DT 1950



L’avverbio «mai» è sottolineato nell’originale.
DT 1950,1
1.Dieci anni di sacerdozio.Dieci anni di incorrispondenza.Dieci anni di responsabilità.***
Mamma, Mamma! Quanto ho sognato un sacerdozio santo, un sacerdozio di fuoco, e come inorridisco del mio sacerdozio pieno di mille miserie, freddezze e incapacità a trasformare e a trasportare a Dio. Vedo e sento la bellezza della mia vocazione, sento vivo l'anelito alla santità, al disprezzo di me stesso, alla sete di sofferenze, alla unione con Gesù, all'indifferenza spirituale. Sento in me una sete inestinguibile di Cristo, una fame insaziabile di amore, di sofferenze, di anime. Desidero scomparire dinanzi agli occhi del mondo. Sento il bisogno di squarciare i veli Eucaristici ed immedesimarmi in Lui, il Figlio tuo, Mamma, ed essere uno.Tutto è possibile a te, o Mamma. Ecco quello che ti chiedo in questi giorni di raccoglimento, lontano dal campo del mio lavoro, qui tra le bellezze della natura che mi parlano continuamente di Gesù.Ho fame, Mamma, di Gesù: saziami... Mai una mamma lascia il suo bimbo senza accontentarlo quando chiede un tozzo di pane. Ora nessuno all'infuori di te può saziare la mia fame di Gesù e di anime. Il mio sogno è di essere tutto, solo e sempre di Gesù. Non ho desideri di riuscite di opere; uno solo è il mio desiderio: consumarmi nel divino volere. Se a me è data la scelta: consumarmi nella sofferenza.Distruggi in me, o Mamma, tutto quello che c'è di umano e potenzia il mio sacerdozio affinché io possa portare le anime a Te e a Gesù. Manda tanti apostoli, o Mamma, nel mondo e fa che gli uomini tornino alla luce e all'amore.
Per parte mia, col tuo aiuto, fisserò questo programma:
1) Cercare sempre ciò che più costa, senza però farlo mai notare. 2) Scomparire.
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