Il riferimento è all’assistente Vinicio Picco, che celebrava il compleanno proprio in quel giorno 27 ottobre.
MI28,1 [27-10-1965]
1.Sia lodato Gesù Cristo! Ieri sera avevo ancora da fare la lettura spirituale. Mi sono accorto ieri sera, perché mi hanno chiamato giù d'urgenza e sono partito subito e mi hanno portato via il tempo riservato alla lettura spirituale; mi sono accorto che ero quasi a letto, e allora ho preso in mano il vangelo e, invece di continuare il vangelo come il solito, ho preso in mano il vangelo di San Luca. Dopo aver acceso il magnetofono ho spento la luce, ho messo il numero due e ho cominciato da principio. Vi prego di fare il più presto possibile un pellegrinaggio in Palestina. Il vangelo, dopo questa visita, è un'altra cosa, è un'altra cosa! Quando San Luca, ad esempio, comincia a descrivere Zaccaria che va al tempio, io con lo sguardo lo vedevo salire per la spianata del tempio. Mentre lo immaginavo mi sono detto: "Se tornasse Zaccaria adesso, se tornasse!". E mi sono rivisto con la fantasia i personaggi che c'erano allora. Immaginate che andassimo via un mese con Vinicio per festeggiare il suo compleanno, e che tornassimo dopo un mese. Voi non ci siete più e qui ci sono i comunisti: la chiesa è diventata sala da ballo, l'officina è diventata... Mi pare di vedere Vinicio che esclama: "Mamma mia, guardi che disastro! Don Ottorino, guardi, guardi! Si ricorda quello che c'era qui, si ricorda quello che c'era là...?". Allo stesso modo non è facile dimenticare immagini di scene che abbiamo visto durante la guerra: case sequestrate dai soldati che vi facevano molti disegni di donne, sparavano in giro, facevano al bersaglio tirando contro i muri. Purtroppo noi abbiamo visto molti di questi atti poco umani! Bene, ora fate conto che noi ritornassimo e vedessimo la Casa dell’Immacolata ridotta così.DIO lode a...
PAROLA DI DIO Vangelo
PREGHIERA meditazione
MONDO comunismo
SOCIETÀ
L’episodio della visitazione ad Elisabetta è raccontato in Lc 1,39-56. Ain-Karim, secondo i biblisti, è la città della Giudea che si trova a 6 Km. ad ovest di Gerusalemme, dove viveva la famiglia di Elisabetta.
MI28,2 [27-10-1965]
2.Ieri sera ho immaginato Zaccaria, poi con un salto sono andato a finire a Nazaret, e ripensando a Nazaret mi raffiguravo la Grotta dell'Annunciazione, e poi Elisabetta e la visitazione. Si fa presto a dire: "Venne per le montagne..."; noi ci abbiamo impiegato sei ore di macchina per arrivare, e dicevamo per strada: "La Madonna girava per queste strade quando veniva qui". È stata una bella fatica per quella povera donna, anche se era una giovane forte, robusta e sana, perché noi ci siamo stancati con la corriera e con le strade asfaltate, viaggiando attraverso quelle montagne. Immaginiamo quindi quella povera donna, su e giù, con quel sole, anche se sarà venuta d'inverno o d'estate, perché è senza dubbio una bella camminata. Forse avrà viaggiato con l'asinello, perché tutti andavano con l'asino. Certamente allora comprendo perché mettono sempre l'asinello vicino, perché raffigurano San Giuseppe con l'asinello: ancora oggi tutti hanno l’asinello. Anche la Madonna sarà andata con l'asinello, pian pianino, seduta in groppa. Sono di quegli asinelli abbastanza piccoli, ma devono avere i nervi d'acciaio perché sono veramente piccoli, sempre carichi e con gli uomini che vi salgono sopra; non so come facciano a non schiacciarli. Anche per portare fuori la roba dove stanno lavorando usano due, tre asinelli: hanno le cose da portare in giro per le loro stradine, e non hanno né camion né altro, ma solo asini! Hanno una specie di cesta, una da una parte e una dall’altra; buttano i calcinacci dentro la cesta e dopo, l'uomo dietro e gli asini davanti (quando parte uno vanno tutti insieme), vanno per la strada e sembra che conoscano la strada da fare; a un dato momento l'uomo fa un segno, si fermano, li scarica e tornano indietro: il sistema è rapido! Ieri sera sono andato a finire improvvisamente alla visitazione, ad Ain-Karim. Vi dico che fu una cosa meravigliosa.AUTOBIOGRAFIA Terra Santa
PREGHIERA meditazione
MARIA
CREATO
Lc 19,41.
Don Ottorino sta accenando, naturalmente, alle basiliche cristiane che in seguito vennero costruite sul Monte degli Ulivi.
MI28,3 [27-10-1965]
3.Questa mattina voglio portarvi in un altro posto. Vi ho detto che vi sono parecchie cappelle, chiese devozionali, per non dire anche qualche basilica, e ce n'è una, proprio in una posizione panoramica che domina bene Gerusalemme, ed è la basilica del "Dominus flevit" : il Signore pianse. L'hanno costruita in uno dei posti migliori, da dove si poteva dominare Gerusalemme. Il Monte degli Ulivi non è immenso, e neppure dista tre quattro chilometri da Gerusalemme; è un monticello che domina la valle del Cedron, ed ora ha una basilica di qua e una basilica di là. Il Signore vi andava spesso, e sappiamo che da lì ha contemplato Gerusalemme: solo dal Monte degli Ulivi si può dominare Gerusalemme, perché non c'è nessun altro posto dal quale si può dominare Gerusalemme. Ed è appunto su questa basilica che voglio soffermarmi questa mattina; non dentro la basilica, bensì fuori della basilica: è con Gesù che vorrei che guardassimo insieme un po' Gerusalemme.CREATO
GESÙ
MI28,4 [27-10-1965]
4."Dominus flevit" dice il vangelo, ed io vi confesso che anche "Octorinus flevit". Mi sono messo a guardare mentre gli altri intanto giravano. Mi sono seduto da solo e, mentre il sole illuminava Gerusalemme, mi sono detto: "Gesù ha visto con la luce di questo sole, di questo stesso sole, forse con la stessa luce perché era un uomo e come uomo vedeva anche Lui con gli occhi nostri, ha contemplato Gerusalemme illuminata dalla stessa luce del sole. Anche i monti sono gli stessi, e questo è il panorama che Gesù aveva dinanzi; soltanto alcune costruzioni, là in basso, sono cambiate, ma il panorama che Gesù aveva dinanzi è lo stesso panorama che io ho dinanzi. E Gesù guardava Gerusalemme e pianse". Poiché avevo celebrato la Messa al mattino, e so di essere una canaglia, speravo che Gesù si facesse presente: l'ho fatto sedere su un sasso, vicino a me, e ho incominciato a discorrere un po’ insieme. Con lui ho incominciato a guardare là, ho incominciato a contemplare la spianata del tempio, con lui che sapeva che cosa sarebbe avvenuto nel tempio, nella casa di suo Padre.GESÙ
uomo
CREATO
EUCARISTIA S.Messa
PREGHIERA meditazione
MI28,5 [27-10-1965]
5.Voi direte: "Anche le moschee sono la casa del Padre!". Certamente, ma non quella casa che voleva Lui: in esse c'è la sede di Maometto, c'è il segno del piede di Maometto, non il segno del piede di Cristo. Quali sentimenti di desolazione suscita la contemplazione della spianata del tempio: lì Gesù è stato presentato quando era bambino, Gesù è stato con i dottori, lì Gesù andava, lì Gesù istruiva, lì Gesù... mentre ora è un campo di nessuno, e per andare dentro nel tempio bisogna pagare perché è in mano dei Mussulmani, e devi pagare anche per andare a vedere. Che desolazione! Pensate al Signore, pensate se il Signore Gesù non aveva ragione di piangere guardando la spianata del tempio. E poi, allungando un po’ lo sguardo a sinistra, si vede un'altra chiesa, chiamata la chiesa del "Galli cantus". Anche i bravi latinisti di terza liceo che preparano gli esami di maturità sanno che vuol dire la chiesa del "Canto del gallo", e anche il maestro dei novizi sa che si allude a San Pietro. La chiesa è vicina al palazzo di Caifa. Certamente Gesù dall'Orto degli Ulivi vedeva la desolazione del tempio e vedeva Pietro che lo rinnegava. Guardando poi oltre il tempio e alzando un po’ lo sguardo si vede il giardino di Giuda.DIO
GESÙ
uomo
GESÙ
salvatore
PAROLA DI DIO Vangelo
Il riferimento è a Zeno Daniele, che aveva ottime qualità come amministratore.
Ora don Ottorino nomina Luciano Bertelli, allievo del corso teologico.
MI28,6 [27-10-1965]
6.Adesso, naturalmente, il giardino di Giuda è il posto dove i signori hanno una bella piscina, e appena mangiato si tuffano dentro nella piscina; è un luogo di divertimento, ma per Gesù voleva dire luogo del tradimento. È facile dirlo con parole, ma immaginate che io avessi qui uno di voi che mi rinnegasse come fece san Pietro, e un altro, per esempio, che volesse consegnarmi, vendermi ai comunisti per tre quattro milioni o due trecentomila lire. Immaginate Zeno che andasse dai comunisti e dicesse: "Che cosa mi date se vi vendo don Ottorino? Vi accompagno io, ve lo accompagno là, ve lo porto dentro e lo uccidete!". No, Zeno, poverino; forse Bertelli o qualche altro. Immaginate quindi Gesù, che è Dio ma è anche uomo: contempla il suo lavoro, Pietro, il canto del gallo, l'orto di Giuda. Un pochino più in là con lo sguardo si vede il Monte Sion e il Cenacolo. La prima sera ci hanno mostrato la proiezione del viaggio del Papa : è stata una cosa veramente bella, fatta artisticamente bene.GESÙ
ESEMPI
GESÙ
uomo
L’on Antonio Segni (1891-1972) era il presidente della Repubblica Italiana dal maggio del 1962. In seguito, colpito da trombosi cerebrale, si dimise nel 1964.
Nel 1965 Israele non aveva ancora occupato con la forza parte di Gerusalemme, che restava ancora sotto il dominio della Giordania.
MI28,7 [27-10-1965]
7.Ci hanno mostrato prima coloro che hanno collaborato, e il numero dei collaboratori era di circa una quindicina, e poi si è visto il Papa che partiva da Roma; tutto era a colori, molto ben fatto. All’inizio è apparso un professore della Terra Santa per fare un po’ di introduzione. Poi hanno fatto vedere il Papa che esce dalle sue stanze in Vaticano, che sale in macchina, e tutto il pellegrinaggio fino al ritorno a Roma. Non è stato un filmato pesante, una lunga tiritera, ma un servizio con brevi pennellate. Giunto a Roma, il Papa è stato accolto da Segni , senza nessun discorso e nessuna predica. È stato un documentario che durò poco più di un'ora, ma vi assicuro che era veramente fatto bene. Una cosa che mi ha molto impressionato è stata la visita del Santo Padre nel Cenacolo. Il Cenacolo attualmente è in mano ai Mussulmani. Pensate: il Cenacolo è in mano ai Mussulmani! Siamo in Israele, però vi sono dei Mussulmani che hanno aderito a Israele, e il Cenacolo è in mano ai Mussulmani. E dentro al Cenacolo ci sono delle colonne; avrete visto tante volte le fotografie del Cenacolo.AUTOBIOGRAFIA Terra Santa
CHIESA Papa
MI28,8 [27-10-1965]
8.Entra il Santo Padre, si inginocchia, e rimane a lungo a pregare. Immaginate il Cenacolo, dove è stata istituita l'Eucaristia, dove è nato il Sacerdozio, dove dovrebbe esserci un tempio grandioso e meraviglioso. Cosa si dovrebbe fare in quel luogo! Invece non c’è un'immaginetta, non c’è alcun segno di religione, niente; è proibito assolutamente anche cantare! Noi abbiamo letto dal vangelo il racconto della lavanda dei piedi, sottovoce per non disturbare il Profeta, e poi abbiamo recitato un Padre Nostro, un’ Ave Maria e un Gloria Patri, sempre sottovoce; è proibito cantare l'inno all'Eucaristia... Quando il Santo Padre è andato nel Cenacolo, anche lui ha dovuto attenersi a queste prescrizioni. Nella sala del Cenacolo ci sono alcune colonne, due tre colonne di qua, poi due tre colonne di là, e si entra da una porta e ci si trova nella sala del Cenacolo. Quando il Santo Padre ha fatto la sua visita i Mussulmani lo accompagnavano: dopo di essere entrato si è fermato e ha guardato attorno; sembrava quasi che piangesse perché ha dato uno sguardo pieno di desolazione. Una telecamera, cioè una cinepresa, lo ha filmato mentre dava un ultimo sguardo, uno sguardo che pareva cercasse un tabernacolo: lì ci dovrebbe essere un tabernacolo d'oro, perché lì è stata istituita l'Eucaristia.EUCARISTIA
SACERDOZIO
PREGHIERA
MI28,9 [27-10-1965]
9.Lì dovrebbe essere posto un tabernacolo d'oro, ma un tabernacolo d'oro di almeno cinquanta quintali, pensando a quello che ha fatto il Signore in quella sala; in essa dovrebbero collocare il più bel tabernacolo del mondo! Invece, niente! Se il Santo Padre non ha pianto in quel momento, era certamente molto, molto, molto commosso e molto impressionato. Gesù dal luogo del "Dominus flevit" ha visto certamente anche il suo Cenacolo. Pensando ora ai luoghi della crocifissione, e a tutti gli altri posti dove è stato condannato, flagellato e coronato di spine, non vi sembra, fratelli miei, che Nostro Signore aveva giusto motivo per piangere?EUCARISTIA
SACERDOZIO
CHIESA Papa
GESÙ
redenzione
CROCE
Vicenza è sempre stata ritenuta una città privilegiata per l’attaccamento alla religione e per il fervore delle attività ecclesiali, tanto da essere chiamata con invidia da alcuni e con disprezzo da altri "la sacristia d’Italia".
MI28,10 [27-10-1965]
10.E allora io faccio un passo più avanti, guardando oltre questo orizzonte, contemplando con lo sguardo non soltanto Gerusalemme, ma tutta la Palestina, con la presentazione che vi ho fatto di tutta la Palestina parlando delle varie cittadine e vedendo in che situazione si trovano attualmente: non aveva motivo il Signore di piangere, non soltanto sulla sua città, ma su tutta la sua patria? E se adesso guardiamo il mondo d’oggi, figlioli miei, in questo momento; se guardiamo la situazione generale del cristianesimo in giro per il mondo, figlioli miei, non c'è motivo per il Signore di piangere ancora? Quando noi guardiamo la nostra città di Vicenza e vediamo tanti giovani che pregano poco, quando ci mettiamo a confessare e sentiamo tanti peccati, diciamo: "Mamma mia, che cattiva è Vicenza!", anche se poi, quando vai fuori di qui pensi: "Che sacristia d'Italia è Vicenza, che santuario è Vicenza in confronto di altre località, che santuario è la città di Vicenza!". Se il santuario è così, figlioli miei; se Vicenza, nonostante le tante miserie che ci sono, è un santuario; sarà veramente contento il Signore della situazione del popolo? Se noi guardiamo la situazione del mondo, se guardiamo anche la situazione delle anime buone che cercano di buttar giù dalle spalle quello che è il giogo del Signore, e chi ha orecchi da intendere intenda, non mi sembra che si possa rispondere affermativamente.GESÙ
uomo
GESÙ
salvatore
CHIESA cristianesimo
GESÙ
La preghiera dell’angelo, ricavata da don Ottorino dalla storia delle apparizioni a Fatima, si faceva distesi sul pavimento, e quindi poteva favorire facilmente anche qualche dormitina se fatta durante la notte.
MI28,11 [27-10-1965]
11.Figlioli, è suonata l'ora di stringersi intorno al Signore e di consolare il Signore. Volevo veramente arrivare a questo punto e dirvi: è suonata l'ora di stringersi attorno al Signore e di consolare il Signore. Quando una mamma piange, il figlio si getta al collo della mamma e cerca di consolarla. Ora noi dobbiamo consolare il Signore, perché se ieri piangeva una volta, oggi dovrebbe piangere tre volte a causa dell'atteggiamento di Gerusalemme e del mondo intero. Vi dico, anzi, che insieme con il Signore, più di una volta, ha pianto anche don Ottorino vedendo la situazione in cui si trova il mondo. Che cosa possiamo fare noi per consolare il Signore? Qual'è il nostro compito di figli, di fratelli di Gesù, di fratelli buoni più vicini al Signore? Una cosa che veramente mi ha fatto tanto piacere è stato quello che avete fatto mentre noi, poveri pellegrini, andavamo nella terra di Gesù: ci avete seguito non soltanto pensando, ma specialmente soffrendo e pregando. La notte di adorazione che avete fatto, anche se per qualcuno potrebbe essere stata una notte di dormizione o di estasi durante la preghiera dell'angelo , giacché mi è stato riferito che alcuni sono stati scoperti che a prima vista sembravano addormentati, se è stata fatta con amore, con spontaneità, avrà fatto tanto piacere al Signore. In mezzo a tanta indifferenza, in mezzo a tante urla che si sentono nel mondo contro Dio, in mezzo a tante profanazioni delle cose sante, è consolante che ci sia stata una notte in cui, nella casa del Signore, un gruppo di anime, spontaneamente, abbiano innalzato inni al Signore. Questa è stata una consolazione grande che avete data a don Ottorino, ma la consolazione più grande l'avete data a Gesù. Sono convinto che se Gesù piange da una parte, Gesù è contento dall'altra.DIO amore a Dio
GESÙ
uomo
GESÙ
redenzione
CHIESA cristianesimo
CROCE sofferenze morali
APOSTOLO
COMUNITÀ
condivisione
PREGHIERA pratiche di pietà
DIO lode a...
MONDO
MI28,12 [27-10-1965]
12.Figlioli, bisogna fare sacrifici, bisogna che diamo un aiuto al Signore, bisogna che ci sforziamo di camminare con questo spirito, di continuare con questo spirito. Ecco, vi ho detto prima: bisogna che ripariamo i dispiaceri che il Signore riceve, li ripariamo con la gioia, senza musonerie: non dobbiamo coprirci di cenere e cilicio - i cilici costano troppo e manchiamo di povertà -, ma riparare con serenità, con gioia, cantando e accettando il lavoro, accettando la sconfitta o il trionfo. Gesù vuole da noi una riparazione semplice e gioiosa, gioiosa... Se, ad esempio, questa sera fate un po' di festa all'assistente Vinicio, vi aspettate le paste e queste non vengono, pazienza gioiosa, gioiosa! Magari, invece delle paste, vi arriva una bastonata all'ultimo momento... e va bene!PENITENZA sacrificio
CROCE
DOTI UMANE
APOSTOLO
ESEMPI gioia
Don Ottorino dice in latino “Profetizza”, ricavando l’espressione della narrazione della visione delle ossa aride del profeta Ezechiele 37,1-14.
MI28,13 [27-10-1965]
13.Figlioli, proprio questo vuole il Signore: non cose straordinarie, ma la nostra offerta generosa di tutte le azioni della giornata fatta con serenità, non con sentimentalismo, proprio con serenità, con gioia. Questo vuole il Signore! Vuole dei fratelli che l'aiutino, che l'aiutino nella bottega di Nazaret e che l'aiutino nel campo apostolico. Figlioli, voi non avete idea quanto sia grande, immenso, il lavoro apostolico che vi attende. Passando con l'aereo sopra il mare pensavo: dove andranno a finire le ossa dei miei figlioli? "Vaticinare, vaticinare" ... dove andranno a finire le ossa dei miei figlioli? In mezzo ai beduini, in mezzo alle grandi città? Non lo so io, non lo sapete voi; so solo che Dio ci ha chiamati qui per andare, ci ha chiamati qui per andare.CONSACRAZIONE
DOTI UMANE
MI28,14 [27-10-1965]
14.Nello stesso tempo non dovete dimenticare una cosa: sono trepidante per voi. Perché? Perché, figlioli, nessuno è confermato in grazia, né io né voi. Bisogna che ci armiamo tanto, tanto, di virtù; che ci armiamo tanto di spirito di mortificazione perché l’impegno è arduo. Figlioli miei, io ho visto tante cose in giro per il mondo, ho visto tanti che sono andati fuori strada, tanti che sono partiti con buone intenzioni e poi sono andati giù. Ma noi abbiamo una grazia grande: quella della Comunità, quella di essere insieme, di non vivere da soli, ma in tre o quattro insieme. Uniti insieme ci si aiuta, ci si puntella a vicenda: questa è una grazia grande. Ho visto in giro che tanti, tanti sono soli anche se hanno bisogno di qualche cosa. E invece proprio il senso di familiarità sarà quello che vi salverà. E allora insisto: continuate a progredire insieme, aumentate di giorno in giorno di più quella carità che vi stringe, perché oltre ad essere una virtù oggi gradita al Signore, questa carità sarà quella qualità che domani vi servirà nell'apostolato. Ieri sera in refettorio, per esempio, ho sentito che gli assistenti del seminario minore hanno la loro sala di ritrovo, la stanzetta di ritrovo, la taverna, mentre per gli altri la taverna è la stanza di don Ottorino. Non è vero, Severino? Fratelli, questa parte umana, non fatta fine a se stessa, è necessaria, è necessaria.VIRTÙ
PENITENZA
CONSACRAZIONE
COMUNITÀ
fraternità
COMUNITÀ
unità
Evidentemente don Ottorino non può trattenersi da una sua uscita scherzosa nell’accennare all’organizzazione parrocchiale.
MI28,15 [27-10-1965]
15.Siamo uomini, siamo uomini, e abbiamo bisogno di questa parte umana! Anche don Calabria aveva questa attenzione per l’aspetto familiare fra i suoi Religiosi. È imitando il suo esempio che ho incominciato ad avere una bottiglia in stanza, per qualche momento da trascorrere così da buoni fratelli, perché siamo uomini, e abbiamo bisogno anche di un po' di distensione. Ricordatevi un domani, nella vita apostolica, di non mettervi uno di qua e uno di là. No, no, no! Adesso, per esempio, vedo don Flavio con don Lino insieme alla ricerca di libri; è così bello vederli insieme! Ieri, ad esempio, hanno trovato un libro sul modo di organizzare la parrocchia. Adesso sono in due soli, ma se invece che essere in due ci fosse anche un assistente sarebbero in tre, in quattro, e allora vedresti già la parrocchia funzionare. Io credo che comincerebbero già con le donne dell’Azione Cattolica!DOTI UMANE
COMUNITÀ
fraternità
COMUNITÀ
MI28,16 [27-10-1965]
16.Ma è bello, è bello, figlioli. Non si tratta di distinguere o di rompere la Comunità: la Comunità è una, è una sola, ma si tratta proprio di sentirsi fratelli nell'apostolato. È quello che ho sognato da tanto tempo. La parrocchia esige un parroco, cioè un superiore, ma lo stesso siamo fratelli insieme, siamo insieme. Allora non c'è più distanza fra assistente e non assistente, fra prete o non prete; siamo insieme, lavoriamo insieme, e insieme dobbiamo salvare le anime. Via, via i pensieri di superbia, di primo, di secondo. C'è uno responsabile e questo va bene. "Deo gratias" che sia lui e che non sia io, ma non importa. È importante invece la parte umana, soprattutto la fraternità, questa unità, questa carità: questa, figlioli, è quella che vuole il Signore e questa è la nostra forza. Ricordatevelo!PASTORALE parrocchia
DIACONATO diacono
SACERDOZIO prete
VIZI superbia
COMUNITÀ
superiore
Don Ottorino doveva dedicare buona parte del suo tempo nella ricerca del denaro sufficiente per sostenere tutte le opere della Congregazione, e il peso dei debiti fu uno dei crucci che lo accompagnò per tutta la vita. Qui fa capire che se si fosse riusciti a vendere alcune case prefabbricate, che si costruivano nella Casa dell’Immacolata, avrebbe estinto alcuni debiti e avrebbe potuto disporre di maggior tempo per qualche campagna di animazione vocazionale.
MI28,17 [27-10-1965]
17.E allora concludiamo. Povero Vinicio con questo "Dominus flevit"; in questo giorno non piangiamo sui tuoi anni. Il Signore ha pianto, e aveva ben ragione di piangere su Gerusalemme e sul mondo intero. Però il Signore ci ha chiamati qui perché potessimo essere di consolazione a quel pianto, potessimo rimediare al suo dolore: è per questo che ci ha chiamati qui dentro. Rimedieremo con semplicità, con serenità, senza bisogno di cose straordinarie. Mi è stato detto ieri sera da un gruppo di voi: "Perché non si potrebbe riprendere qualche volta l’esperienza dell’adorazione notturna?". Vedremo, vedremo; magari una volta, ogni volta che compie gli anni Vinicio o qualcosa del genere! Esamineremo con attenzione la proposta per stabilire i tempi e i modi. Non dico di no, ma in qualche circostanza si potrà vedere; più che una cosa regolare, si potrebbe fare in circostanze particolari. Una cosa, però, adesso vi dico: possibile che insieme non riusciamo a strappare al Signore la grazia di poter vendere alcune case prefabbricate in modo di pagare un po' di debiti; possibile che non siamo capaci di strapparla? Se il Signore ci aiuta a pagare un po' di debiti, a vendere un po' di case, voi sapete come mi tuffo a corpo morto per le vocazioni degli assistenti.GESÙ
uomo
PENITENZA
CONSACRAZIONE santità
APOSTOLO missione
CONGREGAZIONE carisma
EUCARISTIA adorazione
COMUNITÀ
corresponsabilità
L’esempio conclusivo rimane a mezz’aria, ma è chiaro che don Ottorino vuole dire che è necessario affrontare un problema alla volta nella vita della Congregazione, e che solamente quando uno è risolto si può affrontarne un altro.
MI28,18 [27-10-1965]
18.Purtroppo il tempo è già passato, ma vorrei darvi un ultimo esempio. Avete mai visto mescolare la polenta? Si butta giù una paletta di farina nel paiuolo, lo si tiene fermo con il ginocchio e si mescola la polenta; in principio vengono fuori i grumi, e allora si mescola, si mescola, si mescola. Quando non ci sono più i grumi si butta giù un'altra paletta di farina, pian pianino, per risparmiare. Mi pare che questo è stato il sistema che noi abbiamo adottato: si butta dentro un po' di farina e dopo si mescola, si mescola, si mescola, e quando non ci sono più grumi si continua con una nuova paletta di farina.ESEMPI vari