LA FEDELTÀ ALLA VOLONTÀ DI DIO E AI PROPRI DOVERI QUOTIDIANI
MO283 [26-11-69]
26 novembre 1969
MO283,1 [26-11-69]
1.Sia lodato Gesù Cristo!Voi forse qualche volta avrete visto una vettura, una macchina, forse anche la 1.100. Andare in macchina è un... volevo dire una cosa bella; mi correggo un pochino: piuttosto che andare a piedi, è una cosa bella andare in macchina. E cioè, è una cosa che ti può servire, purché vada bene. Qualche volta però può capitarti che la macchina non va bene. E allora senti un certo disagio, specialmente se ti capita qualche cosa per istrada.Quella volta famosa che con don Aldo ci siamo portati giù sotto Napoli o prima di Napoli: a un dato momento un banco di nebbia! Sai, a quel momento tu sognavi... avresti preferito Bosco, seduto là sotto una pianta, piuttosto che andare, ton, ton, ton, ton, pon... contro un’altra macchina, trovarti in mezzo alla strada, ogni tanto una macchina ti vien dentro. trenta quaranta macchine una dietro l’altra, grida... sembrava quasi di essere là nell’inferno, sa, dantesco: “... e suon di man con elle”. Ora, effettivamente, trovarti là improvvisamente con una macchina col muso rotto, fracassà, e dire: “Non si può partire. Eccola qua!”. È una cosetta, sa, in dialetto se dixe: “Na gran stomegada”. E se dixe: “Eccoli qua: gerimo in macchina, se trovemo a pie...”. Infatti, urtandola, spingendola, alzandola, siamo riusciti a portarla lì verso il ciglio della strada e poi chiedere a uno umilmente un passaggio per arrivare alla prima stazione ferroviaria. Quando che una macchina serve così, sa, non vorresti più vederla. Dopo, sa, messa a posto... e allora l’abbiamo ripresa in mano e siamo tornati a casa. Ma intanto, primo momento, la macchina che prima ti serviva, improvvisamente la macchina ti viene un pochino “nec calidus nec frigidus”, no, “eiciam evomere ex ore meo”!
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2.Un’altra circostanza ancora. Un giorno stavamo andando verso Bergamo, durante l’estate. Il caldo estate quest’anno che ci ha portato alla ricerca di una macchina tipografica, no? Il nostro caro don Zeno... E stavamo andando, come dico, a Bergamo insieme in macchina, e la macchina non rendeva, non rendeva. E, cosa c’è, cosa non c’è? Quando siamo arrivati a Bergamo ci siamo accorti che c’era un filo staccato. Mi pare che è stato don Zeno che è venuto con me quella volta a Bergamo, no? Ecco, c’era un filo staccato: andava a tre, per forza non rendeva! Certo, meglio con la macchina a tre che la macchina col muso rotto come là a Frosinone... Però, anche con tre pistoni, sa, non hai la solita macchina.Un’altra volta, invece, scendiamo da Bosco durante, mi pare, l’inizio dell’estate. Hanno asfaltato la strada e c’erano tutti quei sassi là per terra. Quando tu andavi su con la macchina, tun tun tun tun: che bello andare in mezzo ai sassi! Ma poi i sassi, qualcuno è saltato su, è andato in mezzo ai freni e allora: tan tan, tan tan, tan tan, tan tan. Sembrava di sentire, vero, quella tal bestiolina che è in giro per i campi col campanello al collo, vero; tan-tan, tan-tan, tan-tan, vero, a prendere l’erba. E cioè, niente di male. Vai dal meccanico: “Ah, non c’è niente! C’è un sasso dentro i freni che sbatte”. Ogni tanto striscia un pochino, ogni tanto si riscalda un pochino. Ma è noioso andar avanti in quel modo lì. E allora là a prendere e tirar via il sasso.Tre incidenti uno diverso dall’altro: uno che ti butta là nella strada, ti rende immobile, ti dà l’impossibilità di partire con la macchina; il secondo ti diminuisce la velocità; il terzo noioso.
MO283,3 [26-11-69]
3.Ora, qualche cosa di simile può capitare nella vita spirituale. E cioè, quando noi ci siamo donati al Signore, ci siamo dati interamente al Signore, totalmente al Signore. Ma può darsi benissimo che a un dato momento noi non siamo come una 1100 che corre là in autostrada, che o capiti l’incidente o diminuisca la velocità o ci sia qualche cosa per cui il nostro correre è una cosa noiosa, questo suono, questo sbattere, questo fischio... Insomma, cosa c’è, cosa c’è?Vedete, se noi consideriamo la nostra buona mamma, la Madonna, la Madonna all’angelo là a Nazaret ha detto “fiat”, e ha accettato. E non possiamo pensare alla Madonna come a una creatura che ha detto di sì al Signore, e poi sia successo uno scontro a Frosinone, si sia staccato un filo, ovvero che ci sia stato durante la sua vita sempre un rumore, un rumore... quei rumori noiosi, vero, quando si va in macchina, o quel sbattere di lamiere o di porte, una porta aperta, o un sasso nei freni o qualcosa del genere. Ma non siamo capaci di pensare alla Madonna così. Noi pensiamo alla Madonna che ha detto di sì e con l’aiuto, vero, di Dio ha continuato a dire di sì nelle grandi e nelle piccole cose. Certo che questo dire di sì comporta sacrificio. Eh, non possiamo pensare che continuare a dire di sì non comporti sacrificio!La nostra buona mamma, la Madonna, la troviamo lì a Nazaret che dice di sì; ma la troviamo anche a Betlemme che dice di sì; la troviamo in Egitto che dice di sì... Con poche parole noi diciamo: la Madonna è andata in Egitto. Eh, facciamo presto a dire è andata in Egitto! Non so se sia andata con l’Alitalia o con la Varig, eccetera. È andata in Egitto. E rendiamoci conto cosa voleva dire a quel tempo partire a piedi, anche con l’asinello, tutto quel che volete, ma andare fuori della propria terra, andare insieme con altre persone, forse la lingua anche diversa; difficoltà, eccetera. “Ma, avranno avuto i soldi dei re magi!”. Ma soldi o non soldi, siamo sempre fuori di casa, in mezzo a altre persone.E poi improvvisamente: “Torna a Nazaret!”. Sul più bello forse che si era fatta due tre comari lì, torna a Nazaret, ritorna di nuovo. E poi...diciamo in poche parole: “Et erat subditus illis”, Gesù, vero, per i trent’anni. Ma rendiamoci conto...
MO283,4 [26-11-69]
4.Voi conoscete le vostre mamme, e sapete cosa vuol dire tirar vanti una famiglia. Le difficoltà che ci saran state alla morte di San Giuseppe... Il santo Vangelo ci parla di Gesù al tempio, di dodici anni: a dodici anni che lascia là questa povera mamma sua e San Giuseppe in quelle condizioni. Basterebbe questo atto solo per capire che cosa la Madonna, vero, ha sofferto, come è stata sempre pronta a dire di sì.Ma, noi, basta che andiamo sopra il monte Calvario e che la consideriamo lì la Madonna, per vedere il suo sacrificio, vedere quanto è stata fedele a quel “fiat mihi secundum verbum tuum”, come ha continuato a dire di sì: non soltanto nei momenti di gioia, nei momenti di entusiasmo, non soltanto là alle nozze di Cana quando tutti dixe: “Oh, Maria! So fiol ga fatto sto miracolo? Ma varda che roba! Ma che fiolo che la ghea! ma chi xe che pensava! Dove galo studià sti mistieri?”. Non, sa... in quel momento là un po’ di... specialmente se avevano bevuto quattro goti de più, vero, era facile dir questo. Ma lì, “stabat mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa”. Questa madre che dice di sì al Padre, che vuole salvare gli uomini assieme con Gesù, che accetta questa crocifissione incruenta da parte sua, questa spada che trafigga il suo cuore!Amici miei, è proprio qui che volevo arrivare. E cioè, dall’esempio della Madonna noi dobbiamo imparare a compiere la volontà di Dio in atto di umiltà e di penitenza, ma compierla non soltanto nelle grandi cose, ma anche nelle piccole cose, dove è facile forse che noi manchiamo.
MO283,5 [26-11-69]
5.Vedete, se ci capita per istrada uno scontro, credo che è facile andare dal meccanico, perché non puoi muoverti. Ti capita un incidente nella vita spirituale, ti capita qualche cosa di grosso, è facile, perché non puoi andare avanti, vedi che non puoi andare avanti. Ma, amici miei, e quel filo che manca, che si è staccato? E quel sassolino che è andato dentro, che rende noioso il viaggiare, forse non è qualche cosa che dobbiamo togliere dalla nostra vita, come si deve togliere anche un peccato grave?Vedete, il nostro sì al Signore lo abbiamo detto un giorno, e quando eravate più giovani avete messo anche un pezzo di carta firmato: “Seguire Cristo incondizionatamente”, in altre parole, no: “Accetto tutto quello, Signore, che tu metterai... Accetto tutto quello che è soprascritto”. Cioè, è stato bellissimo il vostro atto, sia da giovani e sia anche quando avete fatto i santi voti: “Signore, eccomi qua!”. Avete ripetuto il “fiat”, o meglio abbiamo ripetuto il “fiat” della Madonna. Però siamo stati poi fedeli a questo?E volete un pochino che discendiamo un pochino e che analizziamo un pochino?
MO283,6 [26-11-69]
6.Guardate, per esempio, cominciamo, le pratiche di pietà.Noi abbiamo un regolamento, abbiamo accettato un regolamento; nel noviziato ci è stato illustrato questo regolamento. E, accettato questo regolamento, abbiamo accettato anche di osservarlo, per amor del Signore.Io ero libero, avrei potuto dire: “No, non accetto questo regolamento”. Ma quando cominciamo il gioco... diceva in nostro caro Giorgio: “La regola del gioco”, ci si mette d’accordo: “Beh, possiamo battere, possiamo insegnare, possiamo fare questo segno, ma più in là no!”.Quando abbiamo fatto i voti, prima di fare i voti, durante il noviziato, abbiamo stabilito un po’ le regole del gioco, no? Ci siamo messi d’accordo: “Ebbene, queste sono le pratiche di pietà da compiere”. Ebbene, siamo stati fedeli a queste pratiche di pietà? Vedete, qui ci possono essere degli scontri, delle cose gravi.Per esempio, uno che non andasse dal padre spirituale, per conto mio è uno che ha tamponato, è uno che ha spaccato fuori tutto, è uno che è meglio che esca dalla Casa dell’Immacolata, e si canti un bel “Te Deum” quel giorno che esce perché ci siamo liberati da un tumore, vero. Uno, per esempio, che andasse avanti così, autosufficiente, che sentisse... o tira mola, un po’ di tempo, un altro po’ di tempo, si... va o non va... ha bisogno di spinte per andare... Amici miei, quello che divenga un buon papà di famiglia, se sarà capace di divenire un buon papà di famiglia; quello non è fatto per noi, quello ha tamponato, quello niente da fare!Ovvero uno che va dal padre spirituale e non si impegna, va “ut adimpleretur scripturae”, tanto per dire: “Sa, io sono fedele, vado dal padre spirituale”. Ma va e dice sempre... Quando che entra dal padre spirituale basterebbe premere un bottone e comincia a partire un disco e si sa già quelle parole che dice: non si vede un uomo che vuol salire. Quello, vi dico subito, quello ha tamponato.Io non parlo, non voglio dire di questi. Questi son delle carogne, scusate la brutta parola: cercano di prendere in giro Nostro Signore e prendere in giro se stessi. Io non penso che all’Immacolata si arrivi a far questo. Quando si entra, si entra in una vita religiosa con l’impegno di salire. Scusatemi tanto, è inutile star seduti lì vicino al campo base per dire: “Sto lì, mangio e bevo e gli altri vanno a far le scalate”. Se siamo partiti per la montagna, andiamo per far scalate, mica per star lì seduti...Quelli sono i parassiti delle comunità religiose! Son parassiti, domani, anche della società, questi qui, perché non prendono le cose sul serio. Dico... se insisto su questo, guardate, lo insisto perché purtroppo qualche volta nelle case religiose, non in queste, ma in quella di Copenaghen o qualche altra parte si son trovati di questi casi; e sono stati poi i disgraziati preti e i disgraziati religiosi che hanno portato danno a se stessi e alla comunità religiosa e alla vita religiosa. È meglio quelli che si allontanino, per carità! E insisto, specialmente con quelli più vecchi che son qui, che collaborano con me per la formazione dei religiosi: se si accorgono che dentro nella casa c’è qualcuno di questi, per carità, per carità... fategli una puntura di quelle che mandano “all’altro mondo” piuttosto. Fate meno male uccidere uno... scusate, eh! Capite? Che mandano all’altro mondo vuol dire: mandiamo fuori di qui.
MO283,7 [26-11-69]
7.Ma dico, senza andar finire proprio a questo, che spero non capiti, ci sono poi delle altre stonature. Questo, per esempio, non fare le pratiche di pietà, questo rimandarle magari all’ultimo momento, farle male, rimandare tutto alla sera, questo far su: “Beh, l’ora di adorazione, va là... la Via Crucis, va là... un’altra cosa...”. Insomma, amici miei, non vi pare che ci sia qualche filo staccato, o per lo meno, per lo meno, qualche volta questo battere di un sasso dentro i freni, che insomma riscalda i freni e non fa andare bene la macchina?Potete pensare voi alla nostra buona mamma, la Madonna, che non sia stata fedele un pochino ai suoi doveri?E poi, se vogliamo fare ancora un passo avanti, ed era il punto dove volevo proprio arrivare perché, che mi ha spinto a questa meditazione è stato appunto questo: siamo fedeli al nostro dovere quotidiano istante per istante? Cioè, ci troviamo in ogni istante proprio dove Dio ci vuole?Se per esempio. noi prendessimo in mano la vita della Madonna e cominciassimo prendere in mano... fate conto che sia come un nastro la vita della Madonna. E facciamo girare il nastro come si fa girare una pellicola del cinema a mano: eee... fermiamoci qui!Tan! Il giorno tale all’ora tale la Madonna dov’era? Dove Dio l’aspettava!Gira ancora... eccetera... Ora tale... dov’era la Madonna? Dove Dio l’aspettava!La nostra vita potrebbe veramente essere girata così?Eee... Ieri sera all’ora della corona dov’era quel tal giovane? Dove Dio l’aspettava!Eee, quell’ora di ricreazione quel giovane dov’era? Dove Dio l’aspettava!Possiamo proprio dire questo noi? Amici miei, o forse, o forse, con una certa facilità facciamo un po’ quello che vogliamo, e non quello che Dio domanda da noi? Discendiamo! Per esempio, è ora di andare lavorare o è ora di andare a scuola: l’orario dice alle 8,20 bisogna essere a scuola. E perché si arriva alle 8,21 minuti? “Ma, avevo questo, avevo quello...”. Se ci fosse una corriera che deve partire per Roma, tutti sarebbero pronti alle 8,20. Ma se Dio in quel momento ti vuole alla scuola, è indifferente: ti voglia alla scuola, ti voglia in refettorio, ti voglia a giocare... in quel momento Dio ti vuole in quel dato posto. Perché non devi essere lì alle 8,20?
MO283,8 [26-11-69]
8. “Ma, sa... avevo da andar cambiarmi...ma avevo da giocare...”. Cose che... Capite che io adesso potrei tirarle fuori perché le so, conosco nomi e cognomi, di tanti almeno... Ma come puoi tu dire che sei venuto... Un’altra persona ti dice: “Cosa sei venuto a fare a Casa dell’Immacolata?”. “Farmi religioso, cioè farmi santo!”. “Chi è il religioso?”. “È quello che professa la santità, è quello che vuole in ogni istante essere dove Dio lo chiama, essere tutto di Dio, solo di Dio!”. Ma come puoi dire: “Essere solo di Dio”, quando sei... in ogni cosa cerchi un pochino te stesso?
MO283,9 [26-11-69]
9.In chiesa: rosario. Mancano dei ragazzi sere fa. Dove sono? Faccio una ricerca, un pochino. Siccome non...voi sapete che ho promesso di non tirar fuori la mola numero trenta... fosse stato con la mola numero trenta vi avrei chiamati tutti in chiesa: “E adesso state qui in chiesa; stasera niente andar cenare”. Sapeste quante tentazioni che vengono qualche volta di questo genere qui! E le caccio. Un tempo lo facevo. Quando che si arrivava in ritardo in chiesa i grandi li facevo venir davanti. Vi ricordate bene, no? Là, tutta la Messa davanti. No, don Giovanni? Vi ricordate bene: là davanti; quelli che arrivavano in ritardo tutti davanti, là, davanti ai piccoli: fare un atto di umiltà. E vien fuori che alcuni erano alla televisione, altri erano qua... Scusate, ma siete capaci voi di capire come, per esempio, durante una funzione religiosa un gruppetto di giovani vanno alla televisione? “Ma il permesso?”. “Ma pensavo che...”, eccetera. Ma scusatemi, ma sei venuto qui fare i tuoi porci comodi o sei venuto a fare la volontà di Dio? Hai scelto la vita religiosa perché lì puoi fare quello che vuoi, perché gli altri pensano a questo, pensano a quello e tu, insomma, puoi fare un po’ quel che vuoi? Sei stato da sposare per fare quel che vuoi o per offrirti al Signore ed essere crocefisso?Guardate, fratelli miei, che senza volerlo minacciamo di fare quello che vogliamo e non accontentiamo il Signore. Se noi fossimo qui col fucile in mano: e tan, e tan, e tan, come eravamo noi in seminario ai nostri tempi, va ben; c’era continuo controllo di tutto e classificazioni una volta al mese fino anche al 4° anno di teologia chi non era prefetto... va bene... classificazioni di condotta, e dove ti bersagliavano su tutto il punto, dalla buona creanza... erano otto classificazioni... passeggio, galateo, buona creanza, studio, eccetera... Ti prendevano tutto, tutti i lati. Perciò... sporcato in refettorio: “Hai nove in condotta perché in refettorio hai poca pulizia davanti al piatto, perché hai poca educazione nel modo di mangiare”. E te lo dicevano chiaro e netto in liceo...
MO283,10 [26-11-69]
10.Ora, adesso no! La personalità bisogna rispettarla, eccetera eccetera. Ma come ve la cavate con Dio quando fate quel che volete? Chiaro, chiaro: cambiati i tempi, tutto quel che volete; cambiate le forme, tutto quel che volete; ma non è cambiato Dio, quella è la storia, eh! Non è cambiato Dio! Non possiamo escludere un po’ di penitenza dalla nostra vita. È chiaro che per fare la volontà di Dio istante per istante ci vuole un po’ di penitenza.Per esempio, voi dite... Viene qui don Aldo, e ci mettiamo d’accordo: “Ci troviamo dopo mezzogiorno?”. “Sì”. “A che ora?”. Alle cinque?”. “Beh, a che ora che vuoi; se vuoi anche alle cinque e mezza”. Fissiamo alle cinque: cinque! Ma basta, io non sono più padrone di cambiare. Io devo accettarla proprio come volontà di Dio quelle cinque che ho stabilito. “Ma le ho stabilite io!”. Ma certo! Ma, le ho stabilite io, ma data la parola, alle cinque devo essere lì. Non le cinque e un minuto: “Ma... poteva... lui diceva anche le cinque e mezza”. Ma, ci siamo messi d’accordo alle cinque? Sì. E allora alle cinque!Domani sei sacerdote, hai da dir Messa, hai fissato alle sette? Alle sette! Hai detto che il Battesimo è alle sette e mezza? Alle sette e mezza! “Ma... sa... mi son perso lì due minuti perché, sa, xe rivà una persona...”.Il dovere, figlioli, il dovere, fatto per amore di Dio, e fatto con sacrificio! Fuori lo fanno, questa cosa, per il pane quotidiano. Negli stabilimenti, nelle scuole, devono essere fedeli, perché hanno paura dei capi. E noi minacciamo di essere degli scapoli, figlioli, come diceva il nostro carissimo don Giuseppe, dove ognuno fa, ognuno tira a campà. Allora si arriva prima, si arriva dopo, si va di qua, si va di là... E da qui si fa un passo più avanti. E cominciamo allora... Hai bisogno di una maglia e te la fai portare da casa, ma che sia così. Hai bisogno di un paio di calzoni, li ordini: “Ma li voglio nocciola, li voglio così, li voglio...”. Ma, amici miei, cambiamo mestiere, cambiamo mestiere, cambiamo mestiere, figlioli!Abbiamo abbandonato il mondo per seguire Cristo, e seguire Cristo costa sacrificio, se vogliamo seguirlo realmente. Ma se pretendiamo di seguire Cristo e seguire noi stessi, abbiamo sbagliato strada. E il seguire Cristo importa sacrificio intimo, ogni momento, perché la vita comune porta sacrificio, come porta sacrificio la vita familiare. Ma come possiamo noi domani, sacerdoti o diaconi, avvicinare certe mamme che sono delle eroine su questo punto qui, che si sacrificano dal mattino alla sera, che lavorano per la famiglia, che pregano... come abbiamo il coraggio noi di avvicinare queste mamme ed essere maestri spirituali di queste mamme? Ma non capite che tradiamo in questo modo anche la nostra missione?
MO283,11 [26-11-69]
11.Poi un’altra cosina. Mi pare che lo spirito di sacrificio qui vada un pochino diminuendo, un pochino diminuendo. Cose gravi? No! Cose gravi ho detto che non ci sono, almeno, se non le fate di nascosto... Ho battuto un pochino sulla direzione spirituale perché, insomma, qualcuno so che non la fa bene, perché naturalmente o va via lui o se no lo mando via io. Questo è chiaro. Ma... tolto questo, mi pare insomma, va ben... Il resto, però state attenti che... spirito di sacrificio... è facile che cerchiamo quello che piace. Quello che piace nel mangiare; e tante volte si vede che si è un po’ capricciosetti; non si sa sopportare, non si sa accettare. Tutti sanno quello che piace all’amico che è vicino in refettorio, o quello che non piace. Ah! Le nostre mamme: “Magna... dai!”. “Eh, ma ela...”. “Ma lassa stare! Mi co magna i tosi son contenta”. Ah! Ah, figlioli! Dove sono, dove sono quei missionari che facevano sacrifici... Ve l’ho ricordato ancora che lasciavano il seminario per andar missionari africani, eccetera, e persino un mio amico mangiava le lumache per far penitenza. Sentiva: haarr...Voi: “Ah, quelle robe lì!”. Va bene, tirate via pure quelle robe lì, ma mettete qualcosa altro. Senza penitenza non si salvano anime, senza lo spirito di penitenza non si salvano anime, figlioli! Troppo preoccupati di cercar quel che piace in tutto e per tutto.Ora, vedete, stiamo preparandoci adesso alla Messa, alla Messa nuova che verrà. Bellissime cose! Cose meravigliose! E bisogna prepararla bene nel canto, e bisogna prepararla bene nelle cerimonie, bisogna fare in modo che riesca veramente bene. Ma guardate che se non andiamo alla Messa come è andato Gesù, come è andata la Madonna, con la veste penitenziale, che noi potremo avere soltanto compiendo bene il nostro dovere istante per istante, guardate che ci presentiamo alla Messa senza la materia per il sacrificio. Non basta soltanto andare ad assistere alla Messa; bisogna viverla la Messa! E non si vive la Messa, figlioli... Un religioso non può vivere in qualche modo la Messa! Il religioso non è un trattore, Il religioso non può essere paragonato al trattorino di Luciano che va lì, fa rumore, fa rumore e dopo tutto da capo... No, no! il religioso è stato creato da Dio e chiamato da Dio per essere qualche cosa di più di un semplice trattore. E allora non si può permettere il lusso né di scontri, né di fili staccati, né di sassi che sbattono a destra e a sinistra; dev’essere tolta qualsiasi cosa che non piaccia al Signore.E allora adesso lascio tre minuti di tempo. Ognuno di noi, cominciando da me, domandiamoci proprio seriamente dinanzi a Dio se siamo preoccupati in ogni istante della vita, in ogni istante della giornata, di essere come Dio ci vuole, di essere dove Dio ci vuole, e di fare le cose come Dio le vuole che siano fatte.Vedete, noi battiamo tanto che una delle cose fondamentali nella nostra Famiglia religiosa è proprio questa: sforzarsi di fare la volontà di Dio; ma ricordatevi che la volontà di Dio è una cosa meravigliosa per chi la fa bene, ma una cosa tremenda per chi la disprezza. E la si può disprezzare con queste piccole cose molte volte durante la giornata.Ora vi pregherei, proprio per il bene che volete alla Madonna, a Nostro Signore Gesù e alle anime che vi attendono, vedete un pochino nell’intimo dell’anima vostra se finora siete stati veramente fedeli in tutte le cose nel fare la volontà del Signore.