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ESPERIENZE AUTOBIOGRAFICHE SULLA DEVOZIONE ALLA MADONNA

MO97,1[Settembre 1966]

1.... e allora sono andato là, in cantina, a rubare una bottiglia vecchia, e mi ricordo ancora il posto giusto. Sapete che c'è la casetta rossa all'Anconetta, dove c'è il camino... di fronte a questa casa c'era l'orto, e allora: "Attenta, eh! Mah! Te vedarè ca me ricordo de pì de ti; te vedarè ca me ricordo". Ela sempre fèmena... "Uno, due, tre.". Pum. Spaccà la bottiglia su pal muro! Quando che son venuto cappellano ad Araceli, era qua, sposata, all'Ausiliatrice: "Te ricordito quella volta ca go spaccà la bottiglia?". No la se ricordava più, e allora go vinto mi. Parché no la se ricordava più.
Bene, allora adesso, però, con voi posso dire: andiamo un po' più indietro, un pochino, e vedere cosa mi ricordo della mia fanciullezza, andando ancora più indietro, indietro nel ricordo, no? Sono due cose: una tanto indietro, e una più indietro ancora. Una è questa: durante la guerra '15-'18 c'era un capitano che veniva a dormire da noi, un capitano, e vicino alla casa, lì, c'era la truppa, e io volevo mangiare il rancio, capìo? E allora el me ga fatto dare una gavetta, savì cossa che xe le gavette, col maneghetto e ogni giorno andavo a chiedere, me mettevo in fila coi soldati... un mestiereto così, no? '15-'18, gero nato nel '15, al massimo gavarò avudo tre anni, in fila anch'io: "Piccolo soldato... in fila.", un bel tocco de carne, e via a casa! Questa me la ricordo.

MO97,2[Settembre 1966]

2.Più indietro ancora, mi ricordo, mi ricordo che mia mamma mi metteva sopra la finestra, proprio dove che ho rotto la bottiglia sotto, sopra la finestra della stanza... Eh, sì, faccio un salto indietro ancora, no trent'anni indrìo, nella gavetta, ma insomma vado indietro, non so quanto, ma vado indietro. E mi ricordo che diceva: "Attento, attento Ottorino, lassù. - e mi mostrava Monte Berico; adesso ci son le case e non si può vedere, ma allora si vedeva Monte Berico - Un baso verso la Madonna... Attento, Ottorino, lassù ghe xe la mamma tua!". Mi ricordo questo: mi faceva impressione "lassù c'è la mamma tua". Insomma, oh, non ero capace di fare sillogismi allora, ma adesso, pensandoghe bene, quello che mi era nato qui dentro, era quasi un senso de rabbia. Come dire: "Ma no, te sì ti me mamma?".
Invece che... sentire, le prime volte che mi ricordo, chissà quante volte me l'avrà detta ancor più indietro, mia mamma, quella roba lì, no?, ma capite che ero molto piccolo, no? Primo senso che ho avuto, le prime volte me l'avrà detto e non mi ricordo più, no?, me l'avrà detto: "Daghe i baseti alla mamma bella", e io non mi ricordo più, ghe li gavarò anca dà, ma non me ricordo più. Però, la prima volta che ho avuto coscienza di questa cosa qui, ero fra le braccia di mia mamma e mi pare di essere ancora là... che dentro de mi... un senso quasi di sdegno: "Là ghe xe me mamma? Me mamma xe questa!". Capìo, questo gera el senso; che naturalmente me mama diceva: "Daghe i baseti", ma dentro di me, se avessi potuto dire: “Porca l'oca, ostregheta! Mia mamma sei tu e non ne voglio altre!”. Però, piano piano, ogni sera, e chissà quante volte prima, ma da quel giorno ogni sera, su per quella finestra, quei giorni che c'era piova o temporale, e: "Dai un baseto alla mamma bella, un baseto alla mamma bella: quella è tua mamma!". E piano piano la ga possudo farme capire...: "Mi son to mamma, ma quella, quella la xe la mamma del Cielo! Quella la xe la mamma anca mia: quella, xe quella che mi go nel cuore qua dentro che te vol tanto ben, Ottorino, ma quella la xe quella che me ga fatto el cuore a mi che ama ti". "Ah, alora sì ghe vui ben!". Che sapienza, eh! "quella là xe quella che me ga fatto el cuore mio; se mi te vojo ben, xe sta la Madonna a farmelo. La nostra mamma, la Madonna, ghe stampa el cuore a tutte le mamme, anca ai putèi, anca ai putèi!". Semo andà avanti col tempo, eh. "Alora, gala fato anche el mio?". "Sì, ma no quel che ghe xe de cativo: quel che xe bon. E alora, quando che la Madonna ghe mette dentro, anca el diavolo ghe mette dentro!". "E alora, mamma, cosa bisogna fare?". "Dirghe alla Madonna, quando che te senti robe che non va ben qua dentro, che la vegna pian pian e la pàra via el diavolo: Madonna, mi el cuore lo vojo tutto par Gesù e par ti, e no per il diavolo el cuore!". Ecco il mio primo incontro con la Madonna! Scusatemi tanto, quando, per esempio: ciò, ti don Luigi, quando xelo sta el tò primo incontro alla Casa dell'Immacolata? Eh, quel giorno e quell'ora! Don Venanzio, quando è stato il tuo primo incontro con la Casa dell'Immacolata? Eh, il tempo delle patate, il tempo delle patate... Lo savì el bagolo delle patate, no? In seminario al tempo delle patate! E ti, Giacobbo? Ah, al tempo dei sorrisi, quando ca gera piccolo a sorrideva sempre. E con la Madonna, don Ottorino, quando il primo incontro? Sulla finestra, il mio primo incontro con la Madonna, là, sopra la finestra! Oh, piano! Come è avvenuto? Mia mamma mi ha insegnato che c'è un'altra mamma. Quella che fa il cuore alle mamme e che si chiama Maria, e che è in Paradiso, e che mi vuol bene, e che vuol farmi il cuore buono. E allora, se c'è una mamma, rivolgersi a quella, eh, perché quella, guarda, eh, quella ti fa il cuore buono!

MO97,3[Settembre 1966]

3.Vi dispiace se parliamo così o volete che facciamo discorsi teologici di alta mistica? Perché penso che questo è capitato anche a voialtri non è così?
Divenuto un po' più grandicello, giunto alle elementari... E allora in casa mia c'era una statuetta della Madonna, e al piccolo Ottorino diseva la mamma: "Quando che ti te parli (capite questa lingua, no?), quando che ti te parli alla Madonna, 'sta qua, ela la ghe lo dise a la Madonna che xe in Paradiso; ti te ghe lo disi a ela, ela ghe lo dise, ela ghe lo dise”. “Ma allora ciò, mamma, se mi digo a questa qua... mi vojo questo... Ela ghe lo dise, ma come xe che la fa a rispondere?”. “Eh, se tu stai attento: prima parli con la Madonna, poi stai lì... perché lo porti su in Paradiso, e dopo aspetta, aspetta... la Madonna ti risponde, vedrai che nell'intimo, dentro di te, la Madonna ti risponde!". Scusate, mia cugina che poi è andata suora, qualche volta me l'ha fatta, cioè meglio, me l'ha fatta una volta sola. Era un po' più vecchia di me e, lei e un'altra che è andata suora del Cottolengo, che era amica di casa, cosa hanno fatto? Hanno messo al collo, cioè, alla mano della Madonna, legato un bigliettino, e sono rimaste lì a pregare la Madonna. Dopo, vado un po' a vedere e trovo un bigliettino: “Ottorino, a Ottorino, a Ottorino”. Come? "Guarda...", le me fa la predichetta... Le me ga imbroja par diese minuti, e dopo son 'dà a tirarghe el cocòn: aiuuuuuu! perché si erano permesse di... perché io andavo... in forme abbastanza concrete, no? Si erano permesse di intromettersi in mezzo tra le mie conversazioni a colei che portava i messaggi alla Madonna, e... Mia mamma mi aveva detto che quando vuole qualche cosa la chiede alla Madonna e la Madonna dice di sì; e quando ci si rivolge alla immagine della Madonna, la Madonna è Lei che ascolta e Lei che esaudisce.

MO97,4[Settembre 1966]

4.E allora ci siamo dati da fare, no? Siamo in quinta elementare. Mia cugina deve andare suora. Portate pazienza se racconto dei fatti che più o meno sapete: tanto mi interessa portarli come... Càpita che avevamo i bachi da seta, e non c'era.... Sapete cosa sono i bachi da seta, una volta... per noi era una risorsa, perché non c'erano tanti uomini che lavoravano nelle fabbriche come adesso, e allora si aspettava la stagione proprio dei bachi da seta, perché allora si lavorava forte alcune settimane e poi cosa si faceva? Con quei soldi pagavi l'affitto della terra. I soldi erano pochissimi una volta che circolavano. Noi avevamo i bachi da seta, noi comperavamo la foglia per dar da mangiare, ci mettevamo il lavoro, ma cosa capita? Mancava una settimana per mandarli "al bosco" perché potessero fare il bozzolo, parlo di quindici giorni al massimo, non c'era più alcuno che avesse la foglia da vendere, nessuno...
C'era verso Bertesina, a Villa Curti, cioè a Villa Tacchi, un pochino prima, un signor Tacchi, che aveva dei moraretti piccoli così; il signor Tacchi aveva questi moraretti fatti come siepe... E allora ho detto a mia cugina: "Abbiamo...”. Prima siamo andati a domandare per poter comprare, no? Ma il fattore ha detto no, che non vendono quella foglia lì, perché le morarette sono piccole, e altrimenti se si prende la foglia anche quella sotto, solo, patiscono, e perciò non vendono. Erano ricchissimi loro. Ma non hanno voluto vendere, e pensate che era una fila di piante di duecento metri e anche di più. Allora, con mia cugina che era lì: "Ciò, Lina, go dito, te vedi poareti che i more da fame, i cavalieri, i more da fame. Foia no ghi n'è da nessuna parte. Sèto cossa ca fèmo? Tacchi nol vol gnanca vendare, a ghe domandemo alla Madonna e dopo andemo a robarghene un sacco”. E noi, via. Prima davanti alla statua della Madonna: “Senti, Madonna, varda che noialtri non semo mia par andar robare. Bisogna pagare l'affitto, e me mamma xe in letto malà, e bisogna fara qualcosa: butarli via vol dire, i soldi che avevamo speso per la foglia, e vol dire tutto il lavoro, e vol dire no poder avere i soldi per l'affitto! Madonna, senti... la ga creà to fiolo Gesù la foja, perciò la xe de Gesù e tua prima de essere de quell'altro: noialtri 'ndemo a torla”. E alla sera, caro, verso sera, nò alla notte, uno varda in sìma al terrajo, perché ghe gera el terrajo del Tesina... dù sacchetei sotto el brasso, e uno varda e uno ròba, uno ròba e uno varda... Dù bei sacchetti... dù bei sacchi... ghemo portà a casa la foja su le spalle. Solo che 'sta foja gera come i tre pesci e i cinque pani per darghe da magnare a cinquemila persone, vero! La gera una robetta, lì, darghe una sciantina tanto perché i diga: sì, magnemo, un dentin, no?, 'na sciantina de qualcosa! I magnava de furia, te poi imaginarte! Ghe gavarìa vossudo... Comunque ghe gera qualcosa!

MO97,5[Settembre 1966]

5.“Ciò, Lina, go dito, come fèmo adesso?”. E dopo, doman, cosa ca fèmo? Tolèmo l'acqua santa e benedìmo la foja: ciàpa la Madonna e mèttela in mezzo a la foja. “Ciò, Madonna, te sè parcossa che sèmo andà a robare: par darghe la foja a mangiare ai cavalieri. Spartissela, vero”. Noialtri due, grandi uomini... e benedissi la foia, sempre sotto la protezione della Madonna... Poi la Madonna mi ha aiutato a benedirla anca, no? E, dopo averla distribuita là così, vien dentro una persona, in casa, una persona... e 'sta persona dise: "Vero, Clorinda, go sentìo che voialtri serchè della foja... Mi, el ga dito, go tutti i morari là in fondo, verso la latteria, e li go zà pelà (voialtri no savì mia cosa vol dire pelare...), però, adesso i ga fatto i rabuti, i ga rabutà. Ora, se volì andar tirarvela zo... sa volì andar tirarvela zo, ve liberamente, vero. Da una pianta ghe ne tirarè zo un sachetèlo, ma xe chiaro che le xe bele foje lo stesso!". Ritirale liberamente: el ne le ga regalà! Allora la Madonna, allora la Madonna no la me ga mia castigà parché semo andà a robar la foja!
Ecco, è stata la prima volta che ho avuto la sensazione della protezione della Madonna! Voler bene alla Madonna perché guarda che è là in Paradiso, ti vede sempre, è tua mamma, non ti abbandonerà mai, anche se sembra che non senta, ma vedrai che sente; e, piccolo come ero... piccole offese de andar robar la foja... e ho avuto la sensazione netta e precisa che la Madonna non mi avrebbe abbandonato nella vita. Ho detto: adesso sei ma mamma, adesso; in Paradiso c'è mia mamma, e quando avrò bisogno io mi rivolgerò alla mamma, e se la Madonna mi dirà di no, mi aveva detto la mia mamma, no?, ricordati che non è perché la Madonna non ti senta, non è perché la Madonna non ti vuol bene, è perché va bene così, perché, vedi, anche Gesù, anche Gesù, quando ha chiesto a suo Padre "Padre, passi questo calice", è un calice amaro quello, no?, il papà gli ha detto: "No, devi berlo!". Così tante volte chiederai alla Madonna, ma il Signore vuole che ti resti la croce. Quante volte, tu Ottorino, hai domandato alla Madonna che guarisca tua mamma e invece, finora, vedi che il Signore non te l'ha guarita, e va bene così. Però ricordati che, se tu vorrai bene alla Madonna, la Madonna non ti dirà mai di no. La Madonna ti sente sempre, ti segue sempre e ti dirà di sì. Allora, con questo, figlioli, pensate, sono entrato in seminario. Siete stanchi? Terminiamo? Non vorrei abusare...

MO97,6[Settembre 1966]

6.Dunque, sono entrato in seminario; la prima sera del seminario, cari, col cavallin de me poro nonno, arrivà davanti ai Frati de Santa Lussia, 'sto bel toseto vestìo de moro, no belo chè fusse belo... vestìo de moro, e co 'ste braghete more, là, me parea de essere un pretin... perciò, vestìo da festa così, mi pareva di essere un piccolo prete; e io avrei messo su la veste immediatamente, perché volevo farmi prete, per cominciare a dir Messa, per cominciare a salvare anime. Gera rabià parché gero piccolo. Eh, sicuro! Quanto go da 'spetare?
Me ricordo in seconda media... quante volte ho pregato il Signore: no se podarìa mìa ottegnere un miracolo, saltar via diese anni e esser zà prete? Quanto ho domandato: “Vero, xe mai capità, al padre spirituale, gèro piccolo, che il Signore ha fatto un miracolo, di modo che uno da diese anni, da dodese anni, el vada a ventidù anni? Non se podarìa mia domandarghelo alla Madonna?”. “Perché?” diseva el padre spirituale, monsignor... “Eh, per far presto a rivar prete! No se podarìa mia domandarghe la grazia alla Madonna?”. El me ga proibìo de domandarghela e no ghe la go gnanca domandà. A ghe la gavea domandà mi 'na volta, e la me gavea dito de no! Ora, state attenti, quella sera, quella famosa sera, saluto, un bacetto a mio nonno, salto di là, corro davanti al seminario. Monsignor Sette faceva terzo anno di teologia e, per consolarmi, quella sera mi ha condotto con quelli di quarta ginnasio, el gera prefetto di quarta ginnasio, e mi ha fatto correre là, nel cortile... E la prima sera: brrruuuummm! Sù pel muro, che ghe gerà el muro pien de cemento: brrruuummm!, spaca le braghe e la pelle che xe sotto. Pòvaro par de braghète, con un bel sette e settanta sette, e mi par terra! Poi, va a letto: me mamma! Uhm! Prima volta che gero via da me mamma! Ci capìamo, eh? Non ho pianto, però... mai pianto per essere via, però ne ho visto tanti! Non l'ho mai mostrato per fuori, ma par dentro gera allegro perché mia mamma mi aveva insegnato che la Madonna sarebbe venuta in seminario con me, e che la Madonna non mi avrebbe mai abbandonato; e allora, sotto le lenzuola quella sera, mentre me vegneva de pensare a casa: “Madonna, varda sèto che me costa; te lo vedi, ah, aver abbandonà el Tesina e la barca, eccetera eccetera eccetera; aver abbandonà i coneji, aver abbandonà me mamma, aver abbandonà la cavreta, aver abbandonà... me costa, sèto, me costa, ma varda, eh, lo fasso parché vojo deventar prete e salvare anime; se no fusse par quelo, gnanca, gnanca...”. E sul gnanca gnanca me indormessava. In altre parole, mi sono accorto che la Madonna mi ha accompagnato in seminario.

MO97,7[Settembre 1966]

7.Dopo prima ginnaso, allora si chiamava ginnasio no medie, dopo prima ginnasio, mi capita quello che voi sapete già molto bene: mia mamma guarita a Lourdes. Vi ha raccontato qualche volta don Venanzio, e qualche altra... Mia mamma che parte per Lourdes, e naturalmente mia mamma ha chiesto, perché guardate che era... allora, eh!, ha chiesto alla Madonna: "Madonna, tu vedi che mio figlio è chiamato da Gesù a farsi prete; tu sai che ha ancora bisogno di sua mamma, dunque, per piacere, guariscimi finché lui sarà prete, perché possa portarlo all'altare". E io ragionavo dentro di me: la Madonna è d'accordo! Perché, scusa, la vocazione ce l'ho, e tutte le anime là... Ho bisogno di mia mamma, siamo d'accordo, se non altro parché la me giustasse le braghe, no? Chiaro? È mia mamma, che discorsi! Oh, la Madonna non può dir di no a queste cose, perché certo la ghe tien: la Madonna guarirà me mamma! Se mi aveste detto, quando xe partìa me mamma per Lourdes, cosa ne dici? Io avrei preso il crocefisso e giurato che mia mamma sarà guarita perché, scusa, io devo andar prete, è chiaro, e mia mamma ha chiesto la grazia per accompagnarmi al sacerdozio, perciò la Madonna mi doveva la grazia: non c'è niente da fare!
Ma, la sera quando che è partita mia mamma, vado dinanzi all'immagine della Madonna, sempre ricordandomi che parlando alla statua, la statua, attraverso ela se andava a Lei, no?, attraverso la statua si arrivava alla Madonna. Go dito: “Senti, Madonna, tre ore stò in chiesa qui, quando mi arriverà la cartolina di mia mamma e mi dirà che è guarita!”. E mi me gèro messo d'accordo: fa' de manco ti mamma de dire che te sì guarìa, perché se no la gente, qua e là... Xe mejo: "Vado meglio", o qualcosa d'altro, così; così lo savèvo mi solo... vol dire che te sì guarìa. Infatti, me arriva la cartolina: "Vado meglio.". E allora mi via in chiesa tre ore, a contarmela con la Madonna. Cosa ghe gònti dito alla Madonna? Xe fadiga dirlo. Se vi dico, ragazzi miei, questo: ho avuta la sensazione chiarissima della presenza della Madonna; non l'ho mica vista, mettete il cuore in pace, ho vista la statua! Però, la sensazione che sarei arrivato prete, che la Madonna mi era vicina e non mi avrebbe mai più abbandonato. È stata la scelta della Madonna. E ho camminato gli altri anni del seminario con una fifa "fio fis", pensando che la Madonna mi guardava di giorno e di notte, che non mi avrebbe abbandonato, ma, nello stesso tempo che mi vedeva. Nello stesso tempo disèa questo: "Ottorino! Scusa... se te ve col deèto a leccare la torta, gheto caro che to mamma veda? Eh, no! Te vardi in giro, te vardi bene, dopo, e se nessun te vede, te lo fe. Ma se uno te vede, cosa farìssito? Xe vero? No la xe cussì?”. Graziano... Supponemo che ti, Graziano, te dovessi andare, metèmo, ipotesi no, a tòrte un graspo de ua... a tòrte un graspo de ua, xo par de là, supponiamo de là; te vardi se ghe xe nessun; se ghe xe nessuno te lo tuli, se ghe ze qualchedun te scapi via, no la xe cussi? No te farissi cussi? E se per caso vegnendo avanti un pochino te vedi don Ottorino, e te te lo trovi davanti improvvisamente, cosa farissìto? Te deventarissi rosso, e don Ottorino te dirìa: “Un graspo portetelo via!”. Succedarìa questo, no? No xe successo questo? Ora attenti, la nostra buona mamma, la Madonna, cosa ha fatto? Un altro paio di fatterelli: cose che sapete...

MO97,8[Settembre 1966]

8.Arrivato in seconda media, l'anno dopo della guarigione di mia mamma, sono in seminario: influenza! Allora, con l'influenza, cari, i te buttava a K.O. Pensate, quando uno si ammalava: quanta febbre? Trentasette e uno! Ben: oio, un bicchiere di olio; dieta liquida. Dieta liquida voleva dire: un po' di caffèlatte alla mattina, una sciantina de brodo alle dieze, no, caffèlatte alle dieze, un po' di brodo a mezzogiorno, brodo, va ben, e un po' di caffè-latte alle quattro, e un po' di brodo alla sera: quella era la dieta liquida! Per quanto tempo? Dovevi prima restare, supponiamo tu avevi la febbre, questa sera hai la febbre trentasette e uno, no? Va ben: tutta domani senza febbre, posdomani ti davano il caffèlatte alla mattina, caffèlatte alle dieci, e a mezzogiorno ti davano na minestrina che te la vardavi par traverso... par traverso, un pometto cotto, e forse una scianta de purè de patate; pane niente per il primo giorno. Quindi, bisognava star un giorno completo senza febbre; l'altro giorno cominciava 'na sciantina de salita. Pol imaginarse se l'influenza la durava tre-quattro giorni, cinque-sei... appoggiarse alle careghe! E dopo, però, se gaveva el vantaggio - l'unica cosa - che ti davano tre giorni di vacanza in famiglia, perché... te geri distrutto, perché non avresti potuto far niente...
Fatto si è che mi è capitato di guarire dall'influenza; dopo un paio di giorni, quando sono stato capace di stare in piedi da solo, ho avuto tre giorni di vacanza. Però non avevo i soldi per il viaggio, capito?, per il treno. Da Lisiera se andava andava a piedi fino a Quinto, ecco la strada: si prende la ferrovia fino a Lisiera, poi a piedi fino a Quinto: non avevo i soldi. Cosa si fa? Mia mamma mi aveva insegnato a pregare la Madonna quando c'era qualcosa, no? Arrivo lì in ferrovia e vado su a Monte Berico, dalla Madonna, pian pianelo. Avevo, adesso xe difisile dire quanti soldi che i gera allora; fate conto che in soldi de adesso, no?, parliamo di soldi di adesso, trenta schei, trenta centesimi, metti, cinquanta centesimi, toh! Allora, sarebbe stato come dire adesso, fate conto, un dieci lire... avevo un valore di dieci lire, mi occorrevano duecento lire, trecento lire per il viaggio. Vado su per Monte Berico, c'è un povero che domanda la carità, a 'sto bocèta: mi ciàpa e dagheli, quei ca gaveva. Arrivo su a Monte Berico, vado in chiesa, vengo fuori di chiesa e vengo giù da Monte Berico, parché la Madonna 'spetta l'ultimo momento, no?, avvilito morto... niente e trovo me zia: "Oh, come mai... come mai che te sì qua?". "Son drio andar casa, go dito, drio andar casa". "Che pallido che te sì!". “El treno parte più tardi, go dito, verso mezzogiorno”. Difatti che gera un treno verso mezzogiorno, no? “Domandarghe i schei, no? “Ah, verso mezzogiorno e, dise, salùdeme tanto to mamma, sèto!”. No go 'vudo coragio de domandarghe i schei. Podèa dire: “Zia, senta, (ghe davo del lei) me dàla, zia, i schei par andar casa?”. No go vudo el coraggio de domandarghe. Quando che la ga fatto du passi: "Spetta, ciò, Ottorino, dato che no vegno mai a trovarte, te do calcossa", la ga dito. E la me dà due o tre lire de allora, che erano sufficienti giuste per pagare il viaggio fino a casa. Aveva fatto quattro cinque passi avanti, mi aveva già salutato, e sapete in che posto che eravamo? Proprio dove c'è quella grotta con la Madonna nell'angolo lì, no? C'è la grotta della Madonna, in quell'angolo lì. Mi ha salutato, e andava giù perché abitava lì verso il Gogna, dove c'è la casa dei Ferrovieri, un po' più avanti della chiesa attuale... e mi ha dato i soldi! Ora qui mi fermo, perché se dovessi continuare da qui in avanti, non potrei più... domani mattina. Perché voi sapete quante grazie la Madonna poi ha continuato a elargire. Non più a me, ma alla Famiglia, alla nostra Famiglia.

MO97,9[Settembre 1966]

9.Vi basti soltanto tener presente quella della Congregazione. Quando, quando abbiamo presentato le carte per essere riconosciuti come Congregazione religiosa, i nostri cari sacerdoti là lo sanno, era nostro desiderio arrivare a tempo... durante il Concilio, essere già Congregazione dinanzi al Concilio, e come consolazione ci avevano detto a Roma, che qualche Famiglia religiosa aveva le carte ferme ancora da dodici anni, e insomma, due tre anni almanco, tre anni almanco, come minimo...
E quando sono andato a giugno, a giugno, per muovere le carte, mi hanno detto: "Guardi, sono ferme come quando sono state presentate; comunque, guardi, adesso le muoviamo, le muoviamo, ma si ricordi che meno di un paio d'anni, neanche per sogno, eh! Intanto, luglio e agosto niente da fare, perché a Roma, il caldo, le ferie, perciò non si lavora; si comincerà a settembre a muoverle, a mandar avanti. Comunque, io le tiro fuori dall'archivio". E nel giorno 8 settembre, festa della Madonna, mi sono presentato a Roma, e la sera prima sono andato vicino alla Congregazione dei Religiosi e chiedevo alla Madonna l'impossibile, cioè chiedevo alla Madonna il riconoscimento per prima del Concilio. E voi sapete perché: per il diaconato, eccetera eccetera eccetera. Ebbene, lì, ai piedi del palazzo della Congregazione dei Religiosi, camminando indietro e avanti, ho recitato una corona e ho detto: “Questa è la dinamite peggio di quella che i butta in Alto Adige! La Madonna, è impossibile che ci dica di no, perché per noi vuol dire salvare anime”. Al mattino seguente, apro la porta, vado dentro, vado là, mi presento da quel tizio che avevo trovato in fine giugno. Appena che mi vede, mi dice queste precise parole: “Ma scusi se... Ma, avete la Madonna dalla parte vostra?”. “Spero di sì”, ho detto. “Voi dovete avere di certo la Madonna dalla parte vostra, perché qui è successo una cosa mai vista, e credo che non si vedrà neanche mai, altro. Una Congregazione che nel mese di luglio e agosto, mesi nei quali non si fa niente qua, fa il cammino che altre Congregazioni fanno in due-tre anni, dieci anni, dodici anni; cioè in due mesi, nei mesi poi più balordi dell'anno, no?, fa questo cammino!”. Tanto è vero che, dopo qualche anno, monsignor Bovone e altri: "Ah! Lei... a Vicenza, xe quella Congregazion famosa che la xe passà, non se sa come, non se sa come! Ah, i ga la Madonna con lòri, i ga la Madonna con lori!".

MO97,10[Settembre 1966]

10.Figlioli, sì, è vero, noi abbiamo la Madonna con noi; cioè, per essere precisi, la Madonna è con noi, ma io mi domando: e noi siamo con la Madonna? È qui che vi volevo. È vero, sì, che la Madonna è con noi, è vero sì che la Madonna ci ha sotto il suo manto, ma noi restiamo sotto il manto della Madonna? Noi, siamo preoccupati di fare quello che la Madonna vuole che facciamo? Cioè, in altre parole, la mamma ci vuol bene, ma noi vogliamo bene alla mamma? La mamma vuole condurci, vuole condurci dove vuole Gesù, ma noi ci lasciamo condurre dalla Madonna? Vogliamo bene alla Madonna? La invochiamo quando vediamo la Madonna? Quando veniamo in chiesa, ci rivolgiamo a quella statua per dire: “Senti, tu che rappresenti quell'altra che xe sconta lì dentro, o da drio, no?, dimmi un po', Maria, dimmi un po': che cosa vuoi tu da me?”. Se qualche volta ci rivolgessimo alla Madonna, proprio con questa fiducia, questa confidenza, e dicessimo: “Senti, Maria, dimmi un po' che cosa vuole Gesù da me?”. Quante volte ci sentiremmo rispondere dalla Madonna: "Senti, figliolo, caro Francesco, caro Francesco, dirìa la Madonna, te domando una cosa sola: pensa solo a Gesù. Caro Egidio, te domando una cosa sola: taglia la gresta, pensa a Gesù!". Dico così per dire. Mica che tutti hanno... ecco! Figlioli, direbbe: “Caro figliolo Giovanni Ferraro, dimmi un po'...”.
Figlioli miei, ricordatevi: la Madonna non ci abbandona, ma se andiamo alla deriva è perché noi abbiamo abbandonato la Madonna. Se ci troveremo nel fosso un bel giorno, se ci troveremo in difficoltà, ricordatevi, non è perché la Madonna ci abbandona, è perché noi abbiamo abbandonato Maria. Quando domani sarete Religiosi, sacerdoti o assistenti, e vi troverete in difficoltà, e cioè proverete in certi momenti che non saprete più cosa fare: cosa devo fare? Ricordatevi che avrete sempre, sempre, la salvezza rivolgendovi a Maria.

MO97,11[Settembre 1966]

11.Basta ricordare, i più vecchi qua se lo ricordano, quel tale all'ospedale, no?, quel tale che da settanta anni non si confessava; e tutti ci siamo messi insieme a pregare la Madonna, tutti ci siamo messi, abbiamo pregato in compagnia. E io avevo perso un'altra settimana. Mi ricordo... l'ho sempre dinanzi allo sguardo. Pensare uno che ha la morte lì in agguato, e che aveva un tumore e non sapeva di averlo; da un momento all'altro il tumore poteva andare alla testa, brooommm!, e morire improvvisamente, e lui non voleva saperne di confessarsi: più di settant'anni che non si confessava! Mi ricordo l'ultima volta che sono andato a trovarlo, sono andato dentro lì, ho parlato un'ora e più, e ho detto: “Senta, e per ottenere la grazia di Dio, sa, non potrebbe, sa, fare la comunione, eccetera”... “Quando starò mejo! Quando starò mejo!”. E io sapevo che doveva morire.
Ho tentato con le buone, niente... Sconfitto, stavo per uscire, figlioli, sconfitto! Sopra il letto all'ospedale, là fra i dozzinanti, stanza bellissima, stanza bellissima all'interno, bene, c'è un'immagine della Madonna con Gesù Bambino in braccio, e mentre stavo uscendo dalla porta... della stanza, e stavo chiudendola, ero già fuori, capite?, stavo chiudendola, io avevo rivolto lo sguardo alla Madonna prima di partire dal letto e avevo detto: “Mamma, è la prima volta che mi dici di no. È vero che io ti ho detto di no tante volte a te, ma tu, in questo istante è la prima volta che mi dici di no”. E son partito, ma mentre stavo chiudendo la porta... l'ammalato mi chiama. Quando io stavo alzando la mano e stavo per dire la formula dell'assoluzione, guardavo la Madonna, guardavo l'ammalato e guardavo la Madonna. Pensavo dentro di me: “Madonna, me l'hai fatta! Mi hai fatto tribolare fino all'ultimo momento, eh, fino all'ultimo istante, mi hai fatto andar fuori dalla porta, quasi disperato”. Però, ha vinto il sacerdote. Quando io ho alzata la mano e ho detto: "Ego te absolvo a peccatis tuis", figlioli, io ho sentito che la Madonna era scesa in me, ho sentito che era Lei a guidare le mie mani!

MO97,12[Settembre 1966]

12.Guardate, io oramai sono vecchio, e voi sapete che i giovani possono morire, mentre i vecchi devono morire. Se volete un ricordo, sia questo: “Vogliate tanto bene alla Madonna, tanto bene alla Madonna; in tutti i vostri bisogni, vorrei dire anche foste nel peccato, ricordate, foste anche, si può dire, con la testa in mezzo al fango, ricordatevi sempre che una mamma non abbandona mai, una mamma ha sempre una parola di conforto, ha sempre una mano materna verso coloro che l'invocano”.
In modo particolare, nella vita apostolica vi troverete in difficoltà enormi, in pericoli enormi. Io vi raccomando questo: confidate in Maria e vi assicuro che la vittoria... Ricordatevelo: Satana in questo momento, in questo momento sta insidiando tremendamente la Chiesa. Ma ricordatevi sempre che, nell'ultimo istante, quando meno se l'aspetta, troverà un calcagno che gli schiaccerà la testa, e questo è il calcagno che si chiamava... cioè di Maria. Sia lodato Gesù Cristo! 26 ottobre 1966