1.Ecco, mi pare, vero, che quello che più di tutto noi stiamo constatando, qui dentro, è lo spirito dei giovanotti che abbiamo qui dentro. Noi diciamo spesso qui che se il Signore ci portasse via tutto, buttasse per aria tutto, ecc, non ci porterebbe via che uno stuzzicadenti di tutto quello che il Signore ha fatto. Perché questo, guardi, glielo diciamo perché non siamo noi a voler fare, perché questo lo possiamo dire chiaramente, perché sentiamo che non siamo noi.In questo momento in cui ci sono tante deviazioni di spirito, e voi lo sapete, e di cui il Santo Padre è tanto preoccupato, e vedete dai discorsi del Santo Padre, ecco vedete, sia riguardo la disciplina, l'obbedienza, l'Eucarestia, eccetera eccetera. Noi stiamo constatando delle anime che qui, il Signore ci ha mandato delle anime che sotto quel senso dobbiamo un po' frenarle. Ora, se fosse di una, diremmo: “Beh... insomma, è stato un caso”, e invece sono tante, sono parecchie, vocazioni anche adulte, ragionieri, maestri, che desiderano... Dicono: "No. Al Signore ci diamo, ci diamo interamente".Ora mi pare che qui stiamo constatando veramente che è la mano di Dio; come Dio, mentre il comunismo da una parte lavora, mentre il demonio lo vediamo organizzato in mille modi, il Signore dice no, con la sua buona mamma, la Madonna, lavoriamo dall'altra parte. Ecco, noi siamo messi sotto la protezione della Madonna, non solo, ma in braccio alla Madonna.La preoccupazione nostra è una sola, di fare la volontà di Dio. Noi qui la nostra spiritualità è un po' così, vero: prima di fare un'azione diamo una telefonata al Signore, per vedere cosa vuole, e dopo di averla fatta dobbiamo ritelefonare per vedere se abbiamo detto giusto... Meglio ancora, mentre lo facciamo, diciamo anche prima di dire una frase la sottoponiamo un po' a Lui per vedere se dobbiamo dirla o non dobbiamo dirla.Ora, messi in questa forma nelle mani di Dio, a un dato momento si sente il bisogno di uscire un pochino da qui, e dire: “Andiamo dove c'è bisogno e portiamo questo spirito”.
MO101,2[05-11-1966]
2.Il problema nostro è stato questo: quando il primo periodo di tempo abbiamo messo davanti un istituto caritativo...È nato come istituto caritativo?L'abbiamo messo davanti.A sì...Questo davanti, cioè istituto di orfani, scuole professionali, uno ad Asiago, qui a Vicenza, e altre opere simili. Perché, perché non potevamo noi dire: “Siamo venuti qui per portare la rivoluzione”. Non potevamo dire: "Guardate che noi stiamo preparando dei preti perché siano preti-preti, che siano un domani...”. Non lo potevamo fare, anche per un senso, un pochino, anche per non essere incompresi...Sentite: noi ci mettiamo nelle mani di Dio, e ci lasciamo lavorare da Lui. Esternamente: orfani, ragazzi abbandonati, scuole professionali e all'ombra di questo abbiamo piantato una Casa dell'Immacolata, casa di formazione: eccola qui. All'ombra proprio... subito cominciato subito questa qui.Quella delle dodici travi di ferro.Quella è l'Istituto, quella è l'Istituto. L'Istituto, gli orfani, ha cominciato nel 1941 dinanzi alla cittadinanza, un istituto, Istituto San Gaetano, istituto per orfani, per ragazzi abbandonati, c'era la guerra, casi pietosi, viene subito acquistata la simpatia, l'ammirazione ecceteraIl Signore ci ha mandato le sue croci perché sa... ci vogliono, sono necessarie, sono i paracarri della strada; se non ci fossero quelli ci fermeremmo, e guai se non ci fossero no.Ma all'ombra di quest'opera caritativa è cominciato subito un gruppetto di ragazzi: prepararli per essere domani il lievito. Appena il gruppetto è cominciato ad aumentare nel '45, l'abbiamo separato. Nel '52 l'abbiamo portato fuori addirittura dalla casa, fatto un'altra casa per loro. E lì, abbiamo detto: “Per dieci dodici anni, noi non stiamo parlare. Questa casa deve passare inosservata”. Ci son centinaia più di ragazzi che si preparano alla vita religiosa, ma che si preparano a vivere integralmente il Vangelo. Ma viverlo come dicevamo prima, proprio con... come due... Dicevamo la frase, no: "Di duemila anni fa e del duemila," nel senso "vivere il Vangelo integralmente", o proprio viverlo come vuole il nostro Signore, però usando dei mezzi, dei mezzi che oggi la tecnica ci presenta, vero, così. Essere pronti domani.
MO101,3[05-11-1966]
3.E naturalmente gli apostoli li abbiamo preparati con due gruppi: sacerdoti e religiosi laici che noi chiamiamo Assistenti. Questi sacerdoti laici che noi chiamiamo Assistenti, religiosi cioè, scusate questi religiosi laici Assistenti, noi li abbiamo preparati in vista del diaconato, partendo ancora dal '45.Già allora....Però era una cosa conservata in cuore, proprio completamente, perché, perché, si diceva, pensavamo questo: verrà giorno in cui noi li abbiamo preparati e chiederemo al Santo Padre se ci concede per questi il diaconato.Quando poi, un quindici anni fa circa, abbiamo avuto occasione di incontrarci a Roma con padre Gutiérrez, e ha visto il programma nostro, dei nostri Assistenti, come collaboratori dei sacerdoti proprio in pieno, non come soltanto fratelli, ma come collaboratori nell'apostolato, ha detto: "Ma guardate che se continuate con questo spirito questi giovani potranno un domani avere anche il diaconato, perché c'è una corrente nella Chiesa che tende un domani a ripristinare il diaconato". Cosa è successo? Successo che poi il Papa Pio XII, parlando ai giovani di Azione Cattolica, ha fatto in un certo discorso, ha parlato, ha accennato al diaconato e ha detto: "Se un domani - è stato pubblicato in "Civiltà Cattolica" questo discorso del Papa - ,se un domani si dovesse ripristinare il diaconato come sembra... ci si... un dom... eccetera.. dice... quelli farebbero certamente parte della gerarchia". Faceva la distinzione, ma intanto ha accennato a questa, questa possibilità. Cioè, praticamente abbiamo avuto conferma che, quella corrente di cui ci parlava p. Gutiérrez, era già addirittura nella bocca del Papa.
MO101,4[05-11-1966]
4.Non si ricorda in che anno questo fatto?Non ricordo l'anno preciso.Poco prima della morte? Pochi anni prima della morte.Pochi anni prima della morte, sì. Allora qui noi in casa abbiamo cominciato a prendere coraggio e abbiamo detto: “Qui non si tratta soltanto di un desiderio nostro; si tratta che il Signore stava preparandoci”.Avevamo già un programma preciso per i nostri Assistenti; infatti il programma loro è V ginnasio - poi vi presenterò caso mai un programma che abbiamo già stampato come programma -, V ginnasio, un anno di noviziato, e quattro anni di magistero. Nei quattro anni di magistero hanno mezza giornata di lavoro per essere un domani maestri di lavoro se è necessaria una scuola professionale nella parrocchia, nella parrocchia dove andranno, e poi mezza giornata invece di studio, hanno due ore di filosofia, due di Sacra Scrittura, due di dogmatica, una di diritto, di liturgia; noi prepariamo già in vista del diaconato. Quando poi Papa Giovanni XXIII ha parlato del Concilio ci siamo incontrati... così per caso con mons. Badini, in treno, professore di Sacra Scrittura, e faceva parte...Badini...Scusi, Badini, scusi mons. Badini, lui è di Treviso, ma lui è a Roma, lui è a Roma e insegna Sacra Scrittura lì a Roma. Ci siamo trovati in treno e faceva parte di una commissione di quelle preconciliari, e chiacchierando, proprio lui, aveva avuto l'incarico di vedere un po' la possibilità o meno della questione del diaconato... E allora siamo entrati un po' in comunicazione fraterna.
MO101,5[05-11-1966]
5.Poco tempo prima del Concilio, che iniziasse poi il Concilio, noi avevamo presentato le Costituzioni per essere approvati; noi desideravamo di essere approvati prima del Concilio, prima siamo stati approvati come Associazione Religiosa nel '47...'48 come Associazione Religiosa, con i voti religiosi, però "ad triennium" come esperimento, ma abbiamo detto prima del Concilio è meglio che ci presentiamo ormai alla ribalta, perché avevamo già passato quei famosi dieci anni ormai di preparazione degli elementi. Ora è meglio che ci presentiamo con il nostro 'colore'.E ci si è presentato un po' ingenuamente alla Congregazione dei Religiosi con tutti i documenti del vescovo, e tutto per essere riconosciuti come Congregazione. E in marzo abbiamo presentato, alla fine di marzo presentato dei documenti, e mi è stato detto, ho detto: “Sarà possibile entro l'anno eccetera?”, si son messi a ridere. Perché hanno detto: "Guardi che per approvare una Congregazione ci vogliono anni". Allora mi sono presentato alla fine giugno, fine giugno, e ho visto, per vedere a che punto fossero le pratiche, e le pratiche erano ancora ferme all'archivio. Padre Ravasi mi ha detto: "Guardi, adesso le muovo, cercherò di muoverle, ma, stia attento, dice, perché guardi che luglio e agosto a Roma non si fa niente, si muoveranno poi a settembre, ma non stia illudersi, ci vorrà qualche anno, dice, per una roba di questo genere; sa, una Congregazione Religiosa, sa, va vagliata".L'otto settembre, festa della Madonna, la sera prima ero lì, fuori della Congregazione dei Religiosi, con la corona in mano, e ho... c'era un altro con me, ho cercato di "minare" un po' le basi a forza di corone.Il giorno dopo mi sono presentato da padre Ravasi e mi ha detto: "Senta, dice, mi dica un po': avete la Madonna dalla vostra parte?”. proprio è saltato fuori lui con queste parole; io ho detto: "Almeno spero", ho detto.” Ma sa, dice, è successo una cosa inaudita; io ho mossa, dall'archivio ho mosso le carte, sono andato in ferie e son tornato, dice, che erano già approvate; cosa, dice, nel mese che qui a Roma non si fa, non si lavora di solito, è stata fatta, quello che di solito fatto in anni, durante anni”.Conclusione: noi abbiamo avuto l'erezione, l'abbiamo portata il giorno di Natale, con data il giorno di Natale, del '61.
MO101,6[05-11-1966]
6.Approvati come Congregazione, ci siamo presentati a padre... dunque a mons. Vincenzo Fagiolo. Eccolo là, lo conoscerete, un braccio destro di mons. Sua Eccetera mons. Felici mi pare, comunque uno che lavora lì, e abbiamo detto: "Senta, noi abbiamo nella nostra Congregazione, (volevamo presentarci come Congregazione), abbiamo due classi di persone: sacerdoti e assistenti”. Da tener presente che nelle nostre Costituzioni avevamo messo degli assistenti, come vi diremo poi, un po' tutte le mansioni dell'assistente, di questo religioso laico.Era già stato messo.Sì, è già stato messo, comunque vi presenteremo le Costituzioni e da lì potrete vedere, e avevamo messo in cima: "Hanno un po' gli uffici che avevano i "diaconi" i primi tempi della Chiesa". Il Santo Ufficio ci ha fatto tirar via quella parola... Noi invece aspettavamo il momento per dire: "La Congregazione è fatta di sacerdoti e di diaconi". Completamente e basta: netto!... Miriamo a questo, quando siamo di diritto pontificio, no?. Miravamo a questo.Allora abbiamo fatto un passo avanti e l'abbiamo portata lì a mons. Fagiolo e abbiamo detto: "Senta, noi abbiamo queste categorie di persone, questi giovani assistenti, che non sentono come loro vocazione il sacerdozio, ma sentono come loro vocazione lavorare nelle parrocchie, a fianco del sacerdote per lasciar libero il sacerdote di dedicarsi interamente, conf... Santa Messa e confessioni, e vero, per poter penetrare in mezzo alla popolazione. In modo particolare l'assistente dovrebbe penetrare in mezzo ai laici per suscitare nei laici quel senso di responsabilità che un laico deve avere, non per sostituirsi, per dire: "Caro laico, tu... meccanico, devi portare Cristo nell'officina, tu professore, devi portare Cristo nella scuola.", non per essere loro a portarlo, ma avvicinare i laici, dove, nei posti eccetera.., dove il sacerdote o non è conveniente, o non ha tempo di andarci. Però questo assistente noi lo pensiamo a fianco dei laici, ma con una mano sull'altare”.Si capisce: diacono.Diacono: una mano sull'altare. Mons. Fagiolo, quando che ha visto questo, ha detto: "Guardi, è stato lo Spirito Santo a mandarlo qui, perché nell'ultima commissione che abbiamo fatto, avevamo scartato completamente la questione dei diaconi, e l'avevamo scartata per questo motivo, perché si pensava, se domani, vero, noi dobbiamo.. mettiamo i diaconi sposati, allora sarà facile che i sacerdoti desiderano altrettanto. Ma non pensavamo che ci fossero delle vocazioni, cioè dei giovani che desiderano essere diaconi senza andare sacerdoti, che... pure conservando, vero, la castità, cioè facendo voto di castità. E cosa è successo, che voi ci presentate già della gente, che ci sono, ergo, vero?". E hanno ripreso in mano la questione.Però.Noi abbiamo portato lo Statuto nostro, abbiamo portato un po' il numero degli assistenti che avevamo, e hanno ripreso in mano la questione. L'ho avvicinato ripetutamente prima del Concilio, durante il Concilio, ha detto: "Guardi che se anche dovesse, non dovesse passare il diaconato, resterà aperta la porta per voi per ottenere il diaconato". Invece è passata.
MO101,7[05-11-1966]
7.Ora vista, adesso, queste due categorie di persone: sacerdoti e assistenti, che vivono la stessa vita, la stessa spiritualità, che hanno lo stesso... la stessa meta, salvare le anime, portare le anime a nostro Signore. Si trattava adesso del campo di lavoro.In primo tempo pensavamo... parlo del '42-'43, di andare proprio a "servire" le parrocchie, di andare nelle parrocchie, prendere in mano gli oratori parrocchiali a servizio dei parroci, come vanno le suore così. mons. Ricaldone... don Ricaldone, superiore generale allora dei Salesiani ha detto: "No, non state fare così; guardi, dice, che è un po' pericoloso. Quel parroco che vi chiama vi accetterà bene, andrete d'accordo, dopo sa cominciano l'invidiuzze, comincia... ma perché questi confessano di più, ma per questo, ma per quello, dice...".Allora noi per un po' di tempo non ci siamo preoccupati del 'come'. Noi ci siamo preoccupati di preparare gli uomini, poi preparati i soldati vedremo come... Lo scopo era chiaro: portare gli uomini ad amare il Signore e a vivere il Vangelo integralmente, e poi adesso il come lo lasciamo fare a Dio.Infatti ancora prima delle Costituzioni s'intende questo, c'è venuta un'idea: perché non prendiamo in mano addirittura le parrocchie? Perché non ci presentiamo dinanzi, fuori esternamente come sacerdoti e diaconi diciamo, a disposizione dei vescovi che hanno bisogno di clero? Noi saremmo accolti molto bene, cercheremo di, vero, di portarci con il clero in modo proprio fraterno, e l'abbiamo messo anche nelle nostre Costituzioni che i rapporti con il clero diocesano devono essere proprio cordiali e fraterni, che dovevamo rispettare l'autorità del vescovo, vedere nel vescovo l'anello che ci congiunge al Signore, però nessun vescovo e nessun sacerdote vicino a noi, potranno impedirci di predicare il Vangelo, vero? E di predicarlo con la vita, e di predicarlo anche con la semplicità, come insomma conviene e come lo predicate vo,i Focolarini, mi pare, no?. Nessun, vedete, nessuno può accusarci domani se dal pulpito o dal confessionale o nelle conferenze, noi a un dato momento diciamo: “Amici, guardate che siamo fuori di strada!”. Perché è il nostro compito sacerdotale, e in questo modo si pensa, che il Signore possa servirsi anche dei poveri strumenti come siamo noi, un pochino, per portare un po' di infezione in mezzo agli altri sacerdoti. Senza arie, senza niente, questo lo abbiamo visto in qualche parrocchia dove siamo.
MO101,8[05-11-1966]
8.In che data hanno fatto questa decisione di prendere le parrocchie?Le parrocchie, faccia conto, dunque sarà stato nel...'57- '58... '57-'58 le parrocchie, sì, perché vede, prima, siamo partiti prep... C'era il dubbio no, se prendere in mano la parrocchia o cominciare, cioè no in pratica no, scusi se buttiamo giù un po' così dopo... Quindi la difficoltà era questa. Lo spirito era questo, quello che avevamo detto prima. Poi, adesso, per la realizzazione: primo tempo, prendiamo in mano una parrocchia o prendiamo in mano una Istituzione? Il Signore si è fatto vivo e ha detto no, prendete un'Istituzione. Il Signore che sapeva cosa sarebbe capitato con la guerra, ha fatto molto bene: una istituzione caritativa, per i ragazzi orfani, e perciò con una copertina meravigliosa dinanzi al mondo, per cui accolti bene, e ci ha preparato la strada anche di simpatia, di amore della gente, dei sacerdoti eccetera.. che era necessaria per quella buona fama per poter poi penetrare, no?Con questa, noi siamo andati avanti, e all'ombra di questa Istituzione caritativa, scuole professionali, eccetera.. così, siamo andati avanti, vero, come Associazione con i voti religiosi con... strada aperta, con spirito missionario sempre, col mondo davanti, spirito missionario.A un dato momento però, abbiamo detto: "Beh, adesso cosa facc..., come facciamo lanciare, perché oramai comincia avvicinarsi l'ora che bisogna partire da qui. Continuiamo a fare gli Istituti professionali? E questo poi no.". Perché, facciamo gli Istituti professionali, e allora allora la nostra non è più, non realizziamo in pieno, vero, si potrà fare qualche cosa, ma non questo. E allora ecco qui, che è venuta l'idea, naturalmente è venuta nella preghiera, nella preghiera... l'idea: "E perché non prendiamo in mano la parrocchia?”. Perché prendere in mano la parrocchia noi abbiamo tutte le categorie di persone e noi siamo... possiamo, abbiamo la mano libera di fare e giuridicamente nessuno può dirci niente, e noi ci inseriamo proprio in una forma giuridica nella Chiesa per cui la cosa... saremo accolti bene, nessuno ci... dai vescovi in giù.Questo era solo il canale, era il canale, vero. Naturalmente nelle Costituzioni avevamo messo, vero: "Per poter realizzare meglio questo spirito si prenderanno in mano le parrocchie dagli Ordinari del luogo". Poi avevamo messo anche case di formazione, per poter animare, in modo che se un domani ci vengono offerte, come ci sono già stati offerti seminari, qualche seminario, avremo bisogno di aiuto, e va bene prendiamo in mano il seminario.
MO101,9[05-11-1966]
9.Ho capito. E allora hanno incominciato a prendere in mano un gruppo di parrocchie? Via via.Con qualche parrocchia... sì... Abbiamo cominciato prima in Bassa Italia per farci le ossa.In Bassa Italia? Dove?A Crotone, a Crotone in provincia di Catanzaro, zona rossa quanto mai e lì, per esempio, si son mostrati preziosissimi questi nostri assistenti, futuri diaconi. Sono stati quelli che hanno rotto il ghiaccio.Mi dice qualcosa di quelli?Guardi, per esempio, lì a Crotone, qui dovete stare attenti con i nomi eccetera.. perché è pericolosa la zona... Ma, per esempio, lì a Crotone loro si son presentati, zona completamente rossa, rossa dopo poco tempo, neanche due mesi che i nostri erano sul posto, il capo cellula che aveva tanto di stemma sulla porta, si è presentato ai nostri e ha detto: "Guardate, fate il piacere, ritornate in Alta Italia; qui non c'è posto per voi".Allora, qui bisogna sfondare con la carità, perché vede, questo è lo spirito anche vostro, no?, è lo spirito del Vangelo. Noi siamo di questa idea, che quando che il Signore ha detto: "Da questo vi riconosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete", ha voluto darci un po' le credenziali. Lui si è presentato in mezzo agli uomini e diceva: "Affinché crediate, alzati e cammina". Noi non facciamo questo, vero, non andiamo in cimitero a resuscitare un morto per dire: "Alzati, adesso credimi perché ho fatto un miracolo!”. Ma guardi che, in un mondo dove ci si odia, dove c'è l'egoismo, mostrare, portare l'amore, far vedere che ci vogliamo bene fra noi, per caratteri diversi, perché la natura un po' diversa eccetera.. così, mostrare che ci vogliamo bene. Suscitare un po' l'incanto di questa carità che regna fra noi, per cui anche domani la gente dice: "Ma come fanno quelli volersi bene così?". E scoprire, e devono scoprire, lo diciamo sempre, devono scoprire che noi ci vogliamo bene perché siamo cristiani.È giusto. E allora quando si va in un ambiente, allora diciamo: “Beh, prima cellula è questo gruppo di Religiosi”. Poi vicino ci sarà uno che: "Ma come fate voi a volervi così bene?", e allora questo finirà per cascar dentro anche lui, no?, e piano piano creiamo l'infezione.
MO101,10[05-11-1966]
10.Sicché... Per esempio, se si tratta di prendere in mano una parrocchia di diecimila anime, non si tratta di reagire usando la stampa, la... No, no, cominciando dal lievito, dal lievito di una cellula che poi si dilata; caso mai portiamo un'altra cellula da un'altra parte poi.Ma questo deve essere un pochino, infatti anche nella nostra Famiglia religiosa, non abbiamo cercato il numero ma abbiamo cercato la qualità, e abbiamo detto noi, nel giro di dieci anni o di vent'anni, avremo un numero maggiore curando la qualità. E... ringraziando il Signore abbiamo notato questo.E lì a Crotone, per esempio, i comunisti sono... Da un primo momento ci hanno trattati così: dopo un po' di tempo è capitato, per esempio, una ragazzina che era ammalata di dissenteria, una bambina. Lì a Crotone non avevano mezzi sufficienti, e allora uno dei nostri l'ha presa, portata a Cosenza a 160 chilometri in macchina, l'ha fatta medicare a spese nostre, curare, poi l'ha riportata a casa con la mamma; poi dopo 8 giorni riportata un'altra volta. Sa, tutte cose di questo genere che... Questo è un sacerdote, che ha fatto questo; altre cose fatte da laici eccetera.. fatte dagli assistenti, queste cose hanno colpito, hanno colpito, perché a un dato momento la gente ha cominciato: "Ma questi non sono mica come gli altri, non sono mica... non sono mica... non sono mica...".Allora a un dato momento gli assistenti hanno cominciato il loro assalto un pochino. Prima hanno cominciato il loro assalto; il loro assalto hanno cominciato nelle scuole elementari. Hanno detto: “Qui ci sono tante scuole elementari, pensi che a Crotone c'era allora una parrocchia sola, vero, 50mila anime la città beh, dice, qui noi abbiamo diritto di fare 20 lezioni di catechismo”. E gli assistenti sono entrati a fare venti lezioni di catechismo. Si sono incontrati con maestri comunisti, protestanti; primo momento sa, posizione rigida da una parte e... i nostri hanno cominciato con bontà, così, stabilire un rapporto umano, semplice, a un dato momento è diventata un'amicizia vera e propria persino con il pastore protestante, che era lì che faceva scuola, fino ad arrivare al punto dice di dire: "Rispettiamoci a vicenda. Io faccio la mia lezione di catechismo, lei mi faccia la cortesia non... stia a turbare le anime di questi ragazzi". Il pastore ha promesso, si è ammalato quindici giorni; il nostro assistente è andato a trovarlo a casa proprio da senso di amicizia, proprio così.
MO101,11[05-11-1966]
11.Scusi, per avere un'idea, quanti assistenti erano? E quanti sacerdoti?Tre assistenti, tre e tre, tre e tre, tre assistenti e tre sacerdoti.Una delle prime parrocchie?Questa, proprio Crotone, è stato il primo esperimento fuori, ecco.Allora lì, vero, poi abbiamo detto: "Bene, perché non si può fare un po' di doposcuola per questi ragazzi?". Primo momento, convinti gli insegnanti, gli insegnanti, (il sacerdote non è ancora entrato in scena vero, lì solo in chiesa il sacerdote finora, i sacerdoti sono ancora in chiesa) sono entrati a insegnare cioè dico, volevo dire, perché non si può fare un po' di doposcuola, e allora, ottenuto il permesso dal provveditore agli studi per usare delle scuole, per fare un po' di doposcuola ai ragazzini di quarta e quinta elementare. Allora ogni sera, dalle cinque alle sette, doposcuola; due ore, però mezz'ora di catechismo. Un'ora e mezza doposcuola e mezz'ora di catechismo; allora hanno cominciato ad entrare i sacerdoti, nel doposcuola, in mezzo ai ragazzi, siccome in quella posizione non c'era più il maestro che era lì, i ragazzi erano in mano degli assistenti, il sacerdote entrava da amico. Poi siccome il doposcuola ce n'era tanto, il sacerdote faceva il doposcuola anche lui, e si... uno faceva, aiutava chi faceva matematica, uno faceva, così, così, così. Ecco, si... Uno: col doposcuola si è cominciato ad avvicinare la famiglia. "Il ragazzino come fa?". "Questo ragazzino fa bene... ma sa siamo contenti... ma signora è proprio suo figlio... ma sul serio fa bene questo ragazzino". "E ma voglio sentire tua mamma... posso trovare la tua mamma?", e allora l'assistente ha cominciato ad avvicinare la famiglia, perché, ma naturalmente sa, quando si fa bene al ragazzo, insomma o la famiglia veniva a ringraziare o veniva a prendere il ragazzo. Ha cominciato un avvicinamento, un luogo di avvicinamento, con la scuola, con la scuola. Finché, a un dato momento, insomma, si è rotto il ghiaccio in una forma tremenda, come... il capo comunista ha detto: "Io ho visto quello che non avrei mai pensato", insomma; ha preso la tessera e l'ha stracciata, ha detto: "Ho tre bam... ho tre bambini ancora da battezzare, fatemi il piacere, battezzatemeli". Siamo arrivati a scene che... proprio evangeliche.Io mi, io mi trovavo per esempio, in sacrestia una mattina, sono arrivato lì e stavo a prepararmi per la Messa, e mentre il sacerdote che era lì, il parroco lì, non era ancora parroco allora, entra una signora, ha detto: "Padre, dice, son trentasette anni che non mi confesso, mi può confessare, per piacere?". “Aspetti un momento; vengo subito”, dice. Alla sera viene 'sta signora da noi, dice: "Guardi, sono stata felice, sa, della confessione che ho fatto stamattina, ne ho parlato a mio marito e desidererebbe confessarsi anche lui; può venire domani mattina?".Ora, fatti di questo genere qui sono all'ordine del giorno; pensi prima, cose che fuori non si possono dire, ma prima non era mai stato assistito un ammalato moribondo... ringraziando il Signore, con una zona di ventimila anime, non è mai morto uno senza sacramenti adesso, mai morto uno senza sacramenti, dunque è una grazia.E loro sono tuttora...?
MO101,12[05-11-1966]
12.Sì, sì, vero... Primo anno, primo anno... si sa... tentare di dire 'ste frasi che non devono essere dette fuori... quello che dico son particolari vero... Mm... per esempio il primo anno, abbiamo il vescovo che è tanto buono, è locale lì, e... loro qui, in Alta Italia c'è un certo movimento più forte. Allora ho cercato che il vescovo, farlo venire qui in Bassa Italia, qui in Alta Italia, ospite qui l'ho condotto a vedere le nostre parrocchie come sono organizzate, vedere come sono organizzate, aiutarlo un pochettino; beh... abbiamo organizzato... e perciò spinto così, abbiamo detto: "Perché non si può fare una parrocchia, non lasciar 'sto lavoro così disperso?". E allora, contentissimo, ha fatto una parrocchia, ha tracciato i confini, ha fatto una parrocchia per i nostri, e ha nominato uno parroco.Dopo un altro anno: "Perché non si può fare una convenzione regolare con la Santa Sede, in modo di avere una roba regolare ecc?”. E ha fatto la convenzione in modo che sia stata assegnata la parrocchia alla Congregazione. E dice: "Perché non si può qui c'era una chiesa c'erano due centri, un centro due centri di cinquemila anime, cinquemila anime lontane da questa chiesa, perché non si può fare qualche cosa?". Beh, allora abbiamo detto: Qui facciamo un asilo prefabbricato e una chiesa”. L'abbiamo fatta quasi tutta a spese nostre qua da Vicenza, fatto un asilo con centocinquanta ragazzini, una chiesa che tiene quattrocento persone, e adesso alla domenica, tre quattro Messe ogni domenica.L'asilo tenuto dai....Dai nostri...Dagli Assistenti?No, hanno del personale locale femminile, ma è in mano della parrocchia. Soprattutto... completamente in mano della parrocchia, amministrazione, spese tutte della parrocchia, bene. Nell'altra zona l'INA case aveva ottocentocinquanta milioni da spendere per fare gli altri prefabbricati, altri fabbricati; allora abbiamo 'giocato' un pochino col Comune, con l'ingegnere- capo del Comune. "Dunque senta, ingegnere; noi volevamo fare un centro giovanile e volevamo farlo con quel centro là; potrebbe farci il disegno lei?". Facendo il disegno lui, ci ha messo tutte quante le altre case al servizio della chiesa e del centro giovanile; abbiamo fatto fare... sicché ha messo tutti i portici, eccetera.. abbiamo fatto... siamo già in cinquemila anime lì, e adesso saranno altre tremila circa, allora ha fatto diventare il centro la chiesa, centro il centro giovanile, giocando con il disegno dell'ingeniere-capo del comune, no?Con il vescovo abbiamo detto: "Eccellenza, guardi, c'è quel pezzettino di terreno che sarebbe ideale per la chiesa. Guardi, noi come Istituto compriamo quattromila metri per il centro giovanile, duemila potrebbe prenderli lei”. Abbiamo speso sedici milioni noi da Vicenza qui, e due e otto li ha spesi il vescovo, e ha chiesto subito il contributo dallo Stato, e ha già il contributo di ventiquattro milioni per la canonica, e cinquanta per la chiesa e stanno già in questo momento per costruirla. Allora, messo a posto quel centro, messo a posto l'altro, sa... così così con la bontà, senza tante storie, senza tante arie, senza niente; lo scopo è... Non interessa che l'onore sia mio sia tuo, l'onore è di Cristo, interessa quello e basta, no?Noi abbiamo visto preziosissima l'opera degli assistenti in questo. Perché sa, sono quelli che spezzano le muraglie, quelli che penetrano dove il sacerdote certamente non potrebbe penetrare. Un assistente può andare... sa, può andare un domani in un bar a prendere un caffè, può mettersi a parlare, discutere, piano piano e intavolare quella conversazione quel dialogo che forse il sacerdote non riuscirebbe a intavolare perché sa, ci sono già dei preconcetti... Ecco perché i nostri assistenti devono vivere lo stesso ideale del sacerdozio, identico del sacerdozio, la stessa sete di anime, e noi abbiamo visto questa cosa meravigliosa: qualcuno che è arrivato in propedeutica, fatto il liceo, propedeutica, dice: "No, guardi, io preferisco andare assistente perché c'è da soffrire di più....".
MO101,13[05-11-1966]
13.Una vocazione?Una vocazione. No, no, dico di più, ce ne abbiamo proprio tre in seminario che fanno la teologia regolare, per restare assistenti.Piace questa situazione?Sì... sì. Proprio hanno...Laici per modo di dire...Sì, sì, per restare, sono, vero, sono dei giovanotti che erano già, uno è tipografo, uno è... erano già qua Assistenti, avevano fatto i loro studi, sono Assistenti, hanno cominciato la loro teologia regolare, in mezzo agli altri vestiti da preti, loro sono vestiti in borghese, scherzando li dicono "i laici al Concilio" là scherzando in seminario, vero, però la loro vocazione è quella insomma, eccola li.Ecco allora noi, dico, abbiamo tentato in Bassa Italia, poi vicino a Roma, per avere un punto d'appoggio per i nostri giovanotti che studiano alla Gregoriana o che studiano in qualche altra Università di Roma; il nostro Istituto verrà anche punto d'appoggio per il nostro procuratore presso la Santa Sede. A Monterotondo, non è diocesi di Roma, è diocesi di Poggio Mirteto-Maliano Sabina, però è provincia di Roma, a due passi, verrà anzi fra non molto tempo forse che sarà diocesi anche di Roma.Una casa?Abbiamo una canonica... una parrocchia, parrocchia. Lì per esempio, a Roma, cominciata da poco eh!, cominciata, guardi abbiamo mandato un sacerdote nel dicembre scorso, l'abbiamo mandato nella chiesa parrocchiale insieme col monsignore che era lì, tanto che sarebbe stato il futuro parroco. Per prendere in mano la situazione, un po' da aiutante del parroco. La parrocchia l'abbiamo presa in mano in agosto, intanto hanno fabbricato la chiesa, hanno fabbricato la canonica, hanno predisposto l'ambiente, il sacerdote è andato a benedire le case a Pasqua in tutta la zona che sarebbe stata la sua parrocchia, ha avvicinato persone; quando lui è entrato in scena come parroco, lo conoscevano già, sa, perché andare in una zona nuova, immediatamente dire faccio il parroco e magari sbagliare tattica, dopo è sbagliata. Invece con quella forma lì, lui è stato quel periodo lì.Il cardinal Ferretto ha consacrato la chiesa a fine di agosto e lì, credo che è meraviglioso questo, il capocellula vicino alla chiesa... ha cominciato a offrirsi per far questo, far quello, la sera prima della consacrazione della chiesa. Io ero lì: alle nove di sera c'erano una trentina di donne che facevano pulizia alla chiesa, in testa che comandava c'era la moglie del capo cellula. Il capo cellula, scherzando era lì che rideva e: "Se mi vedesse monsignore lassù... sapesse, dice, qui son più di venti comunisti qui dentro che stavano lavorando....".
MO101,14[05-11-1966]
14.Perché sono stati conquistati; e quanti assistenti c'erano lì?Dunque lì uno solo, sì uno solo lì. Avevamo appena cominciato adesso, non era ancora aperta... anche perché lì...Quanti Assistenti?Due sacerdoti e un assistente, due sacerdoti; dopo... perché vede lì abbiamo questo, abbiamo un chierico che studia a Roma e allora fa da assistente anche lui, e praticamente abbiamo due Assistenti nel luogo.Il capocellula per esempio, alla mattina della consacrazione della chiesa, alle sei era con l'auto botte a bagnare tutto davanti perché c'erano... non ci fosse polvere e... In chiesa lui non veniva, però dopo otto giorni è andato nel palazzo comunale, che era il palazzo del cardinale una volta, e ha trovato in cantina la pila dell'acqua santa e ce l'ha portata per metterla in chiesa, vero. La sera della consacrazione della chiesa, siccome lui si era prestato per questo, per quello, e... il nostro parroco l'ha preso a braccetto e la sera hanno fatto un po' di cena per quelli della musica, che è stata offerta dal presidente del Comitato, la cena; allora preso a braccetto, dice: "Beh... viene anche lei, dice, alla cena?", e l'altro ha detto: "Beh, come faccio venire io?" dice e... dice: "Con tutto quello che ha fatto per la parrocchia, dice, cosa posso fare io per lei?", dice: "Mi aiuti a salvarmi l'anima", dice, ed è andato a cena anche lui. Ed è andato a cena anche lui.Ora presi così senza tanto... senza... in una forma proprio fraterna, piano piano, sapendo dove si deve arrivare, ma senza discussioni di politica, senza niente. Guardi che lo stesso sindaco comunista di Monterotondo, con quella tattica lì, ha stabilito un certo rapporto, certo rapporto, fino ad arrivare al punto insomma che gli è sfuggita qualche frase abbastanza 'religiosa'...Prima o poi arriva.Persino è arrivato, persino, è rimasto lì tre ore, alla consacrazione della chiesa, anche lui. Insomma la tattica è quella che usate voi insomma ecco non c'è niente di straordinario.Ma loro hanno la sfumatura di essere l'équipe sacerdote e laico, fusi col ponte già collegato....Ecco noi abbiamo questo, sacerdote e laico che è tutt'uno, ecco è tutt'uno, questo è interessante... No, non abbiamo i laici, abbiamo il diacono, praticamente. Noi diciamo: sacerdote... ecco, il 'trait d'union'...Il diacono è il "trait d'union" tra sacerdote e laici.Ecco, sì....Oltre a quella, hanno altre parrocchie?No, guardi, noi finora no fino adesso, le missioni; no guardi noi siamo partiti dall'idea di non di lanciarsi in fretta cioè di non cedere alla tentazione di allargarsi troppo prima di aver formato gli uomini. E allora abbiamo cominciato con l'Istituto su ad Asiago, abbiamo un Istituto per ragazzi, e naturalmente sacerdoti che andavano ad aiutare nelle parrocchie. Perché mi interessava che i sacerdoti si facessero un po' le ossa nelle parrocchie...
MO101,15[05-11-1966]
15.Allora hanno mantenuto gli Istituti precedenti?Sì, sì, sì, abbiamo qui a Vicenza un Istituto professionale con centotrenta ragazzi interni, con tutte le scuole professionali. Ne abbiamo uno ad Asiago, con centodieci ragazzi.Con le professionali?No, lì abbiamo le medie, sono tutti orfani, centodieci ragazzi orfani con le scuole medie. Poi a Vicenza abbiamo l'Istituto professionale con centotrenta ragazzi, dopo le medie, con scuola di tipografia, meccanica, eccetera.., stampiamo il settimanale della diocesi, stampiamo libri, eccetera.. organizzati molto bene insomma come laboratori; poi abbiamo l'Istituto Ferdinando Rodolfi con duecentosessanta ragazzi, scuole medie e professionali per esterni questi, questi esterni: semiconvitto.In questo modo noi abbiamo potuto mettere in mezzo i nostri sacerdoti che si facessero un po' le ossa, in mezzo ai giovani, ma nello stesso tempo mentre curavano i giovani, assistenza alle parrocchie fuori, in modo di abituarsi alla vita pastorale, vita un pochino... I nostri Assistenti abituarli un pochino alle scuole professionali, e al lavoro in mezzo ai giovani.Poi abbiamo fatto un secondo passo, abbiamo cominciato allora mandar fuori i sacerdoti di più, mantenendo vive queste tre case di formazione: Istituto San Gaetano di Vicenza, scuola professionale Rodolfi, ed Istituto San Gaetano ad Asiago; abbiamo cominciato a mandarli fuori, prima, farsi le ossa interne aiutando un pochino, poi cominciato a mandar fuori questi sacerdoti.Crotone, vero?No, no, ancora qui a Vicenza, ancora qui a Vicenza, allora ho cominciato ad aiutare le parrocchie... Mm... per esempio qualche caso particolare, sciogliere qualche caso particolare, nel quale magari c'era lotta tra vescovo e parroco, eccetera.. mettere in mezzo un sacerdote, il vescovo non voleva dargli il cappellano... Noi ci interessa sistemare qualche caso particolare. Un... qualche... allora lasciar fuori qualche sacerdote anche per 5-6 mesi, tener in mano la situazione particolare, in modo che si facevano una pratica pastorale, questi che erano, già da qualche anno andavano proprio al sabato, la domenica a far cura pastorale, erano chiamati... Il vescovo mi pregava, c'era una situazione da mettere a posto: "Vedi un po' se c'è...". In questo modo sa, abbiamo fatto degli uomini.Fatti questi uomini, abbiamo detto: siamo pronti per lanciarsi. Allora, tre anni fa ci siamo lanciati a Crotone; vede, noi potevamo lanciarci molti anni prima, ma non... dopo non bisogna dire dobbiamo girare per mettere a posto le ossa a chi se le è rotte, no? Abbiamo preferito, lavorare qua nella zona un pochino, bene, cominciando da Crotone, l'anno scorso a Roma, e adesso, beh cioè... beh, l'anno scorso a novemb... dicembre ha cominciato già praticamente però beh..., adesso con l'America Latina. Ma naturalmente partiamo con l'America Latina con tre missioni, con tre missioni.
MO101,16[05-11-1966]
16.Con tre missioni: son già partiti?Dunque, i primi i primi dunque... siamo andati noi a fare un giro, in febbraio-marzo, abbiamo fatto un giro a New York, in America centrale, a Zacapa perché c'è un vescovo vicentino; questo vescovo che avete visto è un vescovo di Vicenza, mons. Costantino Luna, è qui di Recoaro, francescano, già dal sessanta lui viene qui in casa e siamo legatissimi come spirito eccetera.. e fratelli insomma nel vero senso della parola: Bene! Lui ha una diocesi di cinquecentomila anime e abbiamo già trovato una parrocchia lì vicino a Zacapa vicino alla catt... vicino alla chiesa cattedrale quasi, e lì i nostri prenderanno in mano questa parrocchia, adesso in novembre.Quanti...?Due sacerdoti e due assistenti, con un piano ben prestabilito.Lì la situazione... religiosamente abbiamo delle anime sitibonde di Dio, perché sono veramente sitibonde di Dio quelle anime lì, però mancano gli uomini.Sotto il piano invece economico abbiamo la terra che potrebbe dare oro, ma non è coltivata. Manca un po' di iniziativa; allora abbiamo detto: cominciamo con una scuola professionale agraria, già comperato il terreno, un piano già prestabilito, una scuola di agricoltura, con un po' di falegnameria, una roba proprio rudimentale, perché è inutile che facciamo dei meccanici se poi non trovano uno sbocco, vero, perché non ci sono officine. Convinciamo questa povera gente che la terra può dare da mangiare, ma però bisogna anche annaffiarla un pochino, e allora ecco dei pozzi, già prestabilito per fare dei pozzi per l'irrigazione, e si può fare anche tre-quattro stagioni all'anno, e questo è il lavoro che noi faremo lì, e che stiamo già, già come si dice...Le cose più pratiche le fanno gli Assistenti, immagino...Sì, sì gli Assistenti, gli Assistenti. Loro, naturalmente gli assistenti, cosa faranno? Faranno catechismo, in chiesa faranno da diaconi; infatti mons. Luna pensa prima di Pasqua che siano già diaconi, i nostri Assistenti lì.Ah... ecco, si può dare per sicuro?Questi, guardi novanta per cento, loro per Pasqua saranno diaconi.Sì, per Pasqua, sarebbe un altro anno...Sì, Pasqua sì, questo è certo... no no... saranno diaconi, quelli di certo.
MO101,17[05-11-1966]
17.Però diaconi...Però diaconi, lei capisce...Che scavano i pozzi anche...Che scavano i pozzi...Cosa che non fa il sacerdote... potrebbe farlo, ma...... potrebbe farlo ma non è il caso che lo faccia...È con il laico, lo fa con i laici, e fa da...Vede, ci sono delle cose per conto mio che forse con la matita le spieghiamo meglio, se mi dà un pezzettino di carta... Adesso facciamo un po' un schiribizzo così.Il sacerdote, quali sono le mansioni sacerdotali? Io direi... adesso mettiamolo un po' alla buona così: sacrificare, no?, sacrificio, poi predicare, beh... mettiamo il pregare, lo metto dopo non perché non sia più importante, ma... dunque predicare, amministrare i sacramenti, sacramenti, mettiamo sacrificare, e qui mettiamo il sacramento della penitenza se vuole, penitenza, ma amministrare la ... dei sacramenti, il battesimo eccetera, ecco, e metta la preghiera che possiamo metterla qui ma, qui la mettiamo che sia in mezzo a tutto. Poi carità, opere caritative, ma direi prima direzione di opere caritative, direzione di opere caritative, poi metta direzione opere, opere sociali, o penetrazione nelle opere sociali, e poi penetrazione negli ambienti nei vari ambienti. Adesso grosso modo perché guardi non è una cosa studiata, non è una cosa studiata; adesso se vuole può studiarla in una gamma. Ora il sacerdote, una volta andava fino in fondo, e gli apostoli si sono fermati, no dice, pren... fermiamoci qui noi, fermiamoci qui, fermiamoci qui, fermiamoci qui. Adesso lei può descriverla meglio, se vuole, ma fermiamoci qui. Va bene...Il laico, il laico, potrà venir fino a qui, vede che ci manca uno in mezzo, che parta da qui, e vada qui, e vada qui, eccolo lì; che non deve andare in fondo, non deve fare questo qui.In pratica, in pratica sta al sacerdote ad amministrare il sacramento della penitenza, e la Messa, e il sacramento della penitenza predicare ed amministrare i sacramenti, può essere comune del sacerdote e del diacono. Direzione di opere caritative può esser... è meglio che sia questo qui, del diacono, direzione opere sociali, ma la penetrazione è propria del laico... c'è una forza proprio che non c'è niente da fare, neanche il diacono, sa, non è il suo posto, non è il suo posto.No, non è il suo posto...Spiritualizzare, e spiritualizzare e suscitare in loro, vero, vorrei dire, lo spirito sacro della realtà, cosa le pare? Cosa le pare?Noi abbiamo un nostro compagno sposato, che diventerà direttore di una scuola per diaconi a Buenos Aires, insomma...Sì sì di quelli sposati, sì sì...Tutti diaconi sposati, anche lui è sposato...Sì, sì sì...Cosa le pare?...Bellissimo, questo è... prima missione è in Guatemala.In Guatemala, in Guatemala...A...?A Zacapa.Zacapa.Noi le possiamo dare, guardi, le diamo anche un giornale, “La Voce dei Berici". C'è scritto, c'è scritto tutto lì, ci stanno tutti i particolari, ci sono scritti tutti quanti. Poi, dunque la seconda missione l'avevam... farann... dunque li è scritto tutto poi; dunque Zacapa.La seconda è in Argentina, nel Chaco. La differenza fra queste due missioni è questa: a Zacapa abbiamo la povertà, non è vero?, povertà, proprio zona proprio di poveri. La zona dove che andremo noi erano figli di pirati, pirati del mare che a un dato momento si sono fermati lì sulla zona... però lì ci deve essere qualche cosa... di qualche cosa non si sa, ho sentito dei ragazzi sitibondi di Dio: "Padre, si fermi, mi parli del Signore, mi insegni il catechismo, eccetera..”. A proposito dei ragazzi proprio che si vedono delle "creature" quasi, quasi si sente proprio la presenza proprio di Dio, sono anime proprio che desiderano Dio. Sembra un po'... anche bianchi, perché sono figli però di... chissà forse di tedeschi o di italiani o di... persone, insomma è una zona nostra proprio e cominciamo lì, lì però bisogna aiutare loro a sollevarsi anche dalla miseria, dalla povertà.
MO101,18[05-11-1966]
18.Invece nel Gran Chaco, in Argentina, da qualche anno c'è una strada meravigliosa che congiunge Buenos Aires con il Gran Chaco. C'è un movimento sa, di... forte movimento anche di macchine eccetera.. E Roque Sàenz Peña, dove andiamo noi, è una cittadina dove fa capo il settanta per cento della produzione del cotone... Fiorente, no, guardi non è vorrei dire fiorente per l'industria, perché c'è... un...Per il commercio?Sì, per il commercio più che tutto, sono soltanto alcuni stabilimenti della prima lavorazione del cotone, per la questione del calore, non si può fare... questo caldo tanto umido lì... Però è una città che sta adesso sviluppandosi. I protestanti sono già arrivati, stanno già lavorando, in una parrocchia però di ventimila anime ho trovato undici chiese protestanti, e lì nella cittadina che adesso sta appunto sviluppandosi per causa della strada, hanno già fatto delle strade meravigliose che vengono verso la provinciale, che s... i protestanti hanno già comperato il terreno per fare la clinica, per fare qualcosa del genere.Col vescovo abbiamo studiato un piano, e abbiamo detto: "Proprio in questa zona, contro la clinica protestante, piazziamoci una scuola professionale, con la parrocchia". E proprio ieri sera il vescovo mi ha mandato il disegno (caso mai poi glielo mostrerò) di tutta quanta la scuola professionale e la parrocchia, tutto quanto già progett...I laici si sono messi loro. Ha radunato più di venti laici una sera e ha detto: "Guardate, qui bisogna che ci mettiamo fare questo e questo...". Pensi che il sindaco locale, che fa parte anche del governo, lui va tre ore al giorno dal vescovo, e tiene in mano l'amministrazione diocesana gratuitamente... Cosa ha fatto il sindaco? Ha regalato a settantacinque ragazzini una cassetta per pulire le scarpe, tanto perché facessero qualche cosa. Per questi, questi contadini che sono in giro per... vengono con delle lussuose macchine, vengono in città, ma hanno le scarpe sporche ah, e allora questi piccoli fanno qualcosa del genere, sì perché vengono dalla campagna...Il sindaco?Il sindaco, tanto per occupare questi ragazzini. E allora lì si è fatto il progetto e per giugno 1962 noi mandiamo là tre sacerdoti e tre assistenti, e prendiamo in mano una parrocchia di trentamila anime; c'è bisogno estremo, sa, mi diceva: adesso due sacerdoti hanno in mano centomila anime, dunque... trentamila anime, e più la scuola professionale di meccanici e falegnami per adesso ed elettricisti, e poi vedremo di fare qualcosina d'altro.
MO101,19[05-11-1966]
19.Governata tutta dagli Assistenti...Sì, tutta dagli Assistenti....Che diventeranno, anche questi, diaconi....Sì, sì. Per noi, per noi guardi le dico subito, per noi ormai l'assistente per noi è, nel cuore nostro era "sacerdoti e diaconi"; la Congregazione è fatta di sacerdoti e diaconi.Fin da principio...Fin da principio, abbiamo messo il nome "assistente" pensando all'assistente dell'oratorio, cioè al sacerdote che assisteva all'oratorio, in quanto che non era il posto di un prete che stia là in oratorio, mentre c'è da confessare in chiesa; il nome è sorto così.Beh... in... siccome non potevamo mettere ass... sacerdoti e diaconi perché altrimenti andavamo in mano al Santo Ufficio, allora abbiamo detto, mettiamo il nome "sacerdoti e assistenti", in oratorio non c'è l'assistente dei giovani? Sacerdote assistente, bene, mentre che il sacerdote assistente, io sono stato cappellano in oratorio no?, mentre che stavo in oratorio, pensavo alle creature che avevo in chiesa, che aspettavano confessarsi, e mentre stavo confessando pensavo ai giovani che erano in oratorio, che erano senza assistenza, e allora ho detto, dividiamo in due, uno che pensi alla sua missione in chiesa, ecco, e l'altro alla sua missione in mezzo alle creature... questi giovani. Ecco il nome "assistente", ma con la speranza di poterlo cambiare un giorno. Se non che, noi pensavamo di cambiarlo facendo una petizione al Santo Padre, quando avessimo avuto le 'ossa', straordinaria, invece il Signore è venuto attraverso lo Spirito Santo, ha pensato Lui...Sì, però c'è stato quel suo colloquio in treno con...Sì, ma va bene, ma piano piano...
MO101,20[05-11-1966]
20.Può avere influito?No, perché quel colloquio che, in treno, è avvenuto quando c'era già stato prima l'incontro con padre Gutiérrez, c'era già stato prima... la "Civiltà Cattolica" aveva parlato del Santo Padre... ma che aveva influito piuttosto più che con mons. Badini è stato dopo, quasi due anni dopo, con mons. Fagiolo, Vincenzo Fagiolo, alla vigilia dell'inizio del Concilio, vero?È questo che volevo dire io.Quello può aver influito, quello può aver influito perché...In treno mi pare mi diceva...No, in treno è stato...A Roma...A Roma sì...Può aver influito, perché lei diceva... che aveva, la commissione aveva già...Guardi, io sono andato da... Chi era quel sacerdote che ha in mano la stampa... Vallainc, Vallainc, ha detto : "Senta - dice - la persona che lei dovrebbe avvicinare è mons. Vincenzo Fagiolo. Io non posso parlare perché son tenuto al segreto, penso però che sia troppo tardi per il diaconato".Ecco, vede questo mi è rimasto impresso...È troppo tardi per il diaconato...Perché Dio sa, magari..."Penso che sia troppo tardi, comunque lei non ha parlato con me, vada a chiedere un po' di consiglio".Sì...Io sono andato alla Congregazione del Concilio, ho amicizia con mons. Bovone, e ho detto della faccenda; lui ha telefonato a mons. Vincenzo Fagiolo, che sono amici, e allora mi ha ricevuto subito, e gli ho detto: guardi che è così e così. E io avevo preparato tutto, delle... due cartelle con tanto di schema di quello che volevamo fare, di programma scolastico dei nostri, di quanti Religiosi avevamo già, e gliele ho lasciate là, e ha detto: "Adesso queste qua andranno, dice, dal cardinale. Dice, questo dice... comunque lasciamo fare a Dio!”.Quindi per loro l'assistente sarà diacono, se non è oggi...È domani, ma certo, certo, comunque guardi per i primi due, perciò i primi due che vanno lì, siamo quasi certi perché abbiamo già una certa sicurezza qui... ma anche per gli altri perché, siccome che i nostri sono già preparati culturalmente, hanno già una missione voluta dalle Costituzi... stata ormai codicizzata nelle Costituzioni, che li porta a lavorare in mezzo agli oratori, in mezzo ai giovani ecc eccetera.. non capisco...La vocazione è loro... viva...Non penso che ci sia...
MO101,21[05-11-1966]
21.E la terza missione?Dunque la... dunque la seconda abbiamo cominciato lì, e lì abbiamo subito un altro genere di lavoro, abbiamo poveri lo stesso, poveri... ma lì... abbiamo i laici sa, un po' più evoluti, abbiamo abbiamo sa, quasi, sono figli in gran parte di italiani, guardi che in Argentina abbiamo quasi il cinquanta per cento son figli di italiani, lo sapete no? C'è un altro lavoro lì.La terza missione... penso, che anche qui il Signore abbia voluto giocarci un pochino.Di ritorno dall'America, in marzo ci siamo fermati con il vicario generale lì un... quattro giorni a San Paolo, dai Paolini. Avevamo più di dieci richieste di vescovi del Brasile che volevano sacerdoti nostri. E siamo scappati dal Brasile per non cascare in tentazione, per il pericolo di fare il passo più lungo della gamba.Arrivati a casa, dopo circa dieci giorni, il nunzio apostolico del Brasile, mons. Baggio, che è nostro diocesano qui, scriveva una lettera dicendo: "Senta, ho sentito che lei deve venire - dice - in Brasile per il passaggio così, guardi dice no, qualcuno... è un'occasione – dice - che penso che proprio sia provvidenziale... Faccia un piacere, venga qui". E mi univa la lettera di un certo dottore Arnaldo Marzotto, nella quale il dottor Marzotto mi offriva a Resende, nella strada tra Rio e San Paolo, un istituto professionale, un piccolo istituto professionale.Già avviato?Già cominciato, avviato relativamente, comunque già costruito eccetera.. così. E diceva: “Facciamo un'offerta di questo, eccetera.”. Allora io a mons Baggio ho risposto: "Guardi, nostra intenzione era di venire nel Brasile, ma di venire fra tre o quattro anni, però la nostra intenzione era di venire, di avere una parrocchia, prima di tutto, perché noi vogliamo lavorare nella parrocchia non con istituti isolati, per non metterci in urta poi con i parroci eccetera.. così. Di avere in mano una parrocchia che servisse per i nostri, che vengono dall'Italia, per fare un'esperienza, prima di lanciarli nell'interno, e che servisse nello stesso tempo, per quelli dell'interno, per poter venire lì poi, in caso di malattia, o in caso... un po' anche per esercizi spirituali, per qualche altro motivo, un punto di appoggio". Ora dico, prima cosa noi, pensiamo alla parrocchia, secondo, non sappiamo se è volontà di Dio, che si faccia in questo momento. Abbiamo cominciato in pratica scriverci e riscriverci e poi dicevamo che nostra seconda intenzione era di fare la casa di formazione, per le vocazioni locali. Lui ci ha assicurato, potete avere la parrocchia, potete fare casa di formazione finché volete eccetera eccetera.. E abbiamo finito insomma per cascare in tentazione e dir di sì.
MO101,22[05-11-1966]
22.E siamo andati... adesso ai primi di ottobre là. E lui poi è stato gentilissimo, siamo stati ospiti del nunzio, è venuto a prenderci all'aeroporto, con una gentilezza più che fraterna. Siamo stati lì, siamo andati insieme con lui poi a Resende a vedere poiché è a 150 kilometri da Rio. Lì abbiamo visto il posto, abbiamo studiato un po' il piano di lavoro, siamo andati dal cardinale di San Paolo, che ci ha tenuti ospiti lì perché ... voleva il nunzio che ci incontrassimo in quanto che il cardinale era stato lui prima vescovo in quella zona lì...Ho capito.E, lì naturalmente abbiamo deciso insomma di sì. E entro l'anno, entro qua dicembre, mandiamo lì, intanto mandiamo due sacerdoti e un assistente, per il momento, perché prendiamo in mano prima la parrocchia. Ma poi facciamo subito, eh... per... oh, i laici continuano... Adesso ci costruiscono duemila metri quadrati di laboratori, ci attrezzano loro, i laici.Laici della zona?Della zona lì.. e... Il cardinale di San Paolo ha detto lui stesso: “Fate benissimo prendere in mano quella zona lì, perché dovendo una Congregazione poi lanciarsi verso l'interno, è una zona intanto come temperatura va... dai quattordici ai trenta gradi, sicché anche domani si ammalasse uno nel Chaco lo riportiamo lì, non facc... non ha lo smacco di ritornare in Italia quasi come un ferito, lo portiamo in una temperatura migliore. Poi per la casa di formazione, è un punto ideale, tra Rio e San Paolo, ci sono le comunicazioni facilissime, eccetera..”. Poi ci ha detto: "Abbiate pietà di me, però, quando... voi piantatevi lì, sappiate che io ho - dice - sei milioni e mezzo di anime, ho soltanto mille preti -dice- e ho delle parrocchie con centomila anime e un prete solo".Ora ecco, quello che mi pare che oggi noi dovremmo fare, mi pare è questo: abbiamo tante creature in giro per il mondo qua anche nella nostra Italia, buone, che veramente sarebbero a un dato momento disponibili, sarebbero disponibili, bisognerebbe che a un dato momento noi, potessimo trovare sia voi Focolarini come noi, poter avvicinare queste creature. Non possiamo lasciare queste anime senza un aiuto spirituale, per conto mio non possiamo in coscienza, guardate che noi manchiamo perché, guardate...
MO101,23[05-11-1966]
23.Il giorno prima di partire da Resende, ho celebrato Messa lì, un uomo sui quarant'anni, ma deperito proprio così si è avvicinato a me e mi ha detto piano piano: "Padre, mandami qualcuno che mi insegni il catechismo", e ha fatto delle lacrime. Ora queste lacrime, per conto mio, non sono le lacrime di uno, anche quelli altri che non hanno parlato, che sono nell'interno, questi milioni di fratelli nostri, sono là, insomma, con le mani alzate che domandano aiuto, per conto mio. E dico dobbiamo in qualche modo fare una crociata, insomma.O adesso, sentite, uno dirà: "Beh, io vado sacerdote, mi faccio sacerdote perché il Signore mi chiama al sacerdozio, io mi faccio diacono perché no, il sacerdozio no, o l'altro dirà io andrò come laico, andrò in qualche modo...". Beh, insomma...Bisogna agitare questo problema.....Bisogna, per conto mio, agitare questo problema, perché guardate che uno non fa... entro pochi anni non facciamo più in tempo. Oggi guardi il comunismo non è ancora penetrato in quelle zone lì, guardi, io ho visto Buenos Aires, ho visto tutte quelle zone lì, non è penetrato ancora, vi dico un particolare. Per esempio, a Rio de Janeiro abbiamo quelle famose "favelas", migliaia, migliaia di creature, voi sapete quante sono, beh. beh. lì... ditemi come ha fatto a non entrare il comunismo?
MO101,24[05-11-1966]
24.Era il terreno più propizio...Il terreno, ma... fino a quanto tempo è che saremo sicuri che non entrerà il comunismo? Pensate, a Rio de Janeiro non si trovano operai per aggiustare un rubinetto, per mettere a posto una porta, non si trova un operaio. Va bene. Però, però c'è quella gente là che muore di fame. Senz'acqua su per queste colline messe là, senz'acqua. Ragazzi visti là col bidone d'acqua con un palo in mezzo che fanno due-tre chilometri per prendere un bidone di quindici-venti litri di acqua, messi in quelle condizioni lì... decine di migliaia di creature là.Mentre la Chiesa.... Per conto mio dovremmo andare a finire in mezzo a questa gente. Prendere in mano questa gente... la cura d'anime. Vivere in mezzo a loro, dimostrarci proprio nella loro povertà, però... Non basta per conto mio andare solo a predicare il Vangelo.E lì ci vuole proprio...Scuola professionale, scusi, per conto mio...Sacerdoti e diaconi...Ecco, come dicevo, le due cose, uniti insieme, affratellati insieme, portare questa testimonianza, non le pare giusto? Dico... Anche voialtri, per esempio, Focolarini, se per esempio ci fosse qualcuno di voi: "Guardate, io non mi sento per adesso di farmi religioso, ma vengo insieme con voi, lavoriamo insieme....". Qui non è la questione dell'onore di uno o dell'altro, qui si tratta di anime, per conto mio. Cosa vi pare?Ma noi stiamo già facendo parecchie cose in America Latina....Sì, sì, so, so... ho sentito. Per conto mio, per conto mio, questo è il campo di oggi, non vi pare? Dico...Sì sì, anche come diaconi appunto, per ora uno andrà a dirigere, che è sposato, una scuola di diaconi, ma poi parecchi vescovi ci hanno chiesto di fare noi scuole per diaconi, cioè dei nostri sposati che diventano diaconi, e che dirigano scuole locali per diaconi, quindi verrà da sè direi quasi questo incontro, che forse lì ci sono anche le condizioni tipiche perché nasca la... la Chiesa ideale quasi...La Chiesa sul serio...Qui è tutto vecchio, tutto cronico...Là si può cominciare con qualcosa di nuovo...Dei cattolici incancreniti, dei diaconi in Italia, direi non sanno che cosa farsene, in un certo senso, o diranno, beh è una roba in più, ma invece lì nasce proprio una chiesa, quasi vorrei dire primitiva... quindi senz'altro...Lì si può, lì si può, per esempio, vero, far fare ai laici, proprio a loro, per esempio le cose materiali: “Fatele voi! Arrangiatevi voi!”.Si capisce...Anche lì prima ho voluto fare un'esperienza lì a Resende. "Dunque sentite, a noi non ci interessa, arrangiatevi voi, a noi ci interessa, questo ambiente è roba vostra, fatela voi. Allora dice, noi siamo qui per... noi diamo la vita, noi ci buttiamo dentro, il resto tocca a voi".Sì, sì, È chiarissimo. Sì, sì... interessantissima... cioè loro hanno proprio una struttura che produce... che forma i sacerdoti a contatto con i laici... con gli assistenti.Sì.Una struttura che... prepara anche gli assistenti a contatto con i sacerdoti e con il lavoro.Sì, gli stessi sacerdoti nostri, quelli che studiano per andare sacerdoti, lavorano: ha visto.Sì... questo non lo sapevo.Ah. Non lo sa... non lo sa questo... Sono sensibili al bisogno del prossimo, è chiaro che devi fare qualche cosa.............. di un teatro.
MO101,25[05-11-1966]
25.Prego?Sotto il palco di un teatro.Sì, come diceva... ma dicevo, e lei era solo? E poi voglio dire col primo allargarsi, non so... altri sacerdoti che sono venuti con lei...Ho cominciato nel quarantuno, nel quarantaquattro si è unito il primo sacerdote.Si è unito....Un altro sacerdote, quel sacerdote che ha visto lì che è venuto lì, sì...Sì... Don Aldo...Don Aldo, che ha visto che... quando eravamo li a pranzo, lui è il direttore dell'Istituto San Gaetano di là. Sarebbe bene che lo vedessero un pochino...Dopo, sì sì... in questi tre anni lei ha fatto con questi ragazzi....Con... No coi ragazzi, con qualche giovanotto, assistente; io avevo già... Quando è venuto don Aldo, io avevo già qualche assistente laico, qualcheduno di questi....Lei aveva un gruppo di ragazzi che istruiva professionalmente...Avevo il gruppo di orfani, ragazzi abbandonati, che non solo istruivo, ma davo da mangiare, e tutto, davamo da mangiare e... vivevano in comunità con noi. Vivendo con la Provvidenza...Dove? Nel... palco?No guardi... sotto, vero vediamo un pochino, torniamo indietro, torniamo indietro...Ecco, scusi, perché è bello ricostruire...Allora: quando ho ottenuto il permesso di mons. Rodolfi per cominciare... Il vescovo ha detto: “Comincia”. Dopo qualche giorno un ragazzo è venuto a rubare nella cassetta degli Aspiranti, ne alla cassa ha portato via quarantasette lire... me lo hanno preso e portato da me. Portato questo ragazzo, s'è messo a piangere e dice: "Avevo fame...", e allora, era senza mamma, il papà sempre ubriaco, cosa farne? L'ho messo a dormire ai dormitori pubblici, mangiare alle cucine economiche, e durante il giorno cosa fargli fare? Sotto il palco del teatro di Araceli, dove ero cappellano, abbiamo aperto una finestra, e abbiamo fatto un banco di lavoro, con due porte vecchie, e come sostegno di queste porte le pietre del cimitero che avevano cavate dalle tombe, e quello era stato il sostegno. Ci siamo fatti manovali, abbiamo fatto... ci siamo arrangiati. Una cassetta di ferri vecchi sono stati regalati... da un vigile del fuoco, e si è cominciato. Fargli fare che cosa a 'sto ragazzo?Ecco, cosa?Allora abbiamo preso dei vasi di latta, che noi chiamiamo "bussolotti", no? Ecco, a romperli e intanto, a fare... Andavamo a prenderli all'ospedale, andavamo a prenderli dai pizzicagnoli, eccetera.. e romperli, tagliarli, farli divenire lisci, che dopo abbiamo venduto come ferro vecchio. Intanto per farli lavorare, far fare qualche cosa.Impaccarli...Intanto per far fare qualche cosa. Da un ragazzo se ne è aggiunto un altro, un altro, un altro...
MO101,26[05-11-1966]
26.Orfani abbandonati?Chiaro, così... Erano tre insomma, sono arrivati lì che andavano a dormire nei dormitori pubblici, alla sera andavo a vedere un po' come si diportavano. Poi si è reso necessario una casetta... prima casa fuori.Mons. vescovo mi ha detto: "Senti, quando tu vuoi staccarti dalla parrocchia, quando vuoi, ti stacchi come vuoi".E allora ho fatto. Stavamo comperando un pezzettino di terra con la casetta, e stavamo trattando con una certa franchezza... Il padrone mi dice: "Sa... Voglio centomila lire". Là... Un signore che era presente, che vedeva che trattavo con franchezza, e nel quarantuno centomila lire erano qualche cosa, dice: "Ma, scusi, quanti soldi ha lei - dice - che tratta con questa sicurezza?". "Oh. dico, ho tanto". "Ma mi dica un po' con franchezza". "Trecento lire di debito", ho detto. L'altro si è messo a ridere, dopo un pochino ha detto: "Beh! Guardi, le centomila lire gliele pago io".Una persona presente occasionalmente?No era venuta con me, per trattare lì, un amico, un amico sì. Bene e questo tale: "Gliela pago io".Fatto invece... abbiamo... ci siamo combinati lì, e allora abbiamo detto: “Comperiamo il terreno e fabbrichiamo”. Volevamo comperare tremila metri di terreno perché ci bastassero i soldi, le centomila lire, per fare il terreno e anche la casetta. Se non che, era stabilito tutto, combinato tutto, mentre il geometra stava misurando il terreno il proprietario ha detto: "O comperate tutto il terreno (erano ventiquattromila metri quadrati) o comperate tutto o niente". Io l'ho scongiurato, e supplicato: “Mi faccia un piacere, ce lo dia...”. “Badate, io esigo poco, mi accontento di novantamila lire, ma dovete prendere tutto”. Insomma non ha voluto cedere, e io lo scongiuravo, e quel tale che mi doveva dare le centomila lire per fabbri... il terreno per fabbricare, ha detto: "Lo prenda tutto... va là, che glieli darò io gli altri soldi". È stata una fortuna, perché lei capisce cosa. Novantamila lire, poi l'altro me lo ha ricordato per tutto il tempo della guerra, vero? Perché ha messo in banca novantamila lire ed è rimasto niente, vero? Però, insomma, questi ventiquattromila metri di terreno, che si son mostrati necessari "et ultra" per quello che abbiamo fatto di là.
MO101,27[05-11-1966]
27.Fatto il primo disegno della casa, sono andato su a trovare mons. Rodolfi che si trovava a Fongara e gli ho detto: "Eccellenza, sono venuto a mostrarLe il disegno della prima casa". Lui ha detto: "Tu, senti, ti fermi qui, pranzi con me, però io te l'ho già detto che sono l'ordinario amministratore della diocesi, questa è un'opera di straordinaria amministrazione, perciò, mi dispiace, ma ricordati che io non posso metterci la mano". E non mi ha lasciato neanche svolgere la carta... E perché? Per paura di metterci... perché dice: "Guarda che se io ci metto la mano, guardo, e tu sai che io poi cambio qualche cosa, e non voglio assolutamente cambiare".E le ha lasciato carta bianca...Sì... Qualche giorno prima di morire, mi ha chiamato lì e ha detto: "Apri il cassetto. - dice. C'erano tremila lire - Ormai non ho più niente - dice, però, dice - prendile per i tuoi ragazzi... cerca solo la volontà di Dio, sai – dice - vedrai che il Signore non ti abbandonerà mai". Ecco, questo è stato il primo passo, la prima casetta. Lì naturalmente da tre i ragazzi sono diventati sette, abbiamo riempito tutti quanti i buchi...Abitava anche lei?Abitavo con mia mamma e con mio papà, ho chiamato mia mamma e mio papà, e mia mamma ha cominciato a far da mamma a sti ragazzi. Rompevamo allora, scavavamo... cavavamo le piante, le rompevamo, le mettevamo vicino al fuoco per asciugarle, poi bruciavamo quella legna lì, eravamo durante la guerra. Sono state delle ore tragich, ma mai il Signore ci ha lasciato mancare il necessario, mai, mai, mai, mai.'Na sera mi ricordo arriva lì un ragazzo alle nove di sera, scongiurandomi: "Sa, mia mamma vuol più bene al cane che non a me... non ho altri... - dice - Non ho altri....". E sto ragazzino lo conduco dentro da mia mamma, dice: "Non ho più neanche un lenzuolo, lenzuola non ne ho altre.". "Beh, intanto dacci un boccone da mangiare e vediamo un po'". Esco dalla porta e viene un signore che è della città, che ha uno stabilimento qui a Cavazzale, di cotone, cioè di lino, un pacco, dieci lenzuola nuove.Questi fatti insomma ci hanno accompagnato ogni giorno, proprio dall'inizio fino fino a... questa, a questa settimana, insomma, dove eravamo presi per il collo e ci occorrevano dei milioni, sono arrivati i dieci milioni che ci occorrevano, ecco tanto per dirgli.Ecco siamo andati avanti con questa forma qui, primo pezzettino lì, la prima casetta: dodici metri per dodici metri, primo nido, la cappellina, e...I ragazzi cosa facevano?Questi ragazzi allora avevano un po' di tipografia, un po' di meccanica...Fuori?No, interna...Ah, interna....
MO101,28[05-11-1966]
28.Un paio di stanze... un paio di stanze.Si sono organizzati...Da principio, sono stato maestro di meccanica; naturalmente, durante gli anni del ginnasio, mi ero proposto di imparare un mestiere ogni anno, non sapevo perché, il padre spirituale ha detto: "Imparalo, imparalo... Ti servirà".Era già in seminario?Sì durante l'estate sì, da seminarista...Andando a casa...Tornando a casa, erano tre mesi di vacanze, non avevamo villeggiatura, il padre spirituale, certo molto intelligente, lo ha fatto perché fossi occupato, ma senza saperlo era uno strumento nelle mani del Signore.Bellissimo...E infatti in principio, ho dovuto io fare da maestro di tipografia e di meccanica; arrivare al punto che i primi mesi, non... i primi cinque sei mesi, non avevo la cappella col Santissimo, solo la cappella per la Messa, e non il Santissimo, e la visita al Santissimo dovevo farla le dieci e mezza-undici di sera fuori dalla porta dei Padri Francescani, quando i ragazzi erano addormentati a letto perché ho dovuto fare anche da assistente.Ecco questo è stato il primo un po', tempo della... di questo gruppetto, però, però con questo gruppetto di ragazzi, che erano dieci-dodici, interni, messi in tutti gli angoli, il refettorio era su per la scala, con la scodella in mano perché avevamo occupato tutto quanto il posto, bene... Cosa succedeva? Questo tempo però, poi ce ne erano una quindicina di esterni, c'era un gruppetto di tre o quattro ragazzi, che noi chiamavamo: "il gruppo dell'Immacolata", per preparare con la... Poi quelli si sono persi tutti, nel senso che non sono andati sacerdoti o religiosi, ma fin d'allora c'era già un paio di ass... giovanotti che si erano dedicati all'opera, fin d'allora. Ma con questi noi volevamo cominciare, ecco il seme della Congregazione. In principio era il "gruppo dell'Immacolata", poi questo gruppo è stato portato in una casetta, e poi nella sua sede, che è stata fatta dal Signore.Cioè?Questa casa, vede... questa casa che è stata fatta, questa casa dove siamo, che è stata fatta un po' alla volta...Aggiunta alla casetta?Nell... ancora nella prima casetta... nel quarantuno... principio del quarantadue, c'era... c'era un gruppetto, che vivevano insieme con gli altri, ma al quale facevamo la meditazione ogni mattina, ci... si cercava di coltivare in modo particolare, con la speranza di cavare qualche germe di vocazione, ecco.Sacerdotale?O sacerdotale o diaconale, diciamo... assistente, religiosa, con la speranza intima nostra di farne un diacono un domani.
MO101,29[05-11-1966]
29.E poi gli altri passaggi, se permette?Poi nel quarantatré, nel quarantatré, s'è fatta la seconda ala, quella non più lunga dodici metri, ma lunga quarantasette metri. Prima di fare quella ala lì, ho fatto uno schizzo generale, del primo Istituto San Gaetano, naturalmente quest'ala non era altro che un... dec... una decima parte dell'Istituto... circa una decima parte. Fatto uno schizzo, messo sopra la cartella: "Documenti per il manicomio".Tirata fuori una parte di questo, l'ho mostrata... al presidente dell'E.C.A. qui, così una sera, ci trovavamo insieme: mi ha domandato se son matto. Ora se avessi mostrato tutta la cartella completa mi avrebbe condotto direttamente in manicomio.Si trattava di vedere un po' il finanziamento, e allora ogni sera ci trovavamo nello studio dell'avvocato Veronese... Vittorino Veronese, che voi conoscete, e insieme con lui c'erano altri due tre amici: notaio Zampieri, sen. Zampieri e altri e c'era questo primo benefattore nostro che aveva pagato lì, che è amico intimo del notaio, di Vittorino Veronese... finché a un dato momento ha detto: "Gliela pago io, anche quella lì". E ci ha pagato tutta la seconda ala del quarantatré.E lì è stato anche lì... difficoltà per ottenere permessi, difficoltà, come dicevamo prima per il ferro, il "Signore manda ferro".È stato lì nel quarantatré proprio, quel ragazzino lì. Sempre con i soliti interventi della Provvidenza.
MO101,30[05-11-1966]
30.Sì, di sacerdote c'era lei solo?Solo... e con un paio di assistenti soli. Nel quarantaquattro, io non ce la facevo più da solo ormai e... soprattutto... ho pensato questo: "Se volevo fare una Congregazione, io c'ho bisogno di un altro che lavori 'in foro interno', e cioè direttore spirituale, in modo che un domani, sentano questi giovani che si avviano al sacerdozio, che esternamente e internamente suona la stessa campana". Siccome si doveva... suonare una campana un po' diversa da quelle che suonavano fuori, che sapeva un po' di rivoluzionario, bisognava per forza che fossimo d'accordo, giusto... No?Se... noi siamo puntati, per esempio, in quella questione della carità, ma caspita è inutile che mettiamo un po' mancanza più grande perché uno ci parla in dialetto o perché a uno sfugge una paroletta in tempo di silenzio, e... poi passiamo sopra se uno dice, mormora, critica eccetera.. abbiamo commesso una mancanza più grave, niente da fare, il Signore non vuole questo, vero... Ma doveva sentire... che "il foro interno" e "il foro esterno" è la stessa campana.Allora ho detto: "Qui ci vuole un altro sacerdote". Mi son presentato allora a mons. Zinato, che è stato il vescovo che è successo a mons. Rodolfi, alla morte di mons. Rodolfi, ho detto: "Senta, Eccellenza, io chiederei per favore, se mi facesse... potesse... concedere un sacerdote, che mi aiutasse. Sentirei il bisogno di un altro, poi gli altri ce li facciamo... ma un altro per così e così...". Ha detto: "Senti, io non posso - ha detto - darti un sacerdote così; bisognerebbe che fosse uno che desidera venire". Ho detto: "Eccellenza, ce ne sono cinque o sei che desiderano venire". "Scegli quello che vuoi".E ho scelto don Aldo De Antoni, che è l'attuale vicario generale... è quello che avete visto, e con lui ci siamo fusi. Ho detto: “Qui bisogna che noi ci fondiamo insieme, proprio diventare "cor unum et anima una" e cercare insieme la volontà del Signore! Abbiamo messo dei punti basilari sulla formazione... che piano piano... abbiamo cercato di scoprire così, e messi questi, allora ci siamo tuffati.Intanto... nel quarantaquattro. La guerra, sa, è venuta avanti, abbiamo dovuto dedicarci parecchio anche alla parte caritativa, verso questi poveri orfani, quelli che sono stati sinistrati eccetera.. avuto certe zone... bruciate, dai tede... case... bruciate dai tedeschi, genitori uccisi, per esempio... la vallata del Chiampo... vede sì, ci sono stati i tedeschi, hanno bruciato tutte le case, uccisi gli uomini... hanno ucciso il papà, il fratello e bruciata la casa e il bambino l'ho portato a casa sul... portandolo sul manubrio della bicicletta, e oggi è da otto anni... sacerdote, giù a Crotone che lavora... là.Sì, tanto per dire... abbiamo cominciato così, ma però sempre con lo sguardo rivolto dove dovevamo arrivare... Perché...
MO101,31[05-11-1966]
31.Lei aveva già chiaro?E... Beh!La Congregazione?No no, la Congregazione è cominciata nel trentasei, quando... come dicevamo prima in forma privata, vero? La Congregazione è cominciata allora, la realizzazione è cominciata nel quarantuno, la realizzazione quindi...E l'idea relativa: sacerdoti?E... sacerdoti e assistenti, quello era chiarissimo, chiarissimo fin dal primo momento. sacerdoti e diaconi e "diaconi" diciamola pure chiara la parola adesso che si può dire... bene però le dico la... poi il campo apostolico, è venuto quasi rivelandosi, ecco... il disegno, vorrei dire... Dio ce l'ha manifestato dopo. Ci ha mandato la travatura prima, e ce l'ha manifestata... quante volte lo dicevamo questa: che il Signore sta mandando le travature e verrà il momento che ci dà il disegno definitivo.Perciò fate conto che l'idea delle parrocchie sarà venuta nel cinquantacinque-cinquantasei... cinquantacinque-cinquantasei, delle parrocchie, ma l'idea missionaria di andare nel mondo a portare questo spirito... aver pronti i sacerdoti e diaconi... questa è stata fin dall'inizio. Era soltanto la forma poi "giuridica" per entrare, per entrare; penso... infatti pensavamo ancora nel quarantadue-quarantatré di entrare nelle parrocchie, prendendo in mano gli oratori a servizio dei parroci. Perché noi non ci interessava essere direttore o non direttore, a noi interessava "fare il bene". Soltanto...Una forma di "trait d'union"...Sì, questo sì... soltanto che è stato che ci ha aperto un po' gli occhi su questo punto qui, è stato appunto come dicevamo prima, don Ricaldone, che ha detto: "Guardate, non state fare una forma così".
MO101,32[05-11-1966]
32.Poi il cardinale Larraona quando che è stato il momento di... il riconoscimento delle Costituzioni, ho portato le Costituzioni al card. Larraona, prima di presentarle definitivamente e lui ha detto... ho accennato questo delle parrocchie e ha detto: "È la Congregazione che è attesa oggi nella Chiesa di Dio". Quando che ha visto le Costituzioni ha detto: "E questi sono gli uomini", guardando gli Assistenti nostri, la descrizione degli Assistenti, ha detto: "Questi sono gli uomini che ci vogliono oggi". E... ho accennato un po' come don Ricaldone mi avesse detto sta... che sarebbe stato uno sbaglio, dice: "No, avreste sbagliato in pieno, dice, mettervi in quelle condizioni lì, perché avreste altro che cricche eccetera per niente". D'altronde d'altronde, lei deve pensare questo: che il Signore si rivela un pochino un po' alla volta, in queste cose qui, attraverso le circostanze, attraverso le circostanze.Noi qui a Vicenza, per esempio, non avevamo delle parrocchie in mano a Religiosi, tolta via una che è in mano dei Giuseppini, è stato poi... cioè dei Filippini, scusate. È stato poi andando a Roma andando di qua, di là, abbiamo visto parecchie parrocchie in mano dei Religiosi, e abbiamo detto: "E scusa, perché non potremmo prendere in mano addirittura la parrocchia?". Prima eravamo tanto preoccupati, perché pensavamo per esempio, beh... prendiamo in mano delle scuole professionali, interparrocchiali, cioè... l'idea nostra era: "Andiamo, serviamo, non ci interessa niente che ci pestino, non ci interessa niente...".Invece serviva a incanalare...Sì sì, incanalando su questa forma qui...
MO101,33[05-11-1966]
33.Volevo chiedere: "E gli altri sacerdoti poi?".Poi il secondo che è entrato, dunque è entrato nel... mi pare subito dopo guerra lì, entrato uno che faceva prima liceo, su dal seminario, era un seminarista faceva prima liceo e si è staccato sì dal seminario ed è venuto qui con noi. E allora frequentava le scuole del seminario, rimanendo qui con noi, è stato ordinato sacerdote nel cinquanta-cinquantuno...È cosi recente?Cinquantuno sì... ecco, gli altri ce li siamo tirati su noi.Gli altri sono venuti fuori dagli orfani?No dagli orfani, non dagli orfani dei ragazzi, qualcuno... della casa di formazione, dove raccoglievamo vocazioni per quest'opera qui... Dagli orfani qualcuno è venuto fuori da lì... Ecco ma...In che anno si è distinta la casa di formazione?Nel cinquantadue noi l'abbiamo portata fuori la casa di formazione...Ah. Ho capito dunque, permetta, questo solo per capire: loro inizialmente avevano ad Asiago...No... avevamo: Istituto San Gaetano...Ecco sì... che era questa...Sì, permetta un momentino, che è quella di là, che praticamente è fatto così, così e così, qui c'è una casetta, questa è la prima casetta, eccola qui, prima casetta..Poi l'ala...Poi ci sta l'ala, qui c'è la chiesa centrale, abbiamo fatto questa ala qui... eccola qui, quest'ala qui insomma, eccola qui, questa nel quarantatré... cioè ci... nel... quarantatré, sì questa nel quarantatré.Avevano ancora dei laboratori...Orfani tutto lì... tutto lì... tutto lì...Un po' di tipografia, di falegnameria, di meccanica...Sì, sì... meccanica, ecco meccanica. Sempre col "gruppo dell'Immacolata" separato, ma c'era. Mentre qui erano insieme, qui già avevamo un piccolo spazio riservato esclusivamente alle future vocazioni, a quelle vocazioni, con scuola separata, tutto quanto separato. Qui erano alcuni ragazzi, che li chiamavamo "gruppo dell'Immacolata", qui invece c'era il "gruppo dell'Immacolata" con tutto a parte, camerata a parte, tutto a parte, capisce?Nel quarantacinque, noi abbiamo costruito questo pezzo ultimo di casa che faceva parte di questo disegno, e il "gruppo dell'Immacolata" l'abbiamo messo qui, nel '45, perciò separato completamente da tutto il resto, perché: quarantacinque abbiamo fatto questo poi abbiamo fatto questi laboratori qui, questi laboratori, abbiamo cominciato venir avanti da qua, abbiamo fatto i laboratori, siamo andati avanti coi laboratori qui e con un'altra ala qui.Quando abbiamo fatto nel cinquantuno quest'ala qui ci siamo trovati che era ormai aumentato il numero degli orfani e c'era troppa comunicazione fra questi e quelli. Ecco allora, quest'ala praticamente mi ha congiunto un po' tutto. E allora siccome questa faceva parte dell'Istituto e non della Casa dell'Immacolata, questi erano già un bel numeretto, allora ho sentito il bisogno di portarmeli fuori nel cinquantadue.
MO101,34[05-11-1966]
34.A... ecco, però volevo dire la 'fonte' sono sempre stati gli orfani?Delle vocazioni nooo.... no no, no no...Ma persone, ragazzi che vivevano in città?Raccolti, guardi, faccia conto che degli orfani, degli orfani sono tre o quattro cinque al massimo...Gli altri erano ragazzi della città?Un po' fuori, della diocesi eccetera..Conoscevano la loro opera e dicevano vado lì...Attraverso i sacerdoti amici eccetera.. Io sono uscito, sono uscito dal seminario, sono stato lì, e attraverso qualche amico eccetera..Ah. Ecco questo volevo dire, non...No no no...E tuttora anche... non è che la maggior parte venga...Quasi nessuno, quasi nessuno, le dico quasi nessuno per questo motivo: perché i casi che noi raccogliamo interni sono talmente casi pietosi... Pietosi per due motivi: primo, tante volte, tante volte perché sono, vengono fuori... son tarati in base, e perciò non c'è niente da fare; o tante volte c'è un figlio unico di una povera madre che è vedova e non si può mandarlo missionario. Perciò, ce n'è qualcuno ringraziando Dio che anche da lì... Ma su quell' uno non puoi far conto di... aver... di far... abbiamo numero eccetera.., capisce? Perciò le vocazioni noi le abbiamo, uno che si dedica così..Ecco, sì, sì... sì...Primo tempo, non glielo nascondo, abbiamo fatto fatica, perché le vocazioni? Averle, perché sa... ma là in mezzo sti ragazzi, sti orfani, poi si corrompono, là raccolgono i ragazzi più abbandonati, certe mamme: c'è il seminario... cosa faranno? Secondo momento, è venuto fuori anche questo: "Ma voi... - anche i seminaristi, i sacerdoti - non è una vocazione com... completa, vocazione completa, cura d'anime, delle parrocchie qua e là... voi avete solo Istituti, domani saranno...". Noi non volevamo mettere fuori le mani, e dire: "Guardate che noi abbiamo intenzioni missionarie", eccetera, no, no. Perché abbiamo detto: “Noi non vogliamo fare questo, per non esporci a critiche, per non...”. Sicché quando noi nel quarant... nel sessantuno, è apparsa la Congregazione nella sua veste giuridica, anche per la diocesi nostra, questa casa che era qui a trecento metri più avanti, è stata una rivelazione... e per tutti è stata una rivelazione...Una sorpresa.Una sorpresa, e allora è cominciata. Infatti, vi dico il vicario generale, amicissimo nostro, dieci ma non di più di dieci anni fa, ancora nel cinquantadue-cinquantatré, andava dicendo: "Ma quando che scopriranno quello che c'è qui dentro sarà una bomba atomica". Per... non ci interessa il numero, ci interessa il gruppetto di anime che siano i forgiatori. A noi interessava, preparare il maestro dei novizi, preparare il padre spirituale, preparare il gruppetto sotto questo spirito, no? Poi ci moltiplicheremo...
MO101,35[05-11-1966]
35.E nella casa di formazione c'erano sacerdoti e assistenti?Sempre stato così, sempre sempre...Il primo che ha avuto la netta vocazione di assistente, lei mi ha detto il primo sacerdote...È stato il primo assistente, è stato prima del primo sacerdote, perché è venuto con me da Araceli, era un giovane di Azione Catt...Sì sì quello lì... ha sentito... la vocazione...Di farsi assistente...Di assistente... e lei gli parlava di diacono a lui?No, no, ho parlato delle mansioni che sarebbero... cioè dell'apostolato missionario eccetera.. così così, del catechismo da farsi eccetera.. tutto quello che dice lei escluse le mansioni diaconali, perché non volevo espormi a una cosa che, sa, potrebbe attirare del ridicolo un domani in mezzo, in mezzo ai miei confratelli, in mezzo a...Chi è venuto prima... il primo assistente quando aveva i cinque-sei ragazzi?Le dico che prima, prima ancora di costruire la casetta io ho preso un giovanotto dei miei di Azione Cattolica: "Oh! Ti dispiacerebbe di venire con me così così così?". E lui è venuto, e diceva, facevamo delle lunghe conversazioni ecceteraecceteraeccetera.. e lì con questo che io mi sono staccato dall'Araceli, ed è venuto, venuto subito con me, è stato un assistente che è venuto con me.Che ha abitato con lei nella casetta...Che ha abitato... quando che io sono entrato nella casa, sono entrato con un assistente insieme con me.E... prima abitava a casa sua, lui...Lui abitava a casa sua, e io abitavo in canonica.E gli altri dormivano ai dormitori pubblici...Ai dormitori pubblici, e poi quando ci siamo uniti, allora siamo venuti qui.Nella prima casetta...Prima casetta, e allora mia mamma e mio papà che abitavano qui in città, perché sono venuti ad abitare proprio qui in città, che prima abitavamo in un paese fuori, allora io sono andato da mia mamma e ho detto: "Senti, ti dispiacerebbe di fare questo sacrificio?". Eh.... mia mamma sa... a levare i pidocchi ai ragazzi, e lavarli, far da mamma insomma ecco...Interessantissimo... quasi quasi come dice Dio: "Il piccolo seme...".Capisce. Perciò dico non... la Congregazione era lì, ma non si pot... come Nostro Signore è stato a Nazareth, e nel nascondimento, al momento buono è uscito no?, è uscito nella sua missione. Il Signore fa sempre così, mi pare. Perciò anche qui, noi, era chiaro la vocazione ancora ti dico il "trentasei", era chiaro quello che il Signore voleva... ma... il dubbio era come cominciare, come fare... e... ci siamo lasciati portare dal Signore, sì.Poi abbiamo cominciato a formare questi giovani qua, al momento giusto il Signore ci dirà: "Andate qua, andate là". Noi lo faremo. Ma non potevamo esporci se non avevamo gli uomini, e ho aspettato anche per avere il riconoscimento della Congregazione, io ho aspettato di avere sacerdoti ogni anno, cioè quando ho cominciato la catena di sacerdoti... aver la possibilità di avere sacerdoti ogni anno, allora si parte, ho detto.E... adesso quanti sono?Dunque i sacerdoti son ventidue, sacerdoti, ottantanove religiosi con voti...Ottantanove assistenti?No, sacerdoti e assistenti insieme, e anche chierici. Dunque gli assistenti con voti, sono quaranta... quaranta assistenti, il resto chierici, per arrivare a ottantanove, ottantanove. Per noi sono ottantanove i religiosi, ecco ottantanove religiosi, e poi sedici novizi cioè diciot... diciassette novizi...Oltre a gli ottantanove...Ottantanove... sì sì, dunque...Sì sì, ho capito.E poi quarantacinque nelle medie...Quarantacinque già avviati...Noi, facciamo conto, vede, molto sulle vocazioni anziane...Sulle?...Sulle vocazioni adulte...Adulte, a sì eh....Facciamo conto lì...
MO101,36[05-11-1966]
36.Ah. Sì. C'ha qualche... episodio in questo senso?Episodio...Episodio, qualche caso voglio dire...Per esempio, guardi quel giovane che ha visto entrare, che è tornato dal seminario, che è andato a Brescia, quello lì era da Grassetto...Cioè?Quella ditta edile Grassetto che ha sette-ottomila operai, eh! Solo che a Padova centocinquanta impiegati. Dunque quelli che hanno fatto... i, cosa, i Jolly in giro per l'Italia, i Jolly per l'Italia eccetera.. stanno facendo il Ministero adesso della Mari... della Difesa, o Marina mercantile, mi pare, una una delle più grosse ditte in Italia. Lui aveva in mano l'amministrazione familiare... Aveva deciso ad un dato momento di farsi sacerdote, con il suo padre spirituale, un benedettino... però cercava una congregazione religiosa che avesse la cura d'anime, voleva la cura d'anime ma religioso; un suo cappellano, che per caso ha avuto relazioni con noi qui, gli ha indicato... ed è venuto qui.Ed è rimasto?È rimasto...Come vocazione...Come vocazione, sì, sì.assistente?No, questo questo sacerdote, questo sacerdote, questo sacerdote, invece ne abbiamo per assistenti che sono meravigliosi, per esempio in questi giorni ne è arrivato uno da Lodi, un giovane di diciannove anni, che era impiegato, impiegato... "E io... io desidero farmi diacono". assistente diacono, diacono ha detto.Parlano già ormai...Parlano di diaconi qui, ormai parlano... sì sì qui parliamo chiaro netto per diaconi, ormai, vero?
MO101,37[05-11-1966]
37.Quindi di questi... quaranta diaconi diciamo, quanti sono... erano adulti quando hanno deciso... sono già tutti adulti praticamente...Son tutti adulti, faccia conto di questi quaranta... il tre... una trent... più di trenta sono entrati adulti... più di trenta sono entrati adulti, sì sì più di trenta. Guarda, che quel... adesso Berto Manzardo che era sergente mi... adesso, degli alpini, ardito eccetera..Ecco, qualche esempio...Esempio: guardi in questo ultimo tempo, abbiamo un sergente degli alpini, ardito sa.... che li gettavano giù col paracadute, dovevano arrangiarsi a sopravvivere eccetera.. è entrato per farsi religioso, assistente diacono. Lui è specializzato in meccanica.Abbiamo poi un altro, agricoltore, un bravissimo figliolo, i suoi... Adesso sta studiando, trent'anni... lui sta studiando anche lui, la sua filosofia, la sua teologia, perché sogna un domani andare in vita missionaria, collaborare coi sacerdoti eee...Abbiamo un perito tecnico... dentro... Filippi che sta anche quello... studia l'assistente Vinicio che fa parte del Consiglio generalizio, perché noi abbiamo due sacerdoti, e due ss... e due re... beh... come Consiglio io c'ho due sacerdoti consiglieri e due religiosi assistenti, nel Consiglio generalizio.Ecco ha...Come Consiglio nostro, è fatto di cinque persone: Il superiore, due sacerdoti e due assistenti consiglieri. Cioè....Il superiore ha il voto determinante?No, no, ins... sì, beh, insomma, da buoni fratelli, sì... Beh questo, per esempio, Vinicio, lui era tecnico a Valdagno, stava lavorando alla Marzotto; è già undici anni che è qui. Ecco si è donato completamente, lui è felicissimo di questa vocazione qui vero? Ecco, di anziani ne ho parecchi, ne ho... a un dato momento hanno capito... sacerdote no, non mi sembrava la mia strada, però donarmi interamente al Signore, lavorare per... salvare anime, collaborare nella parrocchia, o in... una istituzione così, questo sì, mi sento... mi pare che sia la mia strada...E sentono anche la la la... esigenza della castità?Sì, sì, e... sì, sì...Quindi sono, sì, saranno un modello di diaconi che...Sì, questi vero? Sì, tengono alta questa bandiera...Questa fiamma, si... Altri saranno sposati normalmente; però questi forniranno un lievito di diaconi consacrati.Cioè vede, anche perché questi, nel campo nostro, noi li pensiamo un domani, specialmente anche a spiritualizzare le scuole professionali, penetrazione...Però a Crotone vede, non è necessario formare una scuola professionale, perché c'è già, fatta dalla Cassa del Mezzogiorno, hanno speso tre miliardi lì per farla, dunque non è che noi facciamo concorrenza allo Stato. Però lì, sono entrati i nostri, sono entrati lì da buoni amici, per la parte assistenza, catechismo i sacerdoti, e poi assistenza a loro, vero...
MO101,38[05-11-1966]
38.Bellissima... interessantissima, e qui loro hanno tutto questo complesso, poi il bello è che mi hanno... l'unica cosa che mi hanno detto è che ci sono delle casette prefabbricate, mi cavi anche questa curiosità.Dunque è stata così: sì, guardi... per noi pensiamo questo dei nostri: prima devono essere uomini, i nostri, vuoi sacerdoti vuoi diaconi, è necessario che siano uomini perché devono trattare con gli uomini, perciò curiamo in modo particolare la form..., ci sforziamo almeno ecco desideriamo, curare insomma la parte umana. Perché devono portare un messaggio, il messaggio di Nostro Signore, e non si può portare un messaggio di Dio su un vassoio poco pulito. Il primo incontro che i nostri devono fare, è un incontro umano...Le pare mica giusto? Perciò noi ci teniamo molto, perché abbiano sempre un perenne sorriso sul labbro, un senso di serenità, di gioia, che, si... che si incontr... in modo che un domani s'incontra o no sì sì... che veramente, vorrei dire quasi attirare la simpatia "umana", ma non per la parte umana, ma perché noi dobbiamo portare a Cristo...Per dare il divino...Per dare il divino...Cominciare ad essere uomini come tutti.Ecco, fatto questo, questo il primo passo, insistiamo perché siano "uomini di Dio". Noi con una parola un po' detta alla buona, diciamo che devono essere dei "carmeli ambulanti". Voillaume dice che dovrebbero essere dei "contemplativi sulla strada, nella strada, sulla strada". Ma, diciamolo con parole che vogliamo, insomma, dobbiamo essere uomini di Dio, in continua unione con Dio, non soltanto durante la meditazione, durante la Messa, durante le preghiere, ma per noi dovrebbe essere tutta una preghiera, se ci sforziamo di fare la volontà del Signore in tutte le cose, a un dato momento entri in comunione col Signore. Per... gli uomini di oggi vogliono Dio... inconsciamente, ma cercano Dio, e se... adesso noi ci troviamo con delle creature "piene di Dio", che siano, che si presentino bene eccetera, ad un dato momento, lei capisce... gli altri lo ricevono Dio... lo... ecco.
MO101,39[05-11-1966]
39.Poi... diciamo: Beh! Tu devi essere "uomo", devi essere "l'uomo di Dio", devi essere però anche "testimone di Dio". Non si può prendere una candela e nasconderla. Bisogna, al giorno d'oggi bisogna mostrarla, deve essere accesa ma deve essere presentata. E allora tu devi dare la testimonianza del Signore, e noi con una frase diciamo: "l'apostolo deve dare". Quando ci incontriamo con una persona, dobbiamo farci l'esame di coscienza e dire: "E io cosa ho dato a questa persona?". Dio mi ha messo a contatto con questa persona. Il diacono Filippo s'è messo a contatto dell'Eunuco e cosa ha dato, ha dato il battesimo, gli ha dato la grazia. Beh! Forse Dio mi ha fatto, ha fatto che io mi rompessi questa macchina, perché andassi a finire in quella officina, per portare Dio. Perciò vediamo la volontà di Dio, anche in queste cose, perciò lo sforzo di dare, il desiderio di dare, che cosa? Dio, non noi stessi, Dio soltanto dare Dio.Messo apposto l'uomo, un pochino in questa forma, cioè uomo, uomo di Dio, l'uomo testimone di Dio, che dà Dio, che ha il desiderio di dare Dio, la comunità. Allora siccome siamo chiamati a vivere in comunità, sacerdoti e assistenti, e diaconi insomma vero?, questa comunità deve essere una testimonianza, non solo l'individuo, ma la comunità deve dare la testimonianza, deve dare la testimonianza, perché lo vuole il Signore questo, no? E allora dobbiamo dare una testimonianza vera dinanzi in mezzo agli uomini, perciò la comunità deve essere un piccolo paradiso. Deve essere una famiglia nel vero senso della parola, dove tutti insieme si deve cercare la volontà di Dio. Non c'è più questione allora di obbedienza, di non obbedienza, difficoltà di quelle robe... che s... che cascano, quando c'è la carità a un dato momento casca tutto. Non le pare? Perché a un dato momento m... è tutto superato. Insieme siamo preoccupati di cercare la volontà del Signore. Siamo in una parrocchia: beh. cosa vuole il Signore? Ma parroco non parroco... ma... assistente o sacerdote, ma siamo fratelli, cosa... Dio, Lui e basta, no? Ecco, salvare anime. M... campo, dunque, prima la comunità deve essere così.
MO101,40[05-11-1966]
40.Come campo di conquista, come campo di conquista... preoccupazione nostra, di creare la grande famiglia di Dio, creare la grande famiglia di Dio, che naturalmente m... dovremmo in cielo essere tutti insieme. Il desiderio del Padre è che ci facciamo... che che tutti gli uomini siano una grande famiglia, no? E allora noi, povere creature, abbiamo il dovere, sia per il battesimo, sia per la cresima, sia per la nostra vocazione particolare, di collaborare con Dio per cominciare fin dalla terra a formare questa grande famiglia, ecco mi pare che sia questo, no?Ora attento, questo lavoro devono farlo i sacerdoti e i diaconi, devono farlo e gli uni e gli altri, deve essere fatto. Il sacerdote però... deve un pochino avvicinarsi un pochino, a sta benedetta umanità, non deve restare sul piedistallo, pure domani essendo chiamato a celebrar la Messa, a confessare, eccetera.. ma deve sapere un pochino cosa passa anche nell'animo di quel povero operaio, deve conoscere un pochino il linguaggio di quell'operaio, non si può oggi per esempio mettere il sacerdote sul pulpito a predicare e che non sappia dove vive quell'uomo, sette otto dieci ore al giorno. Ed ecco allora che durante la formazione dei nostri sacerdoti, li mandiamo a lavorare, alcune ore alla settimana... e abbiamo detto: "Voi dovete lavorare alcune ore, primo, per sapere, conoscere il linguaggio degli operai, (e durante l'estate, quasi tutta l'estate, un mese in montagna e poi tutti al lavoro) dovete farlo, per aiutarvi anche a mantenervi, perché non è giusto che viviate sulle spalle del prossimo".Questa, dico, è stata un'idea un po' azzardata. Qualcuno ce l'ha criticata fortemente prima del Concilio, ma dopo il Concilio abbiamo visto che tutti ci hanno dato ragione, perciò siamo andati avanti tranquilli, ma abbiamo cominciato parecchio prima del Concilio, noi 'na roba di questo genere qui.E allora ci siamo domandati: "E cosa facciamo fare?". E allora abbiamo cominciato a fare delle casette prefabbricate, ecco le famose casette prefabbricate; prima delle casette prefabbricate, abbiamo cominciato altri lavori, ma poi insomma ci siamo orientati verso le case prefabbricate, e lì allora lei vede il giovane di liceo, vede giovani di teologia, vede l'assistente, quello che... il famoso diacono, là da buoni fratelli, con la tuta, vero, che lavorano...
MO101,41[05-11-1966]
41.Alcune ore?Alcune ore alla settimana; faccia conto un'ora al giorno, due al giorno... durante... secondo...Poi durante l'estate un po' di più.Sì, ma li uniamo in una giornata, capisce, a seconda... anche perché... Ecco un'altra cosa... Abbiamo cercato che questi benedetti figlioli avessero un senso di responsabilità, per esempio: uno di teologia è responsabile supponga dei... di fare i pannelli di poliestere, lana vetro eccetera.. e allora va a Milano va di qua va di là, avvicina tecnici, avvicina persone... Questo giovanotto che lei ha vicino, è l'incaricato per esempio del riempimento, e allora, cloruro di magnesio, magnesite, amianto eccetera eccetera, e allora via a Mestre, via da un'altra parte eccetera, è incaricato poi dello studio fotografico, e allora macchine, cineprese... ma sempre in vista dell'apostolato, sempre in vista delle vocazioni. Noi abbiamo un fine, dobbiamo arrivare là, tutto quello che non serve lo buttiamo via, ecco, perciò questi giovani...Ognuno si è specializzato...Si è specializzato e ci ha messo l'anima, per cui "l'anima" lei capisce in che senso, come lo diciamo noi, si è messo dentro un po' tutto, per cui lui deve prepararsi prima la parte pietà e spirituale, ecco: studio, per arrivare sacerdote, poi ha quelle responsabilità, allora vede che qualcuno che va di sera, qualcuno che dice... quella cosa da finire, quell'altra da finire...Ho capito, anche con una certa libertà, una iniziativa personale...Sì, non è questione... sì, c'è una iniziativa personale, non è questione di orario: devo dare un'ora 'brontolata', no, no, siamo in casa, siamo in famiglia.Anche i sacerdoti, no, quelli che si preparano, finché si preparano?Quelli che si preparano... o co' sono sacerdoti, siccome che c'hanno tanto da fare, qui da noile dico che qualche ora la fanno anche loro, qualche volta vanno lì, perché se arrivano là alla sera, vedono gli altri che lavorano, prendono in mano il pennello anche loro, qui siamo fratelli, non c'è che insomma che adesso il prete non fa queste cose qui, neanche per sogno!
MO101,42[05-11-1966]
42.Questa attività delle casette è completamente distinta dai laboratori degli orfani?Certo è un'altra casa...È un'altra cosa...Anche per gli stessi che studiano per divenire diaconi, hanno i laboratori qui nella casa di formazione, che non centra niente con gli orfani, di là.Ah... sì sì ho capito, questa è un'altra casa... sì sì...Questa è un'altra casa... i laboratori eccetera.. è una... attualmente l'Istituto San Gaetano, l'Istituto San Gaetano che è stato il primo... che è stato, vero... l'inizio... è divenuta una delle opere della Congregazione.Sì, sì, sì, adesso fanno: Istituto...San Gaetano Vicenza, Istituto San Gaetano Asiago...Ah... lo stesso?Sì, Istituto San Gaetano Asiago.Asiago, la stessa attività?No. Qui qui abbiamo le tre medie.Operai?Altre voci: Sono gli stessi ragazzi, quando vengono dopo la quinta elementare, le tre medie le fanno ad Asiago. Qui son tutti orfani... ma è la stessa famiglia, ha capito?Sì, sì...Avevamo cominciato a Vicenza, tenevamo tutto qui, poi siccome il numero è aumentato...Fanno le medie là.Le medie là, e dopo le medie, le scuole professionali le facciamo qua, a Vicenza.Quindi ne hanno due.Sì due, sì, poi c'è...Ragazzi interni orfani...poi la scuola di formazione...No, poi c'è, poi c'è l'Istituto...Per esterni...Per esterni... convitto per esterni. Sì sì, comunque abbiamo fatto questo, abbiamo fatto, cominciato a Vicenza l'Istituto San Gaetano, per orfani. A un dato momento avevamo bisogno di una casa in montagna durante l'estate, e allora l'abbiamo fabbricata in modo tale che potesse servire: durante l'inverno per i più piccoli, le tre medie, prima erano le tre avviamento. E abbiamo scuola statale, e abbiamo insegnanti che vengono da fuori, è una succursale della scuola statale, e poi finite le tre medie venissero giù qui.E questi avevano attività, penso per ipotesi, ma non sono estranee, perché aiutano i loro, i sacerdoti loro a vivere in contatto con gli studenti con...Sì, un po' con tutto, vero...In laboratorio impareranno...Anche gli assistenti, per esempio...Anche gli assistenti, si formano in questi ambienti...Pensi un pochettino, prenda un assistente giovane, che fa supponiamo, che vien... o viene da fuori, ma è giusto che fatto i voti religiosi faccia un po' di esperienza. Non è soltanto l'esperienza di laboratorio, poi lo mandiamo le domeniche fuori nelle parrocchie, noi, gli assistenti.Insegnare catechismo...Insegnare catechismo.Assistere le Messe...Assistere le Messe, adesso abbiamo parecchi assistenti nelle parrocchie che vanno là, leggono l'epistola, assistono la Messa in modo che cominciano già a fare esperienza, anche in loco, prima... qui.Una cosa... Loro si sono così occupati delle casette, nella prima fabbricazione di queste casette, come dirigono anche gli altri complessi loro? Gli altri laboratori? Cioè gli assistenti e i sacerdoti che studiano, e i seminaristi che studiano, sono impegnati contemporaneamente anche... in Istituto San Gaetano?No, guardi... L'Istituto San Gaetano, propriamente detto di là, l'Istituto San Gaetano ha un direttore sacerdote, c'ha un altro sacerdote per fare il vice direttore, e poi c'ha un assistente, futuro diacono, laico non è vero, praticamente religioso, piano... che fa da prefetto di disciplina. E poi ci sono dodici assistenti che fanno, hanno vari gruppi di disciplina, e dirigono i laboratori.Dodici assistenti, non diaconi?Futuri diaconi, dodici Assistenti religiosi, adesso andrete a vedere, dodici Assistenti religiosi che hanno in mano i vari gruppi, e hanno in mano la direzione dei laboratori, tipografia, meccanica, falegnameria eccetera.. che hanno organizzato un sacerdote direttore e un vice direttore.E questi assistenti... in fformazione?No, questi sono già in attività, che potremmo spostarli... gente che va in America Latina, lavorano...Ah! Son già formati?
MO101,43[05-11-1966]
43.Già formati, potremmo, potremmo prenderli quei dodici là e portarli immediatamente...Ah! Quelli sono già formati?Infatti uno di là, guardi glielo dico subito guardi, uno di là, uno di là l'abbiamo portato a Monterotondo adesso, che è partito da là e mandato a Monterotondo, e ne ho mandato di qua uno più giovine a sostituirlo. Adesso, guardi, due di quelli là partiranno per il Chaco, e ne mando altri due di giovani a sostituirli. Ad Asiago, e vede... permetta un momento, guardi,.. da qui ne abbiamo mandati su quattro ad Asiago, di giovani, assistere i più piccoli lassù, e son là. Mezza giornata quelli là, vanno a scuola siccome i ragazzi hanno scuola, no? Allora alla mattina i nostri assistenti hanno scuola di teologia, di filosofia, nelle quattro ore che i ragazzi sono a scuola, pomeriggio assistono i ragazzi.Quelli più, che son più giovani, che hanno fatto un po' un paio d'anni lì, li metto all'Istituto San Gaetano, allora in mezzo ai ragazzi più grandi, e dopo... e intanto cominciano un po' di esperienza nelle parrocchie alla domenica. Perché i ragazzi più grandi, noi alla domenica li mandiamo a casa. Al sabato e alla domenica, quelli interni più grandi, perché si abituino un po' al mondo e alla famiglia li mandiamo a casa. E allora gli assistenti cominciano un po' la pratica pastorale, fuori nelle parrocchie. E da lì tac. Li lanciamo nelle parrocchie, in giro.E... attualmente allora nella casa di formazione quanti assistenti hanno... futuri?Cosa vuole, complessivamente, guardi adesso è difficile dirlo perché sono nel noviziato, sono... faccia conto, faccia conto che noi... siamo cinquanta per cento di preti e assistenti, ecco... li... il cinquanta per cento pressappoco così.Mi sembra di aver capito... non immaginavo...Questo "manicomio"...Sì, sì, è proprio...
MO101,44[05-11-1966]
44.Son casi, son casi distinti, ha capito? Per esempio, adesso lei ha visto: l'Istituto San Gaetano è una cosa con la sua direzione, va avanti per conto suo, con i suoi orfani, se li accettano loro, si arrangiano loro e stop. Quello di Asiago, c'ha il suo direttore, va avanti per conto suo, è legato con San Gaetano di Vicenza, perché sono quelli stessi che poi verranno a Vicenza, perciò c'è un certo legame fra loro, quelle due case. Poi abbiamo l'Istituto Ferdinando Rodolfi, per esterni, che ha il suo direttore... e va avanti per conto suo, scuole prof... scuole medie statali, perché è una succursale della statale, invece quelle professionali no. Casa di formazione che va avanti per conto suo, qui nella casa di formazione c'è anche la direzione generale della Congregazione e il noviziato. In casa abbiamo qui vero... questi nostri, li mandiamo scuola, le medie li mandiamo a scuola di là, nella scuola professionale Rodolfi, dato che ci sono le scuole statali risparmiamo l'insegnante e li mandiamo a scuola di là, le medie. ginnasio, liceo, propedeutica ci facciamo scuola in casa. Teologia, siamo a cinque minuti di strada dal seminario, li mandiamo solo che scuola in seminario.Volevo dire che mi sembra di aver capito il piano di Dio anche, che ha creato il sacerdote e laici insieme... una cosa sola proprio.(Don Guido: Non c'è nessuno, capisce, dietro; infatti la meraviglia di alcune famiglie religiose in cui il fratello laico ha mansioni completamente diverse da quelle che attualmente, perché hanno concepito così, ma dicono: "Ma voi tirate su gli assistenti con i sacerdoti insieme? Ma è concepibile? Non so, non litigano, non si invidiano, non...?". Invece no, per noi sono fratelli, per noi direi, quasi, che bisogna fare un ragionamento riflesso, vedere uno che... del Magistero per esempio che studia per essere diacono, e uno di liceo che non ha ancora la veste, quello lì diventerà assistente o diventerà sacerdote? Sono fratelli. Lei li ha visti venire in refettorio, uno valeva l'altro... no? Cosa vuole...)Le chiedo una cosa.... di quello che mi ha detto prima, non inciso...No, quello, guardi... lei ha capito.Ho ho capito, quello che si può dire con semplicità, non come una cosa... carismatica o che, però che lei aveva già questa idea, questa intuizione fin d'allora, questo si può dire.Comunque, adesso lei faccia come....Perché questo è connesso con la storia, è la storia proprio che parla...Le dico, lei si tiri via da me, faccia conto di essere lei al posto mio... ecco siccome che, mi son permesso di dire questo, perché abbiamo lo stesso spirito insomma, lavoriamo sullo stesso campo. Lei sa come... non il pericolo enorme che non togliamo a Dio quello che è suo. Ecco lei deve capire questo: "Lasciamo a Dio quello che è suo".Guardi, io ho parlato, ho dovuto presentare molte opere della Chiesa sul nostro giornale. In generale ho sempre ricevuto lettere e hanno detto che erano stati capiti insomma, avete colto proprio... quello che noi pensiamo di noi stessi. Quindi, speriamo che se lei ci aiuta con la preghiera, di fare altrettanto... sì mi sembra di aver capito...Abbiamo, abbiamo anche noi "l'impegno di vita", settimanale cioè mensile, voi avete la "Parola di vita" cioè mi pare...Sì, teniamo una frase del Vangelo...Una frase del Vangelo anche noi... Noi l'abbiamo invece... mensile anche noi, "l'impegno di vita". Abbiamo gli "Amici", vero? Gliene ho già parlato?No.
MO101,45[05-11-1966]
45.Noi abbiamo gli "Amici". Una delle prime cose che ci siamo preoccupati è stata questa: di avere, mentre noi lavoravamo "a tirare" ci fosse qualcuno che tagliasse sotto la pianta. E allora abbiamo subito messo dei parafulmini alle opere. Abbiamo cominciato dei collegamenti con i Carmeli, Carmelo di Firenze, offrono l'ora di terza ogni giorno per noi, l'undici del mese offrono tutte le preghiere per noi. Abbiamo quattro, mi pare, quattro Carmeli che, che lavorano in questa forma così. Poi non accontentandosi dei Carmeli, abbiamo cominciato avvicinare ammalati, e visto che la cosa andava abbastanza bene, quando si vedevano delle difficoltà mobilitavamo tutto questo... vero, lavorio, di queste anime.Allora, sa, abbiamo fatto gli "Amici", gli "Amici"... È una so... non è associazione. Oggi sono circa, mi pare, sette-ottocento... sono... un collegamento; agli "Amici" noi domandiamo questo: loro devono cercare di dare una testimonianza dinanzi al mondo moderno, quasi del tutto concentrato nel godimento della vita terrena, che siamo fratelli fra noi, e con il fratello Gesù protesi verso l'eternità... Ecco, devono sforzarsi di fare questo.
MO101,46[05-11-1966]
46.Ora gli impegni, cioè considerarsi come famiglia, un po' di famiglia, seguire gli avvenimenti della Congregazione, come fosse la loro famiglia, e sforzarsi di vivere lo spirito della nostra Congregazione, dico: "lo spirito". Ogni venerdì offrire le loro sofferenze, il loro lavoro, per i membri della Congregazione.Perché una delle cose alle quali noi puntiamo forte è la santificazione del lavoro, accettato come mezzo di santificazione, di espiazione, ed... allora ecco che noi spingiamo un po' questi amici, sentite: "Offrite i venerdì per noi e noi li offriremo per voi. Tutte le nostre sofferenze, tutto il nostro lavoro, per quello del venerdì... se potete diteci anche una corona, così spediamo, vero...". E ogni giorno noi celebriamo una Santa Messa per loro, qui viene celebrata nella Casa.Ora siccome abbiamo un "impegno di vita" in famiglia, e ogni settimana ci raduniamo insieme per vedere come poterlo vivere meglio, tutte le nostre comunità ogni settimana si radunano, e si discute "l'impegno di vita", e allora ecco ogni mese noi mandiamo... gli Amici nostri hanno chiesto, vero, che potessimo comunicare anche a loro il nostro "impegno di vita", in modo che potessero anche loro partecipare, e viverlo. E allora ecco che nel nostro 'Bollettino' che mandiamo, mettiamo ogni mese, sì, "l'impegno di vita", la spiegazione dell'impegno di vita, dell'impegno di vita del Novembre 1966 per esempio, e allora c'è l'impegno di vita: "Signore, insegnaci a pregare". Eccoci così...Da tener presente durante la giornata?Sì, da tener presente, si cerca di far... insieme al nostro lavoro... ecco così... praticamente... qui mettiamo nel Bollettino nostro degli amici eccetera mettiamo un pochino... un po' di cronaca, di quello che sta succedendo in casa, per considerarli di casa, in modo che possano pregare, "l'impegno di vita"... metterci, siccome è ogni due mesi, mettiamo i due mesi che seguono in modo che possano viverlo, e poi cerchiamo sempre di mettere un personaggio che ha vissuto la carità, e la parola del Papa... una cosa senza pretese, una cosa di famiglia così ecco. Il motivo è, siamo un po'... sa "egoistico", insistiamo perché preghino per noi, perché il Signore ci tenga una mano sulla testa. Ecco questa è la sostanza.Benissimo... molto bello, mi sembra proprio... che non abbia disturbato neanche il...Son tutti particolari... dopo il resto...Ecco, quello che mi dispiace che i nostri lettori, cioè non i nostri, tutti i lettori, vogliono articoli corti, non so se lei...Sì, sì...E noi... praticamente il massimo li facciamo di otto cartelle, ora, concentrare in otto cartelle... è sempre lì l'impresa, perché ci vorrebbe un libro; comunque ce la metteremo tutta, insomma, e... poi poi, l'idea è così chiara e fondamentale, niente, così limpida, così capibile che siamo facilitati...Non so quanto chiaro sarò stato comunque per... Spero che ci siamo capiti, insomma, ecco.Lo apprezziamo moltissimo.Non stia neanche a parlare, per carità.Ci scusi che non ci siamo fatti precedere da una... eravamo di passaggio...Non siamo abituati a queste cose...Eravamo di passaggio a Verona, Verona, e ci hanno detto appunto...Vedete, andate a vedere questo "manicomio", ah?Le casette prefabbricate... non proprio questo, no...Basta, adesso non c'è altro.6 novembre 1966