1.Qui abbiamo una quindicina, una ventina di righe... soggetto per fare almeno dieci meditazioni, però le leggo soltanto, perché si potrebbero... con quello che abbiamo detto ieri, se vogliamo, con quello che abbiamo detto continuamente nel passato e che diremo nelle meditazioni a Vicenza, quando parleremo su San Paolo nella lettera ai Tessalonicesi.Ora attenti, perché mi interesserebbe stamattina fermarmi un momentino su... fare la meditazione su "Il casto"; e poi vorrei questa sera che ci fermassimo un momentino sul povero, "Il povero". Questa sera io farei così: dalle sei e mezza alle sette e mezza facciamo un'ora di adorazione; alle cinque precise ci raduniamo, facciamo tre quarti d'ora di riunione per gruppi, e poi mezz'oretta di riunione qua insieme. È sufficiente? E cioè, facciamo tre grandi gruppi: noviziato con i neo-professi, liceo e l'età pressapoco del liceo e del magistero, e i vecioti con mi.E allora presenteremo insieme "Il povero", discuteremo un pochino in compagnia, poi ci fermiamo in compagnia e ogni gruppo dice un po'... secondo... cioè praticamente guardiamo... Fate conto di essere soli e avere in mano la Congregazione, e dire: "Guardate che per conto nostro si sbaglia in questo punto così e così", o si chiede chiarimenti, insomma... ma guardando le cose, non teoricamente ma concretamente. Diciamo male? Vi dico questo perché durante la giornata avrete la possibilità forse di parlare tra voi e di pensarci sopra un pochino. Voi sapete che noi ci siamo come idea di vivere, non la miseria, ma di vivere come vive una modesta famiglia di operai, dove tutto è misurato e voi sapete già parlarne meglio di me; e vedete un pochino se su questa linea secondo voi vi pare che stiamo camminando. Se dite: "Don Ottorino, mi pare che non stiamo camminando su questa linea, perché Lei ha una stanza troppo grande". Va ben, cambiamo stanza quando vado a Vicenza. Se... no, da boni fradei, invito a guardare proprio le cose realmente, perché non ci abbiamo da illudere: potrei essere io il primo che sbaglia. Perciò, con santa semplicità, ve le dite le cose, gruppo per gruppo, poi ci raduniamo insieme. Se è il caso, caso mai di anticipare di una mezz'oretta, a seconda del tempo: se il tempo è brutto si può anticipare magari di mezz'ora e fare alle quattro e mezza invece che alle cinque; a mezzogiorno vedremo, secondo che si pianta il tempo. D'accordo? Quello che dovevamo leggere e commentare è questo:"Egli incomincia a salire verso la méta sublime dell'unione con Dio, accettando la Madonna per Madre e lasciandosi da Lei guidare per l'aspra via della rinuncia e dell'abnegazione".Abbiamo leggermente accennato parlando nella meditazione sulla Madonna."Col suo materno aiuto sale il Calvario e si incontra con Cristo Crocifisso, suo Amico e Fratello. Ai piedi della Croce egli vede il dolore sotto una nuova luce e impara ad accettarlo incondizionatamente dalle mani di Dio".Ecco, mi adesso, vedendo 'sta roba qua, xe come uno che ghe fusse un mucio de parrocchie e doverle ciapàre in man: me dispiasarìa non fermarme qua, ma bisogna passare avanti."Tra lui e Gesù avviene un'unione così intima, che la sua vita diventa il prolungamento della vita di Gesù e il suo sacrificio il compimento della Sua passione. L'Eucaristia diviene la fonte e il centro unificatore della sua pietà e della sua vita interiore. Sacerdote e vittima insieme con Gesù, offre ogni giorno la sua Messa e per mezzo di Lui nello Spirito Santo vive in intima comunione e familiarità col Padre e con i fratelli".Capì che xe un delitto, un peccato grave saltar via 'sta roba qua: ma bisogna ca la salta, perché voglio parlare del "casto". La meditazione sulla castità bisogna farla. Però, vi inviterei qualche volta, anche da soli, a prendere in mano una riga de quella lì e meditarla, e forse il Signore vi dirà qualche cosa.
MO129,2[30-12-1966]
2.State a sentire: qua noi abbiamo avuto la grazia grande di avere delle buone e sante mamme, delle sante mamme. Siete capaci voi di pensare una mamma nostra che vada insieme con degli altri uomini, che abbia... Tu, don Guido, penseresti a tua mamma che si ferma un'ora a ciacolare con un uomo, che... intanto ghe sarìa to papà col manego della scoa, se la cominciasse a far così. Ma, ma, è inconcepibile per le nostre mamme, per le nostre mamme, veder una mamma che si ferma, che nutre un'amicizia con un uomo, che si mette là con... un certo senso, eccetera, fasendo anca dire di sè stessa, eccetera. Le nostre mamme! Semo capaci di pensare le mamme nostre così?Se dopo 'ndemo pì 'vanti, pèso che pèso, no? A pensare le nostre mamme, le nostre mamme che, insomma... Noi vediamo le nostre mamme che, per salvare il loro onore, piuttosto che vegner casa in macchina con un uomo, se no ghe xe un'altra persona insieme, le vien a casa a piè. Xe vero! Giusto? Le nostre mamme, piuttosto che vegner casa con un uomo in macchina, e anche sele ga diese Kilometri da fare, se ghe xe un'altra persona sì, ma se no, piuttosto che "el mondo gàbbia da dire! Per carità, che el mondo nol gàbbia da dire!", vengono a casa a piedi. Stanno lontane anche dall'ombra, non solo dalla sostanza del male, in questo caso qui, anche dall'ombra: loro si sono donate alla famiglia, hanno accettato la famiglia, il loro amore è Dio, marito, figlioli, e non c'è pensiero. Guardate, le nostre mamme avranno difetti, magari qualche... qualcuna può darsi, papà e mamma qualche colpetto, qualche barufetta, qualcosa, una parte umana può darsi che ci sia, ma riguardo a quella roba lì, riguardo a quella roba lì, ah, no, le nostre mamme! Non sareste qui voi se le vostre mamme non fossero così! Il Signore non avrebbe concesso nelle vostre case la grazia di una vocazione!
MO129,3[30-12-1966]
3.Cosa gh'in dito, Pinton caro, Ruggero? Eh? Le nostre mamme, su questo punto qua... Sentì, io guardo mia mamma e guardo quelle che conosco: le vostre mamme le conosco, e guardo... su questo punto qua: guai, guai, guai! Loro, anche quando il marito è morto, domandate a Paolino per esempio, no? Paolino. Muore il marito, 'sta povera creatura resta là: basta! Ha un'eredità, ha già avuto un amore e, non vedete "le vedove allegre" le nostre mamme! Hanno accettato i loro figlioli, accettato i loro figlioli e... Domanda a Paolino che sacrifici che ha fatto sua mamma per tirar su la fameja! Domanda a Vinicio i sacrifici che ga fatto so mamma, quando che xe morto so papà, tre tusi a tirarli su, e in stabilimento, e indrìo e avanti, eccetera, per tirar su i fioi! Abbiamo degli esempi di una fedeltà matrimoniale, di una fedeltà all'amore, alla famiglia, che xe qualcosa de grandioso, nelle nostre mamme! Go tirà fora adesso lì: varda Galvan, la mamma de Galvan! Insomma, basta vardarle in faccia, e possiamo fare un monumento per ognune delle nostre mamme. Varda Smiderle qua: nonostante le deficienze de Luigi, poareto, ma guardate... Sta' bon! Go ricordà to poro papà anca stamattina, mi! È vero o no? Noi abbiamo degli esempi meravigliosi nelle nostre mamme, nelle nostre famiglie, nei nostri papà.Ora, vedete, qualche volta, persino in certi luoghi di missione, non mi ricordo se padre Bertinazzo mi diceva questo, un giorno, che, in quelle zone dove aveva lavorato lui apostolicamente il primo tempo, c'era questa abitudine... ma mi pare che voi l'avete sentito da un altro padre missionario, voi, che quando una ragazza era fidanzata o un ragazzo fidanzato, mettevano su una specie de scoàto, da drìo, capito, una specie de stola, de scoàto: per noialtri l'è un scoàto, per loro la xe una stola, vero? E... per segnare che quella creatura è fidanzata: non state neanche a pensare, quella è fidanzata! Non sposata, è fidanzata! È già chiuso: basta! Capito? Quella è già di uno; perciò non dovreste neanche parlarne, neanche pensare: quella è una creatura già... che già è stata promessa a un'altra, perciò quella non c'entra più, quella è già... non state neanche a pensarci: quella è di uno!
MO129,4[30-12-1966]
4.Ora, vedete, io la castità la vorrei su questa base, su questa base qui. Noi ci siamo trovati un bel giorno al bivio della vita, ci siamo trovati lì: una ragazza si è presentata dinanzi al nostro sguardo. Ci sentivamo, come tutti i ragazzi di questo mondo, il desiderio di formare una famiglia; e chi non ha sentito proprio niente de 'ste robe qua, el ga una patata al posto del cuore, e poco farà anche nel campo apostolico. Chiaro? Perché è un uomo! Farina, dico male caro? El ga fatto un sorrisone come a dire: "Come che el capisse!". Arrivati a questo bivio, a questo bivio, sèmo andà avanti... così. Primo momento, in forma generica, poi in una forma abbastanza concreta: allora la gera la fiola del casolin o la fiola del farmacista o la fiola del dottore, o... eccetera, insomma, se sa... Roberto, no la xe così, de solito, nel mondo? El ga dito anca Roberto che la xe così. Però, a un dato momento, mentre il nostro cuore, tac-tac, pensava già forse se scegliere qua o se scegliere là, dove incamminare così, nel segreto dell'intimo del cuore passa un altro, passa un altro: si presenta Lui, il Cristo, e dice: "Senti, vuoi scegliere me invece che scegliere lei? Vuoi scegliere me? Vuoi dare il tuo cuore, il tuo amore a me, alla mia causa?".E allora, sa', in quel momento lì, in quel momento, ti senti attratto dall'amore di Dio e nello stesso tempo resta la natura, no? E allora te vedi 'sti poveri pesciolini là... tin-tan-tin-tan-tin-tan; finché a un dato momento dirà: "Bom, son morto: bah, me butto de qua!". Piano! Però ricòrdete, tu sei morto, va ben, l'uomo vecchio; ecco invece quello che bisogna tener presente: sei morto, sì, cioè ti sei donato, ma resti uomo.Quando sarete più vecchi e farete esperienza, vi accorgerete di una cosa: che anche le nostre mamme si sono donate ai nostri papà, ma sono restate donne, e i nostri papà si son donati alle nostre mamme, ma son rimasti uomini. E quanta fatica hanno fatto questi papà per non attaccarsi a qualche altra ragazza, in un secondo momento! Dico male? Quante volte questi poveri uomini vengono a confessarsi: "Sa, padre, el prega per mi: mi son sposà, go fioi, son contentissimo, però a go el cuore... sa, go visto 'na tosa in ufficio... quella ragazza lì non son bon de cavarmela dalla testa!". Continua questa lotta tremenda nella maggioranza degli uomini sposati. È la tentazione tremenda del novantanove per cento degli uomini sposati; la vinceranno, molti; la maggioranza purtroppo non la vincono. È chiaro?Però questa lotta che noi, noi dobbiamo sostenere perché ci siamo donati a Dio e restiamo uomini, ricordatevi bene che questa lotta l'hanno sostenuta le nostre mamme e l'hanno sostenuta i nostri papà: che non ci crediamo qualche cosa! E hanno saputo dire: "Mi sono donato dinanzi all'altare, e voglio conservare fedeltà, fedeltà al mio amore". E hanno, qualche volta eroicamente, eroicamente conservato fedeltà al loro amore.Ora, vedete, io metterei un po' sullo stesso piano un pochino questa, questa lotta... Noi ci conserveremo casti e puri soltanto se saremo fedeli al nostro amore, se effettivamente ameremo il nostro Dio. Un marito che non ama la moglie, che non va d'accordo con la moglie, che non... naturalmente finirà per essere un adultero, naturalmente. Un marito che non cerca di vivere l'amore familiare, non cerca di vivere la carità familiare, naturalmente finirà per deviare, per deragliare. Un Religioso che non vive la sua consacrazione, che non vive interamente la sua donazione a Dio, ma naturalmente deraglierà, ma state certi...
MO129,5[30-12-1966]
5.Tutto, come dicevamo ieri, che noi dobbiamo arrivare a una donazione totale. Vi dicevo che la donazione deve essere talmente tale che a noi non deve interessare più se andiamo a finire a Mezzaselva, o al manicomio o da una parte o l'altra. A me deve interessare soltanto di piacere a Lui, e di fare quello che piace a Lui. Soltanto se avremo Religiosi donati a Dio così interamente, ma proprio interamente a Dio, noi possiamo star tranquilli che quelli non mancheranno nella purezza: ma neanche per sogno! Non mancheranno! Ma se si donano a Dio, ed è qui il momento tremendo, soltanto il novantanove per cento, quell'un per cento è un pericolo mortale. È come quell'altro che el gaveva un busetto là dove che xe sta la foja... e l'è sta colpìo là e l'è morto. E siccome che i sèvita a sparare, xe fàsile che un colpo lo ciapèmo su quel punto là, no? Capito?Ora ecco, io direi, in nome di Dio, figlioli miei, in nome di Dio: è una cosa tremenda conservarsi puri, sapete; conservare la fedeltà, coniugale nel caso delle famiglie, e la fedeltà della nostra consacrazione, nel caso nostro! Nel mondo, mi hanno detto nella forma che fa proprio paura, nel Brasile, mi diceva quell'altro, il segretario là della nunziatura: "Sa, in Brasile il sessanta per cento dei preti non è mica a posto...". E quanti sono quelli che sono a posto nelle nostre zone i consacrati al Signore? Quanti sono? E quanti sono i mariti e le mogli che sono a posto? Quanti sono?Qui si tratta, figlioli miei, di essere onesti. Non vai prete, formati una famiglia, ma ricordati che anche là, eh, caro Roberto, anche là troverai le tue difficoltà. Perché la maggioranza degli uomini, purtroppo, anche là non sono a posto. In certe zone... non facciamo mica... perché abbiamo qua... voi finora, finora, amici miei, cari sacerdoti miei, avete navigato sempre nel nostro caro Veneto, che è stata considerata la sacristia d'Italia: intendiamoci bene! Provate a navigare un po' fuori e vi accorgerete. Provate ad andar fuori un pochino... Aspettate qualche anno e vi accorgerete. Il nostro caro Zordan può dire qualche cosa, ma quelli che vanno ancora più lontani potranno dire qualcosa di più ancora.Figlioli miei, ecco allora la necessità di mettere in chiaro questo punto: io mi conserverò casto soltanto se riuscirò a realizzare tra me e il Cristo questa unione totale, questa donazione totale, questa mia preoccupazione di fare quello che vuole Lui, quello che piace a Lui. Se io non riesco a realizzare questa unione col Cristo, questa donazione col Cristo, io sono già condannato inesorabilmente al fallimento riguardo alla castità. Siete mica d'accordo? Questa è la base. O tu ti doni interamente, e hai una probabilità di essere a posto, se no hai la certezza di non essere a posto.Andiamo avanti! C'è qualcosa da dire su 'sto punto qui? Avete qualcosa da domandare?
MO129,6[30-12-1966]
6.Allora insisto, allora insisto: o ti doni e continui a donarti, ecco la probabilità l'ho messa per questo "continui a donarti", perché "io mi sono donato, perciò sono sicuro!", e siccome che per continuare a donarsi bisogna continuare a donarsi, quel giorno che te finissi de donarte, casca el palco, no? Hai capito per cosa ho messo la probabilità? Perché se no, uno si dona: "Mi son certo e adesso fasso quel ca vojo!". No, pian! Continua a donarti. Siccome che te si sempre libero...Altre cose qua riguardo a quel che ho detto, un po'? Sìo abbastanza d'accordo su questo punto?Magari, su questo punto, fatemi un piacere, perché può darsi che questa sera muoia, domani muoia, ma su questo punto tenete duro: maestro dei novizi, maestro dei novizi, tenete duro su questo punto qua. Se durante il noviziato riusciste soltanto a far capire ai giovani questo, che bisogna a Cristo donarsi interamente e "Signore, fa’ quel che te vui da mi!", capite che per il resto, per imparare a suonare l'harmonium l'impararà... Certe, voglio dire, certe cose pastorali le impareranno dopo. Meglio se possono impararle, ma questo bisogna che impara, fioi. Parché se non l'impara questo, el resto vale gnente! Del resto, tutto... bravo... ma questo, questo, questo ghe vole! Questo ghe vole! Una donazione!Cioè, io vado in Brasile, cosa farò? Prima di tutto intanto vai nelle mani di Dio, per fare quello che vuole Dio. E perciò preoccupato di salvare, salvare il tuo amore per Dio. Che non fe, per carità, che non fe, per carità, quello che ga fatto Abramo con so mojere co l'è 'nda in Egitto: che per salvarse lu, el ga dito che la jera so sorella. Savì? No savì mia la storia? Eh? La savì tutti la storia. Stè attenti, che invesse che portare in Egitto la grazia di Dio, non portè le disgrazie della casa del faraone, per la vostra infedeltà coniugale! Lu nol ga fatto gnente, però, però... Chi ha orecchie da intendere, intenda!Dunque, prima base, messa in chiaro.
MO129,7[30-12-1966]
7.Secondo: tener presente che siamo uomini e continuiamo a essere uomini.Ultimamente un vecioto de ottant'anni el vien a confessarse da mi: "Padre, el dise, ma no ghe par vergognoso, el ga dito, ormai, el vede anca lu... - el gera intrigà a camminare e sèvita aver pensieri de tose -. El capisse, fusse ancora un giovanotto, ma el vede come ca son messo. Mi me vergogno a dire 'ste robe qua, e sì che con la me vecia pò a se ghemo sempre vossudi ben: mai fatto un torto sàlo mi a la me vecia, mai mai mai! Ma mi me vergogno, sempre pensieri de tose!”.Eh, figlioli miei, state attenti, che resterete uomini, resterete uomini! Ultimamente vi ho detto che una persona distinta di Vicenza, con semplicità: "Beh, insomma qualcosetta, qualche piccola libertà, sa, chi è che non... mi pare che è una cosa naturale che il marito se la prenda!”. Sì, nel campo umano, purtroppo, purtroppo stiamo andando giù verso questa parte; ma guai, figlioli, guai se ci dimentichiamo che siamo uomini e ci esponiamo a certi pericoli! Perché, vedete, la storia è questa, che se io adesso parto così, in maniche di camicia... xe caldo... e parto; ma quando mi trovo in cima là, al Colombara, in maniche di camicia e comincia il freddo, fin ca vegno a casa ghe ricavo 'na broncopolmonite, vero? Posso trovarme a metà strada e non far più tempo a rientrare in casa per prenderme el majon. E se non portiamo via il maglione in partenza, prevedendo, possiamo trovarci in una situazione tale dove che non c'è più niente da fare, e sottolineemo, purtroppo con la broncopolmonite o qualcosa di peggio. Perciò sapere, ricordarci che siamo uomini e aver paura, aver paura. Aver paura vuol dire aver quella prudenza necessaria... "Ma, mi amo tanto el Signore!". Sì, giusto, quella è la base; ma abbi paura della tua debolezza, della tua natura umana! "Mah, cosa vuoi che siano!". Abbi paura della tua natura umana! E specialmente questo ve lo dico, nelle letture: state attenti! Nelle letture, negli spettacoli, e a contatto con le persone. Sto parlando mica di scandalo ancora.Facciamo un passo più avanti: parlo adesso della paura che io devo avere, prescindendo dalle altre persone. Ma scusatemi tanto, amici miei, adesso ci sono delle ragazze giovani qua, da basso, e magari io vado lì, mi metto a chiaccherare, a parlare... "Perché, poveretta, una, una ha uno scrupolo di coscienza, poverina, no?"; poi la seconda volta vado lì, la terza volta vado lì, la quarta volta... Sanson, Sanson, ah, quella benedetta donna: eh, Sanson, Sanson e Sanson, e a un dato momento Sanson el ga perso tutto, vero? Attenti che le cose cominciano così! Cominciano con un sorriso, una persona ti offre il caffè, e terminano di solito sempre con la marcia funebre! E quando che abbiamo perso la purezza, non c'è che marcia funebre!Figlioli, aver paura, aver paura! Dico: parlo ancora, parlo ancora di quello che, noi e la creatura, prescindendo dallo scandalo. Fossimo anche soli...
MO129,8[30-12-1966]
8.Figlioli miei, forse direte che i nostri vecchi erano troppo severi su 'sto punto qui, ma beata la loro severità, beata la loro severità, perché ci ha data la possibilità di salvare la nostra purezza! E perciò qui, figlioli, ecco io vi direi, riguardo sempre voi stessi e Dio, domandate al Signore ogni giorno, oh, qui vi dico e ripeto, ogni giorno: "Signore, sei contento della mia purezza? Dimmi un po', sei contento della mia purezza?". Vedete, supponiamo un uomo sposato che va in un bar e comincia a far certi scherzetti con la barista, lì, al bar, un pochino; un amico potrebbe dire: "Ciò, Menego, se fusse qua tò mojere, farìssito così?". "Eh, ma no la ghe xe mia qua e la, adesso!”.Domandate a "vostra moglie" alla sera, al vostro Cristo: "Signore, dimmi, sei stato contento della mia purezza, del mio modo di agire, del modo mio di trattare, oggi?". Dico male? Guardate che tanti uomini onestamente dicono: "No, se fusse sta me mojere presente, quel scherzetto, quella parola, quel frizzo non l'avrei fatto, non l'avrei detto!”. E non siamo ancora nelle cose gravi, siamo ancora alle cose leggere! "Non l'avrei fatto, questo!”.Ebbene, noi siamo consacrati a un amore che è più grande, e a un Dio che ci è sempre vicino, che ci osserva e ci vede. Ora, ecco l'incontro personale con Dio: facciamo un passo avanti. In quell'incontro con Dio: "Dimmi, Signore, sei contento oggi della mia purezza, del mio modo di trattare, della mia fedeltà 'coniugale', della mia fedeltà?". Fuori della parola che io esagero buttando là le parole, ma: "... della mia fedeltà a te, o Signore?". E Dio tante volte dirà: "Sì, però quello sguardo non dovevi farlo; però dovevi essere un po' più prudente con quel sorriso: non era poi il caso di farlo. Perché hai fatto quel sorriso a quella ragazza e poco prima era venuta quella vecchiotta e l'hai trattata un po' in forma asciutta? Perché, con quella signorina, professoressa o maestra, tutto quanto col gneo-gneo, e l'altro, quel povero vecchiotto, perché el gera là, sgnaroccoso, quello... Eh, no? Figliolo, io ero forse di più in quel vecchio che in quella signorina?”.Ah, se ci abituassimo ogni sera a guardare i nostri occhi, le nostre mani, il nostro cuore, i nostri pensieri alla luce di Dio, quante volte diremmo: "Sì, potrei essere stato un passo più indietro! Niente di male!”. Ecco, allora, se noi continuiamo a vivere la nostra consacrazione temendo la nostra natura, preoccupati di essere fedeli al nostro amore, siamo a posto. Però semo a posto con Dio.Adesso fèmo un passo più avanti: siete d'accordo su questo? Avete qualcosa da domandare? Don Lino? Le esperienze pastorali là, a Casotto? Tusi! Toni, dài, dài... Mariano... Don Luigi... d'accordo? Un passo avanti! allora, un passo avanti. Allora capìo: vivere la consacrazione, aver paura della nostra debolezza perché continuiamo ad essere uomini.
MO129,9[30-12-1966]
9.Terzo... Dica... Nella consacrazione, caro! Niente da fare! Quando un marito ghe vol tanto ben a so mojere e a so fioi, nol va a donne in giro, caro: niente da fare, tutto qua! Digo male? E se uno nol se sente, el se sposa, se forma una fameja, ma ricòrdete che anche là ghe vole la forza... ma ottener la forza, no vol miga sopprimere... la forza per sopprimere la natura, mia vero? Te resti omo! No sta pretendere de trovar la forza perché cessino le tentazioni; il Signore ti dà la forza per vincerle, le tentazioni, ma non perché cessino le tentazioni. Perché anche un vecioto de ottant'anni: "Cosa ghe pare, sior, no xe da vergognarse?". "No caro, go dito, gàlo acconsentìo lu a quelle robe lì?". "Nol scherzerà mia, no!”. "Quando che vien i pensieri, li pàrelo via?". "Eh, li paràvo via e disèa le giaculatorie!”. “E allora, benedetto dalla Madonna, go dito, cosa vorlo far tante storie. Nol vol mia pretendere de morire angelo: el more omo, dopo el deventerà un angelo". Xe chiaro?Perciò non pretendete che cessino in voi, perché queste cose vi servono, figlioli, per conservare l'umiltà. Ecco la meditazione sull'umiltà: "Varda, Signore, son consacrà a ti, me son donà a ti, e nonostante varda che pensieri, varda che cosa... varda come che umanizzo tutto il cuore. Signore, tieme la man sulla testa, se no... Ah, se San Filippo disea 'ste robe, caro, el savèa par cosa che el le disèa! E San Francesco d'Assisi e le disèa più grosse: no savì mia? "Signore, assìsteme, assìsteme con la to grazia, se no inpieno de fioi tutta l'Italia!”. Lu, pien de cuore... perché vedìo, la storia xe questa: che de solito quando uno se dona al Signore, el ga un cuore grande, no? Anche nelle famiglie, ghe xe delle famiglie un po' asciutte, un amore un po' così... Ghe xe de quelle un po' sentimentalone, piene de sentimento, no? Ma uno che se dona al Signore, quello el ga un cuore come un bò, perché el ga da abbrassare tante anime, no? No la xe così? Te poi immaginarte se per caso non si è a posto. Dico male, loro?
MO129,10[30-12-1966]
10.Possiamo procedere avanti allora.Terzo punto: figlioli, vivere la consacrazione, ricordarsi che siamo uomini e aver paura, riesaminarsi ogni sera dinanzi a Lui, con Lui a tu per tu.Terzo: siamo uomini pubblici e dobbiamo stare attenti de non dare scandalo anche in quelle cose che sono innocenti.Eh, qui, cari figlioli! "Mah, non dovrebbero vedere!". Bisogna vedere un po' la gente come la pensa. Qui bisogna stare attenti, e qui, cari... Purtroppo, la superbia degli uomini la maggioranza delle volte sbaglia su 'sto punto qua perché, perché dice, la superbia degli uomini: "Beh, insomma, che male ghe xe? In fondo la gente bisogna che i se sveja!". Tocca proprio a te, sacerdote, dir questo? Guardate, dove che non c'è male, noi crediamo di poterlo fare, e così con tutto el resto. Non c'è male e perciò... La gente... che i se varda luri!". No signori, no, no, no! State attenti, dobbiamo stare attenti attenti attenti. Perché? Perché dobbiamo dare il buon esempio con la nostra condotta. E tante volte purtroppo dei buoni preti, vorrei dire, dei buoni preti, si tagliano le ali per una leggerezza. Così: "Ma insomma, che male ghe xe? Cossa ghe xe? Perché no ghe ga da essere! Eccetera".E qui ci son due cose da dire: una, riguardo il contatto con persone; seconda, riguardo l'atteggiamento, atteggiamento, di veste, eccetera. Ecco perché vi ho detto tante volte: "Cercare di piacere a Dio e non dispiacere agli uomini!”. E purtroppo invece la nostra natura, perché restiamo sempre uomini, ci porterebbe a desiderare di piacere agli uomini. "Non te par che sia bella 'sta blusa? Non te par che sia bela 'sta giacca? Ma varda Ma no 'sto clergyman qua! Ma varda... ma questo... ma quello...". Dobbiamo essere decorosi, decenti, ma non essere preoccupati di piacere agli uomini. E qui, figlioli, non ce la caviamo nessuno, perché tutti manchiamo."Videre et videri!”, dicono delle signorine che vanno su per il corso, no, alla sera. "Videre et videri": vanno a vedere e a essere viste. E tante volte, anche le anime consacrate, si vede che sono preoccupate di "videre et videri", anche se portano veste nera. C'è un punto oltre il quale si vede chiaramente che l'individuo è preoccupato di "videri, videri", di essere visto. Figlioli, niente ricercatezze, niente! I santi tante volte si mettevano i peòci addosso: eh, capì, se capiemo cosa che vojo dire, no?, per essere disprezzati poi, no! Perché voi non siete chiamati a nascondervi là in una Trappa; voi siete chiamati a lavorare in mezzo agli uomini e dovete presentarvi decorosamente, presentarvi decorosamente. Ma presentarsi decorosamente è una cosa, ma cercare di piacere agli uomini per la parte umana è un'altra! Essere preoccupati di presentare in un vassoio decoroso il messaggio di Dio è una cosa, ma attirare l'attenzione più su noi che sul messaggio è una cosa vergognosa. Per non dire delittuosa. E guardate che tante volte purtroppo l'uomo di Dio attira l'attenzione più su se stesso che sul messaggio che... non porta; perché tante volte non lo porta neanche. O va e si dimentica di tirarlo fuori.
MO129,11[30-12-1966]
11.Figlioli, non preoccupatevi di piacere agli uomini. Troppo spesso sento dire: "Che bel prete! Che bel giovanotto! Peccato che el sia andà prete! Che bel toso simpatico, che prete simpatico!”. Troppo spesso! Si deve sentir dire: "Con quell'uomo, eh, si deve meditare, sa: l'è un bel tipo, si presenta bene, ma, caro mio, co' te lo avvicini un po', hmm, te fa pensare: l'atteggiamento... insomma, hmm!”. Non preoccupatevi di piacere, non preoccupatevi di piacere, e state attenti da certi atteggiamenti che il mondo, sa', potrebbe considerare un po' male.Vedete, anche certe cose semplici, non le potete fare, perché se per una strada, in una strada capita un incidente, e c'è un uomo e una donna in cima, un uomo sposato con un'altra donna, la gente del mondo dice: "Ecco là, lu con la so puttana!”, par parlarse ciari. Vinicio, dìsili così o no? Anca de pèso! Nol pol averla tolta su par la strada, poareto? Ma no: el mondo lo giudica immediatamente: "El gera andà via con una donna!”. E il prete, il prete, non è... non si può salvare da questo! "Ma sa, poverina, era a piedi quella signorina, l'ho presa su, poverina, per la strada... cinque kilometri a piedi! Ma sa... ma sa....". Figlioli, state attenti, che se ridiamo su San Pio X, che quando andava con so sorella el smontava, no?, e el fasèa la strada a piè attraverso el paese: "Non xe mia scritto 'sorella e fradelo' qua!...". I lo ga messo sugli altari, lu!Vi sono tante cosette da dire, ma non voglio andare avanti, mi rimetto a voi. Il tempo è già passato: mi rimetto a voi. Se avete cose da domandare, domandate e rispondo, ma qui credo che ognuno può fare il suo esame di coscienza, e ognuno può dire: "Sì, forse un pochetin massa ricercato o troppo trasandato". Perché guardate che è sbaglio anche dalla parte di là. E qui, anche qui, nell'esame dinanzi al Signore, domandate: "Oggi ho cercato di piacere a te e di portare... ero preoccupato di portare il tuo messaggio o ho cercato di essere 'simpatico', di piacere... di crearmi un piccolo mondo?". Ma va là: cambiè mestiero, cambiè mestiero! È facile, sapete, eh? È facile: certe giornate pesanti, in cui senti il peso della croce, è facile... Il marito che ha cinque-sei figlioli, va a casa alla sera dopo aver lavorato e trova un figliolo con la febbre, la moglie pure ammalata, un altro che piange... è facile mangiare in fretta e andar fuori all'osteria, e metterse a fare un balletto insieme con un'altra. È facile, sapete: ricordatevelo bene! E quel prete, e quell'assistente che si è donato a un altro amore, a un dato momento è facile... giornata nera... non raccolgo niente... un momento di tristezza... e ... va lì in confessionale: "Oh, padre, sa, io le confesso, con lei in confessionale io sento tanta consolazione... Lei mi ha salvato, mi ha redento... col suo sangue...". "Oh, ecco, grazie, Signore, dise el prete, grazie, Signore che in mezzo a tanti dispiaceri, un'anima mi ha capito, un'anima, un'anima!". Basta, perché se vò avanti de 'sto passo qua, ghi n' tiro fora... Vardè che le xe tutte storie vere, eh? Altro che "Diciotto storie vere", cento-ottanta storie vere! Dirle è facile, ma scusème tanto, fioi, scusème tanto: te ghe una giornata nera, una giornata nera nera nera, te ve zo e te ve in cusina, magari te ve là in cusina... Ah! Te ve dalla Teresina...
MO129,12[30-12-1966]
12.Eppure, guardate, ho buttato uno scherzo per rompere l'incanto: capì chiaro che qualche piccolo... se nò digo qualcossa d'altro, parché el se svejasse un pochetin... Però, stè attenti, giacchè ho toccato questo tasto, digo questo. Qualche volta io ho constatato questo, qualche anima consacrata: "Ben, senti, con una de anziana... che male ghe xe? No ghe xe pericolo, con una anziana!”. E allora comincia a riversare lì quella parte umana che un marito riverserebbe sulla donna: lo sfogo umano, lo sfogo umano. A un dato momento io ho visto qualche sacerdote, non in fatto di purezza, però, essere schiavo di quella donna. E digo, più de un prete, eh? Dove che a un dato momento: "Spetta, bisogna che vada a domandare!”. Digo: l'ho constatato e potrei tirar fuori casi, nomi, eccetera, dove persone intelligenti, intelligenti, non facevano una cosa se non era... perciò io vedevo, una persona qua, una maestra di qua, una maestra di là, e questi due pensavano così, uno contro l'altro, preti; persone distinte... perché ragionavano con la testa delle due maestre. Io, avvicinando le due maestre sapevo quello che pensava uno e sapevo quello che pensava l'altro, perché... Ve digo, go fatto uno studio per qualche mese, o meglio per un anno e più: la xe una roba interessantissima. E persone serie, eh? comunione ogni mattina tutte e due, eh? E anca i preti, comunione ogni mattina! E vi assicuro che non c'era niente riguardo alla purezza! Però, erano schiavi, dominati! Come capita la donna che domina in una casa, no?, no xe l'omo, ma xe la "Francia" che comanda, beh, ve assicuro....Beh, scusate, vi tiro fuori un caso particolare... perché, poareto, adesso l'è su in Paradiso, no so quanto alto: monsignor Milan, mio parroco. Io mi son trovato in parrocchia, che dominava era una maestra! Anziana, anzianetta... la quale, poaretta, era tutto, la maestra che faseva tutto. Se te gavessi dito: "De notte alzete e va par carità par la parrocchia...". Che amava la parrocchia... Certe maestre... Buonissima, che faceva... Ma caro, mi me son trovà che... Ve go raccontà più de 'na volta quella della Dottrina Cristiana, ma podarìa contarve un mucio de altri casi del genere.
MO129,13[30-12-1966]
13.A vedo, co vò là a Araceli, i fa la Dottrina Cristiana tutti in chiesa. La ciesa, savì che la ciesa de Araceli xe tonda: te poi immaginare che casoto, che pandemonio che gera la Ciesa, no? E in tutto no se arrivava gnanca a sessanta-settanta, al massimo settanta tusi alla Dottrina Cristiana. Mi go fatto un po' de indagine, son 'nda nelle scuole elementari, e dovea vegnere, parlo dei ragazzi solo, perché le ragazze 'ndaseva dalle suore delle Poverelle, i ragazzi... trecentocinquanta ragazzi che doveva frequentare la Dottrina Cristiana: e no i gera gnanca settanta!A go dito mi al parroco: "El staga 'tento, don Mario. A gavèmo l'oratorio con tutte le scuole, ghe gera le scuole de sòra, le salette de sòra... A gavèmo la possibilità de far la Dottrina Cristiana in oratorio, li mettemo una per classe, nella sala dell'Azion Cattolica dei tusi, eccetera, e ghemo un spettacolo, cioè una roba fatta seria, no? Gli insegnanti: varda, ghe xe la maestra Guzzoni, che la xe quella lì, ghe xe l'altra maestra, ghe xe el maestro Gondonieri, eccetera, podemo mettere un insegnante de scuole elementari per ogni classe, ghe mettemo dopo un giovane dell'Azione Cattolica, tipo Gino Fanton e altri, insieme, che fa da vicemaestro: a fèmo un'organizzazion che xe un spettacolo!”. D'accordo, pienamente d'accordo, va ben.E allora, 'rivo al sabo: "E allora lo disemo in ciesa, domani, che allora scominsiemo!”. "No, no, go pensà sòra, eccetera... pensà sora”.Qualche giorno dopo vado da 'sta maestra, ghe conto altri mestieri, tiro l'argomento: "Come vala, maestra, la Dottrina Cristiana?". "Oh, in oratorio no, no, perché dopo no i vien più a funzion! Se dovissimo fare la Dottrina all'oratorio, no i vien più a funzion, per conto mio!”. "E la scusa, signorina, e quanti xe che vien a funzion adesso?". Parché la Dottrina i la fasèa a una data ora, e la funzion... "Xe vero, ma sa, se li abituemo male, quando che i va in oratorio dopo no i vien più a funzion...". Allora basta, mi go lassà passare... Però, però sa vardemo ben, a funzion gh'in vegnarà do o tre tusi: de più no gh'in vien gnanca par sogno... che non 'ndava più de tre tusi a funzion: i gera una settantina a Dottrina, finìa la Dottrina i 'ndava via. Dopo un'ora de Dottrina, cosa vuto farghe le funzion!Beh! E allora go capìo come dovevo fare. A go ciapà la domenica... el sabato seguente, me son riservà col vespero e compieta da dire, con don Mario Milan, e allora go scominsià a dire: "Sa, don Mario, xe vero, sì, xe vero el fatto de le funzion xe giusto, el ga rason lu, sì. No go mia dito ga rason la maestra, el ga rason lu, no? Xe giusto, el ga rason lu; e le funzion xe giusto che i vegna, i tusi, parché... Quanti xe che gh'in vien de solito?". "Ah, do-tre, i tali...". El me ga dito anca el nome de chi che i gera. "El staga attento, don Mario, e se... riguardo le funzion xe giusto, se per le funzion fasissimo così, varda: che fasìssimo, in oratorio per esempio, come che disevo, perché la difficoltà xe quela, se fasissimo in oratorio, e quei de quinta elementare e dopo la seconda classe e la sesta, le ultime do classi, le fasissimo vegner tutti inquadrati alle funzion qua in... Sàlo che bel gruppo che vegnarìa! E agli altri ghe fasissimo le funzion dai Frati, con una parolina par loro, eccetera, così, così...". "Ciò, varda che saria belo!”. "Parché allora così lu el podaria lanciare... eccetera".Insomma, in conclusion, alle undese e meza de sera go fatto che el scriva sul quaderno, sui avvisi, no?, sui avvisi, e alla mattina dopo, alla prima Messa, poff!: "Con domenica si incomincerà la Dottrina Cristiana... eccetera". Quell'altra xe vegnù: "Ahh, sior parroco!". Ormai, ormai xe sta dito, insomma... capìo? Ma la me ga fatto così... ma dopo me ga tocà tribolare tutta la settimana par darghe una classe importante, eccetera eccetera, e fare in modo che la se li compagna ela dopo Dottrina alle funzion in ciesa! E allora gh'in avevamo, sèmo arrivà a trecento e quaranta, trecento e quarantacinque ogni domenega, al catechismo, ma ela...30 dicembre 1966