LA NECESSITÀ DI RICONOSCERE E DI PROCLAMARE LE MERAVIGLIE DI DIO
MO121[22-12-1966]
MO121,1[22-12-1966]
1.Vi rendete conto che Dio non ci ha mai lasciato mancare il necessario, mai? Ci fa tribolare, tira, mola, bum, eccolo qua! Ma figlioli, ma questo passaggio poi spirituale del Signore, questo vedere, un pochino... Anche adesso l’arrivo del diaconato. “Ah, va là... Come una roba qualunque, come una roba qualunque?”. Ma vi rendete conto che non è mica una “roba qualunque”? Questo arrivare a tempo giusto il diaconato, a tempo giusto adesso! Guardate, anche questi nostri cari giovani in seminario; proprio intivà l’anno giusto, il tempo giusto! Non vedete mica che è un altro che è direttore della Pia Società, un altro che el ga el naso pì longo del mio? È un altro che dirige, un altro che guida, un altro che assiste! Non vedete mica in mano di chi siamo, figlioli? C’è un’armonia meravigliosa, un’armonia meravigliosa in tutto questo! Ci sforziamo di fare la volontà sua, e vedete che è Lui che guida, è Lui che conduce la mano, è Lui che ti spinge, che ti fa incontrare quelle persone. Ma figlioli, non bisogna mica che scherziamo, eh? E la cosa più importante per noi è proprio questa: osservare questa presenza di Dio.Eccolo qui, rileggo le parole: “In sé, poi, le azioni di Dio nel mondo, è l’unico argomento veramente degno di conversazione”.Non dice: “... è un argomento degno di conversazione...”, “... è l’unico argomento veramentte degno di conversazione”. Questo bisogna che ci abituiamo un pochino ad osservare queste cose del Signore, e a parlare fra noi, parlare delle cose di Dio, parlare della presenza, sottolineare la presenza di Dio. Non basta, per esempio, che uno veda il Signore: “Oh, ben, grazie, Signore!”. Ma fermati, figliolo, fermati, e pensaLo, e parla con gli altri! Ecco, mi pare che qualche volta c’è qualcosa che non va, fra noi, ed è questa: tu vedi il Signore: “Ah, che bello! Grazie!” e basta, e passi avanti, passi avanti. “Eh, già! Bisognerebbe avere il tempo di fermarsi e pensarci sopra!”.No! Dovete fermarvi sopra! Poi, don Piero, sei lì, ti capita una lettera, ti accorgi di un particolare: non basta leggere la lettera e metterla via; se c’è qualcosa che vale, supponiamo quella di Dio, insomma, per dirne una, no? Ma bisogna, bisogna seminare la presenza di Dio!
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2.Hai in mano una semente, e devi buttarla, devi buttarla: “Guarda; ho visto una cosa che veramente mi ha commosso!”. Ma devi commuoverti prima, devi fermarti in quella frase, meditare, metterti alla presenza di Dio, e poi... “Me son fermà ‘na scianta... ghe go pensà stamattina e anca stanotte...”. Dopo, da lì se taca boton, no? Ecco, trasfondi in lui questo pensiero; domani sarà lui che, abituato a pensare e a sentire dire queste cose, si metterà anche lui a pensare e vedrà il passaggio di Dio, e canterà...Non so se son fora de strada. Cosa gh’in dixito, don Guido? Do Piero, son fora de strada?Vardè che xe necessario questo, è necessario! Ho l’impressione che tante volte ci abituiamo a ricevere i doni di Dio, a vivere in mezzo ai doni di Dio, e a non sufficientemente sottolineare i doni di Dio. E bisogna sottolinearli in due modi, ricordate: primo, da soli con il Signore e ringraziando il Signore; secondo, abiamo il dovere anche di parlare con i fratelli. Non parlo delle cose intime, per carità; non parlo di quelle cose. Hai visto un fiore... Se vai su per la montagna, se trovi un serpente: “Uhh! Varda che roba!”. È vero? Trovi un fiore raro: “Guarda, guarda che roba!”. Ti incontri con Dio, vedi Dio, vedi l’impronta di Dio... Vai su per la neve, tra qualche giorno, e vedi il passaggio di un capriolo: “Tusi, vardè vardè un capriolo!”. Vedi l’impronta di Dio: “Ciò... mah, ho niente da dire...”. Un capriolo: “Uhh, un capriolo!”. Fioi, ouh, tratemo Dio manco de un capriolo?24 dicembre 1966