DIO TRASMETTE LA SUA PAROLA ATTRAVERSO STRUMENTI UMANI
MO154 [8-03-1967]
8 Marzo 1967
MO154,1 [8-03-1967]
1 Adesso abbiamo venduto Quinto, no tutto Quinto... e siamo venuti nella determinazione di vendere anche Val Giardini, cioè sapete che il consiglio ha approvato l'operazione... come se ciàmela... santa Caterina. Adesso si tratta di vendere... santa Caterina è legata a Val Giardini. Poi si concluderà qualche altra operazione, anche questa legata a Val Giardini. Se riusciamo a vendere il maestro dei novizi... cioè dico, se riusciamo, se il maestro dei novizi riesce a vendere... Caterina, no... se riesce a vendere la cappellina! Perdonate lo scherzo, guardate che qui si tratta intanto di vendere lì, poi si tratta di farsi su le maniche perché... per riuscire a realizzare il progetto bisogna lavorare. Prevedo che sarà un'estate un po' laboriosa, perché metà giugno per alcuni e fine giugno per altri, e tutto luglio, sarà il tempo in cui ci si preparerà il nido un pochino lassù a santa Caterina. Già stè attenti all'esame... Padre Mellinato termina la scuola all'undici, me pare, dieci undici giugno. Quei tali che terminano la scuola devono farsi su le maniche e con molta probabilità dovranno piantare le loro tende su a santa Caterina e cominciare il montaggio lassù. I tecnici, caro Filippi e compagni, i fa la spola, e movarse qua: ninte da fare, cari! Bisogna... Specializzati, carpentieri, scarpari, murari, eccetera. Noialtri, state buoni, vogliamo fare una cosetta fatta bene. E per fare ben ghe vole tempo e la collaborazione di tutti. Amen!
MO154,2 [8-03-1967]
2 "E per questo.. e per questo anche noi incessantemente rendiamo grazie a Dio, che nel ricevere la parola di Dio da noi predicata, l'accogliete non come parola umana ma, qual’è in realtà, come parola di Dio che esercita la sua potenza in voi credenti".Il nostro caro Paolo di Tarso ringrazia il Signore. Perché? Perché quella benedetta gente qua, già cristianizzà, ha ricevuto la parola di Paolo non come parola di Paolo ma come parola di Dio.Ora, questo atteggiamento nell'accogliere, nell'ascoltare le prediche, dovrebbe essere l'atteggiamento di tutti i cristiani. Cioè, questa coscienza da parte dei cristiani e da parte dei predicatori, che stiamo trattando con la parola di Dio.Andiamo al concreto. Siamo in chiesa, in qualunque parte de sto mondo, ad ascoltare una predica. Il predicatore comincia a parlare: l'atteggiamento di un seminarista e di un prete è di criticare il predicatore e dire come che el ga predicà. L'atteggiamento di un cristiano dovrebbe essere di raccogliere, vero, quel che c'è di buono. Anche, con la carità cristiana, dirà poi: "Sì, quelo el podèa prepararse mejo, quel tale, quel predicatore!". Con la carità cristiana dirà: "Sì, va ben, tutto quel che te vui, ma insomma me par che sia...". Questa carità cristiana, detta così, se è necessario anche domani si può portare 'in alto' questa parola: tutto quel che volete. Però, in mezzo a una sesta de sirèse, che non ghe sia gnanca nda sirèsa bona? Se uno xe pien de fame, pien de fame, e el vede nda sesta de sirèse: ghi n'è de smarse, de crue... el la varda, el la varda, ma dopo el finisse par trovarghene una de bona; prima el la varda pulito: una de bona... dopo un’altra là, e dopo el finisse per magnarghene meze, vero; de solito la xe così parchè una se ghin trova, qua e là!Ora, figlioli miei, guardate che dobbiamo rendere conto della parola di Dio che ci viene somministrata. Se noi ci mettiamo in atteggiamento di giudici, è chiaro, scusate, uno che... va ascoltare una predica uno che ha studiato un po' di teologia, che è al corrente un po'... un po' adesso dei decreti conciliari... trova naturalmente... "Ma cosa gàlo dito? Cosa galo dito?”. State attenti che forse proprio lì il Signore... a un certo momento el ghe fa perdere il filo al predicatore per dirte proprio quella paroletta che va ben par ti.State attenti! Questo potrei mostrarvelo in tante circostanze... Io ve l'ho portato... questo chiodo me lo son messo in testa. Vi ricordate quando ero in seminarietto, quando che go perso il filo... la sapete, ve l'ho raccontata la storia, no? Ve lo ricordate bene che ho perso il filo, e in quel momento che ho perso il filo un istante, proprio ho colpito quell'anima che desideravo colpire, e che da sei mesi mi preparavo la predica, e sei mesi leggevo libri qua e là, e psicologicamente cercavo di... col dolce e con l'amaro. Se l'ho colpito, un colpo è stato quando che ho perso il filo...Ora, state attenti che proprio in quel giorno che voi andate in chiesa e che state giudicando il predicatore e che non ne potete più, state attenti che proprio in quel momento c'è magari una metà di un minuto in cui il Signore proprio fa perdere il filo al predicatore per parlare proprio a voi. Guardate che è importantissima sta roba qua, sapete! Mettersi in atteggiamento di uno che riceve da Dio.
MO154,3 [8-03-1967]
3 Adesso, supponiamo un particolare: siamo in chiesa qui, c'è... don Erasmo che fa la predica... Domenica sei stato tu a far la predica, no? Fa la predica lì. L'atteggiamento che io mi... devo mettermi in chiesa, in quel momento lì non sono io il superiore della Comunità, in quel momento lì c'è Dio che parla attraverso un organo... che sarà 'organo' Erasmo, importa gnente, ma è un organo! Scusate lo scherzo, ma ci capiamo cosa che vuol dire! In quel momento Dio vuol far...Oh, un momento: può darsi che sia un armonio un po' stonato, che sia tutto quel che volete, ma se è la mano di sandro Dalla Libera, qualcosa me dise, qualcosa me dise. Se l'organo è bellissimo, quello della cattedrale, sandro suona, no, el professor sandro Dalla Libera, suona; se invece che essere quello è il nostro, suona ma è un'altra roba; se l'è un armonietto, suona... Perciò lo strumento deve... da parte dello strumento, lo strumento deve mettersi in testa che deve prepararsi, deve prepararsi, deve pregare, deve mettersi in condizioni tali da essere strumento nelle mani di Dio. Ma chi va a ascoltare, va a 'scoltare, se è anche un organo proprio vi dico che stona, se c'è la mano di sandro Dalla Libera, magari do note ma te senti un... te senti un accordo, te senti che xe mia nda mano normale...Ora, guardate che Dio parla attraverso questi uomini. Se tu ti metti in atteggiamento di esser là a 'scoltar la predica per giudicare, guardate che è tremendo, è tremendo: devi render conto della Parola di Dio! Ma se domani, invece che don Erasmo fosse anche... un assistente domani che va a predicare... ecco là Toni Pernigotto... Dove sìto, caro, tesoro? Non c'è: me dispiase... Beh, qualche altro... domani gavemo Graziano che el fa la so bella predichetta: e va bene! Parla... "Ma ciò, varda, se vede che l'è stà alpin e ghe sbrissia qualche... qualche colpo de alpinamento, vero, là... In mezzo a tutto questo, figlioli miei, vardè che ghe xe qualche galòn de polastro che el Signore, che el Signore vol darte proprio a ti per sfamarte. Ah figlioli: questa semplicità, proprio questa disponibilità ad accogliere la parola che Dio ne ga dìto! Non, mettersi a giudicare...
MO154,4 [8-03-1967]
4 Ma, con questo vuol dire... No, scusami tanto, se io sto ascoltando la parola di don Erasmo, vedo che don Erasmo forse doveva far così e non doveva far colà, da buon fratello, la carità cristiana mi dice di prenderlo a braccetto e dirgli: "Ti dico, predica bene! Però, varda, te ghe dito tre eresie, quattro qua, quattro là: sta' attento!". Questa è carità cristiana! Ma non andar par dire: "E uno... e due... e tre... spetta... Ah, xelo el prete che parla delle pecorelle?”, o con la corona che el conta, vero, quante volte che el dixe: “Il vostro vescovo, il vostro vescovo, il vostro vescovo...”. Qualche seminarista so che contava con la corona quante volte il vescovo... il vescovo... il vescovo! Se invece di mettersi in atteggiamento di contare con la corona il vescovo, il vescovo... te stassi 'tento cosa che il Signore magari te vol dire, magari in una riga di quelle parole che vien dite, magari una riga...Eh! Si tratta di capire cosa che vuol dire essere cristiani; si tratta di capire cosa tu stai aspettando da Dio. Guardate che è tremendo, sapete! Ma, purtroppo... sa, qui si son sentite tante cose, ho visto tante volte, vero, adesso perché si chiama monsignor Zinato, ieri perché si chiamava monsignor Rodolfi: perché più o meno sapete, tante volte anche là con monsignor Rodolfi era la stessa roba. In seminario monsignor Volpato, un'anima santa, eppure c'erano di quelli che: "Mah! Ecco là...", e che criticavano e giudicavano; monsignor Scalco perché: "Cospetto!... Voi... cospetto qua, cospetto là...". Ma, cari miei, io ho visto che quelli che con umiltà ascoltavano le prediche e dopo, ah, sì, facevano anche il sorrisino... e se el diséa 'cospetto, cospetto'... va là, ridèmoghe sora! Ma, ma, ma, però, oh, andavano a 'scoltar la predica! Dopo, no xe mia dìto: "No, nol ga dìto 'cospetto'!". Se el lo ga dito 'cospetto', caspita, cospetto... el lo ga dito, ridèmo e finìa... Ma, ma, ma, ma: predica è predica e bisogna ascoltarla!
MO154,5 [8-03-1967]
5 Beh, io ho visto questo, figlioli, che chi è andato umilmente ad attingere la parola di Dio, chi è andato umilmente, nel sacerdozio, parlo dei seminaristi perché sono vissuto in mezzo all'ambiente, chi ha attinto con semplicità alla parola di Dio poi ha fatto qualche cosa, e chi non ha attinto, ha fatto... Scusate, cito l'esempio di uno: don Stocchetti, poareto... non contento de qua, non contento de là, e... i ghe offre la parrocchia de Terrossa e lu el ga dito de no parchè la vole in città, e dopo el se rabia parchè no i ghe dà la parrocchia in città e l'è scapà via, eccetera, così... mia... no l'è mia scapà via con le femene, l'è scapà via, e adesso l'è là a Roma che el sta preparandose per andare, con la Concistoriale, in mezzo agli emigranti qua e là! Malcontenti! Per non dire quando che andemo più avanti ancora, vero? Qua semo ancora "in honestis", vero? Figlioli, state attenti, state attenti! Perché... allora... dopo i xe là che magari durante la Messa o durante la predica i leze qualcossa altro... sa, el se mette là col libro, leggeva, leggeva un libro, aveva romanzetti là, durante le prediche, o qualcosa del genere... Beh, perché? Perché manca la fede figlioli, manca la fede!Il Signore ci parla attraverso i suoi uomini. Anche se questo uomo, io lo conosco fuori di chiesa, è un peccatore; anche se l'uomo so che è un disonesto, però, quando che va là, qualche parola ci sarà di Dio in mezzo a tanta scoria. Guardate, state attenti che Dio gli farà perdere la testa un istante perché avrà da dirti una parola. Se Dio vuol dirvi una parola attraverso quell'uomo, state attenti che Dio ve la dice. E io devo render conto, devo stare attento perché devo render conto de sta roba qua.Ecco, mi scusate, ma... È importante, sapete, questo, perché è stato detto tante volte che il pubblico a cui è più difficile parlare in un uditorio è quello dei seminaristi e dei preti. Guardate, tante volte l'ho sentito dire e da tanti predicatori: "Oh, Signore, parlare ai preti! Ma no ai seminaristi! Oh, che fadiga!". No qua a Vicenza, dappertutto! L'ho sentito dire dappertutto! Parlare a chierici, parlare a seminaristi, parlare, parlare a preti, è la cosa più difficile de sto mondo! Perché? Perché non hanno la semplicità! Non vanno ad ascoltare, vanno a giudicare.
MO154,6 [8-03-1967]
6 E io mi ricordo durante gli anni del seminario, sicché il mondo è mondo è sempre rotondo, si giudicava, si giudicava! Fuori in cortile, di qua a destra e sinistra... si giudicava, e non si commentava la parola di Dio. Eppure, quel benedetto uomo pure si è preparato, ha pregato per andare a predicare, è andato lassù sul pulpito per parlare in nome di Dio! Quel povero mons. Scalco, poveretto, era un uomo che ci credeva, un uomo che pregava, e ogni volta che predicava lo sentivi criticare. Perché? Perché aveva quel modo di fare un po'... un pochino, sa, così... Cosa? Ampolloso, già; sì, poareto... Cosa? El gera fatto così, ma el gera un'anima santa.Varda soltanto questo: quando che... vien el visitatore apostolico in seminario e dà ordine al vescovo mons. Rodolfi di cambiare il rettore, cambiare il rettore. Ghe parèa che nol fusse all'altezza, te se, parchè el gera un po' sorpassato. Va ben: cambiare el rettore. Monsignor vescovo chiama il rettore, dice: "Sentite, avrei pensato - el gera malà mons. vescovo... l'è morto poco dopo, no? - beh, el dise, ho pensato... - nol ga mia dito che xe sta el visitatore apostolico da Roma a dar ordine - ho pensato di mettere monsignor Arena rettore, e avrei pensato di mettere voi padre spirituale. - e el ga tirà fora - Siccome che il padre spirituale è ammalato, monsignor Volpato è ammalato, e - dice - avrei pensato di metter voi...". E l'altro ha accettato. Sta tanti anni rettore, e el se ga spostà in refettorio dal posto qua, e el se ga messo là per mettere monsignor Arena, e lu se ga messo a destra del rettore. Se fa presto a dirlo ma, sa, ve rendìo conto cosa vol dire? Cò son nda in seminario lo go trovà rettore, cò son nda fora el gera rettore: quindi per lo meno quindese sedese anni l'è sta' rettore, e anca de più. Beh, improvvisamente, tac!Dise: ben, sa, se fossimo frati, religiosi, xe nda roba, ma adesso ghe xe nda parrocchia: uno xe parroco e el diventa cappelan! Pressappoco la xe così, eh! In seminario la xe così, parchè se se tratta, se se tratta de la vita religiosa, va ben, cosa vuto che sia: semo fradei, l'è tutto 'naltro mestiero, se sa zà in partenza. Ma lì uno, ‘rivà parroco el diventa cappelan! Parchè in seminario, capì, el rettore xe rettore e el padre spirituale xe padre spirituale, nel rango dei superiori, no, nel refettorio, una parte, l'altra, così. Beh, niente, con tutta umiltà e semplicità, col suo 'cospettino' solo el se ga tirà in là, el se ga messo de là! Capì chiaro che razza de canale de grazia par sotto, no? Che santità di uomo viveva là! Va ben!E monsignor vescovo no ga mia possudo dire ste robe qua! Ga sofferto lu, ma con santità, e ga sofferto monsignor Volpato che nol saveva de avere un tumore, el gaveva un tumore e nol saveva d'averlo; el gera malà a Marostega. So fradelo de monsignor Volpato, el professor Volpato, el ga parlà con mi: "La crudeltà de monsignor Rodolfi che non ha lasciato morire in pace mio fratello! Che lui sapeva che mio fratello aveva il tumore, e poteva lasciarlo padre spirituale, e invece lo ha esonerato prima ancora che morisse e ha messo un altro, e mio fratello ha detto: "Guarda... mi hanno preso il posto di padre spirituale!". El viveva solo per il seminario monsignor Volpato, e dire: "Varda... parchè son malà, se no i podeva portar pazienza... son malà, xe un pochi de mesi che son malà e se me rimettevo, st'ano che vien... - el sperava de rimetterse - per l'anno venturo, l'anno prossimo poder andare rettore... padre spirituale da novo!". E invesse l'è andà in cimitero, no? Ma, per poder far questo bisognava mons. Scalco metterlo almanco padre spirituale...
MO154,7 [8-03-1967]
7 Figlioli miei, questo atteggiamento dico, questo atteggiamento un po' di giudici, questo atteggiamento così, guardate che è facilissimo che lo prendiamo tutti. Ve lo dico proprio da papà e da fratello, e da peccatore, a sto punto qua! Andiamo a 'scoltare una predica, specialmente se è una di più... di uno di più giovane, specialmente se è uno un pochino... sa... Per esempio, ascoltare la predica di don Roana... Cosa volete, è facile pensare ai perari, pensare alla... graspa che el ga, pensare ai caki, pensare nda storia, pensare l'altra; eppure se un domani sto omo qua dovesse predicare, io dovrei mettermi in atteggiamento in questo momento: lu el parla in nome di Dio! El dirà stramberie, el dirà... quel che te vui, però el ga pure forse una parola che potrebbe essere l'inizio della mia santificazione... Dio forse si serve di quell’uomo lì, che umanamente parlando non è proprio il più adatto, no, a parlare a suore, a seminaristi, a chierici... forse può servirsi di quell'uomo lì per dire: "Sì, va ben, però varda: lu el ga ricevudo due talenti e li ha trafficati, io ne ho ricevuto sette e forse non li ho trafficati!".
MO154,8 [8-03-1967]
8 Sì, caro Raffaele, questa è la realtà! Perciò l'atteggiamento, guardate, fatemi la carità, mettetevi anche domani quando che... per esempio, domani siete in una parrocchia, in atteggiamento di discepoli, non di giudici! Perché dico questo? Perché, per esempio, io vi ho detto che la Congregazione religiosa è nata nel '36 se volete, quando io ho avuto la reazione, avuto la reazione nella cattedrale. Pensate: cattedrale di Vicenza. Non domandatemi chi era il cappellano, per piacere. Quando sono andato in cattedrale, c'erano presenti al vespero, al pomeriggio, mons. Roveran... l'arciprete, e faceva... il vespero si faceva, e poi il catechismo. Dunque attenti, a quel tempo si faceva così: il vespero veniva cantato dai canonici, i canonici come al solito andavano nel loro coro, chierichetti davanti, lì, di testa... e là si cantava il vespero, canonici e mansionari. Sapete che sono i mansionari, no? Sono quei sacerdoti che sono assieme con i canonici e hanno l'obbligo del coro, e son sacerdoti invece che essere, vero, monsignori. Un momentino: cantato il vespero, che era il vespero domenicale della domenica, lì seguiva il catechismo e la benedizione eucaristica, come erano le funzioni... Parecchia gente... un po' di gente stava lì davanti e aspettava. Finito il vespero, i signori che avevano cantato il vespero, via! Per loro le funzioni erano finite, no? Vespero... monsignori, mansionari, eccetera. Ce n'era uno che doveva restare: il cappellano, mansionario, ma cappellano, no, doveva restare; e doveva restare perché era il cappellano e le funzioni erano nella cattedrale. Dunque, pensate che le persone presenti di solito erano dai centotrenta ai centocinquanta centosessanta; siccome le contavo, so che la media era questa, siccome le ho contate parecchie volte, so che una volta erano centocinquantasette: c'erano tre uomini e il resto tutte donne e fanciulli.Il cappellano, siccome che i canonici stavano in sacrestia, canonico... capite... stavano in sacrestia, il cappellano si fermava in sacrestia. E là c'erano cinque sei giovanotti... l'Azione Cattolica era! E là si fermavano, chiaccheravano, ridevano, scherzavano. Tutti i due anni che sono stato lì io, non ricordo di aver visto una domenica il cappellano in chiesa a 'scoltar la predica dell'arciprete. Io dopo conducevo i mansionari in sacrestia e con i miei mocoli là, chierichetti, don Giovanni Sartori e compagni, andavamo a 'scoltar la predica e aspettavamo là, ma non ricordo una volta di aver visto il cappellano o i giovanotti... Venivano là quando era già cominciato... perché, quando era ora della benedizione, il cappellano doveva essere al fianco dell'arciprete per dare la benedizione eucaristica, e allora stava là, e gli altri stavano lì a chiaccherare in sacrestia e dopo qualche volta son venuti alla benedizione... e quindi, l'Azione Cattolica, qualche volta venivano a ricevere la benedizione e qualche volta restavano e continuavano a chiaccherare in sacrestia, poi andavano in giro col cappellano. Ma il cappellano non una volta che si sia messo anche lui, là, ad ascoltare la parola di Dio. Ora, guardate che...tra l'altro, poca fede e, poi, cattivo esempio.
MO154,9 [8-03-1967]
9 Scusate, domani un confratello fa una predica, fa un catechismo: perché non dovremmo essere noi i primi ad ascoltare quella predica, quel catechismo? "Ah, le xe robe ca le so! Mi, che la go fatta ale Figlie di Maria, la go fatta tanto pì bela quela predica lì! Ah, mi son abituà!".Figlioli miei, figlioli miei! Un po' di umiltà, un po' di umiltà! E mettersi lì anche, non sempre maestri, qualche volta anche come discepoli. Sentì, il vostro confratello el gavarà almanco imparà almanco come la mussa de Balaam, no? Può darse che la mussa se metta a parlare qualche volta... e state attenti che magari in un anno intero o in tre anni, che il Signore non, non... cioè che non abbia stabilito proprio attraverso il confratello di dirvi una cosa che voi non saprete mai perché non vi siete messi in atteggiamento di discepoli? Perciò, ecco, vi dico: guardate, non... cercate proprio nel caso nostro che non si ripeta quello che si sente dire tante volte: "Il peggiore uditorio è quello dei preti, dei frati, dei... seminaristi"... i quali, siccome sanno quelle cose, vanno soltanto per giudicare il modo con cui son dette e non vanno con spirito di fede. E ricordatevi una cosa: se tu non credi alla parola di Dio, Dio non si servirà di te per parlare alle altre anime. Tutto qui!Tu vai a confessarti, il sacerdote ti dice una frase, tu devi pensare a quella frase che ha detto il sacerdote, che Dio me l'ha detta, attraverso uno strumento, ma me l'ha detta. Cosa voleva dirmi il Signore così? Non sta a pensare che gli altri poi, vero, sentano la presenza di Dio in te, se tu non credi a Dio che ti parla attraverso gli altri! Questo è il primo argomento, cioè... dobbiamo sentire che Dio ci parla attraverso il confessore, vero...Ma, seconda cosa, dobbiamo sentire che siamo anche noi strumenti della parola di Dio, e perciò non predicare noi stessi, bisogna mettersi in atteggiamento di canali che portano la parola di Dio.
MO154,10 [8-03-1967]
10 Monsignor Carraro di... Verona, io so questo, e l'ho visto anche a Lourdes: lui va in chiesa a prepararsi le prediche, un tavolinetto là dinanzi al santissimo, si mette là dinanzi al santissimo. A Lourdes l'ho visto ore e ore seduto là davanti alla Madonna che la contava con la Madonna; dico anche tre ore di seguito. Ora bisogna che ci convinciamo che non troveremo nei libri la parola... i libri dobbiamo studiarli perché non possiamo mica dire, tirar fuori il Manzoni e dir che la xe Sacra Scittura e viceversa, no? Bisogna per forza... ma però ricordatevi, bisogna, le cose che diciamo alle anime, bisogna che andiamo davanti a Dio a metterle, prima... preghiamo, poi studiamo e poi mettiamo dinanzi a Dio, allora è parola di Dio! Si dice, mi pare che fosse San Pio X che leggeva i discorsi a sua mamma, no? Chi era, San Pio X che... le prediche, prima... Ah, San Giovanni Bosco, sì, le leggeva a so mamma. Lo go fatto anca mi al primo tempo: i primi tempi lo fasea anca mi! Dixea a me mamma... scriveva e disea a me mamma: "Ciò, dime...". Ecco, noialtri dovemo lezerghe le prediche al Signore, in modo che el Signore se le faccia sue; guai a noi se no ghe lezemo le prediche al Signore prima de farle, se non 'ndemo davanti al Signore a domandarghe al Signore: "Dime, mi adesso go da farghe la predica là... Senti, mi gavaria pensà de dire ste robe qua: cosa gh'in dito? Te par che le vada bene? Te par che sia giusto o che non sia giusto?". Ecco, allora il Signore se le fa sue, allora diventiamo strumenti come l'agiografo nelle mani di Dio. Altrimenti le deventa robe nostre, e se le xe robe nostre no le tàca, figlioli! Questo lo facciamo se abbiamo questa fede, cioè se siamo convinti che Dio parla agli uomini attraverso gli uomini. Allora, se siamo convinti di questo, noi andiamo dinanzi a prepararci le prediche, ci mettiamo alla presenza di Dio e domandiamo luce a Dio, studiamo e ci portiamo a Dio, cioè mescoliamo studio e meditazione, meditazione e studio, e siamo convinti: "Signore, fa' un piacere, parla, disi ti cosa che te ghe da dire... eccetera eccetera". E allora ci mettiamo anche dinanzi poi, quando andiamo ad ascoltare una predica, nello stesso atteggiamento.
MO154,11 [8-03-1967]
11 Ecco Paolo che dice, e ripeto la frase per conclusione: "E per questo anche noi incessantemente rendiamo grazie a Dio, che nel ricevere la parola di Dio da noi predicata, la accoglieste non come parola umana ma, qual è in realtà - e Paolo parla della sua parola - come parola di Dio, che esercita la sua potenza in voi credenti". Io non so come ve l'ho detta, se sono riuscito a farmi capire. La sostanza, caro Gigi, xe questa: cò scoltemo una predica, sarèmo i oci, Dio che ne parla! Vol mia dire che tutte le stupidaggini che dixe un predicatore sia giuste; no, no! Se le xe stupidaggini usa il manto della carità e basta. Se è uno che è tuo fratello, digli una parola e fagli la correzione fraterna, ma stèmo attenti perché in mezzo alle stupidaggini può darsi che ci sia una gemma preziosa che Dio vuole portare a te.Secondo: tu sta’ attento di non dire stupidaggini. Perciò preparati bene, studia e preparati bene, metti però quella predica dinanzi a Dio, perché sei strumento della parola di Dio. Tu ti siedi in confessionale, tu avvicini un giovane: ricordati, sei strumento attraverso il quale Dio vuol parlare alle anime. Non essere di impedimento a questo passaggio della parola di Dio! Tutto questo avviene, figlioli, se c'è fede, fede, ma... de quela!Amen!