Cfr. Genesi 1,26.
Il villaggio San Gaetano di Bosco di Tretto (VI) aveva impegnato molto tutti i giovani della Casa dell’Immacolata, ma specialmente i più grandi, sia per il livellamento del terreno come per la costruzione e la messa in opera delle casette prefabbricate.
Il rosario era pregato, evidentemente, nella cappella del villaggio.
Cfr. Luca 1,38.
MI195,1 [10-08-1967]
1 Troviamo nella Sacra Scrittura una frase che ci riempie di grande consolazione: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza” . Dio ha creato l’uomo a propria immagine e somiglianza. Noi, perciò, per natura rassomigliamo a Dio. Però Dio ha tanti figlioli. Voi con tanta fatica e con tanto sacrificio avete costruito queste case. Supponiamo che tra qualche tempo tutto sia finito e completato: partite e andate a fare una bella gita e state via quattro giorni. Alla sera del quarto giorno tornate stanchi e trovate il villaggio incendiato, non da un corto circuito, non da un reattore difettoso, ma incendiato da un uomo nemico, da uno che ce l’ha con l’Istituto. Pensate che disastro: tutto distrutto, incendiato! Il Signore ha creato l’uomo e l’uomo ha rovinato l’opera di Dio. E il Signore ha detto: “Facciamo la redenzione!”, e ha promesso la redenzione. Ed ecco che l’uomo ferito attende il medico, attende colui che deve venire ad aprire le porte del Paradiso, che deve rimettere l’uomo sopra il piedistallo, che deve ridare all’uomo la sua grandezza. E tutta l’umanità - dico l’umanità con la sua miseria - va gridando, e il popolo ebreo che ha ricevuto la rivelazione va cantando: “Regem venturum Dominum...Venga, venga questo re, venga questo salvatore!”. Ed ecco che arriva il momento voluto e stabilito da Dio: un angelo si presenta ad una fanciulla ebrea e le annuncia che sarà proprio lei la madre del restauratore. E qui vorrei, mentre rinnoviamo la nostra fede, che pensassimo che siamo veramente presenti a lui, come dicevamo ieri sera, a lui seconda persona della Santissima Trinità che si è incarnata ed è presente nell’Eucaristia. Io vorrei che ci raffigurassimo la scena: questa piccola fanciulla ebrea che riceve l’annuncio dell’angelo: “Tu sarai mamma di Gesù, tu sarai la mamma del salvatore!”; questa fanciulla ebrea concepisce per opera dello Spirito Santo, viene riempita di Spirito Santo, si mette a disposizione totale di Dio: “Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum”. Durante la recita di queste dieci Ave Maria pensiamo a questo grande mistero e ringraziamo la Madonna di avere detto di sì, perché da quel momento noi abbiamo avuto la nostra salvezza.DIO creatore
CROCE
ESEMPI piano di salvezza
NOVISSIMI paradiso
DIO piano di salvezza
GESÙ
salvatore
MARIA maternità
divina
VIRTÙ
fede
GESÙ
incarnazione
DIO Trinità
ESEMPI Eucaristia
DIO Spirito Santo
MI195,2 [10-08-1967]
2 Quando mi sono portato a Nazaret e mi sono prostrato a terra nella grotta dell’annunciazione, vi assicuro che ho provato qualche cosa che è difficile descrivere. Lì sono scritte queste parole: “Hic Verbum... qui il Verbo si è fatto carne”. Qui, proprio qui: quell’‘hic’ ti colpisce nell’intimo del cuore; proprio in questo posto la divinità si è unita con l’umanità, Dio ha cominciato ad essere uomo restando vero Dio nell’unione ipostatica: una sola persona, due nature. E la Vergine comincia a portare nel suo seno purissimo il Verbo che si è fatto carne. Però avviene una cosa meravigliosa: quando la Madonna comincia ad avere dentro di sé il Verbo fatto carne, incomincia traboccare nella vita. E tu vedi la Madonna che sente il bisogno di andare subito da Elisabetta perché Elisabetta ha bisogno di lei. Ha bisogno di lei per due motivi: anzitutto perché sta per nascere il piccolo Giovanni, e si trova in condizioni particolari per cui ha bisogno di un’amica, ha bisogno di una mano, e poi perché ha bisogno anche di Gesù. E Gesù si lascia portare da Maria e vuole essere portato da Maria per incontrarsi con il piccolo Giovanni, per santificare Giovanni. Vedete, fratelli miei, quando noi abbiamo Gesù dentro di noi siamo naturalmente portati alla carità, siamo naturalmente guidati da lui. Vi dico una piccola esperienza personale. Quando, per esempio, io faccio la meditazione a voi, sento una differenza enorme se ve la faccio prima della comunione o dopo la comunione. Anch’io l’ho fatta, come questa mattina, durante la S. Messa, ma se la faccio dopo la comunione mi pare che siamo in due a parlare. Eppure stiamo parlando lo stesso di lui, siamo insieme con lo Spirito Santo. Fratelli miei, bisogna sentire la presenza di Gesù. Quando Gesù è dentro di noi si sente il bisogno di fare qualcosa per lui, si sente il bisogno di donarlo, di andare in giro per il mondo e di portare Gesù. È quello che ha fatto questa giovane Vergine che adora il suo Dio che porta in sé, questa giovane Vergine che fa più di 100 chilometri attraverso le montagne della Samaria per arrivare in Giudea ad Ain Karim, dove c’è Elisabetta. Questa giovane Vergine, fratelli miei, ci insegni a saper accogliere Gesù, a portarlo dentro di noi e a portarlo agli altri.AUTOBIOGRAFIA Terra Santa
GESÙ
incarnazione
GESÙ
uomo
MARIA mediatrice
CARITÀ
PREGHIERA meditazione, contemplazione
EUCARISTIA S.Messa
EUCARISTIA comunione
DIO Spirito Santo
Don Ottorino stava già preparando il suo terzo viaggio in America Latina, che avrebbe realizzato dal 31 agosto al 14 ottobre di quell’anno 1967 insieme con Zeno Daniele che aveva appena completato il 1° anno del corso teologico.
MI195,3 [10-08-1967]
3 Ed ecco che Gesù nasce. Siamo tanto abituati a vedere il presepio, siamo tanto abituati a sentirci ripetere che Gesù è nato in una povera stalla e deposto in una mangiatoia, e forse questa abitudine ci è dannosa. Lui, che ha creato l’oro e le gemme preziose, lui, che ha creato i fiori e le bellezze che sono sopra la terra, ha scelto un luogo umile, ha scelto di nascere in un luogo povero. Nel catechismo di Pio X alla domanda: “Perché Gesù volle nascere povero?”, viene data questa risposta: “Per insegnarci a non riporre la nostra felicità negli onori e nelle ricchezze”. Il cristiano dovrebbe servirsi delle cose del mondo in ginocchio; il cristiano dovrebbe servirsi delle cose buone, delle cose belle, di quelle cose che Dio ci dona in ginocchio, e questo anche dei ritrovati della scienza. Oggi, per salire, si va in ascensore; per andare in America non si va con la barca di Colombo, ma si preferisce andare con un DC 8 – vero, Zeno ?- per far più presto, per portare Dio, per portare una parola di fraterno incoraggiamento in pochi giorni da un lato all’altro dell’America. Ma se oggi noi possiamo servirci delle cose che il Signore ha permesso che l’uomo scoprisse, servirci dei mezzi di trasporto, servirci del frigorifero, servirci delle altre comodità che la tecnica odierna ha messo a nostra disposizione, resta sempre vero che lui è nato in una stalla ed è stato posto in una mangiatoia per insegnarci a non riporre la nostra felicità nelle ricchezze e negli onori; resta sempre vero che noi dobbiamo amare la povertà, dobbiamo amare che qualche volta ci sia qualche fessura nelle finestre della nostra stanza, che ci sia, in altre parole, qualcosa che ci manca. Dobbiamo amare che qualche volta ci costi il pane che mangiamo perché dobbiamo guadagnarcelo con il sudore della fronte, che qualche volta il pane sia anche duro. Fratelli, guai a noi se non sapremo amare la povertà, se non sapremo vedere nella povertà il Cristo che ha scelto la povertà. Certamente verrà il momento che si romperà una gomma dell’auto, verrà il momento in cui si romperà una valvola, verrà il momento che partiremo pensando di arrivare in un’ora e invece arriveremo in due ore per qualche difetto della macchina, verrà il momento in cui premeremo il bottone dell’ascensore e questo quel giorno non funzionerà e dovremo fare, magari, dieci piani a piedi... Ricordatevi che sono i momenti in cui il Signore vuol farci sperimentare la povertà. Noi certo non andremo a piedi in America, ma, se il Signore volesse che facessimo anche duecento chilometri a piedi, li dobbiamo fare.CONSACRAZIONE povertà
GESÙ
maestro
GESÙ
incarnazione
CHIESA cristianesimo
APOSTOLO ambasciatore di Dio
VOLONTÀ
MI195,4 [10-08-1967]
4 Noi non possiamo respingere la povertà, non possiamo respingere il sacrificio. Possiamo usare i mezzi moderni, usare la tecnica moderna, ma se il Signore, per una circostanza o per l’altra, vuole farci gustare il sacrificio, farci toccare il sacrificio, ricordate bene che lui per primo ha scelto volontariamente il sacrificio. Perciò stiamo in guardia perché le cose belle, le cose utili e moderne possono anche, a un dato momento, farci dimenticare la grotta di Betlemme. C’è sempre un punto oltre il quale noi manchiamo, c’è sempre un punto oltre il quale Gesù dice: “No, non rassomigli a me, non sei mio allievo!”. Se partendo da qui andassimo a Vicenza a piedi per fare penitenza, il Signore direbbe: “No, io mi sarei servito della macchina!”. Se noi dovessimo partire da qui e comperassimo un elicottero apposta per andare da qui a Vicenza, il Signore direbbe: “No, siete fuori posto!”. Dovete conservare questo equilibrio oggi e dovrete conservarlo un domani nella casa dove vi troverete ad esercitare l’apostolato. È una cosa difficile, però è una cosa assolutamente necessaria, assolutamente necessaria per piacere a Gesù e per essere in mezzo agli uomini i testimoni del Vangelo. Ricordatevi bene che se andate fuori da questa linea, a un dato momento non piacerete al Signore e allora non correrà più la corrente dal tabernacolo a voi, e voi racconterete storie e non parlerete in nome di Gesù, e gli stessi uomini non vi riconosceranno come fratelli di Gesù, non vi riconosceranno come i testimoni del Vangelo. Ricordatevi un’altra lezione che viene dalla grotta di Betlemme, quella di non riporre la nostra felicità negli onori. Per noi non c’è il pericolo della ricerca di titoli: essere monsignori, cavalieri, commendatori... Forse non ci sarà questo pericolo, ma, siamo sinceri: quando si va a scuola si preferisce prendere un dieci piuttosto che un quattro, quando si fa un’azione si preferisce avere una lode piuttosto che un biasimo.CONSACRAZIONE povertà
GESÙ
imitazione
PENITENZA
ESEMPI povertà
DOTI UMANE rinnovamento
DOTI UMANE equilibrio
MI195,5 [10-08-1967]
5 Fratelli miei, sentivo proprio ieri sera accennare a un padre che stava per fare un esame e diceva: “Signore, domani farò l’esame: non ti chiedo promozione o bocciatura, ma che sia fatta la tua volontà. Io riceverò dalle tue mani e la promozione e la bocciatura, però, se per la tua gloria fosse meglio la bocciatura, io preferisco la bocciatura. Signore, non vorrei che questo fosse un atto di superbia, però io chiedo la tua volontà; ma, se si trattasse di scegliere, Signore, sceglierei la bocciatura!”. Fratelli, io mi domando se noi nelle nostre azioni abbiamo proprio questa disposizione spirituale: “Signore, io voglio fare la tua volontà, però, se si tratta di scegliere tra la minestra con il sale o senza, preferisco quella senza sale; fra una lode e una bastonata, per amore tuo preferisco la bastonata”. Se nella vostra vita spirituale mai, mai, avete sentito il bisogno di scegliere l’umiliazione, pensateci bene: forse siete molto poco cristiani. Non sempre si ha la forza di presentarsi dinanzi al tabernacolo e dire: “Signore, desidero l’umiliazione!”, però dinanzi a un Gesù che si umilia nella stalla di Betlemme, qualche volta in vita si dovrebbe sentire il bisogno di essere poveri e umiliati come lui.VOLONTÀ
di DIO
CROCE
CONSACRAZIONE immolazione
VIRTÙ
pietà
EUCARISTIA tabernacolo
GESÙ
Cfr. Giovanni 20,11-18.
MI195,6 [10-08-1967]
6 Ricordate la storiella di quell’ubriaco che era seduto sulla riva del fosso con la chiave di casa in mano? È passato vicino uno e gli ha chiesto: “Caro, che cosa stai facendo lì?”. E quello: “Ah, vedo che tutto gira e sono qui che aspetto che passi la porta di casa mia. Vedo che passa tanta roba, e allora invece che andare io a cercarla aspetto finché una volta o l’altra passerà di qua e così entrerò senza fare tanta fatica”. Quando si perde Gesù non possiamo sederci sulla riva del fosso come l’ubriaco e dire: “Aspettiamo che venga!”, e tanto meno andare in giro a destra e a sinistra pensando che il Signore verrà. Quando Maria e Giuseppe, dopo una giornata di cammino, si sono accorti di avere perso Gesù, sono tornati indietro. Il giorno dopo hanno fatto un’altra giornata di cammino e al terzo giorno lo hanno ritrovato. Si sono messi alla sua ricerca, eppure non lo avevano perso per causa propria; era stato lui, birichino, che l’aveva fatta a loro. Ma loro vanno in cerca di Gesù e lo trovano. Vi ho detto in questi giorni che possiamo perdere il Signore per il peccato, per colpa nostra, o lo possiamo perdere anche perché lui si nasconde. Però nell’uno e nell’altro caso noi dobbiamo cercarlo, e dobbiamo aiutarci a cercarlo. Non possiamo pretendere, fratelli miei, di sederci sulla riva del fosso e attendere: dobbiamo cercarlo, il Signore! Qualche volta, chi vi conosce si accorge se avete perso Gesù o non l’avete perso. Vi dicevo giorni fa che la Maddalena è andata in cerca di Gesù, ha trovato quell’uomo e credendo che fosse l’ortolano gli chiese: “Dimmi, se l’hai trovato, dov’è...”. Alla vostra età è facile perdere Gesù, è facile smarrirlo. Bisogna cercarlo, figlioli miei, bisogna andare in cerca, e c’è la Madonna che ve lo può dare, e c’è il padre spirituale che ve lo può dare, e ci sono i superiori, c’è il Vangelo, c’è la preghiera, c’è la meditazione. Bisogna cercarlo, Gesù; non potete pretendere di poterlo trovare se non lo cercate. Potreste fare fallimento nella vostra santificazione se vi mancasse questo desiderio di cercare il Signore. Anche se siete stanchi come Giuseppe e Maria, dovete sforzarvi ugualmente di fare questa ricerca, perché senza questa ricerca, ricordatevi, Gesù non si trova.ESEMPI
MARIA
PAROLA DI DIO Vangelo
PECCATO peccatore
GESÙ
MARIA maestra, guida
FORMAZIONE noviziato
COMUNITÀ
superiore