Mons. John Rettagliata era divenuto amico di don Ottorino e dell’Istituto durante la sua permanenza a Vicenza, e divenuto poi parroco di una grossa parrocchia di New York accolse con generosa ospitalità don Ottorino e don Aldo nella loro prima tappa del viaggio in America Latina del 1966.
MI360,1 [8-12-1971]
1 Voglio ricordare un grazioso episodio che penso sia bello risentire, anche se è già noto a qualcuno di voi.Un giorno mons. Rettagliata, l'ex cappellano dei soldati americani stanziati qui a Vicenza, mi raccontava che, trovandosi in America, era andato a visitare nel Messico un suo amico vescovo e vi era rimasto in casa sua come ospite per un po' di tempo. Una domenica l'amico lo invitò a recarsi con lui in un villaggio disperso per un'esperienza missionaria.«Siamo arrivati sul luogo - raccontava mons. Rettagliata - e l'altare, se si può chiamarlo così, era preparato sotto una pianta, il missionario stava con la gente che già si era radunata e il vescovo era senza alcun segno episcopale. Prima della Messa ci fu una breve istruzione e poi le confessioni. L'amico vescovo mi disse: "Per piacere, dai una mano anche tu per le confessioni?". Io conoscevo abbastanza bene lo spagnolo. Poi soggiunse: "Qui bisogna adattarsi. Il tuo confessionale è quella pietra", e mi indicò la pietra».Mons. Rettagliata si sedette sulla pietra e cominciò a confessare. Passato un po' di tempo, dopo aver già confessato alcune persone, arrivò un indiano il quale, invece di inginocchiarsi o di restare ritto, si mise seduto ai piedi di monsignore.«Scusa... - incominciò monsignore intavolando un po' di discorso - sei venuto a confessarti?».«A confessarmi? Che cosa vuol dire confessarsi?».«Tu sei venuto adesso qui... Perché sei venuto?».«Perché sono venuti gli altri e mi hanno detto di venirci anch'io. E io son venuto».«Sai che cos'è la confessione?».«Non ho mai sentito parlare di confessione».«Rispondimi: sai che cos'è il peccato?».«Io no, eh! Non ho mai sentito parlaredi peccato».«Saprai almeno che esiste Dio, che c'è un essere superiore che è Dio».«Nel mio villaggio conosco tutti, tutti, ma non ho mai visto Dio, non ho mai visto Dio venire nel mio villaggio».Capivo veramente - commentava monsignore - che quell'indiano non parlava per scherzo, ma sul serio: quello era il suo stato spirituale. Allora mi venne un'idea. Poiché gli Spagnoli avevano lasciato a quelle popolazioni una grande devozione alla Madonna, alla quale avevano un po' affidato l'incarico di conservare la loro fede, chiesi al messicano: «Senti, e la Madonna la conosci?».Allora è scattato in piedi, si è fatto un bel segno di croce ed ha esclamato: «Quella sì, quella è mia mamma!». Naturalmente l'avrà detto nel suo dialetto, che io traduco nel nostro: «È mia mamma, è mia mamma!».Anche quella povera gente che non conosce né Dio né sacramenti, riconosce però che abbiamo una mamma e che questa mamma si chiama Maria.MISSIONI
MARIA la nostra buona mamma
Il riferimento è al latte materno come primo nutrimento del piccolo figlio.
La preghiera del Padre nostro si trova in Mt 6,9-13 e Lc 11,2-4.
Il sì di Maria è il punto centrale del brano dell’annunciazione, in Lc 1,26-38.
La presenza di Maria ai piedi della croce è presentata da Gv 19,25-27.
Don Ottorino nomina sua mamma, avvicinandola con affetto e riconoscenza alla figura di Maria.
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2 Una mamma! Dunque la Madonna è mia mamma, è la mamma di ciascuno di noi. Che cosa vuol dire mamma? Che cos'è per me la mamma, la mia mamma? Mia mamma è stata la creatura scelta da Dio nel collaborare con lui per darmi la vita, colei che mi ha insegnato a mangiare e che, anzi, mi ha dato da mangiare un po' di se stessa nei miei primi mesi di vita. Non so se voi avete cominciato subito a mangiare sardelle o aringhe, ma penso che avrete fatto come tutti gli uomini di questo mondo e come avrò fatto anch'io. Perciò mia mamma ha cominciato a darmi qualcosa di se stessa, poi mi ha insegnato a mangiare. Successivamente mi ha insegnato a camminare, sorreggendomi nei piccoli capitomboli che - penso - tutti abbiamo fatto, più o meno vistosi, ma abbiamo fatto; poi mi ha insegnato a parlare.C’è una grande analogia tra la mamma che ho avuto sulla terra e la mamma che ho ricevuto dal cielo, cioè la Madonna.Anche la Madonna ha collaborato con Dio nel darmi la vita: non la vita fisica, ma quella spirituale. Se io posso alzare il mio sguardo verso il cielo e dire: «Padre nostro, che sei nei cieli...», se posso prendere in mano l'ostia consacrata e dire: «Gesù, tu sei mio fratello, sento che sei mio fratello», lo devo all'amore del Padre, alla generosità del Figlio, al calore dello Spirito Santo che abita in me, ma anche a quel «sì» generoso che ha portato la Madonna ad accettare di essere la mamma di Gesù con tutte le sue conseguenze, fino ad essere la mia corredentrice sopra il monte Calvario, ai piedi della croce, quando ha accettato di partecipare al sacrificio del figlio per la salvezza degli uomini. Perciò io posso veramente dire: la Madonna ha collaborato con Dio per generarmi alla grazia, per darmi la vita.Se devo inginocchiarmi dinanzi a mia mamma e ringraziarla del dono che mi ha fatto collaborando con Dio per darmi la vita naturale, altrettanto devo prostrarmi dinanzi alla Madonna che realmente mi ha aiutato ad essere figlio di Dio. Se mia mamma mi ha dato il cibo, mi ha insegnato a mangiare, non vi pare che la Madonna, proprio la Madonna, mamma spirituale, mi ha insegnato a mangiare per la vita dello spirito? Se mia mamma mi ha dato il suo latte, cioè qualcosa di se stessa, quel Cristo che prendiamo in cibo non è forse carne di Maria? Quel sangue divino che beviamo non era prima sangue di Maria? Non c'è continuità nella linea del sangue tra la Madonna e Cristo? Non vi pare che la Madonna possa dire: «Se tua mamma Clorinda ti ha dato il latte, io ti ho dato qualcosa di più: ti ho dato mio figlio, ti ho dato il mio sangue, continuo a darti il mio sangue e la mia carne». Non vi pare?A questo punto vorrei proprio fermarmi un istante.MARIA la nostra buona mamma
DIO Trinità
MARIA obbedienza di ...
MARIA maternità
divina
MARIA corredentrice
MARIA maestra, guida
Le cuoche che provvedevano al servizio della cucina e del guardaroba nella Casa dell’Immacolata non erano suore, ma signore e signorine di età matura. Don Ottorino le chiamava, in tono scherzoso e rispettoso insieme, consorelle o pie donne
A Vicenza il cimitero monumentale viene abitualmente chiamato i
due campanili perché la chiesa che si trova all’entrata è affiancata da due campanili.
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3 Mia mamma inizialmente mi ha dato qualcosa di sé, poi mi ha insegnato a mangiare da solo e, a un dato momento, non è stata più lei che mi ha imboccato il cibo: ho dovuto prenderlo da solo, cercarlo e scegliermelo io. Quand'ero piccolo e, magari, verso mezzogiorno mettevo in bocca qualcosa, per esempio un po' di anguria, mia mamma mi diceva: «Non prenderla, Ottorino; dopo non mangi più la minestra». Faceva così: mi aveva insegnato che ci sono cibi buoni e nutrienti, cibi che fanno male alla salute, e cibi né nutrienti né dannosi, ma insufficienti da soli per una buona alimentazione.Mentre noi siamo qui raccolti in preghiera, le nostre carissime consorelle sono già in cucina che stanno preparando il cibo. Se, per esempio, oggi a mezzogiorno ci presentassero solo gelati e angurie, capite chiaramente che potrebbero farlo una volta; ma se portassero in tavola mezzogiorno e sera gelati e angurie, a un dato momento dovremmo cantare la marcia funebre ai due campanili perché, per stare in piedi, ci vuole qualcosa di più. E speriamo che oggi le nostre consorelle ci preparino veramente qualcosa di più e lo preparino con quell'amore con il quale la Madonna preparava il cibo a Gesù bambino. Noi saremo sempre riconoscenti a loro per quello che stanno facendo e continuano a fare.La Madonna ci offre il cibo, ma noi abbiamo il dovere di non prendere certi cibi. Noi, per parlare concretamente, dobbiamo imparare dalla Madonna a mangiare il pane che ci nutre e a respingere il pane che avvelena, e neppure ad abusare di quel cibo che potrebbe impedirci di mangiare il pane nutriente.Andiamo ancor di più al concreto. Noi siamo dinanzi all'altare, in una casa che è quella di Maria e di Gesù, per divenire un domani sacerdoti, diaconi, missionari. Perciò è inutile che ci nutriamo di cibi avvelenati, che andiamo in cerca delle cose del mondo, di cose che avvelenano l'anima nostra: sono cibi che fanno male. Però, guardate, più che questi cibi i quali, se disgraziatamente un giorno li mangiamo, ci fanno fare subito un'indigestione e ci mandano a piangere dinanzi a Dio, dobbiamo temere quelli - e ne ho portato l'esempio, un po' banale, se volete, con l'anguria - che per noi potrebbero essere più pericolosi ancora.AUTOBIOGRAFIA famiglia
ESEMPI discernimento
MARIA la nostra buona mamma
MARIA maternità
divina
SACERDOZIO prete
DIACONATO diacono
Il Campo Marzio a Vicenza è un giardino pubblico percorso da viali alberati che spesso diventa parco dei divertimenti, con giostre e bancarelle dove si vendono leccornie e dolciumi.
Don Ottorino nomina don Luciano Rizzi che stava per partire per il Guatemala e in quei giorni era impegato a salutare gli amici.
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4 Se uno di noi, per esempio, prende un libro proibito e lo legge, subito dopo piange: «Ho sbagliato, non dovevo farlo!», oppure se commette qualcosa che non doveva, è chiaro, piange dinanzi a Dio e dice: «Non dovevo farla!». Ma se continua a leggere, leggere, leggere, a distrarsi con cinema, televisione e questo e quello... sì, una fetta di anguria fa bene, un gelato fa bene, si mangia volentieri, ma non può sostituire il cibo.Ricordatevelo bene: ci vuole un equilibrio! Non possono essere i superiori a stabilire quanto gelato e quanta anguria potete mangiare, né saremo noi a proibirvi la lettura di qualche libro o di qualche giornale, ma ricordatevi che non si può stare in piedi vivendo solo di giornali, di riviste e senza nutrirsi di quel pane che la Madonna ci ha insegnato a mangiare per poter vivere.In questo momento c'è una tentazione tremenda, un'esposizione tremenda.Un bambino, un ragazzetto, non può essere condotto a mezzogiorno in giro per il Campo Marzio in mezzo a certe bancarelle di dolciumi, perché è pericoloso: il bambino vorrebbe mettere le mani un po' qua, un po' là; conduciamolo dopo, quando ha già mangiato la pastasciutta.C'è un pane che si chiama preghiera, studio dei libri santi, meditazione, deserto, unione con Dio, mortificazione; sì, diciamolo pure chiaramente e apertamente, anche la mortificazione, pane che non può essere sostituito. L'uomo di Dio è l'uomo della preghiera, del raccoglimento, della mortificazione, l'uomo che ogni giorno fa qualcosa per dominare se stesso. E tutto questo costituisce il pane dei santi, il pane di Gesù, il pane di Maria: questo è il pane che dobbiamo mangiare se vogliamo avere la forza di attraversare l'oceano.È inutile, caro don Luciano, che andiamo a salutare questo e quell'amico prima di attraversare l'oceano, se non siamo abituati a mangiare questo pane: finiremo alla prima ondata di caldo o di freddo in mezzo alle anime per cadere, Dio non voglia, nella disgrazia di Dio. Perciò, volevo proprio insistere su questo: ognuno di noi deve revisionare se stesso! Dinanzi alla nostra buona mamma, la Madonna, che ci ha dato il vero pane, ci ha dato il vero cibo, quest'oggi esaminiamo un po' la nostra vita passata e vediamo se disgraziatamente qualche volta abbiamo mangiato cibo proibito o troppo inutile per l'anima nostra.ESEMPI pentimento
DOTI UMANE rinnovamento
DOTI UMANE equilibrio
MARIA maestra, guida
ESEMPI discernimento
PREGHIERA meditazione, contemplazione
APOSTOLO uomo di Dio
PENITENZA
APOSTOLO chi è
l’
apostolo
MARIA la nostra buona mamma
MI360,5 [8-12-1971]
5 Mia mamma mi ha insegnato anche a camminare.Com'è bello per ognuno di noi ripensare al proprio passato e vedere che cosa la Madonna ha fatto per insegnarci a camminare sulla via di Dio! Ci ha insegnato ad essere cristiani, a confessarci bene, a far bene la comunione, ad obbedire alla mamma, cioè ad essere come Gesù.Le nostre buone mamme ci dicevano: «La Madonna non è contenta se fai così... La Madonna non vuole che tu faccia così... Gesù non sarebbe stato così...». Insomma la Madonna ci ha insegnato ad essere cristiani.Se io, personalmente, guardo al mio passato, vedo che la Madonna, durante gli anni di seminario, mi ha insegnato ad essere seminarista, chierico, sacerdote. Ve lo dico con la confidenza di un papà verso i propri figlioli: mi pare di rivivere i dodici anni trascorsi in seminario e credo di avere sempre sentito vicina la Madonna. Quella statuetta dell'Immacolata che avevo in fondo al letto, illuminata da una lampadina che, tirando un filo, accendevo alla sera prima di coricarmi o alla notte quando mi svegliavo, era un po' il richiamo della mamma del cielo sempre presente: mamma e maestra, maestra e mamma perché... una mamma dice qualcosa che i maestri non dicono.La mamma entra in camera... «Sono tua mamma», mi diceva un giorno mia mamma, «Lascia che guardi un pochino se sei a posto con le mutande, con la camicia». Nessun altro lo fa, ma la mamma sì: lei mette il dito dentro...«Se vuoi essere prete, Ottorino, così no... così sì! Se vuoi essere veramente un degno prete, devi fare un passo più avanti, devi dare qualcosa di più», dice la Madonna. Al padre spirituale si può dire quello che si vuole, alla gente si può darla ad intendere e passare per santi, alla Madonna no. La Madonna è mamma, è vicina a Gesù, scruta nell'intimo del cuore e dice: «No, se vuoi essere un santo prete non devi conservare neppure una pagliuzza di quegli amori, neppure una pagliuzza di quegli attaccamenti, neppure una pagliuzza del mondo. O sei di Cristo o sei del mondo. Nessun compromesso, ricordatelo, Ottorino, nessuno, neanche con le piccole cose». E allora succedeva che eri costretto a buttar fuori dalla finestra tante piccole stupidaggini che forse non erano peccato, ma non erano come voleva Maria.MARIA la nostra buona mamma
MARIA maestra, guida
AUTOBIOGRAFIA seminario
La signorina Tilde Lassati, dopo aver lavorato per molti anni come infermiera all’ospedale, prestava gratuitamente la sua opera alla Casa dell’Immacolata, lavorando sopratutto nel guardaroba. Era lontana parente di don Ottorino e più anziana di lui, e come una sorella, a volte un po’ burbera, ma sempre generosa, poteva permettersi di richiamarlo («litanie dei santi») se non trovava ordine nella sua stanza.
Il riferimento è a Osvaldo Villa, che all’epoca era ancora postulante.
Don Ottorino con il verbo camminare intende "progredire nella vita spirituale".
MI360,6 [8-12-1971]
6 Quando una mamma entra nella nostra stanza, stiamo sicuri che non ce la caveremo mai, perché avrà sempre qualcosa da dire. Se la Tilde, che adesso non c'è e speriamo che non mi senta, dovesse entrare nella mia camera, ne uscirebbe cantando certamente le litanie dei santi: «Perché quella spazzola fuori posto? Perché quel libro... quella camicia... perché... perché?». Le donne trovano sempre da dire: se aprono un cassetto dicono che è disordinato, se osservano le scarpe dicono che sono sporche, se vedono qualcosa è fuori posto. Per forza! Che volete? Certe cose gli uomini non le vedono, ma le mamme sì: è una loro dote e per noi, qualche volta, una seccatura.Anche la Madonna è una mamma. Se entra in casa nostra, amici miei, non c'è niente da fare! Caro Osvaldo , è inutile che mi guardi così. Se entra in casa nostra la mamma, trova qualcosa da dire, magari sull'obbedienza o sull'egoismo, forse sulla purezza o anche sulla preghiera. State sicuri: se apre un cassetto in casa nostra, nella nostra stanza, dice: «Sì, ma... sì, ma...». Mia mamma era così. La Madonna è peggiore, è peggiore, perché vede di più di una mamma.E allora io posso dire che durante i miei anni di seminario la Madonna continuava a mettere le mani in tutti i miei cassetti, eh, in tutti i miei cassetti. Era, dunque, necessario che non li tenessi chiusi a chiave. Se una stanza è chiusa a chiave, se i cassetti sono chiusi a chiave, neanche la Madonna può metterci le mani. E allora io direi che se la Madonna ci ha insegnato a mangiare, deve insegnarci anche a camminare , ma ad una condizione: che la nostra stanza sia aperta, che siano aperti i nostri cassetti, perché la Mamma possa entrare, possa metterci il naso e dare il suo giudizio, proprio con cuore materno, e ci dica pure: «Sì, questo va bene, figliolo, quello no! Dammi retta: non prendere, alla sera, quelle pillole per dormire perché poi ti rovini i nervi. No, non prenderle! Invece, sai che cosa devi fare? Portati una bottiglia di vino e bevine un bicchiere». Se la Madonna vi dicesse così, sareste subito obbedienti.MARIA la nostra buona mamma
MARIA maestra, guida
MI360,7 [8-12-1971]
7 La Madonna non mi ha solo insegnato a camminare, ma anche a parlare.Sono entrato in seminario perché il Signore mi ha chiamato ad essere qualcosa di più di un cristiano, ad essere sacerdote. E il sacerdote è uno inviato a portare il Cristo in mezzo alle anime. Se vado in mezzo alle anime a parlare del Cristo, devo pur dire qualcosa di lui. E allora chi meglio della Madonna ha conosciuto e conosce il Cristo?Poco fa ero in attesa di parlarvi. Nel frattempo pregavo: «Madonna, suggeriscimi tu, per piacere, quello che devo dire». Poi mi sono rivolto allo Spirito Santo che è dentro di me e ho detto: «E tu, Spirito Santo, che sei lo sposo della Madonna, che la conosci bene per essere stato insieme tanto tempo, suggeriscimi, per piacere, quello che devo dire della Madonna, mamma mia e mamma di questi figlioli».Noi, sacerdoti e diaconi, un domani di chi dobbiamo parlare? Dovemmo parlare di Dio, ma abbiamo bisogno di una maestra, di una persona che ci insegni a parlare di Dio.Le nostre buone mamme ci correggevano quando sbagliavamo le parole o le pronunciavamo un po' male: «Non dire questa parola... non dire quella... Sta’ attento... Di' grazie... Chiedi per piacere». Ci insegnavano a parlare.Ebbene, io affido alla nostra buona mamma, la Madonna, questa missione per ciascuno di voi. Lei che ha partecipato al momento solenne in cui Gesù salvava l'umanità, lei che ha partecipato al sacrificio della croce per darci la vita della grazia, lei che ci ha dato il cibo divino e ci ha insegnato a camminare fino a questo momento, fino a poter essere membri di questa Famiglia religiosa, lei ci sia maestra anche nel parlare di Gesù: sia maestra al nostro caro don Luciano che è in procinto di partire per evangelizzare i suoi fratelli in Guatemala, a tutti coloro che sono già in terra di missione e stanno evangelizzando i popoli, a ciascuno di noi, in modo che possiamo realizzare il disegno meraviglioso che Dio ha segnato su di noi, come lei, la mamma, ha saputo realizzare il suo.MARIA maestra, guida
SACERDOZIO prete
DIO Spirito Santo
MARIA la nostra buona mamma
MARIA corredentrice
APOSTOLO missione
VOLONTÀ
di DIO