edizione integrale e critica
a cura della Postulazione
INTRODUZIONE CRITICA
Don Ottorino più volte ricordò ai suoi figli di aver chiesto al Signore,
in occasione della sua ordinazione sacerdotale, il dono di una parola persuasiva ed
efficace in ordine al ministero pastorale e alla salvezza delle anime. Scrisse
infatti nel suo diario personale il 19 maggio 1940: “Dammi il dono della parola,
cioè l’efficacia della parola. Non una parola fiorita, ma una parola che è piena di
unzione divina e che penetra nei cuori, facendo dimenticare il povero strumento
della grazia. Dopo una predica, una conferenza, una confessione, fa’ che un’anima
non dica: ‘Che bravo!’, ma dica: ‘Ha ragione! Bisogna mutar vita’” (Diari e
Testamenti, p. 69).
Di fatto, però, don Ottorino non fu un grande predicatore che attraesse le
folle con la sua arte oratoria, ma aveva un parlare immediato e semplice, pieno
di immagini, che captava l’attenzione e scendeva nel cuore: coloro che lo
ascoltavano restavano colpiti e non dimenticavano facilmente né il suo modo di
parlare né il suo messaggio. Per questo veniva spesso invitato a predicare
ritiri spirituali nel seminario vescovile di Vicenza e nel collegio vescovile di
Thiene (VI) perché sapeva presentare le grandi verità in maniera accessibile,
avvincente e vivenziale.
In questa sezione non pubblichiamo le omelie di don Ottorino, ad eccezione di
alcune di cui possediamo solamente il testo scritto e non la registrazione, ma
tutti gli schemi da lui stesso preparati durante gli anni del suo ministero
sacerdotale. Evidentemente sono molto più completi i primi, quando era ancora
cappellano ad Araceli e quindi alle prime esperienze come predicatore, e molto
più sintetici i successivi quando già l’esperienza aveva affinato le sue
eccezionali qualità nel trasmettere il messaggio evangelico.
Le occasioni che motivarono questi schemi sono le più varie e molteplici: dalle
omelie domenicali ad Araceli ai tridui e alle Quarant’ore di adorazione, dai
mesi di maggio ai ritiri ed esercizi spirituali ai seminaristi e ai giovani
dell’Istituto, dalle catechesi sulle virtù e sui sacramenti alle esortazioni
nell’ora settimanale di adorazione con i Religiosi dell’Opera. Di conseguenza i
temi trattati abbracciano il ventaglio completo della vita cristiana, con
logiche ed evidenti ripetizioni quando si tratta di ritiri a gruppi simili.
La pubblicazione rispetta la cronologia dei tempi, anche se non sempre è stato
possibile datare con certezza gli appunti, cioè a partire dalle prime omelie
dopo la consacrazione sacerdotale fino agli ultimi appunti stesi poco prima
della morte.
Il testo originale viene riprodotto integralmente, mentre quello stampato apporta
a volte alcune correzioni, ed è accompagnato da brevi note introduttive e da
annotazioni esplicative. Ogni variazione significativa, ad ogni modo, è sempre
puntualmente segnalata.
