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LA CARITÀ NELLA VITA COMUNITARIA E NELL’APOSTOLATO

MO168 [25-04-1967]

25 Aprile 1967

MO168,1 [25-04-1967]

1 Vi avverto che abbiamo firmato, o meglio il nostro... Vinicio ha firmato delle carte di scritture più difficili per Bosco: sta diventando un capitalista! Dopo però ha detto che fa la donazione alla Pia Società, perché agisce per conto della Pia Società...
Adesso, stamattina andremo dalla signora Maura, Maria Raumer, la quale ci dà i diecimila metri vicino alla fontana, e una puntina lì... che bisogna tore, che è di fianco, ma quello che era l'osso duro, l'osso immangiabile ormai, è cascato giù insieme, ma è cascato bene... Quattro ne abbiamo fatti fuori ieri! Fra osterie e da una casa all'altra, con la macchinetta da scrivere uno, un altro con la borsetta sotto el brasso, gera una commedia perché se ndava dentro... don Luigi... digo, Bottegal con la macchina da scrivere, Mariano con la borsetta sotto el brasso, con le carte bollate, eccetera, dentro e planimetrie, drìo el capitalista Vinicio, mi l'assistente sociale, e dopo ghe gera un altro... sior Giovanni, gera uno degli impiegati del Comune che gavemo accaparrà anca quelo, e allora quelo el fasea da mediatore: "Dai, dai, dai... dai, bevi qua! Qua l'assegno! Dai qua!", e la femena che se prodigava a fare... gli onori di casa, e allora, 'riva da una parte el caffè co la graspa, 'riva da quell'altra un bocale de vin suriscaldà, insomma a li go menà a casa imbriaghi ieri sera, tutti quanti! Fòra da una porta dentro da quell'altra, e scominsia da novo: macchina insima alla tola: “Buongiorno. Semo vegnù qua... Dunque, la staga attenta... la varda el disegno, femo così e così...”. Qualcuna fasea finta de non saver ninte e la savea tutto... "Mi no capisso mia - dise - quanti... che fa vigner fora tanti metri... Sì, sì, sì, sì, sì!". Ma, in sostanza, el primo passo... Adesso, stamattina ghemo da fare el resto, e dopo mezzogiorno mandemo uno squadrone... Podaria essere un pochi de terza liceo, vero, don Luigi? Farse su le maneghe, tiremo via i reticolati e mettemo un reticolato provvisorio sulla nostra proprietà. Xe giusto, no? E dopo tolèmo nda sbrancà de terra e la portemo casa: la xe terra nostra! Sì, parchè ghemo el possesso immediato... E allora... oggi pomeriggio, via le squadre per sistemare lì, e per studiare i piani de attacco. Oh, chi xe che se tien l'incarico de tegner su el tempo? Marco! Se sta sera piove, Marco... "Augurio conclusivo". John, capisci niente? Beh, pazienza, va là... "Augurio conclusivo".

MO168,2 [25-04-1967]

2 San Paolo fa l'augurio conclusivo, solo che, per far l'augurio conclusivo, el fa 'naltro mezzo libro: pazienza!
"A voi poi il Signore conceda la pienezza e la sobrabbondanza della carità scambievole verso tutti, quale noi la sentiamo verso di voi...". Però, leggendo, facendo meditazione su questo cose qua, si può dire che la dominante di San Paolo è la carità e la volontà di Dio, insomma lì, no? Carità e volontà di Dio. E mi domando: "Varda che grazia che ha fatto il Signore a noi, quando che abbiamo messo come base la volontà del Signore!". Non lo sapevamo neanche noi. Te par, Livio? Adesso comprendiamo che non poteva essere che quella, non poteva essere che queste dò robe qua per una Congregazione moderna che vuole inserirsi e portare la rivoluzione nel mondo, non potevano essere che ste robe qua! Da quanto andavo chiedendo al Signore: "Dacci una tonalità...". Se, per esempio, sa, fossimo partiti... Perché c'è qualche Famiglia religiosa, come i Passionisti, sulla passione del Signore, no? Hanno puntato... sul Sacro Cuore. Avessimo calcato sulle anime del Purgatorio, noi... Te par miga? El... nero delle anime del Purgatorio, no? E invece no! "Signore, illuminaci!". La volontà di Dio, la volontà di Dio! La forza di questa parola: fare la volontà di Dio. Trovemo... solo di fare la volontà di Dio. Ma capite che è un piano rivoluzionario il nostro? Ma anche nelle famiglie, vedo... tu vai in una famiglia, cominci a parlare di queste cose qua, sulla volontà di Dio e la carità, e la legge di Dio è carità: non c'è niente da fare! Domenica, con Gaetano e Paolino, ci trovavamo in una famiglia, lì, e i cristiani, sapete... "Mi, mi, ah, mi no non perdono! Mi, mi no non saludo! Mi, mi, no!". Andare in ciesa... Vuto fare ndare in ciesa! Però, se te ghe un fiolo e te ghe bisogno perché l'è disgrazià o perché el se mala, te vien qua: "Signore, juteme!". Vuto presentarte a domandare aiuto al Signore, dopo aver el coraggio... Dire, sì, è male il peccato impuro, è male tutto quel che vuoi, però, però, attenti che il male più grosso è lì, insomma! Ora, guardate che è una grazia grande che il Signore ci ha fatto di farci capire queste cose! Chissà che un pochetin alla volta riuscemo a capirle, ma intanto è già qualcosa, no, capirle...

MO168,3 [25-04-1967]

3 E qui San Paolo continua a insistere su queste cose qui. Dunque...
"Se a Tessalonica si devono constatare ancora delle deficienze nella fede, ce ne saranno inevitabilmente anche nella carità...". Prima parlava della fede che aveva qualche deficienza, e parlavamo anche noi delle nostre Comunità: è inevitabile qualche deficienza! Anche nella nostra vita privata, che ci siano delle altalene, degli alti e bassi, no, cosa volete, è inevitabile! Qualche piccolo... qualche momento in cui si vive al terzo cielo e qualche momento in cui si vive al primo cielo o... per terra. No, Adriano? Pazienza! No, guardate che è inevitabile, anche nella vita apostolica, nella vita di un sacerdote ci sono dei momenti in cui senti proprio dentro di te che sei... e a un dato momento il Signore el te fa toccar par terra. Eh, scusa, ha permesso il Signore che anca San Piero gh'in fassa una de grossa... ne faccia una di grossa... Se no John nol capisse gnanca, poareto; devo parlare in italiano. Ha permesso il Signore che San Pietro cadesse più basso di così? No? Non solo dal terzo cielo l'è nda in terra, ma sotto anca un pochino, no? Ora, non ci scoraggiamo se anche nella fede ci sono dei momenti in cui siamo meno accesi, quando qualche momento che sembra proprio morta. E questo anche nella carità. Supponiamo, un dato momento, la nostra... Una Comunità, femo conto che in Argentina che sia una Comunità, sono in luogo di missione, e là, tutto bello, tutto bello, tutto bello, a un dato momento, che è, che non è, cossa volìo, un ritorno di fiamma e c'è Michele che s'arrabbia e.. e insomma el ghe cava, el rompe el caregotto de Lorenzo, el ghe scavezza una gamba a Giampietro, e insomma, par sie mesi... rotta la carità! Beh, sì, ma temporaneamente, da un temporale, dopo, par diese anni, Michele non vorrà che netarghe le scarpe a tutti quanti per un senso di... Pazienza! "Cosa ca go fatto quella volta! Cosa ca go fatto quela volta!". "O felix culpa, o felix culpa!". Capito? La rottura qualche volta così della carità, quando c'è il desiderio... quando c'è il pianto dopo: "O felix culpa!". Quello che interessa è che ci sia il desiderio, lo sforzo, dopo, pazienza! Non scandalizzatevi, per carità, se dopo capitasse che a un dato momento in casa vien casa uno tutto bombombombom, spacca du tri piatti... Ben, insomma, el gh'in ha da spaccare! Avete capito? Questo non... "Non c'è la carità, non c'è la carità, perché, sa... perché, sa...". Sei tu che manchi di carità, che non hai carità verso il tuo confratello e non sai compatire noi! Non facciamo gli scandalizzati, figlioli!

MO168,4 [25-04-1967]

4 Che non facciamo come la superiora, vero, che nel vedere San Filippo Neri con le scarpe sporche, vi ricordate, sporcare là: "Uuuuuuhhh", la santa famosa! Vi ricordate, no? Sapete mica?
Si diceva che a Roma ci fosse una superiora che era santa. Eh? E allora, sa, il Papa aveva mandato San Filippo Neri a far l'esame della santità. L'è nda là con le scarpe sporche, el se ga sentà, el ga messo i pie insima al divano, eccetera, el ghe n'ha fatto straie. La xe rivà là sigando: "Eeehhh!". E dopo averne dito straie, no, la xe nda là... e lu el dise: “Sa, ero venuto a trovare la santa...". E allora ela: "A son mi!", la dixe. Ne ha detto una per colore, no, perché lui aveva sporcato i tappeti, prima là el gavea buttà per aria e rabaltà su tutto... da Filippo Neri, no? L'altra, che era in un convento di suore, dove che xe pulito, eccetera, e aveva sporcato tutto... e ha fatto chiamare quella, e fin che arrivava lui ne ha fatto... ga fatto... el ga fatto da Filippo Neri, eh? Quando che è arrivata ha cominciato: "Ma guarda, è questo il modo di fare!". Lui era messo male, era confessore del Papa, amico del Papa, ma lui si presentava messo là alla buona, no? Messo là, si presentava come un pezzente, no? E allora ela: "Uuuuhhh!". E a un dato momento lu: tac! "Sa... volevo parlare con la santa, dicono che qui c'è una santa!". "Sono io!". La santità, cari, la si conosce in quelle circostanze lì! Quando che in casa c'è un matto, eh, e si sa compatirlo! Può essere un San Filippo Neri, no, un matto giusto, può essere un matto, un matto santo. E può darsi che il Signore metta uno, inviato apposta così, con l'arteriosclerosi o chissà che cosa indosso, vero, e li fassa deventar matti tutti. Potrebbe... potrei esser io, potrebbe essere Bottegal che sta prendendo in giro Angeleto là in fondo adesso, non si sa mai. State attenti, figlioli, che siete tutti giovani, ma pol vegner su qualche vecio brontolon, tabacon, vero, che sia proprio il peso di una Comunità: e allora lì si vede la carità! Può essere il maestro dei novizi, per esempio, può essere il maestro dei novizi, a un dato momento va: "Senta, don Ottorino, mi concede per piacere una scatola de tabaco?". "Sì, caro!". "Mi concede, per favore, dei fazzoletti rossi?". "Sì, caro!". "Mi concede per favore le carte?". "Ma sì, caro!". E dopo lo vedi là con sta pipa, con i fazzoletti rossi, là che el brontola, che el brontola, che brontola. Sì, fratelli miei: "Hodie tibi, cras mihi!".

MO168,5 [25-04-1967]

5 Fratelli, ce ne sono inevitabilmente mancanze di carità, inevitabilmente; attenti ste parole voi che intendete molto bene l'italiano: inevitabilmente ci sarà qualche deficienza nella carità! Perché, Raffaele? Perché, caro mio, il Signore ha detto: "Siate perfetti come il Padre che è nei Cieli...", e chi ci arriva? E inevitabilmente ci saranno delle deficienze, no?
"... la quale peraltro non può mai raggiungere la misura piena...". Come è possibile pretendere... Noi dobbiamo tendere alla misura piena, ma, fratelli miei, chi è che può dire di aver tutta la carità, di aver la carità? Quando Gesù ci ha detto: "Siate perfetti come il Padre...", ci sforzeremo di avere la carità... Un fiore, per quanto bello che sia, non è la bellezza. Vinicio è ricco, ma non è la ricchezza! Sì, el ga quattro tochi de terra, adesso, tacà su. Lo gavessi visto a far la firma ieri! Paf! Picco Venicio! Compro! E venendo giù in macchina ha fatto il grande perché ha detto: "Adesso, - el ga dito - coi fogli là, a scapo via!", el ga dito. E mi go dito: "Te paghi el resto, però!". Perché abbiamo dato solo che caparra, no, e si è impegnato a pagare il resto, no? Si credeva, scappando via coi fogli, de scapar via con una ricchezza e el scapava via con l'etichetta invesse, che no ghe centra niente! Se nol paga el va dentro, no? E allora el ga dito: "Mejo che finiemo...", el ga dito. Comunque, essendo ricco, non è la ricchezza. Il nostro caro, per esempio, Filippi... ingegnere, ma non è l'ingegneria, no! Ingegnere, ma non è... Ti pare, no? Berto Manzardo, el se rangia, ma non è la rangiaria! Venanzio sorride, ma non è il sorriso! Ha il sorriso, ma non è la gioia; sì, partecipa della gioia di Cristo, difatti vedì come partecipa, no? Ora, attenti. Vedì che... xe festa nazionale! Dunque: "... dal momento che la misura della carità è piena soltanto quando è 'sovrabbondante'".

MO168,6 [25-04-1967]

6 Adesso, su là... vedrete che adesso l'acqua è sovrabbondante: c'è la vasca interna e vien fuori un getto di acqua sovrabbondante, ecco là! Così, ogni volta che passate per là: "Ecco, così devo essere io, sovrabbondante!", e allora, che bellezza andar su per i monti, i colli...
"Alla carità non si può dar misura: la sua misura sta proprio nell'essere senza misura". Ci ho scherzato un pochino per svegliarvi fuori, ma guardate che questa carità un domani... ma è un... è una cosa meravigliosa domani in una parrocchia, questi uomini di Dio che vogliono... che amano, che amano! Ma vi rendete conto, voialtri? Guardate, abbiamo un pochino di esperienza: quando si parla col cuore in mano, tu vedi che afferri qualunque, qualunque ambiente. Ieri sera eravamo lì in osteria, perché, sa, siamo persone da osteria, vero? Abbiamo pranzato in osteria ieri a mezzogiorno; il proprietario dell'osteria è anche impiegato in Comune ed è stato quello che ci ha condotto in giro, no? È proprietario di un pezzo di terreno che abbiamo comprato. Beh, mentre noi pranzavamo lui era alla mia destra, aveva già pranzato, e la signora là in fondo che saccagnava don Luigi perché tra loro due, sa, c'è una simpatia nascosta, vero? Ciò... i gera stà insieme anca el giorno prima, no? Comunque, il marito era consenziente perché era lì. Sicchè, no, e poi, dopo, alla sera prima di andar via, dopo esserse tolti in giro... offrirci qualcosa: un bicchierino per ciascuno, eravamo in otto, oh, di Girolimino! Dunque lì... dopo è venuto dentro anche il fratello del muratore che ci deve vendere la roba... e abbiamo pensato: qui, "l'apostolo deve dare!", e abbiamo cominciato a dare, a dare così, a dare così! Domandate a Vinicio e agli altri che erano presenti, come è bello parlare del Signore! Credo che in osteria... non è mai stata fatta una predica così... La donna gaveva fatto le lacrime... a parlare così... così... far vedere che ci vogliamo bene, che lavoriamo per il Signore! Perché, perché... è così bello domani in una parrocchia volerci bene! Sa, loro sono stati incantati parchè i ga visto ca se volemo ben. Prima cosa che hanno... ieri: "Ma varda, i ghe vorrà ben, no? I se vorrà ben! Varda come che i se vol ben!". Ecco, sono stati meravigliati... Gerito su ti ieri a mezzogiorno? "Varda come che i se vol ben! Ma varda come che i se vol ben!". La prima meraviglia loro l'è stà che "se se vol ben!". No la xe stà così, Mariano? I xe stà colpii parchè se se vol ben.

MO168,7 [25-04-1967]

7 Pensate voialtri adesso in una parrocchia, a un dato momento un gruppetto di creature che si vogliono bene, che si amano tra loro, e che amano, che si amano e che amano! Che dimenticano le offese, che cercano di aiutare, disposte a dare un consiglio, a dare una mano... A un dato momento è impossibile, figlioli miei, che il male resista alla carità! Ma non può resistere alla carità! Vedete, la carità è come un cannello ossidrico, tu lo metti sopra un pezzo di ferro, là, zzzzzzzz, là, insisti... mah... insisti... e a un dato momento diventa rosso, e dopo... brumm, si fa un buco. Non è così, no? E dopo... brumm: taglia, taglia... A un dato... ci vorrà un po' di tempo, perché il cannello deve riscaldare prima, no? "Mah...". No stà aver paura! Insisti, insisti. Vogliatevi bene, calcate lì, calcate lì. A un dato momento tu vedi il ferro che cola: grrrrommm, grrrommm! Magari nel momento della morte! Io conosco qualche caso dove che proprio nel momento della morte, dopo che uno ha amato per venti trent'anni, era solo in parrocchia, no... venti tren'anni, e quando che è morto: "Ehh! Mamma mia, l'abbiamo conosciuto troppo tardi! L'abbiamo conosciuto tardi!". Però ha forato, ha tagliato nel momento della morte; l'hanno conosciuto nel momento della morte. Dio ha permesso questo, però la sua vita è riuscita a tagliare l'acciaio, e il frutto è rimasto. Perciò... se voi vi volete bene, se vi sforzate di aver la carità verso Dio, carità verso Dio che si mostra nel fare la volontà del Signore, no? La carità verso Dio io la mostro nel sforzarmi di fare la sua volontà, e carità fra voi, mettendo in preventivo che ci sarà qualche cosa... Non pretendendo la perfezione, sforzandovi di essere perfetti, ma non pretendendo la perfezione, voi forerete, taglierete... non, forerete, sa... uno ga forà e el va a riposo... taglierete, forerete gli altri!

MO168,8 [25-04-1967]

8 "La carità trova in se stessa la propria forma e il proprio ordine: anzitutto è sempre 'carità fraterna' ed è questo che fa sì che la comunità sia veramente una 'fraternità'. - La carità fa diventare 'fraternità'-. La carità fraterna è 'amore vicendevole', che dà e che riceve, che crea quindi l'unità e la comunità". Dà, riceve, presta, tanto il mio è tuo...
"Se la misura dell'amore fraterno è piena, allora quell'amore trabocca e sorge la carità verso tutti. L'amore fraterno sboccia così in amore puro e semplice, che può arrivare fino ai nemici, anche lì dove non trova corrispondenza. Perciò chi 'ama i fratelli' saprà pure 'onorare tutti' e pensare al bene non soltanto di chi gli è prossimo nella fede, ma di ogni prossimo. Ecco, la scuola di tale amore è la 'fraternità' cristiana: in questa scuola si impara prima di tutto ad amare il fratello, ma con ciò stesso ad amare tutti. Chi si è esercitato nell'amore fraterno, diventa capace di amare ogni prossimo. Trattandosi di carità fraterna, Paolo vuol trovarcisi: è essa infatti che deve collegare con i fedeli anche 'l'autorità più alta', e l'apostolo è nella Chiesa l'autorità più alta. La carità è il principio fondamentale del governo della Chiesa...". Anche verso, non solo nella comunità nostra fra superiore e gli altri, cossa volete, e allora se ga carità per cui siamo fratelli nel vero senso della parola, ma vedete, fratelli, io dico questo, no sul piano... in cinque, uno è superiore: "Ecco, te ghe da aver carità! Ghèmo da esser fradei! Ghèmo da esser fradei...". Quello che è superiore deve sentirsi l'ultimo, e gli altri devono sentire la gioia di non essere i primi. Allora c'è carità! Ma tutti dovete sentire il dovere di essere nella parrocchia i servi, dovete sentire che siete gli ultimi nella parrocchia, e sentire che dovete essere i servi anche di quel disgraziato che bestemmia contro di voi. Quella la xe la vera carità! Quello che dice male dei preti, dice male del Papa, dice male... e voi... è un figlio vostro. Se in casa c'è un figlio disgraziato, è oggetto di premura da parte della mamma, e noi: "Signore, va là poareto, non sa quello che dice, non sa quello che fa... poveretto! Fossi nato io in quella famiglia, se avessi avuto io un papà come che ha avuto lui! Signore, abbi pietà di lui, per piacere, Signore! Spetta, dico una Messa per lui, Signore!".

MO168,9 [25-04-1967]

9 "La carità è il principio fondamentale del governo della Chiesa e di ogni cura d'anime. Ogni attività pastorale è servizio, e cioè una espressione dell'amore".
Credete, la parola 'servizio', 'siamo per servire', si potrebbe trasformare così: siamo per amare, siamo per amare! La mamma quando fa il dolce... Quando mia mamma faceva la focaccetta per me, mi serviva, ma era una gioia servirmi, perché me fasea star contento, no? Era un atto di amore quella focaccia che mi faceva, quel dolce che mi faceva! Perciò, ogni servizio che noi facciamo al prossimo è un atto di amore, perciò è... si può cambiare la parola 'servizio' in 'amore'; perciò non pesa il servizio quando è amore. Quando io dico: "Giampietro, per piacere, puoi prendermi le mie scarpe?", non sente di servirmi, ma sente di amarmi quando va a prendermi le scarpe. Xe giusto? Sente la gioia di farmi un piacere; e quando lui viene a domandarmi: "Don Ottorino, per piacere, potrebbe darmi... un ciucio?", e mi se no lo go me rabalto le scarsele, perché sento... magari lu el ga un po' de mal de stomego e magari el voleva una caramela... Ma scusa, sento che se no la go a vo a comprarghela perché gli voglio bene. Ecco il servizio, il servizio... Non devo sentire: "Ecco, noi siamo servi per fare una mortificazione!". No, se amiamo, il servizio non è mortificazione! Anche se costa peso, non è mortificazione! Si tratta di capire l'amore, capire la fraternità; dopo, tutto il resto viene di conseguenza. Capite questo, non c'è nessun pericolo: amate il Signore, vogliatevi bene fra voialtri, e ve e fe quello ca volì in giro pel mondo... Ecco, quello... La norma che vi do è questa: amate Dio, cercate la sua volontà, vogliatevi bene fra voi, e poi fate quello che il Signore vi ispira; fate montagne, fate quel che volete: interessa niente a me, perché son sicuro che porterete l'amore in giro pel mondo. Togliamo Cristo... è inutile che vi dia un codice con settecentomila, vero, numeri: primo, secondo, eccetera, alla mattina quando che vi alzate lavatevi gli occhi, poi nettatevi i denti, poi poi poi poi poi... È inutile che vi dia un codice che dopo già neanche lo guardate! La regola fondamentale è quella del Vangelo, figlioli, che San Paolo ci descrive bene con la sua vita e con le sue parole: "Fare la volontà di Dio, volerci bene, insieme cercare di fare la volontà di Dio, e... servizio-amore". Basta...