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LA MADONNA È LA MAMMA DELLA CONGREGAZIONE

MI278 [01-05-69]

1 maggio 1969 Omelia ai giovani della Casa dell’Immacolata. Don Ottorino, in occasione dell’inizio del mese di maggio e della sua partenza per il IV viaggio in America Latina, ricorda come la Madonna sia stata presente all’inizio dell’Opera e in ogni sua ulteriore tappa significativa, e lascia alcuni ricordi ai suoi figli. Il testo originale è registrato e la sua durata è di 17’.

Il riferimento è evidentemente al villaggio San Gaetano di Bosco di Tretto (VI), costruito con pazienza, lavoro e molto entusiasmo in pochi mesi, trasformando un insieme di terreni incolti e abbandonati in un ridente luogo di villeggiatura.

Don Ottorino ricorda con molto realismo l’inizio dell’Opera nella povertà del sottopalco del teatro parrocchiale di Araceli il 24 maggio 1941, festa di Maria Ausiliatrice.

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1. 1. La Madonna mamma, signora e artefice della Congregazione
Sia lodato Gesù Cristo! Una persona può diventare proprietaria di un podere in vari modi: comperandolo, ricevendolo in eredità o in dono. Qualcuno dirà che può anche rubarlo. No, perché quando uno ruba, ci insegnava il nostro professore, la roba rubata grida al padrone; anche la pecorella rubata grida, chiama il padrone: “Bee, bee...”, perciò la roba rubata non è nostra. Però, quando una persona ha comperato un podere, cerca poi di migliorarlo. Anzi tante volte capita che si compera o si riceve in dono un piccolo podere con una casa sgangherata che sta cadendo e di lì a poco tempo quella casa viene trasformata e il podere che era, per così dire, quasi un rifiuto, diviene un giardino. Basta che pensiamo a Bosco: due anni fa c’era un fontanone cadente, pieno di terra ed acqua, una riva quasi impraticabile; l’avete preso in mano voi, vi siete gettati dentro con il lavoro, e adesso è diventato un villaggio, un bellissimo villaggio. Mi pare che nel 1941 una signora, che si chiama Maria, abbia ricevuto in dono da Dio un piccolo podere: un sottopalco. Un podere con molte officine, direte voi. No, una piccola officina, una cosa che vi farebbe veramente sorridere se la poteste rivedere come la rivedo io in questo momento con la mia fantasia. Quelle poche pietre del cimitero, quelle due vecchie porte sgangherate, quel banco che traballava, quei tavoli, messi a confronto con le vostre officine, con le macchine della tipografia e della legatoria, diverrebbero certamente rossi di vergogna. Quella signora, che si chiama Maria, che ha ricevuto in dono da Dio quella piccola semente della Congregazione che era stata gettata lì nel sottopalco, ha preso in consegna quel piccolo podere, l’ha fatto suo, completamente suo, cioè di Dio. E non solo ne ha preso la proprietà in nome di Dio, ma anche la cura in nome di Dio. E se in questo momento, all’inizio del nostro bel mese di maggio, volessimo rivedere che cosa la Madonna ha fatto dal quel lontano 24 maggio 1941, festa della Madonna Ausiliatrice, io vi dico che sarebbe quasi impossibile. Tuttavia vorrei proprio sottolineare questo particolare: è stata lei la mamma, la signora, l’artefice della Congregazione. Tutte le grazie spirituali e materiali che Dio, nella sua bontà, ha concesso a questa Famiglia, sono passate per le sue mani. Si può dire che in questa casa ogni pietra, ogni cosa canta le glorie della Madonna.

MARIA madre della Congregazione

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

CONGREGAZIONE storia

ESEMPI Maria

AUTOBIOGRAFIA Araceli

MARIA mediatrice

Il riferimento è al 14 luglio 1963, quando dalla Casa dell’Immacolata partirono i sacerdoti don Marcello Rossetto e don Bruno Tibaldo, e gli assistenti Giuseppe Beccaro, Giuseppe Creazza e Antonio Zordan per iniziare la prima esperienza apostolica a Crotone, la prima fuori della diocesi di Vicenza.

Don Ottorino ricorda quasi con commozione la partenza, insieme con don Aldo, per il 1° viaggio in America Latina, che di fatto segnò l’apertura della Congregazione alle missioni oltre oceano.

Dopo una sosta a New York, don Ottorino e don Aldo fecero la prima tappa proprio a Zacapa (Guatemala), della cui diocesi era vescovo all’epoca il vicentino S. E. mons. Costantino Luna.

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2. 2. Le tappe importanti della Congregazione coincidono con feste mariane
Quando noi abbiamo cominciato le missioni a Crotone - è stata la prima volta che i nostri fratelli sono partiti per portare un po’ di bene al di fuori della nostra diocesi - quelli che erano presenti ricordano benissimo che in questa chiesa abbiamo consegnato ai fratelli, dico ‘abbiamo’ non in plurale maiestatico perché l’abbiamo fatto tutti insieme, noi fratelli della Congregazione abbiamo consegnato ai fratelli che partivano l’immagine della Madonna, quasi per dire loro: “Colei che è stata mamma per tutti noi continuerà ad esserlo anche se voi non sarete qui, anche se sarete lontani”.E proprio nell’intima cerimonia di quella sera, abbiamo messo sotto la protezione della Madonna anche il lavoro che sarebbe stato compiuto, un domani, in giro per il mondo dai nostri fratelli. Perciò le nostre missioni, e per missioni intendo qualsiasi lavoro apostolico che stanno compiendo i nostri fratelli, sono sotto la protezione della Madonna, come tutta la Congregazione è sotto la protezione di questa nostra buona mamma. Del resto, quando con don Aldo siamo partiti la prima volta per l’America, abbiamo scelto proprio un giorno che ci ricordasse la Madonna: l’11 febbraio, cioè il giorno che ci ricordava la prima apparizione della Madonna a Lourdes.Quel giorno era per me particolarmente caro perché mi ricordava anche la guarigione della mamma, la predilezione della Madonna Immacolata. Noi sappiamo che la Madonna è dappertutto la stessa, ma voi capite che il cuore vuole un pochino anch’esso la sua parte. È stato con gioia, ricordatevi, proprio con gioia che quel giorno - quelli che erano presenti se lo ricorderanno - siamo partiti in nome della Madonna per ricercare la volontà di Dio. Noi abbiamo avuto la Madonna come compagna, mamma e consigliera durante il nostro primo viaggio apostolico. Monsignor Luna si divertiva a scherzare su questo, ci chiamava i “pellegrini di Dio”. E noi, la prima volta, siamo andati proprio nella diocesi, per così dire, della Madonna, perché monsignor Luna, grande devoto della Madonna, si firma come “segretario” della diocesi di Zacapa, perché dice che il vescovo di Zacapa è la Madonna. Ora, vedete, la prima missione l’abbiamo aperta proprio a Zacapa, nella diocesi della Madonna. Il nostro lavoro l’abbiamo, poi, continuato su questa linea. Si può dire che tutti i grandi avvenimenti della Congregazione sono nati sotto la protezione materna di Maria. Vi basti ricordare il 1° maggio di un anno fa, quando ho presentato alla Congregazione dei Religiosi la domanda per il diaconato. Ricordate bene che abbiamo aspettato appositamente perché abbiamo voluto che anche il diaconato fosse, in un certo qual senso, sotto la protezione della Madonna anche riguardo alla data.

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

COMUNITÀ

confratelli

MARIA madre della Congregazione

MARIA Lourdes

AUTOBIOGRAFIA famiglia

VOLONTÀ

di DIO

MARIA maestra, guida

MARIA devozione a ...

CHIESA Vescovo

MISSIONI

DIACONATO

Il riferimento è al 4° viaggio di don Ottorino in America Latina, realizzato insieme con don Girolamo Venco, che avrebbe iniziato proprio quel primo giorno del mese di maggio.

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3.Ed ecco, fratelli miei, era giusto che proprio nel mese di maggio noi dovessimo partire per visitare i nostri fratelli.Voi direte: “Che cosa va a fare don Ottorino in America?”. Vado a vedere quello che la mamma ha fatto con i nostri fratelli, vado a vedere non quello che loro hanno fatto, ma quello che lei ha fatto con loro. Per cui quello che hanno fatto è, si può dire, tutta opera loro e opera di Maria. Il Signore Gesù sarà contento di vedere la gioia di Maria e quella dei fratelli.
3. Primo ricordo: la Madonna conservi sempre il suo posto Mentre questa mattina io porgo il saluto fraterno a tutti voi, mentre vi assicuro che porterò a tutti il vostro saluto e dirò loro, ma diciamolo un pochino sottovoce, che siete divenuti più buoni e più uniti al Signore, più amanti della Madonna e più preoccupati di fare la volontà di Dio, mentre io vado a portare questo, voglio lasciarvi un ricordo: cercate di conservare sempre la Madonna come la signora, la mamma della Congregazione. Per favore, non trattate mai la Madonna come la vecchia di casa. Tante volte la mamma diviene la vecchia di casa e la si mette da una parte; subentra qualche altra persona che comincia a comandare in casa. No, ricordatevelo: non trattiamo mai la Madonna come la vecchia di casa, come colei che ormai ha fatto il suo tempo. Sarebbe l’inizio della fine della nostra Congregazione! Noi non vogliamo mettere la Madonna al posto di Dio, per carità, non vogliamo metterla fuori posto. Vogliamo metterla al suo giusto posto: mediatrice delle grazie, colei che ci porta a Gesù, che ci porta all’altare, che ci insegna ad amare il Signore, che ci insegna a compiere la volontà del Signore.

MISSIONI vita missionaria

MARIA madre della Congregazione

MARIA mediatrice

Il primo concetto di lavoro per don Ottorino è il compimento del dovere quotidiano secondo il proprio stato di vita.

Nella regola di vita don Ottorino aveva posto, accanto a San Gaetano, anche San Giuseppe come patrono della Congregazione.

Il riferimento è a don Pietro De Marchi e al diacono Giovanni Orfano, che insieme con don Gabrielle Grolla hanno iniziato la Comunità dell’Isolotto a Firenze.

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4. 4. Secondo ricordo: studio e preghiera in preparazione all’apostolato
La seconda cosa che ho da dirvi è la seguente: oggi è la festa di San Giuseppe operaio, festa del lavoro. Noi chiediamo a Dio nella Santa Messa la grazia di poter lavorare anche noi secondo lo spirito della Chiesa, secondo il desiderio del Signore. Ognuno di noi deve lavorare, dobbiamo tutti guadagnarci il pane con il sudore della nostra fronte. E allora io direi che una lezione che dobbiamo proprio apprendere questa mattina è questa: qual è il nostro lavoro, qual è il sacrifico che noi dobbiamo compiere per poter dire: “Io non rubo il pane al mio prossimo”? Amici miei, il lavoro che noi dobbiamo compiere, per il momento, è questo: studiare, pregare, sforzarci di prepararci alla vita apostolica, e un domani lavorare apostolicamente. In altre parole noi dobbiamo compiere istante per istante, con vero impegno, la volontà di Dio. Questo è il nostro lavoro! E allora l’augurio che vi faccio è proprio questo: con l’aiuto della Madonna, con la protezione di San Giuseppe, nostro secondo patrono,e anche sul suo esempio, come dice la Chiesa nella colletta della Messa di questa mattina, possiate sempre, in ogni giorno della vita, essere preoccupati soltanto di una cosa, quella di compiere istante per istante la volontà del Signore, con gioia, proprio insieme con la Madonna, senza misurare il sacrificio. Abbiamo avuto in questi giorni un esempio meraviglioso da parte dei nostri fratelli che sono andati all’Isolotto. Ricordo ancora il giorno della loro partenza... - non lo dimenticherò facilmente quel giorno - quando, qui dinanzi alla Casa dell’Immacolata, il carissimo don Pietro e il nostro carissimo diacono Giovanni mi hanno salutato e mi hanno detto: “Andiamo pieni di gioia, andiamo a fare la volontà di Dio, andiamo in nome della Madonna, andiamo pronti a qualsiasi sacrificio!”.Non mi dilungo a riferire quello che mi hanno detto perché l’ho sottolineato in altre circostanze. Soltanto vi dico: fratelli, cercate sempre di essere, in tutte le missioni apostoliche che il Signore vi vorrà affidare, nella stessa disposizione di quei due fratelli che sono andati all’Isolotto: sono andati senza cercare trionfi umani, sono andati disposti a morire come Gesù sulla croce per lasciare il trionfo agli altri, sono andati soltanto in nome di Dio e della Madonna, pronti al sacrificio e all’umiliazione.

EUCARISTIA S.Messa

FORMAZIONE

VOLONTÀ

di DIO

PENITENZA sacrificio

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

CONSACRAZIONE disponibilità

APOSTOLO missione

GESÙ

È chiara l’allusione alle difficoltà degli inizi del servizio pastorale all’Isolotto di Firenze, a causa specialmente del clima di avversità e di diffidenza originato dai sacerdoti precedenti.

Mons. Ernesto Alba era all’epoca il vicario generale della diocesi di Firenze.

MI278,5 [01-05-69]

5.Ecco la disposizione che deve sempre accompagnare i membri della nostra Famiglia religiosa: essere pieni di gioia, con il sorriso sulle labbra.
L’altra sera don Pietro, telefonandomi da Firenze, diceva: “Quando abbiamo cominciato per la benedizione delle case c’era un gruppo di sacerdoti che avrebbe dovuto aiutarci, ma, sentendo poi che il 22 del mese ci sarebbe stato il processo e le chiacchiere che correvano in giro per Firenze, all’ultimo momento si sono tutti ritirati e così vi siamo andati da soli. Però questa sera sono tornati, proprio mentre sto telefonando, e hanno capito che sarebbe stato meglio che fossero venuti. Sono qui a cena con noi nel convitto ecclesiastico, stiamo cenando e ridendo insieme”. Mi è piaciuta l’espressione “Stiamo...”; me l’ha detta in dialetto: “Stiamo mangiando e ridendo insieme; in altre parole siamo contenti, abbiamo trasmesso loro fiducia, confidenza, gioia”. 5. La volontà di Dio nella gioia e nella serenità Ecco la nostra missione: andare nel mondo a portare gioia, ottimismo e fede. C’è bisogno di gioia, c’è bisogno di ottimismo, c’è bisogno specialmente di un po’ di fede! Voi non sapete dove il Signore vi chiamerà, però tenetevi sempre a disposizione, e quando verrà una chiamata partirete. Non sarà facile che io vi mandi un telegramma dall’America e vi dica : “Partite subito tutti”, perché altrimenti svuoteremo questa chiesa. Però ricordatevi che presto o tardi quest’ordine verrà, verrà o tramite mio o tramite chi mi succederà. Ricordatevi allora che quest’ordine non vi verrà da un uomo, vi verrà da Dio. Il vostro campo apostolico è già pronto. Un bel giorno don Pietro, sentendo parlare la prima volta dell’Isolotto, ha detto: “Chi sarà quel povero disgraziato che andrà parroco all’Isolotto?”. E non sapeva che sarebbe stato proprio lui. Ieri infatti mi telefonava monsignor Alba da Firenze e mi diceva: “Per piacere, qual è la prassi che si deve seguire, perché il cardinale in questi giorni lo nominerà parroco?”. Il nuovo parroco dell’Isolotto sarà proprio lui: toccava a lui e non sapeva che quel tale sarebbe stato proprio lui!

CONGREGAZIONE Case della Congregazione

CONGREGAZIONE storia

CONGREGAZIONE appartenenza

VIRTÙ

fiducia

APOSTOLO missione

VIRTÙ

fede

DOTI UMANE ottimismo

VOLONTÀ

di DIO

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6.Ora, quando voi leggete il giornale e sentite che c’è qualche situazione un po’ tragica, andate piano nel dire: “Chi sarà quel disgraziato che andrà a finire in quel posto?”, perché non si sa mai: potreste essere proprio voi, anche se siete giovani, anche se siete inesperti. Ricordatevi che il tempo passa e la provvidenza di Dio sta preparando i suoi uomini, e questi uomini potreste essere proprio voi.
E allora, ecco il ricordo che vi lascio: sotto la protezione della Madonna, sull’esempio di San Giuseppe e anche con il suo aiuto, giorno per giorno, con gioia, con serenità, l’unica vostra preoccupazione sia quello di fare sempre bene la volontà di Dio per essere a sua disposizione per la missione che egli, fin dall’eternità, ha fissato per ciascuno di noi.

APOSTOLO missione

MARIA

VOLONTÀ

di DIO

CONSACRAZIONE disponibilità