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DIRETTORIO

PARTE PRIMA

IL NOSTRO POSTO NELLA CHIESA E NEL MONDO

I –

UNA CONGREGAZIONE RELIGIOSA NELLA CHIESA

RVD,1

1. Il nostro “posto” secondo i segni dei tempi nel progetto di amore di Dio
Per essere fedeli alla chiamata dello Spirito coltiviamo tutti i mezzi che ci consentono di leggere e comprendere la situazione degli uomini, il progetto di amore di Dio, la missione della Chiesa e il nostro “posto” in questo progetto (SI 131-134). Sono mezzi la preghiera, lo studio, la riflessione, l’attenzione e condivisione con il mondo dei poveri e del lavoro degli uomini per tenere vivo il carisma di fondazione.

DIO piano di salvezza

DIO amore di...

CHIESA

CONGREGAZIONE carisma

PASTORALE poveri

RVD,2

2. La fedeltà dinamica al Concilio Vaticano II
Secondo l’invito di don Ottorino, espresso nella “Carta di Fondazione”, cogliamo nel Concilio Vaticano II l’immagine di Chiesa che deve ispirare il nostro agire (CF 41). Con fedeltà dinamica alle direttive conciliari ci manteniamo nello spirito di ascolto di Dio e degli uomini che ha rinnovato la Chiesa dall’interno, facendole riscoprire la sua anima di servizio a bene dell’umanità, e consideriamo con attenzione quanto le chiese particolari, nazionali e soprannazionali, propongono in attuazione del Concilio Vaticano II.

CONGREGAZIONE fondatore

CHIESA Concilio

RVD,3

3. La Chiesa serva
Per esigenza del nostro carisma pastorale ministeriale curiamo personalmente e comunitariamente uno sforzo costante di inculturazione e di aggiornamento culturale, teologico e spirituale. Poiché la Chiesa in tutta la sua azione si ispira a Cristo, che manifesta “quanto Dio vuole bene agli uomini” e li salva servendo, ci lasciamo illuminare e vivificare dalla sapienza di Dio rivelata nei libri santi: preghiamo e studiamo, tra noi e con la comunità dei credenti, la parola di Dio: essa proclama che Cristo viene tra gli uomini e fa la storia, non come un potente di questo mondo, ma come servo di un’azione liberatrice che muove tutta l’umanità nelle sue aspirazioni più vere (Atti 20, 24; Fil 2, 1-11).

CONGREGAZIONE carisma

COMUNITÀ

DOTI UMANE aggiornamento

CHIESA

GESÙ

incarnazione

GESÙ

redenzione

GESÙ

servo

PAROLA DI DIO

DIO sapienza di..

DOTI UMANE studio

RVD,4

4. Il documento fondamentale: la “Carta di Fondazione”
Riteniamo fondamentale la relazione programmatica di don Ottorino al primo Capitolo generale della Congregazione (1968) quale “Carta di Fondazione”. Ad essa principalmente attingiamo la conoscenza del nostro carisma.

CONGREGAZIONE Capitolo

CONGREGAZIONE carisma

CONGREGAZIONE fondatore

RVD,5

5. Gli scritti di don Ottorino
Consideriamo importanti gli scritti di don Ottorino che si riferiscono alla vita della Congregazione: le meditazioni, le lettere, i suoi diari e testamenti spirituali. Poiché sono per lo più annotazioni varie e occasionali o trascrizione di testi parlati (omelie, meditazioni, ritiri...), devono essere letti secondo le circostanze che li hanno ispirati e il linguaggio tipico del tempo. Non possono essere considerati come unica fonte per conoscere la personalità di don Ottorino, la cui ricchezza si manifestava attraverso tutto un complesso di scelte e atteggiamenti che soli possono illuminare e dare giusto rilievo anche alle sue parole. Si abbia cura di completare la trascrizione, di conoscere e divulgare questi documenti attraverso un’opera di mediazione e interpretazione fedele e dinamica.

CONGREGAZIONE fondatore

RVD,6

6. La storia della Congregazione
Oltre a studiare le fonti, ci impegniamo a “fare memoria”, ricordando le caratteristiche concrete e personali di don Ottorino e delle prime comunità della nostra Famiglia animate da don Ottorino stesso e dai primi confratelli, in particolare don Aldo. La storia e il significato delle prime fondazioni, le sane tradizioni della Congregazione e la testimonianza dei confratelli, che hanno incarnato questo spirito con la loro dedizione, sia tramandata per iscritto e a voce, come storia di una chiamata, di un moto di rinnovamento del servizio pastorale, nella fede e nella carità.

II

IL NOSTRO CARISMA: VOCAZIONE E MISSIONE

DOTI UMANE studio

COMUNITÀ

confratelli

CONGREGAZIONE storia

CONGREGAZIONE spiritualità

RVD,7

7. I principi dinamici del nostro carisma pastorale
Esprimiamo la nostra vocazione e missione nei seguenti quattro principi dinamici: Rinnovare ogni giorno l’incontro personale con Dio per conoscere e adempiere insieme il suo progetto nella storia degli uomini, come Cristo sacerdote servo. Vivere e lavorare insieme fondendoci in unità, convocati dalla parola di Dio e a partire da un progetto comune, nel confronto e nel completamento reciproco, per essere testimoni e promotori di comunione e di ministeri nei singoli e nelle comunità. Incarnarci nelle chiese particolari, come pastori servi perché ogni battezzato realizzi nel lavoro quotidiano il sacerdozio comune e la propria diaconia a favore dei fratelli e della storia. Evangelizzarci tutti in un servizio pastorale che parta dagli ultimi, preferendo le chiese scarse di clero o dove maggiormente sono esigiti servizi specifici del nostro carisma.

CONGREGAZIONE carisma

CONGREGAZIONE missione

PREGHIERA unione personale con Dio

DIO piano di salvezza

GESÙ

sacerdote

GESÙ

servo

COMUNITÀ

unità

nella carità

COMUNITÀ

uniti nella diversità

PAROLA DI DIO

COMUNITÀ

RVD,8

8. Il dinamismo della nostra testimonianza
Impegniamo la vita a servizio di Dio per gli uomini secondo tali principi dinamici. Attraverso di essi attingiamo al mistero di Cristo sacerdote servo, celebrato nella liturgia e nella vita, qualifichiamo la nostra consacrazione religiosa, misuriamo la nostra diaconia personale e comunitaria e contribuiamo con la testimonianza della vita a un rinnovamento del servizio pastorale nella Chiesa.

EUCARISTIA liturgia

CONSACRAZIONE

COMUNITÀ

RVD,9

9. La Regola di Vita e le direttive capitolari
Per vivere il nostro carisma, fedeli all’”orario di marcia” voluto da Dio, uniti fra noi e pienamente consapevoli del valore della nostra chiamata, riconosciamo nel cammino della Congregazione e soprattutto nella Regola di Vita e nelle direttive capitolari i punti di riferimento per aggiornare costantemente la risposta ai bisogni degli uomini secondo il nostro specifico servizio pastorale (CF 43).

CONGREGAZIONE carisma

RVD,10

10. Lo stemma
Lo stemma della Congregazione, pensato da don Ottorino, presenta in modo sintetico e attraverso simboli gli elementi fondamentali che per noi hanno questo significato: l’incudine esprime l’impegno a far sì che tutti collaborino alla trasformazione del mondo secondo il progetto di Dio, santificando l’attività umana; la croce è il momento nel quale Cristo, sacerdote servo, dona la vita; l’ostia è simbolo dell’Eucaristia in cui celebriamo il Cristo che ci domanda di dare la vita, come Lui; Maria, richiamata dalla lettera “M”, prima discepola di Gesù, serva del progetto di Dio, è la presenza verginale e materna che ci sostiene e accompagna nella nostra diaconia pastorale; la fiamma indica l’intensità del “fuoco apostolico” che ci spinge a consumarci per gli altri; la scritta “Charitas” sintetizza il significato di tutto, indicando il nostro impegno di testimoniare l’”unità nella carità”.

III –

CARISMA PASTORALE RELIGIOSO: L’OPZIONE E GLI ASPETTI CARATTERIZZANTI

PASTORALE MINISTERIALE

CONGREGAZIONE fondatore

MONDO

DIO piano di salvezza

SOCIETÀ

lavoro

CROCE

GESÙ

servo

GESÙ

sacerdote

EUCARISTIA

MARIA

MARIA verginità

di ...

APOSTOLO F.A.

COMUNITÀ

unità

nella carità

RVD,11

11. I criteri del nostro servizio pastorale
Ispiriamo il nostro servizio pastorale ai seguenti criteri: - incarnarci nella realtà del territorio, partendo dagli ultimi e attendendo al mondo del lavoro, perché diventi sempre più luogo di promozione umana; - coltivare l’unità di vita dei credenti, favorendo una fede ecclesiale, incarnata, che si misura con la storia, e portando a congiungere la celebrazione della liturgia con la vita concreta che si apre a Dio, il quale salva rompendo il cerchio dell’egoismo e della violenza; - portare e accrescere la fraternità tra gli uomini, perché possa realizzarsi la famiglia dei figli di Dio; - condurre comunitariamente il servizio pastorale come preti e diaconi insieme, coinvolgendo i laici nel lavoro di analisi, programmazione, realizzazione e verifica; - promuovere la ministerialità riconoscendo e favorendo i carismi che Dio comunica a ognuno, nella collaborazione e partecipazione di tutti, perché chi è per il bene lo sia sempre più a servizio degli altri, specialmente dei più poveri; - tessere in modo speciale rapporti di amicizia, partecipazione e collaborazione con gli altri pastori della chiesa particolare cercando che le proprie opere e iniziative siano integrate nella pastorale diocesana; - rispettare e valorizzare la storia vissuta e le scelte fatte da chi ci ha preceduti nel servizio pastorale; - confrontarci sui “principi dinamici” con i confratelli delle altre comunità della Congregazione, per una compartecipazione e corresponsabilità nelle scelte pastorali (D 7).

LAICI ISPIRATI DAL NOSTRO CARISMA

PASTORALE poveri

SOCIETÀ

lavoro

VIRTÙ

fede

EUCARISTIA liturgia

COMUNITÀ

SACERDOZIO prete, sacerdote

DIACONATO diacono

CONGREGAZIONE amici

CONGREGAZIONE collaboratori

DOTI UMANE amicizia

COMUNITÀ

confratelli

COMUNITÀ

condivisione

COMUNITÀ

RVD,12

12. “Amici” e “Collaboratori”
Il nostro carisma può essere condiviso da quanti, specialmente tra i laici, si sentono di esprimere forme particolari di servizio nella comunità ecclesiale. Accogliamo con gioia “Amici” e “Collaboratori” della Congregazione e delle singole comunità, i quali possono costituirsi, con statuti propri e secondo ambiti specifici, in istituzioni che contribuiscano a realizzare sempre più compiutamente la missione pastorale della nostra Famiglia.

CONGREGAZIONE carisma

CONGREGAZIONE amici

CONGREGAZIONE collaboratori

RVD,13

13. Sorelle nella diaconia
Favoriamo, come espressione viva della fecondità del nostro carisma, il sorgere di comunità femminili, che, ispirandosi alla nostra vocazione e missione, intendono vivere una vita di consacrazione e di diaconia all’interno delle nostre comunità pastorali.

CONGREGAZIONE carisma

CONGREGAZIONE missione

CONGREGAZIONE sorelle nella diaconia

CONSACRAZIONE

RVD,14

14. Impegni reciproci
Con ognuna di queste istituzioni siano concordati impegni fraterni da parte del Capitolo, se si tratta di istituzioni a livello generale, da parte delle Delegazioni o delle comunità, se si tratta di istituzioni particolari.

I MINISTERI ORDINATI

CONGREGAZIONE Capitolo

COMUNITÀ

RVD,15

15. Presbiterato e diaconato
Nella nostra Congregazione viviamo la congiunzione dei ministeri del presbiterato e del diaconato quale segno sacramentale dello spirito di servizio che ci caratterizza. Tali ministeri avranno il loro vero sviluppo quanto più la nostra azione pastorale seguirà il rinnovamento della Chiesa in cui il ministro è veramente servo, e il culto di Dio è la lode che tutto il Popolo innalza a Lui con la propria vita. Il diacono in particolare, a nome della comunità cristiana, si inserisce negli ambienti della società dove si raggiunge l’uomo da vicino (scuola, assistenza sociale, organismi caritativi, lavoro ecc.), non sostituendosi ai laici, ma animando la loro azione specifica. (CF 26)

LA LITURGIA E LA VITA

SACERDOZIO prete, sacerdote

PASTORALE

DIACONATO diacono

CHIESA

DIO lode a...

SOCIETÀ

RVD,16

16. Liturgia e vita
Ci rinnoviamo con tutto il Popolo, facendo memoria del mistero di Cristo nella Parola, nell’Eucaristia e nei sacramenti, per continuare a servire in unità con Gesù, senza del quale non possiamo fare nulla (Gv 15, 5). Liturgia e vita non si oppongono, ma si richiamano in modo fecondo. Gesù infatti è il Figlio dell’uomo: celebrare il suo mistero è celebrare la salvezza e la liberazione di tutto l’uomo e di tutti gli uomini.

GLI “ULTIMI”

EUCARISTIA liturgia

EUCARISTIA

PAROLA DI DIO

GRAZIA Sacramenti

GESÙ

redenzione

RVD,17

17. Iniziative a “partire dagli ultimi”
In ogni comunità pastorale insieme cerchiamo di discernere e di realizzare, secondo lo spirito della Regola di Vita, iniziative particolari di condivisione con gli “ultimi”, creando la possibilità che qualcuno, diacono o collaboratore, si dedichi espressamente a tale compito, con speciale attenzione ai giovani, prima scelta apostolica di don Ottorino. Perciò fin dal cammino formativo ci avviciniamo alle necessità della gente aiutandoci ad assumere una mentalità diaconale.

PASTORALE poveri

PASTORALE giovani

DIACONATO diacono

CONGREGAZIONE fondatore

FORMAZIONE

RVD,18

18. Impegno della Congregazione
Ogni iniziativa di particolare impegno della Congregazione (opere, strutture speciali animate direttamente da nostri religiosi) sia intrapresa con il consenso del Superiore generale e venga svolta in collegamento con una nostra parrocchia e in armonia con i piani pastorali della chiesa particolare.

CONGREGAZIONE superiore generale

PASTORALE parrocchia

RVD,19

19. “Ultimi” e lontani
Prendiamo a cuore, come pastori, prima di tutto quanti nella società sono “ultimi”, appartengono cioè al mondo della povertà causata dall’ingiustizia e sono socialmente emarginati. Non trascuriamo inoltre tante altre persone che per motivi ideologici o morali sono lontane dall’esperienza cristiana. Come l’Apostolo che si fa «tutto a tutti per salvare ad ogni costo qualcuno» (1 Cor 9, 22) ogni nostra comunità stabilisca il dialogo, la comunione e la promozione nei confronti di tutti.

IL LAVORO

SOCIETÀ

PASTORALE poveri

COMUNITÀ

RVD,20

20. Centri di formazione professionale e altre iniziative
I centri di formazione professionale sono una risposta qualificata ai problemi sociali dei giovani, degli “ultimi” che hanno diritto ad un lavoro a dimensione umana. Attraverso di essi ci inseriamo in modo privilegiato nei rapporti tra le persone, tra le generazioni e le varie categorie e coinvolgiamo in forma diretta i laici nel compito educativo dei giovani e nell’evangelizzazione del mondo del lavoro. Nell’ambito del servizio pastorale della comunità progettiamo e realizziamo anche altre iniziative dirette a promuovere relazioni umane e cristiane nel mondo della professionalità (cooperative di lavoro, seminari per lavoratori...). In ogni iniziativa partiamo dalle necessità particolari del luogo in cui operiamo con lo scopo di creare testimoni del Vangelo in ogni ambiente.

FORMAZIONE lavoro

PASTORALE giovani

PASTORALE poveri

SOCIETÀ

lavoro

CONGREGAZIONE amici

APOSTOLO testimonianza

PAROLA DI DIO Vangelo

RVD,21

21. Lavoro e formazione
Nel cammino della formazione di base e nella formazione permanente, valorizziamo il lavoro con la sua potenzialità di maturare e di realizzare le persone, attraverso opportune esperienze di lavoro manuale, contatti con lavoratori, informazioni teologiche e sociali sulle problematiche specifiche.

DOTI UMANE maturità

RVD,22

22. Lavoro e fatica
Nell’obbedire alla comune legge del lavoro vogliamo essere solidali con tutti. Perciò svolgiamo i nostri compiti con fedeltà, assiduità e dedizione, ricordando le parole di don Ottorino «chi perde tempo tradisce le anime» (PL 13; SS 241).

OPERE DELLA CONGREGAZIONE

CONGREGAZIONE fondatore

RVD,23

23. Opere della Congregazione
La nostra Congregazione, per attuare la sua missione e l’opzione pastorale che la caratterizzano, attende alle seguenti opere particolari: - accetta dagli Ordinari del luogo la cura pastorale di comunità cristiane, con preferenza per le diocesi scarse di clero o con situazioni difficili riguardo alla comunione e alla ministerialità; - si dedica, dove è opportuno, all’interno di una pastorale organica e normalmente in collegamento con una nostra parrocchia, a centri di formazione professionale, e promuove altre iniziative all’interno del mondo del lavoro e degli “ultimi”; - apre case di formazione per giovani aspiranti alla vita religiosa nel ministero presbiterale o diaconale, e anima centri di spiritualità e di formazione ai ministeri; - presta, su richiesta dell’Ordinario del luogo, altri servizi particolari, purché ciò avvenga nel rispetto della nostra identità e della vita comunitaria.

PARTE SECONDA

LA NOSTRA VITA RELIGIOSA PASTORALE

I –

LA VITA RELIGIOSA PASTORALE

CONGREGAZIONE missione

PASTORALE

PASTORALE parrocchia

FORMAZIONE lavoro

SOCIETÀ

lavoro

PASTORALE poveri

FORMAZIONE case di formazione

CONSACRAZIONE vita religiosa

RVD,24

24. Consacrati a Dio per il Regno
La consacrazione religiosa deve essere vissuta nel contesto della nostra vocazione e missione nella Chiesa per il mondo. Consacrazione significa per noi porre dei segni particolari di radicalità evangelica nel nostro modo di essere in mezzo al Popolo di Dio, e di accogliere le attese e promuovere le speranze di un mondo nuovo racchiuse in ogni uomo.

CONGREGAZIONE missione

CONSACRAZIONE

APOSTOLO vocazione

CHIESA

RVD,25

25. Consacrati a Dio nella vita pastorale
Consacrarsi radicalmente a Dio nella vita pastorale vuol dire sentirsi inviati a prolungare nel tempo e nei luoghi più diversi l’amore infinito di Dio per gli uomini là dove essi vivono; perciò ci incarniamo nelle situazioni, assumiamo i valori evangelici che formano il tessuto e la vita della gente, ispirando ad essi tutta la nostra vita per essere ministri sempre più autentici e donati. Tale consacrazione è orientata dai criteri del nostro servizio pastorale (D 11).

II –

LA VITA COMUNITARIA

DIO amore di... PASTORALE

RVD,26

26. Aiuti per la vita comunitaria
Cerchiamo e utilizziamo tutto ciò che favorisce una vita comunitaria autentica e partecipata: il discernimento comunitario, il dialogo, la creatività, i sentimenti di affetto e di misericordia reciproca; il considerare ogni fratello come un dono; la partecipazione, ogni tanto, al nostro “impegno di vita” di laici, di collaboratori, delle sorelle nella “diaconia”, che si ispirano al nostro carisma; il farsi aiutare anche da esperienze ecclesiali adeguate e da tecniche offerte dalle scienze umane.

COMUNITÀ

COMUNITÀ

confratelli

COMUNITÀ

Impegno di Vita

COMUNITÀ

condivisione

COMUNITÀ

dialogo

CONGREGAZIONE carisma

CONGREGAZIONE amici

RVD,27

27. La comunitarietà con il Popolo di Dio
Ci sentiamo impegnati a vivere e ad animare la vita fraterna e comunitaria di tutto il Popolo di Dio, perché l’amore vicendevole è il primo segno evangelico dei discepoli di Gesù (Gv 13, 35). Poniamo attenta cura affinché la gente sia soggetto attivo e responsabile nel leggere la propria storia, la celebri nella liturgia, e agisca in clima di comunione e di promozione fraterna, annunciando e testimoniando l’amore del Padre.

APOSTOLO testimonianza

EUCARISTIA liturgia

DIO Padre

RVD,28

28. Unità nell’animazione pastorale
Collaboriamo con ogni organismo che mira a creare comunione, e a tale scopo promuoviamo quelle iniziative che contribuiscono ad orientare i vari carismi all’unità e a creare armonia tra gli operatori di pastorale, confratelli nel ministero e persone consacrate.

RVD,29

29. Unità e pluralismo nella realtà pastorale
Per quanto riguarda i movimenti spirituali, segno della vitalità della Chiesa, ci sforziamo di essere guide sagge che coordinano i molteplici carismi e ministeri della realtà pastorale e ne promuovono un’azione convergente. Il nostro rapporto con essi va verificato sui criteri propri del nostro servizio pastorale, nella convinzione che ogni movimento non è in funzione di se stesso, ma a servizio di tutto il Popolo.

CHIESA

RVD,30

30. La comunione nella Congregazione
Diamo importanza a tutti i momenti e i mezzi che ci consentono di comunicare con i superiori maggiori e con tutti i confratelli delle nostre comunità operanti nel mondo. Favoriamo l’iniziativa di un foglio di collegamento e altri mezzi che ci fanno sentire fratelli tra noi come la visita, lo scambio di esperienze, l’ospitalità e l’aiuto economico. Facciamo in modo che anche le comunità cristiane in cui operiamo siano collegate tra loro e con le altre comunità vicine, perché in ogni caso emergano i criteri dell’unità, della conoscenza, della relazione. Coltiviamo con attenzione i rapporti con i familiari dei nostri religiosi.

COMUNITÀ

confratelli

COMUNITÀ

COMUNITÀ

comunione

COMUNITÀ

RVD,31

31. Strutture per confratelli che si ritirano
La Congregazione offre strutture per accogliere coloro che vogliono ritirarsi perché gravemente impediti per età o malattia, preferendo tuttavia – se possibile – lasciarli nell’ambiente dove hanno operato.

- III –

I VOTI RELIGIOSI NEL SERVIZIO PASTORALE

CASTI PER IL REGNO DI DIO CONSACRATI AD AMARE IN DIO I FRATELLI

COMUNITÀ

confratelli

RVD,32

32. Il valore della sessualità
L’essere ministri in una comunità cristiana ci interpella sul senso del nostro celibato in un mondo misto come quello del servizio pastorale. Per il nostro stesso carisma siamo portati a realizzare l’autentico “essere in relazione”, come ha fatto Gesù, e a vivere il valore “uomo-donna”, cioè il valore della sessualità, come dono in ogni forma di vita e quindi anche nella consacrazione.

CONSACRAZIONE castità

CONSACRAZIONE celibato

CONGREGAZIONE carisma

RVD,33

33. L’equilibrio psicologico e la chiarezza di idee
Usiamo tutti i mezzi che ci consentono di acquisire un sano equilibrio biopsichico, di conoscere e maturare la propria personalità sul piano dell’identità sessuale e della relazionalità, e di avere idee chiare sull’amore di coppia, sull’innamoramento, sull’amicizia, sull’unione e affinità spirituale, sul senso di paternità, e sulla dedizione agli altri (PC 12).

DOTI UMANE personalità

RVD,34

34. Le difficoltà affettive
Nei momenti di difficoltà affettive ci confrontiamo con persone amiche, competenti, di profonda umanità e saggezza per discernere rettamente la propria situazione. Verso i confratelli, che si trovano in particolare difficoltà, usiamo discrezione, offrendo con carità il nostro aiuto fraterno e mai negando la fiducia e il rispetto alla persona.

CROCE difficoltà

CARITÀ

COMUNITÀ

confratelli

RVD,35

35. La castità e la scelta degli “ultimi”
Attendere agli “ultimi” è imitare la vita casta di Gesù che ama gratuitamente e serve con delicatezza particolare le persone emarginate e disprezzate, ricuperandole al senso dell’umano, al perdono, alla speranza e alla fiducia nella vita: “Molto le è stato perdonato perché molto ha amato” (Lc 7, 47).

PASTORALE poveri

GESÙ

imitazione

RVD,36

36. La rinuncia e il sacrificio
Accettare il sacrificio della rinuncia all’amore nel matrimonio ci fa condividere la vita di quanti si trovano senza famiglia e subiscono spesso la solitudine e l’abbandono, senza cessare per questo di essere persone degne e capaci di dare e ricevere amore.

POVERI COME GESÙ CONSACRATI A FARSI ULTIMI

PENITENZA sacrificio

FAMIGLIA matrimonio

RVD,37

37. Lo stile di vita povera
Condividiamo la vita con quanti soffrono qualsiasi forma di povertà e di emarginazione; da loro ci lasciamo interpellare e convertire; con loro ci educhiamo alla sobrietà, alla fiducia nella Provvidenza, allo spirito di sacrificio senza comodità superflue o privilegi, alla cura delle cose, alla capacità di relazione e partecipazione. Così saremo disponibili agli altri e manifesteremo a tutti i valori vissuti dai poveri (SS 135 s.). Con loro vogliamo confrontare il nostro stile di vita per evitare “l’attaccamento al denaro, radice di tutti i mali” (1 Tim 6, 10).

CONSACRAZIONE povertà

PASTORALE poveri

PROVVIDENZA

PENITENZA sacrificio

RVD,38

38. Il confronto con la comunità
Nell’uso dei beni dipendiamo dalla comunità e non consideriamo come proprietà personale quello che ci viene dato o affidato. Per le spese correnti ci confrontiamo con i confratelli e periodicamente ne rendiamo conto al superiore o al “consiglio di famiglia”. Gli strumenti utili per il ministero possono essere affidati all’uno o all’altro confratello, secondo la competenza, ma rimangono sempre a disposizione di tutta la comunità.

COMUNITÀ

COMUNITÀ

confratelli

COMUNITÀ

RVD,39

39. La testimonianza
Le nostre strutture, le case, gli strumenti, gli hobbies e il tempo stesso siano usati armonizzando i criteri dell’utilità e della semplicità con quelli della condivisione e della testimonianza di povertà, adattandoci opportunamente all’ambiente in cui viviamo e chiedendo consiglio per un migliore discernimento.

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

RVD,40

40. La verifica
Con i medesimi criteri le singole comunità, il Capitolo e i superiori maggiori sappiano verificare periodicamente il senso e l’autenticità di testimonianza della povertà riguardo alle strutture e ai mezzi di necessità generale. Gli stessi vigilino perché non ci siano sperequazioni economiche tra le comunità, favoriscano la mentalità di serena comunione dei beni, garantiscano un adeguato mantenimento ai confratelli anziani o malati, e provvedano alle attività generali e formative.

COMUNITÀ

RVD,41

41. Documentazione scritta
Tutti i documenti relativi agli atti giuridici connessi con il voto di povertà siano conservati nell’archivio della Casa madre o della Delegazione.

OBBEDIENTI COME GESÙ CONSACRATI A SERVIRE LIBERAMENTE

RVD,42

42. L’obbedienza al piano di Dio
Obbediamo al grido dell’umanità per l’edificazione del regno di Dio, come Cristo che si è fatto servo e si è lasciato volontariamente “comandare” dalle povertà umane per rivelare la grandezza dell’amore del Padre. Dalle necessità dei poveri, del mondo del lavoro, della comunità cristiana e umana, siamo obbligati ad andare sempre oltre i nostri desideri e progetti limitati. Consideriamo infatti la nostra vita a disposizione di Dio secondo i “comandi” che ci vengono dalla storia. In conformità con il carisma della nostra Famiglia religiosa, nata come una delle risposte ai particolari bisogni dell’umanità, ci liberiamo da noi stessi per essere secondo il piano di Dio e nell’obbedienza diventiamo liberi per servire (ET 27; SS 215).

CONSACRAZIONE obbedienza

GESÙ

imitazione

GESÙ

servo

DIO Padre

PASTORALE poveri

SOCIETÀ

lavoro

DIO piano di salvezza

CONSACRAZIONE disponibilità

RVD,43

43. Il servizio dei superiori
I superiori siano servi di tutti, primi nell’amore, nell’accogliere, nel dialogare, nel promuovere, coerenti e chiari nelle decisioni maturate insieme (Cost 205-206).

RVD,44

44. La verifica periodica
Nel servizio pastorale comunitario ci confrontiamo periodicamente tra confratelli e con la comunità cristiana, per vedere se abbiamo cercato e realizzato la volontà di Dio, sull’esempio di Cristo, il cui “cibo” era compiere la volontà del Padre (Gv 4, 34).

COMUNITÀ

confratelli

VOLONTÀ

di DIO ricerca della...

GESÙ

imitazione

RVD,45

45. Le vie di Dio
Dio può chiederci di essere salvatori con Gesù nell’apparente sconfitta del Calvario (Cost 93). Quando le vie di Dio risultano in contrasto con la logica umana, ripetiamo come Maria : «Si faccia di me secondo la tua parola» (Lc 1, 38) , o come Pietro : «Sulla tua parola getterò le reti» (Lc 5, 5).

GESÙ

redenzione

MARIA modello

RVD,46

46. L’obbedienza attiva
Con la nostra obbedienza attiva e responsabile, vissuta in comunità, saremo nel mondo segno che fare la volontà di Dio non diminuisce la dignità umana, ma la conduce a maturazione, sviluppando la libertà dei figli di Dio (PC 14).

CONSACRAZIONE disponibilità

COMUNITÀ

RVD,47

47. La fedeltà ai compiti
Svolgiamo generosamente e fedelmente i compiti assunti, secondo quanto prescritto dalla Regola di Vita, dalle direttive dei superiori e dalle scelte operative della comunità (M 17/3/71; 24/3/71).

RVD,48

48. I trasferimenti
Alla richiesta di trasferimento da parte dei superiori ci presentiamo pronti a operare dovunque il Signore ci chiama; se abbiamo difficoltà, possiamo farle presenti in umiltà e sincerità. I superiori consultino abitualmente anche l’autorità diocesana e rispettino le giuste esigenze della comunità cristiana. Dopo un periodo di servizio nello stesso posto (6-10 anni) dichiariamo la nostra disponibilità all’eventuale trasferimento ad altro incarico. Facciamo tutto con distacco e libertà e ci educhiamo con il Popolo di Dio a servire altre comunità anche donando i propri ministri; in questo modo tutti siamo obbedienti al medesimo progetto di Dio, per l’attuazione del quale ognuno porta il proprio contributo di sacrificio, aiuto, illuminazione e discernimento su quanto è necessario fare.

CONSACRAZIONE disponibilità

VOLONTÀ

di DIO

VOLONTÀ

di DIO abbandono alla...

CROCE difficoltà

RVD,49

49. Il ricorso
In caso di conflittualità, possiamo ricorrere ai superiori maggiori e in ultima istanza alla competente autorità ecclesiastica come garanzia di libertà, per ricercare autenticamente la volontà di Dio.

IV –

LA SPIRITUALITA’ MINISTERIALE

VOLONTÀ

di DIO ricerca della...

RVD,50

50. Le celebrazioni particolari
Celebriamo come particolarmente significative nella nostra Famiglia la solennità dell’Immacolata (con rinnovazione devozionale dei voti), la festa di san Gaetano (nostro patrono) e l’Esaltazione della santa Croce (anniversario della morte di don Ottorino).

CONGREGAZIONE spiritualità

RVD,51

51. La programmazione spirituale
All’inizio di ogni anno pastorale programmiamo gli impegni di preghiera, sia personali che comunitari, quotidiani (liturgia e preghiera personale), settimanali (“impegno di vita”), mensili (ritiro o “deserto”) e annuali (esercizi spirituali), aiutandoci poi ad attuarli e a verificarli insieme. Ci proponiamo inoltre l’adorazione eucaristica, la “lectio divina”, la meditazione della passione del Signore, la conclusione della giornata davanti all’Eucaristia, la meditazione comunitaria settimanale.

PREGHIERA

COMUNITÀ

COMUNITÀ

Impegno di Vita

PREGHIERA deserto

EUCARISTIA adorazione

RVD,52

52. I sussidi
Ci aiutiamo vicendevolmente a migliorare e completare la formazione mediante sussidi per la preghiera, per la lettura dell’ambiente secondo il nostro spirito e con l’aiuto delle scienze umane, come pure mediante esperienze della nostra spiritualità ministeriale. Il Consiglio generale incarichi un’apposita commissione che provveda tali sussidi e guidi tali esperienze.

FORMAZIONE

CONGREGAZIONE Consiglio

RVD,53

53. La memoria dei defunti
Conserviamo l’unità con i fratelli defunti in spirito di preghiera e di suffragio, nella memoria della vita che hanno condiviso con noi e nella fiducia della loro intercessione. Alla morte di un confratello ogni Delegato indichi i suffragi che si devono offrire in ogni comunità. Ogni mese, in un giorno da destinarsi, in ciascuna comunità si celebri una santa Messa per i religiosi, familiari, amici, benefattori defunti.

PARTE TERZA

LA FORMAZIONE

- I -

LA CONFIGURAZIONE A CRISTO SACERDOTE SERVO

NOVISSIMI morte

COMUNITÀ

RVD,54

54. La “costante” nella nostra formazione
Nella nostra vita di religiosi pastori sviluppiamo una costante attitudine e disponibilità a configurarci a Cristo sacerdote servo. Ci manteniamo in ascolto di una società in evoluzione e perciò tutti in un continuo impegno di rinnovamento e di aggiornamento per una formazione permanente.

CONSACRAZIONE religioso

GESÙ

imitazione

GESÙ

sacerdote

GESÙ

servo

FORMAZIONE

RVD,55

55. Lasciarci educare dal Popolo di Dio
Consacrati al Dio della storia, che ama il suo Popolo, e chiamati ad essere animatori di comunità cristiane, ci lasciamo educare da questo Popolo, dai suoi valori, dalla sua fede e dalle sue invocazioni per diventare parte dell’autentica risposta di Dio.

APOSTOLO chiamata

RVD,56

56. L’equilibrio
Ricerchiamo in continuità l’equilibrio fisico, psichico, affettivo, spirituale e culturale che ci consente di far crescere armonicamente tutta la persona e di essere testimoni autentici del messaggio che annunciamo.

DOTI UMANE

DOTI UMANE rinnovamento

DOTI UMANE equilibrio

RVD,57

57. La formazione di base
Il primo periodo della formazione, chiamato “formazione di base”, va dal prenoviziato alla professione perpetua e all’ammissione al ministero ordinato. Essa normalmente ricopre l’arco di parecchi anni nei quali i giovani, che intendono far parte della Congregazione, vengono introdotti alla vita religiosa secondo il nostro carisma e si verifica se sono adatti alla nostra missione pastorale.

FORMAZIONE

CONSACRAZIONE voti

CONGREGAZIONE appartenenza

CONSACRAZIONE vita religiosa

RVD,58

58. I criteri formativi
Tutta la formazione deve ispirarsi : alla vita, alla persona, e agli scritti del Fondatore; alla Regola di Vita; alla radicalità della consacrazione; allo spirito di famiglia attraverso la mediazione concreta di una delle nostre comunità; ai criteri del nostro servizio pastorale (D 11); a un “piano di formazione”, valido per tutta la Congregazione, adattato alle diverse culture e periodicamente verificato secondo l’evoluzione generale della sensibilità, dei metodi e dei bisogni emergenti nella Congregazione, nella Chiesa e nella società.

CONGREGAZIONE fondatore

CONSACRAZIONE

CHIESA

SOCIETÀ

RVD,59

59. Il rapporto personale
Per la formazione si faccia leva sul valore educante delle persone in dialogo, che si misurano con la vita concreta; perciò ogni comunità formativa si organizzi generalmente in piccole fraternità che vivono con stile familiare.

RVD,60

60. Gli educatori
Per il carisma pastorale della nostra Famiglia gli educatori, compreso il maestro dei novizi, possono essere preti o diaconi. La comunità educatrice comprenda possibilmente entrambi i ministeri. Ogni educatore abbia una profonda esperienza di Dio, sia capace ed esperto di dialogo, di discernimento spirituale, di condivisione e di servizio pastorale.

II

LA FORMAZIONE DI BASE

1 - L'ANIMAZIONE VOCAZIONALE

CONGREGAZIONE carisma

FORMAZIONE noviziato

RVD,61

61. Gli animatori vocazionali
All’interno del nostro servizio pastorale riteniamo preziosa la dedizione a tempo pieno di alcuni confratelli per elaborare e attuare un progetto di animazione vocazionale ad ampio respiro, secondo le seguenti indicazioni: - avere attenzione a tutte le nostre comunità per sensibilizzare a questo problema i confratelli impegnati nel servizio pastorale e nella formazione, provvedendo gli strumenti atti a integrare la dimensione vocazionale all’interno delle proprie attività e garantendo un apporto personale competente; - essere presenti in gruppi o movimenti che favoriscono la ricerca e il discernimento vocazionale; collaborare con le comunità formative; - istituire qualche centro di animazione vocazionale aperto ai preadolescenti.

2 - IL PRENOVIZIATO

APOSTOLO animazione vocazionale

COMUNITÀ

COMUNITÀ

RVD,62

62. Le comunità di accoglienza
Siano aperte opportunamente, con il consenso del Superiore generale e dell’Ordinario del luogo, comunità di accoglienza, nelle quali i giovani verifichino la loro fede e la loro capacità di vita comunitaria. Siano sempre costituite a contatto con più ampie esperienze della Congregazione, in modo che i giovani si confrontino concretamente con la nostra vocazione e missione.

FORMAZIONE noviziato

FORMAZIONE

CONGREGAZIONE superiore generale

RVD,63

63. I membri delle comunità di accoglienza
I giovani abbiano la possibilità di continuare a studiare o a lavorare; raggiungano una preparazione equivalente alla scuola superiore; siano accompagnati da consulenti sul piano psicologico per essere aiutati a conoscere se stessi e a misurarsi nella realtà con la missione che li attende (CDC 642).

RVD,64

64. Le comunità di accompagnamento e orientamento vocazionale per adolescenti
Là dove si ritiene opportuno si costituiscano comunità con il compito di seguire e orientare alla vocazione gli adolescenti, principalmente del settore scolastico secondario.

RVD,65

65. Esperienze significative
Prima di ammettere i giovani al noviziato si preveda la possibilità di un periodo di verifica con qualche esperienza significativa, secondo le esigenze del cammino personale di ognuno.

RVD,66

66. I voti temporanei
Il periodo di formazione dopo la prima professione comprende normalmente l’arco degli studi teologici. Con la guida di fratelli, preti o diaconi, dotati di solida preparazione spirituale, dottrinale e pedagogica, il religioso sviluppa la sua consacrazione nella vita quotidiana e attende alla sua preparazione specifica, teorica e pratica, al servizio pastorale (CDC 659, 3).

CONSACRAZIONE voti

RVD,67

67. Le condizioni generali
Il periodo di voti temporanei sia vissuto in piccole comunità a contatto con le nostre attività pastorali; si favoriscano rapporti armonici fra i membri della comunità formativa e di quella pastorale; si provveda al progressivo inserimento dei confratelli più giovani nei servizi pastorali più significativi, pur considerando prioritari la vita interiore, l’impegno allo studio, le esigenze del vivere comunitario e del lavoro, come mezzo educativo e di mantenimento.

RVD,68

68. Periodo formativo internazionale
E’ opportuno prevedere un periodo internazionale comune ad ogni religioso in formazione, così da garantire rapporti di conoscenza diretta e di amicizia, indispensabili per mantenere vivo lo spirito di famiglia tra confratelli di nazionalità diversa.

RVD,69

69. I voti perpetui
Alla scadenza dei voti temporanei, il religioso fa domanda per la professione perpetua, accompagnata dalla valutazione degli educatori e della comunità pastorale in cui vive. Per essere ammesso alla professione perpetua il religioso deve aver dimostrato di vivere sereno e impegnato nella Congregazione.

CONGREGAZIONE appartenenza

RVD,70

70. La preparazione immediata
Alla prima professione e alla professione perpetua ogni candidato si prepari immediatamente con un corso di esercizi spirituali.

RVD,71

71. L’anno di tirocinio ministeriale
Verso la fine degli studi teologici e, ordinariamente prima della professione perpetua, si preveda un anno di tirocinio ministeriale, vissuto in una nostra comunità pastorale, caratterizzato da una intensa esperienza spirituale e apostolica e orientato alla verifica della scelta definitiva del ministero secondo le inclinazioni dei candidati e le indicazioni degli educatori. In questo tempo i candidati saranno seguiti possibilmente dall’animatore degli studenti di teologia. La valutazione di idoneità sarà concordata con lo stesso animatore e con la comunità pastorale, dopo aver consultato possibilmente anche la comunità cristiana.

RVD,72

72. In caso di malattia
Una infermità fisica o psichica, anche contratta dopo la professione, quando a giudizio degli esperti rende non idoneo alla vita della Congregazione, costituisce motivo per non ammettere alla rinnovazione della professione o alla professione perpetua, salvo il caso in cui l’infermità sia dovuta a negligenza da parte della Congregazione o a lavori in essa sostenuti. In caso di demenza sopravvenuta durante i voti temporanei, il religioso non può essere dimesso dalla Congregazione.

DOTI UMANE salute

CONSACRAZIONE religioso

RVD,73

73. La professione di un ministro ordinato
Nel caso in cui il religioso sia un ministro ordinato, trascorrerà il periodo di voti temporanei in una delle nostre comunità in servizio pastorale, allo scopo di perfezionare il suo inserimento nella Congregazione e di discernere con altri confratelli la sua idoneità a impegnarsi in perpetuo nella Famiglia. In questo cammino sarà accompagnato possibilmente dal maestro dei novizi. Per la sua ammissione a rinnovare i voti o a fare la professione perpetua lo stesso maestro dei novizi con il superiore locale presenti una valutazione di idoneità.

CONGREGAZIONE appartenenza

FORMAZIONE noviziato

COMUNITÀ

superiore

RVD,74

74. L’impegno di fronte alla Congregazione
L’incaricato a ricevere la professione temporanea e perpetua è il Superiore generale o un suo delegato.

CONGREGAZIONE superiore generale

RVD,75

75. L’unità ministeriale
Il presbitero e il diacono, secondo il pensiero di don Ottorino, siano veramente uno: una comunità di servizio per l’unità della famiglia di Dio, la quale trova in Cristo la fonte del suo unico e molteplice amore agli uomini.

SACERDOZIO prete, sacerdote

DIACONATO diacono

COMUNITÀ

COMUNITÀ

unità

RVD,76

76. Il discernimento
Ogni candidato nel periodo di preparazione faccia discernimento con la comunità religiosa e cristiana in cui opera, sulla sua attitudine per l’uno o l’altro ministero. La comunità religiosa pastorale è chiamata ad aiutare la maturazione di queste scelte; cerchi perciò di essere esemplare nel servizio al Popolo di Dio, sia per quanto riguarda il presbiterato come il diaconato e viva profondamente l’attività pastorale secondo i principi del nostro carisma. In questo discernimento sappia coinvolgere la gente con la quale il candidato ha cercato di camminare esprimendo se stesso con i suoi doni.

COMUNITÀ

RVD,77

77. I criteri generali per i ministeri
I criteri generali per un discernimento sulla scelta dei ministeri sono: l’animo pieno di fede e totalmente donato al Dio della storia, da servire servendo i fratelli; la capacità di coniugare liturgia e vita per il bene del Popolo di Dio, che deve crescere come popolo sacerdotale e servo; l’apertura di spirito per riconoscere, rispettare e promuovere i carismi di tutti; le doti di animazione e di guida comunitaria: capacità di ascolto, di dialogo, di accoglienza, di comunione.

VIRTÙ

fede

EUCARISTIA liturgia

RVD,78

78. I criteri per il presbiterato
Il candidato al presbiterato manifesti un profondo senso: del mistero di Cristo celebrato nella liturgia; della parola di Dio che illumina e unifica la vita; della carità pastorale, come attitudine a unificare la comunità; della riconciliazione e dell’educazione alla chiara scelta di Dio, che si traduce in servizio all’uomo.

SACERDOZIO

PAROLA DI DIO

RVD,79

79. I criteri per il diaconato
Il candidato al diaconato riveli: - un grande spirito di fede nel mistero dell’amore di Dio incarnato in Gesù Cristo; - la disposizione a vivere questo mistero facendosi prossimo a chi è nel bisogno (Lc 10, 36); - la capacità di promuovere e animare i ministeri laicali secondo la preferenza agli ultimi e l’attenzione all’attività quotidiana; - la capacità di leggere e dar voce alla parola che Dio comunica attraverso i fatti e la storia concreta della gente. Il diacono, segno profetico della Chiesa serva degli uomini come Gesù, abbia uno spiccato senso del servizio e della carità come condivisione e partecipazione alla passione ardente di Dio per l’uomo, specialmente se povero, sofferente ed emarginato.

III –

LA FORMAZIONE PERMANENTE

SACERDOZIO

VIRTÙ

fede

DIACONATO diacono

PASTORALE poveri

CHIESA

RVD,80

80. Le modalità della formazione permanente
Poiché è necessario aggiornarsi in campo teologico, pastorale e professionale, ricaricarsi fisicamente e spiritualmente, approfondire il carisma e ravvivare la propria attitudine alla vita comunitaria, le singole comunità e i superiori maggiori organizzino programmi di esperienze e di corsi adeguati. Ad essi i religiosi potranno partecipare sia in luoghi indicati dalla Congregazione sia nell’ambiente culturale del loro lavoro apostolico. Il Superiore generale e il suo Consiglio prestino particolare attenzione a raccogliere le istanze vitali che nascono nella Congregazione, le discernano, le incoraggino e le facciano oggetto di seria riflessione per tutti, come primo elemento della formazione permanente. Secondo le opportunità siano costituite commissioni di studio ed esperienze in stretta intesa con la direzione generale. I religiosi siano aiutati a riqualificare il loro ministero, anche trascorrendo alcuni periodi a contatto con esperienze specifiche e significative della nostra Famiglia.

CONGREGAZIONE spiritualità

FORMAZIONE

DOTI UMANE aggiornamento

CONGREGAZIONE carisma

CONGREGAZIONE Consiglio

CONGREGAZIONE superiore generale

DOTI UMANE studio

RVD,81

81. I tempi
Il tempo dedicato all’aggiornamento e allo scambio di esperienze tra comunità non è sottratto all’attività pastorale ma ne è parte indispensabile. Sia data a ciascuno la possibilità di un tempo prolungato di riposo e di aggiornamento. Si preveda anche un periodo di convivenza con altri confratelli per una immersione nello spirito della Congregazione, durante il quale siano favoriti frequenti e fruttuosi interscambi tra Italia e America Latina. Questo tempo straordinario non toglie l’obbligo di periodiche pause per l’aggiornamento programmato da ciascuna Delegazione.

PARTE QUARTA

IL SERVIZIO DELL’AUTORITÀ

- I -

L’INDOLE E I COMPITI DELL’AUTORITÀ

COMUNITÀ

COMUNITÀ

RVD,82

82. L’autorità come profezia di rapporti personali
Il servizio dell’autorità non è solo in funzione della struttura interna della nostra Congregazione, ma, se esercitato in modo evangelico, influisce profeticamente su ogni rapporto di responsabilità nel Popolo di Dio.

RVD,83

83. L’autorità per l’unità
Il servizio dell’autorità è un rapporto tra persone in vista dell’unità degli animi e del coordinamento delle attività per il bene dei fratelli. L’unità di una comunità si realizza attorno al proprio superiore che deriva la sua autorità, come ogni autorità nel Popolo di Dio, per la mediazione della Chiesa e della comunità che lo riconosce, da Gesù Cristo, il quale non è venuto a dominare ma a servire e dare la vita perché tutti siano liberi e servi gli uni degli altri (Gal 5, 13-14). Ogni religioso costruisce l’unità della propria comunità non solo perché esegue degli ordini, ma perché cerca sempre di stabilire relazioni personali autentiche con ogni confratello e particolarmente con il proprio superiore.

COMUNITÀ

COMUNITÀ

superiore

CHIESA

GESÙ

servo

RVD,84

84. I superiori primi servi
Gesù ha detto: «I capi delle nazioni le dominano, non così dovrà essere tra voi, ma chi vorrà essere grande sia vostro servo» (Mt 20, 24-28). Questa parola di Cristo diventa per noi, religiosi ministri, la norma per esercitare l’autorità. Cominciando dalla propria comunità, i superiori siano per primi segno dell’obbedienza di servizio verso i poveri che invocano e guidino i confratelli in questa amorosa adesione, che esplicita il nostro carisma.

VIRTÙ

umiltà

COMUNITÀ

CONSACRAZIONE obbedienza

COMUNITÀ

RVD,85

85. Le attitudini
I superiori siano scelti per le attitudini al dialogo e al rapporto personale, affinché siano per i confratelli segno della carità di Dio. Amino personalmente ciascuno nella situazione in cui si trova, lo aiutino a superare l’individualismo e valorizzino le diversità facendole convergere verso l’unità di pensiero e di intenti (PC 14; 1 Cor 1, 10).

CARITÀ

RVD,86

86. Formazione alla competenza
Nell’ambito della formazione permanente si prevedano momenti e metodi perché i confratelli siano resi più idonei e capaci non solo di vivere in comunità ma anche di animarla.

FORMAZIONE

COMUNITÀ

confratelli

RVD,87

87. Il principio di sussidiarietà
I superiori favoriscano la fiducia e la corresponsabilità in tutti i membri della Famiglia e promuovano la conduzione comunitaria della comunità con programmazione e revisione periodiche. Secondo il principio di sussidiarietà i superiori maggiori accolgano quanto può essere fatto e deciso dalle varie comunità e dai singoli religiosi, procurando che sia consono con il piano organico della Congregazione e della Diocesi.

- II -

L’AUTORITA’ NELLA CONGREGAZIONE

LA COSTITUZIONE DELLA COMUNITA’ LOCALE

COMUNITÀ

corresponsabilità

COMUNITÀ

RVD,88

88. Inserimento di un religioso in una comunità
L’inserimento di un religioso in una comunità avvenga in dialogo con il religioso stesso e con il superiore e i confratelli delle comunità interessate, non senza consultare l’Ordinario del luogo. Alle varie parti ne dia comunicazione il competente superiore con lettera che indichi anche il compito da svolgere.

CONSACRAZIONE religioso

COMUNITÀ

superiore

COMUNITÀ

RVD,89

89. Le convenzioni con la Diocesi
Per le nostre comunità in servizio pastorale, ci siano convenzioni scritte con l’Ordinario del luogo, nelle quali vengano esplicitate le finalità e le eventuali condizioni e modalità da seguire per una cessazione del servizio (CDC 678).

RVD,90

90. Il superiore della comunità locale
Il superiore è fratello tra i fratelli e nel suo servizio è accolto come l’animatore dell’unione tra tutti. Da parte sua abbia a cuore tale animazione come suo impegno primario. Aiutato anche dalla preghiera dei confratelli, chieda a Dio la sapienza e un cuore capace di ascolto per unire in sé la carità, la pazienza e la fermezza (1 Re 3, 9; Cost 206). Egli promuove la fede e l’adesione di tutti alla volontà di Dio, partendo dalla situazione reale della comunità; sostiene ciascuno perché viva nell’entusiasmo l’unità tra consacrazione e missione; favorisce la conduzione comunitaria del servizio pastorale e la formazione permanente; garantisce le condizioni indispensabili per una sana vita fisica e spirituale; coltiva infine l’unità con i superiori maggiori e con le altre comunità della Congregazione.

COMUNITÀ

servizio reciproco

COMUNITÀ

conduzione comunitaria

FORMAZIONE

VOLONTÀ

di DIO

RVD,91

91. Le condizioni e la durata dell’incarico
Il superiore deve essere religioso di voti perpetui, almeno da tre anni, prete o diacono; può essere proposto dalla comunità, ma riceve la nomina dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio. Il suo servizio dura tre anni e può essere rinnovato, consecutivamente una sola volta, salvo situazioni particolari da verificarsi con la comunità. In ogni caso continua il suo compito fino alla riconferma o alla nomina del nuovo superiore. Per motivi seri egli può essere rimosso dall’incarico prima della scadenza del proprio mandato da parte del Superiore generale con il consenso del suo Consiglio.

CONGREGAZIONE superiore generale

CONGREGAZIONE Consiglio

COMUNITÀ

RVD,92

92. Conduzione comunitaria della parrocchia
Il servizio pastorale in una parrocchia è retto e animato possibilmente in solido dai religiosi ivi presenti, dei quali uno è il moderatore, responsabile di tale servizio di fronte al Vescovo. Quando il moderatore non è superiore, si sappiano con carità distinguere i ruoli; ognuno obbedisca al servizio dell’altro e tutto sia fatto in unità e collaborazione (CDC 517, 1).

PASTORALE parrocchia

RVD,93

93. I superiori delle case di formazione
I superiori responsabili della formazione rimangono in carica a giudizio del Superiore generale. Siano scelti dopo aver consultato la comunità educatrice.

LA VITA DELLA COMUNITA’ LOCALE

FORMAZIONE case di formazione

CONGREGAZIONE superiore generale

RVD,94

94. Inculturazione
Il servizio pastorale della comunità, sia nella preparazione come nella prassi pastorale e nella formazione permanente, obbedisca ad uno sforzo costante di inculturazione nell’ambiente, utilizzando il discernimento comunitario secondo lo Spirito.

FORMAZIONE

RVD,95

95. Il “consiglio di famiglia”
Al “consiglio di famiglia” normalmente si dedichi una parte del tempo negli incontri per “l’impegno di vita”, ma si possono esigere momenti speciali per l’urgenza e la gravità delle decisioni da prendere. Le scelte pastorali siano fatte in armonia con quelle della Diocesi accogliendo pienamente le direttive del Vescovo e collaborando fraternamente con clero e laici.

COMUNITÀ

Impegno di Vita

CHIESA Vescovo

CONGREGAZIONE collaboratori

RVD,96

96. L’archivio e la registrazione
Ogni comunità abbia: un archivio con i dati di ogni religioso e con i documenti della Congregazione: i decreti di erezione e di nomina, le convenzioni con la Chiesa particolare e la corrispondenza di una certa importanza; una contabilità della propria amministrazione, ordinata, semplice, aggiornata; una cronistoria documentata della comunità.

LA DELEGAZIONE

COMUNITÀ

CONSACRAZIONE religioso

RVD,97

97. Nomina del Delegato e del suo Consiglio
Il Superiore generale, con il consenso del suo Consiglio, nomina il Delegato, previa consultazione dei membri di Delegazione, i quali propongono una terna di nomi scelti tra i religiosi con voti perpetui da almeno dieci anni. Il Delegato si faccia aiutare nel suo compito da due consiglieri, proposti dai religiosi della Delegazione.

CONGREGAZIONE superiore generale

CONGREGAZIONE Consiglio

RVD,98

98. L’assemblea di Delegazione
I religiosi della Delegazione o i loro rappresentanti si riuniscono periodicamente in assemblea. Per rispondere ai bisogni della Chiesa nella quale operano leggono la situazione dal punto di vista del nostro carisma, secondo le indicazioni del Capitolo generale, del Superiore generale con il suo Consiglio e delle Conferenze Episcopali. Coordinano la elezione dei delegati al Capitolo generale e propongono gli argomenti da trattare in esso.

CHIESA

CONGREGAZIONE carisma

CONGREGAZIONE Capitolo

RVD,99

99. La consulta
Periodicamente i responsabili di ogni Delegazione vengono convocati in consulta dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio, per rendere più partecipata la gestione e le decisioni generali.

RVD,100

100. I direttori particolari
In ogni Delegazione si appronti un direttorio particolare applicando la Regola generale al proprio ambiente. Esso deve essere approvato dal Superiore generale col suo Consiglio.

RVD,101

101. La sede
La Delegazione ha sede propria e nell’archivio conserva i documenti originali o in copia riguardanti i religiosi, le convenzioni delle comunità con gli Ordinari diocesani e gli atti riguardanti le più importanti decisioni comunitarie e amministrative.

IL CAPITOLO GENERALE

RVD,102

102. La preparazione del Capitolo
Il Capitolo generale viene preparato dal Superiore generale con il suo Consiglio e attuato in base al regolamento approvato dal Capitolo precedente, al quale i capitolari apportano di volta in volta gli aggiornamenti necessari. Essendo il Capitolo generale un evento ecclesiale, tutti i religiosi s’impegnano a sensibilizzare il Popolo di Dio loro affidato, perché partecipi alla sua celebrazione in unità di spirito, nella preghiera e con eventuali osservazioni o suggerimenti.

CONGREGAZIONE Capitolo

CONGREGAZIONE Consiglio

CONGREGAZIONE superiore generale

RVD,103

103. I religiosi delegati eletti
Ogni Capitolo generale determina il tempo, il numero e le modalità per la elezione dei delegati alla successiva assemblea capitolare.

RVD,104

104. I religiosi delegati supplenti
L’eletto al Capitolo che, per ragioni ritenute gravi dal Superiore generale, non può parteciparvi, sia supplito dal confratello che ha ricevuto, subito dopo di lui, il maggior numero di voti.

CONGREGAZIONE superiore generale

RVD,105

105. Lo spirito del Capitolo
I capitolari deliberino in spirito di fedeltà dinamica al carisma, in clima di preghiera, di ascolto e di fraternità. Le deliberazioni devono ottenere la maggioranza assoluta dei capitolari presenti. Tutti i religiosi s’impegnino ad accogliere le deliberazioni del Capitolo con spirito di amore e di obbedienza.

RVD,106

106. I compiti del Capitolo
Il Capitolo ha il compito di promuovere la fedeltà della Congregazione alla sua missione specifica nella Chiesa. Verifica la situazione della Congregazione sulla base delle relazioni comunicate e formula le linee programmatiche per il sessennio successivo, indicando le priorità operative. Si impegna a discernere come rendere la Famiglia sempre più agile anche nelle strutture, perché possa testimoniare con funzionalità e immediatezza il proprio carisma in mezzo al Popolo di Dio. Si avvale di indicazioni e di consigli di Amici e di Collaboratori laici.

IL SUPERIORE GENERALE

CONGREGAZIONE missione

CHIESA

CONGREGAZIONE amici

CONGREGAZIONE collaboratori

CONGREGAZIONE carisma

RVD,107

107. L’esercizio dell’autorità
Il Superiore generale, come fratello maggiore in tutta la Famiglia, chiede a Dio di vivere profondamente la pietà, lo zelo e la carità, e di saper discernere con il Consiglio generale, con le comunità e con i singoli, la Sua volontà; vive in amicizia e in unità con i suoi collaboratori e dimostra vera stima per il lavoro dei confratelli, ne condivide gioie e sofferenze, comanda con umiltà, corregge promuovendo, precede nel sacrificio, compatisce gli inevitabili errori, sa unire la fermezza alla bontà e fa convergere in unità le diversità (SS 214; Cost 177).

CONGREGAZIONE superiore generale

CONGREGAZIONE Consiglio

COMUNITÀ

VOLONTÀ

RVD,108

108. Le modalità del servizio
Sollecito nel cercare il maggior bene spirituale della Congregazione e dei singoli religiosi, egli consulta abitualmente il suo Consiglio in profonda comunione di intenti e coordina il lavoro dei Delegati e dei superiori locali. Visita frequentemente le comunità, avvicina i singoli confratelli in un rapporto di amicizia e di fede, discerne con loro i carismi e i compiti da svolgere, cerca che ognuno si trovi nel posto dove Dio lo vuole. Durante il suo mandato il Superiore generale faccia almeno una visita canonica alle comunità (Cost 179).

COMUNITÀ

confratelli

RVD,109

109. Responsabilità e punto di riferimento
Tutti i confratelli hanno per il Superiore generale un amore obbediente, profonda stima e affetto, pregano per lui e lo aiutano nel suo compito, riconoscendolo come il primo responsabile davanti a Dio dell’armonico sviluppo della nostra Famiglia religiosa. Ogni confratello può rivolgersi a lui nel rispetto del criterio di sussidiarietà e delle competenze degli altri superiori (Cost 175).

COMUNITÀ

confratelli

RVD,110

110. Età massima
Si preveda che il religioso da eleggere a Superiore generale non raggiunga i settanta anni compiuti, in modo che nell’esercizio del suo mandato egli non superi i settantacinque anni, età in cui ordinariamente nella Chiesa si è invitati a rinunciare agli uffici di responsabilità (CDC 401).

IL CONSIGLIO GENERALE

CHIESA

RVD,111

111. L’unità e la collaborazione
I Consiglieri formano col Superiore generale una comunità, in unità di cuori, di intenzioni e di vita, e si dedicano al servizio di coordinamento e di animazione della Congregazione. Per poter dare un aiuto efficace, essi cercheranno di avere conoscenza sufficiente delle situazioni della Famiglia religiosa. Ognuno darà il proprio apporto con libertà, spirito di fede e senso di responsabilità e, nei casi richiesti, con voto deliberativo. Tutti condividano sinceramente e appoggino quanto viene deciso in Consiglio e ne conservino la conveniente discrezione.

CONGREGAZIONE Consiglio

RVD,112

112. Il numero dei consiglieri e le modalità dell’elezione
I consiglieri, in numero di quattro, sono eletti con maggioranza assoluta e insieme, secondo criteri determinati dal Capitolo, con più votazioni, secondo l’occorrenza.

CONGREGAZIONE Capitolo

RVD,113

113. Integrazione del Consiglio
In caso di morte, di dimissioni o di impedimento permanente di un consigliere, il Consiglio viene integrato con il religioso non eletto che ha avuto più voti dal Capitolo. Se per ragioni gravi questi rinuncia o è impossibilitato, il Superiore generale con il consenso del suo Consiglio sceglie un altro religioso.

RVD,114

114. Il voto deliberativo
Il Superiore generale ha bisogno del consenso del suo Consiglio nei seguenti casi: 1 - l’indizione di un Capitolo generale speciale; 2 - l’approvazione delle relazioni sulla vita e sulla situazione economica dell’Istituto nel decorso sessennio, da presentare al Capitolo generale; 3 - la designazione del luogo dove si svolge il Capitolo generale e le prescrizioni concernenti il Capitolo che non siano previste dalla Regola di Vita e dal regolamento del Capitolo stesso; 4 - l’interpretazione pratica della Regola di Vita e delle delibere del Capitolo generale; la concessione di deroghe alle stesse in materia disciplinare, fino al successivo Capitolo; 5 - l’erezione e la soppressione di case; 6 - l’erezione di un noviziato e il suo trasferimento, sia temporaneo che perpetuo, in un’altra casa; 7 - l’erezione di Delegazioni e la nomina e i compiti dei Delegati; l’approvazione degli statuti delle Delegazioni; 8 - la convocazione della consulta dei Delegati; 9 - il trasferimento della residenza abituale del Superiore generale e del suo Consiglio, informandone la Santa Sede; 10 - la designazione del segretario generale, dell’economo generale, del legale rappresentante e la loro sostituzione; 11 - la nomina di un religioso avente le qualità richieste dal Direttorio generale per sostituire un consigliere generale che venisse a mancare in modo permanente; 12 - la nomina e l’eventuale rimozione dei responsabili della formazione, dei superiori locali, dei direttori di scuole e, in accordo con l’Ordinario del luogo, dei parroci; 13 - l’accettazione di parrocchie od opere affidate dai Vescovi diocesani, e l’approvazione delle convenzioni da contrarre con la Chiesa particolare (CDC 520); 14 - l’ammissione al noviziato, alla prima professione annuale e alla professione perpetua, salvo le competenze delle delegazioni previste dai rispettive statuti; 15 - l’approvazione dei rendiconti annuali dell’amministrazione generale e delle amministrazioni locali, presentate a cura dell’economo generale; 16 - l’autorizzazione dei casi di straordinaria amministrazione (D 122); 17 - gli altri atti previsti dal diritto universale e proprio.

IL VICARIO GENERALE

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

FORMAZIONE noviziato

CHIESA Vescovo

RVD,115

115. I compiti
Il vicario generale collabora fraternamente e assiduamente con il Superiore generale, e ne fa le veci quando questi fosse impedito nell’esercizio delle sue funzioni o venisse a cessare dall’ufficio. In caso di morte del Superiore generale, convoca il Capitolo entro sei mesi e provvede alla conduzione ordinaria della Congregazione fino alla elezione del nuovo Superiore generale.

RVD,116

116. Le modalità dell’elezione
Il vicario generale, con mandato delegato e non ordinario, è scelto dal Superiore generale tra i consiglieri eletti.

RVD,117

117. La sostituzione
In caso di dimissioni o morte del vicario generale, il Consiglio venga reintegrato e si proceda alla nuova nomina da parte del Superiore generale.

GLI UFFICI GENERALI

RVD,118

118. L’economo generale
L’economo generale è nominato dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio e, seguendone le direttive, ha l’incarico di amministrare i beni della Congregazione. Partecipa alle riunioni del Consiglio quando si trattano problemi di carattere amministrativo; il suo voto è consultivo. Tiene l’inventario dei beni mobili e immobili, aggiornato di anno in anno. Vigila sugli uffici di contabilità e su tutti i beni perché siano valorizzati secondo il fine della Famiglia. Segue e coordina anche le amministrazioni locali. Ogni anno presenta al Consiglio il resoconto finanziario generale. E’ affiancato nella sua attività da una commissione economica, nominata dal Superiore generale e dal suo Consiglio dopo aver consultato l’economo stesso. In ogni caso gli indirizzi e i criteri della gestione economica della Congregazione sono tracciati dal Capitolo generale e determinati dal Superiore generale con il suo Consiglio.

RVD,119

119. Il segretario generale
Il segretario generale è nominato dal Superiore generale con il consenso del suo Consiglio: partecipa alle riunioni dello stesso e ne redige i verbali. E’ responsabile della segreteria generale; registra e conserva gli atti di carattere ufficiale, e cura la pubblicazione degli atti della Congregazione. Il suo delicato servizio alla Famiglia religiosa richiede una particolare riservatezza e dedizione.

PARTE QUINTA

LA CONDIVISIONE E L’AMMINISTRAZIONE DEI BENI

RVD,120

120. L’unicità del patrimonio
Nella Congregazione tutti i beni economici, pur nell’autonomia delle Delegazioni, formano un unico patrimonio collettivo che appartiene all’Istituto come tale. Solo la Congregazione, in Italia, e le Delegazioni, all’estero, hanno normalmente diritto di proprietà, secondo la legislazione ecclesiastica e civile del luogo e nei limiti stabiliti dai Capitoli generali. In ogni nazione la Congregazione sia eretta a persona giuridica con riconoscimento civile.

CONGREGAZIONE Capitolo

RVD,121

121. Il legale rappresentante e i responsabili
Responsabili dei beni della Congregazione e delle Delegazioni sono i rispettivi Superiori con il loro Consiglio. Essi ne affidano l’amministrazione e, se è opportuno, anche la legale rappresentanza, all’economo generale o a quello della Delegazione. Responsabili dell’amministrazione dei beni delle comunità locali sono i rispettivi superiori con il “consiglio di famiglia” che riunisce tutta la comunità; è questo che incarica un confratello come economo della casa, possibilmente distinto dal superiore.

CONGREGAZIONE Consiglio

COMUNITÀ

RVD,122

122. L’amministrazione straordinaria
I casi di straordinaria amministrazione che richiedono l’autorizzazione scritta del Superiore generale con il voto deliberativo del suo Consiglio, sono: a) l’acquisto o l’alienazione di immobili, b) la costruzione di nuove case, c) le trasformazioni radicali di edifici, d) le alienazioni, i prestiti e tutte le spese che superano il limite stabilito dal Capitolo generale o dalla Santa Sede (CDC 638, 3). In questi casi si cerchi anche il consiglio dei preposti alla Chiesa particolare.

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

CONGREGAZIONE superiore generale

RVD,123

123. L’amministrazione ordinaria
Tutti gli altri casi rientrano nell’amministrazione ordinaria, che è regolata dagli statuti di Delegazione. Ogni comunità, nel predisporre i preventivi di spesa, tenga conto delle situazioni economiche e di vita della gente del luogo. Le opere richieste dal servizio pastorale siano programmate in accordo con la Chiesa particolare e realizzate con il coinvolgimento della comunità cristiana; rimangono in proprietà della Diocesi.

RVD,124

124. L’amministrazione di una parrocchia
L’amministrazione della chiesa parrocchiale, ben distinta da quella della comunità religiosa, sia affidata appena possibile ai laici, secondo le norme della Chiesa particolare.

PASTORALE parrocchia

COMUNITÀ

RVD,125

125. I rapporti con la Chiesa particolare
Le modalità per la comunione, la condivisione e l’autolimitazione dei beni dell’Istituto in rapporto alla Chiesa particolare sono determinate dalle direttive della Delegazione o della Congregazione, secondo la propria competenza, tenendo presenti le obbligazioni di carattere generale, come il dovere di contribuire per le case di formazione e le comunità più povere.

FORMAZIONE case di formazione

RVD,126

126. Le convenzioni con gli Ordinari
Le relazioni tra la Congregazione e gli Ordinari locali in materia economica siano regolate nelle convenzioni scritte.

RVD,127

127. La corresponsabilità
Ogni casa procuri, per quanto è possibile, di far fronte alle spese ordinarie senza ricorrere all’economato generale. I confratelli siano in regola con gli obblighi di previdenza secondo le varie legislazioni sociali del luogo. I singoli religiosi tengano registrate le spese personali e l’economo della comunità provveda alla registrazione dell’amministrazione. Come segno di corresponsabilità, ci sia una informazione amministrativa annuale tra le singole case e la rispettiva Delegazione, e tra questa e l’economo generale, il quale poi porterà periodicamente a conoscenza dei confratelli l’andamento economico e finanziario generale.

COMUNITÀ

confratelli

COMUNITÀ

corresponsabilità

RVD,128

128. La condivisione
Per realizzare sempre meglio la condivisione dei beni, i Delegati promuovano l’aiuto alle comunità più povere all’interno della Congregazione e si soccorrano i bisognosi. Ogni casa eviti accuratamente di capitalizzare beni: per questo si costituisca presso la Delegazione, in accordo con l’economo generale, un fondo da destinare alla formazione, all’assistenza sanitaria e previdenziale dei religiosi, all’aiuto in favore delle nostre comunità più povere e a interventi per situazioni di particolare necessità. L’amministrazione di questo fondo sia periodicamente verificata dall’assemblea di Delegazione. Il Superiore generale provveda che il Delegato col suo Consiglio determini i criteri secondo i quali le singole comunità devono definire la quota da devolvere a questo fondo.

COMUNITÀ

RVD,129

129. Le attività produttive
Il Superiore generale con il suo Consiglio operi affinché le attività produttive della Congregazione siano condotte con spirito evangelico, secondo le finalità decise dal Capitolo generale, favorendo la partecipazione degli operatori e nel rispetto dei contratti di lavoro e della legislazione civile e fiscale delle singole nazioni.

CONGREGAZIONE Capitolo

RVD,130

130. Il personale dipendente
Il personale laico sia assunto dalle singole comunità o dall’economato generale o di Delegazione con regolare contratto e nel rispetto di eventuali regolamenti interni. Con queste persone si stabilisca un rapporto di fraterna collaborazione rendendole partecipi, per quanto possibile, della vita spirituale e apostolica della comunità.