IL CORAGGIO ESIGE DISPONIBILITÀ ALLA PENITENZA E ALLE CIRCOSTANZE
MO227[27-02-1968]
MO227,1[27-02-1968]
1.Intanto cerchiamo, almeno un istante, di metterci alla presenza del Signore.Procedamus! Terminiamo, cioè andiamo avanti con questa meditazione sul coraggio, che tradotto in dialetto, vuol dire, caro Raffaele, avere el corajo de rinnovare il dono e di offrirci al Signore, cioè perseverare nell'offerta al Signore.Ecco, ci sarebbe un altro tratto di meditazione qui in mezzo, che la salto via, perché mi interessa andare avanti. E parla questa meditazione, cioè il coraggio che ha avuto la nostra buona mamma, la Madonna. Voi direte: "Saltiamo via". Può darsi che torniamo indietro un altro momento, ma salto via per questo motivo: perché dovremmo sottolineare aspetti che già abbiamo sottolineato altre volte. Un pensierino, si può dire, cioè: il coraggio che ha avuto la Madonna, per esempio, nel dire di sì, dire di sì, il coraggio che ha avuto la Madonna nel mettersi a servizio di Dio, senza sapere praticamente nei particolari cosa incontrava ogni giorno, il coraggio che ha avuto la Madonna ai piedi della croce.E qui c'è una bella frase che mi è piaciuta tanto: l'ho fatta questa meditazione qui tornando da Crotone, mi ricordo che mi è piaciuta molto. Mi sono fermato spesso a considerare questo, cioè, praticamente la Madonna era preoccupata di una cosa sola: è la volontà del Signore. A lei non interessa il resto. Lo dice questo con queste precise parole."La sua unica preoccupazione è la fedeltà al proprio dovere, fedeltà al proprio dovere. La Madonna è preoccupata di compiere il proprio dovere. Non si informa né del come né del perché. Il dolore ha trovato sempre Maria in piedi".È meraviglioso, sapete, questo è meraviglioso! Lei è preoccupata, non...Avanti! Che tutto sia a onore di Dio: auguri! Va bene? Va benissimo! A che ora è? Sicché dobbiamo accorciare... fino alle otto e dieci; facciamo in tempo se finiamo alle otto e dieci, sì, no?Coraggio! Noi avremo coraggio. Pazienza! Perdona se non faremo il panegirico adesso, lo faremo in altra circostanza. Intanto ci auguriamo questo... che tutto, che questa legna che il Signore ha messo, divenga amore di Dio, e che ti serva tutto questo a scaldare l'anima tua, non solo, ma ad amare sempre di più il Signore e farlo amare di più dagli altri. Questo in tutto, vero. Te pare, don Piero? Che sia un modo per amare tanto di più il Signore e farlo amare tanto di più dagli altri, e allora, se questo serve, tutti quanti con la corona de alloro, magari una grande cussì. Procedamus!
MO227,2[27-02-1968]
2.Dunque la nostra buona mamma, la Madonna, che ha soltanto una preoccupazione: quella del proprio dovere. A lei non interessa vedere se in cima alla sieresara ghe xe sierese, ghe xe sucche o ghe xe foie; a lei interessa sapere soltanto se il Padre vuole da lei che vada su par la sieresara, chiaro? Non interessa a lei di vedere... "Beh! Ma io devo andar... A me interessa sapere qual è la volontà del Padre". "Che tu vada sopra là". Non è attratta dalle sierese, dalla gioia che proverà nello staccare quel frutto; non interessa che il frutto sia un frutto acerbo o un frutto dolce; a lei interessa solo sapere qual è la volontà del Padre, qual è la volontà del Padre.Guardate che è importantissimo questo, sapete; perché, tante volte, e vorrei dire la maggioranza delle volte, la volontà del Padre è che la creatura faccia la strada fin in cima alla sieresara a ciapar spuncioni e basta. Come che ga fatto Abramo quella volta ch'el xe 'nda in cima al monte, no? "Basta, son contento così!".Vedete, forse noi tante volte, mah, dimentichiamo una cosa importantissima: l'importanza, quello che ho accennato anche domenica, l'importanza che ha nella nostra vita, di cristiani prima e di apostoli poi, che ha il sacrificio. Forse la dimentichiamo troppo spesso 'sta parola qui. E allora andiamo cercando che tutto sia logico, che tutto sia secondo i piani un po' umani, anche l'apostolato vogliamo condurlo un po' sugli schemi umani; cioè che, se non è logico, se non è secondo la logica umana, noi scartiamo tutto, e ci dimentichiamo che proprio il Signore vuole invece... C'è qualche cosa?State attenti! No, proprio con questa disposizione, con questa disposizione! Vedete, forse noi in questi ultimi tempi, forse è tutto il mondo che ci ha portato a questo, ci stiamo un po' disabituando ad accettare la croce, ci stiamo un po' disabituando ad accettare qualcosa che costi un pochino, e diventiamo meno cristiani, meno apostoli.Qui ci vorrebbe un'ora per fare questa meditazione che avrei intenzione di affrontare questa mattina, perché abbiamo ancora da incominciare, no?
MO227,3[27-02-1968]
3.Vedete, mi ha un po' impressionato quello che ha detto mons. Di Stefano tornando dalla Germania, qualcuno di voi forse lo ha sentito. Ne ha parlato in lungo e in largo, ha detto che la pastorale dei vescovi tedeschi è improntata sullo spirito di penitenza, proprio tutta la pastorale è questa, improntata così: il cristiano per salvarsi deve fare penitenza. Ma non farla così genericamente, farla anche concretamente. Per cui, per loro un cristiano che non fa penitenza e cioè che non si sacrifica, anche dando denaro, ma proprio non il ricco che dà... Non interessa la grande donazione. Per esempio, la famosa Misereor è nata così, la Caritas. Tutte quelle organizzazioni tedesche sono nate proprio da... non tanto per aiutare gli altri... per aiutare gli altri, sì, ma primo: Abbiamo commessi peccati, noi individui, noi nazione, noi comunità cristiana... dobbiamo riparare! E allora dobbiamo far penitenza dei peccati nostri, dei peccati della comunità, dei peccati del mondo intero, e dobbiamo fare la penitenza concretamente. E perciò, dal nostro stipendio dobbiamo prendere ogni settimana qualcosa, ma che costi, perché se non è... E dobbiamo impegnarci di dare un tanto alla settimana, al mese, all'anno, ma che costi. E questo deve incidere sul bilancio, dobbiamo sentire che dobbiamo togliere qualche cosa, perché se no, non l'accettiamo, non sappiamo cosa farne; noi vogliamo il frutto di una penitenza”.Mi diceva appunto mons. Di Stefano che non si tratta, quel che è impressionante, di una cosetta come abbiamo noi, per esempio, il venerdì santo che facciamo a meno di fumare e magari i fuma do o tre sigarette e i ghe dà i soldi de un pacchetto de sigarette, no? No, no, quella è roba simbolica, quella xe roba... Qui si tratta di una cosa che costa ogni giorno, di un qualche cosa veramente di sodo, insomma di un qualche cosa che pesa, perché non è mica i 5 centesimi, i 10 centesimi, come che si dà nelle nostre chiese... i crede de aver pagà, vero, il contributo, le decime e le usanze, no? Purtroppo ghe sarìa l'usanza de dare 5 schei qua, vero? Ma danno qualche cosa che pesa. Sarebbe come dire, per esempio, uno ha 100.000 lire al mese di paga, el dixe: "Ben! 10.000 lire le dò per la Chiesa, per i poveri". Te capissi che comincia ad essere un 10%, comincia ad essere qualche cosa, no? E loro fanno così...E noi abbiamo i comunisti che fanno così, dal loro lato... e si tolgono qualcosa, si tolgono qualcosa dal loro stipendio, eccetera, qualcosa fanno. E abbiamo, è vero, alcune creature che hanno capito questo, cioè che la penitenza deve essere qualcosa che costa, non un qualche cosa: "Beh,va là, femo un fioretto!". Quando che uno ormai ga una sbornia e nol ghin pole più: "Beh, femo un fioretto!", quando che el xe all'ultimo biciere. Ovvero, quando che el ga magnà un chilo de fritole: "Beh, va là femo un fioretto, femo de manco de magnare l'ultima", parchè non la ghe xe sta più, e sarìa un problema dove strucarla, e allora femo un fioreto.
MO227,4[27-02-1968]
4.Ora, vedete, vedete, non si può concepire... A me ha fatto impressione, dico, e vorrei, volevo trattarlo questo argomento qui in altra sede, cioè negli incontri domenicali, ma siamo qui proprio all'inizio della Quaresima e ho voluto accennare, dato che mi è venuto così, ho voluto accennare; me lo son già scritto giù, io, tanto per ricordarmelo.Perché, per il passato, avevamo detto qui in Casa, volevamo perfino metterlo nei nostri, un po', manuali, che sarebbe utile che ogni giorno ognuno facesse qualche sacrificio e lo volevamo quasi fissare, vi ricordate, tre sacrifici volontari ogni giorno nella nostra Congregazione. Dicevamo: perché non si potrebbero fissare tre sacrifici volontari? Ognuno ha l'obbligo di fare tre sacrifici volontari. Ma, ma... non è una cosa così. Però bisogna che troviamo il modo di fare qualche cosa.Vedete, le Famiglie religiose sono partite tutte, vero, con un po' di sacrificio anche collettivo. Non parliamo dei Passionisti che hanno cominciato con l'alzarsi di notte, dormire là sul pagliericcio, eccetera eccetera. Non facciamo mica così, caro don Giuseppe, sennò te muri prima del tempo e pora laurea! La resta vedova proprio nei primi giorni delle nozze, vero? Attenti! Però qualche cosa, qualche cosa di collettivo, qualche cosa insieme, qualche cosa insieme... Qualche cosa, per esempio, prima di tutto che sia, che incida un pochino su quello che possono essere le critiche, mormorazioni, eccetera... perché quella è la prima penitenza che dobbiamo fare; ma poi qualcosina anche, qualche cosina anche...Se voi andate al Carmelo di Firenze, voi vedete quelle nostre carissime sorelle nel periodo di Quaresima hanno delle regole strettissime... nel periodo quaresimale, Avvento, Quaresima e altre circostanze... E perché noi in Quaresima non potremmo fare qualche cosa? Io, guardate, non voglio suggerirvi niente. Fossimo dieci anni fa suggerirei io, adesso ci sono degli uomini capaci di interpretare la volontà del Signore anche più di me; ma, ricordatevi che abbiamo l'obbligo di fare qualche cosa, fare qualche cosa. Ci dovrebbe essere in tutto il tempo dell'anno; come, per esempio, nelle nostre buone famiglie, i bambini ga dito: " No! Ancò xe sabato, niente, femo un fioreto ancò". Beh, ci dovrebbe essere nella Congregazione qualche cosa, qualche cosa con una linea penitenziale che accompagna tutto il tempo dell'anno, no? Piccole cose magari, ma qualche cosa, come un campanello che ci ricordi che dobbiamo fare qualche cosa. Poi in certi periodi dell'anno, tipo Quaresima, qualche cosa. Questo qualche cosa, vi dico, dovrebbe sorgere... io dovrei frenarvi.Ricordatevi che i primi tempi dell'Istituto io dovevo frenare qualcuno; c'erano, nei primi tempi dell'Istituto, dei vasi tutti pieni di cibalgine che si tenevano in bocca e ciucciarle per far penitenza; e ho dovuto comprare all'ospedale del rabarbaro, roba amara lo stesso, che non facesse male, al posto delle cibalgine. Qualcuno se ne mangiava quattro cinque al giorno e se le ciuciava tutte, fratelli miei. Qualche altro, qualche altro ho dovuto frenarlo perché andava a pazzie: andava a baciar il gabinetto per fare penitenza, dentro al gabinetto apposta per vincere se stesso; qualcuno che è qui in Congregazione... Ho dovuto regolare certi atti di penitenza perché erano un po' esagerati; ma, state attenti, dall'esagerazione al niente c'è in mezzo qualche cosa, e questo qualche cosa non possiamo toglierlo perché per il resto lo vediamo, lo vediamo nella volontà del Signore.
MO227,5[27-02-1968]
5.E vedete, c'è una penitenza, per esempio, la troviamo nella nostra buona mamma, la Madonna: disposta andar su per la sieresara e non trovar sierese. A lei interessa solo sapere che Dio vuole che vada su per la siaresara. Questa disposizione d'animo deve esserci in tutti. Cioè ognuno di noi deve avere questa disposizione d'animo: a me interessa solo sapere se questa è la volontà di Dio; il resto non mi interessa. Tu ci metterai tutta la tua buona volontà per aiutare il superiore a fare la volontà di Dio, per dire: "Senta, secondo me.. qua e là". È volontà di Dio questa? Sì! Basta!Guardate, tante disgrazie che succedono nel campo apostolico, gente che si sente dire a destra e a sinistra che si ribella, che sa... che vuol andar via dalla Congregazione, eccetera, eccetera, succedono queste disgrazie unicamente perché i religiosi non sono ancora entrati in orbita, non hanno capito che cosa vuol dire essere religiosi, che cosa vuol dire essersi donati interamente al Signore, essere a disposizione, e come un soldato in attenti...Il Signore comanda: "Su per quella pianta!". “Ma, Signore, l'è un salgaro, non ghe xe mia siarese in sima". “Ti va su!”. E col va su el ghe dixe: "Varda là". E lu varda là... "Ma, Signore, non ghe xe miga frutti". "Beh! Ti varda là". E ghe xe un gnaro de reiestole. “E allora porta xo el gnaro de reiestole”. El Signore costuma così: "Ma mi credea che el me mandasse a frutti, e invexe nol me ga mia dito el Signore che el me mandava a reiestole". Va ben! Qualche altra volta el manda su per una altra pianta, xe vero, e non ghe xe gnente, e invese sotto ghe xe, vero, un "leon rugens"... “Aah, mi non gavevo mia visto el leon!". E qualche volta non ghe xe nè reiestole, nè leon... "Nol capisse niente! Cossa me galo mandà a fare el Signor là in sima? Son andà in sima, son vegnù xo... cosa? Beh, mi go fatto l'obbedienza e basta cussì!".Guardate, se non vi mettete, guardate, non è... Mi vorrìa farve capire questo: non è un prurito da parte di chi comanda per aver della gente che obbedisce, no, perché l'obbedienza più grande dovrete farla più alle circostanze che agli ordini dei superiori. Dico male? E accettare le circostanze è più difficile che accettare l'ordine di un superiore; ve ne accorgerete nella vita apostolica. Saper vedere la volontà di Dio nelle circostanze in cui vi troverete, accettare così, pure...Guardate, per esempio, adesso per noialtri accettare la circostanza del diaconato col vescovo, e dover far tutto e dover accettarle e dire: "Sì, Signore, sia fatta la tua volontà!", ma nello stesso tempo devo far tutto per...Quante volte vi capiteranno queste cose qui, dove voi dovete accettare, ma dovete fuggire in Egitto. La Madonna ha accettato la volontà del Signore e... ma è fuggita in Egitto, no, perché il Signore le ha detto: "Fuggi in Egitto!". Non la xe mia restà là a far copare el piccolo, no? Eh, scusa, fin che ghemo le gambe bone, scapemo. Anche noi scappiamo per avere il diaconato da un'altra parte. Quel giorno che invece dalla Santa Sede dicessero: "No, per il momento". Basta! Ne verbum quidem! I nostri superiori, prima xe la Santa Sede, no? Se la Santa Sede è d'accordo... quel giorno che solo dicessero: "Ben, no, guardi, per adesso neanche parlarne voi". Va bene, basta, e non si discute più. Spetemo, giusto, no? Volontà di Dio: anche 50 anni, anche una generazione intera. Ma fin che là dicono: "Sì!", qua dicono: "No!", noi non siamo autorizzati a condannare, noi non abbiamo da andare a dir niente, va bene; il Signore comprenderà; però siamo autorizzati... abbiamo il dovere prima di accettare la prova dalla mano del Signore, e poi, umanamente parlando, cosa dobbiamo fare? Chiaro? Adesso, in altra sede potremo trattare l'argomento. Ma proprio, guardate, questa è la disposizione della nostra buona mamma, la Madonna, questa è la prima penitenza che dobbiamo fare, questa disposizione, totale disposizione.State attenti, fratelli, perché a parole tutti siamo d'accordo, ma quando in pratica se se trova nella circostanza, allora cominsiemo a scorlar le spalle, e allora: "Ma... sì... mi, sì... ma mi qua... ma mi là!". Guardate che non combiniamo niente, non combiniamo niente!
MO227,6[27-02-1968]
6.Non voglio entrare adesso nei particolari, ma chi è in testa un pochino potrebbe tirar fuori: "Vedete, qua c'è questo, qua c'è questo, c'è questo". Non siamo qui domani per andare in giro per il mondo a giustare pettegolezzi, perché pettegolezzi, no, no, no! Guardate, o voi accettate questa vita religiosa e il vostro passaggio sarà una bomba atomica, un'esplosione che trasformerà il mondo, o voi non accettate questo e allora avremo delle Comunità buone, ma dove che ogni volta che si va: "Appena arrivà a tempo per mettere a posto!", pettegolezzi, pettegolezzi. Per forza, per forza! "Appena arrivà a tempo, appena arrivà a tempo... Guai se non vegnivi, guai se non arrivavi! Guai, guai, guai!". Voi direte: "Ma cosa? Ma come?”. No robe grandi, ma guai se non se arrivava in tempo, gera un disastro! Questo don Aldo el me ga scritto, vuoi dell'Argentina e vuoi del Brasile. Perché? Stupidaggini, piccole cose! E ci sono anime buone...Ora non dovete, figlioli, andare avanti con la testa nel sacco. Guardate che vi capiterà questo... Se sentite don Ottorino che grida è per questo, figlioli, mica scherzi! Vi grido perché, state attenti, o voi siete messi in questo spirito di disposizione, o se no è inutile che andate avanti, perché sarete una croce per voi, una croce per i vostri superiori e una croce per la Chiesa. Perché se vi donate interamente a Cristo, guardate che non ci saranno pericoli, non ci saranno pericoli, il cuore voi l'avete già dato al Signore... Se non vi donate interamente a Cristo, pericolo sarà per le ragazze che incontrerete. E uno dei vostri confratelli è stato in pericolo enorme... non vi dico chi, cosa e come... ma proprio enorme, enorme, enorme, appena il tempo per salvarlo. Saranno pericoli poi per l'organizzazione interna, e uno dei vostri... un altro dei vostri confratelli è stato lì, lì, per abbandonare la Congregazione e andare via in altro luogo. Vi prego, tenetela qui, ma era giusto che accennassi a questo, no? Perché vi rendiate conto che io non grido per niente, figlioli, non grido per niente, non grido per niente. Perché a un dato momento... e anime buone, anime buone, vi assicuro io, buone! Ma non sono arrivate a quel grado di cottura direi spirituale o a quel grado di spiritualità per cui a un dato momento ci si mette in orbita, e allora succede naturalmente che viene la parabola decrescente, no? O voi siete arrivati a quella data altezza e allora siete in orbita, e se no abbiamo la parabola decrescente.
MO227,7[27-02-1968]
7.Ora, vedete, figlioli, come si fa a mettersi in orbita? Mettersi in orbita, ci si mette soltanto se voi agite solo per il Signore, solo per il Signore... per... Agire per il Signore non vuol dire essere marmotte; perché domani se c'è qualche cosa che non va, voi avete il dovere di venire a dire: "Senta, don Ottorino, el varda, me pare, non capisso quella roba...". Questo è da fratelli, è da amici. Ma quello di dir: "Boo, bo... bo!". Questo... Ecco, basta una parola di quelle per tradire che non siete in orbita, per tradire voi stessi, dire che state lavorando umanamente. Basta due o tre che: "Oh! Ecco là, ecco là...". Basta una frase di queste per dire che voi domani darete dei grattacapi alla Congregazione e sarete il tormento di voi stessi e degli altri.E se sentite qualche povero vecchio che grida, ricordate che grida non tanto per queste stupidaggini, quattro parole che ha sentito, perché queste non mi fanno né caldo né freddo, capite chiaro, no? Penso di essere superiore a queste cose qua. Grido perché domani capiterà questo, perché domani quella piccola, quella piccola linea di febbre ti porterà la tisi, quella piccola, piccola cosa che oggi è niente, è come la nuvoletta di Elia lassù per aria, che di qui a poco porterà il temporale. E vedete, la piccola, un po' di esperienza che si ha di vita apostolica, quando dite che i vecchi non capiscono niente, è proprio questa, invece. Quando che noi vediamo la piccola nube che poi, no, i vecioti dise: "Eh, quando che vien su quela nuvola de là, semo sicuri che fra poco piove". Non i sbaglia mia, savio, no, non i sbaglia, perché i la ga vista tante volte. Ah! Questa xe la storia... Invece i podarìa sbagliare dopo... la television non i sa gnanca cosa che la sia, la radio.... Cosa vuto che savemo delle lauree, non savemo gnente!Ma, però, state attenti, quella piccola parolina, quella piccola, indica che c'è un'anima poco religiosa, un'anima che non vive come la nostra buona mamma, la Madonna, in questo atteggiamento: desiderio solo di fare la volontà di Dio e il resto non conta. Se so che questo è volontà di Dio, il resto non conta. E allora? Non posso ragionare? No! Te devi andare a domandare spiegazioni, questo... ma qual è la volontà di Dio a mio riguardo? Vi domandate, figlioli, voi: “Sto io in cordata giusta?”. E queste cose non potete dire che non ve le ho dette...
MO227,8[27-02-1968]
8.Questa mattina perché vi ho accennato qualche piccolo particolare solo... vi ho visti subito seri, qualcuno è diventato anche pallido un pocheto. Perché ho accennato a questo. Le stesse cose ve le ho dette in altro tono altre volte, quando vi ho detto che bisogna essere incordati, no, con la nota.Cosa dicevo? Le stesse cose! Eppure allora vi hanno fatto meno impressione. Se io andassi avanti e vi dicessi nomi e cognomi e fatti e particolari, io penso che stanotte qualcuno non dormirebbe per la paura del proprio domani. E io vi dico: abbiate paura del vostro oggi, non del domani. Perché qualcuno è poco preoccupato di essere incordato giusto. Ricordatevi bene che io ho visto per lo meno nove dieci che hanno gettato la veste in seminario da quando sono stato io seminarista. Ma vi posso assicurare che i nove dieci che ho visti non mi hanno meravigliato, perché già da seminaristi non erano incordati giusti. Grazie a Dio, non ho mai visto finora uno incordato giusto da seminarista che poi abbia gettato la veste. Non so se don Piero è d'accordo con me su questo, eh? Può essere una disgrazia, una malattia, una volta... uno! Può essere, sì! Ma può essere uno che domani si ammali, eh, e allora, poveretto, è una disgrazia, una malattia. Ma uno che a un dato momento perda la testa, una pazzia, che vada avanti così, tu lo vedi... uno che si è donato continua la sua donazione. Uno invece che tu vedi che sì, sì, sì... che si arrampica su, che fa la sua vita, il suo piccolo mondo, che fa la sua santità... Non potete voi essere gli artefici della vostra santificazione, fioi! Non potete voi, voi, non potete voi dire: "Io voglio essere così! Noi dobbiamo essere così! Ma non è giusto...". Prendere in mano voi la mano, la mano di chi ha l'obbligo da parte di Dio di port... di, vorrei dire, cesellarvi. Non potete voi prendere in mano, voi la mano e cesellare voi, voi stessi. È la vostra rovina, figlioli, è la vostra rovina!Vedete, oggi è aperto il dialogo, e va bene, ed è giusto, è giustissimo. Oggi i rapporti fra superiori e giovani devono essere di fraternità, ed è giustissimo. Ed ancor di più, se volete, ancora di più. Ma c'è un pericolo enorme, che vogliate voi essere gli artefici di voi stessi: è qui la rovina! Perché? Perché "nemo iudex in causa propria", direbbero, penso, i dottori.Perché, cari figlioli miei, anche il medico ammalato va da un altro medico e non si fida di se stesso. Quando un medico è ammalato, se veramente ha giudizio, quel medico si mette, proprio si mette come un bambino in mano a un altro medico, perché il medico capisce di non essere... Vi dico di più: quando il prof. Pezzotti qua a Vicenza aveva sua mamma ammalata, chiamava sempre il dott. Campesato, perché diceva: "Io sono accecato dall'amore che porto a mia mamma e ho paura di non essere oggettivo nel giudicare e nel curare mia mamma", e metteva sua mamma in mano di un suo assistente di ospedale... Perché? "Ho paura; è mia mamma, è mia mamma, capisci, e ho paura di non essere esatto nel curarla...". Ed era il suo professore! Ma è logico, è logico, è logico! Perché, vedete, sarebbe come uno che volesse essere un po' il direttore spirituale del suo amico, dove che ha tanto affetto... Eh, cosa volete, ad un dato momento viene accecato, non ha il coraggio di fare quell'operazione, quell'intervento che è necessario qualche volta.
MO227,9[27-02-1968]
9.Figlioli miei, io proprio vi supplico, guardate il tempo è già passato, guardiamo la nostra buona mamma, la Madonna, e rileggo queste parole."La sua unica preoccupazione è la fedeltà al proprio dovere. Non si informa né del come né del perché. Il dolore ha trovato Maria sempre in piedi: l'anima sua era pronta fin dal primo istante. Non fece alcun ritorno su se stessa: ciò che importava era soltanto la gloria di Dio e la sua dolce volontà".Figlioli, qui adesso la meditazione sarebbe pronta: "Il coraggio di fronte all'impossibile".Quando noi abbiamo un giovane che si è donato così al Signore, che ha impostata la sua formazione come i tedeschi, in forma penitenziale: "Ho peccato, devo fare un po' di penitenza per me e per gli altri", e perciò si mette in questo atteggiamento: "Anche se il Signore mi domanda qualcosa che costa, non importa! Lo sapevo... devo far penitenza", e perciò non si ribella dinanzi alle croci, non si ribella dinanzi alle difficoltà che possono provenire dall'incoscienza di un confratello o dalla cattiveria anche di un confratello: "Non importa niente! So che devo fare penitenza", quando tu hai un religioso che a con questo spirito nel campo apostolico, questo religioso è capace di avere coraggio anche di fronte a quello che sembrerebbe impossibile. E guardate che il Signore chiederà a voi del coraggio che sembrerà impossibile."Andate e predicate il Vangelo a tutti gli uomini, a tutti, andate e predicatelo a tutti!". Ma come si fa? Anche se il mandato che vi darà il Signore sembrerà impossibile, se voi vi siete donati, l'impossibile sarà possibile. Però, ricordatevi, che se voi non vi siete donati, anche le piccole cose diverranno impossibili e non le realizzerete.29 febbraio 1968