Meditazioni Originale > 1967 > LA COMUNITÀ E LA CORREZIONE FRATERNA

LA COMUNITÀ E LA CORREZIONE FRATERNA

MO165 [19-04-1967]

19 Aprile 1967

MO165,1 [19-04-1967]

1 "Notte e giorno noi lo preghiamo, con tutto l'ardore, che ci dia di rivedere i vostri volti e di contemplare ciò che manca ancora alla vostra fede".
"Paolo non si dilunga sulle notorie debolezze e deficienze della comunità, poiché il suo sguardo è tutto rivolto a ciò che vi opera Dio". Dunque... "Paolo non si dilunga sulle notorie debolezze...". Me pare de averlo detto in altra circostanza, prima di chiudere questa lettera è necessario che ci soffermiamo ancora. Guardate che è impossibile che le nostre Comunità non abbiano debolezze. Idealmente devono essere qualcosa di meraviglioso, di caloroso, come le abbiamo descritte: è quello il punto dove... "Siate perfetti come il Padre vostro che è nei Cieli..." no, però mettete in preventivo che ci saranno delle debolezze, mettete in preventivo che ci sarà la parte umana. È stato tanto buono il Signore, ce l'ha fatta vedere anche nel collegio apostolico, no? L'ha sottolineata poi lo Spirito santo anche da San Paolo con Barnaba... La parte umana: l'uomo ha delle giornate in cui vola e delle giornate in cui non vola. Ieri sera ho avuto il piacere e l'onore di assistere a una partita di boxe, vero, coi missionari... invece che la musica abbiamo avuto ieri sera tutta la partita per televisione. Vero, don Piero? È realtà? Abbiamo visto però una cosa, che "gh'in ho dà, ma gh'in ho anca ciapà!", no? Eh, sì: gh'in ho dà, ma gh'in ho anca ciapà! Ognuno dei du i doveva dir così dopo... Una cosa disumana, par conto mio, comunque non facciamo adesso giudizi del genere, ma ognuno l'è nda via disendo: "Gh'in ho dà, ma gh'in ho anca ciapà!". Ora, vedete, anche i campioni mondiali i gh'in dà, ma i gh'in ciàpa! Ora, penso che anche i santi, che sono campioni mondiali nella virtù, i gh'in dà, ma i gh'in ciàpa, e cioè, danno esempi meravigliosi di virtù, ma qualche volta i se dismentega de essere santi e anca lori i le ciapa e cioè i fa qualche sghiribizzo che no i dovaria fare. E allora può essere, ecco, anche, sa... Chi gerelo quell'altro? "Aliquando tacitat Omerus... dòrmitat", ben, insomma "dormìtat", sì, ecco, bravo... va là... xe tanti anni che no la sento... se anche Omero qualche volta el dormìa nda scianta, permettì che anche di tre santi, no, radunati insieme, un colpo dorma uno, un colpo dorma l'altro! Siete in una comunità, vivete insieme: cosa volete? È inutile non tutti i momenti i xe compagni, par un motivo o par l'altro, perciò bisogna anca mettere in preventivo, preventivo la debolezza delle comunità, le debolezze dei singoli.

MO165,2 [19-04-1967]

2 Adesso partono i cinque del Chaco, e si giurerebbe, si giurerebbe che vanno d'accordo, che non ci sarà mai niente. Vorìa vedare mi a un dato momento, vero, Toni Zordan con don Piero: "Va' a farte ben... ohhh... brombombon". El sbaja! Dopo i se dà un baséto, ma ogni tanto i sbaja! Cossa vulio! Bisogna mettere in preventivo, mettere in preventivo! Sta' attento, don Piero, che non ghe sia Toni Ferrari da una parte e Zordan... uno tira par le gambe e uno par i piè, no te resta pì ninte... ciò, che no i te para torno come un nissòlo parchè sarissimo messi male!
Però, fioi... mettete in preventivo questo, cioè che ogni comunità, ogni comunità è fatta di santi, ma di santi uomini, i quali, cominciando ad essere santi, restano uomini, e perciò naturalmente portati alla debolezza, fragili, che vanno a confessarsi ogni otto giorni o ogni quindici, che nelle confessioni purtroppo dicono sempre: "Signore, prometto, ce la metto tutta...", e poi piangono perché non son riusciti. E guardate che è importante questo, sapete! È importante perché allora, mettendo in preventivo un po' queste cose, si sopportano più facilmente, altrimenti si pretenderebbe di vedere la comunità ideale e si dà sempre, si darebbe sempre colpa agli altri se la carità non c'è: sarebbe pericoloso, sapete! È pericoloso! E cioè dire: "Non la va perché ghe xe quelo là! No la va perché ghe xe quel'altro!". La xe la malattia un po' di oggi: dare la colpa agli altri, dire: "Ma, quando ca sarò fora...". Qualcuno, per esempio, che nella Casa dell'Immacolata, per esempio, ipotesi, non è capace di andar d'accordo col collega, e può dire: "Sì, sì, ma quando ca sarò prete...". Dopo no ndarà d'accordo col suo superiore: "E sì, ma quando sarò superiore io...". E dopo nol va d'accordo con quei altri: "Eh, quando che ero inferiore io... Ehhaauu! ". Tutta la vita passata così, cioè dando... trovando negli altri la causa dei propri insuccessi. State attenti, figlioli! Mettete invece in preventivo che abbiamo da fare con gli uomini e che siamo uomini anche noi, e che se gli altri ci fanno soffrire qualche volta, noi forse li facciamo soffrire sempre. In una comunità siamo cinque o sei: "Varda, varda! Varda quelo là, varda quelo là!". Prova guardare anche te Generalmente noi vediamo gli altri far soffrire noi, e non ci accorgiamo noi che facciamo soffrire gli altri. Ecco... dunque: "Paolo non si dilunga sulle notorie debolezze, notorie debolezze..."; perciò, saranno cose note, non stemo a perderse... Andare lì... quando si tratta domani... vero... "Ma come va?”. “E te sé questo... e te sé st'altro...". Ma lascia stare! Lo sappiamo: debolezze umane ce ne sono!

MO165,3 [19-04-1967]

3 Se domani andiamo a visitare la comunità, ad esempio, in Guatemala, e vediamo un po'... e vegnemo a casa: "Ehh, sa... ehh...!". Certo, vedremo che don Gianni ga i piè sporchi, che don Ugo brontolava magari e l'è deventà massa dolce... massa... così, troveremo che Severino el ga i caviji neri, e quell'altro li ga bianchi, vero? Qualcosetta te trovi da dire su ognuno, se vuoi, per quanto santo che sia! I ga trovà da dire su Nostro Signore! I lo ga trattà da peccatore! Giusto? Qualcosa te trovi...
Scusa, ecco cosa ci dice qui: "... poiché il suo sguardo è tutto rivolto a ciò che Dio vi opera". Eccolo qua il nostro...: quello che Dio opera dentro nella comunità. Dentro nella comunità c'è Dio che sta operando? Ebbene, vediamo la mano di Dio, quello che sta facendo Dio, cioè in altre parole: essere ottimisti, ottimisti; non facilitoni, ma ottimisti, vedere la parte buona dei nostri fratelli e svilupparla, e aiutare i fratelli a svilupparla. Mi diceva ieri la mamma di quella ragazza che è morta, quella di cui ho letto ieri mattina un pensiero, è venuta qui ieri pomeriggio: "Mi ghe digo la verità, gavea tanto da imparare da me fiola, tanto da imparare: la gera così ottimista, la vigneva a casa e la vedeva che mi gaveva preoccupassion: "Ma va là, mamma... va là, mamma!". Chi ghe gera presente? Giuseppe, no la ga dito questo? Cosa gala dito? Disi ti cosa che la ga dito, co' la ndasea a casa... Sempre sorridente e ottimista: "Ma va là, 'ndemo, femo, va là... vuto ciapartela per quele robe lì?". Ecco, tirava su il tono, non con faciloneria... Vedio, non vol dire essere facilitoni: "Ben, ben, va là, non demoghe peso!", no? Bisogna vedere un po' in forma ottimistica le cose, vero? Se no, misericordia! Sempre Messa da morto, Messa da morto in casa! nda volta el "Dies irae", 'naltra volta el "Libera me, Domine", 'naltra volta, vero, el "Requiem aeternam"! Va ben... Vedo che anche la Chiesa me pare che la pensa de tirar via el moro, el nero, no, dalla chiesa! Me par d'aver sentìo una voce, no, ti, don Piero, che te sì liturgista... me par d'aver sentìo che andando avanti... i ga intension de tirar via el nero dalla liturgia dei defunti, el nero, tutto quanto nero... No, me pare de aver sentio dire che xe questa intenzione, in giro zo là verso Roma, da quele parti là! Ora, dèmoghe anche alla croce, anche alla croce e anche alle difficoltà dèmoghe el colore della Pasqua... il mezzo per arrivare, per arrivare a Cristo, per arrivare al Signore! Perciò, vedemo un po' in forma ottimistica un pochino quei altri, vedemo el bene, scusa, el bene che ghe xe dentro!

MO165,4 [19-04-1967]

4 Può capitare questo, vedete, può capitare questo: che nella Comunità ci siano cinque sei elementi che, fuori gli elementi siano stimati, e che proprio in casa non siano stimati. Non so se rendo il pensiero: don Erasmo, mi sono spiegato? E agli altri è abbastanza chiaro? Cioè, siete in cinque, cinque, prendiamo... guardate che non è mica un caso, che sia questo, eh, ma tiro fuori un caso... A Monterotondo c'è l'assistente Mario, per esempio, no? Può capitare questo: che l'assistente Mario - guardate, non è capitato questo ringraziando il Signore - sia portato in palma di mano in giro nella parrocchia come un santo dalla gente, e in casa si veda soltanto il nero e sia invece considerato una pietra d'inciampo... O invece di Mario mettete don Matteo o mettete un altro, o mettete me o mettete un altro. Perché? Perché, in casa, invece che guardare tutto l'uomo si guarda soltanto quella parte negativa, siccome tutti ne abbiamo, chi ne ha di più chi ne ha di meno, va ben, la quale può impedire qualche volta una corsa, una discussione, ma può essere un pochino così... Ci si perde insomma nella parte umana che noi forse non abbiamo messo in preventivo perché ogni uomo la porta.
Ora, guardiamo la parte positiva di ognuno! Guardate che questo forse è un inganno del demonio; proprio il demonio, per rovinare le nostre comunità, e cioè per rovinare la nostra attività apostolica, si inserisce proprio in questa forma qui, piano piano in questa forma: cerca di fare in modo che noi, noi non sopportiamo i nostri fratelli perché non sono come dovrebbero essere, e li accusiamo nel nostro intimo come i responsabili del male andamento della parrocchia, quasi... "Ma sì... se dovaria essere così, se dovaria essere così...", e intanto non rinnovo niente; ci erigiamo a maestri, a giudici, e siamo quelli che manchiamo di carità più di tutti gli altri. Non so se go reso il pensiero... Toni, ti che ti si pratico de mestieri, xe giusto o no?

MO165,5 [19-04-1967]

5 Cioè, partemo con l'idea ca semo omini, partemo con l'idea... Per esempio, supponi... un momentino, Mario, per esempio: varda che el ga lassà una ragazza, el ga lassà una fameja, el ga lassà dei fioi, el ga lassà un paese, el ga lassà tutto, e l'è là poareto che el lavora come un disperà dalla mattina alla sera. "Sì, ma l'è così!". Ma lassa stare... daghe nda man. Non l'è un fradelo? Questo... Mario... Toni Zordan magari in America, no xe vero?
Vardemo la parte positiva e quello che Dio ga operà in queste creature! La gente, la bona gente capisse ste robe qua, e ammira questi apostoli che hanno abbandonato la mamma, il papà e la famiglia per andare lì e consacrarsi, e forse coloro che meno ammirano sono coloro che hanno meno venerazione per i loro fratelli! Vedete, domani dobbiamo ognuno di noi avere una venerazione, dovrei dire: "Guarda quel giovane lì: non è mica venuto qui perché non sapeva cosa fare, avrebbe potuto fare qualche cosa d'altro”. È venuto qui Zeno: non è mica venuto perché era un fallito! E no! Toni e Berto, Berto là... Manzardo, e no, el podea andar tirar pugni senza andar in America: campione mondiale... Figlioli miei... saper vedere insomma la parte...: "Sì, varda quel toso! Varda quel giovane! Varda...". Che piccini che siamo quando che invece ci fermiamo a vedere: "Guarda ciò...", a vedere cosa... a criticare, a vedere con occhio nero, nero, nero... Guardate che in fondo vuol dire che avete poca stima del proprio confratello. Due colleghi, per esempio, due colleghi che son là con un gruppetto di ragazzi, ma come fanno a non volersi bene quando uno considera quell'altro: "Ma guarda che generoso che è stato quel giovane lì, ha abbandonato tutto per servire il Signore!"? E l'altro: "Guarda che generoso che è!". Ma a un dato momento ci dovrebbe essere una ammirazione che passa sopra le piccolezze umane, sopra tutto, sopra tutto! Ecco, vedete, forse, forse...

MO165,6 [19-04-1967]

6 Proprio ieri, proprio roba fresca, monsignor Bizzotto mi parlava così: "Varda, - el dise - son preoccupà fortemente de una cosa, - el ga dito - una cosa. - el dise - I prefetti non son più bon che i staga coi tusi, cioè... se sta osservando sto fenomeno qua, che i tusi in cortile i se organizza a zugare e i zuga fra lori che xe un piacere, i se sforza sti pori piccoli, ma i prefetti, almanco che i stasse là a vardare, almanco che i stasse là in cortile insieme! Macchè! No i xe gnanca boni star fermi là... Almanco che... no pretendemo che i zuga... in mezzo ai tusi, almanco uno che stasse in mezzo! Tante volte... gnanca uno, gnanca uno!". E allora go tirà fora: "Ciò, digo, mi no so, tutti i anni che semo sta' in seminario noialtri, i prefetti stavili coi tusi o no?". Noialtri se ricordemo: i gera sempre coi tusi, sempre, sempre, sempre! Mai capitava che... no i stava con i tusi! Anca parchè se gerimo... Sarìa stà come una mamma che alla mattina, alla mattina, no la sia sta... no la gavesse parecià da magnare a so' fioi e la fusse andà a ballare! E vardè che... E dopo go dito: "Te ricordito quando che gavivimo questi e questi viceprefetti, - go dito - don Antonio? Se noialtri no li gavissimo visti con noialtri, ghe gavarissimo credù?". Vardè... e allora, sa... "E i tusi - el ga dito - e sti prefetti, i porta la scusa disendo: "Sa, xe pesante star coi tusi, ma dopo, domani, con la parrocchia, con la parrocchia, quando saremo in parrocchia, saremo qua, saremo là..."".
Sarà la stessa cosa! Domani sarà pesante stare in parrocchia, confessare cinque sei ore... sarà pesante stare in oratorio, e allora, via con la macchina... se farà gli impiegati statali! No ghe xe ninte da fare: inesorabilmente, se oggi tu assistente non vai d'accordo con il tuo assistente perché... varda, perché non lo stimi, forse; vuol dire che stimi te stesso e non stimi lui. Se oggi tu non stai volentieri, ma proprio con amore in mezzo ai tuoi ragazzi, più sono discoli, più son cattivi ci stai con amore, più ti consumi in mezzo a loro, vuol dire che non ami le anime, non capisci niente delle anime, e domani sarai un impiegato, inesorabilmente sarai un impiegato! Guardate, figlioli, scusate se tiro fuori questo particolare, perché proprio ho veduto monsignor Bizzotto ed era giusto che lo tirassi fuori: volevo tirarlo fuori... perciò ho stiracchiato un pochino per arrivare qui, un pochino... Ma, state attenti, qui si tratta proprio di una cosa: la nostra Comunità deve essere formata sulla convinzione delle debolezze dei fratelli, ma sulla convinzione della grandezza dei nostri fratelli che abbiamo insieme con noi e sui doni grandi che lo Spirito santo ha messo nel cuore di ognuno dei nostri fratelli. Guardate che se non facciamo così, per forza le nostre Comunità andranno in malora, e allora, invece che essere luce, saremo tenebre.

MO165,7 [19-04-1967]

7 "Tuttavia - andiamo avanti - dove scopre le deficienze, se ne preoccupa molto e ne cerca il rimedio".
Oh, là, 'ndemo vanti! Ora, è giusto che io metta in preventivo nella Comunità... Prendiamo come prototipo quella del Chaco, dato che abbiamo quella del Chaco, no? Dopo, quando che xe nda via quela, ne prenderemo un'altra... quela de la Mesopotamia, va ben, dopo la comunità ideale... Copenaghen... Tolemo quella del Chaco: mettiamo in preventivo che ci sarà qualche cosa, mettiamo però in testa di aver stima grande di ognuno dei nostri fratelli. "Eh, ma Toni l'è vegnù là in America per... Quel'altro l'è vegnù per... Non avendo trovà la morosa l'è vignù là a farse frate, l'è vignù là. Quell'altro... quell'altro...". No! Avere stima dei propri fratelli, stima dei propri fratelli! Però, attenti: messo in preventivo che le piccole deficienze ci devono essere, e che io devo aver stima tanto di mio fratello, però resta che ho il dovere, il dovere, di aiutare mio fratello ad essere più perfetto, ho il dovere, no è consigliato, ho il dovere! Perciò, voi Comunità del Chaco, non potete cavarvela dinanzi a Dio se domani capita questo: "Eh, ghe lo go dito tante volte, ghe lo go dita un par de volte, el se rangia! No el ga la so età? El ga da capirla!". Eh no, eh no: 'opportune e inopportune'! Domani, per esempio, c'è uno di voi che, sa, qualche... Supponemo che don Piero cominsia a ndar robare i uvi, don Piero va a robare i uvi, el roba un ovo, e dopo un par de giorni un altri, eccetera eccetera, disemo una roba grossa così, tanto parchè... non uova de cioccolata o de... De cosa xelo? De elefante! Attenti un momento: cosa succede? Che uno dei fratelli deve prendere don Piero: "Senti, Piero caro, scusa, ti te sì superiore, tutto quelo che te vui, però andar a robare i uvi, no... robare i uvi...". "Ghe lo go dito dò volte! Che el se 'rangia!". E no: "opportune e inopportune!". La carità, la carità ti deve portare a insistere anche se don Piero dopo sai che ti guarderà con gli occhi brutti; gli occhi brutti passeranno, passerà tempo, tu intanto hai fatto il tuo dovere.

MO165,8 [19-04-1967]

8 Ricordati, ricordatelo: il Signore vuole che tu aiuti tuo fratello; tu hai responsabilità e lo correggi. La mamma non tralascia di correggere il figlio per paura di divenire impopolare o per paura che il figlio non la ami più, perché questo sarebbe amore di se stessa, non amore verso il figlio. State attenti perché questo è un altro pericolo tremendo, che noi non facciamo di meno di aiutare il fratello per vigliaccheria, per non perdere la confidenza, per non perdere l'affetto del fratello o qualcosa del genere: è una vigliaccheria che non è cristianesimo!
Ora, San Paolo mette già in preventivo le deficienze della comunità ben note, per carità, mette... sa che lo Spirito santo ha fatto cose grandi nella comunità, e ne è ammirato, però non tralascia di correggere quando ritiene opportuno. E qui vi dico: guardate che dovete assolutamente avere questo amore al fratello che vi porta a fare la correzione fraterna, perché, se non l'avete oggi, non sarete apostoli domani: ma ricordatevelo bene! Non illudetevi di essere domani qualche cosa domani nell'apostolato! "Eh, domani, domani...". Domani sarai quello che sarai oggi, né più né meno; se oggi tu, fratello, non vuoi bene a Raffaele ma fino al punto da inimicartelo, anche, per dirgli la verità, domani tu nella parrocchia non ti inimicherai con la Geltrude o con quell'altra, perché sai che la Geltrude ti fa il sorrisetto, e no se pol mia dirghe la verità; quell'altro invece te porta el capon e non se pol dirghe la verità... "Eeehh, no!". No, no, guarda la mia esperienza è questa: se oggi tu hai la fraternità verso il tuo amico e di dirgli così e sai accettare anche che il tuo amico ti risponda male, e tu insisti anche dopo otto giorni sebben che ti risponda male un'altra volta, domani tu sarai l’apostolo della verità, e tu dirai la verità con semplicità, ma in rischio anche di inimicarti anche tutti i parrocchiani, di cascare come un agnello in mezzo ai lupi che i te magna a tochi. Guardate se no, domani, non ci riuscirete! E questo ve lo assicuro perché ormai potrei anche io tirarvi fuori decine di esempi, e dire che in seminario c'era un giovane e lui, mi ricordo, ci ho detto più di una volta: "Parla...!". "Ghe lo go dito una volta, dò volte... Che i se 'rangia, i se 'rangia!". Va ben? E adesso el xe prete e...: "Che i se 'rangia, che i se 'rangia! Mi digo Messa... Se i vol vegnere i sa dove che xe la ciesa, i sa... la campana la sona... i sa a che ora che xe la Messa, i se 'rangia! All'Inferno i ghe va lori...". Mah, no so mia se i ghe va lori o se vada el parroco! Xe comodo dire: "Mi la Messa la digo, la predica la fasso, i sa che la ghe xe, e che i se 'rangia!". Capissito? Parché Gesù parla della pecorella smarrita, e del Buon Pastore che va in cerca della pecorella smarrita, e che se la prende in spalla e se la porta a casa!

MO165,9 [19-04-1967]

9 Ora, se tu non hai l'amore verso il tuo fratello che è vicino qui, che in fondo c'è poca differenza, come farai domani avere amore verso quell'altro che ti dice male, che ti calunnia, che ti offende... come farai aver tanto amore da andar cercare la pecorella smarrita? Se oggi non hai amore verso il tuo fratello perché ti fa un... un pochino, come puoi un domani avere amore verso l'altro fratello che hai qui? Eppure il cristianesimo ci porta a questo! Perciò guardate che è un termometro che risponde, che risponde sempre a verità. Datemi un giovane seminarista, un giovane religioso, un giovane chierico che viva la vita di comunità da fratello, che voglia... che stimi il suo confratello, e perciò si metta in atto di umiltà dinanzi a suo fratello, che dia una mano al fratello con la correzione fraterna, e tu avrai un domani un diacono o un sacerdote meraviglioso, che farà cose meravigliose nella parrocchia. Datemi uno che, se diria 'smussa fadighe', no, che... "Ah, massa fadiga farse santo!", che ama il quieto vivere e perciò: "Mi? Me interessa, no me toca mia mi, me toca mia, me toca mia mi!", e avrai domani, avrai né più né meno che il mercenario!
Guardate che ce ne sono tanti apostoli mercenari! E guardate che un po' di mercenari siamo tutti! Guardate che nda sciantina quelo che ghemo dentro de noialtri, la semente de tutti... le virtù, ghemo anche quela de tutti i vizi... E perciò un po' di spirito mercenario lo abbiamo tutti! Perciò sviluppiamoci da qui... Ieri sera, sa, quei altri prima de scominsiare... prima de scominsiare i stava così... allenarse! Bisognava che... fino all'ultimo momento in allenamento, no? I gera là cussì! Ecco, se no sì cussì qua adesso, doman no tirarè mia pugni! Non stè credere che domani... No se pol ciapare domani improvvisamente el cavalier Barban e metterlo là insima che el scominsia a pugni, se no ghe scoppia la pansa! Ghe vole allenamento, ghe vole allenamento! Perciò no stè dirme che domani, no stè dirme che domani sarì apostoli... Il santo Curato d'Ars era santo Curato d'Ars da quando andava a zapar la terra, ricordevelo ben! San Giovanni Bosco era San Giovanni Bosco quando el ndasea a zugare coi tusi là e el fasea le corse e dopo el ghe fasea nda sc-ianta de catechismo! Ghio capìo? E dopo el ghe fasea nda scianta de catechismo! Quando el ga sfidà quell'altro a fare i salti, eccetera eccetera, e 'l ga vinto lu: "Come...?". "Beh, adesso, niente saltare! In ciesa!". Ve ricordè la storia: ma el gera, el gera San Giovanni Bosco là! Oh, naturalmente anca se el gera San Giovanni Bosco el ghin combinava qualcheduna de grossa parchè, ciò, vegneva fora dalla vaporiera un po' de tutto, no? Ma lu el ga sarà i bulloni da una parte e el ga verto da quell'altra e xe vegnù fora el santo, il santo. Ma el gera anca allora San Giovanni Bosco!

MO165,10 [19-04-1967]

10 Fa paura vedere qualche volta dei giovani che i va avanti così, che i va avanti così... come degli impiegati: "Domani sarò... mi preparerò... domani sarò...". Cosa vuoi essere domani? Domani sarai quello che sei oggi, nè più nè meno. Sapete cosa che succede? Quello che succede nella famiglia: una ragazza che si sposa, che da piccola la ghèa la bamboletta, la fasea la casetta, e dai, e dopo co' la xe deventà nda sciantina più grande, con so mamma a sugare i sculieri, insegnare, e fare ela la minestra, poi la sbagliava a mettarghe el sale e la ghe ne metteva massa o ghe ne metteva massa poco, e pian pian.. la vol cusire, la vol fare, la vol fare el vestitin, e allora te vedi che la 'riva magari a disdotto venti anni che sta bamboletta la va in casa... "Mulierem fortem quis inveniet?". Perché la sa fare un po' de tutto, e allora la xe una ricchezza per la casa! Inveze quel'altra che... la se... par preparse al matrimonio... leggere de pedagogia de una cosa, de l'altra, leggere, leggere, leggere... e dopo la va a casa e no la xe bona gnanca de lavarghe i panesei a i so piccoli! E quanti mariti dise: "No la xe bona far gnente, me tocca far fare tutto"! Mai sentìo dire sta roba qua? Ela, riviste, perciò bisogna che la leza riviste, televisione; el se alza... parsin portarghe el caffè in letto... parchè el marito el va a lavorare e bisogna portarghe el caffè in letto alla donna! E dopo... Zeno, digo busie? Ghin'è mia donne così in giro? Eh? Ma mi go dito: "Ghe tocca...". Xe segno che comanda "la Francia"!

MO165,11 [19-04-1967]

11 Vardè che la xe la stessa roba, stessa roba! Datemi un giovane, un giovane... Tasi, Toni!... un ragazzo giovane qua che sia animato, cioè che abbia la spissa dell'apostolato, dei sacrifici, della correzione fraterna, che... insomma... Tu hai la ragazza che sta preparandosi e arriva al matrimonio da vera mamma; hai il giovane che arriva sacerdote o diacono, il vero apostolo, col 'riva... qualcossa el fa insomma: no l'è bon star fermo parchè el vole anime, nol se scoraggia, el prova in un modo e prova nell'altro, el sé come una donna che ghe va male la pastasutta: "Ben, pazienza, preparemo i gnocchi!", insomma, la fa, la fa! Datemi quell'altro che va avanti calmo... tranquillo... tutto sorrisi... tutto rose... "Cosa gheto da fare?". "Sto preparandomi, devo prepararmi...". A far che cosa? A fare, vero, la moglie che se fa portare a letto el caffè, che comanda... A far che cosa? Cosa sai fare domani se non c'è... se non hai sviluppato in te lo spirito dell'azione apostolica, se non hai aiutato oggi tuo fratello che era lì che aveva bisogno di te?
Ognuno di noi chiuda gli occhi, passi in rassegna tutti i fratelli e si domandi: "Son tutti santi? Potrebbero far qualcosa in più?". Per esempio, Toni Ferrari, podaria far de più Vinicio, don Ottorino, eccetera? Podarissili? Eh, sì, sì, sì! E cosa hai fatto tu, tu, per aiutare questi a far qualcosa di più? Domani nella parrocchia i miei parrocchiani, tremila, cinquemila: potrebbero fare di più? Eh, sì! E cosa ho fatto io? Se oggi, chiudendo gli occhi, guardando la Comunità, ti accorgi che c'è qualcuno che potrebbe fare di più e lo fai, lo farai anche là; se non lo fai oggi, vi giuro qua dinanzi al crocifisso, non lo farete neanche domani! Agimus tibi gratias...