1. Sia lodato Gesù Cristo!Tanto per cominciare, stamattina mi sono preso a letto: ho sentito la vostra campanella e non ho sentito la mia sveglia, e mi son sforzato di fare quello che ho detto ieri sera, di offrire al Signore il sacrificio di aver dormito di più... Non abbiamo detto di accettare tutto, di offrir tutto al Signore, no? Sforziamoci quest'oggi di accettare sole e pioggia, quello che il Signore ci manda. Penso che già vi ricordate senza che lo dica; ed ecco che una delle cose che proprio il Signore vi domanda stamattina, prima di incominciare la meditazione, e ve la domando subito, dato che siamo in tono un po’ con la meditazione.Quando eravate piccoli la mamma vi preparava, il giorno dell'Epifania, qualche cosa e diceva che era la Befana, no: "La Befana ha preparato questo, la Befana ha preparato quello". A un dato momento avete capito che non era più la Befana, no, don Girolamo, che portava, ma era la mamma, era il papà, era qualche altro. Qualcuno ha capito presto, qualcuno è arrivato all'età di quindici, sedici anni; qualcuno, come Fernando, ga ancora da capire vero, che... pazienza! Secondo l'età, vero?Ora, state attenti: qui ci sono delle cose che... Adesso io vi dico che... Fate conto che sia la Befana che si svela un pochino. Il periodo di Natale, del Natale non è il periodo del Natale per noi dell'albero di Natale, del panettone Motta, di qualche cosa... la Befana... Per noi il Natale dovrebbe essere un periodo in cui si va in su, si sale in su; le feste liturgiche ci dovrebbero portare in su spiritualmente, specialmente il Natale, Pasqua, Pentecoste, queste due tre feste solenni, dovrebbero esserci un aiuto per salire verso il Signore, per crescere, per far un anno scolastico, quasi vorrei dire, un esame, su, una tappa in avanti.
MO335,2 [02-01-1970]
2. Nei primi tempi dell'Istituto, quando si era soltanto in pochi, quando gli assistenti più vecchi facevano IV, V ginnasio, sa, lo stato maggiore era fatto di giovanotti così, allora si mandavano a casa in vacanza i ragazzi, i giovani, e rimanevamo con questo gruppetto di assistenti, otto, dieci, dodici, quattordici al massimo e si andava su, allora andavamo su a Val Giardini. E se andava su là. E là si portava su una stufetta a kerosene o una stufetta a gas, vero, e ci si metteva lì, contenti e pacifici, a pregare e a studiare i problemi; più che tutto si faceva poco... Un gran dormire: si dormiva fino a tardi il mattino, perché era una cosa prescritta dai codici... vero, spirituali, di spiritualità; senza aver studiato spiritualità a Roma, eravamo arrivati a dormire fino alle otto, sette e trenta, otto del mattino, dormire bene, insomma. Poi una buona colazione, fatta bene, con tanta gioia, senza aver imparato "Dentro di me c'è tanta gioia", perché avevamo la gioia lo stesso. Dopo colazione, attorno al tavolo, meditazione, proprio molto calda, vero? Fatta la meditazione, intanto veniva fuori un bel sole e allora... in mezzo alla neve, a divertirsi, insomma, nelle ore più calde... dalle dieci all'una. La colazione era stata fatta tardi e allora si portava il pranzo un po' più tardi... si stava un pochino... ci si svagava. Poi il pranzo. Dopo pranzo libera uscita fino a una certa... o chi volesse andar a dormire... se vi ricordate, trecento metri di distanza dalla casa, obbligatorio, perché... non si poteva, perché c'era un pericolo, vero, lì, c'era un certo qual conflitto di interessi, e là... E verso sera, quando cominciava ad andar giù il sole, verso le quattro, quattro e mezza, così, cinque, secondo quando el sole andava giù, ci si trovava intorno alla tavola rotonda e si faceva la così detta lettura spirituale, che durava magari anche un'ora, due, due e mezzo, a seconda, no? Si discutevano insieme i problemi della casa, qualche volta non si capiva niente allora si andava in chiesa, e si faceva un'ora di adorazione, si pregava il Signore, poi si cenava insieme da buoni fratelli e poi... si giocava: chi cantava, chi ballava, chi saltava per scaldarsi e si stava su lì, senza... da buoni fratelli.Ora, ho pensato, vero, che sia arrivato il momento di rifare un pochino questi esperimenti. Cosa volete, vi pare? Rifarli un poco questi esperimenti; e perciò, guardate, ci sono delle cose nelle quali domando un po' il consiglio e delle cose nelle quali... sì, prendo alcuni e ci mettiamo un po' dinanzi al Signore e diciamo: “Guardate: facciamo così. Va bene?”. E io questa cosa la proporrei proprio come una cosa da farsi, insomma. Se qualcuno avrà una difficoltà particolare, per esempio, proprio uno non può resistere all'altezza di ottocento metri perché ha il cuore che non resiste, va bene, vuol dire che lo terremo qua per custodire portineria, se no a Grumolo, daremo il cambio a Grumolo a qualcuno. Se uno dice: “No, io ho proprio bisogno di andar a casa perché c'è la mamma ammalata”, va bene, concederemo i permessi: quelli sono permessi, sono eccezioni, è chiaro!
MO335,3 [02-01-1970]
3. Che cosa penserei di fare? Ecco, di andare su in due gruppi: a un gruppo concediamo questa grazia, diciamo questa grazia, nel periodo del Natale; ad un gruppo concediamo questa grazia nel periodo del primo dell'anno; a un gruppetto, invece, concediamo la grazia di custodire la casa: è una grazia particolare riservata ai novizi o al gruppo dei novizi, vero, una grazia così.Allora, attenti. Dalla seconda teologia in su, seconda, terza, quarta, quinta, sesta, settima, ottava, insomma quel gruppo lì, va bene, quel gruppo è invitato a salire su la vigilia di Natale. Per Natale dite ai cari parroci, guardate, capisco che per il Natale bisogna aiutare, bisogna far... ma, d'altra parte, amici miei, stiamo preparandoci alla vita religiosa; domani non lo passeremo più insieme, domani andrete nelle parrocchie uno di qua, uno di là. Bisogna pure che a un dato momento ci alimentiamo anche insieme. E allora, durante il Natale passiamo col gruppo dei più anziani così: dalla vigilia di Natale alla domenica sera, cioè praticamente dal giovedì mattina... - mi pare che è la mattina, vero, don Girolamo, dicevamo, o pomeriggio? - dal pomeriggio, la mattina si fa un po' di pulizia alla casa, si mette a posto, eccetera, dal pomeriggio fino alla domenica sera. Questi tali che hanno fatto... hanno avuto questo privilegio, poi il lunedì mattina il privilegio sabatino del lavoro come indulgenza plenaria, e arrivati all'altro giovedì andranno a casa in vacanza fino la domenica sera.Gli altri invece, cioè i venerabili del liceo, i fratelli del liceo, con i venerabili padri che sono andati chi a Pessano e chi in America a esercitare il loro ministero, quei padri, vero, andranno su il giovedì pomeriggio, prima dell'ultimo dell'anno a Bosco, fino a domenica sera. In modo che un gruppo va su a Bosco prima e un gruppo va su a Bosco dopo; un gruppo va a casa prima in vacanza, un gruppo va a casa dopo. Chiaro?Invece quei cari fratelli del noviziato che sono, mi pare, quei del primo anno e del secondo anno del noviziato, si daranno il cambio d'accordo con don Guido, sarà lui che dirigerà il traffico e darà il cambio: un gruppetto rimarrà qui nel Natale, un gruppetto andrà a casa e viceversa, in modo che abbiano questa grazia anche quelli che sono messi apposta, che custodiscono la casa. Poi con qualche assistente eventualmente, con qualche fratello maggiore... Queste qui sono cose molto secondarie.
MO335,4[02-01-1970]
4. Però non si va su a Bosco soltanto per far grandi cose di studio, ma per stare insieme. Proprio bisogna che ci abituiamo a vivere insieme, a volersi bene insieme, a lavorare insieme, a cercare insieme quello che il Signore vuole. È chiaro? Bisogna che ci abituiamo a questo. Ma bisogna anche che il Natale lo passiamo bene, bisogna... E allora qui io incaricherei, in modo particolare, il gruppo mi pare dei teologi, cioè dell'ultimo anno di teologia, di preparare un pochino... di vedere un po' di programma: cè il nostro monsignor De Franceschi, vero, che è addentro un pochino, il nostro caro professor Giorgio, vero... Vedete un po' insieme: tutto il gruppo di V anno, il gruppo dei più grandi... vedete un po' insieme come passare... Volete la Messa del cuore a mezzanotte? Volete quella della poesia, volete quella del, del... Vedete voi, vedete voi. Volete far l'accademia in mezzo... su in cima al Novegno? In cima, in cima, là, a mezzanotte, e magari star là con le mani alzate due o tre ore? O volete... Facciamo una cosa bella, una cosa... Guardate, io non vi dico: “Facciamo qua...”. Volete cantare in tedesco, in greco, in ebraico; fino all'ebraico ci arrivo, più in là... alef, bet, ghimmel, fin là ci arrivo, più in là non ci arrivo... L'alfabeto non ve lo dico... Beh, vediamo insieme!Ci saranno con noi anche due fratelli maggiori: il molto reverendo, eccellentissimo padre don Matteo, professore, che ci onorerà con la sua presenza dalla vigilia di Natale fino alla sera, al pomeriggio del sabato; dopo lui è stato convocato a Roma per un convegno di filosofia da parte del Santo Padre, vero? Poi la domenica, cioè il giorno di Natale, la sera, avremo la gioia di avere il molto reverendissimo padre don Zeno, che verrà appositamente da Milano per ricongiungersi a noi; verrà giù da Milano, dico appositamente, perché don Girolamo resta a Milano ancora, no, e verrà e si ricongiungerà, in modo che in quei giorni avremo questa presenza di due fratelli maggiori, e speriamo di poterne farne lo stesso qualcuna. Perciò: gran dormire, gran dormire, gran... e? Chiaro, eh! E diciamo: gran pregare, gran ascoltare, gran collaborare con lo Spirito Santo per portare avanti il discorso, cioè il discorso della nostra santificazione.
MO335,5[02-01-1970]
5. Abbiamo poi... Direte: "Ma è meditazione questa?". Beh, concludo con due, tre pensieri che, vedrete, quelli fanno meditare anche i più vecchi, vero, sopra i cinquant'anni.Ci abbiamo vicina la festa dell'Immacolata; di solito l’Immacolata la passiamo insieme; ora, quando la casa era piena di bambini, allora, alla mattina: gare corse, eccetera. Non penso che voi vogliate, Daniele e compagni, mettervi là fare le corse tutta la giornata, la mattina, no, o col s-ciopeto o un qualche cosa, eccetera. Però penso una cosa, penso una cosa: che un bambino fa qualche cosa, ma uno di grande fa qualche cosa d'altro... Non staremo... Penso neanche sarebbe bello che il giorno dell'Immacolata uno vada per di qua e uno va di là, facessimo qualcosa... Per esempio, non so, una piccola accademiola, fatta bene, alla sera. Son qua i professori, ci son parecchi professori, una funzioncina fatta bene, eccetera. Comunque... anche qui abbiamo... Noi più vecchi ci siamo radunati un po' ieri, abbiamo pensato di offrire l'onore a quelli dell'ultimo anno, siccome l'anno venturo saranno preti, dovranno arrangiarsi nelle parrocchie, nelle cattedrali, che so io... Anche loro un gruppo dei più anziani studia... Monsignori, professori, professor, monsignor... un po' di tutto, insieme studiate un po’ il programma, programma che presenterete, mi pare, per domenica. C'è una riunione, no? Per domenica potete presentare un abbozzo del programma a tutta l'assemblea dei fratelli, in modo che se qualche altro ha qualche consiglio da dare, qualche proposta da fare... C’è già Mario Corato che è tutto contento dice: "Guardi, collaborerò volentieri in tutta l'accademia". Comunque abbiamo visto dal sorriso che si presta molto volentieri. Giorgio dice: “Io per il canto”. Comunque Raffaele, mi pare, lo stesso, vero? Comunque vedete voi, vi lasciamo mano libera... Tenete presente che ci sono i professori e che è giusto che mostriate che siete apostoli, che siete giovani, che siete pieni di vita e che si può vivere la santità con la gioia.Dopo di che passiamo a un pensiero di meditazione. Mi pare che non ci sia altro, no? Speta che vardo. Qua è messo anche il cinema alla sera, anche cinema... Don Venanzio ha detto che non è stato capace di trovare un cinema. Avevamo cominciato già mesi indietro... Vedete voi, caso mai, insomma... cosa, come... Libertà assoluta fino ad un milione per cinema, vero, è concesso dall'amministrazione... non di più. State attenti!
MO335,6[02-01-1970]
6. Don Giuseppe Giacobbo - i bambini bisogna tenerli svegli così - ha comperato una macchina, quella fuoriserie che ha, e quando l'ha comperata gli hanno detto: "Guarda, è una macchina della fine del 1969 o fine anno 1969; ha fatto solo undicimila chilometri ed è passata per una sola mano". Quella macchina ha tutte le credenziali, no? Una sola mano vuol dire che è stata usata da uno solo, uno solo, e 1969 dunque un poco più di un anno di vita, solo undicimila chilometri. E lui tutto contento. Un giorno aveva un certo rumoretto alle bronzine, lui non sapeva che cos’erano le bronzine, è andato a guardare le ruote di dietro e... ma comunque erano le bronzine, lui credeva fosse un rumore di metallo, è andato da quello delle gomme che gli ha detto: "Guardi, qui deve andar da un meccanico". El meccanico guarda: "Ah! Fuse le...”, appena sentito il rumore. “Fuse le bronzine". "E cosa bisogna fare? Quanto ci vuole?". "Eh, bisogna lasciarmela qui una giornata almeno...". Tira giù e dice: “Ma quanti anni ha questa macchina?". E lui con tutta serietà: "L’avevano presentata. È nuova; ha fatto appena undicimila chilometri". L'altro ha guardato, ha aperto un po’ come nell'atto operatorio... guarda dentro, no? Te te ricordi ti, Lorenzo, co co i ga verto fora, no? Anca là: verzi fora... “Ah! Nuova questa macchina? È stata revisionata per lo meno due volte, perciò questa macchina avrà fatto per lo meno trecentomila chilometri. L'età della macchina? Ehm, l'età della macchina... questa macchina qui avrà per lo meno dieci, dodici anni, come minimo, come minimo! Passaggi? Scusi, ha guardato bene il libretto? Bene?". “Ma, mi no so, cosa vorlo che sappia mi de libretto, de passaggi...". C'erano sei passaggi, c'erano stati, vero, e in mezzo c’erano stati tre mercanti de mas-ci in mezzo... Voi capite, vero? Ora, voi direte quello che ha detto don Giuseppe quel giorno: "Imbrojon", ga tirà fora delle parole più grosse de lui, che non si possono ripetere in chiesa... Praticamente ha chiamato quel tale che gliel’aveva venduta disonesto: "È stato un disonesto, perché mi ha detto che la macchina aveva soltanto poco più di anno, poco più di undicimila chilometri e un passaggio solo, e invece è tutt'altra cosa!".
MO335,7[02-01-1970]
7. Amici miei, e noi siamo onesti se vendiamo una macchina dicendo che è una cosa e invece è un'altra? No! Se io facessi come ha fatto quel tale che ha venduto la macchina a don Giuseppe sarei disonesto, è vero? Ora, state attenti: se io mi presento a un uomo e lo imbroglio sono un disonesto, e se mi presento a Dio e lo imbroglio forse non sono un disonesto? Se io mi presento a Dio e offro a Dio una cosa e invece è un'altra... per esempio, prendo una bella cassetta, metto dei forellini perché possa respirare la bestiolina che metto dentro e metto dentro una bestiolina e dico: "Signore, ti offro questo agnello", e apre la scatola, la cassa un angioletto del Paradiso che riceve il pacco, e tira fuori: "Signore, tiro fuori l'agnello?", "Si!", e invece di un agnello trova un porco. Io sono stato chiaramente un disonesto con il Signore perché invece di offrire un agnello ho offerto un porco... è chiaro! Se invece di un agnello, aprendo la cassa, venisse fuori qualche altro animalaccio, per esempio, venisse fuori una tigre, una tigre, io sarei un disonesto perché ho spedito un agnello, o meglio una tigre chiamandola agnello.Ora, io vorrei che ci esaminassimo dinanzi a Dio: noi con Dio siamo onesti o siamo disonesti? Quando noi ci siamo offerti al Signore per essere religiosi, fermiamoci qui, per essere religiosi, che cosa abbiamo offerto al Signore? Abbiamo offerto uno che desidera essere un agnello, è chiaro? Non desidera essere né porco, né tigre, né altro. Però, se io vado a compromessi volontariamente o non mi impegno seriamente per vincere me stesso... e vado a compromessi nel campo purezza, sono un porco vero e proprio. È inutile che mi illuda, è inutile che io pensi: "I miei amici non lo sanno, i miei amici non vedono, i miei superiori non sanno niente". Se io vado a compromessi con il mio cuore, con le mie azioni, io offro al Signore una cosa per un'altra. Io ho detto al Signore: "Signore, mi offro a te agnello immacolato", e una voce potrebbe rispondere: “Porco perfetto”.
MO335,8[02-01-1970]
8. Amici, guardate che un pochino del porco naturalmente lo abbiamo tutti, e se non siamo vigilanti, vigilanti, a un dato momento avviene una metamorfosi dell'agnello e si trasforma in qualcosa di peggio, perché tendenze al male le abbiamo naturalmente dentro di noi. "Vigilate et orate", ha detto il Signore, e là ai piedi del Tabor ha detto chiaramente: "Questo genere di demoni si caccia soltanto con la preghiera e il digiuno": preghiera e digiuno e penitenza, e guardate che la parola "penitenza" dev'essere scritta con la P maiuscola, e vuol dire che dev'essere pesante e costare, e la P porta un po' un segno di croce, quasi di Tau un pochino. Guardate che senza preghiera, intensa preghiera, e senza penitenza, o presto o tardi l'agnello si trasforma in porco, e allora il cuore si attacca di qua e si attacca di là, finché a un dato momento al cuore vengono altre cose, piano piano, che potranno essere concessioni alla carne che potrebbero portare al disastro tremendo.Guardate che, nella mia povera esperienza sacerdotale, ho visto tante di queste cose, e potrebbero capitare anche qui. Ed esaminandoci con serietà, semplicità e sincerità davanti a Dio potremmo anche noi forse dire: "Sì, anch'io ho messo le premesse perché l'innocenza e la bellezza dell'agnello degeneri in qualche cosa di peggio, nel porco".Qualcuno qui alla mia destra potrà dire: "Son cose da dire, don Ottorino, a questi angeli di figlioli?". "Qui stat, videat ne cadat". Questo latino lo capisce anche Silvano, no? "Chi sta in pie, tento a non cascare". E quanto più alto è uno, se el se rabalta ciapa una paca più forte, quanto più su uno è per la scala, se cade la caduta è pericolosa. Dio ci ha chiamati in alto: state attenti che una caduta è disastrosa.
MO335,9[02-01-1970]
9. Può esserci il pericolo anche di essere un'altra bestia che fa ancora più paura: essere una tigre. È giusto o non è giusto il paragone, non importa, ci capiamo lo stesso; cioè dentro di noi c'è il germe dell'impurità, ma c'è un altro germe che è ancora peggio del germe dell'impurità, perché nell'impurità uno si accorge. Quando uno disgraziatamente ha commesso qualche cosa che non va, non ha il coraggio forse di parlare, ma dentro di sé dice: "Io sono indegno di rimanere in questa casa". Quando uno, invece, alimenta dentro di sé la superbia, l'orgoglio, non si accorge di essere superbo, non si accorge che non è più lui un agnello, ma è qualcosa che sa di selvatico, sa proprio, vorrei dire, di diabolico; e purtroppo, a riguardo la superbia, tutti siamo maestri.Qualcuno di voi potrà dire: “Io non ho mai parlato in ebraico”; qualche altro potrà dire: “Io non sono mai stato in America”; ma nessuno di noi può dire: “Io non sono mai stato superbo, o poco o tanto”. Ma... nessuno può dire: "Io non so che cosa sia la superbia”. "Io non ho mai incensato - dirà qualcuno - i maiali, io non son mai andato con il turibolo ad incensare le vaccherelle in stalla", però nessuno può dire: "Io non ho mai incensato il mio io, il mio io". Tutti lo abbiamo incensato, e forse anche questa mattina prima o dopo la Santa Messa. Guardate che per noi il pericolo più grande è proprio prendere quel turibolo santo, mettere dentro l'incenso che dovrebbe essere acceso solo per il Signore, ma prendere poi questo turibolo e incensarci o darlo in mano a qualche altro, e dire: "Senti, per favore, io mi diverto tanto, gioisco nell'essere incensato: per favore, incensami". Qualcuno sorride. Quando andiamo ad elemosinare qualche lode o qualche approvazione dai nostri fratelli, che cosa facciamo se non mettere in mano loro il turibolo e pregarli che, per favore, ci incensino un poco, perché sentiamo tanto bisogno del profumo dell'incenso?
MO335,10 [02-01-1970]
10. Amici miei, stiamo attenti perché la superbia è quella che rovina l'apostolo. Quando noi saremo chiamati ad agire in nome di Dio, a trattare le cose di Dio, è una cosa che certamente, certamente ci impedirà di essere gli uomini del Signore. È come quasi quando si sta parlando... Ricordate domenica? Si sta parlando al microfono, manca la corrente... bumm... non si sente più, no, si sente solo la voce di un uomo, non una voce potenziata. Ebbene, quando entra in noi questa superbia, improvvisamente noi non siamo più gli uomini di Dio, improvvisamente la grazia di Dio si ritira da noi e allora noi lavoriamo da uomini. Possiamo fare anche un po' di chiasso, sì, ma andiamo avanti, vorrei dire, per forza d'inerzia.Sarebbe come partire con una macchina, avere le batterie anche abbastanza cariche, ma avere la dinamo che non carica, partire di notte: si consuma corrente per il motore, si consuma corrente per i fari, ma un dato momento, siccome la dinamo non carica più, le batterie dopo un po' di tempo vanno esaurendosi e allora ci troviamo allo scuro e senza la possibilità di far partire il motore. Ecco la fine dei superbi. Vanno avanti, fanno chiasso, a un dato momento: "Noi andiamo avanti lo stesso, anche se non carica l'accumulatore". Ma non si accorgono che vanno avanti per forza d'inerzia, perché il Signore ha dato loro dei doni. A un dato momento diminuiscono quei doni e allora tu vedi l'uomo, e non c'è di peggio che un uomo senza Dio, un uomo che dovrebbe essere il testimone di Dio, il Dio presente, e non abbia Dio, è un pover’uomo, una povera bestia.Ci sarebbero ancora tante altre cosine che sono, vero... che veramente sono tanto e tanto pericolose per l'anima nostra, ma mi accontento questa mattina di fare io un po' di esame di coscienza e d'invitare anche voi a fare un esame di coscienza.Ricordatevi: con Dio non si scherza! Dio ci ha domandati così, ma, pure conoscendo le nostre miserie, pure compatendo le nostre miserie, Dio esige da parte nostra un lavoro serio col padre spirituale, costante, un lavoro duro, se volete, per vincere... Che cosa? Le nostre passioni, perché altrimenti le nostre passioni, lasciate a se stesse, sono come quelle erbacce che crescono nei nostri giardini e che trasformano un giardino in una steppa, un giardino in un luogo dove non si può abitare. Noi dobbiamo essere gli angeli di Dio, gli agnelli di Dio, non gli animali immondi di Dio.Per piacere... stiamo qui un paio di minuti e facciamo un po' di esame di coscienza.