LA CONGREGAZIONE HA BISOGNO DI UOMINI CONSACRATI SENZA RISERVE
MO173 [03-05-1967]
3 Maggio 1967
MO173,1 [03-05-1967]
1 Una parolina di aggiunta a quello che ho detto ieri mattina, una parolina molto breve.Ieri sera mi son messo a leggere un libro, che mi avete sentito nominare qualche volta, il libro di don Goffi. Ha scritto adesso la seconda edizione; la prima edizione ha suscitato tanto scalpore in giro, e quella di adesso, nella prefazione, dice che han tirato via alcune testimonianze che hanno suscitato scalpore, e anch'io mi son... Lo stesso libro di prima, tirando via le testimonianze... Però io adesso non voglio pronunciare un giudizio definitivo perché non ho ancora terminato di leggerlo.Ma vorrei dire, qui, in casa nostra: quando San Gaetano ha cominciato la sua famiglia religiosa, ha messo come norma che non si doveva neanche andar a domandar la carità. Non solo la povertà comune di tutte le altre famiglie religiose, dove ognuno dei membri possiede niente, dove tutto... dalla comunità, dove la stessa comunità deve essere povera perché si deve dare testimonianza di povertà e di non attaccamento alle cose, ma lui ha anche detto questo: siccome il male di quel tempo, il male di quel tempo, era appunto il troppo attaccamento dei religiosi e dei clerici alle cose della terra, ha messo una norma all'opposto. Ha detto: neanche domandare la carità! "Quaerite primum regnum Dei et justitiam ejus, et haec omnia adjicientur vobis".Nel Vangelo c'è anche questo e noi crediamo. Dare questa testimonianza, dimostrare al mondo di oggi, pagano, che il Signore, come non lascia mancare il cibo agli uccelli dell'aria e il vestito ai gigli del campo, non ci lascerà mancare il pane. Questa non poteva... questo, dico, non poteva farlo San Gaetano senza una ispirazione del cielo, perché è logico che è una cosa azzardata; non azzardata perché il Signore non provvede, ma è una cosa come sarebbero certe penitenze straordinarie che non possono diventare ordinarie per tutti. Ma in quel momento il Signore ha chiesto a quella famiglia religiosa quella testimonianza.Ora, su questa base, non che io mi metta sul posto di San Gaetano, Dio me ne guardi, ma mi metto a capo di una famiglia religiosa, e di questo Dio mi guardi perché se no vo a finire nel fosso, no? Vi dico che, stando su questi principi, personalmente, anche se psicologicamente, teologicamente, tutto quel che volete, riuscireste a dimostrarmelo, per la famiglia religiosa nostra io non sono del parere.Voi direte: "Don Ottorino non è aggiornato, don Ottorino certe cose, - come qualcuno qua dentro ha detto qualche volta - don Ottorino certe cose non le capisce". Allora, io direi: restino con me coloro che non capiscono certe cose come me, e gli altri vadano a... Ma non costringano la Congregazione di andare dove vogliono loro! Anche a San Gaetano potevano dire, quando San Gaetano ha messo come disposizione, ha messo come disposizione "niente domandare la carità". Qualcuno dei religiosi che era dentro, appunto, avrebbe potuto dire: “Ma sto benedetto Gaetano nol capisse gnente, el ga perso la testa, nol capisse gnente!”. Ecco, liberissimi di andarsene coloro che non volevano restare con lui, però lui l'ha lasciata quella disposizione, no? Ha messo come disposizione di leggere il Vangelo una volta al mese, e l'ha lasciata; liberissimi gli altri di non leggerlo: "Andate in cerca di una famiglia religiosa dove non si legge il Vangelo!". Ecco, vi dico questo perché, questa disposizione, per esempio, un pochino riguardo a certe cose, non la potete prendere...
MO173,2 [03-05-1967]
2 Il Signore alla Congregazione nostra dà l'ufficio di una testimonianza, e una testimonianza qualche volta deve andare un pochino anche all'esagerazione, come San Gaetano è andato un po' all'esagerazione da una parte per dimostrare agli altri... Quando ci son tanti che parlano, bisogna alzare la voce per farsi capire, e staccarsi un pochino... E può darsi che siano le forme un pochino di mostrare agli uomini di oggi che, se hanno anche un pochino di ragione su certe cose, però si ricordino che non si può condannare questo, questo e questo.Ora, io proprio vi direi: mettetevi in atteggiamento di figlioli, in atteggiamento di discepoli, o, meglio, mettiamoci tutti dinanzi a Dio in atteggiamento di discepoli; e guardatevi dal pericolo enorme di voler essere voi i superiori della Congregazione: dovete tutti essere superiori, ma bisogna ascoltare la voce di Dio, no nel realizzare quello che leggete in certe riviste di oggi, in certi libri di oggi, e dire: "Varda che bela roba! Questa nella Congregazion...".Perché se succede che, supponiamo, voi andate a passeggio e ognuno di voi vede delle belle piante, uno vede una pianta de salgaro, quell'altro una pianta de persegaro, quell'altro vede delle strope, eccetera eccetera, e ognuno viene a casa con un fascio di piante e pretendete di piantarle nel giardino davanti, io vi dico: "Sì, xe vero, el stroparo xe bon, el persegaro xe bon, tutto quello che volete, però qua davanti lasciamo le viti perché abbiamo piantato le viti!". "Mah, sarìa mejo...". È inutile che vogliate piantare quello che volete voi piantare: qui abbiamo stabilito di piantare le viti, abbiamo fatto un bel vignale, quindi restano le viti. Io non vi dico che sono cattivi i persegari, che son cattivi... le siaresare, i figàri... i me piase i fighi... ma qui abbiamo stabilito di piantare un vignale, è stato piantato e resta un vignale.Ecco, vedete, oggettivamente quello che voi vedete o quello che voi sentite dire può essere ottimo, ma il Signore è lui che ha piantato qua dentro un vignale, e se ha piantato un vignale vuole un vignale, non vuole un... qualche cosa d'altro. Perciò la preoccupazione vostra non dev'essere di fare quello che vi piace. Non si può, per esempio, curare una vigna come si cura una sparesara: la xe tutta 'naltra roba differente, ah! Mai visto mi andar bruscare i sparesari de qua, de là... Digo, ti, se taiarà par sora, ma... insomma, metterghe i pali ai sparesari par tigner su i cài, mai visto, vero? Forse Vinicio gavarà visto: noialtri no.
MO173,3 [03-05-1967]
3 Ora, figlioli, tanta umiltà ci vuole, tanto spirito di attenzione, di attenzione alla voce del Signore! Perciò, anche nella vita esterna, certi atteggiamenti di autorità, certi atteggiamenti: "Mah, bisognaria far così! Mah, femo così! Ma che male ghe xe? Ma che male qua?". Anche nella disciplina, certe piccole cose, fatte di propria iniziativa, fatte senza buttarsi... senza preoccuparsi di fare quello che vuole il Signore, guardate che sono molto pericolose! Guardate che la strada che ci resta da compiere è tanta, sapete!State attenti, figlioli, che... quell'altro là el ga vardà, e el Signore ghe ga dito: "I xe massa ancora!". Ve ricordè, no, e allora el ga dito: ""Sta’ 'tento: quei che no se ferma a bevare e i tole su un poca de acqua e via, quei tùli su!". State attenti che non mi arrivi un bel momento dal Signore questo ordine, che non mi arrivi questo ordine dal Signore... che invece di essere novantuno, a un dato momento, quando che è ora di rinnovare i voti, non ci ritroviamo a settanta, sessanticinque, settanta! Che non ci vediamo... Guardate che è la qualità che occorre: anche il numero, magari in tanti... ma è la qualità che occorre!Ci vogliono uomini consacrati, che desiderano consumarsi come la lampada del santissimo, che amano Nostro Signore: "A me non importa dove, come, in che modo, in che posto, purchè io sia consumato solo per il Signore, solo per te!". Con questi uomini sconvolgeremo il mondo!Abbiamo dinanzi a noi la rivoluzione comunista, ci sono milioni e milioni di uomini, ma non ci fanno paura... se saremo così. Se siamo in migliaia, in migliaia, e non saremo così, saremo una goccia d'acqua, saremo un granellino che verrà schiacciato da un compressore; passerà un compressore e questo granellino sarà schiacciato. Cosa volete che siano cinque uomini al Chaco, quattro in Guatemala, tre in Brasile? Ne avessimo anche mille o diecimila dispersi nelle varie pari del mondo, cosa volete che siano dinanzi al mostro comunista? Però, ricordatevi, che il piccolo Davide con una fionda ha schiantato Golia. Ora, il piccolo Davide, però, aveva la fionda e ha potuto dire: "Io vengo nel nome del Signore!".Ora, se voi, se voi veramente in ogni azione vi tuffate nella volontà di Dio, la cercate la volontà di Dio, ma la cercate anche nelle piccole azioni... Per esempio, io vorrei fare una domanda, scusate se vado fuori un pochino, domando: ieri sera a che ora siete andati a letto? Qual'è l'orario, e se siete andati a letto un minuto dopo con che permesso? Un minuto dopo, non due minuti dopo. Se siete andati a letto un minuto dopo senza alcun permesso, voi non potete dire che siete in contatto con Dio.E guardate che quando c'è una linea che va da qua a Milano, basta che sia tagliato un centimetro di filo perché non passi la corrente! Vi avverto di questo... Voi potete avere una bellissima linea, meravigliosa: tàgliane solo un centimetro, non passa la corrente! Meglio un cavo buttato per terra, una linea povera, ma che sia attaccato il filo! Meglio uno stupido che ha poche doti e pochi... ma è attaccato a quel filo! Meglio se è una linea tirata bene, no, ma tra le due preferisco la linea attaccata, io! Dico male, lei?Perciò, state attenti, figlioli. Qualcuno di voi dicesse: "Io ieri sera sono andato a letto...". È stabilito... per esempio, il seminario minore: Rizzi, a che ora avete stabilita? Dieci e mezza. Tu sei andato a letto alle dieci e mezza? Va bene, tu non eri a posto, tu dovresti confessarti: "Ho disobbedito!", se no non sei religioso. Se tu non... "Ho disobbedito cinque volte, tre volte..."; non sei religioso! Hai scelto la vita qua perché ti è comodo, ti piace, si sta bene, si sta bene, qui c'è tutto, non se paga gnente, se trova ogni comodo, se vive in comune, se se vol ben, quel che no xe ancò xe doman... Questa non è vita religiosa!La vita religiosa è immolazione, è una lampada che si consuma dinanzi all'altare.
MO173,4 [03-05-1967]
4 Per esempio, tanti giovani vanno giù in cucina a prendersi quello che vogliono, quando vogliono: qualcuno domanda il permesso? Nessuno vi farà mancare quello che è necessario, però ci vuole il permesso. Se tu vai, quel cibo, quella roba che hai presa, l'hai presa contro Dio: l'hai rubata! Quella cosa non piace al Signore.Supponiamo, tu sei fuori di posto, vai fuori di posto: tu devi essere in cortile e veniamo in cortile e tu non sei in cortile: "Mah, io sono assistente!". Non importa niente, tu starai in regola anche tu tanto come gli altri! Tu, dal momento che non sei in cortile, sappi che non sei a posto, Dio non è contento di te; anche se i superiori non parlano, e guarda che tante volte vedono e tacciono per il motivo che dicevo ieri mattina, Dio non è contento. Anche se ti illudi essere il simpaticone, di essere l'amicone, se ti illudi di essere così... Dio non è contento. Perché, quando suona quella benedetta campana, è la voce di Dio che ti chiama! "Mah, queste son cose del secolo scorso!". No figlioli, queste sono cose di ieri, oggi e domani.Perché? Perché a noi hanno insegnato in seminario e, ieri, quando che... quando andavamo fuori dal seminario, di farci un orario, libero, di offrirlo al Signore e di osservarlo come ricevuto dal Signore. Ce lo siamo fatto noi l'orario, l'abbiamo portato dinanzi al Signore, e abbiamo reso conto al Signore, e lo modificavamo secondo le necessità. Ora, guardate, col Signore non si scherza, al Signore o si dà tutto o si dà niente; ma quando hai promesso di dar tutto, devi dare tutto, perché Anania e Zaffira hanno detto a Pietro: "Ecco qua tutto!", hanno mentito e Dio li ha castigati.Voi, con la vostra professione religiosa avete detto a Dio: "Ecco qua tutto, ecco qua tutto!". Non avete messa nessuna riserva: “Ecco qua tutto, Signore!”. Però, ogni piccola riserva che vi fate voi è una menzogna e meriterebbe come minimo: "Muri! Crepa, perché mi hai mentito!".Se io mi fossi avvicinato, Luciano, prima di ieri sera, e ti avessi detto: "Sei consacrato?". "Scherzemo?", avresti detto; e ieri sera, quando sei andato a letto un minuto dopo non eri consacrato, perciò: "Muri!", e allora bisognava tore el cariolon e portarte nell'orto, e dopo sotto un altro e sotto un altro... Quanti xe che restaria qua dentro? Mi no, de sicuro! Ma go paura che qualcuno anche de voialtri no restaria...
MO173,5 [03-05-1967]
5 Guardate che non faccio la predica a voi, la faccio a me, la faccio a me, la faccio a noi. Dio non è contento così! Guardate che tradiamo noi, non tradiamo Dio: tradiamo la causa di Dio! Siamo dei privilegiati, Dio ci ha chiamati, Dio ci ha dato una grazia immensa a venire quì dentro, abbiamo una responsabilità, figlioli, abbiamo un programma da realizzare, e alla base di questo programma c'è questa immolazione personale.Questa ricerca, per esempio... di avere qualche cosa, di avere qualche cosa, di avere sempre di più... "Mah, che giornata! Mah, qua...". Scusate, chi vi ha promesso di: "Venite qui e vi divertirete più della gente fuori nel mondo? Venite qui e avrete cinema fin che volete! Venite qui e avrete televisione fin che volete! Venite qui e avrete radio fin che volete! Avrete le informazioni di sport fin che volete!". Per esempio, certo attaccamento allo sport... "Mah, non è niente di male!". Lo so... non è niente di male. ma è tutto l'insieme che è male!Arriva la domenica sera, per esempio, il latte, e si corre subito per prendere una scodella di latte... Tu vedi subito un gruppo di giovani che vanno là per attingere un pochino, un po' una scodella di latte... per sapere... per sapere..."Vos de mundo non estis!". Abbiamo il nostro carmelo qui dentro, figlioli, e questa necessità di mondo dimostra che siamo un pochino come la monaca di Monza. State attenti! Guardate che assomigliamo molto alla monaca di Monza. E guardate che la monaca di Monza poi aveva l'amico, e noi cambiamo: siamo i monaci che abbiamo l'amica! Per forza Goffi continua a dire che ci vuole 'saper integrare' l'affetto, per forza! Se vogliamo vivere una vita così mediocre, è necessario! Ma se anche domani dovessero dire che per i sacerdoti diocesani è necessario quello, io dico: per noi, no! Perché a Dio intendiamo darci con tutto il cuore! Perché, scusate, se a un dato momento rinunciassero a una totale e completa dedizione, a volare a dodicimila metri di quota, e allora, volando più in basso è necessario... manca qualche cosa, io vi dico: per noi, no! Perché Dio ci ha chiamati a volare a quella quota, alla quota dei supersonici... Non ci siamo arrivati? No, stiamo andando su, ma guardate che qualcuno sta andando giù, invece che andando in su. E non son cose gravi, lo so, ma guardate che tante volte è peggio quel piccolo bacillo di tisi che è dentro, piano piano, che è fatto di piccole cose e non di cose grandi, cose grosse... Preferirei un peccato mortale a certi stati patologici che ci sono qui dentro. Preferirei che mi facesse una stupidaggine grande, grande, grande, persino una porcheria con una ragazza, perché almanco lo vedrei piangere e dire: "Cossa gonti fatto! Cossa gonti fatto!". Lo vedrei piangere, va ben, e da lì cominciare quella giusta.
MO173,6 [03-05-1967]
6 Figlioli, avevo da dire una parola sola prima della meditazione: ci sono certe mattine che lo Spirito santo... "Brrooommm... senza di voi io non posso far niente!". Ricordatevi: "Senza di voi io non posso far niente!". Ma anche voi, senza lo Spirito santo non potete far niente. Perciò vi dico, mettiamoci un po' di più a fare quello che facevamo ai primi tempi dell'Istituto: abbassare la testa dinanzi a Dio, e preoccupiamoci di domandare al Signore che cosa vuole. Guardate un pochino avanti... e domandatevi un pochino di più: "Il Signore è contento di me? Mi vuole proprio così il Signore? Sono proprio come Dio mi vuole?". E forse nell'intimo vi sentirete dire qualche cosa dal Signore, vi sentirete toccare, forse, quel tasto che forse voi non vorreste che fosse toccato perché è doloroso.Figlioli, ricordatevi, ve lo ripeto: questa benedetta nave è di Dio, porta gli uomini di Dio; la nave arriverà, arriverà di certo, ma non son sicuro né io né voi di arrivare in porto.