1 maggio 1965E' venuto da me un uomo - é la seconda volta che viene da me - ed é
venuto non per chiedere la carità, é un uomo troppo dignitoso per chiedere la carità
- e non gli ho fatto la carità. É venuto soltanto da un sacerdote per chiedere
consiglio, per chiedere preghiere. E' un papà di famiglia, ha figlioli e da oltre
cinque mesi causa questa tremenda situazione nella quale si trovano molti operai in
Italia, da oltre cinque mesi é disoccupato.
MO8,1 [01-05-1965]
1.Ora, figlioli, voi siete sempre stati figli di famiglia, ma
pensate per un padre sulle cui spalle grava tutta la famiglia, moglie e figli,
pensate in che stato d'animo si deve trovare quando al mattino si alza e deve dire:
"Oggi non so dove andare a lavora re". Quando vede che il pizzicagnolo, il fornaio
portano pazienza, ma in quel libretto dove si segna ogni giorno il pane, il
formaggio, quello che si mangia in casa, cibo che si cerca di ridurre, ridurre
sempre di più... si vede una coda che prima forse era di 100 lire, di 10.000 lire e
che oggi può essere di 100-120 mila lire. Quando quella povera donna va dal fornaio
e chiede pane per i suoi figlioli e sempre aspetta quella parola: "Signora, potrebbe
portarmi un pochi di soldi?", sempre attende che la padrona del forno dica: "Senta,
o lei porta soldi, o io non posso più darle pane".Figlioli, voi non avete provato questo. Io l'ho provato quando ero
ragazzo, quando mio papà era disoccupato, quando andare a prendere alla bottega la
roba era un'umiliazione, perché si aspettava sempre che ti dicessero: oggi non te ne
do più. Era un'umiliazione quando presentavi il libretto e segnavano, e quando
tornavi a casa ti sentivi strappare il cuore vedendo le mani di tuo padre che
avrebbero potuto lavorare e non c'era lavoro. Figlioli, questo si sta verificando
oggi nella nostra Italia.Vi dicevo, giovedì scorso pomeriggio un uomo é venuto da me: "Possibile
– diceva – che Dio non mi dia lavoro. Io non domando il pane senza fatica. Il
Signore, lo so, ci ha dato l'ordine di guadagnarsi il pane con il sudore della
propria fronte, e io lavoro volentieri, io sono dispostissimo a qualunque
sacrificio, a qualunque lavoro. Sono stato impiegato fin'ora, il mio lavoro sarebbe
d'impiegato. Ma non importa. Accetto qualunque lavoro purché io possa onestamente
guadagnare il mio pane per la mia famiglia".Figlioli, oggi la Chiesa ci presenta un altro uomo, il quale é
sottostato anche lui a questa legge delle lacrime: Ti guadagnerai il pane col sudore
della fronte. Questo uomo si chiama Giuseppe, uomo che veramente ha accolto dalle
mani di Dio il comando e ha sempre lavorato onestamente, senza imbrogliare alcuno,
ha sempre lavorato con amore, sapendo di fare la volontà di Dio. Ma quello che é
meraviglioso - ed é un pensiero che m'è sgorgato ieri nel cuore, ieri sera in chiesa
mentre stavo preparando la meditazione per me e per voi - é questo: figlioli,
quell'uomo che giovedì pomeriggio é venuto da me, aveva moglie e figli. Giuseppe ha
anche lui moglie e figlio.
MO8,2 [01-05-1965]
2.Però dinanzi agli uomini Maria é sua moglie, ma non é sua
moglie: é sposa dello Spirito Santo. Dio ha affidato a Giuseppe con l'ordine di
custodirla, con l'ordine di mantenerla, una donna: la donna più santa, la donna più
grande che sia uscita dalle mani dell'Altissimo, la Donna che sta fra il cielo e la
terra, la tutta pura, la tutta bella, la concepita senza peccato, colei che mai é
stata toccata dal peccato.Pensando a questo, ieri sera vi dico ho avuta una grande, vorrei dire,
invidia della Madonna, non tanto perché é stata concepita senza peccato - é un dono
di Dio – quanto perché non ha mai fatto peccati, e la Madonna, figlioli, non ha mai
fatto peccati - né la più piccola mancanza, mai ha offeso Dio, mai ha rattristato il
volto di Dio. Ebbene, Giuseppe ha in custodia Maria e ha il dovere di mantenerla, si
é assunto il dovere, e con le sue mani, con la sua fatica mantiene Maria. Non solo,
ma a lui viene affidato Gesù, nient'altro che Dio! Ha il dovere, il dovere diciamo
anche l'onore di mantenere Gesù.
MO8,3 [01-05-1965]
3.Figlioli miei, figlioli miei, Giuseppe non aveva campagne, non
aveva stabilimenti, viveva dell'onesto lavoro quotidiano, ogni giorno lavorava. E
voi capite che quando si lavora ci sono dei momenti in cui la va bene e in cui la va
male. C'è il momento in cui vengono a comperare le case prefabbricate, e il momento
in cui bisogna girare per venderle. E anche Giuseppe avrà avuto il momento delle
vacche grasse e anche quello delle magre... momento in cui c'era lavoro e momento in
cui c'era meno lavoro, momento nel quale pagavano e il momento nel quale gli altri
portavano via, e poi non pagavano e bisognava andare a domandare i soldi. E quante
volte l'ho fatto anch'io: "La scusa, siora, la fa un piaxere Maria, me mama la me gà
mandà a vedere se podesse pagarghe un pochetin de roba... gavarissimo bisogno".
"Vegnerò mi da to mama, vegnerò mi fra qualche giorno". E poi non veniva più, no? E
dopo 6-7 giorni...: "La scusa Maria, me mama la me gà mandà un'altra volta". Chissà
quante volte Giuseppe avrà fatto questo. Avrà fatto, che so io, una sedia o qualche
cosa del genere, un caregoto per qualche bambino, no? L'avrà fatto... penso, no? Eh,
scusate... me par mi... Bene... E poi avrà mandato Gesù Bambino: "Va dalla Maria,
domanda per piacere se può darti la roba... Sai, le abbiamo portato una roba e
bisogna andar torla".Ah, figlioli che cosa santa, che cosa santa! Giuseppe lavora, anche
Gesù, arrivato a una certa età, si associa al lavoro di Giuseppe, si associa... e
lavorano insieme, e Maria fa da mangia re e lavora anche lei.
MO8,4 [01-05-1965]
4.E' un piccolo stabilimento la casa di Nazareth, é un piccolo
santuario dove il lavoro e la preghiera sono intrecciati insieme, dove si obbedisce
a Dio, dove si ama Dio, dove il lavoro diventa un canto d'amore.Figlioli, quando Gesù, Gesù viene crocifisso, viene spogliato delle sue
vesti, vengono divise quelle vesti; una veste, una veste intera viene tirata a sorte
per non essere tagliata. Dice la tradizione che quella veste - voi la sapete più
lunga di me - é stata lavorata dalla Madonna. Io penso che, se era di lana, é stata
la lana comperata con i soldi guadagnati da San Giuseppe e lavorata da Maria.
Pensate un pochino: Gesù era vestito con il sudore di Giuseppe e di Maria e anche
con il Suo... collaborano insieme!
MO8,5 [01-05-1965]
5.Tra poco voi prenderete Gesù, lo riceverete, mangerete la carne
e il sangue di Cristo. Sentite un po': chi é stato a guadagnare quel sangue e quella
carne? Se voi non aveste mangiato pagnottine, no?, non sareste qui, sareste ancora
dei mestiereti cossì, no? é vero? avete mangiato pane, e per divenire più grandi
dovete mangiare ancora pane e... qualcosa altro. Chi ha guadagnato quel pane? I
vostri genitori, la Provvidenza. Ebbene figlioli, ma ci pensiamo un pochino? Quel
Corpo e quel Sangue che noi riceviamo nell'Eucaristia, sono sì venuti dal cielo,
amici miei, ma Gesù é cresciuto perché? Perché ha lavorato! Gesù é cresciuto perché
san Giuseppe ha lavorato. E allora vedete quanta santità attraverso il lavoro, che
cose grandi può produrre il lavoro!E allora sentite, facciamo stamattina un po' di esame.
MO8,6 [01-05-1965]
6.E noi, e noi oggi festa di Giuseppe lavoratore, festa del
lavoro cristiano, noi membri di una Congregazione che deve portare la santità del
lavoro al mondo, deve spiritualizzare il lavoro, cioè noi siamo chiamati ad
insegnare agli uomini che il lavoro é un mezzo per poter avere il perdono dei
peccati, per espiare i nostri peccati, per guadagnare meriti. Ditemi un po'
figlioli: noi, santifichiamo il nostro lavoro? Sentiamo che quando lavoriamo
facciamo una cosa alta, una cosa grande, una cosa che é voluta da Dio?Figlioli, il lavoro - ve l'ho detto tante volte - dovete considerare
anche se alle volte andate a passeggio, anche quel passeggio,... lavoro dovete
considerare la ricreazione, dovete considerare in modo particolare lo studio, la
fatica che fate a scuola nello studio,... lavoro, figlioli,... voi grandi che state
facendo, e anche la preparazione, anche per voi grandi... lavoro in officina, nei
vari laboratori, lavoro su a montare le case... Tutto questo che noi facciamo ogni
giorno per volontà di Dio, voluto dal Signore, é il lavoro che il Signore richiede
da noi per la nostra santificazione, perché possiamo figlioli, ottenere un po' di
merito per il Paradiso.E allora domandiamoci: Giuseppe nella casa di Nazareth, Gesù e Maria,
hanno lavorato per obbedire a Dio e hanno lavorato con amore, veramente con amore.
Noi figlioli, abbiamo sempre lavorato sapendo di fare la volontà di Dio? O forse,
forse non abbiamo imprecato un pochino? Imprecato un pochino? Quante volte si sente
qualche lavoratore che impreca, che maledice il lavoro. Disgraziato lavoratore!
Perché maledire una cosa santa? Forse non siamo arrivati a maledire, ma un pochino
imprecare... forse contro quella povera matematica no? Forse contro quel lavoro un
po' noioso, forse contro quell'ordine che ci é stato dato improvvisamente, che ha
turbato i nostri progetti. Figlioli, non maledite quello che vi costa sacrificio,
accettate con gioia quello che costa sacrificio perché é voluto da Dio e accettatelo
con amore.Oggi celebriamo insieme il santo Sacrificio: é proprio la Santa Messa di
Nazareth, del lavoro cristiano.
MO8,7 [01-05-1965]
7.Mi pare che attorno all'Altare questa mattina mi par di vedere
San Giuseppe con la sega, con la piona; vedere Gesù ragazzo di 12-13 anni, forse con
il pennello che dà il colore, no?, con la pignatella della colla dall'altra parte;
mi par di vedere la Madonna che porta la pignatella calda - sarà stata lei che
scaldava la colla - attorno all'altare oggi dobbiamo vedere proprio Gesù Maria e
Giuseppe in veste di lavoratori.Mettiamoci attorno anche noi e domandiamo durante la Santa Messa al
Signore, oltre che la grazia di essere noi santi lavoratori, domandiamo al Signore
la grazia che la nostra Congrega zione possa portare, non solo a Crotone, non solo a
Monterotondo, ma in tutte le parti dove il Signore vorrà che noi piantiamo le nostre
tende, possiamo portare lo spirito cristiano del lavoro come oggi abbiamo meditato,
si trovava nella casetta di Nazareth.