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IL CRISTIANO E IL RELIGIOSO DAVANTI AI PROGRESSI DEL MONDO MODERNO.

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23 dicembre 1970

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1. Ci sono venticinque anni dopo la resistenza - Vinicio... quando se parla di resistenza... Avanti, avanti, Vinicio, c’è un posto qui, proprio... - che credo difficilmente si ripeteranno nella storia. Questi venticinque anni dopo la guerra hanno portato una trasformazione tale in tutto quello che è la vita, che solo chi è vissuto prima può rendersene conto. Pensate, dalla bicicletta all'aereo, insomma, praticamente, no? Perciò d'andar a piedi a Monte Berico, andare in corriera; ma, vi dico, è difficile poterla descrivere, credo che sia impossibile poterla descrivere, perché c'è stato un salto tale in questi venticinque anni nel sistema di vita, nel sistema un po’ dei trasporti, delle comunicazioni, eccetera, insomma, c'è stato un tale... che bisognerebbe averlo provato prima per capire cosa abbiamo adesso in mano.
Tanto per rendersi conto un pochino nel campo nostro qui, nella nostra Famiglia, pensate per esempio la tipografia... Quando noi abbiamo cominciato durante la guerra con la prima macchinetta piccola, poi con una un po’ più grandicina... come parleremo poi su a Bosco e sottolineeremo, vero, su un altro campo. Pensate che, dopo la guerra, subito si è diffusa la notizia che ci sono delle macchine automatiche. Cosa sono queste macchine automatiche? In tutta Vicenza non c'era una macchina automatica. Macchina automatica che prende il foglio da sola... Ma come è possibile che prenda il foglio da sola? I tipografi dicevano: "Ma prende un foglio così? Ma lo prende con una pinza? Ma allora se ne prende tre, quattro su un colpo?". Non pensavano che avrebbe preso per aspirazione, no? È arrivata la prima macchina automatica a Vicenza: uuu! "Pensate, - i tipografi dicevano, io assistevo alle riunioni dei tipografi - pensate che adesso, con le macchine che vengono fuori adesso si può... si può, attenti, eh, si può prendere un ordine di cinquemila volantini e consegnarlo in due tre giorni". Questa è la realtà, perché prima bisognava consegnarli, metterli dentro uno alla volta nella pedalina, eh, nella pedalina uno alla volta. In un paio di giorni si possono consegnare i volantini, vero. Pensate! Adesso, se vuoi, vengono lì, dopo due o tre ore si possono consegnare, no, volendo si possono consegnare. Dopo, quando è venuta dentro l'Eidelberg poter fare quattro, cinquemila copie all'ora. Capite? Questo nel campo tipografico è stato un... Io chiudo gli occhi un momentino e vado a visitare le tipografie della città; li apro e vado a visitare le Arti grafiche, per esempio, o altre tipografie adesso che sono all'avanguardia un pochino nel campo nostro qui a Vicenza almeno... va ben! Capite che è tutta una trasformazione. Chi avrebbe pensato una macchina bicolore? Campo riscaldamento. Nel campo riscaldamento... Primi riscaldamenti: e e e! Pioppi, cioè oppi... sapete cosa sono gli oppi, no, oppi, no, no i xe mia i selgari, i oppi xe oppi, i selgari xe selgari; gli oppi xe quei che te trovi nella campagna che tien su le visele de solito, i selgari invece xe... una robetta diversa, l'oppio dal selgaro. De solito xe le raiestole che va a fare el gnaro negli oppi, no? Vero, cacciatore? Beh, comunque, gli oppi xe oppi, vero. E se andava là e ghe iera tutta la linea de oppi che tenevano su le viti qua della nostra campagna dell'Istituto, e allora ogni giorno o ogni due tre giorni se ne cavava uno, si spaccava, si metteva sopra la cusina economica: qualche volta el ciapava fogo anca, quando che el gera suto abbastanza se buttava dentro perché facesse fuoco. Quello iera el modo per riscaldare.

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2. Quando siamo diventati più ricchi allora siamo riusciti a far fare da Miotti, lo zio di monsignor Miotti, una stufa di quelle là a segatura, e siamo riusciti ad un certo posto ad accaparrarsi l'amicizia, che... di una buona signora là, che poi è morto suo marito, è stata là come infermiera a Villa Berica, quella buona donna, quella là, un po' grassoccia, poi è andata a star a Villa Segato... quella ci forniva le segature gratuitamente per poterci riscaldare... aveva segheria, una segatura di piante, ci dava le segature. Sembrava a noi di essere ricchi. "Avete anche il riscaldamento! - ci dicevano la gente - Avete anche il riscaldamento!". Nell’officina... e basta.
Dopo avevamo una vacchetta, una stalletta, e per studiare e dire il breviario e tutto... prepararsi le prediche, se andava in stala perché era l'unico ambiente riscaldato sufficientemente, vero? Anche mia mamma per lavorare un pochino e cucire qualcosa... in staleta. La vacchetta, quella era l'altra stufa, la seconda stufa che avevamo in casa. Poi siamo andati più avanti, più avanti ancora e siamo arrivati alla caldaia, sottoscala. La caldaia ogni tanto, siccome c’era fuori dalla porta, dall'altra parte, c'era la vasca biologica, e ogni tanto c'era l'inondazione, per andare in caldaia bisognava andar coi stivai perché c’era tanta acqua così che vigneva dentro dalla fossa biologica, coi odori inerenti, con annessi e connessi, vero? E la caldaia che andava a carbone, e allora giù carbone, e allora me voleva la legna... sa, la legna gera verde... e allora dalla Maria Vidale se per piacere la me daseva na fasineta de legna per impisare la legna, per impisare el carbon, eccetera, e dopo, sul più bello: "No la fa caldo!", la gera morta, e allora bisognava far fogo, eccetera, alzarse presto par far fogo, vero? Adesso, sa, fanno una corsa, premono un bottone e la caldaia parte. Tutto un mondo è diverso. In seminario alle due, tre di notte si sentiva bu bu bum... la caldaia, che c'era un certo Cesare, vecchiotto, là, che andava a far andar la caldaia perché, sa... Qualche ora sola, vero, e quando che l'inverno era molto inoltrato anche... e solo negli studi... Questo dicasi del riscaldamento. Ora, un momentino, questa corsa, e ci fermiamo un momentino qui, questa corsa che è cominciata un po' prima di guerra, ma specialmente dopo guerra, questa corsa ci ha portato dalla bicicletta con le ruote piene, diciamo, al pulmino nelle nostre case religiose, che ha portato dagli oppi bagnà al pulsante pal termo in tutti gli ambienti, questa corsa fino a che punto deve andare e può andare? Perché, vedete, noi siamo come la famosa lupa che "dopo il pasto ha più fame che pria", no, e l'uomo è creato per l'eternità, ma vive in questa terra, e ha fame delle cose di questa terra, e ha fame del piacere, della soddisfazione, e meno sacrifici che fa meglio è.

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3. Ora, guardiamo un pochino un cristiano; non stiamo a guardare i religiosi adesso... Fino a che punto il cristiano può usare di queste cose, e quando invece il cristiano abusa di queste cose? Perché poi c'è qualche cosa anche per noi, no? Ora, è male che il cristiano abbia, per esempio, la sua vettura, la sua macchina, abbia... usi di queste cose? No, per carità! Ma, a un dato momento, se un cristiano dopo tre mesi cambia la macchina perché: "Sa... bisogna essere all'altezza, bisogna essere all'altezza, bisogna essere all'altezza...". Io penso: se la cava senza commettere peccato grave un cristiano? Se un cristiano vien portato dal capriccio, non da... Scusa, è giusto adesso c'è il riscaldamento, per carità! Ma no, l'anno venturo senti dire che c'è un altro sistema moderno... via tutto e fallo nuovo. Ghe xe un altro sistema moderno: via tutto. A un dato momento, un cristiano può sprecare, a un dato momento, solo per il capriccio, per il gusto, per il piacere?
"Non ti vergogni - dice qualche figlio al padre suo - di avere ancora quella macchina lì? Guarda che tutti gli altri ce n’hanno una altra... Non ti vergogni?". Sono problemi che i veri cristiani se li pongono: "Fino a che punto io, per accontentare i miei figli, per accontentare la mia moglie, per accontentare... devo correre dietro a queste cose qui?". Proprio, guardate, in questi giorni, non dico bugie, dico proprio lunedì, mica tanti anni indietro, no, proprio lunedì son venuto a sapere una cosa per me molto dolorosa, molto dolorosa. Un giovane che io conoscevo dell'Azione Cattolica e conosco molto bene, non vi dico di dov'è, voi non lo conoscete, e non ve lo direi anche se lo conosceste, questo giovane che io conoscevo come un ottimo giovane, questo giovane che ogni giorno leggeva il Vangelo, mezz'ora in ginocchio, di Vangelo, Messa e comunione alla domenica, e qualche volta la comunione fra settimana, il rosario ogni giorno, che si è preparato alla famiglia in un modo veramente edificante, che è partito bene con la sua famiglia, veramente bene con la sua famiglia, che io ho avuto modo di avvicinare ripetutamente ed è partito bene con la sua famiglia, a un dato momento riesce ad avere un posto in una certa industria e si trova bene, a un dato momento sento che si lagna dello stipendio, che non è contento dello stipendio, che grida contro i padroni, contro le ingiustizie sociali, eccetera, eccetera. E questo l'ho sentito ultimamente. Lunedì ho sentito un'altra cosa, che lo stipendio che percepisce questo tale è, lo stipendio fisso e dopo ci sono le aggiunte che vi dirò, lo stipendio è di quattrocentocinquanta mila lire al mese, con le aggiunte arriva a settecentocinquanta mila lire al mese, e si lamenta dello stipendio, si lamenta del padrone, vorrebbe di più, vorrebbe cercare qualche altro posto dove poter prendere di più. Li mangia fuori regolarmente ogni mese in casa. Non gli bastano, non sono sufficienti. Lunedì ho sentito, tra lui e la moglie discordia, disastro, litigio... È logico! Che cosa gli è servito allora sta mezz'ora di Vangelo al giorno, la corona ogni giorno, se non ha tenuto fermo a quello che dice il Vangelo: la carità, la mortificazione, un po' di sacrificio, eccetera?

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4. A un dato momento questo benessere, che ci porta sì dalla macchinetta a mano all'automatica, dalla bicicletta alla millecento, che ci porta dall'oppio, vero, al termo automatico, non toglie quello che è lo spirito del Vangelo, che è spirito di preghiera e di mortificazione e di penitenza. Perché è logico, come ho saputo lunedì di questo caso, potrei dire ancora di altri casi dove, vero, fino a ieri si cambiava la moglie senza cambiare la targa, adesso, col divorzio si riuscirà anche al cambiamento di targa in modo che sarà matricolata, vero, regolarmente.
Il cristianesimo non ti dice di non usare di queste cose, ma ti dice: ricordati di usarle cristianamente queste cose, e che queste cose non ti portino via lo spirito cristiano che è spirito di preghiera, di penitenza e di carità verso il prossimo, vero? Non so se siete d'accordo su questo. Cosa ne dici, Ugo? Io penso che questo... Guardate che qui c'è un S.O.S. tremendo da lanciare perché stiamo assistendo proprio a una scristianizzazione delle nostre buone famiglie coll'entrata del benessere nelle case, in quanto che, invece che il benessere essere un motivo per cantare le glorie del Signore, è un motivo invece per dire al Signore: "Non abbiamo più bisogno di te, noi viviamo lo stesso senza di te".

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5. E questo che... pericolo che c'è per le nostre famiglie cristiane, purtroppo c'è anche per le Famiglie religiose, c'è anche per le anime consacrate. Perché? Perché siamo uomini anche noi, no, siamo uomini anche noi, no?
Cioè questo abbassamento di quota da parte dei cristiani che non si accontentano più, non si accontentano più. È inconcepibile uno che prende settecentocinquantamila lire al mese che non sia contento dello stipendio, che non gli basti lo stipendio per vivere a una famiglia con tre, quattro figlioli. È inconcepibile! E allora i nostri vecchi padri che stavano contenti e soddisfatti con quel poco che avevano? Ma scusa, allora beati loro, vero, che almeno avevano la felicità e la contentezza, e c'era l'amore tra marito e moglie! A un dato momento, dico, se noi accontentiamo la nostra bestia, la parte umana, la parte sentimentale, eccetera, ma neanche se ci sono dieci milioni al mese non sarà contento quell'uomo... È sbagliato, Zeno, questo che sto dicendo? Ora, state attenti che noi siamo figli del nostro tempo e che, senza accorgerci, un po' di questa malattia l'abbiamo dentro di noi, e cioè noi, noi, vero, a un dato momento sentiamo questi doni di Dio come una esigenza e vogliamo sempre di più avere di queste cose che il Signore ci ha donato come mezzi e non come fine. Su questo tema io ho sentito parlare molte Famiglie religiose, cioè parecchie persone responsabili di Famiglie religiose. "Cosa vuole, adesso, adesso in noviziato, guai se non c'è la televisione, guai se non ghe xe questo, guai se non ghe xe quelo. Cominciano a domandare: “In noviziato c'è la televisione? Se no noialtri non vegnemo. In noviziato ghe xe questo, ghe xe quell'altra cosa? Se no noi non veniamo". Insomma cominciamo a offrirci al Signore in una forma limitata. Ci offriamo al Signore, però a una condizione: che ci sia la gita, che ci sia questo... Cioè è una rinuncia al mondo, condizionata però ad avere un po' di mondo e un po' di Dio. Mi pare che questa non è consacrazione al Signore. Che poi il Signore sia tanto buono a condurti alla nozze di Cana, e che faccia anche un miracolo per farti stare allegro un pochino... Che poi ti conduca in casa di Simone o in casa di Lazzaro per passare qualche giornata in allegria... Ah, questo è un dono di Dio, ringraziamo il Signore. Ma che l'anima consacrata prenda lo spirito del mondo di oggi e se lo faccia suo, ma in questo siamo fuori di strada. Perché noi siamo chiamati invece a fermare quegli uomini e dire: "Caro fratello cristiano, tu che sei diretto verso il Paradiso, se prendendo settecentocinquantamila lire al mese non sei contento e non pensi che vicino a te c'è uno che prende appena settantamila lire e non dai qualche cosa anche a quello, guarda che non ti salvi l'anima, fratello mio, guarda che non ti salvi l’anima”. Ora, noi dobbiamo fermare questo egoismo cristiano non perché tornino alla foresta, non perché abbiano da dire: "I padroni...”.