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COSTITUZIONI

RVC

PARTE PRIMA

IL NOSTRO POSTO NELLA CHIESA E NEL MONDO

- I -

UNA CONGREGAZIONE RELIGIOSA NELLA CHIESA

RVC,1

1. Le attese degli uomini
Tutta l'umanità è attraversata da aneliti di liberazione e di speranza ma anche da tentazioni e deviazioni. Essa, dimenticando Dio, mortifica la dignità umana e, allontanandosi dal suo Creatore, genera oppressione, lacerazioni e sofferenze (CF 14-17).

DIO creatore

SOCIETÀ

RVC,2

2. Dio ascolta il grido dei poveri e manda il suo “Servo”
Dio ascolta la voce di chi soffre e manda il suo “Servo” che annuncia ai poveri la speranza in un mondo nuovo di rispetto, giustizia, fraternità e amore, a gloria del Padre di tutti (Es 2, 23-24; Is 53; 61; Lc 4, 16-22).

GESÙ

incarnazione

GESÙ

servo

DIO Padre

RVC,3

3. La Chiesa segno della presenza di Cristo servo
La Chiesa, incessantemente animata dallo Spirito Santo, è chiamata, quale segno della presenza di Cristo servo a essere risposta viva all'invocazione degli uomini. Essa accoglie in sé persone e comunità che, secondo particolari carismi dello Spirito, incarnano in modo significativo determinati aspetti del mistero cristiano e li promuovono a beneficio di tutti gli uomini. Nel Concilio Vaticano II, essa ha preso più viva coscienza di essere Popolo di Dio, unito per la grazia di Cristo, popolo che dà gloria al Padre con la sua stessa vita di carità, attento ai segni dei tempi, per servire l'umanità secondo il piano divino (LG 9-12; 34-36).

CHIESA

DIO Spirito Santo

GESÙ

servo

CHIESA Concilio

RVC,4

4. La nostra Famiglia religiosa nella Chiesa e nel mondo
Dio ha suscitato nella Chiesa la Pia Società San Gaetano per rispondere ad una necessità spirituale degli uomini (CF 2). Don Ottorino è stato attirato in particolare dal bisogno che nella Chiesa stessa i ministri siano autentici e in unità tra di loro e si adoperino perché gli uomini attuino la congiunzione tra il loro quotidiano e il fine ultimo, e vivano il lavoro e il progresso non in rivalità con Dio e contro l'uomo, ma come realizzazioni piene della loro esistenza nell'amore e nel servizio, facendone un inno di lode al Padre (CF 12-18).

CONGREGAZIONE fondatore

CONGREGAZIONE missione

CHIESA

MONDO progresso

SOCIETÀ

lavoro

DIO lode a...

DIO Padre

RVC,5

5. L'esperienza di don Ottorino
Noi religiosi della Pia Società San Gaetano ispiriamo la vita personale e il servizio pastorale alla testimonianza della vita di don Ottorino e alle sue scelte apostoliche: - la radicalità evangelica nell'esperienza parrocchiale, - la condivisione con gli ultimi e il valore del lavoro, - il servizio pastorale di preti e diaconi in comunità, - lo spirito missionario e l'inserimento nelle chiese particolari. Con don Ottorino Dio ha convocato anche noi, facendoci corresponsabili della stessa missione comunitaria (VC 89-90).

PASTORALE

CONGREGAZIONE appartenenza

CONGREGAZIONE spiritualità

CONGREGAZIONE fondatore

CONGREGAZIONE missione

SOCIETÀ

lavoro

SACERDOZIO prete, sacerdote

DIACONATO diacono

COMUNITÀ

RVC,6

6. Il mistero di Gesù sacerdote servo
L'aspetto del mistero di Cristo che più appassionò don Ottorino fu questo: Gesù che compie perfettamente la volontà del Padre, donandosi fino alla morte per salvare gli uomini. Cristo entrò nel mondo dicendo: «Ecco io vengo a fare, o Dio, la tua volontà» (Ebr 10, 7) e «spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo... facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,7-8). Egli è l'unico e autentico sacerdote che realizza la comunione tra noi e Dio, non con simboli esteriori, ma con l'offerta della propria vita. Egli esercita il suo sacerdozio come servo, solidale con gli uomini in tutto, eccetto il peccato, fino a morire con noi e per noi: «Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10, 45).

VOLONTÀ

di DIO

DIO Padre

GESÙ

servo

GESÙ

sacerdote

GESÙ

incarnazione

GESÙ

redenzione

RVC,7

7. Maria, la prima discepola
Maria, madre e modello della Chiesa, è sempre stata associata al Figlio suo. Ci è presentata da don Ottorino, accanto a Gesù, pienamente consacrata al piano di Dio, vergine madre, che anima la Famiglia di Nazaret (Lc 2, 39-40) e la prima comunità cristiana, espressioni della vita nuova nello Spirito.

- II -

IL NOSTRO CARISMA: VOCAZIONE E MISSIONE

LA NOSTRA VOCAZIONE

MARIA

MARIA madre della Chiesa

MARIA madre della Congregazione

DIO piano di salvezza

RVC,8

8. «Chiamati a contemplare, vivere e promuovere»
Dio Padre, che ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio (Gv 3, 16), ci chiama personalmente e comunitariamente, secondo la grazia delle origini, a contemplare, vivere e promuovere il mistero di Cristo sacerdote servo. Egli ci invita a praticare noi per primi e ad insegnare poi ad amarlo con tutto il cuore, ad amarsi a vicenda come Gesù ci ha amati, e ad attuare la congiunzione tra la vita quotidiana e il fine ultimo, nella fede e nel servizio, offrendo così il «culto spirituale» (Rom 12, 1; CF 18; Cost 2; SI 297).

LA NOSTRA MISSIONE

DIO Padre

GESÙ

incarnazione

CONGREGAZIONE missione

CONGREGAZIONE

CONGREGAZIONE spiritualità

RVC,9

9. «Conformati a Cristo sacerdote servo...»
Contempliamo il Cristo che si è fatto “ultimo” (Fil 2, 6-8) e ha celebrato la vita lavorando con le sue mani e annunciando il regno di Dio ai poveri (Lc 4, 18). Come lui ci mettiamo totalmente a disposizione del Padre per contribuire alla realizzazione del suo meraviglioso piano sull'umanità (SS 164). Lo incontriamo nell'Eucaristia e nella preghiera, nel fratello e nella comunità, nella lettura della realtà illuminata dalla Parola (SS 186-187).

GESÙ

imitazione

CONSACRAZIONE disponibilità

DIO Padre

DIO piano di salvezza

EUCARISTIA

RVC,10

10. «...come comunità religiosa di preti e diaconi...»
Viviamo in comunità di consacrati, preti e diaconi, perché tutti sappiamo mettere a servizio degli altri i doni ricevuti (CF 36-39). Uniti nella carità e con ministeri distinti e complementari diventiamo segno e primo nucleo di una Chiesa tutta ministeriale, che serve l'umanità ed è lieto annunzio per i poveri.

DOTI UMANE

COMUNITÀ

unità

nella carità

RVC,11

11. «...in servizio pastorale»
Promuoviamo la realizzazione del mistero di Cristo sacerdote servo secondo il criterio dell'incarnazione, attenti agli ultimi e impegnati alla santificazione del lavoro quotidiano. Ci inseriamo nelle chiese particolari per avvicinare ogni categoria di persone affinché ogni cristiano si senta membro vivo della Chiesa: le varie vocazioni e ministeri vengono così valorizzati, in modo che ciascuno trovi “il suo posto” secondo il progetto divino e tutti si facciano servi gli uni degli altri per costruire la famiglia dei figli di Dio (SI 298; 305-308).

GESÙ

incarnazione

PASTORALE

SOCIETÀ

lavoro

RVC,12

12. Pia Società San Gaetano: natura e nome
La Pia Società San Gaetano è una Congregazione religiosa clericale composta di preti e diaconi permanenti, dedicata al servizio pastorale nelle comunità cristiane, con preferenza per le diocesi scarse di clero o in particolari necessità. Essa prende il nome da san Gaetano Thiene, il santo vicentino della Provvidenza, esempio di rinnovamento nella Chiesa del suo tempo tra il clero e tra i laici (CF 6).

III –

CARISMA PASTORALE RELIGIOSO: L'OPZIONE E GLI ASPETTI CARATTERIZZANTI

1 - L'OPZIONE FONDAMENTALE: LA MISSIONE PASTORALE NELLE CHIESE PARTICOLARI

CONGREGAZIONE appartenenza

CONGREGAZIONE missione

RVC,13

13. Missione religiosa pastorale
Come religiosi, preti e diaconi, viviamo in comunità, consacrati radicalmente e fedelmente a Dio nel servizio degli uomini, dedicati all'impegno dell'evangelizzazione e aperti alle necessità della Chiesa universale. Il nostro carisma congiunge intimamente la vocazione-missione pastorale e religiosa e ci fa uno con il popolo a cui siamo inviati.

COMUNITÀ

PASTORALE

CONGREGAZIONE carisma

RVC,14

14. Per l'unità nella carità
Con il Popolo di Dio ci sforziamo di prendere coscienza che il progetto divino di salvezza per l'umanità è «che tutti siano uno» (Gv 17, 21) e perciò promuoviamo l'unità nella carità. Con la parola, la liturgia e la carità serviamo le comunità cristiane muovendole a essere artefici della liberazione dal peccato e da ogni tipo di male e promotrici dell'unità degli uomini, in modo che loro forza di coesione e principio d'azione sia l'amore (CF 30).

DIO piano di salvezza

COMUNITÀ

unità

nella carità

RVC,15

15. Inserimento pastorale nelle chiese particolari
Fedeli al nostro carisma, ci sentiamo inviati a servire comunità che vivono in una parrocchia o territorio e ci inseriamo nella pastorale diocesana, accogliendo l'invito di quelle chiese che più scarseggiano di ministri o che sono in situazioni difficili, a cui possiamo rispondere secondo il nostro carisma. Con i Vescovi delle chiese in cui siamo chiamati a operare stabiliamo rapporti di sincera amicizia e di obbedienza, attivamente impegnati nella realizzazione dei piani pastorali locali e solidali con i membri delle comunità religiose e del presbiterio. Così contribuiamo al rinnovamento della vita spirituale e alla comunione dei presbiteri, dei consacrati e degli altri operatori pastorali, in uno stile di partecipazione e di conduzione comunitaria (CF 12-13).

CONGREGAZIONE carisma

CONGREGAZIONE missione

PASTORALE parrocchia

CHIESA Vescovo

RVC,16

16. Pastori per il Popolo di Dio
Segnati dal sacramento dell'Ordine, siamo scelti e abilitati da Dio a servire il suo Popolo, come Gesù buon Pastore che offre la vita per le pecore (Gv 10, 11). Preti e diaconi, uniti nella stessa missione, perché «la fede opera mediante la carità» (Gal 5, 6), poniamo il segno profetico di un modo nuovo di essere pastori nel Popolo di Dio il quale, come soggetto sempre più cosciente e responsabile, coopera alla storia della salvezza per il bene dell'umanità. Il presbitero serve significativamente la comunità come educatore alla fede, celebrando i sacramenti che uniscono l'esistenza concreta di tutti al sacrificio di Cristo e portando i fratelli all'unità. Il diacono serve significativamente la comunità come educatore alla carità, chiamando ognuno al molteplice servizio verso tutti, specialmente i più bisognosi.

APOSTOLO chiamata

APOSTOLO missione

SACERDOZIO prete, sacerdote

DIACONATO diacono

PASTORALE

GRAZIA Sacramenti

RVC,17

17. Il sacerdozio comune dei fedeli e i ministeri laicali
La nostra missione pastorale ci porta a coltivare la dimensione popolare e laicale dell'esperienza cristiana, e a promuovere la partecipazione attiva di tutto il Popolo di Dio affinché, con i suoi doni e valori vissuti come ministeri per i fratelli, sia lievito, sale e luce del mondo (Mt 5, 13-16; 13, 33). Così il nostro ministero è in funzione del sacerdozio comune di tutti i fedeli (LG 10; 34) perché, vivendo le relazioni umane e ogni attività in modo evangelico, come Maria, sia offerto a Dio il «culto spirituale» (Rom 12, 1), secondo la sua volontà.

MARIA modello

RVC,18

18. Amici, Collaboratori e altre istituzioni che si ispirano al nostro carisma
Associamo alla nostra Congregazione, secondo le modalità espresse nel Direttorio generale, coloro che vogliono impegnarsi a tendere alla perfezione evangelica secondo lo spirito della nostra Famiglia e partecipare alla sua stessa missione. Suscitiamo perciò Amici e Collaboratori che vivono il nostro ideale e ne condividono il progetto apostolico: in questo li consideriamo della nostra Famiglia, partecipi al nostro carisma, siano essi consacrati o sposati, ordinati o laici (SI 310-315).

2 - GLI ASPETTI CARATTERIZZANTI DELLA NOSTRA OPZIONE

a) “A PARTIRE DAGLI ULTIMI”

CONGREGAZIONE amici

CONGREGAZIONE missione

CONGREGAZIONE carisma

CONGREGAZIONE spiritualità

RVC,19

19. Gli “ultimi”
Nel servizio pastorale assumiamo come nostra la sofferenza e l'emarginazione di ogni persona e sentiamo che gli “ultimi” sono coloro che subiscono una povertà causata da situazioni e strutture ingiuste e per questo sono esclusi dal cammino di piena realizzazione umana.

PASTORALE poveri

RVC,20

20. Mentalità di condivisione
Per la nostra consacrazione ci mettiamo in consonanza con la condizione dei poveri e ci impegniamo a viverne i valori nello spirito delle beatitudini e nella prospettiva della redenzione. Esprimiamo il volto diaconale della nostra comunità religiosa nell'amore fraterno che sana le povertà personali, nella testimonianza serena di una vita povera, nella disponibilità ad accogliere, come Cristo in persona, quanti sono nel bisogno (SS 251-253). Resi sensibili particolarmente dal diacono alle necessità della gente, ci disponiamo a coraggiose iniziative di condivisione e promozione, coinvolgendo in esse l'intera comunità cristiana perché ne faccia il primo impegno, consapevole della sua missione nel mondo.

GESÙ

redenzione

DIACONATO

CARITÀ

amare Cristo nel prossimo

CARITÀ

RVC,21

21. Rinnovamento cristiano
Per “partire dagli ultimi”, di cui i giovani sono spesso il segno più drammatico, facciamo con le persone più sensibili un cammino di attenzione, di condivisione e di riscatto, affinché tutta la comunità dei credenti si misuri sulla situazione di chi ha meno e si adoperi per rinnovare in senso cristiano l'ordinamento sociale. Evangelizzata dai poveri e insieme con loro, la comunità religiosa assomiglierà a Cristo che «da ricco che era si è fatto povero, affinché voi diventaste ricchi della sua povertà» (2 Cor 8, 9) e ai poveri ha annunziato il regno di Dio.

b) IL LAVORO

PASTORALE giovani

CHIESA cristianesimo

GESÙ

incarnazione

RVC,22

22. Il “mondo del lavoro”
Nel servizio pastorale facciamo nostra l'ansia creativa e liberatrice insita nel lavoro che è parte integrante della persona (LE 6). Per “mondo del lavoro” intendiamo tutta l'attività umana e i rapporti che la strutturano: nella professione, nei doveri del proprio stato, negli impegni quotidiani che ognuno ha come membro di un ordinamento sociale cui tutti sono tenuti per il bene comune (CF 23). E' un mondo da ricomporre nella giustizia e nell'amore, poiché scienza e tecnica, progresso e benessere hanno causato, per l'egoismo umano, anche disgregazione, oppressione e conflitto.

SOCIETÀ

lavoro

PASTORALE

SOCIETÀ

tecnica

RVC,23

23. Solidarietà con quanti lavorano
Nella consacrazione religiosa consideriamo vero lavoro il servizio pastorale quotidiano, rendendoci solidali con gli «uomini del lavoro» (LE 8), dei quali recepiamo i valori. Ci sforziamo di creare in noi e negli altri la difficile congiunzione tra fede e vita, realizzando il sacerdozio comune (CF 24). Partecipiamo al progetto di rendere l'attività umana capace di promuovere la dignità della persona, di trasformare il mondo secondo il disegno di Dio, e di rispondere alle esigenze della vita sociale, eliminando le ingiustizie e riducendo le tensioni, affinché ogni uomo nel proprio lavoro, cui ha diritto, possa realizzare se stesso.

DIO piano di salvezza

MONDO

SOCIETÀ

RVC,24

24. Significato cristiano del "mondo del lavoro"
Nel servizio pastorale ci adoperiamo perché il lavoro sia vissuto come completamento della creazione e della redenzione e come servizio ai fratelli (SI 298; 308-309). Con la comunità cristiana, sensibilizzata ai problemi del lavoro e illuminata dalla parola di Dio, promoviamo la formazione dei giovani perché si inseriscano nel mondo della professione e in esso siano fermento di relazioni sempre più giuste; inoltre favoriamo iniziative e strutture di formazione, partecipazione e corresponsabilità secondo le necessità locali e storiche dei lavoratori. In una comunità cristiana, costantemente attenta e partecipe a questi problemi, prepariamo testimoni e ministri del Vangelo anche nel “mondo del lavoro”, dove gli “ultimi” siano riscattati dalla loro emarginazione sociale.

PARTE SECONDA

LA NOSTRA VITA RELIGIOSA PASTORALE

- I -

LA VITA RELIGIOSA PASTORALE

CREATO

GESÙ

redenzione

PAROLA DI DIO

PASTORALE giovani

FORMAZIONE

RVC,25

25. La vita religiosa nella missione pastorale
Dio Padre, dal quale proviene la ricchezza e la varietà di vocazioni nella Chiesa, ci chiama per un dono del suo amore a seguire Cristo nella vita religiosa, per tendere alla santità nella missione pastorale che ci affida. I tre voti di castità, povertà e obbedienza sono per noi l'espressione organica di un'unica realtà di consacrazione, legati intimamente alla comunione fraterna e alla carità pastorale. Viviamo come pellegrini il cammino della donazione, facendo faticosamente ogni giorno spazio (povertà) all'ascolto (obbedienza) dell'Amore (castità), per amarci fra noi (comunione fraterna) e donarci a tutti (carità pastorale).

DIO Padre

GESÙ

sequela

CONSACRAZIONE vita religiosa

CONSACRAZIONE santità

APOSTOLO missione

CONSACRAZIONE voti

COMUNITÀ

fraternità

CONSACRAZIONE castità

RVC,26

26. A completa disposizione di Dio
Come Gesù sacerdote servo si offrì al Padre per la salvezza del mondo, anche noi, animati dalla carità che lo Spirito infonde nei nostri cuori, ci consacriamo totalmente a Dio, mettendoci a sua completa disposizione ( PC 1; M 4/3/70; 20/5/70).

GESÙ

sacerdote

GESÙ

redenzione

GESÙ

servo

DIO Padre

CONSACRAZIONE

CONSACRAZIONE disponibilità

RVC,27

27. Testimoni e promotori di comunione
Nel servizio pastorale, testimoniamo innanzitutto la certezza che Dio è già presente tra gli uomini, ci precede nell'azione apostolica e, attraverso gli avvenimenti, guida alla realizzazione del suo progetto di amore: è tale certezza che alimenta in noi il desiderio di incontrarlo (SS 134). Insieme con le comunità cristiane, di cui siamo servi e animatori, cerchiamo di mettere Dio al centro della nostra vita, in modo che il suo amore trasformi la nostra attività quotidiana in culto spirituale a lui gradito e in servizio ai fratelli; viviamo come autentici discepoli di Gesù secondo il suo comandamento nuovo: «Amatevi come io vi ho amati» (Gv 13, 34; CF 24-25). Così, quali segni viventi del mondo nuovo di libertà e carità, inaugurato dalla risurrezione di Gesù, diventiamo testimoni e promotori di comunione, in modo che si vivano rapporti evangelici di amore gratuito (SI 304-305).

- II -

LA VITA COMUNITARIA

1 - I PRINCIPI ISPIRANTI

DIO Spirito Santo

PASTORALE

DIO presenza di... DIO piano di salvezza

DIO

CARITÀ

DIO amore di...

APOSTOLO testimonianza

GESÙ

RVC,28

28. Vocazione e missione comuni
Siamo convocati dal Signore, attraverso varie circostanze, con una comune vocazione, e ci viene affidata una missione comunitaria. Gesù chiede che tutti quelli che credono in lui siano una cosa sola, perché il mondo creda (Gv 17, 21), e ci indica come modello perfetto di unità e dinamismo la Vita Trinitaria (CF 28-30).

APOSTOLO vocazione

CONGREGAZIONE missione

COMUNITÀ

unità

nella carità

DIO Trinità

RVC,29

29. Vivere e lavorare insieme
Consideriamo la comunità come primo luogo e soggetto della vita religiosa pastorale per vivere il carisma della Congregazione. Perciò, in risposta alla chiamata di Dio, noi religiosi, preti e diaconi, insieme vogliamo ricercare e attuare la volontà di Dio, vivere e lavorare, fondendoci sempre più in unità mediante la carità, che è l'essenza del Vangelo e la meta alla quale tendere, pronti a pagarne di persona tutto il prezzo (CF 29; M 30/1/70). La vita comunitaria impegna ad abitare fedelmente nella propria casa religiosa. Per motivi validi e gravi il Superiore generale, con il consenso del Consiglio, può autorizzare un religioso a vivere temporaneamente fuori di comunità, ma non oltre un anno, a meno che non sia per motivi di salute o di studio o di apostolato da svolgere a nome della Congregazione (CDC 665, 1).

COMUNITÀ

COMUNITÀ

unità

nella carità

CONGREGAZIONE carisma

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

CONSACRAZIONE vita religiosa

CONSACRAZIONE religioso

DIACONATO diacono

PAROLA DI DIO Vangelo

CONGREGAZIONE superiore generale

CONGREGAZIONE Consiglio

RVC,30

30. Primo impegno pastorale:il cammino verso la comunione
Quale primo impegno pastorale, per coerenza ci dedichiamo a far crescere la comunione all'interno della comunità religiosa, mediante lo spirito di servizio, e pronti a «lavarci i piedi gli uni gli altri» (Gv 13,14; DT 118-119).

PASTORALE

COMUNITÀ

COMUNITÀ

comunione

COMUNITÀ

RVC,31

31. La sollecitudine per l'unità della vita cristiana
Uniti nella vita comunitaria e complementari nell'esercizio dei ministeri promuoviamo la congiunzione tra fede e vita, tra l'amore a Dio e l'amore al prossimo, tra la santificazione del lavoro quotidiano e il servizio ai fratelli. Così ogni persona e ogni comunità religiosa ed ecclesiale sono invitate, nella propria situazione, a costruire l'”unità nella carità”.

2 - GLI ORIENTAMENTI PER LA VITA

COMUNITÀ

unità

nella carità

RVC,32

32. Le relazione umane animate dallo Spirito
Per dono di Dio, che è Relazioni interpersonali nella Trinità, siamo mossi dallo Spirito a far crescere nel suo Popolo rapporti personali autentici. Perciò favoriamo lo sforzo continuo di conversione, il senso di uguaglianza, la conoscenza, il rispetto e la valorizzazione delle diversità, il dialogo e la stima vicendevole, l'impegno per l'unità e per la collaborazione tra gli uomini anche di fede diversa (UR 5-12).

DIO Trinità

RVC,33

33. La coscienza della comune vocazione
Coltiviamo il senso vivo della comune vocazione poiché è Dio che ci ha uniti per essere risposta al grido del povero che invoca (Sal 34; 107). Nel confronto costante con le situazioni di solitudine, di divisione e di violenza, che emarginano persone e rompono l'armonia del piano di Dio, ricuperiamo sempre "il nostro posto" di persone che costruiscono unità tra i confratelli e con tutti.

CONGREGAZIONE missione

PASTORALE poveri

DIO piano di salvezza

COMUNITÀ

unità

nella carità

RVC,34

34. Il segno profetico della fraternità
Nella comunità di ministri religiosi, il nostro vivere fraterno è segno profetico che è possibile stare insieme nella complementarietà e reciprocità dei ministeri, ispirando la nostra vita all'unità del corpo di Cristo e al mistero della croce.

COMUNITÀ

fraternità

RVC,35

35. L'itinerario comunitario
Attraverso un'ascesi personale e comunitaria, coltiviamo tutto ciò che ci aiuta a essere uno nella donazione (DT 119). In particolare curiamo l'”Impegno di Vita”, la preghiera comunitaria, l'ascolto della parola di Dio, la promozione e la correzione fraterna (DT 116).

COMUNITÀ

COMUNITÀ

Impegno di Vita

COMUNITÀ

correzione fraterna

RVC,36

36. L'ospitalità
Facciamo della nostra casa un luogo accogliente, ospitale e gioioso. A tutti, e in particolare a religiosi, a preti e a diaconi, nel rispetto dei tempi e dei luoghi riservati alla vita specifica della comunità, offriamo la nostra disponibilità familiare. I poveri e coloro che soffrono si sentano i benvenuti e trovino tra noi consolazione (SI 305).

CONSACRAZIONE religioso

DIACONATO diacono

SACERDOZIO prete, sacerdote

PASTORALE poveri

RVC,37

37. La familiarità e la solidarietà
Motivati da un profondo senso di appartenenza, facciamo che le nostre comunità siano una famiglia in cui ognuno si sente libero e insieme legato agli altri (DT 114). Testimoniamo a tutti la solidarietà tra di noi, evitando iniziative troppo personali, giudizi, mormorazioni, critiche e contrapposizioni, e garantiamo momenti di condivisione comunitaria dell'esperienza spirituale e pastorale, per essere sempre più disponibili alle esigenze del Regno (SS 233-234).

COMUNITÀ

COMUNITÀ

condivisione

COMUNITÀ

fraternità

RVC,38

38. Distensione e uso dei mezzi di comunicazione sociale
Troviamo con equilibrio momenti di riposo e di svago comunitario e personale, evitando tutto ciò che può essere di dispersione. L'uso dei mezzi di comunicazione sociale sia retto da prudente discrezione e sempre orientato alla maturazione della persona, evitando quanto può nuocere alla propria vocazione e mettere in pericolo la virtù della castità (CDC 666).

DOTI UMANE rinnovamento

DOTI UMANE equilibrio

VIRTÙ

prudenza

CONSACRAZIONE castità

RVC,39

39. La gioia fraterna
Con la carità nella vita comunitaria contribuiamo a creare un ambiente veramente evangelico, in cui tutti ci sentiamo chiamati a conversione, accolti, valorizzati e impegnati, ciascuno al proprio posto, per realizzare nel mondo l'armonia voluta da Dio. Frutti della carità sono la gioia e la serenità (Atti 2, 46; CF 33-34).

CARITÀ

RVC,40

40. La presenza di confratelli anziani o malati
In ogni comunità valorizziamo la presenza dei confratelli anziani e malati, circondandoli di rispettoso affetto. Essi mettano a disposizione degli altri la saggezza che viene dalla loro esperienza, favorendo lo spirito di famiglia, e offrano con gioia preghiere, sofferenze e la loro disponibilità per qualche servizio.

COMUNITÀ

confratelli

CONSACRAZIONE disponibilità

RVC,41

41. L'animazione della comunità da parte del superiore
Il superiore della comunità, con spirito diaconale, assume il compito doveroso di essere il fratello che promuove il clima comunitario, attento alle necessità fisiche, psichiche e spirituali di ognuno, coordinatore delle attività comunitarie, delle scelte e verifiche sul piano spirituale, pastorale ed economico, secondo un programma preparato insieme da tutti, attraverso anche il “consiglio di famiglia” (CF 29). Egli aiuta la partecipazione di tutti e la comune adesione ai criteri pastorali che specificano il nostro modo di essere tra la gente.

COMUNITÀ

superiore

COMUNITÀ

servizio reciproco

RVC,42

42. L'autorizzazione per predicare e per scrivere
L'autorizzazione richiesta per predicare nelle chiese o oratori della Congregazione viene concessa dal superiore della Casa (CDC 765). Ogni religioso, per pubblicare scritti che trattano questioni di religione o di costumi, deve richiedere la licenza del Superiore generale (CDC 832).

- III -

I VOTI RELIGIOSI NEL SERVIZIO PASTORALE

APOSTOLO predicazione

COMUNITÀ

superiore

CONSACRAZIONE religioso

CONGREGAZIONE superiore generale

RVC,43

43. La carità pastorale e i voti
Un grande desiderio di conoscere, amare e imitare sempre più Cristo, e di farlo conoscere e amare da tutti è il fondamento della nostra donazione. Anima, scopo e misura dell'osservanza dei voti è dunque la carità pastorale. Crescendo in essa troveremo la forza, anche nei momenti difficili, di essere fedeli alla nostra consacrazione a Dio, continuando a donarci sempre più secondo la sua volontà (CF 24; Cost 67).

GESÙ

imitazione

GESÙ

conoscenza

CONSACRAZIONE voti

RVC,44

44. La sequela di Cristo
L'incondizionata sequela di Cristo e l'unione intima con lui si costruiscono e si raggiungono là dove Egli si fa trovare: in mezzo al suo Popolo (Ap 21, 1-5). La nostra comunità religiosa vive la sua consacrazione a Dio nel ministero pastorale che è profondamente ministero di carità in nome del Signore Gesù che ci chiama e ci manda. Ci sentiamo perciò radicalmente dedicati ad una carità pastorale, popolare, continuando la presenza di Cristo, figlio di Dio e figlio dell'uomo, che non appartiene a nessuna casta privilegiata, e che pur essendo primo si fa ultimo e si incarna, condivide la nostra vita e proclama un Regno di fraternità a lode del Padre.

GESÙ

sequela

PASTORALE

GESÙ

incarnazione

DIO lode a...

DIO Padre

RVC,45

45. Dio al primo posto
Mettere “Dio al primo posto” significa porre al centro di tutta la vita Dio Padre che ama gli uomini: secondo il nostro carisma pastorale, noi serviamo Dio, servendo con lui gli uomini (PC 5; SI 25). Gesù sacerdote servo ci dona il suo spirito di carità per continuare in noi e nelle nostre comunità la sua vita di donazione e di amore: la semplicità e l'umiltà della sua nascita, la solidarietà e la riconciliazione della sua morte, la libertà e la gioia della sua risurrezione, perché siano valorizzate la vita ordinaria, le relazioni umane, il lavoro e la fatica di ogni giorno.

CASTI PER IL REGNO DI DIO CONSACRATI AD AMARE IN DIO I FRATELLI

DIO Padre

DIO amore di... CONGREGAZIONE carisma

GESÙ

sacerdote

GESÙ

servo

GESÙ

mistero pasquale

RVC,46

46. La consacrazione totale per il Regno
Il Signore, con gratuita benevolenza, ci chiama ad una consacrazione totale ed esclusiva per il suo Regno; e noi, come la vergine Maria, accogliamo la sovrabbondanza del suo amore e ci mettiamo a sua completa disposizione, vivendo gioiosamente il voto di castità (Cost 83).

APOSTOLO chiamata

CONSACRAZIONE castità

RVC,47

47. L'amore, anima della castità
Anima della castità consacrata è la profonda amicizia con Cristo, amato al di sopra di tutto. Egli dà significato alla nostra affettività e accresce la capacità di donazione del nostro cuore, così che amiamo i fratelli, specialmente quelli che nessuno ama, con la sua stessa gratuità e tenerezza (SI 301).

GESÙ

amico

RVC,48

48. L'oggetto del voto
Con il voto di castità ci impegniamo alla continenza perfetta e al celibato, da vivere nell'unione con Dio e nella fraternità universale, come segno del mondo futuro e sorgente di sovrabbondante fecondità spirituale (LG 42; CDC 599).

APOSTOLO testimonianza

RVC,49

49. L'educazione alla castità
Ci lasciamo educare alla castità evangelica, che si esprime nella fraternità e rende libero il cuore dell'uomo, coltivando l'amicizia sincera, il rispetto di ogni persona e della sua vocazione, il primato della carità che è dono di sé: virtù che portano all'unione tra tutti con amore verginale (1Cor 13).

GESÙ

amico

RVC,50

50. Le condizioni per il dono di sé
L'accettazione di se stessi, la preghiera e i sacramenti, la penitenza e la serena vita comunitaria, l'apertura a cogliere i suggerimenti che vengono dal Popolo di Dio, garantiscono che il nostro essere casti diventi una vita di autentica relazione con Dio e con gli altri (DT 117-118).

RVC,51

51. Castità profetica
In un mondo che strumentalizza anche l'amore, la castità per il Regno diventa per noi un impegno profetico in nome dell'amore gratuito, dell'amicizia sincera, della paternità spirituale e del dono di sé: la testimoniante risposta al comando di Gesù «amatevi come io vi ho amato» (Gv 13, 34) per esprimere la priorità della relazione personale anche nella sessualità.

POVERI COME GESÙ CONSACRATI A FARSI ULTIMI

RVC,52

52. Gesù povero
In Gesù servo abbiamo il modello della nostra povertà religiosa e apostolica. Egli, nel suo amore gratuito, si fece povero (2 Cor 8, 9), visse del lavoro delle sue mani, nella sua attività apostolica non aveva dove posare il capo (Mt 8, 20), e annunciò che dei poveri è il regno di Dio (Lc 6, 20).

GESÙ

imitazione

GESÙ

servo

CONSACRAZIONE povertà

GESÙ

RVC,53

53. Lo spirito di povertà
Dio è il Padre di tutti e noi siamo suoi (PC 13), perciò confidiamo nella sua Provvidenza cercando prima di tutto il suo Regno e la sua giustizia (Mt 6, 33), e riconosciamo che il valore di ogni cosa sta nel servire alla dignità dell'uomo da rispettare come figlio di Dio. Con il voto di povertà affermiamo che Dio è l'unica ricchezza e perciò ci liberiamo da ogni desiderio di possesso e accettiamo il disagio che proviene dalla mancanza di qualche cosa di utile o di necessario (Cost 80).

DIO Padre

APOSTOLO distacco

RVC,54

54. Povertà come profezia
Con la scelta della povertà evangelica, ci facciamo solidali con i poveri della terra e, a partire da loro, valutiamo la realtà (ET 17). Attraverso la testimonianza e la condivisione, risaliamo alle cause che generano povertà ed emarginazione e coinvolgiamo tutti nel promuovere strutture di partecipazione, mirando a far sì che ognuno abbia il necessario e viva una vita degna dell'uomo, libera e essenziale, nella fraternità e nella giustizia (Atti 4, 32-34).

PASTORALE poveri

APOSTOLO testimonianza

RVC,55

55. L'oggetto del voto
Seguendo Gesù, vogliamo condividere il suo farsi ultimo. Perciò scegliamo la povertà e la comunione dei beni, impegnandoci con voto a mettere in comune qualunque guadagno economico e ad accettare la dipendenza dai superiori e la limitazione nell'usare e nel disporre dei beni (CDC 600). Attraverso la nostra testimonianza la comunità cristiana, della quale siamo pastori e servi, si formi al servire e dia il giusto valore all'ordinario della vita.

GESÙ

sequela

COMUNITÀ

superiore

APOSTOLO testimonianza

APOSTOLO distacco

RVC,56

56. L'uso dei beni
Conserviamo la proprietà dei beni patrimoniali, disponendo della loro destinazione, con testamento valido anche secondo le leggi civili, prima della professione perpetua. Con il voto di povertà rinunciamo al diritto di usare lecitamente dei nostri beni. Scegliendo di farci servi e sentendo destinato ai poveri quanto possediamo, siamo contenti solo del necessario, che determiniamo con il discernimento della comunità e usiamo con il permesso del superiore (Cost 81-82).

CONSACRAZIONE voti

PASTORALE poveri

COMUNITÀ

superiore

RVC,57

57. Amministrazione delegata
Conservando il diritto e non l'uso di proprietà, prima di emettere la professione il novizio ceda l'amministrazione dei propri beni a chi preferisce e liberamente disponga del loro uso e usufrutto. Inoltre con dichiarazione scritta rinunci a qualsiasi compenso, in caso di dimissione, dovuto per il suo servizio in Congregazione. Dopo la professione religiosa, se si intende mutare la destinazione dei propri beni a vantaggio della Congregazione, occorre il permesso del Superiore generale.

FORMAZIONE noviziato

CONGREGAZIONE appartenenza

CONGREGAZIONE superiore generale

RVC,58

58. La comunione dei beni
Ci manteniamo con il frutto del nostro lavoro e mettiamo tutto in comune, non accumulando beni per noi (Mt 6, 19-34), educandoci invece, con il Popolo di Dio, alla loro destinazione evangelica e compartecipazione fraterna, aperti alle necessità delle altre comunità, alle esigenze generali della Congregazione e all'aiuto generoso da dare ai poveri (ET 20-21).

SOCIETÀ

lavoro

PASTORALE poveri

RVC,59

59. Povertà e giustizia
Tra i poveri e i lavoratori del territorio dove siamo presenti, assumiamo il nostro ruolo specifico di animazione senza ambiguità e compromessi, operando sempre per la giustizia e promovendo la solidarietà e la compartecipazione in modo che la dignità della persona sia il criterio ispirante di ogni scelta, a fianco di chiunque si impegna per essa (ET 18).

OBBEDIENTI COME CRISTO

CONSACRATI A SERVIRE LIBERAMENTE

SOCIETÀ

lavoro

RVC,60

60. Gesù obbediente
Gesù sacerdote servo venne per fare la volontà del Padre (Ebr 10, 7) e compiere il suo disegno di salvezza, servendo e donando la vita in riscatto per molti (Mc 10, 45).

CONSACRAZIONE obbedienza

GESÙ

sacerdote

GESÙ

RVC,61

61. Il nostro posto
Usciti da un atto eterno di amore di Dio e apparsi nel tempo per dare, personalmente e insieme, il nostro contributo alla realizzazione del suo piano sull'umanità, ci lasciamo condurre, anche attraverso gli avvenimenti, dalla sua invisibile mano paterna. Unica preoccupazione è di essere sempre al nostro posto, dove e come lui ci vuole. Solo nell'umile, gioiosa e generosa obbedienza serviamo fedelmente Dio nei fratelli (Cost 93).

VOLONTÀ

di DIO

DIO Padre

DIO piano di salvezza

DIO amore di...

RVC,62

62. Dimensione profetica dell'obbedienza
Siamo chiamati dal Signore a costruire una vera fraternità, in cui ci facciamo amici e servi gli uni degli altri, uniti nella carità per servire al progetto di Dio in favore degli uomini. Perciò, con spirito di fede e di amore, viviamo il voto di obbedienza, quale denuncia profetica dell'idolo del potere e testimonianza di un nuovo modo di mettersi in relazione con gli altri, basato sul servizio.

COMUNITÀ

fraternità

COMUNITÀ

servizio reciproco

CARITÀ

RVC,63

63. Corresponsabilità
In questo dinamismo ci sentiamo tutti impegnati a obbedire alle esigenze del Popolo di Dio e dell'umanità e nello stesso tempo corresponsabili della fedeltà alla ispirazione originaria della Congregazione.

COMUNITÀ

corresponsabilità

RVC,64

64. L'oggetto del voto
Con il voto di obbedienza, insieme ci mettiamo totalmente nelle mani di Dio, desiderando di fare sempre e solo la sua volontà e offrendo la nostra in sacrificio; perciò accettiamo le disposizioni date dai superiori nell'ambito della nostra Regola di Vita, rinunciando a mettere noi stessi al centro di tutto (PC 14; CDC 601).

VOLONTÀ

di DIO

VOLONTÀ

di DIO abbandono alla...

CONSACRAZIONE offerta totale

RVC,65

65. La logica della croce
Nel donare la vita per amore, ci ispiriamo in ogni scelta o adesione obbediente, anche se dolorosa, all'esempio di Gesù, che «imparò l'obbedienza dalle cose che patì» (Ebr 5, 8) e con fede offriamo la nostra stima e la nostra disponibilità a quanti hanno il compito di decidere (ET 29).

PENITENZA sacrificio

GESÙ

crocifisso

CROCE

RVC,66

66. L'ultimo posto
Obbedienza comporta la ricerca dell'ultimo posto e la rinuncia ad ogni potere, all'autoaffermazione e al protagonismo per maturarci nella disponibilità al servizio e nel dono di noi stessi; solo così acquistiamo l'autorevolezza secondo Dio. Per questo nelle nostre comunità vogliamo essere servi gli uni degli altri, sottomettendo la libertà al ricercare sempre insieme il modo migliore per vivere la carità e il servizio secondo il nostro carisma pastorale (DT 114).

VIRTÙ

umiltà

COMUNITÀ

servizio reciproco

APOSTOLO

CONGREGAZIONE carisma

RVC,67

67. La ricerca comunitaria della volontà di Dio
Umilmente ci confrontiamo, di volta in volta, con i superiori della Congregazione o della comunità e con i singoli confratelli, sulle nostre scelte e sul nostro stile di vita, per discernere che cosa vuole Dio da noi per il bene di tutti. Presa poi una decisione, la assumiamo e collaboriamo attivamente per attuarla, anche se si fosse di parere diverso (SS 180).

COMUNITÀ

dialogo

COMUNITÀ

condivisione

COMUNITÀ

confratelli

VOLONTÀ

di DIO ricerca della...

RVC,68

68. L'obbedienza per l'unità
Obbediamo al Papa, ai Vescovi, ai superiori della Congregazione e delle singole comunità e a quanti, anche nella società civile, hanno autorità per il bene comune, convinti che il progetto di Dio è un progetto di relazioni tra persone: l'unità si costruisce non attraverso un conformismo teorico o pratico, ma attraverso rapporti sinceri e leali tra persone che sanno convergere per servire al bene di tutti (CF 29). In spirito di obbedienza collaboriamo in modo leale e attivo con quanti hanno il ministero di guida, pur consapevoli dei limiti umani, perché tutto il corpo sia ben compaginato e unito nel servizio (Ef 4, 15-16; CF 13).

CHIESA Papa

CHIESA Vescovo

DIO piano di salvezza

SOCIETÀ

RVC,69

69. Il compito dei superiori
In virtù del voto di obbedienza quanti nella nostra Famiglia e nelle singole comunità hanno il compito e il servizio dell'autorità si sentano per primi, insieme con i confratelli, servi fedeli e obbedienti al progetto di Dio (ET 25; DT 112). Più che preoccupati delle cose, dei ruoli e dell'efficienza essi siano attenti alle persone: ogni persona "promossa" sa che cosa fare. Per questo, secondo il principio di sussidiarietà, riconoscono, rispettano e obbediscono, loro per primi, ai carismi e ai ministeri dei fratelli della comunità religiosa e cristiana, senza sostituirsi a nessuno.

COMUNITÀ

confratelli

COMUNITÀ

servizio reciproco

RVC,70

70. La disponibilità a soffrire per la giustizia
Aderiamo al progetto di Dio, sia personalmente che comunitariamente, mettendoci sempre dalla parte del bene e della giustizia da promuovere in ogni circostanza e in qualsiasi ambiente, lieti se dobbiamo soffrire per fare il bene e per testimoniarlo e annunciarlo dovunque (Atti 5, 41; 1 Pt 3, 13-17). Così contribuiamo a rinnovare la società in modo che i rapporti umani abbiano la precedenza sulle strutture e tutte le istituzioni sociali servano al perfezionamento della persona umana per costruire la famiglia dei figli di Dio (GS 25).

- IV -

LA SPIRITUALITA' MINISTERIALE

1 - I PRINCIPI DELLA NOSTRA SPIRITUTALITÀ

DIO piano di salvezza

CROCE

APOSTOLO testimonianza

SOCIETÀ

RVC,71

71. Spiritualità semplice e popolare
Don Ottorino, con espressioni e immagini incisive, ci proponeva i punti fondamentali di una spiritualità semplice e popolare che devono illuminare il nostro servizio pastorale e la vita delle comunità cristiane (CF 32). Essi orientano la nostra vita di ministri consacrati a Dio che serve gli uomini e opera in mezzo al suo Popolo: seguire il progetto di Dio che vuole la comunione tra tutti, confidando nel suo amore provvidente (“Il piano di Dio”) (SS 118-120); ricercare la sua volontà di servizio (“La volontà di Dio”) (SS 254); comunicare con Gesù sacerdote servo (“Parlane a Lui”) nella liturgia, nella preghiera e nell'azione (“Carmeli ambulanti") (M 19/12/71; 21/12/71); portare la croce che è il segno dell'autenticità della nostra consacrazione ed è la nostra partecipazione alle sofferenze di Cristo (“Il Crocifisso”) (SS 182); lasciarci guidare come figli da Maria serva e madre nella disponibilità radicale al piano di Dio (“Vieni, ti insegnerò a vivere per Gesù”) (SS 144); donarci con generosità nel ministero (“L'apostolo deve dare”) (SS 81); occupare, secondo la chiamata di Dio, l'ultimo posto che è quello scelto da Cristo servo e dev'essere il nostro (“Sono al mio posto?”) (1 Cor 4, 9; SS 265 s.).

2 - GLI ORIENTAMENTI PER UNA VITA DI LODE A DIO

LA LODE A DIO CON LA VITA

CONGREGAZIONE spiritualità

CONGREGAZIONE fondatore

DIO piano di salvezza

VOLONTÀ

di DIO ricerca della...

SLOGANS

GESÙ

sacerdote

GESÙ

unione con...

PREGHIERA carmeli ambulanti

APOSTOLO chiamata

VIRTÙ

umiltà

CROCE

CONSACRAZIONE

GESÙ

crocifisso

GESÙ

servo

RVC,72

72. La celebrazione della vita
Con tutto il Popolo di Dio celebriamo la lode al Padre attraverso la vita quotidiana, il lavoro, le autentiche relazioni umane di solidarietà, di giustizia e di fraternità (LG 34).

DIO Padre

DIO lode a...

RVC,73

73. La condivisione della vita
Riteniamo come offerta di lode a Dio farci uno con chi soffre (Rom 12, 15), pronti a sacrificare noi stessi e le nostre comodità per condividere la vita con chi si trova in situazioni di sofferenza, scegliendo modi e tempi nel discernimento comunitario secondo lo Spirito e in armonia con le direttive della Famiglia.

LA LITURGIA SACRAMENTALE

PENITENZA sacrificio

DIO Spirito Santo

RVC,74

74. La celebrazione dei sacramenti
Nella Chiesa, sacramento di comunione e di salvezza, celebriamo la nostra vita nei sacramenti, come momenti culmine e fonte di unità con Gesù che serve e salva (vite e tralci) (Gv 15, 1-9): in lui il Popolo di Dio diventa fecondo e porta frutto (Battesimo), con il suo perdono diventa perdonante (Riconciliazione), nel suo Spirito si fa consolazione (Unzione) e liberazione (Confermazione), dal suo servire fa scaturire il ministero dell'unità familiare (Matrimonio) e il ministero della comunione (Ordine), perché costantemente sia ricreata la capacità di donare la vita per amore (Eucaristia) (1 Gv 3, 16).

EUCARISTIA liturgia

CHIESA

GRAZIA Sacramenti

GESÙ

unione con...

GESÙ

servo

GESÙ

redenzione

RVC,75

75. La partecipazione all'Eucaristia
Alimentiamo in noi lo spirito di Gesù sacerdote servo partecipando, per quanto è possibile ogni giorno, alla celebrazione del mistero eucaristico con il Popolo di Dio o con la propria comunità religiosa. L'Eucaristia è la sintesi e il centro della nostra vita. In unione con Cristo offriamo il sacrificio di noi stessi, le fatiche e le speranze nostre e di tutti gli uomini per lodare Dio nel servizio ai fratelli (SI 156).

EUCARISTIA

GESÙ

sacerdote

GESÙ

servo

EUCARISTIA S.Messa

RVC,76

76. Il sacramento del perdono
Con il sacramento della Penitenza percorriamo il nostro cammino di conversione, confessiamo che Dio, «ricco di misericordia» (Ef 2, 4), è il Signore della nostra vita, e siamo resi capaci di incarnare la misericordia e la riconciliazione tra gli uomini. Ricorriamo perciò frequentemente a tale sacramento, anche per un fruttuoso confronto spirituale personale.

LA PREGHIERA

GRAZIA Confessione

CONVERSIONE

RVC,77

77. I tempi e i modi della preghiera
La preghiera ha una parte indispensabile nella nostra maturazione spirituale (CF 20). Liturgia delle Ore Celebriamo la liturgia delle Ore, in particolare le Lodi e i Vesperi, possibilmente con il Popolo di Dio, quali incaricati a farci voce di tutto il creato, dell'umanità e della sua storia (SI 87-89). Preghiera personale Ogni giorno dedichiamo tempo alla preghiera personale di meditazione o contemplazione, secondo metodi acquisiti in particolari esperienze spirituali e verificati nella direzione spirituale e nel confronto comunitario. Diamo speciale importanza alla parola di Dio e alla Presenza eucaristica (SI 185-186). "Carmeli ambulanti" Con la contemplazione entriamo sempre più nel mistero di amore di Cristo che serve fino a donare la sua vita sulla croce; così la preghiera purifica e rinnova la nostra intenzione di essere solo di Dio, nel suo progetto di amore, e santifica tutti i momenti della giornata, some suggeriva don Ottorino con l'immagine del "ponte della preghiera" e con l'espressione "carmeli ambulanti" (SI 252-256). "Deserto" o ritiro spirituale Diamo mensilmente un tempo prolungato al "deserto" o al ritiro spirituale come occasione di ricarica e di revisione personale o comunitaria (M 3/4/70).

PREGHIERA

CREATO

PREGHIERA meditazione, contemplazione EUCARISTIA adorazione

FORMAZIONE direzione spirituale

PREGHIERA carmeli ambulanti

GESÙ

servo

DIO amore a Dio

CONGREGAZIONE fondatore

PREGHIERA ponte della preghiera

PREGHIERA deserto

RVC,78

78. La devozione a Maria
Ci rivolgiamo a Maria, madre e serva del Signore, con devozione filiale, che esprimiamo anche con la preghiera semplice e contemplativa del santo rosario, per ripercorrere insieme con lei il cammino di incarnazione e di liberazione compiuto dal Figlio suo (M 8/12/71).

MARIA devozione a ...

MARIA maestra, guida

PREGHIERE a Maria

GESÙ

incarnazione

RVC,79

79. L’ “Impegno di Vita”
L’ “Impegno di vita” è una esperienza spirituale e comunitaria particolarmente importante per noi (DT 116). Dedichiamo ad esso almeno una mezza giornata alla settimana. E' un modo per ricercare l'unità di tutti gli aspetti della nostra vita attorno alla parola di Dio, con la lode comunitaria, con la comunicazione degli animi e con la verifica, fatta tra confratelli, del nostro conformarci alla volontà di Dio.

COMUNITÀ

Impegno di Vita

COMUNITÀ

unità

nella carità

COMUNITÀ

condivisione

PAROLA DI DIO

COMUNITÀ

confratelli

VOLONTÀ

RVC,80

80. Gli esercizi spirituali
Ogni anno riserviamo una settimana agli esercizi spirituali o ad altre esperienze analoghe di preghiera e di riflessione, possibilmente con altri confratelli (M 8/3/69).

PARTE TERZA

LA FORMAZIONE

- I -

LA CONFIGURAZIONE A CRISTO SACERDOTE SERVO

RVC,81

81. L'ideale della formazione
Nella nostra Famiglia l'ideale della formazione è la piena configurazione di noi stessi a Cristo sacerdote servo (SS 181-183). Per raggiungere questa meta ci proponiamo di essere comunità di “uomini, uomini di Dio e apostoli” (SS 143-146), incarnati nel nostro tempo, animatori del servizio pastorale per costruire comunione. Ad essa ispiriamo il nostro cammino formativo.

FORMAZIONE

GESÙ

imitazione

GESÙ

servo

GESÙ

sacerdote

APOSTOLO

APOSTOLO uomo di Dio

RVC,82

82. Le dimensioni fondamentali
Ci formiamo gradualmente e unitariamente, secondo alcune dimensioni fondamentali : - maturare una personalità libera e responsabile; - rinnovare ogni giorno l'incontro con Dio per renderci disponibili al suo volere, incentrando tutta la nostra vita nel primato del suo amore per gli uomini; - sviluppare la capacità di leggere i segni dei tempi, di incarnarci, di servire e di fare comunità; - condividere fraternamente l'impegno del lavoro quotidiano come lode a Dio; - educarci alla radicalità nello spirito delle beatitudini, alla pastoralità e alla missionarietà secondo il Vangelo.

II –

LA FORMAZIONE DI BASE

DOTI UMANE responsabilità

DOTI UMANE maturità

CONSACRAZIONE disponibilità

DIO amore di...

VOLONTÀ

di DIO

SOCIETÀ

RVC,83

83. Le tappe dell'iniziazione
Le tappe dell'iniziazione, che introducono alla vita della nostra Famiglia, sono : la preparazione al noviziato; il noviziato; il periodo dei voti temporanei e di preparazione al ministero. Attraverso queste tappe consideriamo elementi importanti della formazione : la maturità umana, la profonda esperienza di vita cristiana, la progressiva appartenenza alla Congregazione religiosa, la presa di coscienza della propria chiamata ministeriale.

CONGREGAZIONE appartenenza

FORMAZIONE noviziato

FORMAZIONE

CONSACRAZIONE voti

RVC,84

84. I ritmi personali nel cammino formativo
Nel cammino formativo siamo costantemente attenti alla persona. Ognuno è aiutato dall'educatore a scoprire ritmi e tempi propri nella gradualità dell'itinerario comune. Ciò esige l'unità e la continuità di indirizzo formativo e una comunità aperta e responsabile, dove si cresce nella fiducia, nel rispetto e nell'aiuto vicendevole.

1) L’ANIMAZIONE VOCAZIONALE

COMUNITÀ

RVC,85

85. L'animazione vocazionale
In ogni nostra comunità testimoniamo e annunciamo con semplicità e gioia il nostro carisma; proponiamo e facciamo scoprire le distinte vocazioni nella Chiesa e promuoviamo una pastorale vocazionale in comunione con la Chiesa particolare (SS 116-117; 118-122).

2) IL PRENOVIZIATO

APOSTOLO animazione vocazionale

CONGREGAZIONE carisma

CHIESA

RVC,86

86. Il prenoviziato
Il contatto con la vita reale della Congregazione avviene già prima del noviziato. Questo periodo ha lo scopo di verificare da parte nostra la vocazione e le attitudini del candidato, e da parte sua la conoscenza e la scelta del nostro carisma. Il giovane, per poter consapevolmente e liberamente rispondere alla chiamata di Dio, è aiutato a crescere nell'amicizia e nella fraternità, a sviluppare una personalità cristiana, ed inoltre, ancorato alla realtà sociale ed ecclesiale del territorio, ad acquisire una conveniente istruzione educandosi nello stesso tempo alla laboriosità e alla responsabilità. Si considera prenoviziato il periodo degli studi superiori o filosofici, vissuto in una casa della Congregazione. Per chi invece entra dopo questo periodo, è richiesto un tempo apposito in una casa della Congregazione, della durata di almeno sei mesi e non superiore ai due anni. L'ammissione corrisponde al Superiore generale.

3) IL NOVIZIATO

PASTORALE giovani

APOSTOLO chiamata

APOSTOLO vocazione

DOTI UMANE amicizia

DOTI UMANE personalità

COMUNITÀ

fraternità

RVC,87

87. L'ammissione al noviziato
La vita nella Congregazione comincia con il noviziato, tappa decisiva dell'iniziazione. Il Superiore generale, con il consenso del suo Consiglio, ammette il candidato al noviziato, che deve essere trascorso nella casa appositamente eretta a tale scopo, e animato dal maestro dei novizi, secondo le norme del diritto universale e del Direttorio generale.

CONGREGAZIONE Consiglio

RVC,88

88. Durata del noviziato
Il noviziato dura un anno. Per quanto riguarda il tempo valido e le eventuali assenze, ci si attiene al diritto universale, tenendo presente che un'assenza continua o discontinua, che superi i tre mesi rende invalido il noviziato, e che un'assenza che superi i quindici giorni deve essere ricuperata (CDC 649). Se al termine del noviziato rimane qualche dubbio sulla idoneità del novizio, il Superiore generale può prolungare il periodo di prova, ma non oltre i sei mesi (CDC 653, 2).

RVC,89

89. Lo scopo del noviziato
Durante questo periodo, il giovane, conquistato dall'amore personale e di predilezione di Cristo, sceglie di “imitarlo più da vicino” (PC 1), vive l'amicizia con Gesù, per conoscerlo, amarlo e imitarlo sempre più profondamente; si educa alla vita religiosa secondo il nostro carisma con impegno, serenità, intensità, si avvicina alla figura di don Ottorino e alla Regola di Vita e decide di consacrarsi a Dio per la salvezza dei fratelli (SI 80; Cost 26).

GESÙ

imitazione

GESÙ

amico

GESÙ

conoscenza

CONSACRAZIONE vita religiosa

CONGREGAZIONE fondatore

RVC,90

90. L'anno canonico di noviziato
L'anno canonico di noviziato è posto ordinariamente prima degli studi teologici ed è un periodo intenso di iniziazione, di formazione della mente e del cuore secondo lo spirito della Congregazione. E' una specifica esperienza di fede e di vita comunitaria, guidata dal maestro dei novizi. Inizia dal giorno dell'iscrizione dei candidati al noviziato, ed è preceduto da un congruo periodo di esercizi spirituali, al termine dei quali, con una significativa cerimonia, vengono consegnati ai novizi il Crocifisso e la Regola di Vita.

CONGREGAZIONE spiritualità

RVC,91

91. Requisiti per il noviziato
Ogni candidato deve presentare l'attestato di battesimo, di confermazione e di stato libero. Deve inoltre essere esente dagli impedimenti previsti dal diritto (CDC 643).

RVC,92

92. Le caratteristiche
Sono tenuti all'anno canonico di noviziato tutti gli aspiranti alla vita religiosa nella nostra Famiglia. Esso sia adeguato il più possibile alla vita concreta delle nostre comunità. I novizi siano impegnati in una intensa vita comunitaria; possano alternare periodi di preghiera e riflessione, di conoscenza dello spirito della Congregazione e di lavoro manuale con periodi di esperienza a contatto con il mondo degli “ultimi” e del lavoro, allo scopo di favorire una mentalità diaconale. Per questo il Superiore generale può permettere che, durante tempi determinati, la comunità dei novizi si trasferisca in altra casa della Congregazione più idonea alle esigenze della formazione (CDC 647, 3).

COMUNITÀ

RVC,93

93. Il maestro dei novizi
Il maestro dei novizi è nominato dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio; abbia almeno dieci anni di professione perpetua, sia un uomo di grande umanità e di profonda esperienza spirituale e pastorale. Aperto ai problemi della Chiesa e del mondo, sappia comunicare lo spirito della Famiglia con grande libertà interiore. Unicamente al maestro, sotto l'autorità del Superiore generale, è riservata la direzione dei novizi. Tenga informato il Superiore generale su ciascun candidato e al termine del noviziato ne presenti un giudizio scritto di idoneità.

CHIESA

RVC,94

94. L'ammissione al noviziato
L'ammissione dei candidati sia al noviziato come alla prima professione è fatta dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio, dopo aver esaminato la relazione degli educatori competenti. Per ogni candidato siano verificate, insieme con gli educatori, le doti fisiche, psicologiche, umane, intellettuali e spirituali che gli consentiranno di esprimersi secondo il carisma della Congregazione; in particolare si verifichino la buona salute, l'equilibrio mentale e affettivo, la capacità di incontrarsi personalmente con Dio ogni giorno nella preghiera, l'attitudine al dialogo e alla vita comunitaria, la sensibilità pastorale con attenzione agli ultimi e alla vita quotidiana di lavoro. Il novizio può lasciare liberamente la Congregazione e a sua volta il Superiore generale lo può dimettere (CDC 653, 1).

4) LA PROFESSIONE RELIGIOSA

CONSACRAZIONE voti

DOTI UMANE maturità

DOTI UMANE

DOTI UMANE salute

CONGREGAZIONE carisma

RVC,95

95. Il legame con il battesimo
La professione religiosa è una tappa fondamentale della nostra vita. Essa ha la sua radice nella consacrazione battesimale e la esprime con maggiore pienezza, con un impegno pubblico di donazione totale a Dio e al suo Regno, secondo il Vangelo (ET 4). Con essa il religioso assume con voto pubblico l'obbligo di osservare i tre consigli evangelici, è consacrato a Dio mediante il ministero della Chiesa e viene incorporato alla Congregazione con i diritti e i doveri definiti dal diritto.

CONSACRAZIONE

CONSACRAZIONE voti

GRAZIA Battesimo

CHIESA

CONSACRAZIONE offerta totale

PAROLA DI DIO Vangelo

CONGREGAZIONE appartenenza

RVC,96

96. Requisiti per la prima professione
La prima professione religiosa avviene dopo l'anno canonico di noviziato e apre un periodo di vita pienamente consacrata, che nello spirito si estende fino alla morte. Per la sua validità si richiede: il diciottesimo anno di età; il noviziato valido; l'ammissione liberamente fatta dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio; che sia espressa senza violenza, timore grave o inganno; che sia ricevuta dal Superiore generale o da un suo delegato (CDC 656).

RVC,97

97. Il periodo dei voti temporanei
Il religioso, sostenuto da una comunità e accompagnato da un animatore, sviluppa la risposta alla sua vocazione sul piano personale e comunitario, pastorale e religioso; ne verifica la coincidenza con il progetto pastorale dell'Istituto; si prepara in modo progressivo e globale all'impegno definitivo verso Dio e i fratelli, così da giungere ad una solida e armonica maturazione in vista della professione perpetua e per poter assumere il proprio posto nella Congregazione.

CONSACRAZIONE religioso

COMUNITÀ

APOSTOLO vocazione

RVC,98

98. La durata
Il periodo dei voti temporanei dura abitualmente quattro anni, con rinnovazione annuale. Il Superiore generale, per giusta causa, può prolungare il tempo della professione temporanea, non oltre i sei anni.

RVC,99

99. La rinnovazione dei voti
La domanda di ammissione alla rinnovazione dei voti sia accompagnata da una presentazione fatta dal responsabile della comunità educativa. Il Superiore generale, con il consenso del suo Consiglio, ammette il candidato alla rinnovazione dei voti, senza anticiparla più di un mese dallo scadere dei voti precedenti.

RVC,100

100. La professione perpetua
La professione perpetua sia preceduta da una preparazione immediata, sufficientemente lunga, che aiuti il candidato a fare la scelta definitiva. Il religioso emette la professione perpetua quando ha raggiunto una adeguata maturità. L'ammissione alla professione perpetua è sempre fatta dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio: essa rappresenta per il candidato la formale chiamata alla vita religiosa pastorale da parte della Congregazione e della Chiesa. Per la professione perpetua si richiede l'età di ventun anni compiuti e la previa professione temporanea di almeno tre anni.

CONSACRAZIONE religioso

DOTI UMANE maturità

RVC,101

101. Consacrazione definitiva nella Congregazione
L'atto della professione perpetua conclude l'iniziazione. Esso ci consacra per sempre a Dio, sommamente amato, con un dono totale e irreversibile, ad immagine di quello fatto da Cristo alla sua Chiesa; ci rende più strettamente partecipi del mistero di Cristo sacerdote servo facendo della nostra vita un perenne atto di culto, destinandoci con un nuovo e speciale titolo al servizio di Dio e dei fratelli (LG 44; ET 7). Questo atto ci conferma stabilmente nella nostra Famiglia religiosa davanti a tutta la Chiesa (CDC 658).

CONSACRAZIONE

CONSACRAZIONE offerta totale

CHIESA

GESÙ

sacerdote

GESÙ

servo

CONGREGAZIONE appartenenza

RVC,102

102. La formula
La formula della professione può essere personalizzata, purché garantisca questi elementi: la propria identità; la riconoscenza a Dio per la vocazione; la volontà di impegno libero con i tre voti secondo il carisma e la Regola di Vita; la determinazione del tempo; l'invocazione a Dio e la richiesta di preghiera per la propria fedeltà: “Io (NN...............), riconoscente a Dio per la vocazione, nel nome di Cristo sacerdote servo e per il bene di tutto il Popolo di Dio, nelle sue mani NN... Superiore generale (o delegato del Superiore generale), faccio voto di castità, povertà e obbedienza, secondo le Costituzioni della Pia Società San Gaetano, e intendo impegnarmi per...(un anno o in perpetuo). Chiedo l'aiuto di Dio...”.

CONGREGAZIONE Costituzioni

APOSTOLO vocazione

RVC,103

103. Lo studio
Consideriamo opportuno che ogni religioso, candidato al diaconato o al presbiterato, consegua precedentemente il diploma di scuola superiore o una preparazione culturale atta a sostenere gli studi teologici e di perfezionamento, che compirà presso una scuola teologica appositamente scelta. Gli studi saranno diversificati e meglio adattati al ministero del presbiterato o del diaconato cui sono diretti. In particolare per il diacono è opportuno prevedere un piano di studi complementare, tipico della sua vocazione.

5) LA SCELTA DEL MINISTERO

DOTI UMANE studio

CONSACRAZIONE religioso

DIACONATO diacono

SACERDOZIO

RVC,104

104. La scelta del ministero
Il religioso accede al ministero del presbiterato o del diaconato dopo aver maturato progressivamente la sua scelta, partendo dalle proprie attitudini, attraverso una attenta e prolungata esercitazione nel servizio pastorale, con il discernimento della comunità religiosa e cristiana in cui è inserito e con l'approvazione del Superiore generale. Per quanto riguarda l'abito, i diaconi vestono abiti laicali; i presbiteri si regolano secondo il diritto universale e le norme delle Conferenze Episcopali (Cost 12).

- III -

LA FORMAZIONE PERMANENTE

PASTORALE

COMUNITÀ

RVC,105

105. La formazione permanente
Ogni giorno siamo chiamati a rinnovare la risposta a Dio per essere fedeli alla nostra identità vocazionale e per servire adeguatamente l'umanità in rapida e continua trasformazione. Convinti che l'ideale religioso e ministeriale non è raggiunto una volta per sempre, ci consideriamo in formazione permanente per un costante rinnovamento e approfondimento della nostra vita, da attuare in specifici tempi e modi.

RVC,106

106. Il dinamismo formativo
Sviluppiamo la formazione permanente all'interno del dinamismo della nostra Famiglia, per mezzo di analisi, ricerche, riflessioni ed esperienze. Cresciamo così in un'autoformazione permanente, vissuta da tutti e incoraggiata e promossa da coloro che hanno il compito di guida nella Congregazione.

IV –

LA NOSTRA FEDELTÀ

RVC,107

107. Lo spirito di appartenenza alla Famiglia
Per essere sempre generosi e fedeli all'impegno religioso apostolico assunto, contiamo sulla fedeltà di Dio e usiamo con umiltà i mezzi suggeriti dalla Chiesa e dai santi. Accettiamo le difficoltà e le tentazioni come mezzo di purificazione e di unione alle sofferenze di Cristo e, consapevoli della nostra debolezza, ricorriamo con maggiore assiduità alla preghiera, alla direzione spirituale, alla carità dei fratelli. In ogni nostra comunità, con rapporti sinceri, con la stima vicendevole e la discrezione, alimentiamo un clima di fiducia e di comprensione fraterna così che ciascuno si trovi a proprio agio e possa parlare serenamente delle eventuali sue difficoltà, per essere aiutato a discernere e a compiere la volontà di Dio.

CHIESA

CROCE difficoltà

CROCE tentazioni

PREGHIERA

FORMAZIONE direzione spirituale

CARITÀ

COMUNITÀ

RVC,108

108. La separazione dalla Congregazione
Nel caso che un religioso ritenga in coscienza di doversi temporaneamente assentare o ritirare dalla Congregazione, si consulti con persone prudenti, e prenda responsabilmente la sua decisione davanti al Signore. I confratelli ne rispettino la scelta, che potrebbe essere un positivo chiarimento della sua vocazione, e gli conservino l'amicizia, pronti ad aiutarlo nelle necessità. Nei casi di separazione dalla Congregazione, si seguano le leggi universali della Chiesa (CDC 684-704).

PARTE QUARTA

IL SERVIZIO DELL'AUTORITÀ

I –

L'INDOLE E I COMPITI DELL'AUTORITÀ

CONSACRAZIONE religioso

COMUNITÀ

confratelli

APOSTOLO vocazione

RVC,109

109. L'autorità in Cristo
Gesù Cristo si è fatto obbediente al Padre fino alla morte di croce (Fil 2, 8) ed è venuto come buon pastore perché noi abbiamo la vita in abbondanza (Gv 10, 10). Egli, che era il maestro e il Signore, si è fatto servo (Gv 13, 14) e ha chiamato i discepoli amici (Gv 15, 15) e fratelli, invitandoli a collaborare con lui. Sul suo esempio consideriamo l'autorità come un servizio, che corresponsabilizza, orienta e aiuta tutti nella realizzazione del disegno d'amore del Padre (ET 25).

GESÙ

GESÙ

maestro

RVC,110

110. La “firma di Dio”
Il magistero della Chiesa ha riconosciuto come autentico dono dello Spirito il carisma della nostra Congregazione. Questo riconoscimento è come una “firma” che Dio appone alla sua opera (CF 5). Approvando la nostra Regola di Vita, la Chiesa ufficialmente ci affida il compito di realizzare la nostra missione e trasmette la sua autorità ai legittimi superiori.

CHIESA

DIO Spirito Santo

CONGREGAZIONE carisma

CONGREGAZIONE spiritualità

RVC,111

111. L'origine dell'autorità
Consapevoli che Dio è il vero fondatore della Congregazione (VC 221-225), coloro che servono nell'autorità vivono in comunione con Lui e promuovono l'adesione incondizionata di tutti alla sua volontà, con fedeltà dinamica al carisma e alla storia, in ricerca comunitaria costante del cammino del regno di Dio.

VOLONTÀ

di DIO ricerca della...

CONGREGAZIONE carisma

RVC,112

112. La promozione dell'unità
Coloro che servono nell'autorità hanno il dovere di promuovere la vitalità spirituale dei confratelli e di aiutarli perché maturino come persone libere e si aprano alla grazia, esprimendo e sviluppando i propri doni in modo che tutti viviamo integralmente il carisma della Congregazione e realizziamo in fraterna comunione la missione che il Signore ci affida.

II –

L'AUTORITÀ NELLA CONGREGAZIONE

CONGREGAZIONE missione

COMUNITÀ

confratelli

DOTI UMANE maturità

RVC,113

113. L'uguaglianza fondamentale
Tutti partecipiamo della stessa vocazione e missione e formiamo un'unica Famiglia, pur vivendo in una delle comunità particolari. Ogni religioso perciò si sente membro vivo di questa Famiglia, alla pari con tutti, impegnato a realizzare la santità personale, promovendo la santità collettiva (M 9/1/66).

COMUNITÀ

RVC,114

114. L'unione al Papa e ai Vescovi
La nostra Congregazione religiosa è di diritto pontificio. Riconosciamo come superiore della Congregazione il Papa. A lui siamo uniti in amorosa obbedienza, anche in forza del voto, disponibili per il bene della Chiesa universale (CF 32). Con lo stesso spirito manteniamo un rapporto di obbedienza e fraternità nella comunione e collaborazione con i Vescovi delle chiese nelle quali la Provvidenza ci chiama a operare (CDC 678). Da loro accogliamo le direttive pastorali circa il lavoro apostolico, sempre in conformità al nostro carisma (CF 12-13).

CHIESA

CHIESA Papa

CHIESA Vescovo

CONGREGAZIONE carisma

RVC,115

115. L'articolazione dell'autorità
Il servizio dell'autorità su tutta la Congregazione è esercitato ordinariamente dal Superiore generale, coadiuvato dal suo Consiglio, e straordinariamente dal Capitolo generale legittimamente convocato. Le comunità particolari della Famiglia religiosa sono animate e guidate dal superiore locale. Ogni comunità periodicamente si riunisca in “consiglio di famiglia” per programmare e verificare iniziative riguardanti la vita religiosa e pastorale.

CONGREGAZIONE superiore generale

CONGREGAZIONE Consiglio

COMUNITÀ

superiore

COMUNITÀ

RVC,116

116. Giuramento e professione di fede
Ogni superiore eletto o nominato, prima di iniziare il suo servizio, è tenuto ad emettere il giuramento e la professione di fede secondo la formula approvata dalla Sede Apostolica (CDC 833, 8).

1) LA COMUNITA' LOCALE

RVC,117

117. La comunità locale
La nostra Famiglia si articola in piccole comunità ministeriali, lievito e fermento perché all'intorno fiorisca l'unità nella collaborazione dei doni diversi e ognuno si senta raggiunto dall'amore di Dio.

COMUNITÀ

COMUNITÀ

unità

nella carità

RVC,118

118. Costituzione della comunità
Ogni casa religiosa è eretta dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio e con la licenza scritta del Vescovo diocesano, per rispondere a necessità concrete della Chiesa particolare o della Congregazione. E' animata in spirito di servizio da un superiore, possibilmente indicato dai confratelli e nominato dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio, secondo le norme del diritto universale e proprio. Si organizza fraternamente per promuovere la comunione e l'attività. Una casa religiosa eretta legittimamente può essere soppressa dal Superiore generale, con il consenso del suo Consiglio, dopo aver consultato il Vescovo diocesano.

2) LA DELEGAZIONE

CONGREGAZIONE superiore generale

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

CONGREGAZIONE Consiglio

CHIESA Vescovo

COMUNITÀ

confratelli

RVC,119

119. La Delegazione
Al Superiore generale con il consenso del suo Consiglio spetta erigere una Delegazione, riunendo un conveniente numero di comunità locali, affini per ambiente geografico o culturale, dopo aver consultato i religiosi interessati, secondo il Direttorio generale.

RVC,120

120. Il Delegato
Il Delegato è nominato dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio, a norma del Direttorio generale, e deve avere almeno dieci anni di professione perpetua. Ha le competenze e le deleghe territoriali e personali che sono indicate nella lettera di nomina. Svolge un servizio di animazione, di coordinamento fra le varie comunità e di collegamento con i superiori maggiori.

3) IL CAPITOLO GENERALE

RVC,121

121. Segno di unità e di corresponsabilità
Il Capitolo generale è il massimo segno dell'unità e della corresponsabilità di tutti i religiosi della Congregazione. E' un evento di grazia, in cui la Famiglia fraternamente unita, sotto la guida dello Spirito Santo, riflette sulla propria vita e discerne la volontà di Dio per mantenersi fedele al suo “orario di marcia”, confrontandosi col Vangelo, col carisma del Fondatore e con le necessità dei fratelli secondo i tempi e i luoghi in cui opera, per un migliore servizio alla Chiesa e all'umanità (CF 41-43).

CONGREGAZIONE Capitolo

COMUNITÀ

unità

nella carità

COMUNITÀ

corresponsabilità

DIO Spirito Santo

VOLONTÀ

di DIO ricerca della...

CHIESA

PAROLA DI DIO Vangelo

RVC,122

122. L'autorità del Capitolo
Il Capitolo generale è un organismo legislativo ed elettivo, che esercita collegialmente e temporaneamente la suprema autorità nella Congregazione. In particolare spetta al Capitolo generale tutelare il patrimonio spirituale della Congregazione, promuovere un costante rinnovamento fedele al carisma, interpretare le Costituzioni nella loro applicazione pratica, stabilire o modificare norme direttive per tutta la Congregazione, eleggere il Superiore generale e il suo Consiglio, e trattare le cose più importanti della Famiglia. Può anche modificare la Regola di Vita e introdurre norme e direttive vincolanti tutti i membri. Le modifiche alle Costituzioni devono essere approvate con la maggioranza dei due terzi dei voti dei presenti e sottomesse poi all'approvazione della Santa Sede, alla quale spetta anche l'interpretazione autentica delle Costituzioni.

CONGREGAZIONE Consiglio

CONGREGAZIONE Costituzioni

CONGREGAZIONE superiore generale

RVC,123

123. La celebrazione del Capitolo
a) Il Capitolo ordinario Il Capitolo generale si celebra ogni sei anni, oppure quando il Superiore generale cessa dal suo mandato per morte o per altro motivo. b) Il Capitolo speciale Per ragioni gravi e con il consenso del suo Consiglio, il Superiore generale può convocare un Capitolo con scadenza diversa: in tal caso l'assemblea capitolare si occupa delle sole questioni per le quali è stata radunata e non procede normalmente ad alcuna elezione.

RVC,124

124. I membri del Capitolo
Sono membri di diritto del Capitolo: il Superiore generale, i consiglieri generali, il segretario generale e l'economo generale, il Superiore generale precedente a quello in carica, i responsabili delle Delegazioni. Gli altri membri sono eletti secondo le modalità del Direttorio generale e il loro numero non deve essere inferiore a quello dei membri di diritto.

RVC,125

125. Le assemblee intercapitolari
Ogni Capitolo prevede una o più assemblee intercapitolari, per verificare e programmare il cammino della Congregazione tra un Capitolo e l'altro, indicandone anche i criteri di partecipazione e svolgimento. L'indizione, la preparazione e l'animazione di esse sono curate dal Superiore generale con il suo Consiglio.

4) IL SUPERIORE GENERALE

RVC,126

126. Il Superiore generale
Il superiore generale è l'animatore e il segno di unità di tutta la Congregazione. Esercita in spirito di servizio la potestà che ha ricevuto da Dio mediante il ministero della Chiesa, e svolge la missione autorevole di una fraternità spirituale, per cui dedica tutto se stesso a promuovere nei confratelli la vitalità e la fedeltà al carisma comune. In ascolto dello Spirito mediante la lettura dei segni dei tempi, guida l'intera Famiglia religiosa perché risponda alle attese di Dio e della Chiesa. Ha autorità su tutta la Congregazione con il compito di animarla nell'unità per il raggiungimento delle mete che essa si propone, in conformità con la legislazione della Chiesa e con la Regola di Vita (CDC 622).

CHIESA

COMUNITÀ

fraternità

COMUNITÀ

confratelli

CONGREGAZIONE carisma

RVC,127

127. L'elezione e la durata
Il Superiore generale viene eletto dai capitolari tra i religiosi, preti o diaconi, professi di voti perpetui da almeno dieci anni, di età minima di trentacinque anni compiuti. L'elezione avviene, presente la maggior parte dei capitolari, a maggioranza qualificata di due terzi dei votanti; dopo due votazioni inefficaci si procede a maggioranza assoluta. Rimane in carica sei anni e può essere rieletto solamente per un secondo mandato consecutivo: anche in tal caso si richiede la maggioranza qualificata di due terzi dei votanti. Può essere nuovamente rieletto dopo un intervallo (CDC 119, 1).

5) IL CONSIGLIO E GLI UFFICI GENERALI

RVC,128

128. Il Consiglio generale
Il Consiglio generale condivide responsabilmente col Superiore generale la guida della Congregazione, per dare attuazione alle indicazioni del Capitolo generale. Superiore generale e consiglieri hanno insieme il compito di studiare e di provvedere opportunamente tutto ciò che riguarda il bene della Famiglia religiosa, di promuovere l'unità fraterna tra le varie comunità e l'organizzazione generale della Congregazione.

RVC,129

129. La costituzione del Consiglio
Il Consiglio è formato da quattro religiosi di voti perpetui: vengono eletti dai capitolari, secondo le modalità del Direttorio generale, tra i preti e i diaconi, come esige la struttura fondamentale della Famiglia religiosa.

RVC,130

130. Gli uffici generali
L'economo e il segretario generali sono nominati dal Superiore generale, secondo le norme del direttorio.

PARTE QUINTA

LA CONDIVISIONE E LA COMUNIONE DEI BENI

RVC,131

131. La comunione dei beni
Come comunità di fratelli, che dà testimonianza di povertà consacrata, viviamo la comunione dei beni. Di questi facciamo uso per raggiungere le nostre finalità pastorali. Vivendo in sobrietà ed evitando l'accumulo dei beni, ci affidiamo alla Provvidenza, sperimentiamo la comune legge del lavoro e condividiamo volentieri i nostri beni con le chiese particolari e con i poveri (PC 13; CDC 637; 640).

COMUNITÀ

CONSACRAZIONE povertà

PROVVIDENZA

SOCIETÀ

RVC,132

132. L'uso dei beni
La Congregazione e ogni Delegazione, in quanto persone giuridiche civilmente riconosciute, hanno il diritto di acquistare, possedere, amministrare e alienare beni temporali. Nell'amministrazione dei beni si osservano le leggi ecclesiastiche e civili e le disposizioni del diritto proprio secondo le esigenze della giustizia e del nostro carisma pastorale. Nel confronto e nella condivisione con gli “ultimi” vogliamo scegliere il modo più giusto di usare il denaro e i mezzi richiesti dal servizio pastorale, per essere servi di chi ha meno e profeti di un lavoro da umanizzare.

CONCLUSIONE

CONGREGAZIONE carisma

SOCIETÀ

lavoro

RVC,133

133. Impegno, pedagogia e spirito della Regola di Vita
La Regola di Vita esprime il carisma, la vocazione e la missione della nostra Famiglia religiosa e contiene le indicazioni pratiche per viverne lo spirito. Con l'approvazione della Chiesa essa diventa per noi l'indicazione del Signore per essere come Lui ci vuole (M 13/5/70). Ci lega a Dio, al quale consacriamo la nostra vita, e ci affratella tra noi nell'unico ideale. Per questo la accogliamo come un dono di Dio, la approfondiamo in spirito di fede, personalmente e in comunità, ci confrontiamo con essa e vogliamo viverla giorno per giorno con amorosa fedeltà, libertà e gioia, che sono frutti dello Spirito (Gal 5, 22-23).

CONGREGAZIONE carisma

CONGREGAZIONE missione

CONGREGAZIONE spiritualità

CHIESA

CONSACRAZIONE

DIO Spirito Santo