.1 Penso che vi siate ricordati di pregare per don Aldo: ho celebrato la Santa Messa per lui, e penso anche che sia già stabilito; che qualcuno passi a portare gli auguri.Ricordatevi che la riconoscenza è il più bel fiore che possa nascere un pochino in casa nostra, e cerchiamo di averla sempre, non solo per don Aldo, ma per tutti coloro che ci vogliono bene. E questa riconoscenza esprimiamola in chiesa, pregando per loro, ma esprimiamola qualche volta anche con il sorriso e con la parola.Vi ricordate, in tempi che furono, come vi avevo spinti a ringraziare, per esempio, il nostro caro assistente Pierino che faceva il pane, uno o l'altro. E vi siete accorti subito quanta gioia che portava questo ringraziamento, no?Ora, esprimetelo questo ringraziamento per coloro che si sacrificano, non soltanto internamente, ma anche esternamente. Esprimetelo nelle circostanze del compleanno, dell'onomastico, ma esprimetelo anche in altri momenti dell'anno.Per esempio, abbiamo il nostro caro assistente Luciano che si sacrifica lì nei campi, che si sacrifica lì proprio per noi, insomma, in fondo per noi. Tanto per dirne uno. Sere fa lui si trovava lì nella riunione degli assistenti e ha detto: "Senta, - dice - don Aldo. - Posso dire perché l'ha detto là pubblicamente - Guardi, io lo dico subito, io non aspiro al diaconato perché vedo che non ho, non ho le doti per il diaconato. Leggendo una pagina, io poi quando sono arrivato in fondo devo ricominciare a leggerla di nuovo perché vedo che non ce la faccio. Ora - dice - guardi, io rinuncio al diaconato proprio perché vedo che mi mancano le doti; però io non mi sento meno di quelli che vanno diaconi, e sono felice, contento di offrire la mia vita proprio così, di essere religioso, di lavorare qui dove il Signore... Guardi, io mi sforzerò sempre nella mia vita di non invidiare i diaconi, perché voglio sentirmi come loro, e mi sforzerò proprio di non sentirmi mai umiliato nel fare qualsiasi lavoro, e lo farò per amore di Dio. E voglio farlo proprio per amore delle anime, per amore della Congregazione, per amore dei miei fratelli!". Amici miei, non vi pare che questo atto meriti anche un sorriso esterno? Non vi pare che qualche volta noi forse dimentichiamo queste creature... Dico Luciano, per dire uno dei fratelli. Magari si passa vicino... quanto ci vorrebbe fare un sorriso, fermarsi un momentino, circondarlo un po' di affetto.Mi sono soffermato su questo perché ha detto: "Mi viene una tentazione sola e cerco di cacciarla via: fin che ci siete voi, don Aldo e don Ottorino, - dice - so che voi non mi umilierete mai, mi vorrete bene, eccetera... Ecco, quando non ci sarete più voi, mi vorranno ancora bene come mi vogliono adesso?".
MO255,2 [10-01-1969]
2. Ecco, io vi dico, approfittiamo di questa circostanza proprio del compleanno, cioè dell'onomastico di don Aldo, per rimarcare questo principio: cercate di voler tanto bene a tutti, ma specialmente a quelli che hanno uffici un po' più umili. Non dimenticateli mai. Le nostre buone donne... domani, vero, qualche assistente dell'Istituto. Voi passate, andate in tipografia, andate in qualche altra parte, voi passate vicino a uno dei fratelli e forse voi non pensate quanto bene potreste fare solo con un sorriso, con una parola, con un saluto, con una parola un po' calda. Mi pare che questo sia un dovere di giustizia oltre che di carità, perché in fondo, in una famiglia, bisogna dire anche grazie qualche volta a qualcuno che si sacrifica per noi.Mostratevi proprio, guardate, fratelli, specialmente voi dell'Immacolata, i più anziani dell'Immacolata, mostratevi in tutta la Comunità riconoscenti, riconoscenti. E questo domani quando, per esempio, verranno su da... Adesso, in questa circostanza, verranno su da Crotone per la ordinazione, verranno da Roma, eccetera. Non ci sia questo saluto freddo, questo saluto freddo. Sapeste quanto bene fa un saluto un po' caloroso!Per esempio, siete tornati dalle vacanze. E, sa, una volta si tornava dalle vacanze, magari si stava via due o tre giorni, e ci si trovava e... "Oh, Vinicio, come sta?", eccetera. E magari si entra così, quasi neanche si saluta. Sapeste quanto è diverso un saluto dato un po' calorosamente o dato così come si darebbe in un albergo al padrone dell'albergo o a quello, vero, che segna il nome lì in portineria. Non so se sbaglio, Vinicio, a dire questo? Un po' di calore, guardate, che sta bene. E vi dico, quel calore che caratterizzava la nostra Famiglia fin dall'inizio... - vi ricordate gli arrivi ad Asiago, un po'... i saluti un po' calorosi fraterni - guardate che deve esserci sempre. Che non avvenga che domani uno di voi va a finire in un'altra casa: passa e arriva come fosse un estraneo: "Oh, padre, è arrivato qui? Beh, senta, se vuole vada su al numero tre a dormire. Ah, scusi, c'è anche lei...". No! Anche se questo tale non l'abbiamo mai visto, è un fratello che arriva, non vi pare? È un fratello che arriva e deve sentire che arriva in casa sua e che, vero, viene in mezzo ad amici, in mezzo a fratelli, in mezzo a creature, insomma, che lo conoscono già. Perché, perché basta... "Sei cristiano?". "Sì". "Basta! A me non interessa altro: sei cristiano, hai detto tutto. Sei uno della Pia Società, sei un fratello nostro".Questo, insomma, guardate, conservatelo questo; e guardate, a un dato momento si potrebbe anche... no, avere, fare il cuore duro, ma essere insensibili un po' a queste cose. E in questo punto proprio pregherei i più anziani di muovere, muovere un po' l'ambiente perché è un po' il profumo della carità. Scusate, ma ho approfittato dell'occasione per sottolineare una cosa che mi sembrava necessario sottolineare.
MO255,3 [10-01-1969]
3.Meditazioni: io continuo con le meditazioni solite.Vi ho detto l'ultima volta, espresso una proposta più che un desiderio, desiderio proposta. Siccome non c'è stato... Pensavo che l'aveste già scartata. In ogni modo, trovame fora el libro.. State attenti, però oggi, allora andiamo avanti per oggi, no? Quella di oggi la leggo. Delibera n.° 10."Ogni religioso coltivi una devozione del tutto particolare alla Vergine Immacolata. Egli consideri la Madonna come la propria Madre; quindi attinga da lei forza nel quotidiano impegno di perfezionamento, il sostegno nelle tentazioni e l'aiuto nel lavoro apostolico.Con il Rosario che recita ogni giorno, possibilmente in comune, esprima questo suo amore filiale alla Madonna e ne impetri la materna protezione".State attenti, in una famiglia, quando manca la mamma, le cose non vanno troppo bene. Supponiamo, andiamo su a Bosco, supponiamo che sia una mamma quella che fa da mangiare, no? Tu non te ne accorgi neanche: vai lì a mezzogiorno, trovi pronto; vai alla sera, trovi pronto, eccetera, eccetera. Ma se a un dato momento la mamma è sostituita da mamma Giuseppe... Sa, per il primo giorno la va bene, il secondo i gnocchi incominciano a essere duri, vero, e il terzo giorno si dice: "Senta, è meglio che andiamo a casa a mangiare alla sera, perché dopo c'è da lavare i piatti". Senza offendere Giuseppe, poveretto, no, che lo fa con tanto amore, con tanta generosità. Ma in una casa, una mamma fa tante di quelle cose che tre uomini non son capaci di farle nel doppio de tempo, è vero? Una mamma, con semplicità, fa da mangiare da sola, lava i piatti, combina tutto, eccetera... "Ve' via, ve' via, fe' un piasere; me rangio mi, le cose le fasso mi. Fe' un piasere, omini, ve' via voialtri. Me rangio mi". Ah? Invece tu vai lì: ci son quattro cinque uomini in cucina, e dopo, quando che è ora di condire la pasta o i gnocchi, i ga brusà el disfritto, vero, come l'ultima volta. I ga brusà tutto quanto, ghe ga tocà buttare da na parte, brusà tutto quanto, completamente. Una mamma da sola, invece, se la fa, se arrangia. Non solo prepara da mangiare, ma sta attenta ai vestiti, sta attenta... fa pulizia nelle stanze. Pensate voi quante cose fa una mamma in una famiglia. E come, si può dire, mette un condimento a tutto quanto in casa, no? Mette l'armonia... "Ben, tasi ti... Ben!".Vi ricordate il padre Lombardi. I due fratelli: "Tu sei il più vecchio, capisci, devi essere un pochino arrendevole. Tu sei più giovane, ti raccomando cerca di avere un pochino...". Sa, ha la parolina, sa... per metter la pace, mettere la concordia, no? La mamma prepara da mangiare, la mamma tiene a posto i vestiti, la mamma mette la concordia, la mamma spinge, la mamma frena... Insomma...
MO255,4 [10-01-1969]
4. Che brutta cosa una mamma quando che c'è una matrigna invece, no? È un caso che una matrigna sia mamma... la vera matrigna è matrigna, no? E, e, sa... quando che in casa c'è una matrigna. Quando poi in casa non c'è neanche la matrigna e l'uomo deve fare da mamma, da tutto. Sa, viene a casa alla sera, e allora tu vedi nel secchiaio una pila di piatti, allora vedi le pentole tutte sporche, vedi la roba là; un giorno si fa da mangiare per dieci di più, un giorno per metà delle persone che sono presenti: un disastro, no? Non parliamo poi della biancheria e dell'altra roba del genere; ho visto qualche volta qualche uomo mettersi là a lavare i pannolini del figlio... in mezzo a qualche oca: "No le xe robe da mi!". Una casa senza mamma... Vedete, noi, noi facciamo fatica ad apprezzare il sacrificio di una mamma e quello che fa una mamma. Ma per vedere un po' cosa fa una mamma, bisognerebbe provare a essere senza mamma in casa.Ora, sentite, mi pare che la stessa cosa debbasi dire un pochino riguardo la vita nostra spirituale. Anche noi abbiamo proprio bisogno della mamma, ma non in una forma sentimentale, in una forma reale. Abbiamo bisogno dell'aiuto della mamma. Guardate, cos'è che fa una mamma?Io mi ricordo quando, pure da sacerdote, andavo lì a Grumolo: "Scusa, don Ottorino, vien qua, vien qua! Scusa seto, son to mamma...". Me verzeva, mi apriva fuori: "Quante fanele gheto? Ma varda che la xe massa fina; metti su, te ghe da averghine, una un pochettin più grossa a casa, la xo, me ricordo, sèto". "No, mamma, la xe...". La volta seguente: "La go fatta... mandà a Camisan, provala, portatela a casa...". O se no mi arrivava a casa il giorno dopo. "Alla notte, te ghe quel raffredore lì; sta' attento, una baretta da notte te la far fasso mi", e dopo qualche giorno me rivava a casa la baretta da notte. "Scusa che vedemo... lassa, a son to mamma, che vedemo le mudande. Le xe un pochettin strettine... Te le fasso far mi". Eccetera. La mamma fa così, no? "Scusa, te ghe quei brufoli lì: sta' attento, sta' attento! Varda che... no... bisogna che te tui qualcosetta", eccetera.La mamma era preoccupata non soltanto dei vestiti, della salute... "Ma, scusa, don Ottorino, varda, non tocca mi... ma, i tusi che va preti, seto, varda, varda che i sia umili, seto, varda, te raccomando che i sia puri e umili, se no, seto, non val gnente; che i sia puri, scusa, seto". Non soltanto dunque nei vestiti, non soltanto nella salute, ma anche nel lavoro del figlio.Però, però una cosa: la mamma mi diceva queste cose quando io andavo a trovarla. Se ero qui a Vicenza, vero, telefonava ogni tanto o mandava a dire: "Vien a trovarme, xe un toco che non te vien, vien trovarme". E quando partivo per venir via mi diceva: "E adesso quando xe che te vien a trovarme?". Ogni volta quando partivo da Grumolo per venir qua mi diceva: "E adesso quando è che vieni, quando vieni a trovarmi?". Ma, chiaro, ci voleva anche un'azione da parte mia per essere, per usufruire del beneficio dell'amore di mia mamma. Cioè, io dovevo andare là. Lei mi desiderava, lei mi pensava, ma io dovevo andare là.
MO255,5 [10-01-1969]
5. Ora, vedete, così è anche con la Madonna. La nostra buona mamma, la Madonna, pensa sempre a noi, sapete, ci conosce uno ad uno; è lei la mamma del nostro sacerdozio, del nostro diaconato; è lei la capitana, la regina domani di quello che è il nostro lavoro apostolico; è lei che ci darà tutto quello che ci è necessario, dal vestito, si può dire, alla salute fisica e ai suggerimenti e agli aiuti spirituali che ci sono necessari per salvare le anime; è lei che ci farà trovare il bandolo della matassa nelle anime.Quante volte vi troverete domani in difficoltà... Come si fa? Come non si fa? Se voi avrete l'abitudine di rivolgervi a lei, di domandare: "Ma, senti, mamma, come si fa; Madonna, dimmi un po'". Però, però, per arrivare a usufruire di questi benefici bisogna che noi facciamo un passo e che andiamo da Vicenza a Grumolo. Lei ci dà tutte queste cose, lei lo desidera ardentemente di darcele, ma dobbiamo noi fare un passo, avvicinarsi a lei, fare, insomma, accostarci. Lei ci manderà anche a casa qualche cosa, ma noi dobbiamo avvicinarci a lei. Senza questo nostro passo verso di lei noi finiamo per non poter usufruire di quello di cui abbiamo bisogno e che lei ha in mano per noi.Ho detto prima, in una casa non si può stare senza la mamma. Perché? Perché dalla provvidenza è stabilito così: che il papà va a lavorare e la mamma ti prepara da mangiare, no? Nella provvidenza di Dio è stabilito così! Padre, Figlio e Spirito Santo e mia mamma, e mia mamma, la Madonna, la quale non è né Padre, né Figlio, né Spirito Santo, ma è mia mamma. Ed è la strada attraverso la quale io vado al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo; ed è il mezzo, vero, sicuro per salvare la mia vocazione e per salvare le anime. Però, questo avvicinamento, questo avvicinamento dev'essere fatto non con le preghiere comuni; anche con le preghiere comuni, anche, per esempio il rosario detto bene, eccetera, ma dev'essere fatto un po', come noi diciamo, quei cinque minuti quotidiani con il Signore sono quasi la chiavi per metterci in contatto con il Signore, no?
MO255,6 [10-01-1969]
6. Abbiamo detto questo: quei cinque minuti di adorazione non sono sufficienti per sè... ma, sai, è come dire: quei cinque minuti sono come quando mia mamma, quando io ero piccolo mi diceva: "Senti, vien dormire, Ottorino, oncò". "No, mama". "Varda, vien solo cinque, diese minuti, solo in leto diese minuti, varda diese minuti solo, diese minuti solo". "Senti, ma se te me prometti, mamma, che te me lassi diese minuti solo vegno, ma...". "Beh, sì, diese minuti solo". Co gera le cinque: "Ottorino...". "Go sonno...". "Dai, vien xo che xe le sinque". "Go sonno...". Te pol immaginarte; dopo i dieci minuti chi è che mi tirava giù più dal letto? È chiaro? Erano quei cinque minuti della mamma, i cinque, dieci minuti della mamma, che se avesse detto... Se la mia mamma mi avesse detto: "Vien a letto un'ora...", neanche per sogno! Bene, per accontentare mia mamma, cinque, dieci minuti ci andavo ogni giorno; ma dopo gera una disperasion per tirarme xo da letto. Questa era la storia di don Ottorino bocia, no? Sa, mia mamma malata era lì, sto piccolo in giro, dove va e dove non va? Almeno se lo tirava a letto un pochino, no, vicino...Ebbene, amici miei, quei cinque minuti io proprio li penso così. Ve' dormire cinque minuti davanti al tabernacolo. Te ve che ciapè sonno, e sì a posto. Capita, qualche sera de ciapar sonno, no? Me xe capità anche a mi. Vinicio, cosa ghe xe da ridere? Me xe capità anche a mi de indormessarme. Eh, felix culpa, no? Provate a prendere il gusto, la gioia d'incontravi con il Cristo, di stringerve la mano con il Cristo, di aprire il vostro cuore a Cristo e ascoltare lui che apre il suo cuore con voi. A un dato momento bisognerà dire: "Ugo, vien xo, dai, ghe xe da fare...". "Lassa che dorma un altro tocheteo, no, lassa che dorma un altro tocheteo".
MO255,7 [10-01-1969]
7. Così, vedete, come ci incontriamo con Cristo è necessario incontrarci anche con la Madonna, bisogna che impariamo ad incontrarci con la Madonna. Potete incontrarvi anche in quei cinque minuti, incontrarvi prima con la Madonna e poi con il Cristo; potete prima rivolgere il vostro sguardo alla Madonna, - qui nella nostra cappella poi abbiamo anche la grazia di aver proprio l'immagine della Madonna proprio lì che quasi con le braccia aperte ci presenta lui, il nostro fratello Gesù, no - incontrarci con lei un momentino: "Senti, mamma, son qui", e si parla un momentino, ci si rivolge a lei. Avete avuto una tentazione forte durante la giornata? Avete il cuore che sta un pochino, traballando un pochino? Va bene... Avete un po' una difficoltà, che so io, riguardo all'umiltà o riguardo la pazienza? E va bene, rivolgetevi a lei! Vedete che fate fatica ad incontrarvi con Gesù? E va bene, rivolgetevi a lei che vi aiuti ad incontrarvi con Gesù. Mettetela come mediatrice di tutto questo lavoro.Vedete, senza questo incontro, io penso che, adesso fatelo in chiesa, fatelo fuori di chiesa, fatelo come volete, fatelo leggendo un libro sulla Madonna. Per esempio, a proposito di libri sulla Madonna, io penso che di tanto in tanto bisognerebbe leggere qualche cosa sulla Madonna, anche per tenersi un pochino, rinfrescati un pochino, sa... Anche della mamma, parlare della mamma ogni tanto, sa, è osservare un pochino; altrimenti si minaccia di considerare la mamma come una serva e non pensare quello che fa una mamma, no? E penso, anche della Madonna bisogna ogni tanto leggere qualche cosa. Farcelo dire qualche cosa da qualche buon autore circa la nostra buona mamma, la Madonna. Ma penso, penso, guardate amici miei, che bisognerebbe nella vita nostra che prendessimo un po' l'abitudine di questo incontro filiale con la Madonna. Perché tante cose, vedete, ce le dirà un po' lei. Nella casa, ci sono delle cose che ce le dice il papà e certe cose che ce le dice la mamma, no? La mamma dice: "Ben, dighele ti, Clorinda, a quel piccolo là, fa'... dighele ti quelle robe là, dighele ti", no? E penso che nella vita spirituale ci sono proprio delle cose che ce le dice la Madonna, che ce le fa capire la Madonna. E noi vediamo allora come ci sono delle anime che veramente si conservano buone, ma che hanno una devozione alla Madonna veramente eccezionale, e che hanno trovato il modo, vero, di stabilire questo contatto con la Madonna.
MO255,8 [10-01-1969]
8. Guardate, per esempio, senza andar tanto lontano, il nostro carissimo mons. Sebben, no? Vi ricordate, ogni sabato lui andava su a Monte Berico a confessarsi, e là tu lo vedevi un'ora, un'ora e mezzo inginocchiato davanti alla Madonna. Guardate il nostro caro don Fabiano che andava insieme con mons. Sebben, ma che continua anche adesso sempre lui, sabato... è vero, no? Che ci sia tanto o poco da fare, lui deve, - il sabato mattina ha il suo orario - deve andare a Monte Berico, e non che vada là a confessarsi e via, ma va là e sta inginocchiato a pregare, un'ora, un’ora e mezza a pregare. Perché? Per incontrarsi un po' con la Madonna.Guardate, prendete per esempio l'assistente Danilo, il nostro assistente Danilo in tipografia, va ben! Alla domenica mattina... Oh! Bisogna che... Domenica prossima dobbiamo trovarci per una faccenda. Go dito: "Sei libero domenica?". "Veramente sarei occupato di domenica mattina". "Cosa hai?" "Eh! La Madonna, Monte Berico, a Monte Berico ascoltar la seconda Messa". Va ad ascoltar la seconda Messa a Monte Berico ogni domenica mattina, no, e ad incontrarsi con la Madonna. Così con semplicità.Potrei citare degli altri nomi ancora, ma tanto per stare qui un po' in casa nostra.Vedete, nella vita nostra bisogna che ci facciamo un po' di programma, un po' di orario. Supponiamo le nostre buone mamme: tu vedi che di tanto in tanto, una volta al mese, due tre volte l'anno: "Monte Berico! Dobbiamo andare, dovemo incontrarci un po', dovemo incontrarci". Le nostre figliole che sono sposate di tanto in tanto vanno a casa a trovar la mamma, no, trovar la mamma. E allora perché noi non dobbiamo... Voi direte: "Ma occorre proprio andar a Monte Berico?". E che male ci sarebbe che, per esempio, nella Casa dell'Immacolata si fissasse una volta al mese, ma no perché è il regolamento, una volta al mese avrei piacere un po' andare a salutare la Madonna a Monte Berico? Vengono da lontano, vengono dai nostri paesi... Noi siamo qui e, forse magari perché sa si è stanchi, per una cosa o per l'altra, passano dei mesi senza andare a salutare la Madonna. Voi direte: "Ma è proprio necessario andare a Monte Berico?". No, per carità! Potete andare anche al Laghetto, vero, dove volete... e... Essenziale è che ci avviciniamo alla Madonna e che parliamo con lei. Ma tante volte sai son queste cose esterne che ti mostrano un pochino se c'è o non c'è amore alla Madonna.
MO255,9 [10-01-1969]
9. Guardate mons. Luna, per esempio, nostro carissimo vescovo, tu vedi: "Io sono il segretario del vescovo di Zacapa", no? "Vescovo di Zacapa è la Madonna". Voi direte: "Beh, insomma!"... Però, però, lui con semplicità considera la Madonna come vescovo di Zacapa. Lui ha detto: "Guarda, io considero la Madonna come vescovo; guarda, io accetto di fare il vescovo, purché io faccia da segretario. Se vuoi, dinanzi alle autorità farò da vescovo io, tanto per mettere a posto un po' le cose, ma, sai, tu sei il vescovo e io allora faccio da segretario. Se facciamo così, io accetto e andiamo avanti...". Voi direte: "Beh, insomma, sono bambinate".Leggevo di monsignor Socche, e voi sapete che uomo che era mons. Socche, ricordate, no? Durante la guerra era vescovo a Cesena, andava lui in giro con il carretto sotto i bombardamenti a portare da mangiare alla gente, eh, da vescovo, trascinando il carretto, con il carretto pieno. Perché, sa, c'era il coprifuoco non si poteva passare, e lui vescovo poteva passare, perché, sa, diceva: "Anche se mi ammazzano, non me interessa niente". Me le ha raccontate lui queste cose qui... certi avvenimenti, certi fatti che gli sono capitati durante la guerra. Va bene. Poi a Reggio Emilia, dove che hanno minacciato di ammazzarlo più di una volta, e lui che cosa ha fatto? Lui ha messo l'anello suo alla Madonna e ha detto: "Guarda che l'ordinario della diocesi sei tu, tu sei l'ordinario della diocesi". Ha fatto l'investitura: "Tu sei l'ordinario della diocesi!". Sapete che l'ordinario è quello che ha autorità, no? "Io sarò il vescovo esternamente, ma l'ordinario, quello che ha in mano l'autorità sei tu, intendiamoci bene. Allora andiamo d'accordo".
MO255,10 [10-01-1969]
10. Ora, questo patto insomma, che la direttrice un po' della Casa dell'Immacolata, la direttrice delle nostre parrocchie, delle nostre Comunità, del nostro lavoro, lasciamo la Madonna, lasciamo la Madonna! Guardate, e insisto, una pietà sentimentale no, no, per carità! Né verso la Madonna... Perché questo no! Ma una vera pietà, sì! E una vera pietà, guardate, che è fatta anche con un po' di cuore, non soltanto con l'intelligenza, perché l'intelligenza sola potrebbe portarvi fuori anche riguardo alla fede. Discuti, discuti, discuti tanto... a un dato momento sta' attento che, a forza di discutere, a un dato momento ti dimentichi da dove sei partito e ti trovi staccato dalle mani di tuo papà e di tua mamma.Un bambino, quando sta camminando per la strada attaccato alla mano del papà o della mamma, cammina, cammina... a un dato momento inciampa, fa un capitombolo, ma si rialza subito perché c'è quella mano che gli dà uno strappone e se lo tira avanti, no? Ma se invece è staccato da quella mano, è staccato da quella mano, fa un capitombolo e qualche volta resta lì.Ora, noi dobbiamo camminare attaccati a una mano. Nella vita potranno capitare anche dei capitomboli, potrà capitare anche qualche momento in cui inciampiamo in un sasso, c'è una buca, c'è qualche cosa; ma se noi siamo attaccati con la fede, e con la fede, vero, veramente viva, una fede che parta dall'intelligenza sì, ma anche con un pochino di cuore, siamo attaccati a Nostro Signore Gesù Cristo, siamo attaccati alla nostra buona mamma, la Madonna, non state aver paura.Qualche volta io vi metto davanti un po' le difficoltà che troverete, ma nello stesso tempo vi dico: non abbiate paura! Uno che è devoto della Madonna non cade, non cade. Anche capitasse qualche caduta, si rialza. Uno che è devoto della Madonna, state sicuri, o presto o tardi sfonderà certamente; troverà delle difficoltà per il diaconato, troverà delle difficoltà per impiantare una missione, troverà... Va bene, non importa! Spargerà il sangue, ma trionferà! Perché è la Madonna che trionfa, no? Non siamo noi, è lei, è il Cristo che trionfa.Ma se noi pretendiamo a un dato momento: "Mamma, speta che mi vao", e ci stacchiamo dalla sua mano, allora viene Cappuccetto Rosso, vero, ghe xe el lupo, e non si sa dove che si va a finire.Perciò, scusate se ho parlato così, ma cosa volete, una volta io parlavo alla buona così e continuiamo ancora, tanto che penso che questa mezz'oretta è una mezz'oretta di ricreazione che facciamo insieme settimanalmente, no?Ma vi raccomando, in nome proprio di quelle anime che vi aspettano, non state andare da soli. Quando voi vi presenterete domani in luogo di missione, se arriverete... Arrivate pure con i vostri filosofi, Tommaso d'Aquino e qualche altro; ma se non arriverete anche con la Madonna, guardate che, sa, arrivare senza la Madonna ho paura che cominciate già, vero, a mangiare senza fuoco; e andare in un posto senza focolare vuol dire mangiare roba asciutta sempre. Arrivare a cominciare un'opera senza l'aiuto della Madonna, è facile cominciare, ma cominciare freddamente.