LA LOGICA SOPRANNATURALE, LA CONFESSIONE, LA DIREZIONE SPIRITUALE
MO257 [17-01-1969]
17 gennaio 1969
MO257,1 [17-01-1969]
1. Quando si andava a scuola nelle scuole medie, allora ginnasio, nelle nostre mani c'era un'antologia, e nell'antologia la prima cosa che si faceva di solito era di leggere i fatterelli più belli, no? Tra questi ce n'era uno che ve l'ho raccontato tante volte, ma permettete che ve lo ripeta per i più bambini che son qui dinanzi e che non l'hanno ancora sentito, perché ci può servire da spunto per la partenza della nostra meditazione.Il famoso Toni scarparo brontolon.Era un calzolaio che aveva da dire su tutto e su tutti. Un giorno hanno piantato un cantiere di lavoro vicino: ogni tanto lasciava là il suo piccolo banchetto da calzolaio e correva là. "Ma non vedete? Come si fa a portare su la secchia in quel modo? Ma come si fa a mettere quel trave in quel modo?". Insomma, ognuno che fosse, si fosse presentato davanti a lui, cascava inesorabilmente sotto la sua critica.Un giorno... una notte ha fatto un sogno, e ha sognato d'essere morto e di essere andato a bussare alla porta del Paradiso; e San Pietro, appena lo vede: "E no! E no! Tu non puoi entrare in Paradiso". "Ma come? - dice - Ho lavorato tutta la mia vita, non ho fatto peccati, sono stato buono con tutti, eccetera". "Eh, ma hai un difetto, caro, quello di essere brontolone, brontolone! Non puoi entrare in Paradiso. Tu brontoli su tutto e su tutti e porti la discordia in Paradiso". "Ma senti, San Pietro, in Paradiso... In terra c'era da brontolare, perché in terra c'erano le cose che andavano tutte per la rovescia, ma in Paradiso... Come si può andare in Paradiso e trovare qualche cosa da che dire? In Paradiso certamente io ti prometto che non brontolerò, perché... Intanto è impossibile brontolare in Paradiso, perché... In terra gli uomini ne combinano una per colore. Vedessi, San Pietro, da quando sei venuto su tu dalla terra come gli uomini hanno perso la testa, sai! Una volta tu l'avevi qua con la barca, eccetera, ma adesso, adesso...". "Senti, - ha detto allora san Pietro - se tu mi prometti di non dire una parola di brontolamento ti lascio entrare; ma ricordati che, alla prima parola, ti prendo, eh, e ti scaravento fuori dal Paradiso". E lui promette, giura e giuròn, so io... promette. E va dentro in Paradiso.Oh! Il primo momento: "Che bello il Paradiso! Oh, qui non c'è niente da dire, qui non c'è niente da brontolare; tutte le cose fatte bene". Passa un giorno, due, tre; e un bel giorno ti vede un angelo che sta conducendo due cavalli con un carretto; son due cavalli che tirano un carretto, un carretto carico di roba. E questo angelo fa da carrettiere, conduce avanti questi due cavalli, ma li conduce per una strada un po' piena di pantano. E a un dato momento c'è un poca di salita, lui sta là a guardare un pochino. E sa, sto carretto fa fatica ad andar avanti. A un dato momento le ruote s'impiantano e comincia: "Uff, come si fa, come si fa con due cavalli solo?". E sta... sa, gli vien in mente la promessa fatta a Piero, no, e non brontola, non dice niente. Se non chè, a un dato momento sta per scoppiare, e su quello vede arrivare un altro angelo con altri due cavalli... "Ah! L'ho detto io che in Paradiso le cose si fanno per bene, - dice - no, sicuro, le cose si fanno per bene. Un angelo, e adesso ne arriva un altro con due cavalli. Eh, così, così doveva fare, - dice - eh!". E infatti arriva con gli altri due cavalli. Se non chè, se non chè, invece che attaccare gli altri cavalli davanti agli altri, li attacca per di dietro, alla rovescia: due cavalli tirano di qua, due cavalli tirano per là. Vedendo questo, insomma, il nostro Toni scoppia: "Eh, ma cosa fai? Insulso... Taccarli per quella parte lì, ma...". Insomma viene fuori, proprio scoppia, tutto quello che aveva tenuto dentro in quei giorni, insomma scoppia completamente. Scoppiare in questa critica e sentirsi preso per el copìn da San Piero, e dire: "Ehi, fora dalla porta, questo non xe el to posto", è stato un tutt'uno. Ma mentre usciva dalla porta e guardava ancora: "Eee...!", ha visto che i cavalli avevano le ali e che il carretto s'è innalzato, che si è innalzato. Svegliandosi al mattino ha detto: "Eh, - el ga dito - chi xe che pensava che i cavai gavesse le ale. - el ga dito - A gaveva ragion mi, gavea ragion mi... Ciò, xe certo che i cavai gaveva le ali, ma chi xe che pensava che i gavesse le ali!".Ecco, in Paradiso, in Paradiso le cose non sono come in terra. Si possono anche attaccare due cavalli davanti e due cavalli di dietro, perché i cavalli hanno le ali.
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2. Ora, sentite, la nostra azione apostolica è una azione legata col Paradiso: non sempre si attaccano quattro cavalli davanti; qualche volta, spesso, due cavalli sono attaccati davanti e due di dietro, però i cavalli hanno le ali; e cioè non si possono giudicare le azioni apostoliche alla stregua delle azioni umane. Perché? Perché l'azione apostolica può anche andare contro la logica umana, può anche benissimo andare contro la logica umana. È un'azione che viene da Dio, e Dio può, attraverso un annientamento di una persona, far fiorire una comunità cristiana in modo meraviglioso.Ora, vedete, se noi vogliamo continuare sul nostro cammino di salvatori di anime, di collaboratori con Dio per la salvezza dei fratelli, bisogna che entriamo in questa economia meravigliosa che è l'economia di Dio, in questa disponibilità nella mano di Dio, pronti anche a vedere delle cose illogiche e ad accettarle in nome di Dio.Il Santo Padre, in un discorso che ha fatto mercoledì, che io pregherei proprio che lo leggeste e lo faceste oggetto della vostra meditazione, anche per non dire delle bugie perché ho scritto al Santo Padre qualche giorno fa dicendo, ringraziandolo per il dono del diaconato e dicendogli che noi facciamo dei suoi discorsi oggetto di meditazione e cerchiamo di orientare la nostra vita, le nostre azioni secondo le sue direttive. Vi pregherei proprio: leggetelo. Ma leggetelo in questo modo; come si legge la lettera di un papà che vuol bene ai suoi figlioli. Il Santo Padre proprio richiama a questo: "State attenti, - dice ai cristiani - state attenti. Guardate, non fate un'opera di contestazione, un'opera umana. Perché, vedete, l'opera della Chiesa non è un'opera orizzontale, ma un'opera verticale".Ora non possiamo noi... Sì, è vero, dobbiamo usare della ragione, dobbiamo usare dell'esperienza, dobbiamo usare tutte quelle cose, bisogna usarle; ma attenti, a servizio però degli ordini che vengono da verticali, no?Io... San Pietro riceve l'ordine: "Vai, stacca l'asina, là troverai un'asina, la porti via e dici... ma se uno dice: ma... è il Signore che lo vuole". Ma, insomma, umanamente parlando l'è andà a rubare una mussa, vero, umanamente parlando l'è andà a rubare una mussa. Però, San Pietro fa, ubbidisce, e usa le gambe, usa la sua... avrà cercato di non farsi vedere anche possibilmente, vero. Tutto quel che volete: l'esperienza umana la usa, però, però, sull'ordine di Dio.Anche quando Pietro avrà gettato le reti... "Oh, abbiamo lavorato tutta la notte, abbiamo preso niente: in nomine tu laxabo retem", e avrà gettato le reti bene, come si gettano le reti da pescatori. Non avrà preso le reti e buttate di dietro alla schiena; le avrà gettate come si gettano le reti, no? Però, nel luogo stabilito da Dio e in nome di Dio.Ora, vedete, noi dobbiamo usare la ragione, l'esperienza, usare tutto quel che volete, la cultura che abbiamo; ma però, ricordatevi che o entriamo in questa economia di Dio, altrimenti facciamo niente. Specialmente in questo momento che è terribile, che è terribile! È un momento in cui il demonio sta lavorando in una forma, vorrei dire, come non mai. È un momento in cui il demonio sta organizzando i suoi satelliti un pochino, i, i...
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3. Ora, se noi non ci uniamo proprio a Cristo, ma proprio in un modo tale per, vorrei dire proprio, da mettersi nelle mani del Signore proprio in modo da essere proprio colme un fazzoletto nelle sue mani pronti a tutto, vero, per amore suo, guardate che non facciamo niente, facciamo un'opera umana: è una piccola fiamma di paglia. È impossibile resistere al demonio se non siamo gli esecutori di un piano di Dio. Nel nome di Dio noi possiamo far camminare gli storpi, possiamo far risuscitare i morti, possiamo, vero, far camminare coloro che non camminano. Ma se non andiamo nel nome di Dio, se andiamo... Facciamo la bella figura che hanno fatto gli Apostoli ai piedi del monte Tabor: che per una notte intera hanno cercato di cacciar via un demonio e non ci sono riusciti.Ora, insisto su questo, primo: perché è il Papa che ce lo dice. E per noi il Papa è il 'dolce Cristo in terra', è colui, vero, dinanzi al quale noi ci inginocchiamo. Perché? Perché è colui che ci manifesta la volontà di Dio, è colui per il quale siamo pronti a morire. Perché? Perché sappiamo che morire con il Papa vuol dire morire col Cristo.Ora, io proprio vi pregherei, proprio per quelle anime che vi attendono, per la nostra buona mamma, la Madonna: fate di tutto, di essere preoccupati proprio, guardate, di congiungervi in forma verticale, non orizzontale.Oggi gli uomini son troppo preoccupati di una Chiesa sociologica, di una Chiesa orizzontale. Vedete, è vero sì che ci sono tante strutture da cambiare, lo dice anche il Santo Padre; però, mettendosi fuori dalla Casa dell'Immacolata a criticare le strutture, non si cambia la Casa dell'Immacolata. Noi siamo chiamati ad essere colonne. E allora cosa bisogna fare per essere colonne? Mettersi in una cassa e lasciarsi formare, no, e formarci: ecco quello che è necessario, ecco la missione vostra! Voi siete chiamati non ad essere i critici della Chiesa di Dio, ma essere le colonne nella Chiesa di Dio. Siamo d'accordo che certe strutture bisogna cambiarle, ma non è criticando che si cambiano le strutture, ma è invece lavorando che si cambiano le strutture. E il lavoro che dovete compiere voi per cambiare le strutture, che dovranno pure piano piano essere cambiate, il lavoro è appunto questo: divenire voi colonne per essere usate da Dio e dalla Chiesa al posto delle vecchie strutture.Domani, domani voi sarete presi e messi al posto di qualche vecchio muro, e sarà una colonna moderna, bellissima. Ma, e dove sono queste colonne? A noi non interessa vedere dove siano; io so una cosa sola: che il Signore ha chiamato me. E allora io devo formarmi come mi vuole lui, perché è lui l'artista della riforma di queste, vero, strutture. È lui l'artista, è lui il regista un pochino di tutto questo movimento meraviglioso che c'è nella Chiesa di Dio. E allora, se voi volete riformare la Chiesa, se voi volete riformare certe cose che forse dovranno essere riformate, non con la critica, non, vero, mettendovi insieme con contestazioni, ma riformando voi stessi, e preparando voi stessi, mettendovi a disposizione totale di Dio, ma proprio completa, totale disposizione di Dio. "Signore, eccomi qua. Io non so tu dove mi userai. Potrai, potrai usarmi come il Santo Curato d'Ars in un paesetto disperso del mondo".
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4. Leggevo ieri sera quel libretto, che mi ha passato don Guido, del cardinal Garrone. Varrebbe la pena farlo oggetto di meditazione, no? Proprio oggetto di meditazione. C'è un discorso che lui ha fatto a Tolosa ai seminaristi, dove che dice: "Guardate io... Chiaro! So cosa pensate voi, e son cose belle, eh, guardate, son cose belle, cose belle. Però, però...”. È partito con un colpo d'ala meraviglioso, un colpo d'ala meraviglioso. Proprio dicendo a queste benedette creature che l'opera, è un'opera di Dio quello che sta capitando adesso, no? "Voi volete questo? Ma benissimo! Volete quest'altro? Benissimo! Ed è giusto! Ma però, però, sempre nelle mani di Dio, a disposizione di Dio, dovete cercare Dio". Si sente proprio un'anima apostolica meravigliosa sotto lì.Ora, io direi proprio questo: noi specialmente che siamo in questa Famiglia religiosa, che siamo stati chiamati da Dio qui in questa Famiglia religiosa... E lì proprio il cardinale diceva ieri, proprio ieri, stanotte che leggevo, diceva questo particolare: "Guardate, - dice - il Santo Curato d'Ars sarebbe ancora valido anche oggi. Voi che cercate tanto, - dice - il santo Curato d'Ars, cambiando il modo di parlare e di fare, adattato se volete a questi tempi, ma sarebbe valido ancora quest'oggi, sarebbe valido".Ora, vedete, non so cosa il Signore voglia da voi, non so. So soltanto questo: che è il Signore che vi ha chiamato qui, e che è il Signore che sta preparandovi. Se voi vi lasciate preparare dal Signore, andrete dove il Signore vi attende; se voi non vi lascierete preparare dal Signore, voi sarete ai margini, ai margini. Può darsi che tra voi ci sia un santo Curato d'Ars; può darsi che ci sia un altro San Francesco di Sales, può darsi che ci sia un altro Pio X. Però, può darsi anche che in mezzo a voi ci sia domani un santo Curato d'Ars fallito.Per esempio, poniamo ipotesi, il Signore ha chiamato Ruggero a essere santo Curato d'Ars. Aveva già il suo disegno... Domani un faro acceso in una nazione, nell'umiltà di un piccolo paese, che sconvolge una nazione come è stato il santo Curato d'Ars. Lui non risponde, e nessuno sa che è stato un fallito.Può darsi benissimo che Venco sia chiamato ad essere il San Francesco di Sales, per esempio, che so io, nell'America Latina. Non risponde... un altro vuoto! Può darsi che Marco sia chiamato ad essere, vero, Papa Minchione III. E va bene! Non risponde... un altro vuoto!Amici, nessuno si accorgerà che mancano queste tre persone; però Dio un bel giorno dirà: "Io, io avevo pensato fin dall'eternità che la Congregazione mi dovesse dare un santo Curato d'Ars, un San Francesco di Sales, un San Pio X. Questi tre, che io ho chiamato, non sono arrivati, perché? Perché hanno lavorato troppo orizzontalmente e poco verticalmente. Si sono troppo preoccupati di formarsi loro come volevano loro e non come voleva Dio". Ecco qui l'errore. Si son troppo preoccupati loro di lavorarsi umanamente come volevano, preoccupati di prepararsi un cantuccio: "Io vorrei essere là, e allora mi preparo spingendo di gomiti, eccetera, perché devo arrivare là". Invece che dire: "Signore, dov'è che mi vuoi? E allora aiutami, Signore, io voglio arrivare là. Sì, ma perché ho capito che tu mi vuoi là".
MO257,5 [17-01-1969]
5. Il primo passo deve essere: "Cosa, Signore, vuoi da me? Dove devo arrivare io?". E dopo, quando il Signore ti ha detto dove devi arrivare, tu devi mettercela tutta. È solo il caso di partenza. Nessuno vi dice: "Non state lavorarvi...". Anzi il Signore vi dirà: "Lavora, lavora, studia, fa’ esercizio, muoviti"; però il punto di partenza, eh, è il punto di partenza che dà, che dà un po' la luce, dà il colore. Se il punto di partenza è umano: "Per sviluppare le mie doti; io voglio sviluppare la mia personalità; io sento il bisogno... sa, perché domani devo essere preparato...". Bellissime cose! Se tu queste cose le fai per... "Eh, s'intende, le faccio per amore del Signore...". Piano, le fai per amore del Signore se tu ti metti dinanzi a Dio, e queste cose le fai solo per Iddio, pronto anche domani ad andare a finire, come dicevamo, a Grumolo per tutta la tua vita: "Parla, Signore!". La tua preoccupazione in ogni istante è solo questa: "Signore, dimmi quello che vuoi! Mi hai mandato a Roma a studiare... Ho studiato tre anni di filosofia. Adesso mi mandi improvvisamente a Crotone a fare il cappellano... Ma allora, ad quid? A me non interessa". Se tu hai questa disposizione, puoi continuare a far scuola di filosofia, altrimenti no, altrimenti no, perché tu non sei un educatore, non hai capito niente.Arriva a casa don Paolino Crivellaro, ha studiato, si è licenziato in Sacra Scrittura, e lo mandiamo dove? Lo mandiamo, per esempio, nell'ultimo posto della Congregazione, poniamo là a Grumolo. "Senti, manca uno a Grumolo a fare da cappellano alle pie donne: fa' un piacere, stacci tu, va’ là per un pochi di anni". "Ma allora, 'ad quid'? Perché mi hanno mandato a studiare a Roma? Ma perché, ma perché, ma perché?". E allora vien fuori l'Isolotto... O vien fuori il santo o vien fuori l'Isolotto. Se Paolino Crivellaro è disposto, attenti, è disposto ad andare là: "Io cerco la volontà di Dio, metto dinanzi le mie difficoltà e poi sono pronto a fare la volontà del Signore", allora puoi prendere Paolino Crivellaro e metterlo anche sul trono di Pietro, perché tu sai che non falsificherà la volontà di Dio. Ma se Paolino Crivellaro dice: "No, io non mi sento di andare. Varda, mi dispiace tanto, non mi sento di andare", allora avrai un ribelle. E allora quello non sarà un formatore degli altri, non passa la corrente per quello, neanche per sogno.
MO257,6 [17-01-1969]
6. Quale sarà il cretino del superiore che domani prenderà don Paolino Crivellaro e lo manderà a Grumolo a fare il contadino? Voi capite chiaro. Quale sarà il cretino del superiore che prenderà uno che ha due talenti e lo metterà... Dobbiamo rispondere anche noi dinanzi al Signore, no? Non possiamo mica sacrificare degli uomini. Però, attenti! Se noi non lo possiamo fare, può darsi che il Signore qualche volta ce lo faccia fare e ci faccia scemi per otto giorni per provare la virtù di qualcuno. D'accordo, eh! Se noi non lo dobbiamo fare, può permetterlo il Signore. Noi non lo dobbiamo fare, ma l'individuo deve essere disposto a questo, altrimenti non può fare, non deve fare, non deve muoversi: perché non abbiamo l'uomo di Dio. Sono questi gli uomini che devono uscire da questa casa: uomini che sviluppano in pieno la loro personalità, che sviluppano in pieno le loro doti.Se potete saltare cinquanta metri, un salto da cinquantun metri, non cinquanta! Se potete suonare, suonare! Se potete cantare, cantare! Le vostre doti tutte a disposizione di Dio. Ma se quando tu avrai sviluppate tutte le tue doti e ti presenti dinanzi a Dio: "Ecco, Signore, le ho qui...", e Dio ti dicesse: "Beh, mettile tutte da una parte adesso e adopera quest'altra dote", tu devi essere disposto a dire: "Signore, mi costa, ma non importa! Io son qui per tuo servizio. Se queste doti le ho sviluppate, le ho sviluppate per te e solo per te!". Allora sì siamo a posto, allora sì con questi uomini possiamo salvare il mondo. Perché, vedete, non c'è proporzione tra l'azione apostolica e l'uomo, per quanto grande sia l'uomo. Per quanto grande e intelligente sia Pietro, non c'è proporzione fra le cinquemila persone da sfamare e i pochi pesci che Pietro ha in mano. Per quanto grande, vero, sia un apostolo, non c'è proporzione tra le migliaia e migliaia di persone che ci attendono e l'opera dell'apostolo. Ci vuole l'intervento della grazia di Dio, ci... Perché, torniamo a dire quello che abbiamo detto prima, l'azione è tutta di Dio come è tutta nostra, ma è tutta di Dio. E nella azione di Dio ci abbiamo i cavalli che qualche volta sono attaccati in una forma non logica.Mi dispiace che don Guido deve partire proprio sul più bello, ma non importa, riferiremo.
MO257,7 [17-01-1969]
7. Adesso viene da domandarci: ma come noi possiamo divenire proprio così? E abbiamo proprio poche righe qui, poche righe qui: "Ogni membro deve coltivare...". Oh, scusate... "Ogni religioso rimanga fedele alla confessione, possibilmente settimanale, cercandovi anche l'aiuto di una direzione spirituale".Senza confessione non possiamo essere puri. "Ma io non ho peccati gravi, non ho peccati gravi; perché devo andare a confessarmi ogni otto, dieci giorni?". “Va bene! Tu non hai robe gravi, ma perché ti lavi ogni giorno? Perbacco! Ma perché ti lavi? In fondo non sei sporco tanto; potresti lavarti una volta al mese”. "Ma mi vengono delle malattie, allora, mi vengono addosso i pidocchi, la pelagra, qualcosa del genere".Vedete, la Confessione è un sacramento, è un sacramento! Perché far la comunione ogni giorno? Perché pregare ogni giorno? Sono i canali della grazia di Dio: è attraverso questo sacramento che il Signore ci purifica, è dinanzi alla croce che noi veniamo lavati. E quando noi, vero, ci presentiamo dinanzi a Dio con umiltà, dinanzi al crocifisso, dinanzi al confessore per avere l'assoluzione, è un lavacro di grazia che passa dentro di noi, è un cavare le radici del male, è uno sradicare da noi quello che è il male.Sentite, non mi dilungo tanto sulla Confessione perché spero che fino a qua ci arriviate, e anche perché ho pochi minuti ancora a disposizione; solo vi dico una cosa riguardo la Confessione: quando vi siete confessati bene, dopo la Confessione vi siete sentiti più leggeri, anche se non avevate peccati gravi. È vero? Quando fate bene una Confessione, anche se non avete peccati gravi, sentite... vi sentite più contenti. Sentite, lo provo io sapete: quando vado a confessarmi ogni settimana, quel giorno sono più contento... Tante volte anche lo esprimo: "Sono andato a confessarmi". Quante volte l'ho espresso magari così, lo dico fuori così. Perché ci si sente più contenti. Ringraziando il Signore, non si va a portare peccati mortali. Vorrei dire neanche peccati veniali volontari proprio, proprio. Sono le solite imperfezioni. Ma è ancora una volta condannare le nostre miserie. Ma ti senti contento. Perché? Perché hai avuto un aumento della grazia. Ora, proprio vi dico: cercate di valorizzarlo questo sacramento, cercate di valorizzarlo, di capirlo questo sacramento.
MO257,8 [17-01-1969]
8. Ma, le nostre delibere accennano alla direzione spirituale, ed era qui proprio dove dovevo fare tutta la meditazione questa mattina, e tutto il resto doveva essere preambolo.La direzione spirituale è necessaria se vogliamo far sì che la nostra vita sia legata in forma verticale. Se noi vogliamo costruire una vita spirituale da soli senza direzione spirituale, guardate che facciamo una vita religiosa orizzontale. Se... Perché? Perché noi vediamo con il nostro occhio. Ma anch'io, sapete... Se dovessi, guardate, vi assicuro, che ho più di cinquant'anni, se dovessi camminare da solo, col Vangelo, col tabernacolo, e tutto, minaccerei di cascare in un lavoro orizzontale e non in un lavoro verticale.È chiaro che il padre spirituale non può vedere tutte le cose orizzontali perché io sono in mezzo alla Congregazione e non posso... cioè il mio padre spirituale non può capire certe cose perché non è dentro qui. Perciò quelle orizzontali tante volte le salto via. Ma è quello verticale, figlioli, dove noi non possiamo da soli.Vedete, quali sono i punti fondamentali, proprio i tre punti fondamentali della direzione spirituale, dove il padre spirituale è proprio il rappresentante di Dio, è quello che deve aiutarci, deve aiutarci, è dove dobbiamo aprire la nostra anima.È, prima di tutto, il contatto con Dio. Proprio se... Deve proprio aiutarmi a mettermi in contatto con Dio. Proprio, avere proprio questo contatto, non sentimentale, non, eccetera, ma proprio il vero, autentico contatto con Dio. È quasi come quando voi facevate i pannelli, che andavate a misurare là quanti bomè, eccetera, che so io, no? È quello che deve misurare, misurare "ab extra" quale è il mio contatto con il Signore: se è vera, vero, era vera la gloria? "Ai posteri l'ardua sentenza", no? Ebbene, è vero contatto con Dio? È vero amore di Dio? Al mio padre spirituale la vera sentenza!E, anche ieri che sono andato a confessarmi, ho sottoposto: "Senta, padre, meglio così?". "No! Va' pure , va' pure avanti, continua pure...". "Le pare, sì?"... "Sì, sì! Va bene, va bene! Avanti, avanti, avanti così".Ma, figlioli, come fa uno, io non son capace di capire, no, come fa uno dire: "Sì, questo è il mio modo di pregare: è giusto, va bene, prego giusto, va bene così e così", senza sottoporsi a un giudice esterno? Ma scusa, se tu qua hai una piccola bua, vai dal medico: "Dottore, el scusa". Anche il medico va dal medico. E per l'anima noi vogliamo essere tanto sapienti, capaci di dare giudizio da soli? Capite, qui ci vorrebbe mezz'ora di meditazione.
MO257,9 [17-01-1969]
9. Un'altra mezz'ora ci vorrebbe sul secondo punto. Il padre spirituale dev'essere quello che ci aiuta a compiere la volontà di Dio.La nostra preoccupazione dovrebbe essere questa: di fare la volontà di Dio. Ma è facile qualche volta, nella vista nostra, essere sfuocati. Il nostro orologio qualche volta potrebbe andare avanti o stare indietro; e allora ci vuole un altro orologio, l'ora esatta, e mettere, controllare il nostro orologio con quell'altro, e allora si dice: "Sì", capito, “sì!". Il padre spirituale ci aiuta: fa un po' da ora esatta per vedere se è volontà di Dio o volontà di io. Perché il pericolo enorme, enorme, nella nostra vita spirituale è questo: che scambiamo Dio con io, anche perché il nome è vicino, no, è solo la differenza di una "d" qualche volta. È facile che noi mettiamo Dio, io e che confondiamo. Siccome che è una cosa... Tante volte si parte con, vero... Quando, per esempio, cerchiamo di sviluppare le nostre doti, eccetera, che so io, in vista dell'apostolato, sembra una cosa logica, logicissima, no? Ed è facilissimo, facilissimo che noi siamo convinti di fare la volontà di Dio e facciamo la volontà nostra. E vorrei dire che il 90% della direzione spirituale dovrebbe vertere proprio su questo: esporre al padre spirituale i casi particolari.Anch'io ieri io ho esposto al mio padre spirituale un paio di casi che mi sono capitati nella settimana: "Senta, m'è capitato così, così, così. Ho fatto così, così. Cosa le pare a lei?". "Sì, hai fatto bene!". Anche se 99 su 100 ero sicuro che... o 110 su 100. Ma almeno io ho la firma di Nostro Signore e son tranquillo.E m'è capitato qualche volta che il padre spirituale ha detto: "Guarda, pensaci un altro pochino, consigliati con qualcuno perché mi pare a prima vista... non mi sembrerebbe proprio... Comunque, pensaci". E allora io son ritornato. E qualche volta ha avuto ragione lui, qualche volta ho avuto ragione io. Ma intanto ci ho pensato.Perciò, seconda cosa: il padre spirituale ci fa da controllo della volontà di Dio.
MO257,10 [17-01-1969]
10. Terza cosa, sulla quale ci vorrebbe un'ora invece che mezz'ora di meditazione: il padre spirituale ci aiuta ad uccidere il gallo.Voi non so se sappiate come si fa ad uccidere un pollo. Le nostre buone mamme... Ecco gli agricoli, qua! Per uccidere un polastro, capisci, Vinicio, questo linguaggio, cosa fai? Con una man i tien el collo e con l'altra i tira le gambe, no xe vero? Con una man solo non si riesce ad uccidere, sennò bisogna sbatterlo de qua e de là; ma non è il modo di ammazzar le bestie, no? Con una man solo non si riesce, vero, Renzo? Due mani ci vogliono.Ora, vedete, noi abbiamo una cosa che si chiama superbia, la cresta del gallo l'abbiamo tutti, tutti e tutti. Non state dirmi che non avete superbia. Perché se venisse qui fuori... anche tutti i santi che sono in Paradiso venissero a dirmi: "Io son passato sopra la terra senza superbia", dico: "Varda, tu vai in Purgatorio adesso un pochi de anni perché hai detto una bugia", perché tutti siamo strapieni di superbia. Perché tutti, vero... Adesso, per esempio, il diaconato va bene, mi son contento; se i ghesse dito brutte robe, saria sta malcontento, niente da fare! Tutti superbi! D'accordo?Ora, attenti, siccome la superbia ci gioca dei tiri birboni, ci fa vedere bianco il nero, il nero bianco, ce ne fa una per colore, bisogna che noi puntiamo le nostre maggiori forze, la nostre armi per tenere a freno la superbia; almeno se non riusciamo ad ammazzarla, per tenerla a freno.Ora, ricordatevi che con una mano non si uccide un gallo. Bisogna che diamo la nostra testa in mano al padre spirituale e che noi teniamo ferme le gambe, e che lui tira la testa; almeno tener ferme le gambe! Ma se pretendiamo noi di uccidere il gallo da soli, non ce la facciamo, anche perché noi siamo fatti così: che se c'è una piccola bua, tocchiamo e dopo tiriamo indietro, tocchiamo e tiriamo indietro. Non abbiamo la forza e il coraggio di dare uno strappone. L'individuo, vero, da solo non ha il coraggio di strappare, di rompere, di tagliare, di cavarsi un'unghia, per esempio. Tira, mola, tira, mola, l'unghia resta sempre là! Vai dal medico: trum! brumm!, un tiron, l'unghia viene fuori, no?Ecco, bisogna avere il coraggio di mettere la nostra testa nella mano di un padre spirituale, ma de un padre spirituale che non sia misericordioso, di un padre spirituale che abbia le mani forti, di un padre spirituale che non abbia paura di tirare, di tirare fin che cava.Diceva il professor Pezzotti: "A mettersi in mano del professor Cavazza... - xe el professor Cavazza, quello del naso, gola, là... Cavazzani - Cavazzani: Eh, - el ga dito - se te verzi la bocca, el te furega dentro quello là! Xe pericoloso verzerghe la bocca davanti a quello, - el ga dito - perché co te verzi la bocca davanti a quello, el te furega dentro, el te cava fora qualche toco!", el ga dito. Ecco, bisogna avere il coraggio di abbassare la testa dinanzi a un padre spirituale e dire: "Senta, padre, lu tegna la testa, mi tegno le gambe; mi me sforzerò de mettere un poco de piombo alle gambe perché non le vegna in su, perché tirare mi non go corajo; ma el gappia compassion, el tira fin che vien fora la gresta".Ecco, figlioli, senza il padre spirituale è difficile mettersi in contatto con Dio, è molto più difficile interpretare la volontà di Dio, è impossibile sradicare, almeno parzialmente, la superbia.