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IL DIACONO E IL DIACONATO

MO210 [4-12-1967]

4 Dicembre 1967

MO210,1 [4-12-1967]

1 Riguardo alla festa dell'Immacolata... La festa dell'Immacolata, quest'anno, ha un colore particolare perché porta, per la prima volta, di fare i voti... Siamo congregazione religiosa e dopo il noviziato... abbiamo anche nelle Costituzioni che si rinnovano il giorno dell'Immacolata, ma mi pare che sia la prima volta che portiamo, dopo il noviziato regolare, i primi voti all'Immacolata, mi pare almeno... E... anche un bel gruppetto, e mi pare, se non sbaglio, che con quel gruppetto che portiamo quest'anno dovremmo raggiungere, se non son cento, sono novantanove. Col prossimo anno, col prossimo anno, come stroppolo per i cento dovrebbe essere don Piero, no?
Però, riguardo, riguardo a questo numero di cento... ecco, mi me pare dover dire questo... e penso che capì anca el dialetto... che la prima cosa che ghemo da fare, no xe tanto per il numero, e il signor Furlan lo sa, xe per la qualità. E qua ognuno no ga da vardare gli altri, ma da vardare se stesso, e dire: "Mi son un povero strasson! Però, vardè che quella nota che il Signore ga dà qua dentro de volerse ben, de vivere la fraternità, attenti, vardè che dovemo conservarla, e ognuno deve fare l'esame de coscienza per vedere se ha fatto tutto quello che poteva per conservarla. E quando uno, attenti, attenti... Mi permetto di dirvi una cosa che, forse, non ci avete mai pensato. Quando uno si accorge... Io, per esempio, dico: "Guardate che la nota deve essere la carità". Se uno dentro qui dovesse dire dentro di sé: "Beh, ghe sarìa delle robe da dire!", ecco, io dovrei rispondere: "Sì, ghe sarìa delle robe da dire su de ti!". Attenti, eh, perché quando, arrivati a un certo momento, si pretende la perfezione, e non si sa compatire e comprendere, vuol dire che si è molto lontani dalla carità. Perché, aver carità non vuol dire... attenti, perché è importantissimo questo qui... non vuol dire esigere la perfezione da tutti gli altri, ma da se stesso.

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2 Siamo in quattro in compagnia, il signor Furlan, il sottoscritto, don Fabiano, supponiamo, e Vinicio. Scuséme tanto, quattro... Ancò me alzo mi e go mal de testa, vedo nero nell'agire del signor Furlan... Doman se alza uno che ga un dispiacere e vede nero nell'agire de don Fabiano o nel mio... Doman dixe Vinicio: "Tusi, ancò magnemo gnocchi". "Varda, sempre gnocchi el vol fare! El li ga parecià anche l'altro giorno!". “No, xe una settimana... xe un mese!”. Eh, xe logico, queste cose sono inevitabili, queste cose. Perché? Perché abbiamo gusti diversi. Guardate che la carità non toglie che ci sia diversità di vedute, non toglie che ci sia qualche volta uno che diga: "Mah...". Ma la carità porta ad interpretare bene quelle cose, porta a voler bene al fratello, e se ci si accorge, per esempio, che il signor Furlan è... sì, dài ancò, dài doman, el tira mezze ochète, la carità dixe: "Caro Albino, scusa séto, mi so che te sé quanto ben ca te vojo, no? Albino caro, senti, varda, mi so che ti forse te vui dire giaculatorie tutto el giorno, e inveze te sbrissia qualche ocheta". "Mamma mia! Grazie séto, don Ottorino, grazie!". Ecco la carità!
Carità che non interpreta male, che parte dall'idea che il fratello vuole amare il Signore, vuole bene al Signore, che ha come centro di interesse il Signore, e se gli sfugge qualche cosa non lo fa per cattiveria. E allora, da vero fratello, gli parla, gli dice una parola. Ma uno, state attenti, uno che in una Comunità butta: "Eh, sì! Eh, qua e là... ", quello potete mettergli in fronte una scritta: "Non hai carità!". Perché uno che ha carità non dice mai che manca la carità, perché... anzi cerca di coprire. Io ho visto, per esempio, delle anime belle... Oggi sono stato lì da monsignor... dai Saveriani, a pranzo, abbiamo fatto la concelebrazione per San Francesco Saverio, no, e abbiamo fatto la concelebrazione insieme: eravamo tredici sacerdoti, e dopo siamo stati a pranzo in compagnia, e poi sono andato a visitare la tomba di padre Uccelli. Chi ha conosciuto padre Uccelli... ma, ma quello non avrebbe detto male di uno neanche se lo avesse visto copar so pare! Albino, xela così? Gnanca se el gavesse visto uno copar so pare, ancora el gavarìa dito: "Ah, poareto, ah, poareto! Vien qua che te dò un abbraccio. Chissà, chissà poareto cosa che el gaveva in testa!". El lo confessava, el lo inzenociava, el ghe fasea domandar perdono, ma non l'avrebbe giudicato, perché è Vangelo: "Non state a giudicare...". Perché tu hai visto l'azione esterna, l'azione esterna è, se vuoi, negativa, ma non stare a giudicare dentro quel povero disgraziato. Se te vedi uno robare un graspo de ua, no te sé mia quanta fame che el gaveva, quel povero disgrazià là. E siccome tutti poi abbiamo rubato qualche grappolo d'uva e, cioè, qualche mancanza l'abbiamo commessa, perciò non abbiamo tempo di giudicare gli altri.

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3 Perciò io direi, tornando qui, tornando qui: ringraziamo il Signore, più che per il cento, per lo spirito che mi pare il Signore abbia messo qui dentro, questo desiderio di volersi bene, questo desiderio di dare una testimonianza viva e reale. Ma questo desiderio, ricordatevi, non esclude che ci sia qualche miseria, che ci sia qualche mancanza, che ci sia qualcuno... un momento... eccetera. Ma è appunto lì che viene la carità, è appunto questa la carità, perché se no sarebbe sentimento, sarebbe una roba facile allora: andare sempre d'accordo, sempre d'accordo, sempre d'accordo. Eh, sa, e anche questo non è neanche carità... può darsi che sia carità, ma molto facilmente è sentimento.
Ecco, insomma... Signor Furlan, cosa gh'in dixelo? Xe giusto o sbaglià? Possiamo continuare? Un'altra cosa: il giorno dell'Immacolata... Xe inutile ca fassa i commenti a quel che el ga dito, vero? Tutto quel che el ga dito de ben, le xe stà busìe. Cossa vulìo fare? El Signore el ga 'n'altro modo, vero signor Albino?, el ga n'altro modo de agire. La logica di Dio non è la logica degli uomini! Xe un altro mestiero! La logica degli uomini xe come uno che ga: "Bo! Bo! Bo! Bo!". La logica di Dio, no, piano, con bontà: ci sono altri modi. E noi siamo qua per predicare la logica di Dio, non la logica degli uomini, pure essendo uomini, pure essendo uomini, in mezzo agli uomini, con correttezza... in mezzo agli uomini. Che ne dice, don Fabiano, xe giusto o no?

MO210,4 [4-12-1967]

4 Però, siamo i testimoni di Dio, non dell'Accademia delle Belle Arti, là: testimoni di Dio! Però, naturalmente, vivendo in mezzo agli uomini con quella correttezza... Quel termine famoso che abbiamo detto tante volte: "Piacere a Dio e non dispiacere agli uomini", non preoccuparsi di piacere agli uomini, preoccuparsi di piacere a Dio e di non dispiacere agli uomini. Giusto? La mia preoccupazione è di piacere... dal comportamento all'ultima parola. Basta, se no rubo il pane al nostro caro predicatore della novena.
Attenti! All’Immacolata ghe xe la vestizion di un gruppetto... Piccoli passi in avanti! Mi riprometto in altro momento, caso mai, di dire una parola sulla questione della veste. Volìghe ben alla veste, ve digo soltanto questo: volìghe ben alla veste! Ma volìghe ben alla veste per questo motivo: perché con la veste noi ci presentiamo i rappresentanti di Cristo, ecco! Proprio: "Io sono il rappresentante di Dio. Io sono Gesù!”. Ecco... Devo sentire la gioia che mi sentano Gesù in mezzo al mondo. Che si chiami veste così, o veste con le braghe, o veste con una crocetta... quel che xe, importa gnente! Ma io devo desiderare che mi riconoscano per rappresentante di Gesù, per il testimone di Cristo. "Ma... i me tira patate...". E che me ne importa? Non per sfacciataggine, non è per ostentazione: è proprio per fede, ecco, per fede! No i tira patate, no; al contrario, no, no i ga nessuna stima de un prete che... de un prete che se sconde... no, no! I vol vederlo prete... O con la veste o senza, ma i vol vederlo prete! E oggi, vardè che el mondo... e anche quei che bestèma, i ga bisogno de un cantonzelo lì, un cantonzelo. Gh'in ho visto tanti omini pianzere, mi. Ma i pianze vissin a un prete, non vissin a un arlecchin che ga paura de mostrarse prete.Ve digo, ghe n'ho visto tanti uomini pianzere, e in tante circostanze, e in tanti cantoni anca de sta casa qua. I cerca el prete... E qua ghe sarìa tante robe da dire, ma non 'ndemo pì vanti.

MO210,5 [4-12-1967]

5 Beh, l'Immacolata, i particolari dell'Immacolata, sì, per l'Immacolata, stè 'tenti, ghe xe, per esempio, alla sera... ghe sarà alla nove, nove e un quarto, non so, ghe sarà l'emissione dei santi voti, al pomeriggio alla tre la vestizione; me pare che dopo, verso le sei, ghe sia un po' de accademia; alla fine, dopo le sette, cena; otto, otto e un quarto, ci sarà un cinema... sorpresa... non posso dirvi cosa... vi dico soltanto che io non so quale cinema sarà... di là c’erano i cartoni animati, bastava andar di là e c'erano i a... Io ho detto: "Beh, il giorno dell'Immacolata - a don Guido che mi domandava ho detto - provvedete un cinema. Che costi uno o costi dieci, importa niente, che sia un cinema un po' bello e spettacolare, che lasci qualche cosa, in modo...”. Non si tratta di dire: “Facciamo la passione del Signore”, perché avete visto già tutto, ma che lasci qualche cosa; uno di quei cinema che dopo, il giorno dopo si possa prendere in mano e far meditazione. Tante volte non l'abbiamo fatta il giorno dopo sul cinema della sera? Far meditazione il giorno dopo. Giusto, no? Come 'Molokai', eccetera. Che sia pure a colori, che sia scope e baìli... importa gnente, vero? Guardate che per un cinema fatto bene, che lasci qualche cosa, val la pena di spendere anche mille lire di più! Perché? Perché... sciupiamo una festa religiosa poi con... In modo che qualcuno magari possa dire: "Che bello servire il Signore! Che bello imitare quel tale, quell'altro tale!”. Mi pare che siamo d'accordo su questo, no?

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6 Natale. Dall'Immacolata poi passiamo al Natale.
Guardate, qui inserisco un particolare: l'anno prossimo... L'anno scorso mi sono dedicato a mettere a posto alcune cose; quando dico mi sono dedicato, voglio dire mi sono dedicato a spunciare la gente che faccia... vuol dire: avete fatto... io ho parlato, voi avete fatto e gli altri hanno fatto, non intendo dire ho fatto io. Mettiamo le cose in chiaro. Abbiamo fatto insieme, ma mi sono dedicato a dire: "Dài! Corajo!" per quella parte là, per sistemare alcune cose economiche; ho sistemato Quinto, ho sistemato Asiago, ho sistemato qua, ho sistemato là. Questo anno qui, se il Signore vuole che io sia vivo, fin che avrò un po' di fiato, anche fossi a letto, come quell'altro che dixeva: "Peocioso, peocioso, peocioso!", fin che avrò fiato, ricordatevi, lo dedico interamente, possibilmente se sarò fora dal letto, al diaconato. D'accordo? Lo dedico interamente al diaconato. E allora vuol dire: alla ricerca di vocazioni, a chiarire sempre più quella che è l'idea, e arrivare possibilmente ad avere dalla santa Sede il permesso del diaconato. "Utinam", consacrare, magari uno, ma i primi diaconi; quando che xe scominsià, vero, fatto el buso, dopo passa anca quei altri. D'accordo? Primo: ricerca di vocazioni; e allora ci parleremo della ricerca di vocazioni. Secondo: chiarire sempre più il principio. Ve l'ho detto tante volte, in un modo o nell'altro, ma guardate che il diacono, e adesso non pretendo di darvi una lezione sul diacono, digo parole così tra amici: per conto mio il diacono è l'animatore dei laici, è colui che deve mettere in moto i laici, non per sostituirsi ai laici, ma per fare in modo che i laici collaborino con la Chiesa, che sono loro Chiesa, no, per salvare le anime, cioè che suscitino nei laici il senso della loro responsabilità. Per esempio, per esempio: in un grattacielo, portiamo l'esempio del grattacielo per poder mostrare l'esempio de una parrocchia, no... è la stessa cosa, ma tanto perché forse l'immagine può aiutarci. C'è un grattacielo: un diacono entra come un partigiano. Un partigiano cosa fa? Entra pian, pian, pian, pian, pian, pian: salta una rotaia de qua, salta una rotaia de là, gruppi de qua, gruppi de là... È peggiore la guerra dei partigiani che non la guerra aperta parché no te li ciapi mai, vero? Ora, attenti: il partigiano entra dentro un grattacielo. Ha del fiuto, va ben, e allora capisce che là ghe xe un buon papà, che quelo un po', insomma, l'è bastanza un bon cristian. Dopo gh'in'è 'n'altro là: tan, tan, tan...

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7 Guardate... Nel caso, per esempio, dell'impurità, noi abbiamo constatato per venticinque anni questo fatto qua: all'Istituto San Gaetano entra un ragazzo. Ci dicono: "Guardate che questo ragazzo ha l'abitudine di fare cose cattive con gli altri compagni". Ne entra un altro, e noi sappiamo... e cioè, e noi sappiamo che ce n'è un altro con questa abitudine, e li mettiamo lontani, uno in un gruppo e l'altro in un gruppo. Diciamo agli assistenti: "Stè 'tenti... stè 'tenti...". Dopo tre giorni i se conosce tra lori. Xe vero, don Guido, che te sì sta de là, sì o no? I se conosce. Cossa ghe xe, cossa no ghe xe, don Fabiano? Dopo tre giorni i se conosce fra loro: perché? C'è un 'quid', un 'quid' che non sappiamo. Guardate che abbiamo fatto esperienza tante di quelle volte che non avete neanche idea! "Ma cossa ghe xe che...". Dopo tre giorni i xe insieme! Mah! Se gavemo domandà tante volte che no gavì gnanca idea.
Ben, il diacono deve essere uno che dopo tre giorni el ga za scoprìo che nel grattacielo ghe xe tre cristiani, e dopo quindese giorni el li ga fatti deventare rivoluzionari, el ghe ga fatto perdere la pace della coscienza. Perché el dixe: "Voialtri cristiani no ghi fatto ancora gnente!". E se tu guardi il grattacielo: "Oh! Un disastro! Moralità... nda storia e l'altra...". Chi è il responsabile? Eh, il parroco! “No, voialtri sì responsabili della moralità!”. E nol ghe suscita in loro quel senso di responsabilità per cui quei tre i deventa quattro, i deventa cinque, i comincia a far qualche cosa. E di lì a qualche mese il grattacielo comincia a movarse sulle fondamenta. "Cosa ghe xe che el grattacielo se move? Cosa xei quei movimenti sismici?". Eh, ghe xe un pochi de partigiani dentro". "Dove xei?". Dopo un po' de tempo te vedi el grattacielo che el salta par aria. Ed è il risultato delle... San Paolo, cosa faxevelo San Paolo? Gli Apostoli, cosa faxeveli? I lo messo in prèson, San Paolo, e lu con le cadene el ga convertìo quei de Gerusalemme e el ndava in giro così... così el gavea anca la scorta armata quando che l'andava a predicare il Vangelo! Nol faxea così San Paolo? El ndava a predicare e l'impiantava un gnaro de peòci, no?

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8 Ecco, il diacono è il guerrigliero che entra, che non si sostituisce ai cristiani, ma che sa mettere in moto i cristiani. Ora, il diacono visto sotto questo punto, è tutta un'altra cosa, è tutto un altro mestiero.
Visto in chiesa, visto in chiesa, il diacono... qui c'è il sacerdote che celebra la Messa, qui ci sarà un altro sacerdote che fa la concelebrazione, qui un altro, qui ci sarà un diacono con la dalmatica, e qui un altro diacono con la dalmatica. E allora io sogno un domani che la Provvidenza ci mandi dieci, dodici, tredici nuovissime casule, che, diceva a tavola un ingegnere quest'oggi che era a pranzo con noi: "El scusa. - ga dito - Che significato ga che ghe gera nella concelebrazione tutte quante le vesti le gera tutte diverse una dall'altra?". "Gera parchè no i le gavea compagne!". El vardava el significato che gavea a essere una diversa dall'altra. Beh, il mio sogno è che domani vi siano i sacerdoti che concelebrano, e i diaconi che concelebrano insieme... no che concelebrino, che siano lì insieme. E quando... loro non alzeranno, non diranno "Hoc est enim...”, ma quando che sarà l'ora di prendere il Cristo, passeranno il calice, e non si fermerà al sacerdote, ma andrà in mano anche ai diaconi. In chiesa saremo così... E allora troveremo quell'anima bona che ne regale e vuoi, vero, casule e vuoi dalmatiche dello stesso colore, senza bisogno de avere questa interpretazione, vero, estranea. Questa: in chiesa siamo fratelli, siamo fratelli; in chiesa il sacerdote sarà al primo posto, e il diacono, nella graduatoria, il secondo; nella Comunità e l'uno e l'altro, e nel battezzare e l'uno e l'altro; nel confessare il sacerdote è specializzato, sarà il chirurgo, invece, vero, il diacono sarà il medico; l'altro sarà il chirurgo, con mansioni diverse, però quando si tratta di andar fuori è una specializzazione che è propria del diacono. Dico, un po' alla volta vi farete l'idea del diacono, ma ve la farete specialmente quando di qui a non molti anni i nostri Diaconi si faranno, vero, la storia. "Ne parea nda roba così diffisile quando don Ottorino ne parlava. La xe nda roba naturale: cossa volìo che sia!", direte così. "Albino, Albino el lo saveva ben za venti anni fa. Se ricòrdelo? Una testimonianza chiara che nel '41 mi go dito ste robe qua: se ricòrdelo? Se ricòrdelo quante robe che dixivimo? Mi gero magro, piccolo, e lu el gèra belo grande e grosso... ma dopo la Provvidenza ga fatto che me son ingrossà un pochettin, e allora semo andà pari. Ecco... cosa ve pare? Ecco, questa è l'idea, insomma, ecco, questa: dobbiamo arrivare là!

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9 Ora, io ho chiesto al Signore una grazia: noi abbiamo dei bravissimi figlioli che stanno venendo avanti, il nostro caro Livio, Orfano e compagni che stanno venendo avanti, Piero, eccetera, bravissimi religiosi. Però, senza offendere i presenti, ci manca qualcuno che abbia fatto l'esperienza del guerrigliero. Scusate, sarebbe come noi preti in queste condizioni qui: quando io ho cominciato coi sacerdoti, a un dato momento arriva prete don Guido, supponiamo, no? Appena ordinà prete, va ben, el gera pretin giovane, nessuno aveva fatto esperienza del sacerdozio; adesso ghe xe speremo sette sacerdoti, quest'anno, novelli, va ben, ma no te pol mia prendere Giacobbo e mandarlo direttamente a Monterotondo a fare el parroco... deve fare un tirocinio, no? Mentre noi abbiamo bisogno di un diacono addirittura...
Per esempio, a San Paolo in Brasile, cosa ha voluto domandare il cardinale? Di fare una scuola per diaconi. La scuola per diaconi importa: due tre sacerdoti per la catechesi, la liturgia e la parte ascetica, e importa tre quattro diaconi che siano i capi guerriglieri, che insegnino ai laici di fare questa guerriglia dentro nel grattacielo, senza essere diaconi al principio, e quando che i laici hanno dato una testimonianza di essere... di conoscere bene il catechismo, di conoscere bene la liturgia, di conoscere bene la guerriglia, quando danno testimonianza di serietà, eccetera, allora la commissione dirà: "Sì, questi potrebbero essere ordinati diaconi", e il cardinale dirà: "Sì, li ordiniamo diaconi!". Ma ci deve essere una scuola; ai sacerdoti l'incarico della parte catechesi, della parte ascetica, della parte liturgica, ma ci vuole domani, per la parte guerra vera e propria, diciamo guerriglia per non cambiare un termine, ci vuole per forza un diacono che insegni questa guerriglia, che vada per primo nel grattacielo a insegnare un po' come se podaria fare. Cosa vi pare? Don Fabiano, giusto no?

MO210,10 [4-12-1967]

10 Ora, siccome noi non abbiamo possibilità di aspettare, e d'altra parte il nostro caro Albino sa che quando ghe xe la necessità de fare, noialtri ciapèmo el Signore alle strette e bisogna che el se 'rangia... Lu el lo ga visto più de nda volta, no? Quando vi dico: “Non c'abbiamo possibilità di aspettare”, vuol dire: "Signore, ràngiete, bisogna che te provvedi!". E allora, abbiamo bisogno di qualcuno che venga...
Quando, per esempio, abbiamo aperto Monterotondo, non potevo mandare don Graziano Celadon o Matteo, parroco. Ho detto: ci vuole qualcuno un po' di anzianetto, noi avevamo bisogno di qualcuno, e il Signore ci ha mandato don Flavio, eccetera, così... Ma non per mettere uno parroco... con almeno qualche anno di più di Messa, no... un po' di esperienza. Va ben! Abbiamo bisogno, a capo del movimento dei diaconi, di qualcuno che sia un po' capo-guerrigliero, cioè... Ho chiesto al Signore, e scusate la parola, ho chiesto e voglio... Mi dispiace perché è l'anno del diaconato e ne abbiamo bisogno, e guardate che se non viene è perché dubitate voi, perché non dubita don Ottorino... lasciatemi fare questo peccato di superbia! Va ben? E se dubitè, ve butto fora dalla finestra. Bon! Va ben? Ho chiesto al Signore che mi mandi almeno uno, spiritualmente preparato, e cioè che... quando dico spiritualmente preparato, uno che si offre, che non cerca la sua volontà, che dice: "Signore, eccomi qua, pam!", perché xe coi morti che se... i vivi, xe coi morti che se fa i vivi. Ghìo capìo? E cioè, uno che ha solo un desiderio: fare la volontà di Dio, fare la volontà di Dio: "Signore, eccomi qua, sono tuo, voglio essere tuo, e non si discute!". No? Va ben: uno offerto, il quale uno che si è offerto talmente, sia possibilmente anche laureato, perché, sa, al giorno de ancò, sarìa un'umiliazione farghe fare nda laurea; dopo gh'in faremo anche sette, otto, ma adesso intanto guadagnar tempo xe il problema, e dobbiamo presentarci un po', anche: "Ebreus? Et ego!", ma che abbia lo spirito del guerrigliero, cioè di quelle qualità di cui abbiamo detto prima, questa intuizione, questa capacità di muovere, queste doti umane già sperimentate, perché in mezzo a voi ce n'è più di uno che ha le doti di far così, ma bisogna lanciarlo.

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11 Quando Severino è andato in America, lu el gavarìa giurà che nol sarìa mai sta bon noare, vero? Ti, là... Zeno, nol lo ga dito: nol gera bon noare. Ma el ga capìo che bisognava noare parchè se no le mamme no le ghe lassava i tusi: le gavea paura che i se negasse, no? E, allora, bisogna noare. E el fasea de quei sottaroli ciò, caro mio, che i fasea paura, come quei visti pal cinema, no? Ma come galo fatto? Bisognava noare!
Beh, gh'in xe più de uno qua che dopo noarà. Gh'in è più de uno che domani passerà davanti a quell'altro, perché so che il Signore ha dato, e che potrei dire chiaramente: “Ti te ghe le doti, ti te ghe le doti!”. Va ben... Però avete bisogno di uno che vi insegni a noare, cioè che abbia già nuotato, e siccome no podemo star qua a insegnarghe a noare a Orfano o insegnarghe a Caldini, e dopo che i ghe insegna a noare a quei altri, anca parchè mi non son bon noare parchè peso massa. Va ben? Allora, cosa è necessario fare? Che il Signore me lo mandi. E abbiamo, con un gruppo abbiamo detto: offriamo la novena dell'Immacolata per questo. Ci sono ancora alcuni giorni della novena dell'Immacolata, vi prego, unitevi tutti per dire questo al Signore. Oh, no stè aver paura se el n'in manda anca do tre i trova da magnare lo stesso! Tornando a noi: l'anno venturo avremmo intenzione... abbiamo intenzione di portare possibilmente il diaconato. E allora, state attenti, bisogna essere anche uomini, e l'uomo ci deve mettere tutta la sua parte, perché, ho detto... proprio in Guate... I propositi li ho fatti in Guatemala, quando che ho detto: "Il Signore vuole portare il cristianesimo nelle osterie, in tutte le osterie, ma il Signore vuole che noi ce la mettiamo tutta la parte umana, ma tutta, tutta, dopo el fa el miracolo, ma tutta la parte umana. Perciò - ho detto - ce la metterò tutta, quella che posso da parte mia, per poter fare il numero, eccetera, per arrivare al numero, ma ce la metterò tutta: il Signore farà il miracolo dopo, lo farà".

MO210,12 [4-12-1967]

12 Allora, attenti, per arrivare al diaconato un piano strategico l'è un po' questo: siccome la santa Sede, il Papa, ha mandato questo decreto che alle congregazioni religiose il diacono viene concesso dalla santa Sede direttamente e, però, devono presentare il 'nulla osta' del capitolo generale, cioè, è il capitolo generale che chiede, praticamente, o meglio che dà il "nulla osta", ed è giusto perché... Per esempio, la congregazione dei Salesiani, il superiore generale col consiglio dicono... fanno un bel consiglio e: "Domandiamo il diaconato!", ma non è espressione della congregazione, è espressione di un capitolo, il capitolo non può fare una legge, cambiare costituzioni, capite chiaro! O portare il diaconato in forma stabile: se si tratta per uno, sì, ma portarlo in forma stabile nella congregazione è logico che la santa Sede chiedesse il parere del capitolo, perché il capitolo è la rappresentanza di tutta la Congregazione, no?
E allora, e allora, noi, per sicurezza, siccome che il capitolo bisogna farlo, che è quello straordinario, eccetera, e lo faremo, e parleremo un'altra volta del capitolo in modo particolare, abbiamo pensato di portare il capitolo a settembre dell'anno venturo, di modo che entro settembre si prepara... di modo che, alla peggiore delle ipotesi, fatto il capitolo chiediamo il diaconato. Ma, nel contempo, io in gennaio devo andar giù in Bassa Italia e allora mi fermerò qualche giorno a Roma, e vado lì a sondare, sondare. Andrò, prima di tutto, dal cardinale Felici. Attraverso monsignor Fagiolo andrò a vedere un pochino le strade che si possono battere, e la strada che batterò è questa. Dirò: "Sì, questa è la disposizione, ma noi lo abbiamo chiesto ancora prima del Concilio. Il diaconato per noi non è un cambiare fisionomia della congregazione, ce l'avete fatto tirar via dalle costituzioni quando noi abbiamo presentato le costituzioni. Avevamo già messa la parola 'diaconato', dunque voi sapete già che non andiamo contro la congregazione, è la congregazione nata col... Chiediamo: volete un plebiscito di tutti i religiosi? -Penso che almanco il cinquanta per cento di voi sarete d'accordo, no? - E allora, volete un plebiscito generale? Noi siamo anche disposti. Vi fidate e sapete che noi siamo su sta strada? Va bene: eccoci qui!". Ora, ci sarà, perché siamo di diritto diocesano, forse necessario il 'nulla osta' di tutti i vescovi dove che abbiamo i nostri, cioè un parere, un parere, con molta probabilità. E allora monsignor Caliaro el ga dito: "Varda che mi... de colpo!", el ga dito. Monsignor Raimondi della Bassa Italia el ga dito: "Concesso el diaconato, ghe li ordino de colpo, vero... ghe li ordino de colpo!". Sicché noi sappiamo già che i vescovi saranno, sono con noi centocinquanta su cento, vero, centocinquanta su cento.

MO210,13 [4-12-1967]

13 Ci sarà il vescovo di Vicenza che dice: "Beh, vediamo... come andiamo... eccetera". Comunque, al vescovo di Vicenza, quando vado a farghe gli auguri a Natale, ghe dirò: "Eccellenza, sono venuto qua per farghe gli auguri di Natale, ma soprattutto ghe fasso gli auguri per il prossimo anno: cade il suo venticinquesimo di episcopato, vero, l'anno prossimo. Per il venticinquesimo di episcopato, inteso che l'eccellenza vostra fassa un regalo a noialtri, e noialtri farghe un regalo a vostra eccellenza... I primi diaconi bisogna che i sia ordinà a Vicenza, e che i sia ordinà da vostra eccellenza, perché non sia mai che...".
Ci siamo capiti. A Natale io aprirò questa pagina, comincerò ad aprire questa pagina; a gennaio vado a Roma per vedere se è necessario o non è necessario... In ogni caso io vorrei, o a luglio se otteniamo a Roma che ci conceda prima, o dopo l'Immacolata o Natale dell'anno venturo, io vorrei... - dico vorrei perché mi pare che ormai sia arrivata l'ora di Dio, ormai... - vorrei portare il diaconato nella Congregazione. Allora, diaconato... come che mi pare il Signore li voglia e, adesso, le vocazioni. Perché, oh!, bisogna che... Quando si vuole fare un rosto de osei bisogna andare in zerca de osei: non te pol mia fare un rosto de osei con nda rejestola per ventiquattro persone, no? Cosa ve pare? E allora ecco: bisogna andare in cerca di vocazioni, e allora l'anno della ricerca delle vocazioni!