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Ritiro spirituale ai Religiosi della Casa dell’Immacolata, insieme, forse, con i Religiosi dell’Istituto San Gaetano. Don Ottorino, in questa seconda meditazione di un ritiro spirituale del quale non si conosce la data ne’ si possiede la meditazione precedente, insiste sulla necessità della preghiera costante come incontro personale e cosciente con Dio e della totale e incondizionata disponibilità alla volontà di Dio, che si manifesta attraverso l’obbedienza. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 25’. 1. IntroduzioneMI132,1[1966]
1.Cerchiamo di riallacciarci alla meditazione precedente, sia per partire meglio e sia per dare modo ai cari fratelli che non hanno potuto essere presenti, di accompagnarci nella riflessione. Nella prima meditazione abbiamo cercato di vedere come noi viviamo in un mondo che è tanto piccolo. Abbiamo cominciato da bambini ad avere il nostro piccolo mondo, i nostri amici, il papà, la mamma, e poi questo mondo è andato sempre più allargandosi man mano che siamo divenuti grandi. Abbiamo cominciato a trattare con le persone, finché abbiamo allargato le nostre amicizie e siamo venuti in una Famiglia religiosa. Questo mondo si è sempre più allargato, allargato, finché verrà il momento che si restringerà: con un piccolo sforzo si innalza e poi si restringe e scompare, e finiremo per scomparire da questa terra e più nessuno si ricorderà di noi. Siamo apparsi tanto piccini, abbiamo fatto un po’ di chiasso, abbiamo fatto soffrire qualcuno e abbiamo aiutato qualche altro, e poi ritorneremo ancora nella dimenticanza. Ma oltre a questo piccolo mondo nel quale noi ci muoviamo, abbiamo detto che c’è un altro mondo, altrettanto reale come questo: è il mondo dello spirito, il mondo dove c’è Dio. C’è un mondo che è realmente presente a noi, realmente esistente, nel quale noi ci muoviamo... Ci siamo fermati a vedere come in questo mondo c’è Dio che ci vede in tutte le nostre azioni, che domani ci premierà per quello che abbiamo fatto e ci castigherà se non agiamo bene; quel Dio che ci aiuta continuamente e che ci aspetta a casa. Abbiamo visto che in quest’altro mondo c’è una mamma che ci vuole tanto bene ed è la Madonna. C’è un angelo custode, ci sono i nostri parenti morti; per molti di noi c’è il papà o c’è la mamma o c’è qualche persona cara in Paradiso che ci attende. È necessario vivere alla presenza di questo mondo, perché questo mondo pensa continuamente a noi: si po' dire che ha le telecamere continuamente puntate su di noi, giorno e notte. Da qui parte la seconda meditazione. 2. La preghiera è un contatto personale e cosciente con il SignorePREGHIERA meditazione
FAMIGLIA
COMUNITÀ
NOVISSIMI eternità
NOVISSIMI morte
DIO
NOVISSIMI paradiso
“Dio è al telefono: perché lo fai attendere?”: è una delle frasi forti di don Ottorino sulla necessità di essere in continuo contatto con Dio al fine di conoscere la sua volontà per compierla nella vita di ogni giorno.
Dopo la seconda guerra mondiale fu promossa una riforma agraria di vasto respiro in Calabria che prese il nome di “Opera per la valorizzazione della Sila”. La Sila è un altopiano montuoso che comprende in gran parte le provincie di Cosenza, Catanzaro e Crotone. Questa Opera aveva il compito di favorire lo sviluppo economico e sociale della Sila in seguito alla ripartizione dei grandi latifondi in piccoli fondi a conduzione familiare. In alcune zone vennero costruiti piccoli centri dove si trovavano i servizi necessari per una comunità (chiesa, scuola, ambulatorio, ufficio postale, qualche negozio di generi di prima necessità), ma la loro dislocazione nel territorio e la mancanza di mezzi di trasporto li resero di fatto inutili. Ora tutto è stato abbandonato all’incuria e al degrado avendo preferito la gente ritirarsi nei grossi paesi storici preesistenti.
Don Ottorino aveva fatto stampare una cartolina che raffigurava il “Ponte della preghiera”: una specie di promemoria costituito da un disegno ci un ponte sorretto da nove piloni che rappresentavano atrettanti momenti di preghiera da fare durante la giornata-tipo del Religioso. Nel disegno, attraverso dei simboli sistemati sui piloni, era anche suggerito il significato “teologico” in cui immergere la preghiera dei vari momenti della giornata. Sul retro della cartolina c’erano le spiegazioni del disegno e dei simboli e venivano proposte, attraverso brevi preghiere, alcune intenzioni per le quali pregare nei vari momenti della giornata.
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2.Quali sono o dovrebbero essere le relazioni che io, Religioso, devo avere con questo altro mondo? Quali sono i rapporti che devo tenere con questo altro mondo? Prima di tutto ci deve essere un contatto con quest’altro mondo; io devo parlare con quest’altro mondo perché di là è attesa continuamente la mia voce. Dunque, per prima cosa, io devo mettermi continuamente in comunicazione con quell’altro mondo. In altre parole, giorno e notte, il telefono dell’altro mondo è in attesa della mia voce. Se noi andiamo in un paese, in esso trovate il medico, il pizzicagnolo, il macellaio; in questo paese trovate tutto di quello di cui c’è bisogno. Invece nei terreni della riforma della Sila si vedono le casette disperse e ci si domanda: “E questa povera gente che deve andare a scuola, deve andare qua, deve andare là, dove va?”. La gente ha bisogno di un bel campanile, di una chiesa, e attorno tutte le cose che sono necessarie. Noi abbiamo tutte queste cose necessarie per la nostra vita spirituale se andiamo all’ufficio consulenze. Abbiamo bisogno di qualcosa e non sappiamo come diportarci? Pronti: ci si attacca al telefono e si parla con l’ufficio consulenze, con Nostro Signore. Siamo feriti? Si chiama l’ufficio pronto soccorso: ecco Nostro Signore che viene in nostro aiuto, che ci soccorre. Abbiamo bisogno, di qualcosa, di qualche aiuto materiale o spirituale? La banca del mondo di là è pronta. In altre parole, il Signore vuole che noi parliamo con Lui. Nella facciata posteriore della cartolina del “Ponte della preghiera” parlando del mattutino, abbiamo messo una frase: “... alla sera, prima di andare a letto, il buon Religioso deve sforzarsi di fare un contatto personale e cosciente con Dio: un contatto personale e cosciente”. Noi tante volte parliamo con il Signore alla buona, diciamo delle preghiere comunitarie, diciamo la corona, diciamo altre preghiere: queste sono necessarie e ci vogliono, ma il Signore vuole sentire anche la nostra voce.PREGHIERA incontro cosciente e personale con Dio
PREGHIERA telefonate a Dio
ESEMPI preghiera
PREGHIERA dialogo con Dio
PREGHIERA pratiche di pietà
S. E. monsignor Costantino Luna era vescovo di Zacapa in Guatemala.
Nell’esempio don Ottorino nomina Religiosi presenti al ritiro: Alberto Baron Toaldo del corso propedeutico alla teologia, Lorenzo Centomo del 3° anno del corso liceale, e Giovanni Orfano del 1° anno del corso teologico.
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3.Ieri sera è arrivato monsignor Luna ; eravamo tutti attorno a lui gridando, salutando, battendo le mani. E monsignor Luna poi l’ha ricordato: “Qui si viene volentieri... e poi si vive ricordando un pochino questo battimani.” Ma questo è un contatto cumunitario: qualcuno di voi può avere battuto le mani ed essere rimasto indifferente nel suo intimo. Il contatto invece che io ho poi avuto con lui ieri sera è stato diverso, quando mi sono trovato da solo con lui e abbiamo camminato e parlato insieme. Voi siete andati in studio e lui ha parlato con voi, e in questo c’era già qualcosa di intimo; ma trovarsi a tu per tu con lui e parlare insieme è diverso: lui parlava con me e io parlavo con lui. Dio vuole questi incontri in studio tutti in compagnia, vuole questi incontri in chiesa tutti in compagnia, e ci devono essere questi incontri; ma vuole anche il contatto intimo e personale. Vuole che Alberto si trovi con Lui solo, che Lorenzo si trovi con Lui solo, che Giovanni si trovi con Lui solo: io e Lui, e Lui e me. E questo incontro con me Dio lo vuole frequente: lo vuole al mattino appena mi alzo e finché mi sto vestendo, lo vuole alla sera mentre sto coricandomi. Io devo incontrarmi con Lui e parlare con Lui: lo vuole nella comunione... è venuto da me e vuole che io parli a Lui e Lui vuol parlare a me; vuole che io l’ascolti; io devo parlare a Lui e poi devo ascoltare quello che Lui mi dice. Fratelli miei, se noi non ci abituiamo nella preghiera a fare questo incontro personale con Dio, questo incontro cosciente con Dio, minacciamo che le nostre preghiere siano ripetizioni di formule. Nelle nostre Costituzioni abbiamo messo la recita del rosario quotidiano, le tre corone; la via crucis settimanale; l’ora di adorazione, tante altre cose... Mi pare, insomma, che possono essere tante, ma che cosa varrebbero tutte queste prescrizioni, e a cosa varrebbe poi che ognuno di voi potesse segnare nel fogliettino che ogni giorno è stato fedele nell’eseguire tutte queste pratiche di pietà, se poi mai questo Religioso nella giornata si è incontrato personalmente con Dio?ESEMPI preghiera
PREGHIERA incontro cosciente e personale con Dio
PREGHIERA pratiche di pietà
CONGREGAZIONE Costituzioni
Cfr. Matteo 15, 8, che riporta Isaia 29,13 e il Salmo 78,36-37.
Cfr. Gioele 2,13.
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4.Fratelli miei, guardate che Nostro Signore non debba ripetere ancora quella frase che ha detto nel Vangelo: “Populus hic labiis me honorat!”. Questo popolo mi onora con le labbra e non con il cuore! “Et scindite corda vestra, et non vestimenta vestra...”. È il cuore che deve presentarsi dinanzi a Dio, figlioli miei, è il cuore che deve parlare al Signore, il cuore, specialmente quando la croce passa per casa nostra, quando non ne possiamo più: non vi parlo di sentimentalismi! Diceva ieri sera monsignor Luna, e lo ripetevo ai fratelli prima, che i primi due anni in Guatemala si è trovato in difficoltà enormi: era solo, si è trovato solo, solo, e l’unica consolazione era pensare a Gesù crocifisso morente; solo e sempre Gesù dinanzi allo sguardo. Pensando a Gesù che stava morendo diceva: “Signore, per amor tuo! Tu sei morto per amor mio e per amor tuo io accetto questa croce!”. Fratelli miei, voi siete sempre in laboratorio, in mezzo ai giovani dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina, sempre le stesse cose, sempre con questo peso continuo dei giovani nell’età nella quale riconoscono poco quello che si fa per loro: dove potete trovare la forza per sostenere i momenti di scoraggiamento che sono propri di tutti se non nell’incontro cosciente e personale con il Signore, se non nella preghiera fatta con fede come la facevano le nostre buone mamme che si rivolgevano a Signore: “Aiutami tu, Signore! Ti raccomando, metto tutto nelle tue mani!”? Parlate al Signore, figlioli, parlate al Signore, e poi vedrete che anche le preghiere che sono prescritte dalle Costituzioni e che dobbiamo dire verranno fatte bene perché, allora, ogni Ave Maria delle tre corone sarà un incontro cosciente con Dio e con la mamma; allora, ogni preghiera che reciteremo in chiesa, sarà un cosciente incontro con la Madonna, se questo incontro ci sforzeremo di farlo sempre durante la giornata. Ritorno ancora a quello che diceva ieri sera monsignor Luna quando uno dei confratelli ha detto: “Che cosa aspetta il mondo?”, e lui ha risposto: “Santi, santi, santi!”. Il mondo aspetta santi! E chi è il santo? È uno che cerca di vivere insieme con il Signore e di fare quello che vuole il Signore. Dunque, questa è la prima cosa, in breve, perché su questi argomenti ci siamo fermati tante volte e avremo ancora l’occasione di fermarci 3. La santità consiste nel compiere istante per istante la volontà del SignorePREGHIERA
GESÙ
Via Crucis
GESÙ
crocifisso
CROCE
PREGHIERA dialogo con Dio
PREGHIERA incontro cosciente e personale con Dio
MONDO
CONSACRAZIONE santità
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5.La seconda cosa che il mondo di là, quell’altro mondo dove dobbiamo andare desidera da noi, la seconda cosa che il mondo reale di là, che ci segue, vuole da noi, fratelli, è che facciamo istante per istante la volontà di Dio. Mi permetto di fermarmi un pochino su questo punto. Noi siamo come in un combattimento in tempo di guerra, siamo come dei piccoli ufficiali e abbiamo a nostra disposizione un piccolo corpo armato, una piccola pattuglia completamente efficiente: le mani, le gambe, gli occhi, l’intelligenza. Però, ricordatevi che i piani di battaglia si trovano in Cielo, non sono in terra; il comando generale, il generalissimo, si trova in Cielo; la battaglia viene diretta dal Cielo, non dalla terra. Umanamente parlando noi non potremo vincere la battaglia, però Dio ci vuol dare l’aiuto e anche le direttive, perché è Lui che dirige la salvezza del mondo, è Lui che dirige i piani... La Madonna, per esempio, la nostra buona mamma, la Madonna, è stata chiamata da Dio ad essere la mamma di Gesù, però i piani li aveva il Padre e li ha rivelati alla Madonna momento per momento e tante volte anche dopo. Infatti la nostra buona mamma, la Madonna, riceve l’annuncio e basta, stop! San Giuseppe riceve l’annuncio, e stop! Subito dopo la Madonna deve andare a Betlemme, e poi deve fuggire in Egitto... Il Signore le dà ordini momento per momento, e tante volte attraverso la parola di delinquenti, come attraverso Erode. La volontà di Dio che Gesù andasse in Egitto non si è manifestata attraverso il sommo sacerdote o attraverso il Battista, ma attraverso uno che si è messo ad ammazzare i bambini a Betlemme. Fratelli, ci vuole tanto spirito di fede, ma proprio tanto spirito di fede. In altre parole bisogna che ci mettiamo in testa che è qui il fondamento dell’obbedienza. Se noi togliamo questo fondamento all’obbedienza, casca il palco; se l’obbedienza non ha questo fondamento soprannaturale, è una cosa assurda! Che un uomo obbedisca a un altro uomo è una cosa assurda e, magari, questi è una testa poco dotata perché non sempre quello che comanda può essere più intelligente, non sempre quello che comanda può avere doti maggiori di quello che obbedisce, non sempre quello che comanda può avere vedute maggiori perché è senza il cannocchiale o ha la vista corta. L’obbedienza si spiega soltanto se noi comprendiamo soprannaturalmente le cose, e cioè se ci mettiamo in testa che noi siamo nelle mani di Dio, e che Dio realizza, attraverso gli eventi, quello che è il piano che ha su di noi.NOVISSIMI eternità
VOLONTÀ
di DIO
CONSACRAZIONE
DIO piano di salvezza
DIO stile di...
MARIA fede di ...
MARIA maternità
divina
VIRTÙ
fede
CONSACRAZIONE obbedienza
COMUNITÀ
Cfr.Geremia 2,20. Nell’omiletica tradizionale il testo veniva usato per indicare la voce di ribellione di Lucifero verso Dio “Non ti servirò”.
Santa Maria Bertilla Boscardin (Brendola 1988 - Treviso 1922), entrata tra le Suore Maestre di S. Dorotea, figlie dei SS. Cuori, appena emessi i voti temporanei venne inviata nella Comunità dell’ospedale di Treviso. Durante la prima guerra mondiale 1917 fu mandata nella Comunità di Viggiù (CO), dove, a causa dell’incomprensione della superiora e della sua aperta ostilità, ebbe molto da soffrire. Alla fine della I guerra mondiale, ritornata all’ospedale di Treviso, vi morì il 20.10.1922.
Santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo (1873 - 1897), entrò nel Carmelo di Lisieux a 15 anni. Era priora la madre Maria Gonzaga, definita da molti biografi della santa come donna autoritaria e bizzarra. Pur stimando Teresa la trattò costantemente con severità facendola soffrire, soprattutto durante il primo anno di vita claustrale. Nella foga omiletica, forse, don Ottorino calca un po’ la mano nel descrivere le stranezze della superiora.
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6.Fratelli, perché io insisto su questo? Ieri sera monsignor Luna diceva una cosa che è tanto vera, sapete: oggi siamo all’eresia della disobbedienza; c’è proprio un’eresia Non si vuol più obbedire, cioè, in altre parole, si critica, si giudica, e dopo si obbedisce. Ho persino sentito circolare una voce di questo genere: il superiore comanda... se sembra giusto, va bene, e se non sembra giusto si dica al superiore: “Guarda che hai sbagliato!”, e se il superiore non capisce che ha sbagliato, io ho il dovere di non fare quello che dice il superiore. Capite che è una vera e propria eresia; è il demonio che sta vincendo; è il “non serviam”, il “non serviam!”. Leggiamo nella vita dei santi, nella storia della Chiesa... Suor Bertilla come ha fatto a farsi santa, anime di nostro Signore? Facendo la volontà del Signore che a lei è stata espressa attraverso una superiora che noi giudichiamo non troppo ortodossa. Santa Teresa del Bambino Gesù : come si è fatta santa? Apriamo un pochino la storia, apriamo le porte del monastero di clausura di Lisieux e andiamo dentro un pochino. Troveremo una superiora il cui unico amore era per una gatta, una piccola gatta. Il suo unico amore e affetto era questa gatta che scappava di notte... e la superiora allorachiamava tutte le suore: “Venite che è scappata la mia gatta”, e tutte dovevano correre alla ricerca della gatta della superiora. Tanto affetto verso la gatta, poco verso le suore. E attraverso questa superiora bisbetica e nevrastenica, che cosa è successo? È venuta fuori una santa! Amici miei, ricordatevi bene: è Dio che dirige il mondo! Quello che dirige la Congregazione è Dio! Quello che dirige le sue opere! Se ci mettiamo in testa di essere noi i direttori, noi coloro che dirigono le opere, le opere andrebbero a finire in malora. Allora, bisogna vedere le cose con semplicità, con semplicità!CONSACRAZIONE obbedienza
COMUNITÀ
critica
COMUNITÀ
superiore
ESEMPI santi
DIO passaggio di...
MI132,7[1966]
7.Mi permetto di dire questo, fratelli, e di insistere fortemente per questo motivo: adesso, tante volte, per voi è forse difficile obbedire; vi verrebbe voglia di criticare, forse non lo fate, ma verrebbe la voglia di dire: “Sarebbe stato meglio... Don Aldo ha comandato questo, don Ottorino ha comandato quello... ma sarebbe stato meglio...”. Verrebbe voglia di dire così. Ma, pensate un momentino: se adesso avviene questo, se adesso c’è questo pericolo, quando fra noi e voi c’è la distanza di venti-trent’anni, come farete ad obbedire a Dio quando avrete un superiore che sarà venti o trent’anni più giovane di voi? Come farete se non avete capito fin da adesso la necessità di questa obbedienza? Se adesso avessimo per superiore uno dei più giovani che c’è qui, e io stesso dovessi obbedire a lui: bisogna farlo, bisogna vedere che è la mano di Dio. Io mi sono donato a Dio, non al superiore. Se Dio ha messo quella persona come superiore, che cosa interessa? Ci vuole molto spirito di fede, fratelli, molto spirito soprannaturale. Bisogna sentire che siamo donati a Lui. In altre parole bisogna vivere la nostra consacrazione al Signore. Bisogna sentire che siamo di Dio, e allora sentire la gioia della croce, la gioia della sofferenza, la gioia dell’umiliazione, la gioia di essere lasciati in un cantuccio... E allora non si manca di carità, allora le cose vanno molto meglio. Fratelli miei, vi scongiuro in nome delle anime, per amore di Nostro Signore e con l’aiuto della nostra buona mamma, la Madonna: cercate di capire queste verità perché le dovete capire da soli; non possiamo mettervele in testa noi. Cercate di crescere in questo spirito di donazione completa al Signore.CONSACRAZIONE obbedienza
COMUNITÀ
critica
COMUNITÀ
superiore
DIO
CONSACRAZIONE offerta totale
VIRTÙ
fede
CROCE
CARITÀ
APOSTOLO salvezza delle anime
“Cicerone per la sua casa!”. Frase di un’orazione pronunciata al senato romano da Marco Tullio Cicerone per riottenere la sua proprietà sul Palatino e i mezzi per ricostruire la casa distruttagli dai suoi avversari politici durante l’esilio, durato un anno, a cui fu condannato nel 58 a.c. L’espressione viene oggi usata per indicare uno che agisce per proprio tornaconto.
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8.Vedete, fratelli miei, sembra quasi che noi, tanto don Aldo come il sottoscritto, diciamo queste cose, e le ve le diciamo spesso “Cicero pro domo sua” , perché abbiate a vedere in noi il Signore. Vi assicuro che se non fossimo al posto dove siamo queste cose ve le diremmo ugualmente, ma, forse, ve le diremmo a pugni, vi assicuro che ve le diremmo in modo molto e molto più forte, perché o ci mettiamo in testa che l’autorità viene da Dio e obbediamo per amore di Dio o in caso contrario siamo degli stupidi ad obbedire. Non si capisce, allora, perché sacrificarsi in un laboratorio per tante ore, perché mettersi a studiare tanto tempo, perché tanti missionari si sacrificano in Africa, in Guatemala, in America Latina, lontani dalla famiglia, lontani da tutto. Perché, se non si parte da un principio soprannaturale? Proprio ieri sera monsignor Luna mi confidava una cosa e diceva: “La difficoltà più grande che ho in Guatemala è l’obbedienza Ho mezzo milione di anime nella diocesi e trentun preti solamente, ma la difficoltà più grande è ottenere l’obbedienza, perché ognuno vuol fare quello che vuole. Non tutti, grazie a Dio, perché ne ho alcuni che andrebbero nel fuoco per amore di Dio, ma ognuno di loro vuol fare secondo i suoi progetti. Per esempio, è venuto un padre belga e gli ho affidato trentamila anime, e lui, subito, senza domandare niente: “Qui bisogna cominciare con le opere sociali, qui bisogna cominciare così...”; si è fatto arrivare delle suore, cioè delle giovani dal Belgio, e ha cominciato con un piccolo dispensario, ma niente catechismo... tutte attività esteriori. Non prega per niente, e un uomo che non prega oggi non fa niente. Ed effettivamente si va...”. 4. La Congregazione è stata voluta da Dio per avere uomini a sua completa disposizioneCOMUNITÀ
superiore
CONSACRAZIONE obbedienza
MISSIONI
APOSTOLO missione
DIO amore a Dio
APOSTOLO uomo di Dio
PREGHIERA
A Costozza (VI) i Poveri Servi della Divina Provvidenza di don Calabria dirigevano un centro di istruzione professionale con annessi convitto e semiconvitto.
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9.Fratelli miei, il Signore ha voluto una Congregazione non perché andiamo con la marcia indietro, ma perché andiamo a marcia avanti; se il Signore ci ha chiamati nella vita religiosa, ci ha chiamati perché vuole una donazione completa. Se all’inizio di una Congregazione non troviamo dei santi, quando li possiamo trovare, fratelli miei? E chi è il santo? È uno che si dona senza limiti, senza restrizioni al Signore; che si dona completamente, che accetta volentieri qualunque cosa che il Signore domandi. Figlioli miei, già in un’altra occasione a voi della Casa dell’Immacolata ho raccontato questo episodio. Don Giovanni Calabria un giorno ha detto a uno dei suoi aspiranti al sacerdozio che aveva fatto la terza liceo: “Vai a Costozza a fare il portiere”. Quello è andato e si è messo a fare il portiere. Dopo undici anni gli ha detto: “Che cosa fai, caro? Non studiavi per andare prete?”. “Sì, ma lei mi ha detto di andare ...”. “Lascia perdere, va’ a studiare, va’ a studiare e fatti prete!”. Cose da matti, direte voi! Però, vi dico: se non c’è questa disposizione in ognuno di voi, non a parole, ma con i fatti - non a parole, ma con i fatti! - io vi dico che non siete sulla strada della santità. Domani, cominciando da me, ci deve essere - non a parole - una disponibilità completa nelle mani di Dio, per cui se il Signore dovesse dire, per esempio, a uno di voi: “Adesso, in questo momento, tu vai ad Asiago. Ti metterai lì e farai l’assistente. Lascia stare lo studio verso il sacerdozio e resta lì finché ti diremo”, dovrebbe andare. Ecco, se questo giovane non è pronto a vedere la volontà di Dio proprio generosamente, io dico: attenti che non siamo ancora arrivati a quella temperatura spirituale che il Signore desidera dalla Congregazione.CONGREGAZIONE
CONSACRAZIONE offerta totale
CONSACRAZIONE vita religiosa
CONSACRAZIONE santità
CONGREGAZIONE Case della Congregazione
ESEMPI santi
APOSTOLO chi è
l’
apostolo
COMUNITÀ
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10.Questa sera dobbiamo fare tutti questo esame di coscienza; lo faccio anch’io, lo faccio anch’io! Sarei pronto a rinunciare al mio posto e dare l’ufficio a don Matteo, a chiunque sia, a colui che il Signore mi indica, a fare un’elezione e io mettermi all’ultimo posto? Se io non sono pronto a dire di sì, guardate che io non sono a posto. Questa è la disposizione che dobbiamo avere dinanzi al Signore; questa è la donazione di noi stessi, intera, completa, al Signore. Allora, anche se nella vita quotidiana vi capiterà qualche piccolo scontro, qualche piccolo dispiacere, qualche piccolo torto fatto da uno o dall’altro dei confratelli, qualche piccola dimenticanza fatta dal superiore, qualche trattamento secondo voi ingiusto da parte del superiore, qualche cosa fatta male, non vi scoraggiate. Allora vi portate dinanzi al tabernacolo e dite: “Signore, questa parola mi costa. So che la natura resta natura... Questa cosa mi costa, ma, Signore, a me di questa cosa non importa niente”; fate un sorriso e sarete più lieti e più forti di prima... “Non la mia volontà, o Signore, ma la tua volontà sia fatta”. Questo, fratelli miei, si realizza soltanto se voi avrete continuamente il contatto con il Signore. In altre parole, se potete dire: “Io vivo qui in terra, ma la mia vita è in Cielo! Io continuo a pensare al Paradiso, continuo pensare al mio Dio e sono diretto al mio Dio. È tanto il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto”, allora voi siete preoccupati, ma preoccupati soprattutto di fare quello che vuole Lui. Fratelli miei, quanto sarebbe bello se la nostra Comunità vivesse in questa atmosfera; se i nostri giovani, tutti, di qualunque età, sia gli assistenti come quelli che vanno sacerdoti, nella fraternità e nella carità fossero pronti, giorno per giorno, istante per istante, a questa donazione completa! Qualche volta si sente dire: “Mah, uno va sacerdote, uno va assistente...”! La vera grandezza sta in questa donazione. Lo stesso sacerdozio, vorrei dire, scompare dinanzi alla luce di un giovane che si dona completamente al Signore. La vostra grandezza, assistenti, la vostra grandezza, chierici, è qui: un animo che si consacra a Dio e che desidera fare solo quello che Dio comanda, ed è preoccupato solo di questo. E quando riceve un ordine, subito innalza lo sguardo al Signore e parte; conosciuta la volontà di Dio, parte. Fratelli, forse posso essermi espresso male nel parlare, però questo è il mio pensiero. Aiutatemi voi con la vostra buona volontà. 5. ConclusioneCONVERSIONE esame di coscienza
CONSACRAZIONE offerta totale
COMUNITÀ
confratelli
COMUNITÀ
superiore
CROCE prove
EUCARISTIA tabernacolo
VOLONTÀ
di DIO
PREGHIERA
DIO contatto con
NOVISSIMI paradiso
COMUNITÀ
conduzione comunitaria
SACERDOZIO prete
Cfr. 1 Cor. 4,3.
MI132,11[1966]
11.Rientrando adesso nei vostri studi cercate di pensare a queste cose. Io vivo in un mondo, in un piccolo mondo. Forse alcune persone mi conoscono. Sono una povera goccia. Che cosa importa che uno sia più alto e l’altro più basso, che uno sia conosciuto da cento persone o da centocinquanta? Questo piccolo mondo, dove oggi ci sono e domani non ci sarò! C’è però un altro mondo, il vero mondo; c’è un’altra grandezza, la vera grandezza: lì c’è Dio! Dio mi vuol bene, Dio mi vede: vede le mie croci, vede quello che ho fatto di bene e quello che ho fatto di male. Io, allora, mi preoccuperò di piacere al Signore come dice San Paolo: “Mihi autem pro minimo est ut a vobis judicer. Non m’interessa di essere giudicato da voi... Colui che mi giudica è il Signore!”. Là c’è una mamma, la Madonna, che mi assiste; là ci sono tante persone care che mi attendono. Io cercherò di mettermi continuamente in contatto con questo Signore con la mia preghiera, con questo incontro cosciente e personale con Dio. La mia preoccupazione, d’ora innanzi, dev’essere una sola, proprio una sola: fare la volontà di Dio. Io sono di Dio e perciò faccio quello che vuole il Signore. Domani mi viene ordinato di andare in Guatemala? E vado in Guatemala! Mi viene ordinato di andare a Grumolo e di aprire la colonia? E apro la colonia! A me non interessa niente. Vado dove Dio mi chiama, in qualunque momento, in qualunque ora. Vi raccomando tanto una cosa: questa sera rivolgiamoci tutti alla Madonna, rivolgiamoci a Lei per noi e per la Congregazione, e chiediamo alla nostra buona mamma, la Madonna, che conceda alla Congregazione la grazia che tutti i membri possano vivere questa spiritualità perché, ricordatevi, è l’unico modo per poter realizzare quel fine che Dio ha stabilito per la nostra famiglia. Sia lodato Gesù Cristo!NOVISSIMI eternità
DIO amore di...
NOVISSIMI giudizio
MARIA
CONGREGAZIONE carisma
VOLONTÀ
di DIO
MARIA madre della Congregazione