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LA CONGREGAZIONE E IL SUO SPIRITO

MO169 [26-04-1967]

26 Aprile 1967

MO169,1 [26-04-1967]

1 Siamo alla seconda parte, - scusate, ho fatto per svegliarmi e svegliarvi - siamo alla seconda parte della lettera di San Paolo, e saremmo al saluto finale, no, e nel saluto finale comincia le esortazioni per la vita cristiana. Xe come quei predicatori che i finisce la predica e sul più bello verso la fine i scominsia 'naltra predica.
E qui... È proprio il mio pensiero che l'autore qui in una pagina esprime, e cioè dice che in questa seconda parte: "L'apostolo tenta qui una formulazione di principio di ciò che piace a Dio, cioè di quella che è la sua 'volontà', come egli avverte espressamente al principio e alla fine. Con ciò, pone nella Chiesa il fondamento per ogni tipo di vita cristiana". Ecco, in questa seconda parte, noi troviamo il fondamento per 'ogni tipo di vita cristiana', per la famiglia, per la comunità religiosa, eccetera. E cominciamo senz'altro. "Pertanto - San Paolo che parla - non ci resta, o fratelli, che pregarvi e supplicarvi nel Signore Gesù affinché camminiate e progrediate sempre più in quella via che avete appresa da noi e che vi indica quale deve essere la vostra condotta per piacere a Dio". Me par de essere drio morire, e su là... quando che sarò drio morire, sarò morto, là, insomma, penso che ve in ciesa, me portarì in ciesa, no? Beh, fe conto che le ultime parole prima de uscire dalla chiesa, quando mi porterete al cimitero là, nella terra dei preti, dei frati, delle suore, fe conto de udire ste parole qua: "Pertanto, non mi resta, o fratelli, che pregarvi e supplicarvi nel Signore affinché camminiate e progrediate sempre più in quella via che avete appreso dalle mie parole e non dalla mia condotta, e che vi indica quale deve essere la vostra condotta per piacere a Dio. Così voi vi comportate già, del resto - sì zà così voialtri - sapete infatti quali istruzioni vi abbiamo dato nel nome del Signore Gesù!".

MO169,2 [26-04-1967]

2 "Quando un apostolo esorta, ha dietro di sé il Signore: è il Signore che esorta attraverso di lui".
Guai se dietro alle spalle non ci fosse il Signore! State attenti, quando tu, Smiderle, tu che stai chiacchierando con don Venanzio... Cosa, caro? Go sbaglià! Quando tu, don Luigi, parli come missionario domani o posdomani, o vero parli predicando, se non hai dietro a te il Signore, è come se io facessi un assegno di cinquanta milioni e non avessi dietro a me il capitale. È la stessa cosa! Cioè, io faccio un assegno a vuoto e i me manda in galera: ninte da fare! Con un assegno a vuoto, i te denuncia e ti fanno andare in galera. Non si può emettere un assegno se tu non hai il capitale in banca. In banca vanno là... e gli altri ti possono denunciare, no? Ora, il fare un assegno a vuoto è una cosa gravissima, cosa gravissima, perché è proprio un imbrogliare il prossimo, è una truffa, no? Uno che non ha dietro a sé il Signore... Io, adesso, in questo momento, se non avessi dietro il Signore, io sarei un truffatore, io emetterei assegni a vuoto. Ecco perché faccio più volentieri la meditazione dopo la Messa, perché ho appena fatto la comunione, appena incontrato il Signore. Voi direte: "È lo stesso anche prima!". Sì, ma, sai, ecco perché la farei ancora meglio se qui avessimo il tabernacolo. Ci si parla meglio, così, se volete, siamo più in confidenza, ma se fosse una cappellina come avevamo la prima cappellina piccolo, vi ricordate, no, e avevamo il tabernacolo. Perché, sa, avendo alle spalle il Signore, è mica la stessa cosa che non averlo! Perciò ricordatevelo, ecco, è necessario averlo sempre. Per esempio, quante volte viene qualche benefattore: "'Spetta un momento... 'spetta che vardo un pochettin...", e el tira fora un noticino. "Beh, si, posso farghelo l'assegno!". E se no el dise: "Senta, mi ghe fasso l'assegno, ma se el podesse 'spettare fin... se el podesse 'spettare quindici giorni a ritirarlo... dieci giorni a ritirarlo, el me fa un piacere perché sono scoperto là in banca". Sapete cosa vuol dire sono scoperto, no? Vuol dire che non ha il conto a posto, no? "Se potesse...", mi diceva Maltauro quella volta che mi ha dato cinque milioni, "Faccia il piacere, aspetti una settimana a ritirarlo perché sono scoperto in banca". Un giorno... l'altro giorno, mi hanno dato un assegno di centomila lire: "Senta, chiederei almeno tre giorni, per piacere, prima di ritirarlo, perché sono scoperto, in banca". Cioè, guardano prima, no, hanno di solito un conticino lì... Anche il nostro assistente Francesco prima di emettere... si dà una telefonata: "Ciò, Francesco, posso fare un assegno di mezzo milion, un milion? Come sìo messi?". Se so... ma se son in dubbio, se son in dubbio, do una telefonata: "Come semo messi col conto in banca?". “El conto l'è così”. E allora emetto tranquillamente l'assegno, no?

MO169,3 [26-04-1967]

3 Ora, prima di parlare, l'apostolo dovrebbe controllare come che l'è messo col conto corrente... cioè col suo contatto col Signore: "Com'è il contatto col Signore?". Guardate, lo fanno la gente del mondo per dare una moneta a un altro, lo fanno questo momento di sosta, no, per mettersi in contatto col loro conto. Noi che dobbiamo parlare di Dio, dobbiamo parlare a Dio, che è qualche cosa di più di qualche milione dare Dio, no, come possiamo noi non metterci un momentino in contatto con Dio per mettersi un pochino in contatto col capitale? Prima me metto in contatto col capitale, e dopo dò il capitale! Hai capito anche tu, don Luigi caro? E allora hanno capito tutti se tu hai capito.
"Quando un apostolo esorta...". Qui direbbe, si dovrebbe... pensando si dovrebbe dire: "Quando un apostolo esorta dovrebbe avere il Signore dentro a sé". No, no, no, no! Non è... non si può chiamare apostolo uno... è un impostore! Uno che non ha il Signore dentro a sé è impostore, è un imbroglione! È uno che fa l'assegno a vuoto! Chiaro? "Quando un apostolo - un vero apostolo - esorta, ha dietro di sé il Signore: è il Signore che esorta attraverso lui". È come l'assistente... Supponiamo adesso che fosse là Zeno da Grassetto, e lui avesse la firma, la firma. Quando lui firma ha dietro di lui il conto corrente di Grassetto, no? È chiaro? E quando lui paga, paga con i soldi di Grassetto, però mette la firma lui, mette la firma lui: è autorizzato a firmare, ma tanto vale la sua firma in quanto dietro alle spalle c'è il conto corrente di Grassetto! E tanto vale in quanto è autorizzato da Grassetto, e la sua firma vale per questo. Ora, vi rendete conto che il Signore ci autorizza noi apostoli a firmare per lui? Ci dà il blocchetto degli assegni - continuiamo con l'esempio, no? -, ci dà il blocchetto degli assegni e ci autorizza a firmare per lui. Io avessi, per esempio, il blocchetto degli assegni, supponiamo, di Marzotto e fossi autorizzato a firmare... Viene Raffaele da me: "Don Ottorino, el me daga cinque milioni!". Don Ottorino, sacerdote... Toh! Viene un altro: cinque milioni! Toh! Ma io prelevo dalla cassa di Marzotto! Ora l'apostolo, l'apostolo paga in nome di Dio, parla in nome di Dio, parla in nome di Dio. È tutta... è tutto il Vangelo: "Quello che avranno fatto a voi l'hanno fatto a me! Chi riceve voi riceve me, eccetera". Proprio, si viene proprio a un cambio quasi di persona. Rendetevi conto della vostra grandezza, figlioli, della missione grande che il Signore ha affidato a noi!

MO169,4 [26-04-1967]

4 "L'apostolo insegna come uno che 'ha lo spirito di Dio'. Per questo egli 'può sapere ed essere convinto' nel Signore quale sia la volontà di Dio, e nel Signore sperare. I suoi ordini diventano così promulgazione di un diritto santo, istruzioni spirituali 'nel nome del Signore Gesù Cristo, nel nome del Signore Gesù Cristo!".
"Non ho nè oro nè argento, ma nel nome del Signore Gesù: alzati e cammina! Io vi parlo nel nome del Signore Gesù: haec dicit Dominus... queste cose vuole il Signore!". Ma vi rendete conto della grandezza dell'apostolo, ma della responsabilità! Non posso io dirvi: "Il Papa mi ha detto: andati tutti quanti a passeggio!". Ma, piano, oh! Supponiamo che stamattina andasse... L'uomo della giornata è don Luigi Smiderle, no? L'uomo della giornata... andasse là... nelle medie, medie e ginnasio: "Mi ha detto don Ottorino che stamattina, invece che a scuola, tutti quanti, una corriera, presto e via!". Don Guido el dise: "Ciò, ma te lo ga dito don Ottorino?". "Sì, sì! Telefoneghe a De Mori, fa' rivare nda corriera, e via al Monte Suman tutti quanti... a vedere la terra nova, terra nostra... passar nda giornata là, e a mezzogiorno pan e sopressa a tutti quanti, eccetera eccetera. Ordine di don Ottorino!". Ora, se veramente è l'ordine di don Ottorino, lui è messo bene, ma se... E allora don Guido basta, non discute neanche, don Guido: è stato ordine di don Ottorino, via, si parte! Manda a casa i professori, si provvede per la corriera, festa e baldoria, no? Ma se per caso, invesse che essere ordine di don Ottorino, fosse ordine de don Luigi Smiderle? "Cosa hai fatto, don Luigi? Cosa? Con che ordine? Chi te l'ha detto?". Don Luigi? Ecco, questo vedi è la responsabilità di un superiore! Voi che avete tanta voglia di diventare superiori generali! "Chi ti ha detto di dare questo ordine a Umberto? Chi ti ha detto di dare questo ordine a Toni? Chi ti ha detto...?". Vedete come dobbiamo essere preoccupati di domandare a lui prima, e di fare quello che vuole lui, solo quello che vuole lui! Allora siamo veramente gli uomini di lui, allora parliamo in nome... "Haec dicit Dominus! Queste cose dice il Signore!". "Marco, tajete un toco de naso!”. E va ben, ordine del Signore! “Marco, slunghete el naso!”. E allora se slunga el naso. Con santa semplicità! Questa xe la realtà...

MO169,5 [26-04-1967]

5 Ma vedete, più che di essere preoccupati che gli altri ci stimino gli uomini del Signore, che gli altri ci considerino gli uomini del Signore, dobbiamo essere noi preoccupati di essere gli uomini del Signore. Gli altri, ci stimeranno gli uomini del Signore, gli altri ci considereranno gli uomini del Signore...
Più io essere preoccupato che voi siate convinti che quando io dico una cosa: "Guardate è il Signore che ve lo dice!". Va bene? Più di essere preoccupato di questo, che potrebbe essere superbia, io devo essere preoccupato di dirvi solo quello che vuole il Signore. Avete capito? E cioè io: "Pian, pian, che non dica qualche stipidaggine! Che dica quello che vuole il Signore!". E di sentirmi nelle mani del Signore, e guai... "Signore, dove sìto? Dai, suggeriscimi, dimmi cosa devo dire a quella creatura lì!". Guardate che cosa ha fatto il Signore! Siamo i fattori di Dio, gli amministratori di Dio! El ga vudo un bel corajo el Signore! Supponiamo che io dovessi dare la firma a Cimino, darghe in mano un blocchetto de assegni con la firma, el me fa andare in galera dopo tre giorni quello là, no? Ebbene, il Signore ha avuto il coraggio di dare a noi la firma, dare a noi la firma, si è fidato di noi. E quante volte noi abbiamo tradito la sua firma, abbiamo abusato della sua firma, e, invece di fare assegni per lui, abbiamo fatto assegni per noi, e invece che fare i suoi interessi abbiamo fatto i nostri interessi! Luigi, parlo di me sai, che mi guardi con quegli occhi... angelici... Parlo di me!

MO169,6 [26-04-1967]

6 "I suoi ordini diventano, così, promulgazione di un diritto santo, istruzioni spirituali 'nel nome del nostro Signore Gesù', - è San Paolo anche questo! - che obbligano in coscienza ed esigono obbedienza". Obbligano in coscienza ed esigono obbedienza!
Vedete, supponiamo, noi siamo qui nella Famiglia religiosa nostra, e, scusate, lasciate che un momentino io mi metta alla parte vostra invece che alla parte di qua. Mettiamo don Piero Martinello alla parte di qua, che sia lui incaricato qua dal Signore e, a un dato momento, quello che è qua, quello che è qua dice: "Tusi, guardate che il Signore vuole questo da noi, no da voi, da noi, capito, da noi!". Lasciamo stare i particolari, che può essere se il muro o bianco o nero o rosso, guardiamo l'essenza, no, l'essenza, per esempio, quella sulla carità e sulla volontà di Dio... Messo di là, io devo dire: "Ma io, ho abbandonato il mondo per farmi Religioso e ho scelto per Famiglia religiosa questa famiglia, perciò se io ho scelto di fare il bersagliere devo fare il bersagliere, e devo portare le piume sul cappello, no? Se ho scelto di fare il paracadutista, devo fare il paracadutista! Però, ho scelto questa Congregazione, e perciò quello che è incaricato da Dio in questa... qua, in questo posto qua, ha detto che questo deve essere lo spirito della Congregazione, e allora io devo conformare la mia vita a questo spirito, non al colore bianco o rosso”. Adesso, scusate, non ai particolari, ma all'essenza, avete capito, perché i particolari qui non li abbiamo tracciati. Diceva l'altra sera padre Pierluigi, ci trovavamo su lì a Monteviale, che loro, le loro Comunità, si sono offerti... c'è uno spirito che è quello che è, no, lo spirito era quello... ogni settimana mi pare o ogni mese... - Chi c'era con me? Ha detto ogni settimana o ogni mese? - che i domandava i soliti i permessi al superiore. Beh, insomma, non so se... ogni settimana si presentavano... ogni Religioso si deve presentare al superiore, e il Religioso può avere sessant'anni e il superiore averne trenta. Ed è successo... casi che succedono... "Padre, mi permette, mi concede, per favore i soliti permessi?". E i soliti permessi è di pulirsi o di tagliarsi le unghie, pulirsi le mani, eccetera, così. Si sono talmente sottomessi alla volontà di Dio, cioè hanno abbandonato se stessi alla volontà di Dio per cui, vero, per cui anche, anche quelle piccole cose naturali e necessarie, eccetera, le sottopongono. "Io sono di Dio! Se il Signore mi permette mi taglio le unghie, se no niente!". E fanno questo atto di umiltà: "Padre, mi concede per favore i soliti permessi?". "Sì, te li concedo!". Basta, e allora i soliti permessi sono quei quattro cinque: nettarse le scarpe, o qualcosa del genere, no? Ecco, noi... Verrebbe da ridere, adesso a pensarci un pochino, verrebbe da ridere, ma se voi li considerate bene in profondità, guardate che non è mica da ridere. Io mi son donato completamente a Dio, ecco qua, a me non importa niente, io, io sono di Dio: “Signore, quello che vuoi io faccio! Vuoi che io vada, vero, con le unghie lunghe un metro? A me non interessa niente: io sono di Dio, sono di Dio, eccolo qua!”. E perciò, tu che rappresenti Dio mi concedi questo?

MO169,7 [26-04-1967]

7 Va ben, adesso noi, in questa Famiglia nostra, io non vado a discutere là, non vado a discutere riforme o non riforme, veniamo qui: noi i soliti permessi li domandiamo al Signore, invece che... parliamo direttamente, qui, abbiamo accesso libero al Signore. Però, ci sono delle cose, delle cose, delle linee fondamentali su ogni Famiglia religiosa, e queste devono fare... devono diventare parte di ogni Famiglia religiosa, no?
Ad esempio quelle due tre cose che abbiamo detto ripetutamente, la questione della carità, la questione della volontà di Dio, la questione adesso dell'impegno di vita fatto in quella forma col Vangelo, sul Vangelo, in modo... impregnati di Vangelo... Se questa è una linea voluta da Dio un po' in questa Famiglia, io, messo là o messo qua, perché sono nelle stesse condizioni anch'io, no, perché quando abbiamo tracciato una linea, tanto avete il dovere voi di osservarla come ho il dovere io! Perché adesso, supponiamo, abbiamo stabilito che la volontà di Dio... in tutte le nostre azioni domandare la volontà di Dio, avete il dovere voi ma anch'io! Dobbiamo dare l'impronta della carità? Voi, ma anch'io tanto come voi, tanto come voialtri, identico... non c'è niente, nessuna differenza! Le Costituzioni sono per voi e per me, tanto per gli uni che per gli altri. Ora vedete, ora vedete, bisogna che ci sforziamo di capire una cosa: che non è questo povero uomo, che può essere don Ottorino o può essere don Aldo o può essere chi che volete voi, ma quando si tratta di queste cose qui è il Signore che ce le domanda, capite? È il Signore che ce le domanda, è al Signore che dobbiamo darle! Dimentichiamo pure il povero strumento che è quello che ce le domanda, cioè attraverso il quale il Signore, vero, ce le domanda, ma è Lui che ce le domanda. E allora dobbiamo fermarci un momentino: "Ma, un po', vediamo un po', qual'è questo... quello che il Signore domanda alla nostra Famiglia religiosa? Questo è?". Va bene: questo lo dobbiamo dare! Vedete, noi non arriveremo ai particolari delle Famiglie religiose secolo scorso o dei secoli scorsi; se voi prendete in mano i Direttori, ne ho visto qualcuno io dei Direttori delle Famiglie religiose, vanno proprio alle minuzie tante volte, proprio alle minuzie, vero. Ricordo le Suore Dorotee che aveva o quella di andare a letto alla sera alle nove e alzarsi alle quattro... Ricordo i primi tempi dell'Istituto, quando durante la guerra avevamo... c'era la guerra in mezzo, alle otto... cioè alle nove dovevano andare a letto, cenare, eccetera, i piatti da lavare, in letto, perché bisognava alle nove essere a letto. E allora, alle quattro della mattina dopo le lava i piatti della sera, no? Perché la regola diceva così; cioè a loro... Voi direte: c'è da ridere! Quel che volete! Ma mettete una vita messa in questa morsa, offerta al Signore, ditemi un po' se non è un martirio? Diventa un martirio tremendo, no? Tan, tan... I Padri Passionisti, quando sono in casa al mattino non parlano mai, lo sapete, no? Ciò, Venco, parlali mai al mattino? Diceva padre Pierluigi... padre Sergio, no, che loro hanno silenzio alla mattina, fuorché una mezz'ora che hanno di... al mattino. Scusa, se i xe insieme con ti o insieme con un altro parlano, questo... e allora, per necessità, e allora è un'altra storia, però loro hanno mezza giornata di silenzio ogni mattina. Comunque, in ogni convento c'è una disposizione, delle disposizioni, no? Sì, mi pare, fin che mangiano fanno silenzio sempre, no? In refettorio sempre silenzio, eccetera. Questo l'hanno dato al Signore!

MO169,8 [26-04-1967]

8 Ora noi, nella nostra vita un pochino, un po' più libera perché siamo in campo apostolico, eccetera, però resta che qualche cosa abbiamo pure il dovere anche noialtri, no? Loro si sono imposti dei doveri, si sono imposti per far penitenza, per offrire se stessi al Signore, ma anche noi dobbiamo rendergli qualche cosa! Qualche cosa che forse sotto un certo punto di vista costa anche di più, ma qualche cosa che costi ci vuole, per forza. Lo hanno i nostri papà, lo hanno le nostre mamme, lo hanno... tutti quelli che sono fuori nel mondo.
Ieri è venuto qui da me, è venuto da me il ragionier Berto, per esempio, adesso è là con la Dalli Cani: alle sette e mezzo del mattino deve esser là ogni mattina, fino a mezzogiono; al pomeriggio fino alle sei e mezza... mi pare, e poi, alla sera di nuovo... So che ha nove ore di ufficio... gli hanno aumentato la paga, ma nove ore al giorno, intanto, e dopo deve fare anche un paio di ore alla sera perché... per mettere a posto i conti vecchi... quello alla sera! El ga dito: "Qua, stavolta xe la volta ca me smagro!", el ga dito. Così! La vita ga dei doveri! Allora, noi invece i doveri... non abbiamo un capo ufficio, vero, lì col sciopo, ma abbiamo Dio! E avendo Dio, non è che dobbiamo far meno, dobbiamo far di più! E invece è facile un pochino che avendo Dio, che non parla, per adesso, però... che mandiamo in fallimento un pochino le opere sue, e che prendiamo un po' alla buona come le robe fatte in casa, un pochino. Mentre che nei conventi antichi avevano organizzata la vita come l'ha organizzata la Dalli Cani, no? Sette e mezza: pan, pan, pan, pan! Qui non c'è alle sette e mezza: pan, pan, però resta che il dovere c'è lo stesso, no, e resta che se tu dalle otto a mezzogiorno hai studio, devi studiare. Se hai lavoro, devi lavorare. Hai dei doveri! E questi doveri, se non c'è una Dalli Cani lì che te ciapa par... Per esempio, c'è stato un ingegnere... avevano assunto un ingegnere... ultimamente qua, e doveva essere lì alle sette e mezza anche lui, e era in prova ancora, no? Era quindici giorni che era lì e è arrivato invece che alle sette e mezza è arrivato alle sette e quaranta; e allora Giovanni Dalli Cani el ga dito: "Ma, el staga attento. - el ga dito, no? - El varda che no scominsiemo mia ben così, - el ga dito - non 'ndemo mia ben così!". "Sa, - el ga dito - go trovà le sbarre sarà del treno, - el ga dito - sbarre sarà!". "Beh, el se metta... el se informa quando che passa i treni e el vegna prima, in modo de non trovare le sbarre sarà". "Beh! Non semo mia gnanca... par diese minuti!”, el ga dito. "Beh, se el vole, bona, qua la xe così”, el ga dito. Insomma, i se ga tirà pai corni... "Qua... se el vole qua, se el vole là...", e l'altro se ga rabià e l'è andà via, el ga girà la macchina e l'è nda via. Ninte da fare! Ora, noi non abbiamo dei padroni così... Nei secoli scorsi, nei conventi si erano imposti una disciplina così, però, lo stesso. Adesso non abbiamo un superiore che ce la impone, per cui... "Scusami fratello... son suonate le... tac... adesso... adesso... adesso... tac, tac!". Non la vogliamo pesante qui la vita, però guardate che i nostri amici fuori, negli stabilimenti la hanno così la vita! Anzi, ogni anno che passa xe sempre peso perché bisogna che rendano di più. Ora, se noi non abbiamo così come gli uomini, cioè se il superiore si ritira da questo controllo umano, da questo far funzionare la fabbrica in una forma umana, non si ritira Dio, eh? A Dio bisogna darla la roba!

MO169,9 [26-04-1967]

9 E allora potrebbe capitare questo: in una famiglia, quando c'è una azienda familiare, - vediamo se son capace di far capire el mestiero - c'è un'azienda familiare, per esempio, una piccola officina, e sono in tre quattro nell'officina, fratelli, e... per produrre, vero... È necessario che in quella famiglia dove ci sono quattro fratelli per produrre si dica: "Varda, per le sette e mezza bisogna esser lì, seto! Varda che...". È necessario? Smiderle? No, perché se in quella fameja i vol guadagnare, bisogna che la mamma: “Finìla de lavorare! Vignì magnare che xe ora!". Xe giusto, no? Bisogna che la mamma o el papà facciano da freno... perché ghe xe l'interesse sotto. Non c'è, in quella azienda familiare dove sono dei fratelli che lavorano lì, non c'è la Delli Cani: "Sette e mezzo, sette e quaranta... perciò, via!". No, no, non c'è questo, ma c'è invece l'interesse da parte di tutti, parchè la xe roba propria, e quelli lavorano più ancora di quelli che... perché lavorano con l'anima.
Ecco, questo è il caso nostro! Ma se c'è un fratello che invece di venire alle sette e mezzo viene alle nove, nove e mezza, dopo el fa bagolo... i altri fradei cosa fai? I dise: "Senti caro, va’... Mejo che ti te vai a fare el commerciante de piegore, ma senti...". Se c'è uno che non ha passione, dico, passione per l'azienda, i lo liquida, i ghe dà la so parte che el se impianta a far qualcosa d'altro. Xela così, Zeno? No la xe così? Se uno non ha passione per l'industria, passione per lì, i cerca de tutto per liquidarlo e mandarlo fora, parchè i dise: "Noialtri che ghe mettemo tutto, e ti che no te ghe metti gnente?". Ecco, sarebbe proprio il caso nostro: se uno non ha passione lo liquidiamo, lo liquidiamo. Qui bisogna che tutti, tutti, ci sentiamo di famiglia; qui non c'è la Dalli Cani, ci deve essere l'amore, l'amore per le anime, l'amore per la Congregazione, l'amore per la volontà di Dio, l'amore che ci deve portare, e ci deve portare non soltanto a dare il minimo, ma a dare il massimo, e il superiore, oggi, non deve essere come il superiore di vent'anni fa o di cinquant'anni fa, che era là per dire: "Fratello, vieni nel mio ufficio. Pan!". No, il superiore ci dovrebbe essere per frenare, non per spingere, ma per frenare! Come, in una azienda familiare, la mamma è per frenare! Perché? Perché hanno talmente amore e interesse i figli che la mamma dice: "Sì, l'interesse, ma fioi, ghì anca nda vita, ghì anca nda salute!". Chiaro? Ecco, l'ufficio del superiore della Casa, qui, dovrebbe essere proprio per frenare, ma questo avviene solo se voi siete padroni dello spirito dell'industria, cioè nello spirito della Congregazione, nell'anima della Congregazione! 'Bastanza chiaro? Andiamo avanti!

MO169,10 [26-04-1967]

10 Perciò dico, e torniamo: "... che obbligano in coscienza ed esigono obbedienza. Non è uno qualsiasi, dunque, che qui ci esorta!".
Non è una predichetta, eh! Ho sentito, per esempio, una frase, una frase che mi ha fatto tanto star male, ultimamente. Un assistente... Scusate, vi prego, non fate pettegolezzi, ma la dico, sento il dovere di dirla; dopo penso io per... ma tanto per meter chiari i principi. Parlando dell'impegno di vita un assistente ha detto: "Mah! - dice - Bisogna sempre imparare da... sempre dall'Immacolata... bisogna imparare dall'Immacolata noialtri!". Figlioli, non è dall'Immacolata, non è dall'Immacolata, io sono l'ultimo, io... mi butto giù per l'Astichello, buttatemi giù, ma se c'è una linea, bisogna che sia data da qui: niente da fare!... Se c'è una spiritualità, deve essere data da qui, questa è la linea: basta! Non vado ai particolari, non vado... ma quel che è la linea essenziale, dobbiamo essere in atteggiamento di dire: "Loquere, Domine! Parla, o Signore! Qual'è... qual'è... Cosa dobbiamo fare?". Non siamo una società di mutuo soccorso, non siamo una società di... Sì, sì, per quelle che sono le organizzazioni esterne, per quelle che sono le realizzazioni, ma per quello che è l'anima, quello che è l'anima... mi dispiace, ma ce n'è una sola, e non è la mia, ma è quella che è volontà di Dio! Non so se avete capito abbastanza? Perciò dico, domani, domani siete lontani di qui, siete in America, in Australia, nella Luna, eccetera, dire: "Beh, insomma, sempre da dire, a Vicenza!". Non siete, vero, qui un gruppo di amici organizzati insieme: "Oh, ndaremo anca via, e dopo fèmo quel ca volemo!". Ma siete destinati alla rovina se fate così, siete destinati alla morte se fate così! Questo: "Ah, va là ca ndemo via! Ben, va là, finirà! Solite prediche... solite stupidaggini!".

MO169,11 [26-04-1967]

11 Va bene: o conservate lo spirito della Congregazione e allora la linfa di Dio viene... e se no, se no, vi staccate naturalmente, morite, inaridite, inesorabilmente! Perché? Perché non partecipate a quello che è il lavoro che Dio sta compiendo attraverso la Congregazione. Non potete fare una Congregazione per ognuno di voi... fare una Congregazione. Se il Signore vi ispira, fatela, fatela! Se domani tu, Filippi, per esempio, ti senti portato a fare una Congregazione, no, falla! Se tu, don Venanzio, ti senti portato a fare la Congregazione delle Colombine, falla, falla, falla! El ga fatto el sorrisetto là de drio... Falla, falla!
Ma, se volete partecipare a questa Congregazione, va bene, voi, se avete delle idee dovete parlare, e le mettiamo dinanzi a Dio, e vediamo se sono le idee di Dio, e allora le realizziamo; ma non ognuno criticare: "Mah, bisognaria far così! Mah, bisognaria far colà!". Se ti senti di far così, pianta una Congregazione e fa’ così; nessun te impedise. "Bisognaria, bisognaria!". Va bene, figliolo, staccati, pianta una Congregazione e fa’ così, per carità! "Bisognaria andare in pigiama!". Va ben, caro, fatte una Congregazione: tutti in pigiama, per carità! Ci sono delle proposte da fare? "Scusa, scusi, - a un dato momento, privatamente - forse saria mejo... no saria mejo?". Va bene, vediamo, discutiamo, vediamo; se è bene: per carità! Allora: tutti col codino come i Cinesi? Va ben, tutti col codino come i Cinesi. Ma è un lavoro collettivo il lavoro così, ricordatelo, ispirato da Dio, non frutto... non... ecco, una Congregazione religiosa, dovete mettervi in testa, non è per sette otto dieci amici: "Tusi, se mettemo insieme e femo una Congregazione religiosa, dai, e con queste finalità... dai, dai, dai, dai... Se mettemo insieme e femo!". No! Il seminario per l'America Latina, è proprio un caso particolare in cui insieme si sono radunati per andare ad aiutare l'America Latina: ma non è una congregazione, oggi... può darsi un domani, ma oggi no. Perciò, sta sulla linea generale della Chiesa, si cercherà una organizzazione, fatta secondo i principi della Chiesa, ma non è una congregazione quella, è un'altra cosa! ... è un intervento straordinario di Dio! L'altra... quella dell'America Latina è una organizzazione straordinaria della Chiesa. Dico male, don Piero, o sbaglio? E il Concilio ha riconosciuto questo alle congregazioni religiose. Scusate se dico ste bestialità, non dovrei dirle, ma, quante volte il Concilio ha tirato fuori: "Ritornare allo spirito dei fondatori!". Ricordate bene, no? Ritornare là, anche le Famiglie vecchie, ritornare là, riformarsi ispirandosi là e adeguandosi a quello che è oggi... oh, per carità! E vedi che quelli che sono i particolari dell'organizzazione io non li tocco mai, ma quella che è l'essenza dello spirito, quello, vi dico "frangar, non flectar!", a rischio di cominciare di nuovo con uno!

MO169,12 [26-04-1967]

12 Voi direte: "Ma c'è qualche cosa sotto?". No, non c'è , vi assicuro, fratelli, non c'è niente! Tolto via quella piccola allusione che ho fatto lì, in mezzo, non c'è niente, e anche quella è stata una stupidaggine, ma voglio affermare i principi, perché, sa, i giovani possono morire e i vecchi muoiono di solito, no? E sa, ormai... cinquantadue anni!
State buoni, fratelli, siccome che ho visto che le cose vanno mettendosi abbastanza chiare, e sa, di solito i dise: ""Varda, sul pì belo che el se ga invià, adesso l'è morto quello là!". Ghio mai sentìo dire? Ghio mai sentìo dire? "Gnaro fatto e gazza morta!". Ghio mai sentìo dire sta roba? "Varda, sul pi belo che gera invià tutto, varda, sul più belo, varda, el xe morto, quelo el xe morto!". Varda: le missioni stanno avviandosi... Quinto lo gavemo messo a posto, adesso mettemo a posto le due colonie su... messo a posto de qua... insomma le cose stanno abbastanza orientandosi bene! Eeeeee, mi a gera preoccupato dei debiti... Beh, insomma, il Capitolo si fa l'anno venturo! Un anno, cosa vuto che el sia, un anno! Trovè morto... Ecco, va bene, allora se se raduna, si fa finta a piangere un pochetin, dopo aver pianto se fa festa, come el Papa no? Prima nove giorni de lutti, eccetera, e dopo... fumetto bianco... là... fumetto moro! E allora mettì su un caminetto, lo fe fumare e vien fora el Papa novo, novo Papa, ecco! Adesso festa, un po'... un poche de paste, quattro bottiglie, 'viva el superiore generale', evviva qua, evviva là, e se comincia, e se comincia un'altra strada e se va avanti! Però, ricordatevi: certe cose ve le ho dette! Amen.