LA CONSACRAZIONE RELIGIOSA È VITA DI AMORE TOTALE PER IL SIGNORE
MO296 [20-02-1970]
20 febbraio 1970
MO296,1 [20-02-1970]
1. Portate pazienza questa mattina; dovreste voi fare la meditazione, perché io ho ancora da celebrare la Messa. Celebro questa sera come delegato per don Aldo, di là. Siccome domani compie gli anni don Aldo, e siccome lui è in America e non può celebrare all'Istituto... i ragazzi domani vanno a casa e allora si anticipa, e io per procura, insomma, faccio la festa. E allora, avendo ancora da celebrare la Messa, capisci, caro don Girolamo, si può dire qualche cosa, ma certo che non avendo ricevuta l'Eucaristia, si dirà qualcosina meno. Portate pazienza!Solo che il tema che dobbiamo toccare questa mattina, è un tema piuttosto scottante. Lo tocchiamo ugualmente.Le parole da leggere sono molto poche.
MO296,2 [20-02-1970]
2. "Un contatto vivo, costante, con i Libri santi e di aiuto spirituale, e la cura di conversazioni elevanti con i confratelli sul come amare di più Dio, sul come seguirlo più generosamente, sul come farlo amare da tutti".Queste parole hanno un significato tremendo.Questa notte, ad un certo momento mi sono alzato un momentino, poi mi sono seduto lì sulla sedia a meditare, alle tre e mezza, e vi assicuro che ho fatto fatica ad andare a letto, poi, ma dopo parecchio.Perché, la sostanza dovrebbe essere questa per noi apostoli: noi dovremmo essere un po' ubriacati da questo, dal desiderio di leggere libri santi, dal desiderio di amare di più il Signore, di seguirlo più generosamente e dal farlo amare di più da tutti gli altri uomini, il Signore. Ora, la domanda che mi sono fatto io è questa: io amo sufficientemente il Signore? Sono preoccupato di farlo amare il Signore? E sono riuscito poi a portare nella Casa nostra questa carica di amore di Dio, che ci spinge prima di tutto ad amare il Signore e a farlo amare, il Signore? La dominante dei nostri religiosi, della nostra Comunità religiosa, è proprio questa, insomma, amare il Signore e fare amare il Signore? Tutto il resto è secondario, tutto il resto è collaterale, tutto il resto come mezzo e non come fine?Ora, vedete, considerando un po' certe persone, certi apostoli, considerando un pochino, un po' il mondo di oggi, io vi dico la verità: abbiamo tanta strada ancora da fare, e vi dico: l’ho io tanta strada da fare, l'abbiamo da fare insieme questa strada.
MO296,3 [20-02-1970]
3. Consideravo, per esempio, Santa Teresina del Bambin Gesù. Voi cominciate a pensare questa creatura chiusa nel convento, che vorrebbe essere tutto; si è incontrata col Signore, ha capito l'amore che il Signore porta a questa Teresina, e desidera di donarsi al Signore e di fare qualcosa, e vorrebbe... Allora tu vedi Teresina che vorrebbe essere un predicatore per andare in giro nelle cattedrali a parlare del Signore; vorrebbe essere un missionario che va in giro a predicare il Signore, a far conoscere il Signore agli infedeli, ad annunciare il Signore, vero, ai poveri infedeli, vorrebbe essere un sacerdote che va in cerca dei peccatori per dire ai peccatori... per inginocchiarsi dinanzi ai peccatori e dire ai peccatori, vero: “Tornate alla casa del Padre!”, a richiamare il figliol prodigo alla casa del Padre, vorrebbe essere al letto dei moribondi, vorrebbe assistere gli ammalati, vorrebbe assistere i poveri... insomma, vorrebbe essere tutto, vorrebbe essere tutto!Ecco mi pare che una vocazione sacerdotale, diaconale, religiosa dovrebbe essere come la vocazione di Santa Teresina del Bambin Gesù. È una vocazione... è uno che ama il Signore e vorrebbe essere tutto, è un figlio che ama la mamma e vorrebbe fare tutto per la mamma, vorrebbe fare... tutte le cose che dovrebbe fare la mamma vorrebbe farle lui. Ora, siccome Dio vuole salvi tutti gli uomini, un'anima che ama il Signore, vorrebbe fare qualsiasi cosa per portare gli uomini al Signore...