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LA VITA RELIGIOSA È SEQUELA DI GESÙ CASTO E POVERO

MI40 [29-11-1965]

29 novembre 1965

L’osservazione di don Ottorino è per i Religiosi che prendevano appunti durante le sue meditazioni.

Il riferimento è al decreto conciliare sul rinnovamento della vita religiosa. Nella presente meditazione don Ottorino legge qualche passaggio del n. 1, e il testo conciliare viene sempre fedelmente riportato in corsivo senza ulteriori richiami specifici.

MI40,1 [29-11-1965]

1.Sia lodato Gesù Cristo!
Credo che ci sia poco da scrivere. Il documento bisogna non solo studiarlo, ma studiarlo alla presenza di Dio e con il Signore, farlo oggetto veramente di meditazione perché ci sono dei punti che dobbiamo non solo capire, ma vivere, e vivere intensamente se vogliamo essere con lo spirito giusto che vuole la Chiesa, che ci domanda il Signore in questo momento. Cominciamo col leggere mezza paginetta di introduzione, e poi vediamo se c'è qualche punto per poterci arenare un po' nella meditazione di questa mattina. “Il Sacrosanto Concilio già in precedenza, nella Costituzione "Lumen gentium", dimostrò che il raggiungimento della carità perfetta per mezzo dei consigli evangelici trae origine dalla dottrina e dagli esempi del Divino Maestro, ed appare come una splendida caratteristica del Regno dei Cieli”. Adesso lasciamo da parte le questioni secondarie e andiamo avanti, perché il documento viene dalla Chiesa: viene ripetuto che il religioso è Cristo Gesù.

CHIESA

CHIESA Concilio

CONSACRAZIONE religioso

Raffaele Testolin aveva completato il corso ginnasiale e all’epoca si trovava nell’anno del noviziato. Alla domanda di don Ottorino risponde: “Impegnarsi davanti a Dio e davanti alla Chiesa”, come si ascolta nel testo registrato.

MI40,2 [29-11-1965]

2.“Ora lo stesso Concilio intende occuparsi della vita e della disciplina di quegli istituti, i cui membri fanno professione di castità, di povertà e di obbedienza...”.
Dunque "fanno professione di castità, povertà ed obbedienza". Che cosa vuol dire fare professione? Io voglio domandare a voialtri. Testolin , che cosa vuol dire fare professione religiosa? A volte si esclama: "Oh, che bello! Facciamo la professione religiosa". Impegnarsi davanti a Dio e davanti alla Chiesa. Che cosa ne dice lei, signor Giuseppe: impegnarsi davanti a Dio e davanti alla Chiesa; in che cosa? Maestro, per piacere, che cosa vuol dire? Questo dinanzi alla Chiesa e dinanzi a Dio. Non ti sembra, don Pietro ? Ma dinanzi alla gente, giacché si parla e si sente questo verbo di fare professione, è una manifestazione pubblica, quasi come dire davanti agli altri: "Io faccio il medico, mi presento ufficialmente come medico, mi manifesto come tale". Facendo professione ci impegniamo e diciamo dinanzi a tutti, o meglio lo dice la Chiesa: "Questi uomini si sono ufficialmente impegnati a testimoniare pubblicamente, a manifestare anche esternamente oltre che internamente, che vivono completamente per il Signore". È un impegno! In altre parole, quando tu fai i voti ti impegni dinanzi a Dio e dinanzi alla Chiesa ad essere santo, dici davanti a tutti: "Indegnamente, ma mi impegno ad essere santo". Ora, ditemi voi, come si può poi andare, anche umanamente parlando, ai compromessi quando uno si è impegnato ad essere santo dinanzi a Dio e dinanzi alla Chiesa, a fare professione di santità, di vita perfetta? E come è possibile, allora, dopo che hai fatto questa professione, presentarti dinanzi al mondo, anche per una questione di coerenza, - non parliamo dinanzi a Dio, ma anche dinanzi al mondo - non casto, non povero e non obbediente? Tu hai venduto la tua volontà, e poi per tutta la tua vita continui a brontolare perché non puoi fare quello che vuoi. Hai ceduto i tuoi beni, e poi per tutta la tua vita continui a brontolare perché non hai quello che vorresti. Hai venduto il tuo corpo, e poi per tutta la vita continui a brontolare, ad andare a compromessi per portare via qualcosa. Non c'è coerenza, insomma, non c'è coerenza: hai dato, dinanzi a Dio e agli uomini, e devi mantenere quello che hai dato. Altrimenti sarebbe come uno che va soldato volontario e dopo continua a fare il disertore. Sei andato volontario: se ti avessero chiamato sotto le armi per forza, sarebbe anche accettabile, ma se ti hanno chiamato perché ti sei offerto volontario, tu hai accettato e adesso devi fare il soldato, non continuare a fare quello che vuoi. Hai accettato, sei andato, e adesso fa il soldato! Graziano , hai accettato di fare il carabiniere e adesso fa’ il carabiniere! Attenti perché a volte non c'è molta coerenza.

CONSACRAZIONE voti

CHIESA

CONSACRAZIONE offerta totale

CONSACRAZIONE santo

CONSACRAZIONE santità

MONDO

DOTI UMANE coerenza

VIZI

CONSACRAZIONE fedeltà

Gaetano Scortegagna, cugino di don Ottorino, frequentava all’epoca il 2° anno del corso teologico, ma don Ottorino lo immagina già sacerdote ed impegnato nella vita pastorale e missionaria.

È una espressione dialettale per indicare una persona senza valore o di tempi passati.

MI40,3 [29-11-1965]

3.“Fin dai primi tempi della Chiesa vi furono uomini e donne che per mezzo della pratica dei consigli evangelici intesero seguire Cristo con maggiore libertà ed imitarlo più da vicino, e condussero, ciascuno a loro modo, una vita consacrata a Dio”.
In principio ognuno è andato e ha trovato un suo angolino dove poter imitare Gesù. Gesù aveva detto che bisognava essere poveri in terra e allora abbandonavano tutto, vendevano tutto e andavano nel deserto. Per quale motivo? Per imitare Gesù, per essere casti come Gesù, puri come Gesù, poveri come Gesù, obbedienti come Gesù, per imitare Gesù. Attenti alle parole, perché questa scelta sta alla base, e dopo c'è una vita attiva. Voi siete preoccupati della vita attiva, della vita missionaria. Ma attenti, attento don Gaetano , attento, perché le parole sono queste: "... e imitarlo più da vicino, e condussero, ciascuno a loro modo, una vita consacrata a Dio". "Molti di essi, dietro l'impulso dello Spirito Santo, o vissero una vita solitaria o fondarono famiglie religiose, che la Chiesa con la sua autorità volentieri accolse ed approvò. Cosicché per disegno divino (Attenzione alle parole, perché questo non è un libretto scritto da Marco Caco. Voi capite che in questo libro sono state pesate anche le virgole e non sono state pesate da uno qualsiasi perché è firmato dallo Spirito Santo.

GESÙ

imitazione

CONSACRAZIONE povertà

MISSIONI vita missionaria

DIO Spirito Santo

VOLONTÀ

Il testo conciliare porta il riferimento paolino di 2 Tim 3,17.

Il testo conciliare porta il riferimento paolino di Ef 4,12.

Il testo conciliare rimanda ad Apoc 21,2.

Il testo conciliare porta il riferimento paolino di Ef 3,10.

La Tebaide era una regione desertica dell’Egitto circostante l’antica città di Tebe. Dal III secolo dopo Cristo divenne uno dei primi importanti centri del monachesimo eremitico. Ivi infatti, al seguito di Sant’Antonio abate, molti eremiti vissero una vita esemplare di solitudine, di penitenza e di preghiera. Fra i più famosi sono da ricordare San Paolo e San Pafnuzio.

Il riferimento è a quegli anacoreti che scelsero di passare la vita sopra una colonna, i cosiddetti “stiliti”, fra i quali è famoso San Simeone del 5° secolo dopo Cristo.

San Giovanni di Dio (1495-1550), fondatore dei Fatebenefratelli, iniziò il suo cammino di perfezione consacrandosi al sollievo dei poveri e degli infermi abbandonati a Granada (Spagna), e per la loro assistenza iniziò un ospedale e fondò una Famiglia religiosa.

San Camillo De Lellis (1550-1614) è il fondatore dei Ministri degli Infermi, abitualmente detti Camilliani. Nella sua giovinezza fu al soldo dell’esercito spagnolo, ma costretto da una piaga che continuava ad aprirsi fu per quattro anni tra gli ammalati dell’ospedale romano di San Giacomo degli Incurabili. A contatto con la sofferenza promise di consacrarsi a Cristo Crocifisso nel servizio dei malati, nei quali vedeva il suo Gesù da amare e da servire.

La falce e il martello sono i simboli del partito comunista, che ha sempre prestato particolare attenzione ai problemi degli operai e degli emarginati.

Don Ottorino nomina don Mario Baron Toaldo nella contrapposizione fra l’opera generosa dei Benedettini e l’intervento interessato della riforma agraria avvenuta in Calabria con la ridistribuzione delle terre nella zona della Sila attorno alla città di Crotone. Questa riforma non fu accolta dalla popolazione locale che preferì abitare nelle grosse cittadine storiche invece di trasferirsi nelle case isolate costruite negli appezzamenti rurali e che così furono abbandonate all’incuria e agli agenti atmosferici che in breve tempo le mandarono in rovina.

Don Ottorino, in maniera forse un po’ contorta, vuole dire che le Famiglie religiose sono state le prime ad avviare opere d’assistenza e di promozione sociale, che in seguito le istituzioni civili hanno assorbite e fatte proprie, senza però poter cancellare l’impronta cristiana degli inizi.

MI40,4 [29-11-1965]

4.Quando accenna al disegno divino vuol dire che la Famiglia religiosa è un disegno divino) si sviluppò una meravigliosa varietà di comunità religiose che molto ha contribuito a far sì che la Chiesa non solo sia ben attrezzata per ogni opera buona e preparata al suo ministero per l'edificazione del Corpo di Cristo , ma attraverso la varietà dei doni dei suoi figli, appaia altresì come una sposa adornata per il suo sposo , e per mezzo di essa si manifesti la multiforme sapienza di Dio ”.
Capite che il testo conciliare è tutto fondato sulla dottrina di san Paolo. Non solo, non solo, ma è interessante anche conoscere la storia delle Famiglie religiose. All’inizio i religiosi erano nella Tebaide , vivevano sopra una colonna , da una parte o dall'altra per seguire Cristo. Adesso la Chiesa li ha presi e li ha messi dentro nel suo organismo, cosicché sono pronti per le varie opere, attrezzati per le varie attività. Come sarebbero gli ospedali, o meglio, come erano gli ospedali prima dei Fatebenefratelli di San Giovanni di Dio , il quale andava in giro con il pentolino chiedendo: "Fate bene, fratelli, per le anime vostre". È così che sono nati i Fatebenefratelli: andava in giro con il pentolino a domandare la carità e portarla poi agli ammalati: "Fate bene, fratelli, per le anime vostre!". Come erano i manicomi prima di San Camillo de Lellis ? Adesso vedi che in ogni posto gli ospedali sono attrezzati, ma se voi entrate in tutti i nostri ospedali trovate che l’inizio è stato opera del cristianesimo. Tutte queste opere sociali che ci sono, anche se non portano il nome cristiano, anche se portano sopra la falce e il martello , portano il nome e il sigillo di Cristo. Le Famiglie religiose hanno contribuito grandemente alla carità e alla promozione sociale. I Benedettini, per esempio, hanno contribuito anche per la parte economica, con opere straordinarie e nel campo dell'agricoltura, prosciugando paludi, come avrete letto nei libri. Il loro motto è: "Ora et labora", lavoro e preghiera. E adesso noi con sacrificio stiamo mettendo a posto le nostre terre, come nell’Italia Meridionale con la riforma della Sila, forse anche con forte sperpero di capitali da parte dei responsabili. Non ti sembra, don Mario ? Fu in un secondo momento che gli altri hanno portato via il disegno divino, e va bene così e non si discute, ma per primi i religiosi hanno versato il loro sudore, il loro sangue, e hanno portato una impronta cristiana anche in mezzo ai nostri paesi. Perché? Perché quei servi, la gente di allora, vedendo l’esempio erano stimolati ad imitare. Lo spirito cristiano che troviamo ancora nei nostri paesi è stato un po' frutto della testimonianza delle Famiglie religiose. Così avvenne per le missioni, per le università, per le opere dei Gesuiti. Le Famiglie religiose sono pronte nei vari settori, e in questo modo danno alla Chiesa una bellezza: la sposa preparata per il suo sposo, cioè adornano la Chiesa.

CONSACRAZIONE vita religiosa

CONSACRAZIONE religioso

GESÙ

sequela

SOCIETÀ

VOLONTÀ

di DIO

CROCE sangue

CHIESA cristianesimo

Il testo conciliare cita a questo proposito Mt 8,20 e Lc 9,58.

Nella sua affermazione don Ottorino nomina don Luigi Furlato e don Pietro Martinello che erano stati i suoi più immediati collaboratori nella stesura del testo delle Costituzioni della Congregazione, e poi include anche tutti i religiosi e i giovani della Casa dell’Immacolata.

MI40,5 [29-11-1965]

5.“In tanta varietà di doni, tutti coloro che, chiamati da Dio alla prassi dei consigli evangelici, ne fanno fedelmente professione, si consacrano in modo speciale al Signore, seguendo Cristo che, vergine e povero ...”.
Qui c'è una indicazione che mi ha fatto una forte impressione mentre ieri sera la leggevo, anche se l'avevo letta già precedentemente, e credo che il nostro caro maestro dei novizi, il nostro caro don Pietro e tutti quanti i pezzi grossi, e anche i piccoli che sono qui dentro, saranno d'accordo che bisogna mettere qualcosa del genere nelle Costituzioni, perché è veramente impressionante; a me almeno ha fatto impressione. Rileggo, dunque: “In tanta varietà di doni, tutti coloro che, chiamati da Dio alla prassi dei consigli evangelici, ne fanno fedelmente professione (no alcuni, ma tutti), si consacrano in modo speciale al Signore, seguendo Cristo che, vergine e povero redense e santificò gli uomini con la sua obbedienza spinta fino alla morte di croce ”. Il testo dice che Gesù Cristo, vergine e povero, salvò il mondo con la sua obbedienza spinta fino al punto massimo da morire in croce. Ora siamo in tempi in cui bisogna collaborare. I superiori mancano al loro dovere se non si sforzano, in qualche modo, di cercare insieme la volontà di Dio, di promuovere lo sviluppo delle singole personalità. Se un domani sarete superiori mancate al vostro dovere se non cercate di collaborare insieme con tutti i vostri fratelli nelle comunità tentando di sviluppare la personalità dei vostri fratelli. Considerando la responsabilità dalla parte del superiore questi oggi deve andare incontro, deve cercare insieme, deve riconoscere che la comunità è composta da quattro o cinque persone. Vista poi dall'altra parte, cioè dell'anima consacrata, questa non può pretendere: "Io voglio, perché così..." e fare così; deve invece dire: "Mi sono consacrato, e sono a completa disposizione". Cercherà di dire una parola, di manifestare il suo pensiero, di non fare la vittima, di essere un collaboratore nell'obbedienza, ma non di dire: "Tu devi fare, devi trattare la cosa insieme perché dobbiamo fare insieme".

CONGREGAZIONE Costituzioni

GESÙ

redenzione

COMUNITÀ

superiore

VOLONTÀ

di DIO

DOTI UMANE personalità

COMUNITÀ

conduzione comunitaria

COMUNITÀ

MI40,6 [29-11-1965]

6.Il consacrato può dire la sua parola ai superiori maggiori esponendo la sua situazione: questo è giustissimo e, anzi, deve farlo. Sei d'accordo, don Pietro, che sia così? Però non siamo in una società umana dove si va a votazioni: siamo in cinque, dunque tre possono essere contro due. Ad esempio, se si tratta di fare la novena dell'Immacolata si procede alle votazioni. Qui si tratta di cercare la volontà del Signore, e lo strumento che porta la volontà del Signore è quel povero uomo che si chiama superiore, il quale, se è santo cerca la volontà del Signore, se non è santo fa la sua, sbagliando fa la sua, ma chi obbedisce fa sempre quella del Signore. L'oggetto di tale obbedienza potrebbe anche non essere quello del Signore, ma la volontà è sempre quella del Signore. Questa è l'essenza della vita religiosa. È in seguito a questa consacrazione che viene poi la trasformazione delle anime, il frutto per noi e per gli altri.
Le due prerogative di Cristo Signore sono queste: vergine e povero; è quasi la veste con la quale il Signore va a dire Messa. Vergine vuol dire che il suo cuore è tutto per il Padre, tutto per Iddio.

CONSACRAZIONE religioso

COMUNITÀ

dialogo

SOCIETÀ

VOLONTÀ

di DIO

COMUNITÀ

superiore

CONSACRAZIONE obbedienza

CONSACRAZIONE vita religiosa

GESÙ

CONSACRAZIONE verginità

La comunità di Crotone aveva avuto inizio da oltre due anni, cioè nell’estate del 1963.

L’allusione di don Ottorino è al numero elevato di figli in obbedienza alle norme morali della Chiesa nel campo della dottrina sessuale familiare.

Don Ottorino nomina Giuseppe Biasio e Zeno Daniele, i quali frequentavano ambedue l’anno del noviziato.

MI40,7 [29-11-1965]

7.Immaginate per un momento che nella nostra Congregazione tutti i religiosi abbiano una sposa con dieci o dodici figlioli ciascuno. A Crotone , ad esempio, sono in sei, con sei spose e un gran numero di figli, perché essendo buoni cristiani, si fanno le cose come vuole nostro Signore. Immaginate che cosa significherebbe il cuore diviso con altri affetti, anche sotto l'aspetto umano. Immaginate, ad esempio, quale significato avrebbe mandare nel Mato Grosso o nell'America Latina preti che non sono preti perché non sono a disposizione di Dio, cioè a completa disposizione di Dio. Non voglio dire che il matrimonio non sia una cosa santa: per coloro che sono chiamati al matrimonio quella è la loro strada ed è una cosa santa; il Signore ne ha fatto un sacramento. Ma a noi, chiamati da Lui, ha detto: "Vieni, rinuncia alla tua famiglia, rinuncia alla possibilità di avere anche tu una moglie e dei figli per amor mio, e dona completamente il tuo cuore a me e alle anime". È una cosa meravigliosa questa completa e totale disponibilità nelle mani di Dio: "Eccomi, Signore, completamente tuo: il mio cuore, i miei sentimenti, la mia gioia, tutto è per te, Signore. Io amo tutti gli uomini, io amo tutte le creature che sono sopra la terra, senza distinzione, le amo tutte, ma il mio cuore è tutto per te".
Ecco la prima veste che deve avere l'uomo di Dio, senza cessare naturalmente di essere uomini. Gesù Cristo, infatti, cominciò ad essere vero uomo senza rinunciare alla sua divinità; restando vero Dio cominciò ad essere anche vero uomo. Per il fatto che uno fa voto di castità comincia a essere vero religioso, ma resta sempre vero uomo; resta ancora uomo e comincia ad essere religioso. Quando Giuseppe fra sei o sette mesi farà i voti religiosi, restando Giuseppe, restando Giuseppe uomo, comincerà ad essere Giuseppe religioso. Caro Zeno, la natura si porta sempre con sè, e te ne accorgerai anche a cinquanta, a sessanta, a settant’anni; si porta sempre, perché siamo uomini e conserviamo la nostra parte umana.

CONGREGAZIONE

ESEMPI consacrazione

MISSIONI

CONSACRAZIONE disponibilità

FAMIGLIA matrimonio

SACERDOZIO prete

CONSACRAZIONE castità

DIO amore a Dio

CONSACRAZIONE offerta totale

PREGHIERE

APOSTOLO uomo

CONSACRAZIONE religioso

Il riferimento è al famoso passo biblico di Dan 3,46-50.

MI40,8 [29-11-1965]

8.Il religioso è un consacrato, non uno confermato in grazia, cioè non è uno che il giorno in cui fa il voto di castità può stare in mezzo al fuoco e non bruciarsi più perché, come i tre fanciulli nella fornace , entra dentro e le fiamme gli fanno anche fresco perché ci sono gli angioletti che gli fanno da ventilatore, e perciò può andare in mezzo al mondo, può andare a vedere cinema, può andare a vedere la televisione, può leggere tutte le riviste; ormai è confermato in grazia! Figli cari, resta vero uomo, e restando vero uomo, piano piano il demonio tenta di farlo cadere. Comincerà con poco: "Bene, quel libro non è pericoloso. Bene, posso vedere anche un pochino di più, non per curiosità, ma per sapere che cosa leggono i ragazzi". Poi sarà portato a fare un passetto in più: "Solamente per conoscere che cosa leggono i ragazzi, per vedere un po', per rendermi ragione un pochino, per avere temi per discutere e parlare insieme". Va anche a vedere la televisione: "Non per niente, ma per poter essere all'altezza!".
Piano piano, piano piano, come fa a non infiltrarsi? È qui il trucco del demonio! Non punta all'impurità immediatamente: prima entro il gusto delle cose buone del mondo, l'interesse per il mondo, cioè prima cessa la mortificazione e poi comincia la corruzione, ma prima cessa la mortificazione. Che male c'è ad andare a vedere la televisione un'oretta stasera? È una cosa così bella, niente di male! Ah, stasera trasmettono quel programma: non sarebbe bello andare a vedere? Sì, benissimo, che male c'è? Anzi... e stasera quell'altro, domani quell'altro ancora. Prima cessa la mortificazione, poi comincia la corruzione: sempre un passetto più avanti, un passetto più avanti ancora. Che male c'è mangiare tre volte al giorno? Ma una volta si salvavano con il digiuno, con la mortificazione, con la penitenza. Il Signore l'ha detto: senza penitenza non c'è niente da fare!

GRAZIA

CONSACRAZIONE religioso

CONSACRAZIONE castità

MONDO

APOSTOLO uomo

CROCE Demonio

CROCE tentazioni

ESEMPI castità

VIRTÙ

prudenza

Don Ottorino si riferisce al suo recente pellegrinaggio in Terra Santa.

L’episodio è narrato in Mt 17,14-21, Mc 9,14-29, Lc 9,37-42.

Gv 15,19.

Don Ottorino immagina l’obiezione di uno dei presenti e mima un atteggiamento da santarello.

MI40,9 [29-11-1965]

9.Discendendo dal monte Tabor anche noi abbiamo cercato il villaggio del famoso episodio evangelico. Don Nolli ci ha detto che non c'è possibilità di altri, osservando anche la sua particolare posizione. Certamente quel villaggio non poteva che essere lì, perché più in su non c'è possibilità essendoci una gola, e il villaggio non poteva essere che in quel posto perché il monte è molto ripido. Io certamente non sarei riuscito a slire e ho detto: "Come ha fatto il Signore a salire?". Anche le nostre auto salivano in prima ed erano macchinone grosse, americane; adesso hanno fatto una strada per poter salire più facilmente.
Pensavo al sacrificio che ha fatto il Signore ad andare su con i suoi tre Apostoli, i quali sono stati naturalmente pronti a dormire con quella dose di stanchezza che hanno preso. Nel frattempo gli altri Apostoli ai piedi del monte non sono stati capaci di mandare via il diavolo. "In oratione et jejunio", cari! Per questa razza di diavoli, caro Zeno, digiuno e preghiera, digiuno e preghiera. Gesù vergine e casto! La purezza è la prima veste, è l'abito, è il camice che tu devi portare se vuoi salire all'altare di Dio. Tu hai sentito la chiamata, Dio che ti chiama ad essere suo, a fare professione di santità? La prima professione è questa: "Voi non siete del mondo" , voi avete rinunciato a quelle cose. Che male c'è andare domani in mezzo a quelle signorine? Sta’ attento! Tu non sei del mondo, tu sei un povero, tu sei un consacrato a Dio. "E allora andremo così". Nossignore! Eh, è qui la difficoltà: avere una disinvoltura tale da poter camminare in mezzo agli uomini, ma in modo che gli uomini vedano che tu sei un consacrato. Non devi andare con la testa storta o metterti pelato a zero come i buddisti o andare messo male in modo che abbiano da disprezzarti, ad esempio, con la camicia da notte per la strada perché abbiano da riderti dietro.

AUTOBIOGRAFIA Terra Santa

CROCE Demonio

PENITENZA

PREGHIERA

CONSACRAZIONE castità

SACERDOZIO

APOSTOLO chiamata

Nel testo registrato don Ottorino usa un latino maccheronico facilmente comprensibile.

MI40,10 [29-11-1965]

10.No, no, no, niente di tutto questo! Anzi tante volte vi ho detto: convenienza, bisogna essere messi bene, presentarci in modo da non dispiacere agli uomini. Quante volte vedi i ragazzi che vanno con questi capelli lunghi e vestiti in forma trasandata. Io rimprovero sia quando vanno messi come signorine, sia quando vanno messi da bovai: né bovai né signorine devono esserci in mezzo a noi. Bisogna presentarsi decentemente, convenientemente, in modo da poter essere accetti nei vari ambienti.
Però, figlioli, dobbiamo essere riconosciuti: accetti in qualunque parte, ma riconosciuti. Il nostro modo di trattare deve essere prudente perché è molto sottile il limite, specialmente con il gentil sesso; è un filo per non essere riconosciuti come consacrati, per apparire come loro. È un attimo; basta pendere un pochino nel modo di sorridere. "È tutto gentile quando parla con quelle, e quando parla con gli altri è ruvido come il mal di pancia". Il mondo osserva: viene una vecchia a parlare e l’uomo di Dio cambia subito tono, cambia marcia; viene un giovane e ha fretta perché non ha tempo; arriva una signorina e cambia il modo di trattare... dopo fanno i sorrisi perché non possono parlare. Siate prudenti, figlioli. Gesù si è presentato così: casto. Su queste cose torneremo, di queste cose parleremo un'altra volta, ma intanto ho voluto fare un piccolo accenno. Gesù è povero: ecco la seconda veste. Dopo il camice viene la casula che si pone sopra. Povertà che non è miseria, povertà che è equilibrio. Anche se tratteremo della povertà al momento giusto e in maniera più dettagliata, per ora insisto che dobbiamo presentarci con la povertà propria di un operaio, nella cui vita tutto è misurato, dove non c'è posto per i capricci, dove c'è il necessario, dove c'è la decenza, ma non c'è il lusso. Di questo ne riparleremo a suo tempo.

APOSTOLO testimonianza

DOTI UMANE stima

VIRTÙ

prudenza

CONSACRAZIONE religioso

MONDO

APOSTOLO uomo di Dio

CONSACRAZIONE castità

Don Ottorino insiste con le parole di Maria in Lc 1,38.

L’allusione è a Suor Josefa Menendez, una mistica con presunte rivelazioni sull’aldilà, la cui biografia circolava in quel periodo nella Casa dell’Immacolata.

MI40,11 [29-11-1965]

11.Gesù si è presentato con queste due vesti: vergine, casto e povero. E tu, caro Adriano , se vuoi fare professione di vita religiosa, questa è la professione di vita religiosa: seguire Gesù nella castità e nella povertà. Rivestito di queste due vesti che sono la "conditio sine qua non" tu esci pronto per celebrare la tua Messa che dura per tutta la vita; ma con queste due vesti!
E la tua Messa incomincia con il dire: “Ecco la serva del Signore”, anche se tu dirai servo invece di serva; “Si faccia di me secondo la tua parola”, e per tutta la vita dirai: "Fiat, fiat, fiat". Ecco Gesù che, vestito di verginità e di povertà, “redense e santificò gli uomini con la sua obbedienza spinta fino alla morte di croce”. Il testo conciliare non dice redense e santificò gli uomini con la sua predicazione, con le sue opere sociali, con i suoi miracoli, facendo cose strepitose. No! Dice invece che redense e santificò gli uomini con la sua obbedienza, cioè con l'immolazione della sua volontà spinta fino al sacrificio della croce. Figlioli miei, questo non è detto né da suor Josefa né da qualche altra suora; è il concilio ecumenico Vaticano II che parla a noi religiosi e che ci mette dinanzi l'essenza della vita religiosa e ci dice: "Figlioli, volete essere religiosi? Dovete essere imitatori di Cristo". Povertà e castità; vestiti con questa veste partite per la vostra Messa che è: "Redense e santificò gli uomini con la sua obbedienza spinta fino alla morte di croce". Se noi comprendessimo, capissimo queste cose, potremmo dire: avanti! Se io avrò ancora la grazia di vivere qualche anno, non so se sarà una grazia per voi o una disgrazia, comunque se il Signore mi dona ancora qualche anno di vita, queste cose qui ve le faccio andare fuori dagli occhi e dalle orecchie; non c'è niente da fare. Perché? Perché mi sono state date dalla Chiesa, e devo obbedire alla Chiesa, e cioè sono state date da Cristo: dobbiamo divenire imitatori di Cristo. I Religiosi della Pia Società San Gaetano, animati dalla carità che lo Spirito Santo infonde nei loro cuori, sempre più devono vivere per Cristo e per il suo corpo che è la Chiesa. Non si può disgiungere la Chiesa da Cristo, non si può disgiungere. E allora si vive per la Chiesa, e allora non si critica gli uomini di Chiesa, e allora si sopporta se c'è qualcosina che non va, perché siamo "in humanis" e qualcosina, come vi ho detto in altra circostanza, c'è sempre; dovete pensare che su cento parti c’è anche un venti o trenta per cento di miseria. Anche gli Apostoli avevano qualche beghetta fra loro, per cui se c'è qualcosa in mezzo ai vescovi, in mezzo ai cardinali, in mezzo ai Papi, lasciamo correre.

CONSACRAZIONE vita religiosa

GESÙ

sequela

EUCARISTIA S.Messa

MARIA obbedienza di ...

CONSACRAZIONE voti

CONSACRAZIONE obbedienza

GESÙ

redenzione

APOSTOLO predicazione

GESÙ

imitazione

CONSACRAZIONE povertà

CONSACRAZIONE castità

CHIESA

CONGREGAZIONE spiritualità

Don Ottorino, come in altre meditazioni, attribuisce l’espressione a San Paolo, mentre invece si trova in 1Pt 2,18: “Servi, subditi estote in omni timore dominis, non tantum bonis et modestis, sed etiam dyscolis”.

Giuseppe Santolin stava frequentando l’anno di noviziato.

Filipp 2,8.

MI40,12 [29-11-1965]

12.I santi si sono fatti santi anche in tempi i cui i Papi erano poco Papi, eppure loro si sono fatti santi lo stesso. Pregavano, compativano, facevano quello che potevano fare: compassione, amore, carità.
Non fate come certa gente che dice: "Io in chiesa non ci vado più". "Perché?". "Perché il prete...". Una donna che ho avvicinato questa settimana mi ha detto: "Sono anni che non vado in chiesa". "Perché?". "Perché un prete ha trattato male mia sorella, e allora io in chiesa non ci vado più!". Io ho cercato di dirle: "Signora, lei va in chiesa per il prete o per Cristo?". "Per Cristo! Ma quello là, quello là... Adesso basta; non vado in chiesa neppure di domenica". In certo modo ragioniamo così anche noi quando ci mettiamo soltanto a criticare, a guardare. Un domani andremo in una diocesi dove c'è un vescovo "discolo" secondo quanto ha detto San Pietro ; può darsi che il nostro vescovo sia un discolo, o perché è vecchio o per una storia o per l'altra o per quest'altra. E allora Santolin dice: "È impossibile lavorare!". "Perché?". "Perché c’è un vescovo che non capisce niente!". Sei tu un salame perché puoi soffrire, puoi obbedire e quando soffri e obbedisci, lavori. "Ma non si fa niente". Sciocco, non hai capito niente! La tua umiliazione, il tuo star là a piangere dinanzi al tabernacolo è niente? "Ma il vescovo mi ha messo a lustrare le scarpe a tutti i canonici invece che a predicare il Vangelo". E tu lustra le scarpe ai canonici e offrilo al Signore come "Gesù che si è fatto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce" . Tu sei arrivato alle scarpe, Lui invece è arrivato alla croce. Immagino l’obiezione: "Questo vuol dire allora che...". No, il tuo superiore che è sul posto cercherà di fare in modo che il vescovo metta una legge nuova nel capitolo della cattedrale affinché tutti i canonici devono andare scalzi, e così hai finito di pulire loro le scarpe. Va bene? Accetterai così un atto del superiore che bisogna essere là, con la gente... Ma, figlioli miei, avanti, avanti: facciamo quello che vuole il Signore.

CONSACRAZIONE santo

SACERDOZIO prete

COMUNITÀ

critica

CHIESA Vescovo

CROCE sofferenza

CONSACRAZIONE obbedienza

VIRTÙ

umiltà

EUCARISTIA tabernacolo

ESEMPI umiltà

APOSTOLO predicazione

GESÙ

crocifisso

COMUNITÀ

superiore

Don Ottorino è sempre molto scherzoso negli esempi al fine di ribadire il concetto fondamentale. In questo caso allude al sale inglese, un sale amaro che veniva usato comunemente come purgativo.

Don Ottorino si riferisce alla ben conosciuta espressione di Tertulliano.

MI40,13 [29-11-1965]

13.“Quanto più fervorosamente, adunque, si uniscono a Cristo con questa donazione di sé che abbraccia tutta la vita, tanto più si arricchisce la vitalità della Chiesa ed il suo apostolato diviene vigorosamente fecondo”.
Quanto più, dunque, noi della Congregazione religiosa vivremo questo spirito, tanto più diventerà potente la Chiesa. Sarebbe come il caso di quel giovane che aveva male al ginocchio e gli hanno dato il sale, anzi che aveva male al ginocchio e gli hanno tolto le tonsille. Nella vita spirituale è così: moriamo noi e vive la Chiesa. Muore Cristo e nasce la Chiesa; muoiono i cristiani e nascono i cristiani, si moltiplicano i cristiani! La famosa frase che il sangue dei cristiani è seme di conversioni, seme di nuovi cristiani è sempre vera specialmente oggi, e il sangue dei cristiani versato giorno per giorno vale più di quello dato in un colpo solo.

CONGREGAZIONE spiritualità

CHIESA

CROCE morte

CROCE sangue

MI40,14 [29-11-1965]

14.Perciò uno che veramente si vuole fare santo, che vuole fare professione di vita religiosa, deve dire: "Signore io voglio imitare te. Non mi importa niente essere in alto o in basso, avere trionfi o non trionfi, partecipare al trionfo o al non trionfo della Congregazione; non importa niente; a me importa una cosa sola: tu mi hai chiamato a seguirti e io ti seguirò dovunque tu vorrai andare, povero, casto, preoccupato di fare la tua volontà fino alla morte". Naturalmente non intendiamo una morte da pagliacci, perché il Signore, Lui, ci sapeva fare.
"Di chi è quella moneta?". "Di Cesare". "Bene, date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio". Il Signore non ha fatto un'obbedienza da sciocco; ce l'ha messa tutta ed è andato a morire quando il Padre gli ha detto di andare a morire, non perché l'abbiano preso in trappola. Don Bosco ha mandato in manicomio gli altri, non vi è andato lui. Perciò noi dobbiamo vivere un'obbedienza fatta da uomini, fatta con intelligenza, fatta esponendo le proprie ragioni, ma con una disposizione intima totale di donazione al Signore, in una ricerca totale e completa della volontà del Signore. Amen.

CONSACRAZIONE santo

CONSACRAZIONE vita religiosa

GESÙ

imitazione

CONGREGAZIONE

PREGHIERE

VOLONTÀ

di DIO

CONSACRAZIONE obbedienza

CONSACRAZIONE voti

DIO Padre