1 Alla comunione voi reciterete un'antifona. L'antifona dice così: "Come il passero si è trovato una casa e la tortorella un nido dove porre i suoi piccini, anch'io desidero il tuo altare, o Signore degli eserciti, mio Dio e mio re. Felici coloro che abitano la tua casa: ti loderanno in tutti i secoli". Questo ci dice la Chiesa, questo ci dice il Signore stamattina. Come l'uccellino e la tortorella hanno trovata la loro casa, il loro nido, hanno trovata, si potrebbe dire, la loro felicità, se si può parlare di felicità, e l'hanno trovata lì, proprio nel loro nido, anch'io, Signore, ho trovato la mia gioia nell'abitare nella tua casa. Felici coloro che abitano la tua casa!Vedete, cari figlioli, è necessario che comprendiamo la grazia grande che il Signore ci ha concesso nell'abitare nella sua casa, il dono grande che ci ha concesso prima di tutto nel Battesimo: noi non ne eravamo degni, noi eravamo staccati dal Cristo, e un bel giorno il Signore con il Battesimo ci ha uniti a lui.Guardando il santino che ricorda la consacrazione episcopale di sua eccellenza monsignor Carlo Fanton avrete notata una cosa: citando lui una frase di sant'Agostino, egli mette quasi confronto tra la consacrazione episcopale e il Battesimo... che quella è per il servizio, ma "il Battesimo è quello che mi ha unito a te, o Signore!".Ora, figlioli miei, quante volte avete cantato: "Io son cristiano, io son cristiano!". Ma io vorrei domandare a ciascuno di voi: "Sapete cosa vuol dire essere cristiano? Sapete che trasformazione è avvenuta dentro di noi nel giorno del santo Battesimo?". In quel giorno noi siamo diventati deiformi, siamo diventati della famiglia di Dio, eredi del Paradiso, fratelli di Gesù; siamo divenuti figli, veramente figli di Dio, per cui possiamo veramente rivolgere il nostro sguardo al cielo e dire: "Padre nostro che sei nei cieli!". Per cui possiamo dire: “Se io vivo in grazia di Dio ho diritto del Paradiso! Il Signore mi ha regalata la grazia, e io ho diritto del Paradiso, perché il Paradiso è per... è mio, mi è stato donato, si può dire, nel giorno del santo Battesimo!". Questa, figlioli, è una grazia veramente grande, immensa, che comprenderemo soltanto in Paradiso.
MO148,2 [26-02-1967]
2 Ma a questa grazia si aggiunge per noi la grande grazia della vocazione. Ci ha radunati qui l'amore di Dio. Come l'uccellino ha trovato il suo nido, noi abbiamo trovato la nostra oasi in questa casa. Giustamente mons. Zinato, proprio dopo un anno della sua venuta a Vicenza, mi mandava un biglietto che conservo ancora in qualche angolo della casa, dove diceva: "Questa casa è un'oasi, un'oasi!".In un deserto un'oasi fa sempre impressione. Quando fra qualche anno andrete tutti in Terra santa, invece che andare ad Asiago... farete un giretto in Terra santa, e allora andrete anche voi là, nel deserto, vi porterete vicino al Mar Morto, vicino al Giordano, salirete su uno di quei monti: come fa impressione vedere il deserto, ma che cosa meravigliosa vedere la piccola cittadina di Gerico in mezzo a questo deserto! È bellissima, piena di verde, con piante bellissime, verdi, proprio perché lì, nel deserto, c'è dell'acqua e quell'acqua porta l'erba! Ebbene, in mezzo a questo mondo, figlioli, dove c'è tanto male, dove c'è tanta indifferenza religiosa, dove Dio non interessa più, il Signore ha piantato delle oasi, e una di queste oasi, ricordatevelo, è la nostra Famiglia religiosa.Vedete, voi siete nati, si può dire, nell'oasi, voi vivete nell'oasi e non vi rendete conto del deserto che è fuori. Quando sarete più grandi, quando qualcuno abbandonerà questa casa disgraziatamente per tradire la sua vocazione, allora vi accorgerete dell'oasi in cui siete vissuti per tanto tempo; allora vi accorgerete della grazia grande che ha fatto il Signore preparando questo nido! Vedrete che il Signore ci ha chiamati qui per darci il suo pane, per darci la sua vita, per portarci poi a piantare nel mondo altre oasi come questa in qualche parte del mondo.
MO148,3 [26-02-1967]
3 Però, dice il Vangelo di oggi che c'è uno che non la pensa come il Signore, che c'è uno che non ci perdona l'essere noi in questa oasi, ed è l'inimicus, è il demonio. Il demonio, quando si vede vinto, va, gira, complotta, con sette spiriti peggio di lui. Quante volte io, guardandomi intorno, vedo i sette spiriti che girano attorno e cercano di soffocare una vocazione; girano attorno e cercano di portare la rovina nell'anima vostra.Figlioli, bisogna credere di più al demonio, non a quello che dice, ma alla sua esistenza e alla sua opera nefanda che continua a svolgere nel mondo e in modo particolare nelle case dove Dio sta lavorando. Noi diciamo qualche volta che quando andiamo fuori nel mondo, vedendo qualche ambiente poco buono: "Oh, là c’è il demonio! Scappiamo via!". Ricordatevi che se là c'è il demonio, qui ce ne sono sette; se là ce ne sono sette, qua ce ne sono settemila demoni! Il demonio prende di mira specialmente i buoni e le anime che sono più vicine al Signore. Dio ha creato un'oasi di amore, di carità, e allora ecco il demonio che prende di mira quest'oasi. Perciò, salvatevi, salvatevi figlioli dalle insidie del demonio!Vedete, il demonio prima di tutto cercherà che voi non parliate con Dio; ed ecco allora che non vi piace più la preghiera, ed ecco allora che lui vi inaridirà, vi farà diventare muti, come quel muto che è stato guarito dal Signore. Voi non parlerete più con il Signore, vi darà nausea ogni cosa che riguarda Dio. Figlioli, in quel momento bisogna venire in chiesa, bisogna dire al Signore: "Signore, fa' che io possa parlare ancora con te!". In quel momento bisogna ricordarsi che abbiamo una mamma, la Madonna, e rivolgersi con lei, a lei con fiducia, con amore: "Mamma, mamma, guarda che io non son più capace di sentire Dio, non son più capace di parlare a Dio, guarda che il demonio mi ha chiuso la bocca e quindi non posso parlare... Mamma, aiutami!". Con confidenza, con fiducia si ricorre alla Madonna.
MO148,4 [26-02-1967]
4 Il demonio vuole, e... avviso specialmente i più grandi che possono capire queste cose, il demonio vuole, entrando in questa Casa e vedendo a caratteri cubitali scritta la parola “charitas”, ricordatevi bene che sarebbe come se un ladro entrando in un ufficio vedesse scritto "cassaforte". Voi capite chiaro che il ladro mira subito là, dove c'è la cassaforte. Ebbene, il demonio vede scritta la parola: "Ah, questi giovani hanno messo come programma la carità, e allora... - fa il suo raduno di demoni - e allora puntiamo contro la carità!". E guardate che il demonio è demonio, guardate che il demonio prende una parola, prende una frase - lo dicevamo nel ritiro di qualche giorno fa - quando il demonio ti mette in testa una cosa, e dai, e dai, e dai, a un dato momento ti accorgi che il più grande e il più alto è il più piccolo, e il più piccolo è il più grande; a un dato momento il demonio ti dice: "Guarda Venco che piccolo, guarda Venco che piccolo, guarda Venco che piccolo!", e a un dato momento tu finirai per credere che Venco sia un nano. Non un nane, un nano! Ed è così, è così!Il demonio, ricordatevelo, figlioli, entra come il pulviscolo in mezzo a noi, e lì, piano piano, cerca di colpire specialmente quella che è l'essenza della nostra Casa: la nostra Famiglia deve dare una testimonianza di carità nel mondo, la nostra Famiglia, le nostre piccole Comunità devono essere un'oasi! Che cosa meravigliosa: sono stato a Crotone, sono stato a Monterotondo, vedere cinque sei confratelli all'ombra della chiesa, proprio lì, poco lontano dal tabernacolo a Monterotondo, a due passi si può dire, questo piccolo gruppo di fratelli che si vogliono bene! Ma non capite che il demonio non vuole queste cose, il demonio! E allora ecco il demonio che punta, ecco il demonio che si scaglia contro, ed ecco allora le piccole stupidaggini umane, proprio le piccole stupidaggini umane, piccole cose...Figlioli, per carità: salvatevi dal demonio! Ognuno di voi stia attento alle piccole cose, non alle grandi cose; dico alle piccole cose, perché il demonio comincerà con un filo per fare una corda. Nei vostri impegni di vita, nei vostri incontri, nelle vostre conversazioni, per carità, neanche una parola contro i confratelli, neanche un pensiero contro i fratelli: tutto, parole, pensieri, devono segnare carità, amore, fraternità. Dio ci ha radunati così perché andiamo nel mondo a portare la carità, e il demonio cerca di seminare qui in mezzo a voi piccole stupidaggini per rovinare quello che Dio ha costruito.Poi, il demonio un'altra cosa ancora cerca di fare ogni giorno: cerca di mostrarci dalla finestra quello che noi volontariamente abbiamo abbandonato per amore di Dio. Il demonio ci mostra dalla finestra quello che volontariamente abbiamo abbandonato per amore di Dio. Che brutta cosa rimpiangere le cipolle d'Egitto! Che brutta cosa dire a lui che ci ha preparato un'oasi in terra e in Paradiso la felicità, a lui che ci ha prediletti col darci la vocazione: "Sì, Signore, tu mi hai chiamato, ma guarda cosa ho dovuto lasciare, guarda cosa ho dovuto lasciare!". Questo rimpiangere, figlioli, continuamente quello che abbiamo dovuto lasciare... Ah, figlioli, questo dimostra poca fede, poca meditazione, poca preghiera, poca comprensione dell'eternità!Figlioli miei, se non comprendiamo noi che quello che non è eterno non vale niente, che la vita finisce fra pochi giorni, che l'unica cosa è l'eternità e che stiamo costruendo per l'eternità, che il mondo ha perso la testa, lavora per la vita terrena, cerca piaceri, cerca ricchezze, cerca onori e si dimentica dell’eternità! Noi siamo chiamati qui per andare al mondo e per ricordare al mondo che siamo stati creati per l'eternità. Ora, figlioli, se noi stessi abbiamo perso la testa e ci attacchiamo alle cose del mondo, che cosa andiamo a dire agli uomini? Noi dobbiamo essere gli uomini dello spirito, gli uomini staccati dalla materia, gli uomini che camminano in aria, che trasportano gli uomini in aria, dei motori a reazione che innalzano gli uomini: questa è la nostra vocazione!
MO148,5 [26-02-1967]
5 Questo domandiamolo al Signore per l'intercessione della nostra buona mamma, la Madonna, specialmente durante il santo sacrificio della Messa: “O Signore, noi qui presenti, i nostri fratelli che sono a Zacapa, in Brasile, ad Asiago, all'Istituto, a Crotone e a Monterotondo, e quelli che verranno da noi, difendili, o Signore, dalle insidie del demonio e fa’ che tutti i membri della nostra Famiglia religiosa, presenti e futuri, possano vivere in quest'oasi di pace, nella felicità di Dio, per essere un domani sempre con te per tutta l'eternità!”.