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LA MISSIONE DELLA CONGREGAZIONE NELLA CHIESA

MO2 [06-01-1962]

6 gennaio 1962

MO2,1 [06-01-1962]

1. Il popolo ebreo era il popolo scelto da Dio per preparare al mondo la venuta del Redentore. Questo popolo, circondato da Dio da innumerevoli grazie, protetto da Dio in mille modi, purtroppo, di tanto in tanto deviava dal giusto sentiero. Di tanto in tanto questo popolo aveva dei bisogni particolari, ma Dio, sempre padre amoroso, vigilava sopra questo popolo, come una mamma vigila sui passi del suo bambino.
Ed ecco allora che nei bisogni particolari, ed ecco che nelle... Dio manda i suoi uomini, affinché questi uomini inviati da Dio possano tendere la mano al popolo eletto. Ecco, il popolo ebreo si trova in schiavitù, là in Egitto, e Dio prende un uomo, un povero uomo, balbuziente persino, che si chiama Mosè, e gli affida una missione più grande di lui: "Va', va' dal faraone, di' al faraone quello che io ti dico: che lasci libero il mio popolo, e tu lo condurrai là, attraverso il deserto, nella terra di Canaan". E Mosè trema a questo pensiero, ma nel nome di Dio, Mosè, con la potenza di Dio, si presenta al faraone e fa tremare e piangere l'Egitto intero. E conducendo quel popolo Mosè si fa strumento veramente nelle mani del Signore. Ecco la cittadina di Ninive, che a un dato momento devia dal retto sentiero, e invece che adorare Dio, invece che avere per Iddio amore, rispetto, ecco invece la cittadina di Ninive che si dà alla pazza gioia, al peccato. Ma il Signore chiama un uomo, Giona, e gli dice: "Va', a nome mio, nella cittadina e di' agli abitanti che, se non si convertiranno, se non si decideranno a far penitenza e adorare il loro Signore, io distruggerò la città, io castigherò gli abitanti della città!". E Giona, nel nome del Signore, dopo di avere un po' tergiversato nell'obbedire, va, e la città si converte.

MO2,2 [06-01-1962]

2.Cari fratelli, se noi consideriamo i duemila anni di storia del Cristianesimo, vediamo che anche nel popolo cristiano ci sono state delle deviazioni. Anche nel popolo cristiano ci sono stati dei momenti nei quali il popolo aveva bisogno di un richiamo da parte di Dio, aveva bisogno di un aiuto particolare da parte del cielo. Ed ecco allora che il Signore invia uno dei suoi uomini: un tempo si chiamavano profeti, oggi non si chiameranno più profeti, ma sono sempre gli uomini inviati da Dio.
Ecco, per esempio, tanto per fermarsi a un particolare, che alcuni cristiani sono presi e fatti prigionieri e venduti come schiavi. Ma ecco il Signore che manda la Madonna e chiama, chiama a raccolta alcuni uomini, e dice loro: "Formate una Famiglia, unitevi insieme e andate a riscattare i vostri fratelli che son là che giacciono in schiavitù". Ecco che gli ammalati non son trattati come si conviene, questi poveri ammalati negli ospedali non sono curati convenientemente, ed il Signore chiama un uomo, chiama Camillo, e gli dice: "Prendi un gruppo di uomini con te e andate ad insegnare negli ospedali come devono essere trattati gli ammalati!". Dico, se noi leggiamo la vita, la storia della Chiesa, troviamo continuamente questi gruppi di uomini inviati da Dio per una missione particolare, e questi gruppi di uomini, riuniti insieme, si chiamano Congregazioni Religiose, Famiglie Religiose.

MO2,3 [06-01-1962]

3.E allora si potrebbe dire che la futura Congregazione Religiosa è un insieme di uomini inviati da Dio nel mondo per una missione particolare.
Cari fratelli, voi avete in questi giorni, con tanta gioia, avete appreso che nella Chiesa di Dio è stata, si può dire, battezzata una nuova Congregazione; una nuova Famiglia Religiosa è apparsa - non è vero? - nella Chiesa del Signore. E questa Famiglia Religiosa non è apparsa in America, in Australia; qui, nella nostra città. Una Famiglia Religiosa che tocca da vicino il vostro cuore, perché entro questa Famiglia c'è un vostro figlio, c'è un vostro fratello, ci siete voi, cari giovani. Questa Famiglia Religiosa, questa nuova Congregazione, che porta il nome di Pia Società San Gaetano, oggi ormai è una realtà nella Chiesa di Dio. Pensate che ci vorrebbero cento anni senza alcun elemento interno alla Famiglia perché venga a morire; cent'anni senza nessuno. Dunque ormai per cent'anni la Famiglia..... Ebbene, domandiamoci un po': ma qual è questa missione che Dio ha voluto affidare a questa Congregazione Religiosa? Per comprendere la missione bisogna che noi diamo uno sguardo alle necessità attuali della Chiesa. Se noi guardiamo oggi il mondo attuale, noi costatiamo una cosa dolorosissima. Anzitutto Dio è stato, si può dire, dalla maggioranza degli uomini detronizzato.

MO2,4 [06-01-1962]

4.Il trono di Dio è stato intaccato dagli uomini, anche - diciamo - dai cristiani stessi. Dio, che dovrebbe essere il centro di tutte le azioni dell'uomo, centro di conoscenza, centro di amore, centro di azione, è stato relegato là nelle sue chiese deserte. E anche certi cristiani si accontentano di quella mezz'ora di Santa Messa alla domenica, ascoltata forse distrattamente e chiacchierando, e si accontentano di qualche segno di croce o di qualche Ave Maria recitata, detta male, al mattino e alla sera.
Fratelli, è troppo poco!

MO2,5 [06-01-1962]

5.Dio è Dio! Dio è il creatore e il signore e il padrone dell'universo, e ha il diritto di essere amato e di essere adorato dall'uomo!
Ecco la terribile realtà di oggi. L'interesse dell'umanità è per il benessere, l'interesse dell'umanità è per la gioia, per il divertimento: Dio bisogna accontentarlo meno che è possibile. E allora, questo è il primo male dell'umanità odierna, questo è il primo tarlo di questa nostra società, questa società che ha fatto tanti progressi nel campo della tecnica, ha abbandonato la conoscenza di Dio e l'amore di Dio.

MO2,6 [06-01-1962]

6.Una seconda malattia odierna: il lavoro. Dio ad Adamo ed Eva aveva comandato di lavorare ancora prima, ancora prima che Adamo ed Eva avessero a commettere il peccato. Ma il lavoro, come l'aveva comandato Dio, doveva essere una cosa piacevole, una cosa - vorrei dire - dilettevole, quasi un divertimento. Il lavoro, Dio, l'aveva dato agli uomini come compimento della creazione.
Mi spiego con un esempio. Ecco una mamma che regala al suo bambino una lampadina elettrica e una piccola pila, e dice al bambino: "Stai attento, tu prendi la pila e prendi la lampadina, prova a toccare un pochino e vedrai che si accende la lampadina!". Il bambino prova, ed è tutto contento perché dice: "Ho acceso la lampadina io, l'ho accesa io la lampadina, eh!". Ecco come il Signore aveva pensato il lavoro. Aveva dato all'uomo, poniamo, la legna e la possibilità di accendere il fuoco. E ha detto all'uomo: "Io ti ho creato intelligente, e adesso un po' anche tu lavora con la tua intelligenza!". E l'uomo, con la sua intelligenza, ha scoperto che la legna potrebbe incendiarsi, e ha scoperto tante e tante altre cose. Allora Dio voleva che il lavoro fosse veramente un compimento della creazione, quasi una collaborazione della creatura intelligente con il suo creatore. L'uomo ha peccato e l'uomo ha sentito immediatamente il peso del lavoro, però resta sempre che il lavoro è compimento della creazione.

MO2,7 [06-01-1962]

7.Ora, fratelli miei, ditemi un po': l'umanità odierna come considera il lavoro? L'umanità odierna guarda al lavoro generalmente soltanto come mezzo per avere denaro, per avere benessere, per divertirsi. Maledice la fatica del lavoro, il sacrificio del lavoro.
Fratelli, questo non è il concetto cristiano! Nostro Signore vuole che noi attendiamo al lavoro per amore suo, vuole che noi benediciamo il lavoro, perché col lavoro noi possiamo aumentare i nostri meriti per il paradiso, possiamo pagare i nostri debiti che abbiamo verso il Signore. Ed ecco allora che oggi c'è bisogno di richiamare l'umanità a questa grande realtà. Ecco allora che il Santo Padre Giovanni XXIII nella sua enciclica 'Mater et Magistra' lancia il suo grido d'allarme all'umanità. Ed ecco che il 25 novembre aggiunge persino l'indulgenza plenaria a tutti coloro che al mattino offrono il loro lavoro al Signore.

MO2,8 [06-01-1962]

8.Ma il Signore è sempre meraviglioso nelle sue opere. Il Signore in questo momento voleva richiamare l'umanità a questa realtà: scuotere gli uomini, invitare gli uomini a lavorare per amore di Dio. Vent'anni fa il Signore, prima ancora di preparare l'enciclica, preparava i suoi uomini. Vent'anni fa nel sottopalco del teatro di Araceli, poi nella piccola Casetta dell'Istituto, poi più tardi in questa Casa, Dio stava preparando i suoi uomini, perché questi uomini avessero da affiancarsi al Papa e avessero - non è vero? - a rendere pratico, avessero a rendere attuale l'insegnamento del Sommo Pontefice.

MO2,9 [06-01-1962]

9.Ecco la Famiglia Religiosa che è stata - si può dire - battezzata, che è stata approvata dalla Chiesa in questi giorni. Cioè questo gruppo di uomini, uniti insieme e chiamati da Dio, hanno diffuso nella Chiesa questa missione: "Andate in tutto il mondo, ubique terrarum, in America, in Africa, anche in Russia, signori, dappertutto; andate e dite agli uomini in nome di Dio e della Chiesa che centro di interesse deve essere Dio, e che il lavoro è una cosa santa, è una cosa benedetta, è una cosa che ha fatto persino, compiuto, il Divino Maestro di Nazareth".
Ricordiamocelo, fratelli: dobbiamo dirlo agli uomini, perché Gesù stesso aveva i calli alle mani. Questo lo dimentichiamo qualche volta! E allora, sentite.

MO2,10 [06-01-1962]

10.Dinnanzi a questo breve quadro che vi ho tracciato, voi capite quanto grande sia - non è vero? - la missione che Dio ha affidato alla Famiglia Religiosa, e quanto grande sia la responsabilità dei settanta membri della Famiglia Religiosa, dico settanta membri, perché venticinque sono già entrati ufficialmente domenica scorsa, qui, con Sua Eccellenza Monsignor Vescovo, e quarantacinque - trentacinque qui e dieci nell'Istituto di là - entreranno questa mattina.
Di qui a un'ora, poco più, settanta membri sono, saranno gli uomini di Dio che dovranno portare nel mondo queste grandi verità. Ma sentite, prima di andare avanti col Santo Sacrificio della Messa io sento il bisogno di rivolgermi qui ai genitori. Sentite, cari genitori. Vi dico una cosa. Cercate, durante la Santa Messa, di ringraziare il Signore! Se fosse qui - sentite un momento - mamma Margherita, io penso che canterebbe un inno di ringraziamento al Signore per averla scelta mamma di San Giovanni Bosco. Ebbene, ricordatevi voi, cari genitori: siete - non è vero? - i genitori di questi settanta uomini che Dio ha preso in questo momento storico della vita. Voi dovete sentirvi santamente orgogliosi di essere stati prescelti da Dio.

MO2,11 [06-01-1962]

11.Si sentono pieni di gioia questi figlioli. Con trepidazione, ma con commozione, tra poco, ad uno ad uno si avvicineranno qui all'altare e pronunceranno la loro formula di consacrazione al Signore. Ma ricordatevi che se non ci foste stati voi, non ci sarebbero loro! Prima di loro, Dio ha preparato voi; prima di preparare il loro cuore apostolico, ha preparato il cuore apostolico dei genitori.
E allora, sentite: ringraziamo il Signore! Oggi per noi è festa di famiglia, ma è una festa cattolica; è una festa - si può dire - della Chiesa perché oggi è la Chiesa che esulta. Fratelli miei, questa Famiglia Religiosa non è destinata a fermarsi qui a Vicenza, non è destinata a fermarsi a settanta membri: è destinata a prolungarsi nel tempo e nello spazio, e voi siete i fortunati genitori che avete dato inizio a questa Opera grande nella Chiesa del Signore. Quando fra poco io avrò fra le mani il Santissimo, dirò al Signore in questa Santa Messa che celebro tutta per questa Famiglia Religiosa, dirò al Signore: "Signore, fa che questi giovani siano santi. Fa che questi giovani siano semi di santi. Ma fa che anche questi genitori che hanno tanto sacrificato, questi genitori che hanno plasmato l'animo apostolico di questi giovani, abbiano a ricevere la degna ricompensa, in terra e in cielo, per il sacrificio che hanno fatto, dell'offerta che hanno fatto al Signore". Sia lodato Gesù Cristo!