È evidente che nella registrazione manca la parte iniziale della meditazione.
Atti 6,3: il riferimento è all’episodio della scelta dei candidati per il servizio delle mense.
MI32,1 [4-11-1965]
1.Tanto bello, tanto vasto, ma anche tanto difficile, dov'è facile, figlioli, non dico cadere, ma, per lo meno, lasciarsi travolgere. Per il passato parlavamo della necessità di essere uomini, uomini di Dio. Non dovete sottovalutare l'importanza della parte umana: voi dovete presentarvi un domani con un certo colore, come la gente esige da voi. E allora non dovete dire: "A me non interessa quello che esige la gente". Gli stessi Apostoli hanno messo come primo requisito: "Uomini di buona fama" , simpatici a tutti. Ora, vedete, domani un parroco, domani un diacono in una parrocchia, in una zona, deve godere di buona fama. Anche nel campo umano quando si presenta uno, per esempio un capomastro per costruire una casa, non si affida la costruzione della propria casa ad uno che gode poca buona stima: "Come volete che sia capace di fare il muratore quello lì! Una volta gli crolla la casa, un'altra volta gli succede un incidente. Un'altra volta ho parlato con uno al quale ha costruito una casa nella quale piove dappertutto, le fognature non vanno bene, i muri fanno acqua... Io non vado a costruirmi una casa con quello lì". Invece: "Ah, quello sì! È un po' caruccio ma costruisce bene; quello è uno che costruisce bene; di quello ci si può fidare". Anche nel campo umano si cercano persone che diano una certa fiducia, una certa garanzia di quello che stanno facendo. Anche noi dobbiamo dare questa garanzia, questa fiducia: dobbiamo essere "uomini di buona fama". Ed ecco allora il tema della nostra meditazione: noi dobbiamo essere "uomini di buona fama". Che cosa vuol dire? Per essere uomini di buona fama bisogna essere: sinceri, caritatevoli e prudenti. Gli uomini del mondo ci danno questo titolo: "Questo è un galantuomo", se ci vedono sinceri, con carità e con prudenza. E allora cominciamo con la prima qualità. Nel campo umano, quando uno dice che fa una casa entro tre mesi e la fa entro tre anni; dice che per quella casa chiederà tre milioni e poi ne chiede diciasette; dice che la fa con i muri da 30 cm e la fa con muri da 20 cm; dice che la fa con muratura di mattoni e invece la fa di cemento, tu pensi: "Certamente a quello non affiderò più una costruzione perché non è sincero". La prima qualità che si esige è essere uomini di parola: se si dice due è due, se si dice tre quintali di cemento devono essere tre quintali di cemento. La prima cosa che gli uomini esigono da noi apostoli è la sincerità: ci vogliono vedere sinceri.APOSTOLO uomo di Dio
DOTI UMANE personalità
DIACONATO diacono
ESEMPI vari
ESEMPI fiducia in Dio
MI32,2 [4-11-1965]
2.Anzitutto sincerità con Dio: vogliono vedere che siamo sinceri con Dio. Vi ricordate il fatto di S. Francesco di Sales? La storia di quell'uomo protestante che ha discusso, discusso, discusso, ma poi si è nascosto e ha voluto vedere se veramente Francesco di Sales si inginocchiava davanti al Santissimo quando si trovava da solo in chiesa, e quando ha visto Francesco fare bene la sua genuflessione, mentre Francesco pensava che non ci fosse nessuno in chiesa, lui è uscito e ha detto: "Adesso mi converto perché ho visto che non soltanto sa parlare bene, ma crede". Gli uomini del mondo hanno un sesto senso e sanno capire se il prete crede, sanno capire se è oro o se è ottone, se quello è un prete o non è un prete. E certe mamme dicono: "Quello è un prete; quello è un prete sul serio; quello è un prete che crede!". Ricordo che la mia povera mamma, quando andavo a Grumolo con qualche sacerdote e stavamo insieme a chiacchierare un momentino e poi tornavo la volta dopo, ovvero lasciavo il sacerdote fare un giro con un assistente in campagna e io mi fermavo con lei, mi diceva: "Senti, chi è quello lì? Quello è un vero prete. Ah, si vede subito che è un prete!". Da che cosa lo capiva? Solamente dalla presenza. Che cosa voleva dire mia mamma quando diceva: "Quello è un prete!"? Voleva dire queste semplici parole: la nostra gente vuole che il prete sia umile, puro, pio e povero. Quando mons. Luna mi chiede sacerdoti per il Guatemala, ovvero mons. Caliaro per Monterotondo, o qualche altro vescovo per l'Africa o qualche altra parte del mondo, non me lo dicono neppure, ma lo sottolineano: "Mi dia un prete, mi dia un assistente". Mons. Luna mi chiede: "Mi faccia la carità, mi dia due preti e due assistenti". Quando si dice prete si intende dire uomo di Dio, un uomo umile, perché non è possibile essere di Dio se non si è umili; non è possibile essere del Signore se non si è convinti che quello che abbiamo è del Signore, dipendiamo dal Signore, siamo uomini del Signore. Il vero uomo di Dio ha coscienza di avere dei doni, ha coscienza di avere dei doni di intelligenza, dei doni anche di organizzazione; allo stesso tempo, però, ha coscienza che questi doni sono di Dio e ha coscienza che con questi doni lui non farebbe niente se non ci fosse la mano di Dio, se non ci fosse la continua presenza di Dio. Sente infatti che questi doni sono mescolati a tanta debolezza personale e a tanta infedeltà personale, sente che se il Signore non è pieno di bontà e di misericordia e non sa compatire le sue miserie a un dato momento finirebbe per fare fiasco e non concluderebbe niente.DIO rapporto personale
APOSTOLO testimonianza
VIRTÙ
fede
EUCARISTIA tabernacolo
SACERDOZIO prete
SOCIETÀ
avvenimenti
AUTOBIOGRAFIA famiglia
CHIESA Vescovo
APOSTOLO uomo di Dio
VIRTÙ
umiltà
DOTI UMANE talenti
MI32,3 [4-11-1965]
3.Ora, non fatevi un concetto sbagliato dell'umiltà. Umiltà non vuol dire che io sono il più pezzente del mondo, il più cretino del mondo; non è questa l'umiltà, che poi in fondo, tante volte, è superbia, perché si dice questo per sentirsi dire dagli altri: "No, non è vero!". Umiltà è questa: io sento che sono una povera creatura per la missione che Dio mi ha affidato; però, intendiamoci bene, sento che ho dei doni, e pensando che la missione che Dio mi ha affidato è una missione spirituale, sento che questi doni che il mio Dio mi dato sono stati da me rovinati per la mia ingratitudine, per cui ho la coscienza che se Lui non è presente non potrei fare niente. Quando il Signore ha detto agli Apostoli: "Fate sedere la cinquemila persone e distribuite", sentivano che erano loro che distribuivano, sentivano che anche loro facevano qualcosa; infatti avranno messo a posto la gente, avranno anche tribolato per mettere in ordine quella gente, avranno fatto un po' di fatica. San Pietro, forse con il megafono e con la sua voce da pescatore, la sua parte umana l'avrà messa tutta. Però San Pietro, mentre faceva mettere a posto la gente, mentre disponeva in ordine le persone, sapeva che aveva in mano cinque pezzi di pane e pochi pesci, sapeva che stava facendo qualcosa di più grande di lui e che, ad un dato momento, senza l'intervento di Dio avrebbe fatto un fiasco solenne. È chiaro: lui ha messo a posto le persone, ha eseguito l'ordine del Signore, poi ha cominciato a fare quello che il Signore gli ha detto di fare, convinto però che solo Dio poteva fare quello che gli succedeva fra le mani, cioè la moltiplicazione dei pani. Il Signore vi chiamerà un domani a cose grandi, figlioli, a cose più grandi di voi; vi chiamerà a compiere miracoli di grazia. Il Signore interverrà Lui direttamente quando sentirete una persona che si aprirà a voi, chiederà aiuto a voi e non saprete che cosa dire, non saprete che cosa fare, e sentirete improvvisamente l'aiuto, l'intervento di Dio. Ma, figlioli, Dio interverrà in tanto in quanto voi sarete al vostro posto. Se un domani moltiplicando i pani comincerete a dire: “Io sono bravo! Ah, vedi che cosa ho fatto con cinque pani!", o comincerete a pensarlo soltanto, a un certo momento quei pani diventeranno marci nelle vostre mani, cominceranno a fare i vermi nelle vostre mani.
DIO bontà
di...
VIZI superbia
DIO presenza di...
APOSTOLO missione
VOLONTÀ
di DIO
APOSTOLO uomo di Dio
DIO sapienza di..
MI32,4 [4-11-1965]
4.Ecco l'importanza, figlioli, dell'umiltà nella vostra vita, ma di un'umiltà sincera della quale la gente se ne accorge: "Sì, il nostro parroco, il nostro sacerdote, il nostro diacono è un uomo di polso, ma è umile; è un uomo intelligente, un uomo che sa il fatto suo, che sa dire una parola, che sa anche gridare se è necessario, però è umile, è umile". Commedie non se ne possono fare, figlioli. Se si vuole avere la buona fama ci vuole umiltà vera, non l'umiltà studiata, cioè non quella di colui che finge atteggiamenti umili. No, bisogna essere umili, umili! Questa mattina mons. Luna ci parlava della penitenza, ci parlava della necessità di umiliarsi, di umiliarsi dinanzi al Signore, di abbassare la testa dinanzi al Signore.VIRTÙ
umiltà
SACERDOZIO prete
DIACONATO diacono
DOTI UMANE
L’espressione è tolta dal brano della vocazione del profeta Geremia, in Gerem. 1,6, quando il profeta risponde al Signore: “Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare”.
MI32,5 [4-11-1965]
5.Ricordate i primi tempi della Congregazione quando ci mettevamo in cortile e baciavamo la terra per imitare Bernardetta, quando ci mettevamo in un atteggiamento anche esterno di umiltà? Adesso siamo aumentati di numero, e voi siete divenuti più grandi, ma ricordatevi che quei gesti, quei gesti di umiliarvi dinanzi al Signore, li dovete fare da soli. Figlioli miei, non basta dire: "Dobbiamo fare penitenza", ma dovete mettervi anche davanti al Signore. La fronte a terra non la mettiamo pubblicamente, ma privatamente nella vostra stanza, in un angolo della casa dovete mettere la fronte a terra. Ricordatevi bene: non disprezzate quei piccoli atti, come per esempio quello di baciare la terra e di mettervi davanti all'Altissimo e dire: "Signore, grazie che mi hai creato, mi hai fatto cristiano, mi hai dato la vocazione. Signore, ah, ah, "nescio loqui”. Signore, che cosa vuoi che io faccia nel posto dove mi hai messo se non vieni tu, o Signore? Tienimi umile, Signore, per carità". Figlioli, diciamolo con sincerità dinanzi a Gesù. Non vi accorgete come le nostre azioni sono tutte un po' impastate dalla superbia? Non vi accorgete come facilmente il demonio della superbia entra in noi; entra nel nostro modo di parlare quando diciamo una cosa e quando facciamo un'azione? Non sentite che è peggiore il demonio della superbia che non quello dell'impurità, qualche volta? E allora, come si fa a liberarsi da questo demonio o, per lo meno, vincere questo demonio? Figlioli, bisogna chinare la testa, bisogna sentire il desiderio di piangere, di piangere dinanzi a Dio. Ecco, per esempio, un modo per essere umili: mettersi dinanzi al Signore e pensare ai nostri peccati e alle grazie che ci ha fatto il Signore. Fatela spesso questa meditazione. Mettetevi dinanzi a Dio, per esempio, e pensate un pochino: "Quante grazie mi ha fatto il Signore!", e guardate il vostro passato e poi dite: "E io che cosa ho fatto al Signore?", e fissate la vostra attenzione su uno, due, tre peccati che avete fatto. Figlioli, fosse anche un solo peccato veniale che avete fatto nella vostra vita, è sufficiente per avere la più grande umiltà, se comprendete che cosa vuol dire peccato, che cosa vuol dire offesa a Dio.CONGREGAZIONE
VIRTÙ
umiltà
FORMAZIONE educazione
PREGHIERA incontro cosciente e personale con Dio
PREGHIERA ringraziamento
PREGHIERA domanda
PREGHIERE di umiltà
EUCARISTIA tabernacolo
VIZI superbia
CROCE Demonio
VIZI lussuria
ESEMPI umiltà
MI32,6 [4-11-1965]
6.L'altra settimana, per esempio, mi trovavo in Terra Santa, sopra il Calvario, e seduto su una panca nella penombra consideravo quello che è avvenuto là sopra pensando a Gesù spogliato delle sue vesti, a Gesù crocifisso, a Gesù umiliato fino al punto di essere innalzato sulla croce, a Gesù sofferente. Ditemi un po': dinanzi all'amore di Gesù che viene dal Cielo in mezzo agli uomini e viene trattato così dagli uomini e soffre così per amor mio, come si fa, figlioli, non piangere le proprie miserie e non sentirsi sprofondati dinanzi alle proprie miserie? E quando sei convinto di questo tu dirai: "Signore, io mi metto nelle tue mani; sono disposto a fare quello che vuoi, ad andare in giro per il mondo a predicare il tuo amore; sono disposto alle cose più piccole e più grandi nelle tue mani!". E allora ti senti niente; ti senti tutto nelle mani di Dio, ma ti senti niente. Figlioli, se volete avere la buona stima, la buona fama necessaria, assolutamente necessaria per un apostolo, per prima cosa dovete essere umili, dovete apparire umili. Ma non preoccupatevi di apparire umili dinanzi agli uomini; preoccupatevi invece di essere umili dinanzi a Dio e sarete umili anche dinanzi agli uomini. Ve lo ripeto: gli uomini vogliono oro puro, non ottone che passi per oro. Ma non dobbiamo adesso fare la meditazione sull'umiltà...AUTOBIOGRAFIA
GESÙ
Via Crucis
PECCATO pentimento
GESÙ
servo
PREGHIERE
APOSTOLO
VIRTÙ
umiltà
MI32,7 [4-11-1965]
7.Gli uomini ci vogliono anche puri. Ricordate quello che diceva mons. Luna stamattina, che cioè la Madonna a Lourdes non era apparsa per l’episodio che ivi era capitato. Figlioli, per essere puri bisogna essere eroi, specialmente con il mondo di oggi. Sapeste quante volte, figlioli miei, io ho sofferto tremendamente pensando all'avvenire della Congregazione religiosa. Non ho mai avvicinato un vescovo che nell'intimità non si sia sfogato un po’, quasi piangendo, nel parlare dei suoi sacerdoti, nel raccontarmi le defezioni dei suoi sacerdoti. Non ho mai avvicinato un superiore di Famiglia religiosa, nell'intimità, non in rapporti ufficiali, che non si sia un po' aperto e che abbia detto: "Mi è capitato questo, mi è capitato quest'altro...". Figlioli, dovremo anche noi rassegnarci a qualche disastro un domani nella vita apostolica? Dovremo anche noi assistere alla defezione di qualcuno di noi? Volete proprio che se noi preghiamo sul serio, se noi ci immoliamo in qualche modo, non riusciamo a toccare il cuore di Gesù e il cuore della nostra buona mamma la Madonna? Volete che non siamo capaci di strappare al Signore la grazia che mai nella nostra Congregazione uno abbia a tradire la sua missione? Se uno non si sente, che il Signore lo ispiri a ritirarsi, ma mai tradire! Pensate che disastro sarebbe, figlioli miei, se un domani uno si trovasse, per esempio, in una parrocchia e dovesse ad un dato momento, lui, il pastore, dare lo scandalo e abbandonare il gregge e fuggire in stato di peccato! Pensate che cosa dolorosa sarebbe! Eppure, parlando ieri sera con mons. Luna lui mi accennava di un abbandono nella sua diocesi qualche mese fa, e di un altro in un'altra parte qualche tempo fa.APOSTOLO
MARIA Lourdes
CONSACRAZIONE castità
MONDO
CROCE sofferenze morali
SACERDOZIO
PECCATO tradimento
CONSACRAZIONE autenticità
MARIA la nostra buona mamma
MI32,8 [4-11-1965]
8.Volete proprio che un domani giunga qui alla Congregazione la dolorosa notizia: "Don Ottorino, è capitata una disgrazia: uno ha tradito, è fuggito!". No, figlioli; io prego il Signore che questo uno abbia da morire e vada in Paradiso prima di dare questo scandalo. Però, io vi dico, state attenti perché la corda non si fa tutta d'un colpo: si comincia con un filo, poi un’altro filo, poi un’altro filo ancora. Noi abbiamo anche la grazia della vita comune, e nella vita comune uno aiuta l'altro ed è meno facile che avvenga il disastro. Ma il disastro può sempre avvenire, e allora ricordatevi che questo genere di demoni lo si vince soltanto con la preghiera e con il digiuno. Pensavo a questo mentre mi trovavo sopra il monte Tabor e guardavo giù, nel luogo dove erano gli Apostoli.PECCATO scandalo
NOVISSIMI paradiso
COMUNITÀ
PREGHIERA
PENITENZA
PAROLA DI DIO Vangelo
GESÙ
Il riferimento è all’episodio della guarigione dell’epilettico indemoniato, raccontato in Mc 9,14-29.
MI32,9 [4-11-1965]
9.Mi sembrava ancora di vederli, là, in mezzo alla gente, e sentire la voce del Divino Maestro che li consolava dicendo: "Eh, non siete riusciti perché questi demoni, figlioli miei, si cacciano solo con la preghiera e col digiuno". E allora sentite: bisogna che la nostra Congregazione divenga la Congregazione della penitenza. Se non vogliamo precipitare bisogna fare quello che vi ho detto in altri momenti e che cercheremo di concretizzare in avanti; bisogna che ogni giorno facciamo un po' di penitenza, un qualche cosa di fisso, di stabilito, per le anime, ma anche per noi: per le anime, per salvare anime, ma anche per salvare noi, per dominare il nostro corpo, per rafforzare la nostra volontà contro quella passione disordinata. Figlioli, è una grazia che siate uomini, perché altrimenti non capireste gli uomini. Ma ricordate che la consacrazione sacerdotale, i voti perpetui, un domani anche le cariche più alte, foste anche vescovi o professori, ricordate che queste cose non vi toglieranno il corpo, e il demonio non vi perdonerà di essere consacrati al Signore e farà di tutto per sfruttare quelle passioni che sono dentro di noi per portarvi fuori strada. Stringiamoci allora alla mamma nostra la Madonna, abbracciamo una vita un po' austera, facciamo un po' di penitenza, un po' di sacrificio e confidiamo nella fraternità. C’è un aspetto, per esempio, della vita comune che vi può salvare: quando vi accorgete che qualche filo sta venendovi attorno, che qualche passione vi spinge verso qualche creatura, apritevi con confidenza. Siete quattro o cinque fratelli in una Comunità; l'unico modo per vincere il demonio è quello di confidarsi con uno dei Confratelli: "Prega per me perché sento una tendenza". Vi assicuro che questa è una smaccata tale per il demonio che avete già vinta la battaglia; non chiudetevi dentro di voi, non state da soli, no, no! Apritevi, apritevi. Figlioli, è un modo per vincere, certamente il demonio.CROCE Demonio
CONGREGAZIONE spiritualità
APOSTOLO salvezza delle anime
CREATO corpo
PECCATO passioni
APOSTOLO uomo
CONSACRAZIONE voti
MARIA la nostra buona mamma
PENITENZA sacrificio
COMUNITÀ
fraternità
MI32,10 [4-11-1965]
10.Qui ci sarebbe molto altro da dire, come, ad esempio, essere puri negli atteggiamenti. In altri momenti potremo parlare della purezza con maggiore estensione. Adesso vi dico questo: siate puri, perché se non siete puri, non potete avere la stima degli uomini, non potete trattare quelle cose sante che trattate, e già in partenza avete fallito nel vostro apostolato. Gli uomini vogliono vedere l'apostolo pio. Vogliono vedere l'uomo che parla con il Signore, l'uomo che se la intende con il Signore. Quando le anime vengono da noi, di solito vengono non tanto per avere istruzione, quanto piuttosto per avere vita. Generalmente vanno altrove per prendere l'istruzione, per domandare qualche spiegazione, per fare qualche discussione accademica; ma quando le anime vengono da noi dobbiamo fare catechismo, dobbiamo istruire perché, generalmente, vengono a cercare vita, vengono a chiedere aiuto. Questa mattina ho raccontato un episodio ad alcuni Confratelli in studio. Mi sono incontrato alcuni giorni fa con un giovane di ventidue o ventitre anni, già diplomato e con il suo posto di lavoro. Ha voluto incontrarmi in un certo posto e mi ha detto: "Senta, io non ne posso più con il problema della purezza. Sono fuori fase, e sto cadendo in peccati contro natura, con altre persone. Mi consigli un po', perché so che bisognerebbe pregare, che bisognerebbe fare penitenza, ma io non sono capace di pregare. Eppure voglio, anzi vorrei, vorrei. Mi dica un po' lei che cosa posso fare". Quante volte, figlioli, mi sono trovato in queste condizioni, cioè con anime che vengono e ti chiedono: "Mi dica che cosa posso fare"! E allora tu, in uno sguardo, pensi a quello che hai studiato, pensi a quel libro, a quell'altro libro, ma ti accorgi che tiri fuori delle cose che quel tale sa meglio di te; ti accorgi che, forse, potresti cavartela con una bella predichetta, con alcune parole, ma non riusciresti a convertirlo. E allora continui a telefonare: "Signore, dimmi che cosa devo dire... Mamma, dimmi che cosa devo dire", e intanto non arriva la risposta alla telefonata. E allora fai qualche altra domanda per tirare avanti, per andare avanti, aspettando sempre questa benedetta telefonata dall'alto che ti dica qualche cosa di nuovo, qualche cosa che va bene per quel tale, che ti mandi quell'ispirazione che può colpire quell'anima.CONSACRAZIONE castità
APOSTOLO vita interiore
APOSTOLO testimonianza
ESEMPI carità
PASTORALE giovani
PECCATO
PREGHIERA
PECCATO peccatore
APOSTOLO predicazione
PASTORALE
MI32,11 [4-11-1965]
11.Figlioli, quante volte, e ve ne accorgerete da sacerdoti e da assistenti, vi troverete nella condizione di non sapere che cosa rispondere. Se volete rispondere con parole umane potete conversare anche per tre ore, ma direte parole, belle parole, non qualcosa che colpisca e che trasformi quell'anima. Solo Dio, figlioli, è il custode di questa porta, solo Lui nel momento giusto per quell'anima vi suggerirà quella parola adeguata. Ma allora bisogna essere uomini di Dio. Mons. Carraro, vescovo di Verona, per esempio, per preparare le sue prediche ha un tavolino in chiesa e si mette dinanzi al Santissimo, e prepara tutte le sue prediche davanti al Santissimo. Ricordo che alcuni anni fa sono andato a Lourdes, e l'ho visto inginocchiato vicino alla grotta un'ora, due ore, tre ore; insomma per qualche ora l'ho visto là. Il giorno dopo era là che guardava la Madonna. Ah, figlioli, questo è l'atteggiamento dell'apostolo: l'apostolo è un uomo che ha contatti personali e coscienti con il suo Dio, è l'uomo di Dio, è il profeta, è colui che parla in nome del Signore. E la gente se ne accorge, figlioli miei, la gente se ne accorge.SACERDOZIO prete
CONGREGAZIONE assistente
APOSTOLO uomo di Dio
ESEMPI apostolo
EUCARISTIA adorazione
APOSTOLO predicazione
MARIA Lourdes
AUTOBIOGRAFIA viaggi
PREGHIERA incontro cosciente e personale con Dio
APOSTOLO profeta
L’episodio di Mosè che scende dal monte Sinai con il volto raggiante è raccontato in Es. 34, 29-35.
MI32,12 [4-11-1965]
12.Quando sono andando in Terra Santa il gruppo era composto da trenta sacerdoti e da molti laici. Abbiamo cominciato a parlare e, dopo i primi discorsi, immediatamente i laici avevano già diviso in categorie i sacerdoti presenti. Quello? Sì, è abbastanza un uomo di Dio. Quello? È un uomo di Dio, si vede subito. Ah, quello, non sembra neanche un prete! Quello? Ah...! Avevano già fatto le loro categorie, e non era il giudizio di una sola persona, ma di sette o otto o dieci persone. Il giudizio uscì chiacchierando insieme, e tutti dicevano: "Quello si vede!". Perché? È inutile, figlioli: quando uno parla con Dio viene giù con i raggi sulla fronte come Mosè quando è disceso dal monte e si vedeva che aveva parlato con il Signore. Quando uno va in chiesa e si mette in contatto con Dio, recita la corona e si mette in contatto con la Madonna, vedi subito che è un uomo che ha parlato con la Madonna e che ha parlato con Dio. Quando Bernardetta ha visto la Madonna è andata a casa e la mamma le ha chiesto: "Che cosa hai, Bernardetta?". Lei rispose: "Niente, mamma". La mamma continuò: "No, tu hai qualche cosa". Sfido io, aveva visto la Madonna; non si può nascondere agli uomini una visione divina. Bernardetta aveva promesso di non dirlo alla mamma: "Non lo diciamo", però la mamma se ne accorse che c'era stato qualcosa. E la gente se ne accorgerà, figlioli, ed è questo quello che vogliono vedere: uomini che se la intendono con il Signore, che parlano con il Signore.PASTORALE laici
APOSTOLO testimonianza
PREGHIERA rosario
APOSTOLO uomo di Dio
MI32,13 [4-11-1965]
13.Gli uomini vi vogliono vedere poveri. Poveri non vuol dire miseri, e tanto meno miserabili. Vi vogliono vedere staccati dalle cose del mondo, vogliono vedere che usate le cose del mondo in tanto in quanto sono necessarie per l'apostolato, in tanto in quanto sono necessarie per voi. Adesso, per esempio, siamo in questi ambienti dove non è freddo all'inverno, mentre una volta si andava in stalla. Nessuno esige che il parroco vada in stalla a recitare il breviario. Questo lo facevo io, durante la guerra, perché non c'era legna per scaldarsi, né niente; avevo una vaccherella, andavo là e si faceva un po' di studio, un po’ di coro, e tutto quanto perché bisognava arrangiarsi. Adesso nessuno esige questo perché oggi il tenore di vita è diverso. Nessuno esigerà che un domani, se avete la possibilità di andare nel campo apostolico in jeep, andiate a piedi o con un asino che si rovescia ogni tre passi. Se domani per l'apostolato sarà necessario usare mezzi ancora più moderni, userete mezzi più moderni. Ma ricordatevi: la gente non vuole vedere l'uomo di Dio attaccato ai propri capricci. La gente ha stima del sacerdote, tanta stima del sacerdote, e lo considera uomo consacrato al Signore e all'apostolato. La gente, forse anche senza pensare, dice: "Se quel tale ha abbandonato tutto per seguire Dio e crede veramente che sono beati i poveri in spirito, perché allora è attaccato alle cose del mondo? Allora non ci crede neppure lui!". La gente del mondo ci vuole vedere coerenti. Per esempio, nella parrocchia non ci devono essere l'indecenza e la sporcizia, e neanche la miseria, ma la decenza. La gente non vuol vedere nella canonica il salotto del signore, ma neanche i piatti rotti, neanche le salviette sporche. Pulizia e decoro! La canonica deve essere la casa di tutti dove può entrare il sindaco, ma può entrare anche il povero. Ma, ricordatevi, c'è un giusto mezzo che la gente sa capire, e voi dovete farvi questa sensibilità, e dovete farvela qui dentro nella Casa di formazione. Perciò, nelle cose personali, nel vostro ufficio, nell'ambiente dove lavorate: né troppo avanti, né troppo indietro. Dovete cercare quel giusto posto, quella giusta posizione che è voluta da Dio per gli uomini di Dio. Dobbiamo mostrare agli uomini che noi ci serviamo delle cose del mondo con santa semplicità, perché ci sono date da Dio, ma che non siamo attaccati a quelle cose, che non lavoriamo per quelle cose. In modo particolare non dobbiamo dimostrare di essere attaccati al denaro: figlioli, gli uomini ci perdonano più l'impurità che l'attaccamento al denaro. E non soltanto qui a Vicenza, ma anche nell’Italia Meridionale e in Guatemala perdonano l'impurità e dicono: "Poveretto, è un uomo anche lui, poveretto", ma non ci perdonano l'attaccamento al denaro. Allora dobbiamo spaventarci perché queste cose sono impossibili, perché queste cose sono difficili? No, non è il caso di spaventarsi, perché prendendo le cose con semplicità ci si può arrivare. Ma non aspettate il giorno che la Congregazione vi manda in campo apostolico per praticare queste cose.CONSACRAZIONE povertà
APOSTOLO distacco
MISSIONI vita missionaria
APOSTOLO uomo di Dio
SACERDOZIO prete
PASTORALE parrocchia
FORMAZIONE case di formazione
VIRTÙ
semplicità
MI32,14 [4-11-1965]
14.Avevamo tre punti da trattare: sincerità, carità e prudenza. Il primo punto l’abbiamo diviso in due: sincerità con Dio e sincerità con gli uomini. Ora abbiamo trattato solo la prima parte del primo punto. Adesso ci ritireremo nella sala di studio e pensiamo un pochino: in questo momento io godo dinanzi ai miei Confratelli, dinanzi alle persone che avvicino in seminario, in campo apostolico voi sacerdoti in cura d'anime, godo veramente buona fama, nel senso che la gente, i miei Confratelli, vedono che io sono veramente umile, non solo a parole, ma nella realtà? Sono puro, angelicamente puro? Sono pio, un uomo che parla con il Signore? Vedono che io sono povero, staccato dalle cose materiali? Sarebbe proprio il caso di fare una revisione: la faccio io, la fate voi. Bisogna che ci prepariamo, figlioli, all'apostolato perché ormai il tempo stringe e vedete che abbiamo già cominciato: fra poco ne manderemo via alcuni, l'anno venturo ne manderemo via degli altri. Ormai la Congregazione sta lanciandosi. Poi sarà difficile che ci ritroviamo ancora insieme, sarà difficile che ci possiamo prendere ancora per lo stomaco. Nelle varie piccole o grandi cose è necessario che ognuno di noi si formi una mentalità, che ognuno di noi raggiunga un dato livello di santità. Permettete questo esempio. Quando siamo andati all'estero hanno voluto che ci facessimo la puntura anti-vaiolo per non portare il colera a casa. Io direi che anche voi avete bisogno di una puntura anti-vaiolo per rendervi immunizzati contro il male in mezzo al quale dovrete necessariamente andare per il vostro apostolato: immunizzatevi! E ricordatevelo: questo lo farete con la penitenza, lo farete con la preghiera, ma ricordatevi che una parte la dovete fare anche voi. E allora ecco, parlate di queste cose fra voi, consigliatevi fra voi, nell'impegno di vita settimanale trattate qualche volta queste cose, e fraternamente riuniti, con Cristo presente, vedrete che potremo, senza agitazioni e sconvolgimenti, prepararci alla vita apostolica.VIRTÙ
APOSTOLO testimonianza
CONGREGAZIONE
MISSIONI
CONSACRAZIONE santità
AUTOBIOGRAFIA viaggi
PENITENZA
PREGHIERA
COMUNITÀ
Impegno di Vita