1.Cerchiamo di riallacciarci un momentino alla meditazione precedente, sia per partire meglio e sia anche per dar modo ai cari fratelli che non hanno potuto essere presenti alla prima, in modo da poter proseguire, è vero, con il ragionamento.Nella prima meditazione abbiamo cercato di vedere come noi viviamo in un mondo, in un mondo che è tanto piccolo; abbiamo cominciato da piccoli, avere il nostro piccolo mondo, i nostri piccoli amici, il papà e la mamma, e poi questo mondo è andato sempre più allargandosi man mano che siamo divenuti grandi. Abbiamo cominciato a trattare un pochino con persone esterne, finché abbiamo allargato le nostre amicizie e siamo venuti in una Famiglia religiosa. E questo mondo si è sempre più allargato, allargato, finché verrà il momento che si restringerà: con un piccolo sforzo si innalza e poi si restringe e scompare e finiremo per scomparire da questa terra e più nessuno si ricorderà di noi. Siamo apparsi, tanto piccini, abbiamo fatto un po' di chiasso, abbiamo fatto combattere qualcuno e abbiamo aiutato qualche altro, e poi ritorneremo ancora là, nella dimenticanza.Ma oltre che questo mondo, questo piccolo mondo nel quale noi ci muoviamo, abbiamo detto che c'è un altro mondo, altrettanto reale come questo mondo: è il mondo dello spirito, il mondo dove c'è Dio, Dio; e cioè, c'è un mondo che è realmente presente a noi, realmente esistente, nel quale noi ci muoviamo. E ci siamo fermati a vedere come in questo mondo c'è Dio che ci vede in tutte le nostre azioni, che domani ci premierà per quello che abbiamo fatto e ci castigherà se non faremo bene; quel Dio che ci aiuta continuamente e che ci aspetta a casa. Abbiamo visto che c'è una mamma, in quest'altro mondo, che ci vuol tanto bene ed è la Madonna. C'è un angelo custode, ci sono i nostri parenti morti: per molti di noi c'è il papà o c'è la mamma o c'è qualche persona cara in Paradiso che ci attende. Ora, la necessità di vivere alla presenza di questo mondo, di ricordare spesso questo mondo, perché questo mondo pensa continuamente a noi: si può dire, ha le telecamere continuamente puntate su di noi, giorno e notte.Di qui parte la seconda meditazione.
MO132,2[1966]
2.Quali sono o debbono essere le relazioni che io, Religioso, devo avere con questo altro mondo? Quali sono i rapporti che devo tenere con questo altro mondo?Ecco, prima di tutto, ci deve essere un contatto con quest'altro mondo: io devo parlare con questo altro mondo, perché, perché di là è attesa continuamente la mia voce. Dunque, prima cosa, guardate, in quell'altro mondo io devo continuamente mettermi in comunicazione; in altre parole, giorno e notte il telefono dell'altro mondo è in attesa della mia voce, della mia voce.Vedete, cari fratelli, se noi andiamo in un paese, nel paese c'è... voi trovate il medico, voi trovate il pizzicagnolo, trovate il macellaio, trovate un po' tutto quello che c'è bisogno in questo paese. Per esempio, giù, nella riforma del Sila, no, si vedono queste casette disperse là e ci si domanda: "Mah, e dove sono un po'... 'Sta povera gente che deve andare a scuola, andar qua andar là, dove vanno?". E una delle cose prime, un bel campanile, una chiesa, e attorno, vero, e attorno tutte le cose che sono necessarie.Ebbene, vedete, si può dire che noi abbiamo tutte queste cose necessarie per la nostra vita se andiamo di là: ufficio consulenze: abbiamo bisogno di qualche cosa e non sappiamo come di portarci? Pronti! Ci si attacca al telefono, si parla con Nostro Signore: ufficio consulenza! Siamo feriti? ufficio pronto soccorso: ecco lì Nostro Signore che viene in aiuto, ci soccorre! Abbiamo bisogno, so io, di qualche cosa, di qualche aiuto materiale o spirituale? Pronta la banca del mondo di là! In altre parole, il Signore vuole che noi parliamo con Lui!Nella cartolina del "Ponte della preghiera", di dietro, parlando del mattutino, abbiamo messo una frase che: "Alla sera, prima di andare a letto, il buon Religioso deve sforzarsi di fare un contatto personale e cosciente con Dio: personale e cosciente".Vedete, cari fratelli, noi tante volte parliamo così, insieme al Signore, diciamo delle preghiere pubbliche, diciamo la corona, diciamo altre preghiere pubbliche; sì, queste sono necessarie e ci vogliono, ma il Signore vuole sentire anche la nostra voce.
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3.Guardate, ieri sera è arrivato mons. Luna, eravamo tutti quanti attorno a mons. Luna, si gridava, si salutava, un po'... battere le mani, no? E mons. Luna poi l'ha ricordato: "Sa', qui si viene volentieri... e poi, si vive ricordando questo battimani, un pochino!”.Ebbene, ma questo è un contatto cumulativo! Uno di voi può aver battuto le mani e dentro essere stato indifferente, un pochino. Ma è stato diverso il contatto che ho avuto io poi ieri sera, quando mi son trovato lì da solo un pochino, abbiamo camminato e parlato insieme. Parlare... voi siete stati... voi siete andati là in studio, lui ha parlato con voi: sì, c'era già un qualche cosa di intimo, ma trovarsi a tu per tu a parlare insieme, lui parlava con me e io parlavo con lui.Vedete, Dio vuole questi incontri in studio tutti in compagnia, vuole questi incontri in chiesa tutti in compagnia, e ci devono essere questi incontri così, ma vuole il contatto un po' intimo, personale, personale. Vuole che l'Albertino si trovi con Lui solo, che Lorenzo si trovi con Lui solo, Giovanni con Lui solo: io e Lui, Lui e me! E questo incontro Dio lo vuole spesso con me, lo vuole al mattino appena che mi alzo, finché sto vestendomi, lo vuole alla sera mentre sto coricandomi; io devo incontrarmi con Lui e parlare con Lui; lo vuole nella comunione che io devo... è venuto da me e vuole che io parli a Lui e Lui vuol parlare a me, vuole che io l'ascolti. Io devo parlare a Lui e poi ascoltare quello che Lui mi dice.Vedete, fratelli miei, se non ci abituiamo nella preghiera a fare questo incontro personale con Dio, questo incontro cosciente con Dio, noi minacciamo che le nostre preghiere siano delle ripetizioni di tante formule. Vedete, nelle Costituzioni nostre abbiamo messo il rosario quotidiano, le tre corone; abbiamo messo la "via crucis" settimanale, abbiamo messo tante altre cose che mi pare, insomma, possono essere tante... l'ora di adorazione. Ma cosa varrebbero tutte queste prescrizioni, e a cosa varrebbe poi che ognuno di voi potesse anche segnare nel fogliettino che ogni giorno è stato fedele ad eseguire tutte queste pratiche di pietà, se poi si dovesse segnare che mai questo Religioso nella giornata si è incontrato personalmente con Dio?
MO132,4[1966]
4.Fratelli miei... guardate che... Nostro Signore non deva ripetere ancora quella frase che ha detto, vero, là nel Vangelo: "Questo popolo labiis me honora! Questo popolo mi onora con le labbra e non con il cuore! Scindite corda vestra et non vestimenta vestra!”. È il cuore che deve presentarsi dinanzi a Dio, figlioli miei, è il cuore che deve parlare al Signore! Non vi dico sentimentalismi: il cuore specialmente quando la croce passa per casa nostra, quando non ne possiamo più.Diceva ieri sera, e lo ripetevo ai fratelli prima, mons. Luna, che i primi due anni che si è trovato là in Guatemala, si è trovato in difficoltà enormi: solo, s'è trovato solo, solo! E l'unica consolazione era pensare a Gesù Crocifisso morente. Solo Gesù sempre dinanzi allo sguardo, e pensando a Gesù che stava morendo diceva: "Bene, Signore, per amore tuo! Per amore mio Tu sei morto, e per amore tuo io accetto questa croce!”.Fratelli miei, voi siete sempre là in laboratorio, in mezzo ai giovani, dalla mattina alla sera, si può dire dalla sera alla mattina anche sempre le stesse cose, sempre con questo peso continuo dei giovani poi nell'età nella quale riconoscono poco quello che si fa per loro: ditemi, dove potete trovare la forza per sostenere i momenti di scoraggiamento che sono propri di tutti, sono propri di tutti, se non nella cosciente... nel cosciente e personale incontro col Signore? Se non nella preghiera, fatta con fede come la facevano le nostre buone mamme, che si rivolgevano al Signore: "Aiùteme ti! Signore, te raccomando, metto tutto nelle tue mani!”.Parlate al Signore, figlioli, parlate al Signore, e poi vedrete che anche le preghiere che son prescritte dalle Costituzioni e che dobbiamo dire, verranno fatte bene, perché allora ogni Ave Maria delle tre corone, sarà un cosciente incontro con Dio e con la mamma. Allora, ogni preghiera che reciteremo in chiesa sarà un cosciente incontro con la Madonna, ma se questo incontro ci sforzeremo di farlo sempre durante la giornata.Guardate, ritorno ancora a quello che diceva ieri sera mons. Luna, quando uno dei confratelli ha detto: "Che cosa aspetta il mondo?". "Santi! Santi! Santi!”, ha detto . Il mondo aspetta santi. E cosa.. chi è il santo? È uno che cerca di vivere insieme con il Signore e di fare quello che vuole il Signore.Ed ecco allora la seconda cosa che il mondo di là, quell'altro mondo dove dobbiamo andare, desidera da noi; dunque, prima cosa, e vedete... breve, perché su questi argomenti ci siamo fermati tante volte, e avremo occasione di fermarci ancora; la seconda cosa, fratelli, che il mondo di là, reale mondo di là, che ci segue, vuole da noi è che facciamo istante per istante la volontà di Dio.
MO132,5[1966]
5.Vedete, mi permetto di fermarmi un pochino su questo punto: noi siamo come in un combattimento in tempo di guerra, siamo come dei piccoli ufficiali e abbiamo a nostra disposizione un piccolo manipolo che sono: le mani, le due gambe, l'intelligenza, gli occhi, tutto... siamo un piccolo corpo completo, una piccola pattuglia completa. Però, ricordatevi, i piani di battaglia si trovano in Cielo, non sono in terra; tutti i piani di battaglia, il grande, non è vero, comando militare, il generalissimo, si trova in Cielo. Ora, la battaglia viene diretta dal Cielo, non dalla terra. Umanamente parlando, noi non potremmo vincere la battaglia, perché ci vuole dare sia l'aiuto ma sia anche le direttive, perché è Lui che dirige la salvezza del mondo, è Lui che dirige i piani...Guardate la Madonna, per esempio: la nostra buona mamma, la Madonna, è stata chiamata da Dio ad essere la mamma di Gesù; però i piani, i piani li aveva il Padre e li ha rivelati momento per momento alla Madonna, tante volte dopo anche, no? Infatti, ecco là la nostra buona mamma, la Madonna, che riceve l'annuncio e basta, e stop. Ecco là San Giuseppe che riceve l'annuncio e stop. Ecco là, e andiamo avanti un passo, che la Madonna deve andare a Betlemme, fino là, e poi da là deve fuggire in Egitto; insomma, momento per momento il Signore dà ordini, e tante volte dà ordini attraverso la parola di delinquenti, come attraverso Erode, no? La volontà di Dio, che Gesù dovesse andare in Egitto, si è manifestata attraverso, non il sommo sacerdote o attraverso il Battista, ma si è trovata attraverso uno che anzi si è messo ad ammazzare i bambini a Betlemme.Ora sentite, fratelli, qui ci vuole tanto spirito di fede, ma proprio tanto spirito di fede, e cioè, in altre parole, bisogna che ci mettiamo in testa che, eccolo qui il fondamento dell'obbedienza. Se noi togliamo questo fondamento all'obbedienza, casca el palco. Io vi dico, l'obbedienza, se non ha questo fondamento soprannaturale, è una cosa assurda. Che un uomo obbedisca a un altro uomo è una cosa assurda! E magari è una testa... sa'... perché non sempre quello che comanda può essere più intelligente, non sempre quello che comanda può avere doti maggiori di quello che obbedisce, non sempre quello che comanda può avere vedute maggiori, può darsi che... cannocchiale o abbiano la vista corta un pochino, no? Ora, l'obbedienza si spiega soltanto se noi comprendiamo soprannaturalmente le cose, e cioè se ci mettiamo in testa che noi siamo nelle mani di Dio, e Dio realizza Lui, attraverso gli eventi, quello che è il piano che ha su di noi.
MO132,6[1966]
6.Fratelli, perché io insisto su questo? Vedete, ieri sera mons. Luna diceva una cosa che è tanto vera, sapete: che oggi siamo all'eresia della disobbedienza. C'è proprio un'eresia, non si vuol più obbedire; cioè, in altre parole, si critica, si giudica, e dopo si obbedisce. Ho sentito persino circolare una voce in giro di questo genere qui: il superiore comanda, va ben, il superiore comanda; se sembra giusto, buona, e se non sembra giusto si dica al superiore: "Guarda che te ghe sbaglià!”. E se il superiore non capisce che ha sbagliato, io ho il dovere di non fare quello che dice il superiore.... Capite che è una vera e propria eresia! È il demonio che sta vincendo, è il "non serviam”, è il "non serviam”.Leggiamo nella vita dei santi, nella storia della Chiesa.Una Santa Suor Bertilla come ha fatto a farsi santa, anime de nostro Signore? Facendo la volontà del Signore, che a lei è stata espressa attraverso una superiora che noi giudichiamo non troppo... vero, ortodossa.Guardiamo Santa Teresina del Bambino Gesù, come si è fatta santa? Apriamo la storia un pochino, apriamo le pareti del monastero di clausura, e andiamo dentro un pochino, e troveremo una superiora che l'unico amore che aveva era per una gatta, no?, un piccolo gatto, e l'unico amore e affetto era questa gatta che scappava di notte, vero, eccetera E tutte le Suore chiamarle da qua: "Vignì qua che xe scappà la me gatta!”. E su per le mura del Convento, andar a cercare la gatta della superiora. Verso la gatta tanto affetto, verso le suore manco, no? E lì, attraverso questa superiora bisbetica e nevrastenica, cosa è successo? Che è venuta fuori una santa!Amici miei, ricordatevi bene: che dirige il mondo è Dio! Che dirige le congregazioni è Dio! Che dirige le opere è Lui! Ora vedete: se noi ci mettiamo in testa di essere noi i direttori, noi coloro che dirigono le opere, le opere vanno a finire in malora, ve l'assicuro io! E allora, ecco, bisogna vedere con semplicità, con semplicità!
MO132,7[1966]
7.Vedete, fratelli, questo mi permetto di dirlo e di insistere fortemente, per questo motivo: perché adesso, adesso per voi tante volte forse è difficile obbedire, vi verrebbe voglia di criticare, forse non lo fate, ma verrebbe voglia di dire: "Ma sì, ma sarìa sta mejo... Don Aldo ga comandà questo, don Ottorino ga comandà quello, ma sarìa sta mejo!...". Adesso vien voglia di dire così, ma, pensate un momentino, se adesso viene questo... c'è questo pericolo, quando fra noi e voi c'è la distanza di venti-trent'anni, quando voi avrete un superiore che sarà venti o trent'anni più giovane di voi, come farete a obbedire a Dio? Come lo farete voialtri se non avete capito fin da adesso, fin da adesso questa cosa qui? Pensate un momentino adesso, pensate un momentino, che adesso avessimo per superiore uno dei più giovani che c'è qua, e io stesso dovessi obbedire a lui: ma bisogna farlo, bisogna vedere che è la mano di Dio! Io mi son donato a Dio, non al superiore! Mi son .... e a superiore Dio ha messo quella persona: cosa interessa? Ci vuole molto spirito di fede, fratelli! Molto spirito soprannaturale! Bisogna che sentiamo che siamo donati a Lui! Bisogna vivere, in altre parole, la nostra consacrazione al Signore! Bisogna che sentiamo che siamo di Dio, e allora sentire la gioia della croce, la gioia della sofferenza, la gioia dell'umiliazione, la gioia di essere lasciati in un cantuccio! Ah, allora, allora non succede... non si manca di carità, allora le cose vanno molto meglio!Fratelli miei, io vi scongiuro in nome delle anime, che per l'amore di Nostro Signore e con l'aiuto della nostra buona mamma, la Madonna, cerchiate di... perché queste cose le dovete capire da soli, non possiamo mettervele in testa noi. E cercate di crescere in questo spirito, in questo spirito di donazione completa al Signore. Cercare...
MO132,8[1966]
8.Vedete, fratelli miei, sembra che noi lo diciamo tanto don Aldo come io, diciamo queste cose, e ve le diciamo spesso, sembra quasi che le diciamo "Cicero pro domo sua!”, perché abbiate da vedere il Signore in noi. Ve l'assicuro che se non fossimo al posto dove siamo, ve le diremmo ma forse a pugni, ve le diremmo anche. Ve l'assicuro che ve diremmo molto e molto più forte, perché guardate, o ci mettiamo in testa che l'autorità viene da Dio e obbediamo per amore di Dio, se no io vi dico, figlioli, siamo degli stupidi a obbedire. Perché allora non si capisce: perché sacrificarsi in un laboratorio tante ore, perché mettersi là a studiare tanto tempo, perché sacrificarsi in Africa tanti missionari, in Guatemala, in America Latina, là, lontano dalla famiglia, lontano da tutto? Perché, se non si parte da un principio soprannaturale?Vedete, proprio ieri sera mi confidava una cosa mons. Luna, e diceva: "Vede, la difficoltà più grande che ho in Guatemala, ho trentun preti solo, ho mezzo milione di anime, ma la difficoltà più grande è ottenere l'obbedienza. Perché ognuno vuol fare quel che vuole lui. Non tutti, grazie a Dio ne ho alcuni che andrebbero nel fuoco per amore di Dio, ma ognuno di loro... vuole fare... per esempio, dice, un padre belga è venuto qui... ci ho dato trentamila anime, e lui subito, senza domandare, senza niente: 'Sa', qui bisogna cominciare con le opere sociali, qui bisogna cominciare così!', e si è fatto arrivare delle suore, cioè delle giovanotte dal Belgio, là ha cominciato un piccolo dispensario, ma, catechismo niente, ma... tutte 'ste robe esterne... insomma... non pregava niente: un uomo che non prega, ancò nol fa gnente. Ed effettivamente si va...".
MO132,9[1966]
9.Ora, fratelli miei, fratelli miei, guardate che il Signore ha voluto una Congregazione non perché andiamo con la marcia indietro, ma perché andiamo a marcia avanti. E cioè, se il Signore ci ha chiamati nella vita religiosa, ci ha chiamati perché vuole una donazione completa. Se all'inizio di una Congregazione non troviamo dei santi, quando li possiamo trovare, fratelli miei?E il santo chi è? È uno che si dona senza limiti, senza restrizioni al Signore. E si dona completamente, che accetta volentieri qualunque cosa che il Signore domanda.Figlioli miei, guardate, ve l'ho detto ancora a voialtri dell'Immacolata. Don Giovanni Calabria un giorno ha trovato uno che stava studiando per andare sacerdote e gli ha detto: "Senti, vai a Costozza a fare il portiere!”. E lui è andato là, e si è messo a fare il portiere. Dopo undici anni, dopo undici anni, fatto terza liceo, gli ha detto: "Cosa fai tu caro? Non studiavi per andare prete!”. "Sì, ma Lei mi ha detto di andar...". "Va’ là, va’ a studiare e va’ prete!”.Robe da matti, mi direte voi. Però, vi dico, se non c'è questa disposizione in ognuno di voi, non a parole ma coi fatti, non a parole ma coi fatti! Io vi dico: guardate che non siete sulla strada della santità. Domani, domani ci deve essere in ciascuno di noi, cominciando da me, non a parole, una disposizione completa nelle mani di Dio, per cui se il Signore dovesse dire per esempio a uno di voi, non a parole... non faccio nomi: "Adesso, in questo momento tu vai, tu vai ad Asiago, ti metterai là e farai l'assistente; lascia stare lo studio verso il sacerdozio, lascia stare e resta là fin che ti diremo noi!”. Ecco, se questo giovane non è pronto a vedere la volontà di Dio proprio così, generosamente, io dico: attenti che non siamo ancora arrivati a quella temperatura spirituale che il Signore desidera dalla Congregazione.
MO132,10[1966]
10.Guardate che stasera facciamo tutti, ma guardate che lo faccio io, lo faccio io, ma dobbiamo fare tutti questo esame di coscienza: “Sarei pronto io a rinunciare al mio posto e dare l'ufficio a don Matteo, a chiunque sia, quel che il Signore mi mostra, fare un'elezione, e io mettermi all'ultimo posto?”. Se io non sono pronto a dire di sì, guardate che io non sono a posto. Questa è la disposizione che dobbiamo avere dinanzi al Signore. Questa è la donazione di noi stessi intera, completa al Signore. Allora, vedete, anche se nella vita quotidiana vi capiterà qualche piccolo scontro, qualche piccolo dispiacere, qualche piccolo torto fatto da uno o l'altro dei Confratelli, qualche piccola dimenticanza fatta dal superiore, qualche trattamento secondo voi ingiusto da parte del superiore, qualche cosa fatta male da quello... Allora subito vi portate dinanzi al tabernacolo: "Signore, mi costa 'sta parola: so, la natura resta natura, no, la natura è natura; mi costa questa cosa, ma Signore, niente importa a me di queste cose...”. Un sorriso, più lieto e più forte di prima: “Non la mia volontà, o Signore, ma la tua volontà sia fatta!”.Questo, fratelli miei, si realizza soltanto se voi avrete continuamente contatto col Signore. In altre parole, se potete dire: "Io vivo qui in terra, ma la mia vita è in Cielo! Io continuo a pensare al Paradiso, continuo a pensare al mio Dio, e sono diretto al mio Dio: È tanto il bene che mi aspetto che ogni pensa mi è diletto!”. No? Allora voi siete preoccupati sì, ma soprattutto di fare quello che vuole Lui.Ah, fratelli miei, quanto sarebbe bello se la nostra comunità vivesse in questa atmosfera. I nostri giovani, tutti, di qualunque età, sia assistenti come quelli che vanno sacerdoti, nella fraternità e nella carità; fossimo pronti, proprio giorno per giorno, istante per istante, a questa donazione completa! Ricordatevelo, ricordatevi fratelli, qualche volta si sente dire: "Mah, uno va sacerdote, uno va assistente...". Guardate che la vera grandezza sta in questa donazione! Lo stesso sacerdozio, vorrei dire, scompare dinanzi alla luce di un giovane che si dona completamente al Signore! La vostra grandezza, assistenti, la vostra grandezza chierici, è qui: un animo che si è consacrato a Dio e che desidera solo fare quello che Dio comanda, ed è preoccupato solo di questo; e quando riceve un ordine, subito innalza lo sguardo al Signore e parte. Conosciuta la volontà di Dio, parte.Fratelli, posso essermi forse espresso male nel parlare, però aiutatemi voi un pochino con la vostra buona volontà.
MO132,11[1966]
11.Adesso, rientrando un pochino nei vostri studi, cercate di pensare un pochino a queste cose.Io vivo in un mondo, piccolo mondo, forse alcune persone mi conoscono, sono una povera goccia: cosa importa? Anche perché: mah, quello lì è più alto, quello è più basso! Cosa volete? Vuol dire che invece che essere... che avere cento persone che lo conoscono, ne avrà centocinquanta! Questo piccolo mondo, dove oggi ci sono e domani non ci sarò.C'è però un altro mondo: il vero mondo! C'è un'altra grandezza, la vera grandezza! Lì c'è Dio, il quale Dio mi vuole bene, il quale Dio mi vede, vede le mie croci e vede quello che ho fatto di bene e quello che ho fatto di male. Io mi preoccuperò di piacere al Signore, San Paolo: "Mihi pro minimo est ut a vobis iudicer" (I^ Cor.4,3). Non mi interessa di essere giudicato da voi; Colui che mi giiudica è il Signore! Là c'è una mamma, la Madonna, che mi assiste; là ci sono tante persone care che mi attendono; io cercherò di mettermi continuamente in contatto con questo Signore, con la mia preghiera, con questo cosciente e personale incontro con Dio.La mia preoccupazione d'ora innanzi dev'essere una sola, propria una sola di preoccupazione: fare la volontà di Dio. Io sono di Dio, e perciò faccio quello che vuole il Signore. Domani mi viene ordinato di andare in Guatemala, e vado in Guatemala. Mi viene ordinato di andare a Grumolo e di aprire la colonia, e apro la colonia. A me non interessa niente: vado dove Dio mi chiama, in qualunque momento, in qualunque ora. Questa disposizione bisogna proprio avere! E siccome che questa disposizione capite che è santità, è alta santità.Vi raccomando tanto una cosa: questa sera rivolgiamoci tutti alla Madonna, rivolgiamoci per noi e per la Congregazione; chiediamo alla nostra buona mamma, la Madonna, che conceda questa grazia alla Congregazione: che tutti i membri della Congregazione possano vivere questa spiritualità. Ricordatevi: è l'unico modo per poter realizzare quel fine che Dio ha stabilito alla nostra Famiglia.Sia lodato Gesù Cristo!