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IL RELIGIOSO DEVE ESSERE SALE E LUCE

MO304 [22-04-1970]

22 aprile 1970

MO304,1 [22-04-1970]

1. Ricordiamoci che su a Bosco, nel deserto del nostro Bosco, c'è un uccello che sta preparandosi ad essere consacrato sacerdote. Ieri sono andato su, cioè l'altra sera: l'ho trovato con la testa sotto il soffitto della chiesa. Pregate il Signore che non vada troppo alto, altrimenti dobbiamo rifare il coperto. Perciò, io direi, se qualche preghierina possiamo mandarla su, io sono convinto che il nostro caro don Zeno sta pregando per noi, e vi assicuro che sta preparandosi bene e sta facendo un esperimento anche del deserto, mentre si prepara agli esercizi. E mi diceva l'altra sera: "Guardi che è proprio vero, sa, trovarsi da soli col Signore, passare qualche ora da soli vicino al tabernacolo così, insomma, si capiscono certe cose che non si capirebbero altrimenti".
Ieri mattina, per esempio, arrivati al Vangelo della Messa ho detto: "Se lo Spirito Santo dice qualche cosa attraverso i fratelli", e allora lui si è messo a dire quello che il Signore ieri, dopo aver letto il Vangelo, quello che aveva trovato insomma in questo silenzio, in questa meditazione. Dopo mi sono voltato a Vinicio: "Se il Signore dice qualche cosa anche al fratello...". Insomma ghemo fatto una predica paromo, insomma! Ma è bello vedere, insomma, come, ormai, nella casa nostra ci siano delle anime pronte a sapersi incontrare con il Signore, che ormai se la capiscono con il Signore, che sanno anche restar lì in silenzio con il Signore. Ecco, io mi auguro che andando avanti adesso possiamo ancora far questo esperimento. Ieri monsignor rettore del seminario mi diceva: "Vero, na volta o l'altra me accettèo ca vegna su anca mi insieme con voialtri?". Intanto, ci sono degli altri che hanno ancora da provare, e spero che qualcuno faccia domanda, e per quanto è possibile concederemo... anche durante gli esami, se è necessario. Fabris che mi fa un sorisetto, come dire: magari, invesse che andar scola!

MO304,2 [22-04-1970]

2. Adesso, questa mattina, io vorrei sospendere per questa mattina le solite meditazioni. Siccome che domenica scorsa con i venerabili fratelli del liceo abbiamo fatta una meditazione insieme, una meditazione tratta da questo libro che voi conoscete o per lo meno avete sentito nominare, ci sarebbero alcune frasi messe in bocca a Gesù e che Gesù rivolgerebbe ai suoi Apostoli per dire come che lui li vorrebbe i suoi Apostoli. E siccome sarebbe proprio come noi li vorremmo nella Pia Società, questi santi Apostoli, credo conveniente che le leggiamo e che le meditiamo insieme, anche perché le prime parole, un po' le prime frasi, le abbiamo un po' portate via per fare il depliant delle nostre vocazioni. E siccome che tutti siamo corresponsabili un pochino dello sviluppo della Famiglia religiosa, è bene che prendendo in mano questo depliant, invece che spiegarvelo uno per uno, vi dica: guardate, il pensiero lo abbiamo rubato qui, quello che volevamo dire è questo qui. D'accordo? Il nostro caro Giuseppe è d'accordo? Speriamo! Pazienza, senò. Qui dice... beh, leggiamo un po'. "Vi parrà che Io mi sottragga...". No, salto via... "Che cosa siete voi? Cosa dovete divenire?". Franco, cosa sito, cosa devi divenire? "Voi siete il sale della terra. Tali dovete divenire: sale della terra. Con il sale si preservano le carni dalla corruzione e con la carne molte altre derrate. Ma potrebbe il sale salare se non fosse salato? Con voi io voglio salare il mondo, per renderlo insaporito - cioè saporito, sarà - di sapore celeste - no insaporito -. Ma come potete salare se mi perdete voi sapore?". Ora non vi pare che il Signore rivolga anche a noi, in questo momento, le stesse parole? E ci dice: "Guardate che io voglio salare il mondo". Il mondo, che abbia bisogno di sale, questo è chiaro, tenendo il paragone, no, che abbia bisogno di luce, che abbia bisogno di orientamento. Questo benedetto mondo che è stato preso un po' dalla materia, questo mondo che ha un po' deragliato un pochino dalla linea dove dovrebbe andare ha bisogno di Dio, ha bisogno di Dio. E il Signore allora prende degli uomini, come ieri, e li manda a salare il mondo, a convertire il mondo. Ognuno che è chiamato, che ha una vocazione, è chiamato per andare in mezzo al mondo a spiritualizzare il mondo, a dire agli uomini: "Guardate, servitevi delle cose, ma per arrivare in Paradiso, non per andare giù per i burroni"; per indicare, non per togliere l'automobile; ma per indicare la strada attraverso la quale si può andare con l'automobile; a dire agli uomini: "Guardate, se andate per quella strada lì, a un dato momento trovate un fosso... Potrete andare col musso, ma non con l'automobile. Perciò, se volete arrivare dovete tornare indietro, fare un giro un po' più lungo, ma guardate che è là, quella è la strada". Ora, il Signore, come ieri, come troviamo nel santo Vangelo, ce lo ricorda: noi dobbiamo essere il sale, dobbiamo avere il sapore di Dio per portare agli uomini il sapore di Dio; e gli uomini, quando che si avvicineranno a noi, hanno il diritto di essere salati, cioè di trovare il sapore di Dio, perché altrimenti noi li inganniamo.

MO304,3 [22-04-1970]

3. Guardate là, per esempio, in America Latina. Quando che siamo andati con don Girolamo abbiamo chiesto a qualche persona: "Quanto tempo?". “Tre ore!”. Tre ore di strada per venire alla Messa, cioè per venire in contatto con Dio, con l'uomo di Dio e con Dio. Ma se fanno tutta questa strada per venire, per venire, hanno il diritto di avere, no? Vengono in cerca di Dio. E se quell'uomo che va là a dir Messa non ha Dio da dare, o se lo fa soltanto 'ex opere operato' e basta, non ha altro poi da dare... Amici miei, non inganniamo la gente. E la gente può condannarci dinanzi al tribunale di Dio. Dire: "Io sono venuto, la mia parte l'ho fatta; ho fatto tre ore di cammino per venire, ho perso una giornata per venire ad attingere acqua, e perché tu hai chiuso i rubinetti? Perché tu non mi hai dato acqua?". Dio aveva provveduto, aveva chiamato un uomo, aveva dato delle grazie a quell'uomo e aveva dato un ordine a quell'uomo di andare in quel posto per dare l'acqua di vita, vero, a quelle anime. Non bisogna mica che scherziamo, fratelli miei, bisogna...
Alla vostra età qualche volta dovete sentire un po' tremare... Quando, per esempio, tu, Raffaele, dirai: "Io tra dieci anni sarò in quel dato posto. Io avrò tutte le grazie che saranno necessarie in quel momento? Se si presenterà a me in quel momento un piccolo che si chiama Giovanni Bosco, sarò io il Cafasso capace di farlo divenire San Giovanni Bosco? Se si presenterà vicino a me un piccolo che si chiama Giuseppe Cottolengo, avrò io tutta quanta quella grazia di Dio necessaria per farlo divenire San Giuseppe Cottolengo o Domenico Savio o Santa Teresina del Bambino Gesù o mamma Margherita? Sarò io capace?”. Quanti santi, vero, che non son santi per causa di preti che non sono santi! Quante anime che sono rimaste lì... Tante il Signore se le ha prese e lo Spirito Santo le ha portate su, ma tante erano condizionate allo strumento, allo strumento. Ora, mi pare che una delle cose che vi dovrebbe qualche volta, scusate, far tremare un pochino anche voi giovani, quando che vi mettete lì davanti al Signore, e insomma: “Oh! E io sono preparato?”. Non per scoraggiarvi, non per disperarvi, ma per preoccuparvi seriamente. E guardate, penso che il pericolo più grande non sia tanto quello di cose gravi; è quello che segue qui adesso, che vorrei proprio sottolineare. "Cosa vi fa perdere sapore celeste?".

MO304,4 [22-04-1970]

4. Ecco là don Matteo... na brancheta piccola de sale perché l'è piccolo, no, un pizzighetto de sale, mentre don Girolamo el xe un sacchetto de sale... Beh, un momentino: cos'è che fa perdere il sapore celeste?
Adesso qui va avanti con un paragone, che io ve lo descrivo, intanto facciamo più presto, perché lì leggerlo... puoi descriverlo... Dice questo: se io prendo un bicchiere d'acqua, un po' d'acqua salata, un bicchiere d'acqua salata e faccio... Beh, io ho portato questo paragone, lo portiamo: siamo su a Bosco, abbiamo un bicchiere d'acqua salata e con questa acqua salata io devo salare la minestra, no, e cioè... Durante la guerra, invece che salare con il sale avevamo un liquido, messo insieme, combinato, che era lo stesso che il sale, e ogni... si metteva un mescolo di questo liquido dentro nella minestra; invece che mettere una manata di sale, un liquido di acqua salata; non è lo stesso? Io ho da salare la minestra, prendo un mescolo di acqua dal mare e la butto dentro e finisco per salare la minestra, no? Bene! Se io ho un bicchiere di acqua salata che mi deve servire per salare la minestra e metto dentro... Stavano i nostri amici mettendo a posto i rosari lassù: erano andati da Pio... e con la cariola avevano preso qualche cosa vicino alla casa, e l'avevano portata su e col badile la nascondevano sotto terra. Mi capite, no? Bene... se io avessi preso un cucchiaino di quella mistura..."Pacelli"... là e buttata dentro nel bicchiere... Scusate, saggiando, ancora sale, ma chi è che lo prende? Non perde il gusto di sale, si sente il sale, ma non credo che uno prenderebbe quella roba e la butterebbe dentro per salare. Vi pare? Però ha ancora il sale, ha ancora sale, quel bicchiere è ancora salato. È sporco, non si può adoperare, ma, ma se si potesse tirar via quello sporco resterebbe ancora il bicchiere con l'acqua salata.

MO304,5 [22-04-1970]

5. Ma se io, ho detto, prendessi un cucchiaio di acqua del fontanòn e lo buttassi nel bicchiere? Beh, è ancora acqua salata. Due cucchiai, tre cucchiai, dieci cucchiai... buttassi dentro dieci mila cucchiai di acqua salata, naturalmente non più nel bicchiere ma allora in qualche cosa di più grande, quando io ho buttato dentro dieci mila bicchieri, cioè cucchiai di acqua salata in un bicchiere, io non posso più adoperare quell'acqua lì per salare la minestra. È chiaro? Perché a un dato momento è acqua, perché quel bicchiere di acqua salata si perde in dieci mila cucchiai o in dieci mila bicchieri. È giusto il paragone? Il bicchiere di acqua salata, sporco, tirando via lo sporco resta ancora acqua salata, resta acqua salata; è sporco, intendiamoci bene, ma è acqua salata. Ma se io butto dentro tanta altra roba, a un dato momento non è più acqua salata.
Andiamo fuori del paragone. Prendi un giovane... Prendiamo Raffaele, dato che è l'uomo della giornata. Attira l'attenzione, no? Bene, prendiamo Raffaele. Supponiamo che tu, Raffaele... beh, sei un bicchiere di acqua salata. Scusa, il fatto che sei venuto da casa qui, sei qui, hai il diploma, vero, di maturità classica, sei maturo, va ben che sei giovane, ma sei maturo, va bene, potresti andare all'università e dici: "No! Resto qui. Voglio essere del Signore”. Dunque un bicchiere di acqua salata che desidera andare nel mondo a salare. Poniamo che quest'oggi, cosa vuoi, ne combini una, vero, ne combini una: vai all'esternato, eccetera. Dai oggi e dai domani, finché un bel momento ci caschi, vero, e metti al mondo un bambino. Andiamo proprio agli estremi. Cosa vuoi, dopo tu diventi rosso, celeste... “Cosa faccio, cosa non faccio?”. Eccetera... Tutto quello che capita, che capita dopo, vero: la sposi o non la sposi, vero, eccetera. Beh, un momentino. Prendi un ragazzo così. Cosa hai fatto? Hai buttato dentro in un bicchiere di acqua salata una manata di sporco, di paltano, di letame. È giusto? Hai buttato dentro... Però, però, se tu ti penti.... Supponiamo che invece che ci siano le conseguenze non ci siano conseguenze, eccetera, eccetera, può darsi che divenga più salata di prima. Hai fatto bene? Ma neanche per sogno! Invece supponiamo che tu, non questo, però a un dato momento ti perdi la testa col complessino, con la musica, con lo sport. Che male c'è, un cucchiaio di acqua del fontanon in un bicchiere? Ma niente, per carità! Che male c'è per lo sport? Ma niente, per carità! Che male c'è per il complessino? Ma niente! Per la politica? Niente! Ma, ma... un cucchiaio, un cucchiaio, un cucchiaio, un cucchiaio, a un dato momento: “Ma dove xela l'acqua salà, qua? Dove xelo l'apostolo?”. Di male? Niente! Peccati? Ma no! Ma c'è un peccato grande che è, che è il peccato di omissione, vero: al momento di salare non ghe xe più sale, vero. Quela è la storia! Ecco, il pericolo oggi è questo, per conto mio, nella nostra casa. Sbaglio? Non è tanto il male... perché quello può capitare, va bene. Scusate, mi avete mai sentito gridare, ma proprio forte forte, quando che c'era... forse... quando è capitata qualche disgrazia a qualcuno, eccetera? Questo lo possono dire i singoli che sono qui presenti. Guardate, credo che molti presenti sanno che ne hanno combinate di grosse, grosse, grosse, e hanno trovato il cuore di un papà. Perché, insomma, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Guardate che io ho visto piangere quelli che son qui presenti, di giorno e di notte, ne hanno combinate di grandi e di grosse, e di grosse, e vi dico: hanno trovato il cuore di un papà. Perché io vi sfido, quelli che veramente sono venuti a dire, vero: “Ho sbagliato!”, che poi io sia andato qua e là... e che abbiano perso l'affetto, l'amicizia, la stima, da parte di don Ottorino. Però, mi avete trovato forte, inesorabile, duro, duro e duro quando ho visto che si voleva mettere acqua, acqua, acqua, in quel bicchiere di sale che è destinato a salare le anime, a salare il mondo. Perché? Perché domani le anime verranno a prendere acqua salata, non acqua acqua, acqua... e fanno migliaia di chilometri a piedi per venire in cerca del sale. Quando durante la guerra si andava verso il mare in cerca di acqua salata per salare, si andava in cerca di acqua salata e non di acqua. Capite? Le anime, le anime hanno diritto da noi di questo. Ecco perché il pericolo enorme che c'è è questo: quello di avere troppe cose, troppe cose. Ma che male c'è leggere quella rivista, l'altra rivista? Non c'è male, ma bisogna che ci sia una proporzione. Perché voi siete gli uomini di Dio, voi dovete dare Dio alle anime, e perciò alla base ci deve essere questa unione intima con il Signore, questo interesse per le cose di Dio, per la Sacra Scrittura, per il Vangelo in modo particolare, per i libri santi, per la lettura dei libri santi. Dovete immagazzinare dentro di voi tutte quelle energie spirituali che portano poi a parlare di Dio; e lo studio della Sacra Scrittura non solo, ma lo studio della teologia, dei decreti conciliari, eccetera, ma sempre in vista di portare Dio, non in vista soltanto di accontentare l'intelligenza e basta. Dovete sfruttare tutti quei doni di intelligenza che Dio vi ha dato, ma mettendo alla base questa fede, questa unione col Signore. Non so, sono fuori di strada, fratelli?

MO304,6 [22-04-1970]

6. Ora, ecco, guardate che proprio qui, questo qui... Adesso ve lo leggo, adesso lo leggo. Dunque:
"Che cosa vi fa perdere sapore celeste? Ciò che è umano. - Ciò che è umano. Perché? Perché è umano. - L'acqua del mare, del vero mare, non è buona a bere, tanto è salata. Eppure, se uno prende una coppa di acqua di mare e la getta in un'idria di acqua dolce, ecco che può bere, perché l'acqua di mare è tanto diluita che ha perso il suo mordente". Ah! Che brutta cosa che un apostolo perdesse il suo mordente: "L'è come uno de noialtri... Xe gusto star con quel prete: l'è come uno de noialtri!", ha perso il suo mordente del divino. Che brutta cosa che un apostolo perda il suo mordente del divino, no? "L'è come uno de noialtri, come uno de noialtri!”. “L'umanità è come l'acqua dolce che si mescola alla vostra salsedine celeste. Ancora, se per un supposto si potesse derivare un rio dal mare e immetterlo nell'acqua di questo lago, potreste poi voi ritrovare quel filo di acqua salata? No. Si sarebbe perso in tanta acqua dolce. Così avviene di voi quando immergete la vostra missione, meglio: la sommergete, in tanta umanità. Siete uomini. Sì, lo so. Ma e Io chi sono? Io sono Colui che ha seco ogni forza. E che faccio Io? Io vi comunico questa forza poiché vi ho chiamati. Ma che giova che Io ve la comunichi se voi la disperdete sotto valanghe di senso e di sentimenti umani?". Ecco, guardate: amate il raccoglimento. Anche alla domenica, che avete qualche ora libera, amate il raccoglimento. Amate il raccoglimento, amate di coltivare in voi questa vita interiore. Guardate che il pericolo, oggi specialmente... e televisione e radio e libri e riviste e una storia... Non è male in se stessa una cosa di queste, ma è troppa... L'acqua del fontanon è una benedizione di Dio. Ma voi prendete una pentola di minestra e buttatela in un mastelo e impienelo de acqua... Chi xe che magna quela minestra? Dico male? Guardate che il pericolo, io vi direi proprio, è il pericolo, proprio alta tension, qua. A un dato momento sei capace di qualunque cosa, si arriva a un dato momento, buttando dentro questo e questo , si arriva “in humanis”, si ragiona all'umana. Allora si sfugge il sacrificio, non si capisce più che siamo stati chiamati per redimere il mondo con il nostro sacrificio, a unire le nostre sofferenze a quelle del Cristo per salvare il mondo, allora si esige la carità dagli altri e non si è pronti a dar niente per la carità, allora si vorrebbe che la Comunità fosse a nostro servizio e non noi al servizio della Comunità, allora si vorrebbe che le anime si inginocchiassero dinanzi a noi e non siamo pronti ad amare i lontani, ad amare quelli che ci perseguitano, quelli che ci dicono male. Insomma, non siamo capaci di vivere la vita cristiana.

MO304,7 [22-04-1970]

7. Fratelli, ho ancora dieci minuti, vi leggo senza commenti una paginetta qui: "Voi siete". È qui dove che abbiamo preso lo spunto per il depliant.
"Voi siete, dovete essere, la luce del mondo. Vi ho scelti: Io, luce di Dio, fra gli uomini, per continuare ad illuminare il mondo dopo che Io sarò tornato al Padre. Ma potete voi...". Io penso questo, guardate, questo esempio qui mi fa venire in mente una cosa: la luna. Il sole tramonta, però lascia la luce attraverso la luna, la proietta nella luna e la luna la proietta sopra la terra. Dio, Gesù, è salito al cielo, no, però vuole continuare ad illuminare la terra e allora sceglie Franco, sceglie Adriano e dice ad Adriano: "Mettiti in quel punto perché io ti illumini e tu possa illuminare la terra”. Ma se Adriano in quel dato momento non è in quel punto, la luce del sole non lo illumina e lui non può proiettare... deve essere in quel punto. In ogni momento della vita noi dobbiamo trovarci in quel punto se vogliamo che la luce di Dio ci illumini e noi potere illuminare la terra. Ma se noi ci mettiamo fra la luce di Dio e la terra in mezzo... cioè: "Io mi metto qui perché sono illuminato meglio", ma non illumini la terra, fai l'oscuro, anzi, alla terra, no? Se tu ti metti di là della terra, tu non puoi illuminare la terra neanche per sogno; devi metterti in angolatura giusta, no, in quel posto giusto: allora tu ricevi la luce di Dio e la proietti sopra la terra. Ecco la necessità di star congiunti a Dio e di dare alla terra, di fare da ponte per la luce di Dio. Dio, lui è salito al cielo, ma vuole illuminare gli uomini, vuole dare la sua luce agli uomini; e noi abbiamo il dovere di darla questa luce agli uomini. Ma per darla bisogna che noi la riceviamo da Dio e che ci mettiamo in posizione giusta per darla agli uomini. Perciò noi saremo strumenti, ecco là, immersi nella luce di Dio, pieni della luce di Dio, ma strumenti, strumenti nelle mani di Dio. È giusto, don Matteo, o è sbagliato? È importantissimo questo, vero: essere a disposizione di Dio in ogni istante, nel posto in cui Dio ci vuole in ogni istante; desiderosi di avere la luce di Dio e di dare la luce di Dio agli uomini. È questa la nostra missione, la nostra sublime sublime! Il resto che non sa di questo: sì, sì, un pochino, anche per distrarsi un pochino; sarà un cinema sarà, qual... ma che non sa di questo, non è più per noi. Il Cafasso al piccolo San Giovanni Bosco che lo invitava, vero, il piccolo Giovanni Bosco a vedere i casotti di Campo Marzio, no, el dixe: "I nostri spettacoli sono le funzioni di chiesa”. Abbiamo già scelto noi, abbiamo già scelto noi: abbiamo scelto Cristo, abbiamo scelto la chiesa, abbiamo scelto l’amore. Sbaglià, Bepi? Abbiamo scelto quello, noi! Il resto: va bene là... qualcosina, ma, però, quello è quello che ci interessa. La natura ci porta a vedere il cinema, lo spirito deve farci scegliere, lo spirito fra il cinema e una Via Crucis, la Via Crucis. E allora niente cinema? Ma no, ma no, non fraintendetemi! Ma guardate che avete un amore e quello è l'amore che abbiamo scelto.

MO304,8 [22-04-1970]

8. "Ma - scusate - potete voi dare la luce se siete lanterne spente o fumose? No, che anzi col vostro fumo - peggio è il fumo ambiguo all'assoluta morte di un lucignolo - voi offuscherete quel barlume di luce che ancora possono avere i cuori".
Meglio un paese senza parroco perché il parroco è scappato via con una donna e ha tradito, che un paese con un parroco ambiguo che dice una cosa e ne fa un'altra. Siete d'accordo? Che brutto in un paese, che disgrazia per un paese, avere un sacerdote ambiguo, un sacerdote che magari predica dall'altare e poi va de qua e de là con una donna a far porcherie, o va, eccetera, o che imbroglia o che fa questo o che fa quello! Che brutta cosa! Che disgrazia! Le nostre buone mamme che vanno al confessionale per chiedere luce, per chiedere santità, vanno a domandare aiuto, aiuto a uno che non ha niente da dare; solo una assoluzione, perché anche se uno è in peccato mortale può dare l'assoluzione, no, ma più in là non può, non è capace. Che brutta cosa, amici miei! E guardate che divenire “lumi che fanno fumo” è facile sapete, è facile. Prendete un lume, buttateci un po' di acqua, toccatelo, mettetelo... è facile. E non credo che sia tanto quel cucchiaino di quel liquido famoso che è vicino ai rosari, quanto piuttosto a forza de buttare acqua, buttare acqua. Il pericolo è lì, figlioli! Un cucchiaio di acqua, no. Ma un altro, un altro, un altro, un altro, arriva il momento che non si trova più il sale, non si trova più la luce. E io proprio vi supplico, proprio in nome della nostra buona mamma la Madonna, cercate di non essere lumi che fanno fumo, per carità. E guardatevi, esaminatevi che per caso non portiate troppa acqua, vero, in quel benedetto bicchiere di acqua salata.

MO304,9 [22-04-1970]

9. "Oh! miseri quelli che cercando Dio si rivolgeranno agli apostoli, e in luogo di luce avranno fumo!".
Che roba! Supponiamo, uno viene domani nella Casa dell'Immacolata, un giovanotto, poniamo che sia Bepi... Giuseppe qua, dice: “Voglio farmi santo, voglio darmi al Signore, eccetera, eccetera”, e trovasse qua domani, adesso pasiensa, ormai xe quel che xe, vero, ma poniamo domani superiore di questa Casa c'è uno e invece che far luce fa fumo. Adesso ormai portè pasiensa, quelo che ghe xe fa fumo, cosa vuto fare, bisogna rassegnarse, vero, in prinsipio tutto xe bon. Ma domani, invece che far luce fa fumo. Lui ha abbandonato un posto nel mondo, ha abbandonato una ragazza, ha abbandonato tutto per darsi interamente al Signore, e trova proprio qui il maestro che non ha abbandonato tutto. Ma che roba! Ma pensate che razza di disgrazia! Un Zeno che abbandona il suo posto da Grassetto, che viene qui per farsi santo, e naturalmente si vien qui con i propri difetti, con la propria miseria, ma con l'intenzione di tirarli via, con l'intenzione di trovare qui l'aiuto, no, l'aiuto. E magari qui: "Ma va là per quelle robe lì! Ma cosa vuto che sia", e qui trova il compromesso. Ma guardate che sarebbe una cosa... è inconcepibile, è inconcepibile! Se voi andaste, per esempio, all'ospedale... Tu, Antonio Bottegal, vai a farti un'operazione dell'appendicite, no, e trovi là che sopra il tavolo operatorio i ga el cortelo da saladi, vero, là... i ga el spago quelo che i dopera per fare le luganeghe, là, che i liga le luganeghe... “Ma, cossa, con sta roba qua i me fa la operazion?". “Eh, cosa vuto che sia!”, i dixe, no? Beh, press'a poco una roba simile. Ma per noi è inconcepibile, professionalmente parlando, andare all'ospedale e trovarsi in una macelleria. È giusto? È inconcepibile prendere il nostro ammalato, portarlo là, e vedere, insomma i cortei da macelleria, e tutta roba là, roba così! Xe inconcepibile, perché qua vien un'infezion! Sì, qualcuno si salverebbe lo stesso. Qualche volta in nave hanno fatto delle operazioni col trapano, no? La natura, qualche volta il Signore è così grande... ma quanti, quanti morti verrebbero fuori! E spiritualmente, figlioli miei, se nella direzione di una parrocchia, se nella direzione di un oratorio, se nella direzione di una casa di formazione non c'è un chirurgo preparato, spiritualmente preparato, onesto, onesto perché qui si tratta di onestà professionale, scusate la parola, cosa succede? L'infezione. Siccome che non si vede la morte delle anime, subito non la si vede... Abbiamo una parrocchia, abbiamo un istituto, abbiamo un oratorio dove c'è un cimitero, dove c'è un lazzaretto: invece che avere una fioritura di santi avremo una fioritura di cadaveri. Per causa di chi? Di quel disgraziato che è andato prete. Allora femo de manco andar preti... Bravi, furbi! E che cosa risponderemo al Signore che ci ha chiamato? Saria mejo farse santi, secondo mi.

MO304,10 [22-04-1970]

10. Ma andemo avanti.
"Quando si rivolgeranno agli apostoli, e in luogo di luce avranno fumo! Scandalo e morte ne avranno. Ma maledizione e castigo ne avranno gli apostoli indegni. Grande sorte la vostra! Ma anche: grande tremendo impegno!”. Salto via un po'. “Io vorrei - caro don Luigi - che voi meditaste sempre questa vostra elezione, e ancor più vi scrutaste e vi pesaste... e se uno sente - caro Franco, è per te questa qui - di essere atto ad essere fedele...”. Che cosa galo da fare? Ma se uno si sente atto di essere fedele, che cosa galo da fare? Andar avanti? No, caro! “... se uno si sente atto di essere fedele - non voglio neppur dire: se uno non si sente che peccatore e impenitente; dico solo: se uno si sente atto ad essere solo un fedele - ma non sente in sé nerbo di apostolo, si ritiri". Quando per sette, otto anni nella comunione io dicevo: "Signore, dammi la grazia di morire piuttosto di diventare un buon prete", ero d'accordo... Mi ricordo una volta una persona a cui l'ho detto: "Cosa dice?”. Giusto, no? “Signore, dammi la grazia di morire piuttosto de diventare un buon prete". Ora, se vi sentite solo il nerbo di diventare buoni preti, buoni diaconi... Continuiamo: “... si ritiri. Il mondo, per chi è amante di esso, è tanto vasto, bello, sufficiente, vario! Offre tutti i fiori e tutti i frutti atti al ventre e al senso. - Se non ve sentì de farve santi, solo che diventare boni, il mondo ve offre tutte ste belle cose qua. - Io non offro che una cosa sola: la santità. Questa, sulla terra, è la cosa più angusta, povera, erta, spinosa, perseguitata che esista. - Sìssignori, anche perseguitata! - Nel Cielo la sua angustia si muta in immensità, la sua povertà in ricchezza, la sua spinosità in tappeto fiorito, il suo essere erta in sentiero liscio e soave, la sua persecuzione in pace e beatitudine. Ma qui è fatica da eroe essere santi. Io non vi offro che questo". E vorrei che proprio nella Casa dell'Immacolata fossero ripetute queste cose qui. Volete essere buoni? Il mondo... Guardate è una bella giornata, bella giornata. Don Girolamo mette a disposizione anche il pulmino, no? Tanto, così, perché andate a casa in una forma... c'è la possibilità di portare anche le strasse, no? Se volete restare qui, la Congregazione vi offre solo la possibilità di farvi santi. Farvi santi non vuol dire impeccabili. Adesso non sta, Raffaele, andar fin in fondo proprio a quel punto là, che go dito prima; sarìa un pocchettin massa. Non pensare che domani vi venisse un colpo de nervi, capitasse... No, no! L'essenziale è farsi santi, vuol dire: donarsi interamente al Signore senza riserve, e dopo piangere i nostri peccati ogni sera, le nostre mancanze. Io preferisco, ve l'ho detto tante volte, uno che mi faccia qualche sbaglio qualche volta piuttosto che uno che non si è mai donato interamente al Signore, perché quello che fa qualche sbaglio quando si troverà su per le salite finirà per farne meno, invece quello che non ne fa mai e non si è donato interamente, quando, vero, comincerà le salite, comincerà ad aver le buganze, i calli e tutte le miserie de sto mondo e non andrà su neanche per sogno. Vero, voi che avete girato l'America, è vero o no? Ora non state spaventarvi. Quando infatti noi davamo l' F. A., e diamo l' F. A. ai ragazzi, non andiamo a guardare se fa bene o se fa male, se el bestema... no se el bestema, ma insomma se fa qualche marachela o se l'è nervoso, eccetera. Dixemo: ghe xe pasta da gnocchi, ghe xela o non ghe xela? E questa pasta da gnocchi per noi voleva dir questo: xelo uno che vole o non vole? se galo donà o non se galo donà? Ecco la sostanza. La Congregazione desidera uomini che si siano interamente donati alla causa, ma uomini, naturalmente. E perciò, perciò... che sbagliano. E su questo cercherò di darvi sempre buon esempio, come ho fatto finora nello sbagliare. Sia lodato Gesù Cristo!