LA CONFESSIONE SACRAMENTALE E LA DIREZIONE SPIRITUALE
MO265 [18-02-1969]
18 febbraio 1969
MO265,1 [18-02-1969]
1.È stato detto che quando ci si avvicina al sole appaiono anche le macchie più piccole che sono sulle nostre vesti. Ora, più che vi fate santi, più vi accorgerete che ci sono anche delle miseriuole che bisognerebbe prendere, e che forse un tempo non notavate neppure.Una di questa sarebbe quel piccolo vizietto che c'è, quando che uno parla, parlare sotto, sotto sotto, qualche volta. Dico, è un difetto, vero, che appare adesso perché siete santi, no; forse una volta non appariva.Per venire al concreto, domenica scorsa quando il professor Peretti parlava, davanti si sentiva sotto... i primi dieci minuti, quarto d'ora, fino alle sei e venticinque circa, un momentino anche dopo... qualche commento sotto acqua. Guardate che si sente.Quando uno sta parlando per esempio qui, se... solo che uno si muova un momentino, vero, Antonio, come l'altra volta, eh, per dire una parola, qui si nota immediatamente.E, capite, anche a scuola, quando che andate a scuola, non è... se anche il professore non dice niente, guardate che passate come screanzati. Il professore non dice niente per un senso di rispetto della persona, ma voi mancate di rispetto alla persona del professore, ricordatevelo bene. Se lui vi rispetta, voi non rispettate lui.Il professor Peretti viene qui, lascia la famiglia, lascia tutto, viene qui gratuitamente per fare delle lezioni e sente: "Bum bum bum, bum bum". È chiaro lui non vi richiama, ma, però, ricordatevi, che mancate di creanza e disonorate la casa. Ora, c'è qualche cosa da domandare? Si domanda pubblicamente. Non si può sotto buttar una parola così... qualsiasi commento che fate. Anche se il professor Peretti dovesse dire una stupidaggine, si alza la mano, lo si dice, ma non per sotto acqua.Ora, questo, io insisto perché fa parte del primo discorso che noi dobbiamo fare nella nostra casa. Prima dobbiamo essere uomini. Se non facciamo questo, non siamo uomini. Procedamus! E questa cosa, lo dico anche nelle meditazioni. Qualche volta ho richiamato, qualche altra volta ho visto e ho taciuto. Lo dico anche quando fate i vostri impegni di vita o qualche cosa: cò parla uno, lasciate parlare quello.
MO265,2 [18-02-1969]
2.Continuiamo la lettura e il commento così, un po' fraterno, delle nostre delibere. Siamo arrivati, se ben vi ricordate, siamo un po' indietro come si direbbe, no?"Vita di pietà".Delibera 14: "Ogni religioso rimanga fedele alla confessione, possibilmente settimanale, cercandovi anche l'aiuto di un direttore spirituale. Ponga massima cura nel compiere l'esame di coscienza, mezzi indispensabili per conservare la purezza di cuore".Qui mi riferisco a quella bellissima lettura che avete fatto ieri sera in chiesa, quando, col Santissimo esposto, avete presentato i due che sono messi là in chiesa, nella sinagoga o nel tempio, a pregare, uno fariseo e l'altro pubblicano. Che bello vedere questo povero pubblicano, pieno di peccati, che si batte il petto e che al Signore dice: "Signore, sono un povero uomo peccatore"! Vedete, fratelli miei, l'atteggiamento nostro dinanzi a Dio non dev'essere di uomini scoraggiati, no, non dev'essere di uomini disperati, no, ma di uomini col cuore contrito e umiliato, sì! Vedete, siamo tutti peccatori e dobbiamo sentirci peccatori, non per avere scoraggiamento, ma per aver fiducia, per non lasciarci tradire dal nostro amor proprio. E il Signore non disprezza il cuore contrito ed umiliato, e il Signore vuole, vuole questa contrizione da parte nostra.Vedete anche la liturgia come continua portarci, vero, a questa contrizione, come, si può dire, esige questa contrizione per il nostro avvicinamento alle cose sante. Entrando in chiesa noi troviamo subito lì l'acqua santa che serve alla prima purificazione, proprio alla prima purificazione. Salendo all'altare troviamo il 'confiteor' per la purificazione nostra. Ma poi tu vedi continuamente nella Santa Messa: persino lì, quando che abbiamo il Santissimo davanti, poco prima della comunione, "nobis quoque peccatoribus", e sentiamo il bisogno, la Chiesa c'invita, che ci battiamo il petto proprio per domandar perdono. "Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis, miserere...". Insomma questo chiedere pietà, ancora pietà.Sentire, dobbiamo sentire la nostra miseria. Vorrei dire che c'è una certa proporzione tra la nostra miseria, cioè il conoscere la nostra miseria, il detestare la nostra miseria - insisto: senza scoraggiamenti! - e la nostra santità, la nostra unione con Dio. Perché è condizione indispensabile, indispensabile per la nostra santità, il conoscere quello che siamo noi. Conoscere chi è Dio, cosa Dio ha dato a noi e come noi abbiamo sciupato i doni di Dio. Del resto anche nel sacrificio, uno dei fini del sacrificio, dopo l'adorazione, dopo il ringraziamento, viene immediatamente il senso insomma della nostra miseria: sentire il bisogno di domandar perdono al Signore.
MO265,3 [18-02-1969]
3.Ora, vedete, è proprio in questo spirito che io metterei la Confessione settimanale, o almeno non oltre i quindici giorni. Il codice di diritto canonico stabiliva, vero, "saltem semel in hebdomada", "almeno, almeno una volta alla settimana". Nel nostro Capitolo generale abbiamo un po' discussa la faccenda - anche perché, forse, può darsi che il codice cambi un pochino - e abbiamo cambiata la frase, abbiamo messo: "... rimanga fedele alla confessione possibilmente settimanale"; qualcuno voleva mettere "quindicinale". Abbiamo lasciato stare: abbiamo lasciato "possibilmente settimanale". Perché? Perché domani la Chiesa stabilirà. Però io direi, io direi: non lasciamo passare i quindici giorni. Guardate, io conosco tanti ottimi sacerdoti che sono fedelissimi alla confessione settimanale. Voi direte: "Ma che cosa andiamo a dire noi al confessore?".San Francesco di Sales aveva sempre con sè, durante le visite pastorali, il suo confessore, e ogni sera faceva la sua confessione. Ogni sera Francesco di Sales faceva la sua confessione, non come scrupoloso, perché non credo che sia stato tanto proprio scrupoloso, ma perché come ogni sera, cioè ogni giorno si riceve l'Eucaristia, ogni giorno lui voleva ricevere la purificazione, voleva ridomandare perdono al Signore e ricevere la grazia del sacramento della Confessione. È un sacramento, figlioli miei, è un canale di grazia.Quando San Girolamo sente il Signore che si rivolge a lui e gli dice: "Girolamo, dammi qualche cosa", "Ma, Signore, cosa vuoi che ti dia? Sono qui in una grotta - era là a Betlemme -, sono qui in una grotta, ho dato tutto. Ho abbandonato - me pare che el fusse dalmata, no, vero dalmata San Girolamo! - ho abbandonato la mia Dalmazia, ero andato lì a studiare in Francia, ho abbandonato i miei studi... sono andato... ho abbandonato tutto, Signore. Cosa vuoi che ti dia?". "Dammi qualche cosa, dammi qualche cosa". E in fondo: "Ma guarda intorno a me...". "Dammi i tuoi peccati perché io provi la gioia di perdonarteli un'altra volta. Questo io domando da te, o Girolamo. Dammi i tuoi peccati perché io provi la gioia di perdonarteli un'altra volta".Ora, vedete, non è tanto quelle piccole mancanze che sono capitate in quei quindici giorni che interessano forse al Signore, non è tanto uno sforzo per vedere quella piccola imperfezione, ma è il cuore contrito ed umiliato, che si pente ancora una volta dei peccati commessi nella vita, che ferma il suo pensiero su quella o sull'altra colpa, e dinanzi al Cristo crocifisso per noi ancora una volta domanda perdono. Ancora una volta dà a Gesù la gioia di perdonare e stabilisce il rapporto giusto fra Cristo e la creatura, Cristo salvatore... "Guarda, - potrebbe dire Gesu - se io non fossi morto in croce, ricordati che tu tu non saresti qui dove sei". Perché quella piccola mancanza, aveste soltanto commesso solo un peccato veniale nella vostra vita, quella piccola mancanza sarebbe stata come, so io, una piccola infezione che vi avrebbe portato alla morte.
MO265,4 [18-02-1969]
4.Amici miei, io dico che una Confessione fatta bene, con questo spirito, vi fa vivere la Santa Messa, vi fa capire Gesù e Gesù crocifisso. Perciò io direi, congiungerei proprio la Confessione, il “confiteor”, la Messa, in un unico canale di grazia, in un unico canale. E per noi religiosi, in modo particolare, sarebbe inconcepibile una Confessione là fatta così, ogni tanto ci si ricorda che c'è anche la Confessione. Per noi religiosi, passata la settimana , i sette, otto, nove giorni, dovremmo sentire qualche cosa qua, qualche cosa qua, ogni giorno.Come quando che c'era la cambiale da pagare, vero, e si diceva: "Ho da pagare qualche cosa; so io che c'è qualche cosa".Dovrebbe essere proprio un desiderio di incontrarsi col Signore. Io farei proprio questione di grazia. Convincersi che lì andiamo ad attingere la grazia, andiamo ad aumentare la nostra umiltà, il nostro contatto con Dio, andiamo quasi, quasi a revisionare noi stessi, revisionare noi stessi.Vedete, se non siamo equilibrati giusti nell'umiltà, guardate che è difficile, sapete, oggi lavorare nella vita apostolica, è difficile oggi camminare e giudicare. Abbiamo bisogno tanto di essere proprio sincronizzati con Dio, e penso che è più facile sincronizzarsi con Dio nella Confessione che non nella Santa Messa, se la Confessione la facciamo bene, se nella Confessione portiamo proprio questo dispiacere. Cioè se noi prima della Confessione ci mettiamo dinanzi a Dio e guardiamo lui e guardiamo noi, cosa ci ha dato lui e cosa abbiamo dato noi. Se invece la Confessione la facciamo "ut adimplerentur Scripturae"... beh, corriamo lì, come fanno i bambini che stanno giocando bandiera e vedono il posto... uno e, tum tum, dentro lì; se la facciamo così, allora no! Ma io rifuggo dal pensare che un religioso faccia la Confessione tanto per dire: "L'ho fatta", o che dica: "Io non ho peccati", perciò sta quindici giorni, dieci giorni... perciò ogni poco basta...
MO265,5 [18-02-1969]
5.Perciò, ecco, io insisterei, guardate, mi permetto di dirlo perché non si verifichi quello che potrebbe verificarsi: che a un dato momento, passati i quindici giorni, si passa al mese, e passato il mese, se ne passano due e passano tre. Guardate che comincia il disastro: non meravigliatevi. Ma vi assicuro io che può darsi che qualche pio, qualche pio religioso della Pia Società San Gaetano sia stato anche più di tre mesi senza confessarsi. Guardate, figlioli, che è l'inizio dei dolori.Quando in una famiglia tu senti dire che improvvisamente il marito è scappato via o la moglie è scappata via, è avvenuto un tradimento, guardate, i tradimenti non avvengono mai dalla sera alla mattina. I tradimenti nell'affetto matrimoniale, coniugale, hanno una radice che risale molto lontano. Uno non ammazza mai una persona per il furto. Vi ricordate, comincia a rubare un ago o una zucca o qualche cosa altro, e piano piano poi si arriva.Uno che mi è fedele a una Confessione almeno quindicinale e la fa veramente con contrizione... no, state sicuri, quello non tradirà Cristo e la Chiesa. Uno che almeno ogni quindici giorni si prostra dinanzi al crocifisso e non tanto per, così, per dire... ma si batte il petto convinto di essere un peccatore e va a riprendere forza, a riprendere grazia, state tranquilli! Troverà delle difficoltà, sì; ci saranno dei venti sfavorevoli, sì, ma la grazia di Dio è con lui. E se Dio è con noi, dice il salmo, chi contro di noi? "Quis contra nos?".Andiamo avanti."... cercandovi anche l'aiuto di una direzione spirituale".
MO265,6 [18-02-1969]
6.Eh, qui figlioli, lo so, lo so... Siamo in tempi nei quali ognuno si sente sicuro, ognuno sente che potrebbe fare il direttore spirituale, ma si sente sicuro dei propri giudizi. Eppure, guardate, proprio in questi tempi tu vedi che tanti vanno dal medico, tanti vanno a consigliarsi dagli avvocati per delle loro questioni. Don Zeno, xe vero, no? Tanti vanno a consultarsi per cose materiali, per cose commerciali. Tu vedi spesso aperti uffici di consulenza; e nella cosa più grave, nella cosa più importante che è lo sforzo quotidiano che ognuno dovrebbe avere per fare la volontà di Dio, ognuno si sente sicuro, sicuro della volontà di Dio. Ora vedete, io vorrei trovare la causa di questo. E la causa, direi, è questa per conto mio: perché non si è ancora capito che la lingua di Dio non è la lingua degli uomini, e si vorrebbe sempre agire secondo quello che potrebbe essere una logica, che tante volte anche si sbaglia, eh, anche sul campo umano. Ma supponiamo, un tizio, lui si sente sicuro della sua logica. Ma, anima di Dio, tu fratello mio, sai che Dio ha un'altra logica, e che tu, umanamente cercando, non andrai mai a scegliere la logica di Dio?Ieri sera, parlando dell'impegno di vita con i miei confratelli più anziani, sottolineavamo un particolare: quello di Abramo, Dio chiama un uomo, promette a quest'uomo una discendenza numerosissima... ha una moglie sterile. Ma ditemi un po', cosa c'è di più assurdo di promettere tanti figli a uno che ha una moglie che non potrà aver figli, no? Io capisco che un bel giorno appaia un angelo a suo papà di Magrin e dica: "Tu sarai benedetto fra tutti gli uomini, - perché le donne son tutte benedette, no? - benedetto fra tutti gli uomini! Tu avrai una grande discendenza!". Lui, sa, se ciuciarà i mostaci, contento! Ciò, el ga un quindese fioi; è logico! Almeno qualchedun... Un poche xe andà suore, un pochi xe andà frati; ghe sarà qualche d’un almanco, no? Ma uno anziano come Abramo, che non ha neanche un figlio, che ha una moglie che non può avere figli, e Dio promette: "Avrai una grande discendenza... il padre di tante genti!". E arrivano quei tre angeli, promettono: "Fra un anno tu, Abramo...". Lu gaveva fatto, sa, tutti i suoi doveri dell'ospitalità, in una forma proprio calorosa. Promettono: "Fra un anno avrai un figlio...". E la sua benedetta moglie là, dalla tenda, si mette a ridere, sganassare, no? "Eee, beh... beh!". Perché? Perché lei sapeva perché, no? Dopo un anno, ecco che passano e lì c'è il figlio. Il figlio cresce... grandicello... El Signore: "Ehi! Su, là, còpelo! Fai... offrimelo in sacrificio", e promette una grande discendenza, no? Alza la mano... "Alt! Basta così!".
MO265,7 [18-02-1969]
7.Ma, ditemi un po', ditemi un po': avete mai pensato che questa è la lingua del cielo, questa è la lingua di Dio? Sembra che il Signore si diverta. Vuole mandare un precursore... Ecco là un'altra donna sterile. Ma... Amici miei, questa è la lingua di Dio. Ora, noi certo non avremmo mai scelto un Abramo con una moglie sterile per farlo padre di tante genti. Ora, noi, noi, parlando di noi stessi, non cercheremo mai una strada di quel genere lì. Ecco perché abbiamo bisogno di un direttore spirituale, il quale sappia captare, captare un pochino la voce di Dio e dica: "Sì, caro, umanamente parlando questa è la strada; però, guarda, va' per qua perché Dio ti vuole per qua".Amici, sul lato umano lo so anch'io, prendete in mano una rivista, un libro, un vocabolario, una enciclopedia e vi arrangiate, quantunque sarebbe da discutere anche lì; ma se veramente volete seguire Dio, volete seguire Dio, dovete fare come Paolo e andare da Anania. Non c'è niente da fare! Avete bisogno di una guida. E guardate, questo ve lo dico: non adesso solo, anche domani. E questa guida può essere anche un vostro confratello domani. Può essere un confratello che avete in Casa con voi, anche più giovane, un amico al quale dite: "Senti...". Arrivati a una certa età... adesso no, ma domani potete avere anche un confratello. In una Comunità... in America Latina, dove siete... dire: "Senti, fammi un piacere: io ti prendo un po' come direttore spirituale”. Prima di prendere un giudizio dico: “'Senti, cosa ne dici tu dinanzi al Signore? Prega, dici una Messa, prega un pochino, e vediamo un po' insieme quale è la volontà di Dio perché, sai, ho una paura tremenda di fare la mia'".
MO265,8 [18-02-1969]
8.E che male ci sarebbe, per esempio, che domani tu... prendessi il nostro caro Alberto Baron e lui fosse sacerdote, fossimo insieme in America Latina, fossimo là e dire: "Senti, don Alberto caro, guarda, io non so se devo far questo o non devo fare quello, mi trovo un po'... Siamo adesso in Quaresima, qui, scusa, un po' di penitenza bisognerebbe farla, io mi sentirei di fare questo, questo e questo. Senti, fa' un piacere: prega dinanzi al Signore un pochino e dopo mi dici, secondo te, cosa ne dici".Ma, scusate, amici miei, io potrei essere ingannato dal demonio. Il Santo Curato d'Ars si è battuto il petto perché ha fatto certe penitenze senza il permesso del padre spirituale, e ha chiamato 'le pazzie della sua giovinezza' quelle penitenze.Ora, amici miei, il Signore, il Signore, vero, può benissimo parlare attraverso il fratello, e questo mio atto di umiltà certamente non sarà permesso. Dio non permetterà che questo mio atto di umiltà vada a vuoto, e certamente illuminerà il fratello per aiutarmi a scegliere la strada giusta. E se anche io dovessi sbagliarla, il Signore certamente non mi condannerà perché ho sbagliato la strada. Perché io gli dico: "Senti, Signore, a me sembrava giusto questo, sono andato da un fratello al quale ho affidato un pochino l'incarico di interrogare te; lui ha esaminato dinanzi a Dio; ho cercato questo. Se tu volevi qualche cosa altro, dovevi mandare un angelo a parlarmi".Voi direte: perché insisto sulla direzione spirituale? Insisto su questo perché, guardate, la mia povera esperienza di ormai ventinove anni di sacerdozio mi dimostra che almeno il novanta per cento di quei sacerdoti che non sono stati fedeli alla direzione spirituale sono andati a finire male. Va bene? Vi dico e ve lo ripeto: almeno il 90% dei sacerdoti che non hanno seguito con una certa fedeltà la direzione spirituale sono andati a finire male, o presto o tardi. Perché si può andare a finire male anche dopo i trent'anni, ricordatevi bene! Perché qualcuno che ha ventidue, ventitrè, ventiquattro, venticinque anni: "O ben! Io insomma... L'ho fatta... ma mi sento sicuro!". State attenti! "Qui stat videat ne cadat!".La Sacra Scrittura parla dei cedri del Libano che c'erano e dopo è tornato indietro e non c'erano più. Ricordatevi bene: non c'è peccato commesso da un uomo che non possa essere commesso da un altro, non c'è disastro che non possa ripetersi nella vita spirituale da parte di un altro. Perciò io mi permetto di dirvi questo. Volete poi non farla? Non fatela. Non vengo qui a tirar fuori nomi, perché potrei mettermi qui a tirar fuori nomi e casi. Ma, sentite: o mi credete o non mi credete. Anche se vi raccontassi nomi, se vi tirassi fuori casi... Potrei tirarvi fuori quindici venti casi di quelli che fanno venire un po' freddo, va ben, potrei tirarveli fuori. Va ben! Non ve li tiro fuori perché non voglio tradire persone, eccetera. Soltanto vi dico: se non siete fedeli a una direzione spirituale, non avete questa umiltà, in sostanza, amici miei, questa umiltà di dubitare un pochino di voi stessi, di dubitare un pochino delle vostre conclusioni, delle vostre decisioni; se non le sottoponete un pochino alla firma di Dio, amici, state attenti che o presto o tardi prendete un granchio.
MO265,9 [18-02-1969]
9.E partire in aereo e prendere un fulmine per istrada... Avete visto ieri sera alla televisione, no? Un aereo ha preso un fulmine... è riuscito ad atterrare, però i viaggiatori sono andati via con altri aerei. È stato fermo a Napoli l'aereo, un aereo inglese. Poi hanno domandato, no, avete visto, avete visto? hanno domandato al pilota là: "Vero, e i passeggeri?". "E no, - dice - i passeggeri erano quasi tutti inglesi: hanno il sangue freddo, perciò non si son mica spaventati... sangue freddo". Ma se vi capita in mezzo all'oceano Atlantico...E guardate che quando un'anima di Dio parte, deve andare in alto e deve trascinare gli altri. Vi ricordate quando parlavamo degli elicotteri, dei... cos'è... No elicotteri... degli alianti su ad Asiago? La nostra missione è di prendere gli uomini e portarli su, portarli in alto, portarli verso Dio: questa è la nostra missione. Siamo chiamati ad innalzare un'umanità che è pesante, molto pesante. E per portare su gli uomini, guardate che ci vogliono dei buoni motori, sapete! Perché correre in pista è abbastanza facile, ma quando ci si trova su in alto si trovano le correnti di vento; quando bisogna... specialmente certi vuoti d'aria... fai dei salti di cinquecento metri o mille metri ci vogliono delle ali forti perché altrimenti si strappa tutto, si rompe tutto.Guardate che vi troverete in rotta e troverete dei momenti nei quali, se non siete, se non avete un margine di sicurezza nella vostra vita spirituale, non resisterete neanche per sogno! Quello che fa paura a me è che qualche volta voi non siete preoccupati di questo margine di sicurezza. Voi vedete che potete camminare, voi vedete che non cadete, che potete vincere le tentazioni; voi vedete che è abbastanza facile conservarsi buoni... Ma, amici miei, amici miei, state attenti che vi capiterà di volare e trovare i vuoti d'aria. E allora quelle benedette ali non bastano più a sostenere, perché prenderanno un colpo tale, nel vuoto d'aria, che se non hanno quel margine di sicurezza che Dio esige da ogni religioso, certamente si strapperanno e succederà il disastro. E questo margine di sicurezza voi lo dovete avere, come abbiamo detto prima, con questo spirito di umiltà, questo spirito di contrizione, con questa umiltà, questo avvicinamento a un uomo di Dio che...
MO265,10 [18-02-1969]
10.Amici, state attenti, qui ci sarebbe ancora una mezz'ora da dire: come scegliere il padre spirituale? Non scegliere uno perché vi è dolce. Quanto è penoso... Qualche volta tu vedi un giovane: "Non el me va più, non me trovo più". Perché? "Perché l'è duro...". Appunto! Il padre spirituale dev'essere uno non che ti dà le caramelle... Dal padre spirituale si va a cercare la volontà di Dio, non fare le chiacchierette. Non si va dal padre spirituale per farsi l'amore, si va fal padre spirituale per essere scorticati, si va dal padre spirituale per aprire le proprie piaghe, per esser lavorati, figlioli, per camminare sui sassi, non per essere cullati nelle piume. Non si può trasformare la direzione spirituale in una, un po', mezz'oretta di chiacchiere, no, no! È qui appunto la parte dolorosa, è qui la incostanza qualche volta per andare dal padre spirituale. Perché si cerca la direzione spirituale... così: "Intanto vado dal direttore spirituale", e si va a far quattro chiacchiere. No, figlioli! La vita religiosa va presa da uomini, va presa con serietà, e non presa così come si prenderebbe una partita a calcio.È vero, tante cose vecchie bisognerà cambiarle, da modificarle. Ma lo spirito di penitenza, lo spirito d'umiltà, l'amore di Dio, lo spirito di sacrificio per la salvezza delle anime, queste cose, amici, sono evangeliche e non si possono cambiare.