COME MARIA L’APOSTOLO PARTECIPA ALLA PASSIONE DI CRISTO
MO111[24-11-1966]
MO111,1[24-11-1966]
1.Quel predicatore ha detto: "La predica oggi la capirà soltanto chi è in grazia di Dio; chi è in peccato mortale non capirà niente", e ha incominciato a... E ognuno fingeva di niente, perché non aveva il coraggio di dire che non sentiva niente, vero. Avete capito? Invece di parlare, faceva solo che i gesti, ma nessuno ha avuto il coraggio di dire: "Varda che mi no go capìo gnente", perché se no i ghe diseva: "Ah, te sì in peccato mortale!". Vero?Ecco... questa meditazione di questa mattina la capirà soltanto chi... no "è in grazia di Dio", ma chi è "entrato in orbita". Chi non è entrato in orbita sentirà una meditazione qualunque o una ripetizione di meditazione; chi è entrato in orbita avrà una visione nuova."Gesù incontra la sua Madre".Leggo in fretta le prime righe, ci fermiamo sulle ultime."Così si compie e si perfeziona il destino doloroso di Maria, la Madre del Salvatore".Gesù... Gesù condannato a morte, Gesù sta salendo al Calvario; vuole presente la Madre. Attenti alla parola: "Vuole presente la Madre", perché così vuole Dio Padre. Mistero, eh, mistero!Quando, tutte le volte che mi metto a considerare questo punto io vi dico che non riesco a... Qui c'è il mistero del dolore, della sofferenza. Uno che ama, uno che ama, stando alla logica umana, non fa soffrire. "Poveretto, chissà quanto che el ga patìo! Eh, ma i ghe dà l'indormia. Me raccomando che i ghe daga l'indormia! Poveretto, poveretto, poveretto". Il Signore non dà l'indormia, anzi si può dire che el se goda a grattare per sentire de più...La Madonna ha dato la sua carne al Cristo. Tutta la vita della Madonna, come vedremo qui, è stata proprio un contrasto sotto questo punto di vista qui. Ed ecco la Madonna che viene chiamata ad accompagnare suo Figlio alla morte!Ma, scusate, guardate la mamma di Girolamo Schiavo che è venuta qui ieri; poveretta, ha portato 50.000 lire perché celebrassi una Messa per suo figlio e per ringraziare il Signore, eccetera. Era stata a trovarlo là a Este e non ha più avuto il coraggio di andarlo a trovare in ospedale.Quando è successo l'incidente di Giorgio, il papà di Giorgio è venuto a Este, ma la mamma l'ha lasciata a casa; sa, la mamma, la mamma soffre al cuore, la mamma soffre troppo, eh!Dio invece, che sapeva che sarebbe avvenuto un incidente per suo Figlio, ha voluto che la Madre fosse lì ad assistere all'incidente; non l'ha portata lì al sepolcro: ha voluto che fosse presente a tutte le fasi dell'incidente.Ma, ma... c'è qualcosa figlioli, ma rendetevi conto... E non è stato casualmente; ha voluto, ha voluto. Ma allora ha voluto far patire un cuore di madre, un cuore innocente, un cuore di un'anima santa? Sì... ha voluto far patire.Madre, questo si dice in poche parole, madre..."... di Maria, la madre del Salvatore, madre che non potè mai arrivare a possedere completamente il suo Figlio, perché essa era solo una donna ed Egli era il Figlio di Dio".È la mamma, sì, è la mamma, ma Lui è Dio!"Malgrado tutta la sua fede e il suo amore Essa non aveva mai potuto abbracciare del tutto il mistero del suo Figlio".
MO111,2[24-11-1966]
2.Ah... poeticamente si dice, no? "Eh, la Madonna sapeva tutto, conosceva tutto, assisteva quando Gesù faceva gli uccellini di terra, soffiava sulla coda e volavano per aria, aiutava, faceva i miracoletti nella casa di Nazaret”. Appare l'angelo... Ogni volta che dico: "Angelus Domini nuntiavit Mariae", io mi porto col pensiero a Nazaret, in quella grotta; appare l'angelo: "Ecce Ancilla Domini" e poi: scuro, cari, eh! Un colpetto de luce e poi scuro... Se fa presto a dirlo. A un dato momento può venire anche l'illusione: "E se per caso... e se per caso? Ma che sia proprio vero? E se per caso... e se per caso?". Noi pensiamo: "Chissà quante cose poi la Madonna avrà capito allora!". Mmm... mmm... gli Apostoli avevano capito dopo... penso che... non dobbiamo mica dimenticarci che la Madonna è grande perché il Signore l'ha fatta grande; ma poi se l'è guadagnata anche la grandezza, no? Per lumeggiare tutto, basta pensare quando a dodici anni Gesù Bambino al tempio ha fatto quella marachella che... guardate che è un po' grossa, eh! Io ci ho pensato... tutto il tempo che facevo la strada di Nazaret... Ero stanco di andare in corriera con quel caldo da matti, sei ore di corriera per arrivare da Nazaret a Gerusalemme, sei ore di corriera con strade asfaltate... La Madonna farlo con San Giuseppe a piedi per venire a Gerusalemme e poi tornano indietro; e dopo una giornata di ritorno si accorgono che quel biricchino nol ghe jera pì. Adesso mi non so... se ghe fusse sta el collegio dei discoli, mi go paura che se el fusse sta me fiolo lo gavaria messo dentro, no? Combinarne... Perché, pensate un momentino cosa voleva dire per la Madonna e per San Giuseppe tornare indietro... Va ben! Ma i gaveva perso la corriera dopo, eh, cioè la carovana, la squadra! Vol dire, sa, passar in mezzo a quelle montagne, a quelle difficoltà. Non come adesso... "Be! Go perso un treno, ciaparò quell'altro dopo". Ehh!Una giornata di cammino, una sudata; stufi, stracchi; sera: si accorgono che non cè; passano una notte: “Dove ch'el sia?". Torna indrio una giornata. Non i lo trova... il terzo giorno... Ah! Bisogna essere, bisogna essere Dio per far queste robe qua, savio! Bisogna essere Dio per avere il coraggio de far soffrire la gente in sto modo, dico umanamente parlando. A una povera mamma e papà, no, a far capitare ste robe qua? Ma quante ghin gavaria dà una donna a so fiolo? Quanti scopelotti ghe gavarisselo dà San Giuseppe? Se te fussi sta ti so papà cosa gavarissito fatto? Quattro cazzotti, ma de quei! El gera Dio e non se podeva...
MO111,3[24-11-1966]
3.Ora, quando io ero ragazzo pensavo subito: la Madonna ha visto... era Dio perciò, sa, eccetera eccetera. Ma guardate che dopo, riflettendo un pochino: "Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?", la Madonna avrebbe dovuto dire: "Ah! Ben certo! Sicuro, l'è Dio, ossia l'è mia compagno de noialtri! Eh, per carità, l'è lu el paron de casa!", e invece la Madonna "conserva tutto nel suo cuore"; e ha capito niente! Leggete bene il Vangelo e vedrete. Perché, l'era suo figlio sì, ma era anche Dio e perciò guardate questa sofferenza continua...Ma andiamo avanti col capitolo.“Questa frattura in Lei, questa solitudine si compie con la spaventosa tragedia di una morte da schiavo".Anche, per esempio, basterebbe meditare un po' i punti del Vangelo in cui è nominata la Madonna; anche quella volta: "Qui c'è tua Madre... tuo Figlio... tua Madre e i tuoi fratelli, eccetera", e Gesù che risponde... sì, e noi diciamo che Gesù ha fatto un elogio: "... mio padre, mia madre, mio nonno, me zio, vero... xe chi fa la volontà del Padre", perciò noi diciamo che ha esaltato la Madonna di più. Siamo d'accordo! Ma la Madonna è donna, e ha proprio capito questo? Viene da Nazaret per saludar so fiolo, ah!Vorria mi, per esempio, che adesso la mamma de Ruggero venisse a piedi da Povolaro, vien qua e: "Oh, Ruggero, xe qua to mamma!". "Mia mamma... mio fratello... sono coloro che fanno la volontà del Padre...". E là, el continua a parlare. "Insomma, senti, va ben, tutto quello che te vuli, - diria so mamma - ma vien qua 'na s-cianta con mi". "Io sono stato mandato...", e xo xo, el comincia a parlare in forma poetica.Vien qua to pare col manego della scoa, col manego della forca. Giusto, no?Vedete, bisogna essere umani un pochino, essere umani... essere umani. Pensate per la Madonna venire a Gerusalemme, venire al posto dove che c'era Gesù, non mi ricordo che posto era... Che posto era? In Galilea, quando che si è incontrata lì? Galilea! Beh, mettiamo pure anche in Galilea... Certo non era Nazaret; era per lo meno verso Cafarnao e verso Cafarnao, da Nazaret a Cafarnao, no, era verso el lago certamente, perché a Nazaret el xe sta così poco, no? Per lo meno avrà fatto sui 15 Km., 20 Km., eh! sa col mussetto, o a pìe o insieme con un par de done: "Senti, vado a vedare un pochettin se el ga bisogno de qualcosa, vado a salutarlo un pochino". Va là, arriva... Scusa, noi avremmo detto: "Tusi, spetè 'na scianta che go me mamma". Se vegnesse qua me mamma: "Spetè 'na scianta". "Ciao mamma! Senti, adesso finisso 'sta conferenza alle donne cattoliche, che son drio fare, vero, e dopo vegno 'na sciantina con ti". Scusate...Se noi guardiamo, effettivamente Gesù ha esaltato sua mamma così. Ma la gente non ga capio che sia sta esaltà sua mamma così, in quel momento lì; e credo che neanche sua mamma ga capio questo. Come a dodici anni la ga ciapà una secia de acqua fredda, qua la ga ciapà un secion de acqua fredda in quel momento lì.
MO111,4[24-11-1966]
4."Tutta la fede dolorosa, sbalordita di Maria è qui; nella fedeltà di un amore forte come la morte...".Lei ha fede, Lei segue il suo Gesù nonostante, guardate, ci sia quasi, un senso quasi di freddezza, umanamente parlando."I loro sguardi si sono incrociati. Nell'immensa e infinita solitudine di un'opera redentrice, nella quale neppur uno degli Apostoli aveva potuto seguirlo o almeno comprenderlo, ecco la presenza della Madre. La più vicina a Lui, presente con tutta la sua tenerezza di Madre, Essa dovrà al tempo stesso restare indietro: 'Là dove vado io, voi non mi potete seguire'. Ultima frattura e supremo dolore nel cuore del Figlio che ora, con la sua Passione, diviene proprietà di ogni uomo peccatore, di tutti come del primo venuto"."Basta. Mamma, adesso non son più tuo; adesso son dei peccatori, son degli altri"; e la Madonna deve rinunciare a suo Figlio per gli altri.Cari fratelli della Casa dell'Immacolata, varda qua cosa che xe scritto! Toni, anche noi... "Dobbiamo comprendere che nell'esatta misura in cui la nostra vita parteciperà alla missione del Salvatore" - attenti alle parole italiane qui - "nella esatta misura in cui la nostra vita parteciperà alla missione del Salvatore, nella stessa misura essa sarà solitudine".Nella stessa misura con la quale tu parteciperai alla missione del Salvatore, la tua vita sarà "solitudine". Capito? Più crescerai nella tua missione salvifica più, ricordati, crescerai nella tua vita che si chiamerà "solitudine". Fa paura sentir queste parole qua.Vi assicuro che quando me son incontrà con questa parola qua la prima volta, in liceo mi sono incontrato con questa parola qua, la prima volta c'è voluto... C'è più fatica dir di sì la prima volta a questa parola qua che non dire di sì a rinunciare a una ragazza a 18 anni. Voi direte: "Beh, insomma! Non xe miga difficile rinunciare a una ragazza a 18 anni!". Mi penso de sì; mi go fatto fadiga, non so voialtri. Non ve scandilizzo mia, no? Toni Zordan, te scandalizzo? Ecco bravo. A 18 anni rinunciare a una ragazza, rinunciare a quello che la natura ti portava naturalmente, vero, è fatica.E va ben! Però è fatica accettare questo, eh! Accettare... Tu sai che crescendo nella esatta misura in cui la nostra vita parteciperà alla missione del Cristo, cioè io desidero partecipare alla missione salvifica del Cristo e fortemente lo desidero questo, no?, desidero interamente di partecipare; però guarda, come i piatti di una bilancia, no?, come i piatti di una bilancia: premi uno e si alza quell'altro; così più tu premi qui, s'innalza l'altro... C'è un rapporto matematico, eh, un rapporto matematico: quanto più desideri tu partecipare alla missione del Cristo e ti tuffi dentro, tanto più vai verso la solitudine, fino al punto della solitudine da gridare come Cristo: "Padre, Padre, perché mi ha abbandonato... Consummatum est".Quando il Cristo, quando il Cristo arriva al "consummatum est", arriva al "Padre, perché mi hai abbandonato", alla solitudine totale. Bisogna aver paura, eh! È realtà questa, eh!Toni, coraggio!
MO111,5[24-11-1966]
5.Cioè, tu vuoi darti al Signore? Vuoi salvare? E salvare, salvi donandoti, donandoti. Vuoi salvare tanto? E donati tanto. Vuoi salvare tutto? Donati tutto! Cristo, vuoi salvare il mondo? Sì! E allora salva, forza! Pache! Di più? Pache di più! Più che ti doni, più salvi! Fino che arrivi alla solitudine completa, fino all'abbandono: Dio ti abbandona, ti butta in un angolo, sei diventato lo scherno di tutti! Ecco là... sei salvatore...Maestro dei novizi, è giusta questa ascetica? La xe tremenda, caro! "... il tuo parlar mi è duro!", caro!Continuiamo."Nella stessa misura essa sarà solitudine, distacco doloroso e rinuncia ad ogni affezione particolare, familiare o di amicizia".Ecco allora che il Signore, dopo che tu hai capito questa parola qua, ti mette nella condizione di fare un esame continuo. Ve lo dico così, proprio come un papà lo dice ai suoi figlioli. Questa cosa qui io l'ho capita in liceo; e in liceo l'ho accettata, l'ho capita e l'ho accettata. E allora ogni giorno mi domandavo nella comunione: sarei disposto in questo istante lasciare tutto, tutto, e seguire Gesù dove mi vuole? È una domanda che mi faccio continuamente anche adesso. Se il Signore in questo momento mi dicesse: "Senti - mi facesse capire - guarda che devi lasciare tutto, devi lasciare tutti; prendi un aereo, butta via la veste e ti metto un saio addosso, un saio; e tu sali in aereo; c'è una missione speciale: ti butto giù in un posto dove non conosci né lingua né niente; non so se sarà caldo o se sarà freddo, senza niente, là a predicare il Vangelo". “Signore, buttami dove vuoi. Hai preso Filippo per i capelli e l'hai buttato là vicino all'eunuco; io so che sei Tu che mi butti là, perciò là io son sicuro, so che, come mantieni la formichetta o il verme, manterrai anche me; e se invece non mi manterrai, vorrà dire che vuoi che muoia di fame, e allora salverò le anime morendo di fame. Se saranno gli insetti a mangiarmi... e va ben, vuol dire che vuoi che salvi le anime lasciandomi mangiare dagli insetti. Se mi verrà vicino un indiano e mi mangerà, vero, un po' alla volta... Eh, pazienza! Se non riuscirò che a tribolare perché non son capace di imparare la lingua perché son troppo vecchio, pazienza!”.
MO111,6[24-11-1966]
6.Se non siamo disponibili nelle mani di Dio in questo modo, bisogna fermarsi e cominciare di nuovo. Perché, vedete, vedete... e me la domando ogni giorno sapete questa cosa qui: sarei disposto a rinunciare a tutti i fratelli che ho qua dentro? Certo che costerebbe! È costato a Gesù! Chiaro? Siamo uomini e costerebbe lasciare tutti quanti i confratelli, lasciare le amicizie... Scusate, anche Gesù aveva le sue amicizie umane, no Raffaele, el ghe voleva ben! Eh, scusa e come... e sa, a lasciare tutti, lasciare l'ambiente, lasciare tutto quello che ci circonda, l'affetto di don Luigi, ma poveretto, i suoi santi figlioli, così! Eppure guardate se Gesù chiedesse anche questo, bisognerebbe essere pronti, a cosa fare? Continuare a fare il prete. Dove? Dove vuole Lui. In che modo? Non importa! Il risultato? E che conta!Guardate che la vita apostolica bisogna affrontarla in questo modo, senno è un misto di spirituale e di umano. Poi il Signore sa, figlioli, che abbiamo bisogno anche di un po' di parte umana; il Signore prova... tutto quel che volete; non prenderà mai un domani uno di noi e ci butterà nel deserto perché subito dopo manderà un moretto che vegna a consolarne, senno manderà un angelo per consolarci... Ma non mi interessa. Dovessimo morire anche, non interessa.Eccola qui la frase."Dobbiamo anche noi comprendere che nell'esatta misura in cui la nostra vita parteciperà alla missione del Salvatore, nella stessa misura essa sarà solitudine, distacco doloroso e rinuncia ad ogni affezione particolare, familiare o di amicizia".Allora adesso, d'ora innanzi non se parleremo più, non se voleremo più ben. No! No! No! No! Xe sbaglià. Volerse ben, però: "Signore, eccolo qua, pronto a tutto, son pronto ad ammazzare il mio più vicino, il mio caro amico se è necessario; se è necessario ammazzare Vinicio prima de sera... Nol ghe xe gnanca... credevo che ghe fusse Vinicio...
MO111,7[24-11-1966]
7."Ad ogni affezione, eccetera, perché con Lui noi diventeremo gli uomini di tutti...". Solo così tu diventerai l'uomo di tutti! "... che non possono più rivendicare nulla per sè".Io sono di tutti... Tu sei il parroco domani, caro Mario, tu sei parroco, o supponiamo professore, tutto quello che vuoi, quello che il Signore vorrà, mettiamo che tu sia parroco come là don Piero a... don Piero poaretto là... domani sarai parroco... nel Chaco, nel Chaco, e allora ecco tu sarai l'uomo di tutti, tu non sarai più tuo, tu sarai, scusami, come una carogna, eh! L'ho vista, l'ho vista là in Guatemala una carogna de musso e ghe sarà un migliaio de oselassi mori, ouh, che i se la magnava. Ebbene tu sei così... peccà che te si un po' magretto, porta pazienza, ma tu devi lasciarti mangiare, mangiare. E quante volte capiterà che vai a far la comunione e subito dopo te ve in sacrestia e adesso... e invece: "Padre, mi comunica?" Zan... zan! Zan... zan! Tu sarai degli altri.Mi permetto di dire perché guardate che ci sono dei parroci che sono parroci, ma si vede che non sono degli altri: sono degli impiegati, anche buoni, profondi... Ci sono dei parroci che pure spiritualmente sono buoni, ci sono anche di quelli che sa sono un po' bassi de tono, ma però degli egoisti, non sono degli altri, sono propri: dall'ora tale all'ora tale, adesso basta! Si chiudono nei loro ambienti e tutto è finito. Sono degli impiegati, di Cristo, ma degli impiegati.La mamma non ha orari per i suoi figlioli. È vero, no? Sa, gli uffici pubblici hanno degli orari, perché il sabato è chiuso, la domenica è chiuso, si apre alle nove si chiude alle... eccetera eccetera. L'uomo di Dio non ha orari; Gesù non aveva orari: di notte, di giorno... Certo c'è un criterio: devi limitare, devi regolare; ma la regola è data dalla carità, dall'amore, dall'amore: siamo degli altri, siamo degli altri! Soltanto quando tu ti sarai donato interamente a Cristo capirai cosa vuol dire essere degli altri e farai tue le ansie degli altri, sentirai la parola di San Paolo che dice: “Dove che c'è uno che soffre, che patisce e che io non sia, e che io non sia?”. Ricordate il pensiero: e che io non sia?Ma come si fa?Mi ricordo ad Araceli, una delle prime cose che dicevo a don Mario Milan, una sera: "El me diga, don Mario: dormelo lu alla notte?". "Beh, insomma...". "Come falo dormire? Mi se fusse parroco non saria mia bon dormire".Guardate che c'è d'aver paura; io avrei paura a essere il parroco anche di cinquecento anime, non mi sentirei... avrei una paura de quelle tremende; ringrazio el Signore che ghe xe gli altri che lo fa, ma... Sta' bon. Pensa, caro Luciano, se te fussi parroco e aver anche mille anime e dir: “Ben, queste mille anime non tutte le xe in grazia de Dio. Ho fatto tutto io quel che potevo perché fossero in grazia de Dio? Non tutte xe alte fino a quel dato punto. Ho fatto di tutto io per renderle alte fino a quel dato punto?”. Vi rendete conto voialtri cosa vuol dire?
MO111,8[24-11-1966]
8.Per esempio... l'altro giorno parlavamo di quei sacerdoti lì, ben. In quella parrocchia che non ci sia, per esempio, in quella parrocchia un'animetta che potrebbe camminare come Teresina del Bambino Gesù, che non ci sia? Sarà una mamma de famiglia, sarà una mamma Margherita, no? Figlioli miei, guardate che ci son delle anime che potrebbero correre, che potrebbero correre. Non si può a far andar una 1100 a 10 Km. all'ora, ma vuol dire rovinare il motore, vuol dire rovinare tutto, no? E allora, tu nella parrocchia hai mille anime, e di queste mille anime ce ne sono alcune che sono in peccato mortale, e tu devi far di tutto per farle salire, no? E allora tu devi consumarti, tu, seguendo quelle anime, devi pregare tu, devi far pregare...Guardate don Guido che è andato in quella parrocchia, e ha trovato quel peccatore che era da quarant’anni che non si confessava; poi il parroco era un po' scoraggiato perché non vuol saperne dei sacramenti... Va ben! Don Guido è andato a Bassano, ha fatto pregare quelle suore e dopo neanche una settimana si è confessato. Vi ricordate, no, la sapete la storia? Si è confessato! Ed è già morto.Figlioli, questo lavoro deve farlo il parroco. Quando dico parroco dico tutti quanti quelli che sono insieme, no, perché per me parroco è uno e sono tutti quei cinque sei che prendono in mano la cura d'anime. Questo lavoro di avvicinamento, questo lavoro di preghiera personale. Ma possibile, per esempio, che se si mettono in quattro cinque davanti all'altare e fanno delle ore di adorazione quando sanno che c'è uno in peccato mortale, che è ammalato, che il Signore dica di no? Ma ghe tiremo la barba al Signore, però bisogna che el diga de sì. Si tratta di salvare un'anima...
MO111,9[24-11-1966]
9.Possibile che domani, Toni, te te metti davanti al Signore: "Senti, famme un piassere, non sta dirme de no. Quel povero disgrazià se el more el va all'inferno, ma, Signore, famme 'na carità". Qua si tratta di fede. Il Signore ha detto: "Qualunque cosa chiederete, vi sarà concessa". Qua se tratta de un'anima; disighe ch'el tira fora scuse se el ga corajo, el Signore! Se tratta de andar con fede.Quando voi sapete che ci sono delle anime che potrebbero andar su, andar su... Figlioli, ma rendetevi conto che cosa vuol dire aver sulle spalle mille anime... E se invece di mille sono trentamila, Toni caro? Ma guardate che non bisogna mica scherzare: voi non siete vostri! Ma se vi consegnasse una donna un bambino in braccio, vi consegnasse un bambino di un anno e disesse: "Toh, rangiate". Ma saressi preoccupà, vero, da fare da balia, de andar in cerca de una bottiglietta de latte... Come se fa? Come se fa? Adesso el me more el me more... E vi consegna Dio, vi consegna in mano venti o trenta mila anime, e voi le dovete salvare; questo è il problema: voi le dovete salvare: alcune farle camminare, alcune risuscitarle, alcune farle volare, a seconda come Dio le ha create. Dovete captare il disegno di Dio su ogni anima e dare a ogni anima quello che Dio vuole.Ma questo lo capite soltanto se a un dato momento vi siete tuffati in Dio e vedete le cose dalla parte di Dio. Ma se invece che vedere le cose dalla parte di Dio, le vedete così, fate gli impiegati e siete contenti perché l'oratorio va bene: ci son centocinquanta ragazzi, duecento, sa... perché la chiesa è piena... "Oh, diceva don Mario, ma la chiesa è piena!". Sì, ma quante sono le anime che vengono in chiesa? Su seimilacinquecento venissero anche tremila! "Oh, siamo contenti!". E le altre? Ma fossero anche seimila, e le altre cinquecento? E se questa notte dovesse morire una di quelle anime, andrebbe a finire all'inferno.
MO111,10[24-11-1966]
10.Vedete, figlioli, bisogna sentirle queste cose e a un dato momento bisogna sentire proprio lo strazio dell'anima per queste cose qui.E allora ecco qui."Il nostro cuore di figli, di fratelli, di amici sarà ormai prima di tutto un cuore di consacrati".Quando sei arrivato a capire questo, ti sei votato alla missione salvifica del Cristo, allora Cristo ti fa sentire la solitudine e dalla solitudine nascerà una paternità universale: ti senti consacrato e senti di amare di un amore più grande il bianco, il nero, il rosso, il giallo, non importa niente; il vecchio e il giovane, senti di amare tutti ma di un amore che è l'amore del consacrato, della vittima, per cui trovi un'anima per strada sei disposto a dare la vita per quell'anima. E tu vedrai allora che non c'è più posto per certe piccole meschinità, piccole stupidaggini, quelle piccole conversazioni che si fanno: "Ciò varda, el ga el ciuffo storto, el ciuffo roverso... Varda, varda", tutte quelle piccole cose che tante volte sono oggetto di discussione. Su, su, su. C'è qualcosa d'altro da fare! "Ma sa... soffro...". Deo gratias! Soffri e patisci, offri per le anime, su, via via. Non siate più bambini, non siate più bambocci! Qui si tratta di essere uomini e saper soffrire e saper sopportare, saper compatire, saper accettare le inevitabili piccole croci che capitano ogni giorno!Figlioli, ho terminato.La Madonna ce ne dà un esempio meraviglioso di questo. Lei ha accettato di essere la consacrata, l'immolata; ha accettata questa solitudine per amore delle anime, si è donata e ha partecipato alla missione salvifica del Cristo.Non fatevi illusioni: la missione che vi attende è meravigliosa; quando vi sarete alzati su su su un pochino... Vedete, questo tempo è brutto, se voi prendete un apparecchio e vi alzate, in pochi minuti voi siete sopra le nuvole e godete il sole: è uno spettacolo meraviglioso, uno spettacolo meraviglioso! Fra qualche anno quando partirete per una parte o per l'altra vedrete questo spettacolo; sembrerebbe impossibile... specialmente dopo otto nove giorni che piove e sa quelle giornate le xe un po' brutte, pesanti... alzarsi su e in un attimo un sole un cielo meravigliosi, e sotto tutte ste nubi che sembrano tanto le avete viste in fotografia, no?, nel cinema.Ebbene, spiritualmente è la stessa cosa; provate ad alzarvi su da questo povero mondo, staccarvi interamente da tutte le cose, da tutte le creature, donarvi interamente a Cristo e a un dato momento, in mezzo alle difficoltà, traballando qualche volta anche in mezzo ai venti, ma vedrete un cielo nuovo, una terra nuova, un orizzonte nuovo, v'incontrerete con Dio e vedrete che anche la sofferenza non si può più chiamare sofferenza perché quando che si patisce con Cristo non si soffre più: si gioisce!30 novembre 1966