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LA DEVOZIONE ALLO SPIRITO SANTO

MI69[29-05-1966]

Omelia ai Religiosi, ai Novizi e agli allievi della Casa dell'Immacolata nella Santa Messa della domenica di Pentecoste. Don Ottorino, dopo aver ricordato un curioso episodio dei primi tempi dell’Opera, parla della presenza dello Spirito Santo nel cuore del cristiano e della necessità di ascoltarlo e di invocarlo. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 14’. 1. Introduzione: il ladruncolo di pane nella prima casetta

Don Ottorino si riferisce ai primissimi tempi dell’Opera, quando ancora si viveva nella prima Casetta: papà Giuseppe e mamma Clorinda, don Ottorino, i primi assistenti, il gruppetto dei ragazzi orfani.

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1.Non so se avete sentito raccontare questo fatterello avvenuto agli inizi dell'Istituto. Allora i giovani erano pochi, la casa che li ospitava tanto piccola: m.12 x 12. Dentro ci stavano la chiesa, la scuola, il personale, i laboratori e i nostri cari giovani. La camerata era una sola: mi pare fosse m.5x6 o 5x5. Avevamo ammassato i giovani, poverini, come non piace al Signore, perché di più non ce ne stavano. Erano ragazzi molto buoni, pressappoco come voi,
Una volta è capitato un piccolo incidente: da parecchio tempo mancava del pane. Eravamo durante la guerra, e l'assegnazione di pane era di un etto e mezzo al giorno per persona. Qualcosa si trovava da una parte o dall'altra; certo, qualcuno ne avrebbe mangiato addirittura un chilo o anche più. La mia povera mamma era in apprensione, perché ogni giorno mancavano quattro o cinque pezzi di pane e, per l'amministrazione di allora, era qualcosa di grave. Abbiamo cercato i tutti i modi di farci dire dai nostri illustri giovani, da questo gruppetto di sei o sette, se ne sapevano qualcosa, ma nessuno sapeva niente. “Chi è stato? Tu?”. “No, no, no!”. “I topi?”. “No!”. “I ladri?”. “No!”. Allora ci è passata per la testa una splendida idea: imbrattare la maniglia della porta con inchiostro tipografico rosso, che richiedeva qualche giorno per essere lavato. E abbiamo imbrattato di rosso la maniglia. Durante la notte il piccolo ladro scende, va a prendere il suo pane, lo nasconde sotto il materasso e si mette a letto. Al mattino vado a svegliare i ragazzi. Naturalmente vedo subito un letto sporco di rosso: il ragazzo infatti si era alzato, aveva afferrato la maniglia, si era sporcato le mani, aveva sporcato le lenzuola, ma non se ne era accorto perché era nell'oscurità. Vedo subito le lenzuola sporcate, batto le mani per dare la sveglia e, appena i ragazzi sono alzati, recito un'Ave Maria. Poi dico subito: “C'è stato qualcuno di voi che ha preso il pane?”. Tutti mi guardano, per cui il ragazzo colpevole non ebbe il tempo di osservare le lenzuola: “No!”. “Sei stato tu... tu... tu...?”. “No... no...!”. Arrivo davanti a quel tale: “Tu?”. “No!”. “Come no! Come no, se hai le mani macchiate di sangue. Guarda!”. Lui si guarda le mani, prende paura e grida: “Ah, sono stato io, sono stato io!”. “E dove hai messo il pane?”. “Qui, sotto il materasso, sotto il materasso!”. Fermiamoci qui. 2. Noi siamo templi dello Spirito Santo

CONGREGAZIONE storia

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2.Figlioli, desiderereste, quando ne combinate qualcuna, di essere scoperti in questo modo? Sareste contenti di farvi trovare nella situazione di quel povero giovane, con le mani macchiate di sangue, con il pane nascosto sotto il materasso? Eppure, figlioli, può capitare a noi qualcosa di più grave ancora. Il giorno nel quale moriremo ci accorgeremo di avere non l'anima macchiata di sangue, ma accesa di fuoco, e forse, durante tutta la vita, non ce ne eravamo mai accorti.
Quel giovane, non appena se ne è accorto, ha gridato: “Ah, ho le mani macchiate di sangue e non lo sapevo!”. Nel giorno del Battesimo siamo stati immersi nello Spirito Santo: lo Spirito Santo è entrato in noi, noi siamo divenuti suoi templi e, forse, non lo sappiamo. Il giorno della morte ci accorgeremo di avere avuto sempre con noi la terza persona della SS. Trinità e che essa ha abitato in casa nostra, in casa nostra; qui, dentro di noi, e non vicino a noi: dentro di noi! Questa, figlioli, è la fede cattolica, questa è la fede. Com'è vero che in cielo c'è Dio, che nel tabernacolo c'è la seconda persona della SS. Trinità, incarnatasi e fattasi uomo, così è vero che dentro di me c'è lo Spirito Santo, la terza persona della SS. Trinità venuta ad abitare dentro di me. Figlioli, la festa della Pentecoste deve richiamarci a questa grande verità e noi dobbiamo prenderne coscienza. Prima di tutto dobbiamo pensare che dentro di noi c'è lo Spirito Santo e che dobbiamo camminare sempre alla sua presenza. Immaginate, figlioli, un gruppetto di giovani nella sala da studio: sono con il loro assistente e chiacchierano. Incominciano a parlare di don Ottorino dicendo che è vecchio, che ormai è ora che vada in Paradiso, che è meglio che venga al suo posto un altro più giovane, che don Ottorino non dà mai a loro le caramelle. Se sapeste che nella sala c'è un microfono e che don Ottorino sente tutto, non pesereste le parole? Ma è logico, è logico! Quando state parlando in due o tre ragazzi, da soli, e dite male, per esempio, di un professore di scuola, del professore di matematica o della professoressa di francese, se sapeste che la professoressa ode tutto quello che dite, forse misurereste di più le parole. Ebbene, figlioli, avete mai pensato che tutto quello che diciamo è udito dallo Spirito Santo che è dentro di noi? Tutto quello che diciamo viene registrato da Lui: se parliamo bene gli facciamo piacere, se parliamo male lo disgustiamo. 3. L’ascolto dello Spirito Santo

APOSTOLO vita interiore

GRAZIA Battesimo

DIO Spirito Santo

NOVISSIMI morte

DIO presenza di...

DIO Trinità

Il riferimento è a Santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo (Alençon 1873 - Lisieux 1897).

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3.Una cosa necessaria è questa: bisogna ascoltare lo Spirito Santo. Figlioli, tante volte lo Spirito Santo parla nell'intimo della nostra anima. Noi ascoltiamo le canzonette, i dischi, i compagni: perché non ascoltiamo un po' di più la voce di quell'ospite divino che è nell'anima nostra?
Figlioli, ricordatevi che qualche volta bisogna tacere, bisogna saper tacere e ascoltare Lui, il quale nell'intimo dell'anima, proprio nell'intimo, ci insegna la strada che conduce al Paradiso, ci insegna che cosa dobbiamo e che cosa non dobbiamo fare. Se qualche volta stessimo un po' in silenzio e facessimo come Teresina del Bambino Gesù che andava nel sottoscala a pensare! Che cosa vuol dire andare a pensare? Vuol dire meditare, ascoltare, figlioli, la voce di Dio. Allora Dio ci dirà: “No, figliolo, quel pensiero non va bene! Quell'atto verso il tuo compagno non va bene. Quel tuo modo di fare a scuola non va bene!”. Il Signore ci dirà: “Fa’ un piccolo sacrificio, fà qualche cosa!”. Il Signore ci dirà quello che dobbiamo e quello che non dobbiamo fare. Figlioli miei, dentro di noi c'è lo Spirito Santo. In nome della nostra buona mamma, la Madonna, ascoltiamo lo Spirito Santo! Facciamo silenzio qualche volta, tacciamo e ascoltiamo Lui. Per esempio, quando veniamo in chiesa, non continuiamo a pregare e a parlare noi. Appena fatta la comunione abbiamo dentro di noi il Figlio e lo Spirito Santo: ascoltiamo! 4. L’invocazione dello Spirito Santo C'è ancora un'altra cosa da rilevare. Quando la Madonna è scesa dal Cielo e si è incontrata con i tre pastorelli di Fatima, che cosa ha fatto Lucia? Le ha chiesto: “Dimmi, vieni dal Cielo? E io verrò in Cielo?”. La piccola Lucia è passata subito al contrattacco, cioè ha incominciato subito a interrogare la Madonna. Allora, anche noi, ascoltiamo lo Spirito Santo, ma anche interroghiamolo, figlioli, cioè domandiamogli qualcosa. Ricordate quando vi dicevo che mia mamma mi ha insegnato da piccolo: “Quando hai qualche difficoltà invoca lo Spirito Santo!”. Figlioli, invocate lo Spirito Santo, invocatelo, specialmente quando vi trovate ad un bivio: arrivato a quel punto, devo andare a destra o a sinistra? Che cosa fa qualcuno? Butta in aria il cappello e si dirige verso dove va il cappello: no, non è giusto! E, se sbagli strada, se vai nel fosso?

DIO Spirito Santo

APOSTOLO vita interiore

PREGHIERA meditazione

MARIA la nostra buona mamma

MARIA Fatima

FORMAZIONE

Il riferimento è a Santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo (Alençon 1873 - Lisieux 1897).

Padre Isacco Meggiolaro, della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri, insegnava teologia dogmatica nel seminario diocesano di Vicenza.

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4.Nella vita ci troveremo continuamente al bivio. Non sappiamo, per esempio, se la parola “scuola” va scritta con una “s” iniziale o finale, e potrebbe essere quindi un errore di grammatica; se dobbiamo usare una parola o un'altra, un numero o un altro; se dobbiamo dire una parola o un'altra; se dobbiamo andare per una strada o per un'altra. Figlioli, la vita è piena di bivi, è piena di incroci, e tante volte non si sa per quale strada andare, anche quando si ha più di cinquant'anni! Allora c'è bisogno di ricorrere ad una guida, c’è bisogno di guardare i cartelli indicatori. Il cartello, la guida è lo Spirito Santo. Invocatelo, invocatelo domandandogli sempre luce nelle vostre difficoltà Non andate avanti così, con la testa nel sacco: invocate lo Spirito Santo!
Ecco, allora, quello che promettiamo questa mattina per non trovarci l'ultimo giorno della nostra vita a dover scoprire che abbiamo le mani rosse, senza saperlo; promettiamo di pensare un po' di più alla presenza in noi dello Spirito Santo, di ascoltarlo, di interrogarlo, di invocarlo, figlioli; non soltanto di interrogarlo nel bisogno, ma di invocarlo. Quante volte ci sentiamo deboli davanti alla tentazione! Quante volte avvertiamo che ci manca qualcosa, cioè la forza per poter camminare sulla via del bene! Ricordatevelo: gli Apostoli erano deboli, erano fiacchi, avevano tanta paura; ma quando entrò in loro lo Spirito Santo saltarono sopra le case, incominciarono a gridare, non ebbero più paura, prendevano le bastonate ed erano contenti: attraverso lo Spirito Santo furono trasformati. 5. Conclusione Ecco quello che invoco per me e per voi: lo Spirito Santo, come l'ha invocato bene il nostro caro confratello poco fa, scenda su tutti noi e ci dia la forza per poter camminare, per poter correre. Noi siamo, come ci diceva a scuola p. Isacco Meggiolaro , delle piccole barche in mezzo al mare: lo Spirito Santo è come il vento che ci porta. Allora, stamattina, apriamo le vele allo Spirito Santo e lasciamoci portare da Lui, finché non arriveremo al porto della vita eterna. 1 giugno 1966

DIO Spirito Santo

PREGHIERA

ESEMPI vari

APOSTOLO vita interiore

NOVISSIMI eternità