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IL SANTO È UN RIBELLE ALL’AMBIENTE

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Omelia per la solennità di Tutti i Santi durante la Santa Messa nella cappella della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino spiega il senso della festa di Tutti i Santi e, prendendo spunto da una definizione di monsignor Luigi Volpato, invita ad opporsi all’ambiente per essere fedeli al progetto di Dio, salvando i valori umani e rivolgendo il pensiero alle realtà divine. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 16’. 1. Introduzione

L’assistente Giorgio Pieropan aveva la responsabilità dell’economato nella Casa dell'Immacolata.

Don Ottorino inizia la meditazione in tono scherzoso, paragonandosi a un cappellano nei confronti degli altri sacerdoti che a volte facevano l’omelia nella Casa dell’Immacolata.

Famoso e antichissimo vino rosso prodotto nei dintorni di Crotone fin dai tempi della Magna Grecia.

Don Ottorino prende ad esempio la Comunità Crotone in Calabria nominando alcuni suoi membri: il superiore don Marcello Rossetto, l'assistente Antonio Zordan e il religioso Ulisse Salin.

Il riferimento è a Santa Maria Bertilla Boscardin (Brendola 1888 - Treviso 1922) delle Suore Maestre di S. Dorotea Figlie dei SS. Cuori di Vicenza.

Don Ottorino allude a un filmato sulla figura di Papa Giovanni XXIII che era stato proiettato la sera precedente nella Casa dell’Immacolata.

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1.Questa mattina dovete accontentarvi di un povero cappellano, poiché non si può sempre mangiare bene; qualche volta bisogna tornare ai pasti ordinari dei giorni di lavoro. Nei giorni di festa si largheggia, nei giorni di lavoro si torna al cibo ordinario, altrimenti il nostro caro Giorgio fa fallimento; non sempre si può fare festa.
2. I santi sono molto più numerosi di quelli canonizzati dalla Chiesa Oggi celebriamo proprio la grande solennità di Tutti i Santi. Nelle nostre Comunità c'è l'abitudine, e spero che questa abitudine continui, quando uno compie gli anni o festeggia l'onomastico di fare una piccola festa di famiglia: se la Comunità è grande si fa una sola volta, se invece è piccola si può fare quando è l'onomastico e quando è il compleanno, e se poi uno ha un paio di santi come patroni, può metterci dentro anche un paio di santi. E allora a Crotone il giorno di San Marcello, o il giorno di Sant'Antonio dove c'era Antonio Zordan, ovvero di Ulisse, non so se ci sia Sant'Ulisse, e allora si festeggerà anche Ulisse, in questa circostanza si fa un po' di rinfresco, si prepara un dolce, si prende una bottiglia di Cirò e di super Cirò, e si fa un po' di festa, una festa di famiglia. Figlioli miei, mi sono domandato questa mattina: che festa faranno oggi in Paradiso? Che dolce preparerà Nostro Signore quest'oggi per celebrare tutti gli onomastici, tutte le feste, tutto quello che sta succedendo oggi, lassù? Perché i santi che noi ricordiamo durante l'anno sono un piccolissimo numero; il numero più consistente di santi non è messo nel calendario, non è messo nella lista della Chiesa, ma lo troveremo in Paradiso. Per esempio, suor Bertilla è stata messa sopra il candelabro perché il Signore ha voluto esaltare questa umile suora; ma quante altre suore sono passate inosservate, sante come suor Bertilla e forse anche più sante di suor Bertilla! Quante nostre mamme, per esempio, vedremo un domani in Paradiso più alte di suor Bertilla! Ieri sera abbiamo visto ancora la grande figura di Papa Giovanni. Però, attorno a Papa Giovanni abbiamo visto altre persone: per esempio, lo zio Saverio... In Paradiso sarà più grande Papa Giovanni o zio Saverio? Eh, non si sa! Zio Saverio non era neanche cardinale; eppure che figura meravigliosa! Ebbene, nella Chiesa ci sono innumerevoli figure di questo genere: sono buone mamme, sono buoni papà, sono bambini che muoiono in concetto di santità, sono persone comuni che tante volte, apparentemente, sembrano indifferenti in fatto di religione. Ebbene, in Cielo il Signore darà a ciascuno ciò che merita: la grandezza del Paradiso sarà in proporzione dell'amore e del sacrificio che ognuno avrà sostenuto sopra la terra. E, allora, la Chiesa alla fine dell'anno, del suo anno religioso, prima di concludere l'anno liturgico, vuole che si celebri la festa anche di tutte quelle grandi anime che sono già arrivate in Paradiso e che sono là ad attenderci e a pregare per noi. Allora, oggi, ci viene da domandarci: questi benedetti santi, canonizzati o no dalla Chiesa, chi sono? Chi sono queste benedette creature? In altre parole, c'è da domandarsi: come si fa a diventare santi? 3. Il santo è un ribelle all’ambiente

COMUNITÀ

COMUNITÀ

fraternità

NOVISSIMI paradiso

CHIESA

ESEMPI di santi

CONSACRAZIONE santo

VIRTÙ

umiltà

Monsignor Luigi Volpato fu per molti anni il padre spirituale del seminario di Vicenza, e anche del giovane Ottorino per tutto il periodo della sua formazione e dei primi anni di sacerdozio.

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2.È una domanda che un giorno un bricconcello di quarta ginnasio ha rivolto al suo padre spirituale: "Senta, padre. Lei dice sempre che bisogna farsi santi; mi dica un po': chi è il santo, chi è il santo?". E monsignor Volpato mi ha dato una risposta che mi sono ficcata profondamente nella testa: "Il santo è un ribelle all'ambiente; anzi - ha aggiunto - il santo è un grande ribelle all'ambiente!".
Qualcuno di voi potrebbe dire: "Allora io sono a posto! Quando gli altri fanno silenzio, io chiacchiero; quando gli altri giocano, io parlo sempre... Perciò sono sempre ribelle all'ambiente: dunque sono santo, fatemi una nicchia". Figlioli, ve lo spiego io. È facile essere trascinati e trasportati dall'ambiente; il santo, invece, è uno che non si lascia trascinare e non si lascia trasportare dall'ambiente, compie quello che vuole il Signore. Per esempio, siamo in studio e la maggior parte dei ragazzi continua a chiacchierare e non studia. Il santo dice: "Il Signore vuole che in studio io faccia silenzio; il Signore vuole che io studi, e allora, anche se tutti i miei compagni chiacchierano, tutti i miei compagni non studiano, io faccio silenzio e studio". Ecco il ribelle all'ambiente! In chiesa la maggior parte è distratta e si comporta male. Il santo dice: "Io non faccio quello che fanno i miei compagni perché non va bene, ma quello che vuole il Signore. Che cosa ha detto il Signore?".

FORMAZIONE direzione spirituale

CONSACRAZIONE santo

CONSACRAZIONE santità

AUTOBIOGRAFIA seminario

VOLONTÀ

di DIO

ESEMPI santità

Don Ottorino scherza sulla sua età: all’epoca aveva solamente cinquant’anni.

Don Ottorino è un po’ forte nelle parole per indicare che il Signore fu molto chiaro e deciso nei suoi riguardi. Allude poi alle critiche che l’ambiente ecclesiastico cominciò a fare davanti alla sua scelta di lasciare la parrocchia per dedicarsi ai giovani orfani.

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3.Mi pare di sentire Papa Giovanni quando era cardinale di Venezia e diceva: "Che cosa dice il Vangelo? Che cosa dice il Vangelo? E, allora, facciamo quello che dice il Vangelo!". Il santo si è messo in testa il Vangelo, la volontà di Dio; si è messo in testa tutto quello che il Signore ha insegnato, e ha detto: "Io seguirò i miei compagni, vorrò tanto bene ai miei compagni, vivrò assieme ai miei compagni, vivrò in mezzo al mondo, sarò come gli altri uomini. Però, non mi lascerò trasportare dalle cose che non vanno bene. Prima di dire di sì a un mio compagno farò il mio esame e dirò: questa cosa è secondo il Vangelo sì o no? Se è secondo il Vangelo dirò di sì, se non è secondo il Vangelo sarò un ribelle".
Se questo giovincello di quarta ginnasio che è arrivato ormai vicino ai sessant’anni - scusate, siamo per i sessant’anni, no? - qualcosa ha dato, dico qualche cosa, cioè molto, molto poco, se qualche cosa ha dato, è perché è stato ribelle all'ambiente. Quando, per esempio, da giovane prete ha sentito la voce di Dio che gli ha detto: "Vieni e seguimi!", l'ambiente lo ha preso, non soltanto per la veste, ma anche per i pantaloni e le mutande. Capite questa parola? Non soltanto, ma anche per la pelle. Perché? Perché voleva trascinarlo. E allora cominciarono le critiche: "Guarda come si rovina la carriera! Guarda qua, guarda là...!". Figlioli, bisogna ad un dato momento affrontare l’ambiente e dire: "Io mi ribello. Io faccio quello che vuole Dio, non quello che vogliono gli amici. Se tu vuoi saremo sempre amici, ci vorremo sempre bene, però non impedirmi di fare quello che vuole Dio!". 4. Il santo è come una pianta con solide radici nella terra e il fusto rivolto verso il cielo

PAROLA DI DIO Vangelo

VOLONTÀ

di DIO

MONDO

ESEMPI di santi

CONSACRAZIONE santità

CONSACRAZIONE perfezione

AUTOBIOGRAFIA

APOSTOLO vocazione

DIO

VIRTÙ

dominio di sé

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4.Ieri sera, portate pazienza ancora un paio di minuti perché termino subito, ieri sera abbiamo visto un film che penso vi sarà piaciuto, tanto che immagino che sareste disposti a vederne qualche altro simile a quello. Ebbene, venerdì ne sarà proiettato un altro, forse non bello così, ma valido per il suo messaggio: vedete come è buona la Provvidenza! Ebbene, ieri sera, guardando la figura di Papa Giovanni mi sono domandato: "Non si potrebbe trovare una immagine per capire chi è un santo?". Mi è venuta questa immagine, prima di andare a letto: il santo si potrebbe paragonare a una piccola pianta, la quale ha le radici nella terra, ma le foglie, il ciuffetto, verso il cielo. Questa piccola pianticella è dentro nella terra, però è rivolta al cielo. Quando la pianta cresce: che cosa fa? Cresce anzitutto nelle radici. Se osservate le piante del cortile, quando le ho piantate erano piccole, piccole; adesso sono grosse, sono alte, tanto che vi sarete accorti che le radici hanno persino sollevato il terreno attorno. Perché? Perché crescendo in alto sono cresciute anche sotto: cioè la pianticella cresce in su, ma cresce anche in giù, altrimenti il vento la porta via. Anche Papa Giovanni e tutti i santi potrebbero paragonarsi proprio a una pianticella che ha le radici per terra, ma sempre con i rami rivolti verso il Cielo, che si spingono verso il Cielo.

FORMAZIONE

PROVVIDENZA

CONSACRAZIONE santo

ESEMPI santità

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5.I santi sono anzitutto uomini. Papa Giovanni era un uomo: l'avete visto piccolino che continuava a piagnucolare, l'avete visto uomo, uomo. Quando era piccolino, anche a lui piaceva rubare le zucche: vi ricordate? Era uomo, un vero uomo, con le bricconate tipiche dei ragazzi: persino andare a rubare le zucche! Che direste se vedeste, adesso, don Ottorino, vestito da prete, in giro per i campi a zucche? Beh, Papa Giovanni è stato piccolo, è stato uomo, uomo: non faceva miracoli da piccolo, era un uomo come gli altri uomini. Anche Francesco era uomo, era uomo.
Così io voglio i santi! Non che comincino a uscire volando dalla finestra, a fare miracoli e quando la mamma va e li trova in estasi... Quando vedo quei santi sento che non sono per me, non so per voi... Papa Giovanni era uomo quand'era piccolino, era uomo quando da ragazzo andava a rubare le zucche, era uomo quando studiava poco, era uomo quando si trovava in mezzo alla gente, in Turchia, a Parigi, e anche a Roma. Era uomo, un vero uomo, l'uomo buono, che vuol bene, simpatico. È l’uomo che ha le radici per terra, abita qui sulla terra, crede nella sua parte umana, ma è sempre rivolto verso il Cielo. E, allora, sin da bambino, eccolo là: uomo sì, ma uomo che rivolge tutto a Dio e cresce in una famiglia rivolta verso Dio: ricordate i momenti di preghiera... Ave Maria... Santa Maria, mater Dei... Era uomo, ma rivolto sempre verso il Signore, tutto rivolto verso Dio: i ragionamenti del fanciullo, i ragionamenti del giovane... Vi ricordate a Roma, nel suo camerino? Tutto era indirizzato a servire il Signore. Le croci, le sofferenze? Importa niente: offriamole al Signore! Tutte le lettere che scriveva, il diario che scriveva, erano degni di un uomo di Dio, di un giovane di Dio, che viveva da uomo, che viveva con i piedi per terra, però con la testa rivolta sempre al Cielo; sempre con la preoccupazione di raggiungere la volontà di Dio e di fare, a qualunque costo, la volontà del Signore: farla da ragazzo, da seminarista, da prete, da vescovo, da cardinale, da Papa! 5. Conclusione

APOSTOLO uomo

ESEMPI di santi

ESEMPI Dio unione con...

ESEMPI uomo di Dio

APOSTOLO uomo di Dio

CROCE sofferenza

PASTORALE

VOLONTÀ

di DIO

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6.Ecco come vi voglio io, ecco come vi vuole la Chiesa, figlioli: grandi ribelli all'ambiente! Se un domani vi trovaste in mezzo a diecimila preti, e questi diecimila preti fossero dei disgraziati, voi non dovete essere dei disgraziati. Se vi trovaste in mezzo a tre milioni di uomini e questi tre milioni di uomini fossero dei disgraziati, voi dovete essere dei ribelli in mezzo a quei disgraziati.
Salendo verso Dio restate uomini, restate uomini, vivete in mezzo agli uomini, sempre... mai troppo grandi, mai troppo piccoli, bambini con i bambini, giovani con i giovani, vecchi con i vecchi; sempre pieni di bontà e di carità, in mezzo agli uomini. Però, ricordatevi: il santo è uno che vive da uomo in mezzo agli uomini, ma sempre con lo sguardo rivolto verso Dio, con la preoccupazione di arrivare dove Gesù lo attende con le braccia aperte. Figlioli, è questo che ci insegna la vita, è questo che ci insegnano i nostri fratelli che oggi noi festeggiamo, che hanno già raggiunto la patria. E allora, durante la S.Messa, chiediamo ai fratelli, per l'intercessione della nostra buona mamma, la Madonna, di essere anche noi come Papa Giovanni: veri uomini, ribelli all'ambiente, con lo sguardo rivolto sempre verso la meta dove, a casa nostra, in Paradiso, siamo attesi. z2 novembre 1966

CHIESA

SACERDOZIO

APOSTOLO testimonianza

APOSTOLO uomo

PASTORALE

CARITÀ

CONSACRAZIONE santo

NOVISSIMI paradiso