono lungo i secoli, a far risplendere di gloria la vita e le opere della Chiesa. Se poi col passar del tempo, sembra venir meno il fine di una famiglia religiosa, ciò va attribuito quasi sempre al mancato progressivo inserimento e aggiornamento nella Chiesa. C) IN RISPOSTA A UN PARTICOLARE BISOGNO DEGLI UOMINI

DIO

CHIESA

VOLONTÀ

di DIO firma di Dio

CROCE difficoltà

RVCF,6

6. Questi interventi straordinari di Dio sono sommamente provvidenziali perché legati sempre a un particolare bisogno degli uomini.
San Gaetano Thiene formò la sua famiglia religiosa quando la Chiesa era ridotta in tristi condizioni a causa della vita mondana e paganeggiante di molti fra i suoi ministri. Mondanità, ricerca di onori e di ricchezze erano i vizi che principalmente umiliavano il clero e la stessa gerarchia. In quella situazione il cuore di Gaetano gemeva su quella freddezza, quella mondanità, quella poco edificante condotta che egli non di rado riscontrava in quegli stessi ecclesiastici di cui si doveva avvalere per le sue iniziative. Gaetano, per ispirazione di Dio, propose ai suoi e attuò questo rimedio: vivere da sacerdoti, null'altro che da sacerdoti, sottrarsi agli onori, precludersi ogni situazione di lucro, riservarsi i ministeri più oscuri e più rifiutati e imbeversi dello spirito del distacco spinto fino all'osservanza rigorosa della povertà. E come di fronte alla tiepidezza del clero Dio suscitò i Teatini, e alle eresie fece sorgere i Domenicani, così di fronte a numerosi altri bisogni della Chiesa e dell'umanità fa sorgere sempre altre comunità di apostoli ferventi e innamorati di lui, dando una chiara dimostrazione dell'amore provvido con cui egli segue e cura i suoi figli. a) La Pia Società San Gaetano è un intervento straordinario di Dio

DIO

CHIESA

VIZI

SACERDOZIO prete, sacerdote

APOSTOLO distacco

CONSACRAZIONE povertà

RVCF,7

7. Un semplice sguardo agli inizi e allo sviluppo della nostra Famiglia religiosa ci persuade chiaramente che tutto quello che si è compiuto finora porta inconfondibile l'impronta dell'onnipotente mano del Creatore.
La semplicità dei suoi natali, la quasi – incoscienza dei suoi primi passi verso una meta che avrebbe fatto esitare anche persone colte ed esperte, la sproporzione evidente tra il programma e i poveri strumenti prescelti, la presenza di una mano prodigiosa che nell'ombra è intervenuta sempre al momento opportuno, la sintonia perfetta con il Concilio Vaticano II e con le direttive della Chiesa, sono, non solo per noi ma anche per quanti ci conoscono, una chiara attestazione che l'opera non proviene dalla volontà d'uomo, né è frutto del nostro povero lavoro, ma trova la sua spiegazione solo in Dio, che, da Padre amoroso, si mostra ancora una volta presente per il bene dei suoi figli.

DIO creatore

CHIESA Concilio

CHIESA

DIO

DIO Padre

RVCF,8

8. Del resto, fin dalle prime ore Dio intervenne con manifesti segni di approvazione, attraverso circostanze e persone.
Quando Mons. Rodolfi, che per me in quel tempo rappresentava Dio e la Chiesa, benedicendomi mi confermò esplicitamente questa convinzione: «...io sono l'ordinario amministratore della Diocesi; questa è un'opera di straordinaria amministrazione... Tu vieni pure da me quando vuoi, come da un padre, ma per le decisioni da prendere devi intendertela direttamente con Dio...», fu chiaro che Dio voleva dare il via a questo drappello di apostoli per un suo preciso piano sull'umanità. Nuova conferma ebbi quando don Giovanni Calabria, il quale del resto non volle mai che gli descrivessi le finalità della futura Famiglia religiosa, ripetutamente mi assicurò che si trattava di un intervento straordinario di Dio, il quale, come al solito, voleva fare con niente grandi cose.

DIO

CHIESA

CHIESA Vescovo

CONGREGAZIONE storia

DIO piano di salvezza

DIO stile di...

RVCF,9

9. Ma se noi, fratelli carissimi, consideriamo per un istante i motivi per i quali è sorta la Congregazione, le finalità che si propone, lo spirito che la anima, il suo metodo apostolico, i suoi mezzi di lavoro..., ce ne viene una conferma ancor più convincente.
Per un mondo che si allontana progressivamente e senza accorgersi da Dio, per una umanità che non sa più far calare lo spirito evangelico nella vita quotidiana, per la Chiesa del dopo Concilio, riscoperta sì nel suo splendore, ma anche minacciata da dense nubi proprio nella sua intima struttura, Dio ha suscitato anche questa sua Famiglia che vuole inserirsi proprio adesso nel mondo, tra gli uomini di oggi, in seno a santa madre Chiesa di questo tempo, con uno spirito e un programma che sono propri del Concilio Vaticano II, e sono gli stessi che il Santo Padre va indicando accoratamente e insistentemente nel suo magistero quotidiano.

CONGREGAZIONE spiritualità

CONGREGAZIONE carisma

CONGREGAZIONE missione

MONDO

CHIESA Concilio

RVCF,10

10. E infine, se volessimo vedere, con tanta umiltà sì, ma anche con un obiettivo ottimismo, le realizzazioni spirituali che voi, confratelli carissimi, avete ottenuto con sacrificio e con gioia in vigne impervie del campo di Dio, non sentiremo sorgere forse un profondo dovere di riconoscenza al Signore per esserci stato tanto vicino, per averci indicato la strada giusta sulla quale incontrare l'umanità che attende Cristo?
Fratelli cari, Dio ci ha voluti e ci ha voluti così, proprio come abbiamo cercato di essere e di diventare finora e come stiamo riconfermando di voler essere in questa fraterna assemblea, dalla quale ci proponiamo di uscire ancor più compresi del disegno che Dio ha su di noi, delle grazie che quotidianamente ci fornisce per realizzarlo, dell'amore col quale ci assiste e ci guida. b) La Pia Società San Gaetano nella Chiesa

DIO riconoscenza a...

CONGREGAZIONE missione

RVCF,11

11. Benedetta da Dio fin dalla culla, per la mano paterna di Mons. Rodolfi, la Pia Società San Gaetano ha sempre camminato al seguito della Chiesa.
Ha riconosciuto nel successore di Mons. Rodolfi il legittimo rappresentante di Dio. Ha sempre nutrito per Mons. Zinato un amore filiale e, senza perdere i contatti con la mano invisibile di Dio, che la guidava nella sua vocazione speciale, mai si è opposta o in qualsiasi modo ribellata alla autorità del Vescovo. Nel 1961 la Pia Società San Gaetano ottenne - cosa abbastanza sorprendente - il suo riconoscimento dalla Chiesa, tra unanimi consensi per il fine che si prefiggeva. Con quell'atto la nostra missione diventava missione nella Chiesa e della Chiesa, mentre la Congregazione poté dare inizio ufficialmente al suo programma apostolico, rispondente alla sua precisa vocazione.

CONGREGAZIONE missione

CONGREGAZIONE storia

CHIESA Vescovo

CHIESA

RVCF,12

12. L'inserimento discreto e operoso nelle diocesi d'Italia e d'Oltreoceano, bisognose di apostoli, avvenne all'insegna dell'insistente invito e della calorosa accoglienza dei Vescovi. E proprio con questi rappresentanti di Dio e pastori della Chiesa abbiamo sempre cercato di stabilire rapporti improntati a sentimenti di amore, di collaborazione e di obbedienza.
Fin dalle prime esperienze parrocchiali, i nostri religiosi si sono presentati come fratelli e hanno allacciato con il Vescovo e con gli altri sacerdoti rapporti di vera amicizia. Questo spirito di fraterna e devota collaborazione con i Vescovi e con il clero diocesano è stata e sarà sempre una caratteristica inconfondibile dei religiosi della Pia Società San Gaetano e delle comunità da essi formate.

PASTORALE

DOTI UMANE amicizia

CONGREGAZIONE carisma

RVCF,13

13. In questo modo renderemo alla Chiesa un servizio di ineguagliabile valore, in un momento in cui lo spirito di indipendenza e di critica e l'esagerato personalismo mettono in serio pericolo l'unità di azione degli apostoli.
Sarà possibile tenere sempre accesa la fiamma della carità e della unità, solo se, sapendo comprendere e giustificare le inevitabili limitatezze di tutti, e perciò anche dei superiori ecclesiastici, cercheremo di vedere in loro la via ordinaria attraverso la quale ci viene segnalata la volontà di Dio circa il nostro lavoro apostolico. Inoltre Vescovi e sacerdoti devono poter sentire una vera amicizia verso i membri delle nostre comunità, proprio perché questi si sono resi costantemente disponibili ad essa. Così, in unità col Vescovo, e in fraterna collaborazione con il clero diocesano, favoriremo tra i consacrati quella intima unione che Cristo ha chiesto al Padre per la perseveranza e l'efficacia di coloro che portano il divino messaggio. c) La Congregazione risponde a una necessità spirituale degli uomini d'oggi

CHIESA

CARITÀ

VOLONTÀ

di DIO

CHIESA Vescovo

DOTI UMANE amicizia

COMUNITÀ

RVCF,14

14. Gli uomini d'oggi stanno comportandosi con Dio allo stesso modo dei vignaioli della parabola evangelica nei riguardi dei messaggeri e del Figlio stesso del Padrone della vigna.
Dio, che ha creato gli uomini, li ha redenti per mezzo del Figlio suo, li conserva in vita con la sua bontà e provvidenza e li fa sempre più dominatori sulla natura, questo Dio viene misconosciuto e respinto dagli uomini suoi figli, proprio con quei mezzi che egli stesso dona loro. Specialmente nelle regioni più sviluppate si constata come il progresso scientifico e tecnico, l'agiatezza e il benessere economico, le condizioni di vita più elevate, anziché avvicinare a Dio e tradursi in un inno di lode al Creatore, riconoscendogli il primo posto, sembrano piuttosto accecare sempre più gli uomini, i quali arrivano fino alla perversa convinzione di essere da se stessi artefici delle opere che escono dalle loro mani. Si constata allora che, mentre ieri da poveri riconoscevano nella bontà del Signore l'origine di quel poco che avevano, oggi, divenuti più forniti di mezzi materiali e culturali, per l'effetto dell'uso stesso di questi beni, trovano più comodo attribuirne l'origine alle sole capacità umane. E dove si sta soffrendo per condizioni inumane di vita, c'è la tendenza a risolvere i problemi con la violenza, prescindendo dal comandamento dell'amore.

DIO creatore

GESÙ

redenzione

MONDO progresso

DIO lode a...

RVCF,15

15. Il lavoro stesso, con la pena che necessariamente comporta, è sopportato, talvolta maledetto, o considerato solo come mezzo di guadagno per un egoistico soddisfacimento delle proprie necessità.
Si vede come la forza che muove sia i grandi industriali che i più modesti operai non è l'amore, né lo spirito di servizio da rendere agli altri considerati come fratelli, né l'impegno di assolvere un compito preciso che a ciascuno è stato affidato da Dio.

SOCIETÀ

lavoro

RVCF,16

16. E se si riconosce ancora che la vita dell'uomo ha un fine soprannaturale, esso viene dissociato purtroppo dalla realtà della vita quotidiana, sempre più comoda e contraria a qualsiasi sacrificio, cosicché si forma una vaga concezione di un Dio che non esigerebbe tanto dall'uomo. Peggio: si rifiuta di incontrarsi con Dio per vedere cosa vuole da ciascuno, mentre si preferisce nascondersi nell'anonimato della massa e uniformarsi al suo modo di agire.

RVCF,17

17. Conseguenza di questo stordimento è il dissolversi del rapporto filiale e personale dell'uomo con Dio e il progressivo accondiscendere alle trame del demonio, il quale da sempre si serve del mondo per mettere gli uomini contro Dio.
Le comunità umane, che dovrebbero essere palestra di amore fraterno e strumento di reciproco aiuto e completamento, sono invece agglomerati di persone che non si amano, non si parlano se non per offendersi e offendere Dio, non si interessano gli uni degli altri se non per scavalcarsi a vicenda per il denaro e il potere. Pensiamo alla famiglia, agli ambienti di lavoro, di ritrovo e di divertimento, alle società intermedie tra i singoli e lo Stato, allo Stato stesso, spesso avvilito da arrivismi o lotte causate da interessi politici ed economici contrastanti. L'uomo così, mentre è stato creato per la società, per la comunità a immagine di Dio che è Unità nella Trinità, approfittando della libertà donatagli da Dio e dei mezzi fornitegli dalla natura provvida, non tiene conto della legge dell'amore e si serve della comunità spesso per i propri fini egoistici o per ostentare tristemente che può fare senza Dio. Questi sono gli aspetti negativi del mondo attuale, aspetti che insieme a molti altri positivi sono stati messi in luce dalla costituzione conciliare. Noi abbiamo considerato solo le manifestazioni negative perché vengono a determinare quel bisogno spirituale degli uomini in aiuto dei quali siamo chiamati.

PARTE SECONDA

COSA DIO VUOLE DA NOI

DIO rapporto personale CROCE Demonio

MONDO

PECCATO

FAMIGLIA

SOCIETÀ

RVCF,18

18. Certamente Dio, proprio di fronte a questa situazione degli uomini, nella sua infinita sapienza vede come realizzare un mondo veramente migliore, rispondente al suo disegno. Dio in questo momento chiama i religiosi della Pia Società San Gaetano sia individualmente che comunitariamente, a praticare prima e a insegnare poi ai fratelli come sia necessario, possibile e anche bello attuare la congiunzione tra la vita quotidiana e il fine ultimo soprannaturale, realizzando già sulla terra un anticipo della felicità eterna.
A) DIO CI CHIAMA INDIVIDULAMENTE PER UNA MISSIONE

DIO sapienza di..

MONDO

CONGREGAZIONE missione

RVCF,19

19. Dio ci invita a essere a sua disposizione, per incontrarsi con ciascuno di noi, farci vivere come vuole lui e affidarci una missione.
Nell'Antico Testamento constatiamo che quando Dio vuole provvedere agli uomini, ne sceglie uno, lo chiama a sé, gli si manifesta e lo manda come suo profeta. La stessa cosa si ripete nel santo Vangelo con gli apostoli. Gesù li invita a vivere con lui, si manifesta e affida a loro il suo messaggio di amore e li manda nel mondo a testimoniarlo. È questa la strada obbligatoria per ogni uomo che Dio sceglie come suo testimone.

CONSACRAZIONE disponibilità

APOSTOLO vocazione

GESÙ

sequela

RVCF,20

20. Per testimoniare Dio è indispensabile un personale cosciente incontro con lui. Bisogna conoscerlo, essergli intimi, amarlo. Perciò la prima caratteristica dei nostri religiosi, assolutamente indispensabile, senza la quale non si possono ammettere ai santi voti e, se ammessi, non si può affidare loro una qualsiasi missione apostolica, è che essi si siano incontrati personalmente con Dio e che ogni giorno sappiano ripetere tale incontro per ricevere il messaggio divino che i fratelli aspettano e giustamente esigono da loro.

PREGHIERA unione personale con Dio

CONGREGAZIONE spiritualità

CONGREGAZIONE appartenenza

CONSACRAZIONE voti

APOSTOLO testimonianza

RVCF,21

21. Da questo incontro personale con Dio essi devono discendere tra i fratelli in attesa, come Mosè col volto illuminato e raggiante, che riveli il contatto avuto con l'Altissimo. E tutte le loro azioni devono essere chiaramente riconoscibili come l'esecuzione gioiosa di una missione ricevuta, intesa a manifestare agli uomini, per mezzo di loro, l'amore infinito di Dio creatore e Padre. Se la vita e la giornata dei nostri religiosi sono ancorate a questi incontri personali e coscienti con Dio, tutta la loro attività ne sarà una logica emanazione. Essi devono aver paura di intraprendere una qualsiasi azione apostolica, senza averla prima esaminata alla luce di Dio.
Il pilota non decolla se non ne riceve l'ordine preciso dalla torre di controllo: sarebbe un folle, gettando allo sbaraglio la vita propria e di quanti si sono affidati a lui.

DIO amore di... DIO Padre

DIO creatore

ESEMPI l’

Apostolo sempre in sintonia con Dio prima di agire

RVCF,22

22. Il nostro religioso mostra di essere in contatto con Dio quando il suo agire è informato dalla fede semplice e viva, che diventa criterio di giudizio e di scelta, dalla speranza che si traduce in fiducia di riuscita e in sano ottimismo, dalla carità cosciente e longanime, che è riflesso dell'amore del quale egli è oggetto da parte di Dio; e come conseguenza di questo attingere da Dio le direttive di azione, manifesta la gioia di lavorare per lui e con lui, e la sicurezza di fare la sua volontà.
Egli testimonia con la propria condotta che Dio esiste ed è vicino a ciascuno nei vari momenti della vita; ama il Signore e insegna ad amarlo di un amore personale in un rapporto da figlio a Padre; per questo non si stancherà mai di mettere in luce i doni che il Signore ha fatto agli uomini, e il dovere della riconoscenza che tutti hanno verso il Padre, dovere tanto più grande se si confrontano i pesi da portare con i grandi doni ricevuti.

CONSACRAZIONE religioso

VIRTÙ

fede

APOSTOLO entusiasmo

APOSTOLO testimonianza

DIO amore a Dio

DIO Padre

DIO riconoscenza a...

RVCF,23

23. E poiché il fine specifico della Pia Società è di portare gli uomini ad amare Dio con tutto il cuore e a santificare il lavoro quotidiano, il nostro religioso lo raggiunge prima di tutto impegnandosi instancabilmente nel suo dovere, e poi insegnando agli altri a far altrettanto.
Per lavoro quotidiano si intende tutta l'attività umana: la professione, i doveri del proprio stato, gli impegni che ognuno ha come cristiano e come membro di un ordinamento sociale cui tutti sono tenuti per il bene comune.

CONGREGAZIONE missione

APOSTOLO F.A.

DIO amore a Dio

SOCIETÀ

lavoro

CONSACRAZIONE religioso

RVCF,24

24. Perciò per il nostro religioso vero lavoro è tutta la sua attività apostolica: un lavoro faticoso e incessante che egli sa trasformare in missione. Dedicandosi con tutte le energie al suo apostolato e realizzando in esso la sua santificazione, egli mostra a tutti i fratelli come Dio vuole che ognuno arrivi a Lui proprio con i mezzi ordinari che gli mette a disposizione e che si identificano con l'attività di ogni giorno e con i frutti che essa produce.

APOSTOLO missione

CONSACRAZIONE santità

RVCF,25

25. Insegna anche che quanto il Signore mette a disposizione dell'uomo (la vita, il benessere, le potenze fisiche e le facoltà spirituali) non lo deve portare lontano, ma anzi deve avvicinarlo sempre più a lui, perché allora tutto diventa autentico strumento di amore e di santificazione.
Più che occuparsi o preoccuparsi di qualche lavoro, di qualche categoria, di qualche ambiente, la sua specializzazione è quella di portare gli uomini a sincronizzare tutta la loro attività nella volontà di Dio, affinché si realizzi il suo meraviglioso piano sull'umanità.

SOCIETÀ

lavoro

VOLONTÀ

di DIO

RVCF,26

26. Non deve il nostro religioso, se non eccezionalmente e in forma transitoria, sostituirsi ai laici, nelle attività e negli ambienti loro propri. Se gli operai sono lontani da Dio, tocca all'operaio cristiano portare in mezzo a loro il fermento di Cristo. Nella scuola spetta al professore e allo studente cristianizzare l'ambiente; così nel luogo di ritrovo, nella famiglia, nella politica, nella economia... è il laico che deve portare la luce del Vangelo.
Ma chi prepara i laici a questo compito? E soprattutto a chi spetta entusiasmarli per questa causa, sostenerli e guidarli? Ecco il fine e il compito precisi dei religiosi della Pia Società San Gaetano: formare apostoli tra i laici, in modo che l'attività del piccolo gruppo di religiosi si moltiplichi e raggiunga tutti.

CONSACRAZIONE religioso

CONGREGAZIONE amici

SOCIETÀ

scuola

PAROLA DI DIO Vangelo

RVCF,27

27. Se i religiosi riducessero la loro attività a un ambiente, per esempio, di lavoro, la loro azione si fermerebbe lì e gli altri ambienti resterebbero esclusi dal loro influsso.
Ma se i religiosi creano dei seminari per formare dei lavoratori cristiani, il loro influsso può raggiungere tanti ambienti quanti sono i lavoratori da loro preparati per questa missione. Questo è l'esempio che il religioso è chiamato a dare e questo è il mezzo per raggiungere il fine della nostra Congregazione: l'attività umana viene santificata e diventa santificante quando è sincronizzata in pieno con la volontà di Dio. B) PER LA NOSTRA MISSIONE DIO CI CHIAMA COMUNITARIAMENTE

CONSACRAZIONE religioso

APOSTOLO testimonianza

VOLONTÀ

di DIO

RVCF,28

28. Dio ci chiama a vivere e a lavorare uniti in comunità per dare una testimonianza di carità fraterna e realizzare quella fusione e quel dinamismo di vita, che trovano l'insuperabile modello nella Vita Trinitaria.
«Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse nella verità e fedelmente lo servisse». Abbiamo visto come i nostri religiosi sono chiamati da Dio, devono incontrarsi personalmente con lui, mettersi totalmente a sua disposizione. Ora sottolineiamo come Dio li fa incontrare insieme, li unisce nel suo amore e loro affida una missione comunitaria che essi devono comprovare con l'esempio della carità consumata nell'unità. Solo con tali religiosi si possono costituire delle comunità che siano cellule vitali, capaci di moltiplicarsi e di seminare attorno a loro la vita. La comunità religiosa, posta nel cuore della Chiesa, dove più urge il bisogno, dev'essere una cellula atta a testimoniare la Vita Trinitaria che, composta di Tre Persone, è Una nella Sostanza.

CONGREGAZIONE missione

DIO Trinità

COMUNITÀ

CARITÀ

APOSTOLO testimonianza

COMUNITÀ

fraternità

RVCF,29

29. La comunità dei religiosi, unita non per l'uniformità di temperamenti, né per un conformismo che abbia soffocato le singole personalità, e nemmeno per l'entusiasmo prodotto da splendidi risultati del lavoro apostolico, trova la fonte inesauribile della sua vitalità e della sua radiosa e travolgente testimonianza di unità nell'unica comune preoccupazione dei membri di realizzare insieme, con tutte le iniziative e risorse individuali e collettive, un programma che è di tutti e di nessuno, poiché è da tutti riconosciuto come voluto da Dio, essendo da tutti cercato nella preghiera, nel consiglio, nella prudenza e poi affrontato da tutti con fermezza e costanza, nella certezza che in esso è presente la mano paterna e potente del Signore.
Nel mosaico, l'armonia dei colori si ha quando ogni tesserina risponde all'idea dell'artista ed è messa al giusto posto per realizzare l'effetto voluto. Nella comunità i singoli religiosi hanno senz'altro un colore diverso, una funzione distinta, ma unico è l'effetto che ne deve sortire e per ottenerlo devono attenersi fedelmente all'idea dell'Artefice divino.

COMUNITÀ

COMUNITÀ

unità

nella carità

RVCF,30

30. Un religioso non prenda mai come punto di confronto il confratello, i suoi difetti, i suoi limiti per giustificare i propri. Ma si confronti solo con Cristo che è il campione originale, che non subisce mutazioni e al quale è necessario uniformarsi, se non si vuole finire col travisare totalmente la figura e la missione dell'apostolo.
Unità, sintonia e dinamismo della comunità non sono tra loro contrastanti. Per convincersene i religiosi pensino e si ispirino alla meravigliosa Vita Trinitaria dove distinzione, unità, dinamismo sono pieni e perfetti e dove la forza di coesione e principio di azione è l'amore che intercorre tra le tre Persone divine. Vivendo la vita comunitaria i religiosi testimoniano l'amore che intercorre tra le Persone della SS. Trinità e insegnano ai fratelli cristiani a modellare su questo esempio tutte le comunità nelle quali gli uomini sono chiamati a vivere (famiglia, lavoro, società civile), comunità che diventeranno cellule vive dell'organismo del Popolo di Dio nella misura in cui loro forza di coesione e principio di azione sarà l'amore. C) LA MISSIONE AFFIDATACI DA DIO E LO STILE PASTORALE

CONSACRAZIONE religioso

COMUNITÀ

confratelli

GESÙ

imitazione

APOSTOLO missione

COMUNITÀ

DIO Trinità

COMUNITÀ

unità

nella carità

RVCF,31

31. Dio affida ai nostri religiosi e alle nostre comunità la missione di andare nel mondo e suscitare individui e comunità come vuole lui, presentando il nostro esempio.
Il Signore ha stabilito di manifestarsi agli uomini attraverso altri uomini e con modi diversi a seconda delle necessità del Popolo suo. Oggi Dio chiama anche noi, ciascuno di noi e le nostre comunità, a testimoniarlo presso tutti gli uomini, con la nostra vita ancor prima che con la nostra predicazione.

CONGREGAZIONE missione

MISSIONI

COMUNITÀ

APOSTOLO testimonianza

RVCF,32

32. La nostra Congregazione non è nata per altro scopo che per portare avanti con semplicità, con fermezza e con uno stile adatto ai tempi, l'autentico messaggio di Cristo affinché anche nel mondo d'oggi possa realizzarsi l'eterno disegno del Padre.
Le disquisizioni teologiche, le azzardate posizioni dottrinali, gli esperimenti pastorali chiassosi e temerari non rientrano nelle nostre finalità e nella missione affidataci dalla Provvidenza. Nostro orientamento è di tenerci disponibili alle direttive del magistero ecclesiastico e aperti verso le attese dei nostri contemporanei, restando ancorati alla fede semplice e soda dei nostri padri e proponendola poi a tutti con la testimonianza e l'annuncio. Più che a investigare e a discutere, noi siamo chiamati da Dio a vivere e a operare instancabilmente sulla linea maestra del Vangelo e dell'obbedienza amorosa al Papa e ai Vescovi, andando anche contro corrente, come già cerchiamo di fare, convinti che tante reali e apparenti difficoltà del nostro tempo possono essere superate solo con la proposta di una vita cristiana integrale, nutrita di fede e di sacrificio.

VIRTÙ

fede

PAROLA DI DIO Vangelo

CHIESA Papa

CHIESA Vescovo

CONSACRAZIONE obbedienza

PENITENZA sacrificio

RVCF,33

33. Tante volte abbiamo avuto l'occasione di assistere all'inizio di un nuovo fabbricato nostro. Da principio non c'è che un appezzamento qualunque di terra. In mezzo a quel terreno compaiono dapprima alcune persone in veste nera o in pantaloni, mentre i vicini accortisi guardano con curiosità. Poi arrivano i primi elementi di un cantiere di lavoro: baracca, picchetti, materiale... e così piano piano si alza un grande fabbricato su cui presto sventolerà la tradizionale frasca.
Questo si ripete per ciascuna delle nostre comunità in campo di apostolato. Esse sorgono in luoghi abbandonati, in quanto ci proponiamo di intervenire specialmente nelle zone scarse di clero. I nostri religiosi appena arrivati sono oggetto di curiosità come quei tali preti e laici che nel campo stanno studiando il posto ove piantare il fabbricato. Ai primi curiosi, che timidamente si avvicinano per sapere chi essi siano, da dove vengano, dal cielo o da oltreoceano..., proprio a questi, mandati dalla Provvidenza, i nostri devono far capire che sono lì per fare qualcosa di importante. Si presentano con una spiccata personalità poiché, essendo specialisti nel loro settore, agiscono con competenza e sicurezza, fraternamente collegati fra loro, dimostrando di lavorare con un programma preciso, a completo servizio degli altri, con un perenne sorriso sul volto. Essi suscitano una profonda impressione perché tutti si accorgono che, dopo aver lasciato patria, casa, affetti, essi sono venuti a dare e non a chiedere.

MISSIONI

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

COMUNITÀ

PROVVIDENZA

APOSTOLO testimonianza

DOTI UMANE personalità

RVCF,34

34. Specialmente all'inizio di una nuova missione apostolica, i nostri religiosi devono apparire contenti di tutti e di tutto, adattandosi con serenità e spirito di sacrificio a quanto la Provvidenza, i Vescovi e i fedeli mettono a loro disposizione.
È una credenziale di sicuro effetto per acquistare la stima e l'ammirazione di tutti. La tattica di apostolato dei nostri religiosi e delle nostre comunità è quella che scaturisce dalla nostra formazione spirituale, umana e apostolica.

CHIESA Vescovo

COMUNITÀ

RVCF,35

35. Si presentano allora come apostoli del «duemila», cioè aperti ai problemi, comprensivi, disponibili, dinamici, capaci di usare i mezzi che il progresso moderno pone nelle loro mani; ma devono anche provocare in chi li incontra un certo sconvolgimento interiore, suscitando il problema religioso in tutta la sua evidenza.
Parlando con semplicità delle cose di Dio e dei principi soprannaturali che li animano nel loro agire, dimostrano chiaramente che non esiste contraddizione tra il progresso, che essi stessi apprezzano e del quale si servono, e quel Dio da cui tutto proviene e al quale tutto deve essere diretto.

APOSTOLO apostoli del Duemila

DOTI UMANE

MONDO progresso

APOSTOLO uomo di Dio

RVCF,36

36. Preti e diaconi della Pia Società vengono a inserirsi nella vita della comunità parrocchiale, che essi devono creare, non con la presunzione di chi vuole trasformare tutti e tutto a modo proprio, né con pregiudizi di sorta, ma mostrando apertamente di amare tutti, di volerne condividere la vita con le amarezze e le gioie che comporta, di cercarne il bene naturale e soprannaturale, con il cuore sempre pronto a donare.
Essi, nei limiti delle rispettive funzioni e di comune accordo, sono preoccupati di essere in chiesa e fuori di chiesa ininterrottamente apostoli.

SACERDOZIO prete, sacerdote

DIACONATO diacono

APOSTOLO chi è

l’

apostolo

RVCF,37

37. Nelle celebrazioni liturgiche, negli incontri personali, sia a carattere spirituale che temporale, presso le famiglie e i diversi ambienti della parrocchia, con la loro presenza discreta, improntata a naturalezza e simpatia, portano ovunque l'interpretazione cristiana di ogni problema che venga loro sottoposto.
Per congenialità, connaturalità quasi, diffondono la Parola di Dio ovunque passano, incarnandola nelle realtà con le quali vengono a contatto e avallandola con una carità sempre viva, sempre pronta a dare, a prevenire e ad aiutare.

EUCARISTIA liturgia

PASTORALE

APOSTOLO testimonianza

DOTI UMANE

RVCF,38

38. Essi non aspettano che gli altri li vengano a cercare, ma si affrettano in cerca di loro; fanno propri gli interessi dei lontani per poterli avvicinare; inventano e creano occasioni e mezzi per trasformare in momento di evangelizzazione ogni incontro, senza dare l'impressione di pedanteria, di insistenza, di fare da mestieranti.
Poiché sono religiosi, inoltre, essi sono chiamati a testimoniare i consigli evangelici e la cristiana carità in maniera preminente. Tutti, ma in particolare i diaconi, avvicinando singolarmente le persone, diventano i modelli di coloro tra i quali instancabilmente operano con l'esempio, la parola e l'aiuto. Condividono quanto più possibile le condizioni dei fratelli, le loro gioie e i loro dolori, ma con animo apostolico, così che inevitabilmente comunicano uno stile di vita nuovo, e con il loro perenne sorriso lasciano la nostalgia dell'incontro e infondono il desiderio dell'imitazione.

CARITÀ

DIACONATO diacono

APOSTOLO testimonianza

RVCF,39

39. Da questi contatti, improntati a semplicità e naturalezza, fanno nascere i primi collaboratori necessari per l'opera di evangelizzazione delle masse, le quali verranno condotte a Dio solo attraverso la testimonianza e l'azione di cristiani veramente convinti della propria missione sacerdotale e missionaria.
E mentre lavorano in prima linea e progrediscono in quest'opera di animazione di tutta la comunità parrocchiale, i nostri religiosi si assicurano un retrovia necessario e forte, fatto delle preghiere e delle sofferenze di tutti, particolarmente di quelle anime generose, alle quali il Signore ha affidato un apostolato nascosto. Gli ammalati, i bambini della parrocchia, qualche comunità contemplativa e alcune anime privilegiate... sono i tesori che dovunque dobbiamo scoprire e valorizzare per garantire la rettitudine dei risultati apostolici, per strappare da Dio quelle grazie di conversione e di ascesi che devono essere, in definitiva, il vero frutto del nostro lavoro. Fondata su questi rapporti sinceri ed intensi tra preti, diaconi e collaboratori laici, sulla valorizzazione di tutte le forze disponibili, la parrocchia diventerà una famiglia tutta impegnata «a manifestare Cristo con il fulgore della fede, della speranza e della carità».

APOSTOLO testimonianza

CONGREGAZIONE amici

PASTORALE parrocchia

PREGHIERA

PREGHIERA ponte della preghiera

RVCF,40

40. E sorgerà allora, come naturale emanazione di una vita cristiana vissuta in questo clima di familiare collaborazione di tutta la parrocchia, la preoccupazione per la continuità dell'opera di questi apostoli, preti e diaconi, cioè la sollecitudine per le vocazioni sacerdotali e religiose.
Vedremo così fiorire come un piccolo seminario-famiglia, composto di giovani che crescono all'ombra della chiesa e della casa religiosa, alimentati dal Pane eucaristico e dalla carità dei fratelli maggiori, sostenuti dall'intera famiglia parrocchiale, per essere trapiantati, appena pronti, in altri aridi campi del regno di Dio, a testimonianza perenne della fede e della riconoscenza di coloro che sono stati benedetti dal Signore.

CONCLUSIONE

PASTORALE parrocchia

SACERDOZIO prete, sacerdote

DIACONATO diacono

APOSTOLO vocazione

APOSTOLO animazione vocazionale

PASTORALE giovani

EUCARISTIA

CARITÀ

RVCF,41

41. Carissimi confratelli, scopo di questo Capitolo straordinario è, secondo la volontà della Chiesa espressa dal Concilio Vaticano II e dal motu proprio «Ecclesiae Sanctae», di rivedere la nostra vita religiosa alla luce del Vangelo, confrontandoci con lo spirito che ha caratterizzato la fondazione della nostra Famiglia e tenendo presenti le luminose direttive ascetiche e apostoliche che sono venute dal magistero ordinario e straordinario della Chiesa in questi ultimi anni e in particolare dal Concilio Vaticano II.
Il santo Vangelo è alla base della nostra spiritualità e al centro del nostro fine: essendo apostoli di «duemila anni fa», vogliamo portare gli uomini d'oggi ad amare Dio con tutte le energie spirituali e fisiche e a santificare la vita quotidiana sull'esempio di Cristo Gesù. Lo spirito che ha presieduto alla nascita di questa comunità religiosa è ancora qui, tutto presente e attuale, racchiuso nei nostri cuori e nei nostri ideali: non abbiamo che a prenderne atto e manifestarlo a gloria di Dio e per il bene dei fratelli. Il recente insegnamento della Chiesa, la sua apertura verso il mondo contemporaneo, la sua ansia di carità rivolta a tutti gli uomini... sono proprio i fermenti che hanno fatto sorgere la nostra Congregazione e costituiscono altresì il programma che abbiamo fatto nostro: essere cioè a disposizione della Chiesa dove maggiore è il bisogno di apostoli, preoccupati di animare di spirito cristiano ogni popolo, ogni comunità, ogni individuo.

CONGREGAZIONE Capitolo

CHIESA

CHIESA Concilio

CONSACRAZIONE vita religiosa

PAROLA DI DIO Vangelo

CONGREGAZIONE missione

CONGREGAZIONE spiritualità

APOSTOLO apostoli del Duemila

DIO amore a Dio

GESÙ

imitazione

RVCF,42

42. Perciò, fratelli carissimi, mentre è giusto e doveroso che qui, insieme, cerchiamo di approfondire sempre più le caratteristiche della nostra formazione e della nostra azione, così come Iddio ha stabilito per noi, e mentre siamo pure invitati a manifestare con tanta carità le nostre preoccupazioni, le nostre osservazioni, le nostre difficoltà, teniamo tuttavia ben presente che il Signore ci ha dato delle idee costitutive e motrici chiare e attuali, delle quali dobbiamo rispondere.
Per cui, più che fermarci a discutere sulle teorie che tormentano non poco l'ambiente religioso e clericale odierno o su piccole questioni che possono sempre essere risolte con la fraterna carità e un maggiore impegno di perfezione, prendiamo coscienza della chiamata di cui siamo oggetto da parte di Dio, assumiamo con rinnovato impegno la nostra responsabilità di fronte a Dio, alla Chiesa e ai fratelli, proiettiamoci senza riserve verso gli uomini che ci attendono, per comunicare loro i tesori spirituali e umani che il Signore, senza nostro merito, ci ha dati. Superando i particolarismi, fidandoci del Signore, affidandoci alla buona mamma la Madonna, uniti al Papa e ai Vescovi saremo strumenti validi nelle mani di Dio per dare il nostro contributo, sia individualmente che come comunità, alla preannunciata primavera della Chiesa.

DISCORSO CONCLUSIVO DEL I CAPITOLO Don Ottorino concluse i lavori del primo Capitolo generale con un breve ma significativo intervento. Con lo sguardo rivolto al futuro egli impegnò la Congregazione a restare fedele al cammino tracciato da Dio. Ecco il testo.

FORMAZIONE

CHIESA

MARIA la nostra buona mamma

CHIESA Vescovo

CHIESA Papa

RVCF,43

43. Carissimi confratelli, prima di chiudere l'ultima seduta di questo primo nostro Capitolo generale, permettetemi di dire una parola con la quale penso di esprimere anche il pensiero del carissimo don Aldo.
Anzitutto con grande gioia ho preso atto della reale matura età della nostra Famiglia religiosa. Il lavoro da noi svolto con serietà e sincerità me lo ha largamente dimostrato. Con commozione ho sentito poi la presenza viva, operante in noi, dello Spirito Santo che ci ha fatti uno nella carità, veramente e solamente protesi verso la verità. Per me sarebbe proprio il caso in questo momento di cantare il «Nunc dimittis». Da ora inizia un nuovo periodo della storia della nostra Famiglia religiosa. È il periodo della piena animazione di tutti i membri dello spirito codicizzato da questo Capitolo generale. Questo è un lavoro che tocca a tutti noi con piena e completa responsabilità, come se ognuno dei presenti fosse l'unico incaricato da Dio per questa missione. Iniziamo ancora un periodo di dilatazione e di intenso lavoro apostolico. «Nolite timere!». Quel Dio che ha mostrato di essere con noi in questi giorni, ci accompagnerà nei prossimi anni con la sua luce e con la sua forza. La Madonna poi, madre della Chiesa, sarà la mamma di ciascuno di noi e delle nostre comunità e ci seguirà sempre nel nostro lavoro apostolico. Ringrazio Dio e la Madonna per quanto ho visto e udito in questi giorni, e ringrazio pure voi che con la vostra totale offerta mi avete dato la gioia di constatare quanto grandi cose operi il Signore nelle anime che a lui si donano. Fra sei anni si radunerà ancora il Capitolo. Ci saremo ancora tutti, o qualcuno sarà lassù nella Pia Società del Paradiso col nostro carissimo Giorgio? Se questi fosse il sottoscritto, io vi prego: fate che il prossimo Capitolo sia la fedele continuazione di questo, assicurando così alla Congregazione la fedeltà nel suo orario di marcia. Termino pregandovi di portare a tutti i fratelli il saluto di tutto il Capitolo e i doni che in questi giorni Dio ha messo nelle nostre mani.

Don Ottorino

CONGREGAZIONE Capitolo

DIO Spirito Santo

COMUNITÀ

unità

nella carità

COMUNITÀ

corresponsabilità

CONGREGAZIONE missione

MARIA madre della Chiesa

MARIA la nostra buona mamma

COMUNITÀ