1.Sia lodato Gesù Cristo!Uno può venire padrone di un podere in vari modi: può comperarlo, può riceverlo in eredità, può riceverlo anche in dono. Qualcuno dirà: “Può anche rubarlo”. No! Quando uno ruba, vero... voi sapete, ci insegnava il nostro professore che la roba rubata grida al padrone. Anche la pecorella rubata grida, chiama il padrone dicendo: “Beee, beee...”. Perciò la roba rubata non è nostra. Quando, dico, una persona, però, ha comperato un podere, cerca di migliorarlo. E tante volte capita questo: che si compera o si riceve in dono un piccolo podere, con una casa sgangherata, che sta cadendo, e di lì a poco tempo quella casa viene trasformata. Un podere che era, si può dire, una cosa, un rifiuto quasi, diviene un giardino. Basta che noi pensiamo su a Bosco. Due anni fa, un fontanone cadente, pieno di terra, pieno d’acqua, una riva quasi impraticabile... Vi siete... l’avete preso voi, vi siete gettati dentro, e adesso è venuto fuori un villaggio, un bellissimo villaggio.Ora, mi pare che nel 1941 una signora che si chiama Maria ha ricevuto in dono, da Dio, un piccolo podere: un sottopalco. Un podere con tante officine, direte voi. Una piccola officina, una cosa che vi farebbe veramente sorridere se la poteste rivedere come la rivedo io in questo momento con la mia fantasia. Quelle poche di pietre del cimitero, quelle due vecchie sgangherate porte, quel banco che traballava, dinanzi alle vostre officine o dinanzi alle macchine della tipografia o della legatoria certo diverrebbero rosse, rosse, quei tavoli, dalla vergogna.Ora, quella signora che si chiama Maria, che ha ricevuto in dono da Dio quella piccola semente della Congregazione che era stata messa lì nel sotto palco... Maria, però, prendendo in consegna questo podere, questo piccolo podere, se l’è fatto suo, completamente suo, cioè di Dio, ma ha preso non soltanto, si può dire, la proprietà in nome di Dio, ma la cura in nome di Dio. E se volessimo, in questo momento, all’inizio del nostro bel mese di maggio, rivedere che cosa la Madonna ha fatto da quel lontano 1941, 24 maggio, festa della Madonna Ausiliatrice, io vi dico: sarebbe quasi impossibile. Però, vorrei proprio sottolineare questo particolare. È stata lei la mamma, la signora, l’artefice della Congregazione. Tutte le grazie spirituali e materiali che Dio nella sua bontà ha concesso a questa Famiglia sono passate per le sue mani. E si può dire che in questa casa ogni pietra, ogni cosa canta le glorie della Madonna.
MO278,2 [01-05-69]
2.Quando noi abbiamo cominciato le missioni a Crotone è stata la prima volta che sono partiti i nostri fratelli per portare un po’ di bene oltre la nostra diocesi. Quelli che erano presenti si ricordano benissimo che in questa chiesa abbiamo consegnato ai fratelli, dico “abbiamo“ non maiestatico, abbiamo tutti insieme, noi fratelli della Congregazione, consegnata ai fratelli che partivano l’immagine della Madonna, quasi per dire: “Quella mamma che è stata mamma per tutti noi, continuerà ad essere mamma, anche se non siete qui, anche se siete lontani da qui”. E proprio in quella intima cerimonia quella sera abbiamo messo sotto la protezione della Madonna anche il lavoro che sarebbe stato compiuto domani in giro per il mondo dai nostri fratelli.Perciò, le nostre missioni, e per missioni intendo qualsiasi lavoro apostolico che stanno compiendo i nostri fratelli, sono sotto la protezione della Madonna, come tutta la Congregazione è sotto la protezione di questa nostra buona mamma.Del resto, quando con don Aldo la prima volta siamo partiti per l’America, abbiamo scelto proprio un giorno che ci ricordasse la Madonna: l’11 febbraio, cioè proprio quel giorno che ci ricordava la prima apparizione della Madonna a Lourdes. Per me in modo particolare quel giorno era caro, perché mi ricordava, un po’, la guarigione della mamma, la predilezione della Madonna Immacolata. Noi sappiamo che la Madonna è tutta una, ma, capite, un pochino il cuore ha anche lui la sua parte. E con gioia, ricordatevi, con gioia proprio in quel giorno, quelli che erano presenti se lo ricordano, siamo partiti in nome della Madonna per ricercare la volontà di Dio.L’abbiamo avuta come compagna, come mamma, come consigliera durante il nostro primo viaggio apostolico. E mons. Luna si divertiva a scherzare su questo: “I pellegrini di Dio”, lui ci diceva, no, “pellegrini di Dio”. E siamo andati proprio nella diocesi, la prima volta, nella diocesi, diciamo, della Madonna. Mons. Luna, il grande devoto della Madonna, che si firma come “il segretario” della diocesi di Zacapa, perché dice che il vescovo di Zacapa è la Madonna.Ora, la prima missione, vedete, l’abbiamo aperta proprio a Zacapa, nella diocesi della Madonna. E abbiamo continuato il nostro lavoro su questa linea. Si può dire che tutti i grandi avvenimenti della Congregazione sono sotto la protezione materna di Maria. Vi basti ricordare un anno fa, quando il 1° proprio di maggio ho presentato alla Congregazione dei Religiosi la domanda per il diaconato. Ricordate bene, abbiamo aspettato, ma abbiamo voluto che anche il diaconato fosse, in un certo qual senso, sotto la protezione della Madonna anche per questa data un pochino.
MO278,3 [01-05-69]
3.Ed ecco che era giusto, fratelli miei, che proprio nel mese di maggio, noi dovessimo partire per andare a visitare i nostri fratelli. Voi direte: “Che cosa vai a fare, don Ottorino, in America?”. Vado a vedere quello che la mamma nostra ha fatto con i nostri fratelli, vado a vedere non quello che hanno fatto loro, quello che ha fatto lei con i nostri fratelli. Per cui quello che hanno fatto, si può dire, è tutta opera loro e tutta opera di Maria. E il Signore Gesù sarà contento vedere la gioia di Maria e la gioia dei fratelli.Ora, mentre io porgo un po’ questa mattina il saluto proprio così fraterno dall’altare a tutti voi, mentre vi assicuro che porterò a tutti il saluto vostro, il fraterno saluto vostro, e dirò loro, diciamolo un pochino piano, che siete divenuti più buoni, più uniti al Signore, più amanti della Madonna, più preoccupati di fare la volontà di Dio. Mentre, dico, io vado e porto questo, voglio lasciarvi un ricordo, e il ricordo sia questo: cercate di conservare sempre la Madonna come la signora, la mamma della Congregazione. Fate un piacere, non mettete mai la Madonna come la vecchia di casa. Tante volte, no, la mamma a un dato momento diviene la vecchia di casa, la si mette da una parte. Subentra qualche altra persona che comincia a comandare in casa. No, ricordatevelo, non mettiamo mai la Madonna come la vecchia di casa, come quella che ormai ha fatto il suo tempo. Guardate, sarebbe l’inizio della fine della nostra Congregazione. Noi non vogliamo mettere la Madonna al posto di Dio, no, per carità, non vogliamo noi mettere la Madonna fuori posto. No, vogliamo metterla al suo giusto posto: la mediatrice delle grazie, colei che ci porta a Gesù, che ci porta all’altare, che ci insegna ad amare il Signore, che ci insegna a compiere la volontà del Signore. Prima cosa, dico, è proprio questa.
MO278,4 [01-05-69]
4.Seconda. Eccolo qui: è festa di San Giuseppe, festa del lavoro, e noi chiediamo nella Santa Messa la grazia a Dio di poter lavorare anche noi secondo, vero, lo spirito della Chiesa, secondo il desiderio del Signore. Ognuno di noi deve lavorare. Dobbiamo tutti guadagnarci il pane con il sudore della nostra fronte. E allora io direi proprio, una lezione che dobbiamo apprendere questa mattina è proprio questa. Qual è il nostro lavoro? Qual è il sacrificio che noi dobbiamo compiere per poter dire: “Io non rubo il pane al mio prossimo”? Ecco, guardate, amici miei, il lavoro che noi dobbiamo compiere è questo: per il momento bisogna studiare, bisogna pregare, bisogna sforzarsi di prepararci alla vita apostolica. Domani, domani dobbiamo lavorare apostolicamente. In altre parole, noi dobbiamo compiere istante per istante, con tanta buona volontà, la volontà di Dio... questo è il nostro lavoro.E allora, proprio, l’augurio che vi faccio è proprio questo: che con l’aiuto della Madonna, con la protezione di San Giuseppe, nostro secondo patrono, sull’esempio anche di San Giuseppe, come dice la Chiesa nell’oremus di questa mattina, possiate sempre, in ogni giorno della vita essere preoccupati di una cosa sola: di compiere istante per istante la volontà del Signore, compierla con gioia, compierla proprio insieme con la Madonna, compierla senza misurare il sacrificio, proprio, vorrei dire, senza misurare il sacrificio.Abbiamo avuto in questi giorni un esempio meraviglioso dai nostri fratelli che sono andati all’Isolotto. Sono andati, e ricordo ancora il giorno, non lo dimenticherò facilmente quel giorno, quando qui dinanzi alla Casa dell’Immacolata il carissimo don Piero e il nostro carissimo diacono Giovanni mi hanno salutato, e hanno detto: “Andiamo, andiamo pieni di gioia, andiamo a fare la volontà di Dio, andiamo in nome della Madonna, andiamo pronti a qualsiasi sacrificio”. Non mi dilungo a dire quello che hanno detto perché in altre circostanze lo ho sottolineato; soltanto vi dico, fratelli, cercate sempre di essere in tutte le missioni apostoliche che il Signore vi vorrà affidare nella stessa disposizione di quei due fratelli che sono andati all’Isolotto. Sono andati senza cercare trionfi umani, sono andati disposti a morire come Gesù sopra la croce per lasciare il trionfo agli altri, sono andati soltanto in nome di Dio, in nome della Madonna, pronti al sacrificio, pronti all’umiliazione.
MO278,5 [01-05-69]
5.Ecco le disposizioni che devono accompagnare i membri della nostra Famiglia religiosa: pieni di gioia, col sorriso sul labbro.Mi diceva l’altra sera don Pietro, telefonandomi da Firenze, diceva: “Quando abbiamo cominciato per la benedizione delle case c’era un gruppo di sacerdoti che dovevano venire ad aiutarci, ma poi, sentendo che al 22 ci sarebbe stato il processo, sentendo le chiacchiere che correvano in giro per Firenze, all’ultimo momento si sono ritirati tutti e siamo andati da soli. Però, dice, questa sera sono ritornati, - proprio mentre stavo telefonando - questa sera sono ritornati, sono ritornati e hanno capito insomma che sarebbe stato meglio fossero venuti. E sono qui nel convitto ecclesiastico a cena insieme: stiamo cenando insieme e stiamo ridendo insieme”. Mi è piaciuta questa parola: “Stiamo...”; me l’ha detta in dialetto: “Semo drio magnare insieme e ridare insieme, e ridare insieme!”. In altre parole: “Siamo contenti. Abbiamo trasmesso a loro fiducia, confidenza, gioia”.Ecco la nostra missione: andare nel mondo, ce n’è bisogno, sapete, di gioia, ce n’è bisogno di un po’ di ottimismo, c’è bisogno specialmente di un po’ di fede. E allora, voi non sapete dove il Signore vi chiamerà, però tenetevi sempre a disposizione. Quando arriverà un richiamo...Guardate, non sarà facile che io mandi un telegramma dall’America e che dica: “Partite subito tutti”, perché altrimenti svuotiamo questa chiesa. Però, ricordatevi: o presto o tardi verrà questo ordine, verrà o tramite mio o tramite chi mi succederà, salvo il caso, vero, che... eccetera, va bene, verrà questo ordine. Ma ricordatevi, questo ordine non verrà da un uomo, verrà da Dio. Il vostro campo apostolico è già pronto. Quando don Piero, sentendo parlare dell’Isolotto, un bel giorno ha detto: “Chi sarà quel poro disgrassià che andrà parroco all’Isolotto?”, e non sapeva che sarebbe stato proprio lui. Proprio ieri mi telefonava mons. Alba da Firenze e mi diceva: “Per piacere... qual è la prassi che si deve seguire, perché il cardinale in questi giorni lo nominerà parroco?”. È proprio lui, toccava a lui. Lui non sapeva che quel tale, e puntini, eh, sarebbe stato proprio lui.
MO278,6 [01-05-69]
6.Ora, quando voi leggete il giornale, quando sentirete dire che c’è qualche situazione un po’ tragica, andate piano nel dire: “Chi sarà quel disgraziato che andrà a finire in quel posto?”, perché non si sa mai: potreste essere proprio voi, anche se siete giovani, anche se siete inesperti. Perché, ricordatevi che il tempo passa, e la provvidenza di Dio sta preparando i suoi uomini, e questi uomini potreste essere proprio voi.E allora ecco il ricordo: sotto la protezione della Madonna, sull’esempio di San Giuseppe, con l’aiuto anche di San Giuseppe, giorno per giorno, con gioia, con serenità, l’unica preoccupazione fare sempre bene la volontà di Dio, per essere a sua disposizione per la missione che Dio fin dall’eternità ha fissato per ciascuno di noi.