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LA PRESENZA DI GESÙ NEL TABERNACOLO

MO183 [25-05-1967]

25 Maggio 1967

MO183,1 [25-05-1967]

1 Nei primi tempi dell'Istituto avevamo una chiesa un po' più piccola di questa; pensate che in metà di questa chiesa ci stava tutto l'Istituto. Ebbene, in quella piccola cappella sono avvenute tante cose che, per chi è stato presente, è impossibile dimenticare. Quel piccolo tabernacolo che noi oggi abbiamo su a Val Giardini, e che porteremo presto alla nostra cara colonia di Grumolo, conserva tanti ricordi. Tante anime si sono prostrate dinanzi a quel Tabernacolo... tante promesse... tanti desideri... tante illuminazioni.
Ebbene, un piccolo fatterello capitato proprio dinanzi a quel tabernacolo. I più grandi forse l'avranno sentito raccontare, ma è sempre bello parlare delle cose di Dio, e ricordare quello che Dio ha fatto. La Casetta era piccola. Un giorno è venuta una mamma a visitare la Casetta, portava in braccio un bambino, piccino così: aveva nome Gaetano. Voi direte: "Che sia quel Gaetano?". Penso di sì. Ebbene, è andata su in cappella questa buona mamma chiamata zia Ernesta, è andata su in cappella assieme con mamma Clorinda,sono andate lì un momentino a pregare, poi si sono alzate, hanno fatto la genuflessione, e mamma Clorinda esce dalla piccola cappella e comincia a discendere le scale, e l'altra non esce dalla cappella. E mamma Clorinda, pensando forse che fosse inciampata, che fosse caduta, che fosse capitato qualcosa, torna indietro... e vede una scena che sarebbe da dire con una parola sola, ma di quelle che commuovono, ma di quelle che sono state... Ebbene, vede questo: la mamma Ernesta col piccolo Gaetano in braccio messo sopra l'altare, e la mano destra della mamma che prende la mano destra del bambino e che bussa alla porta del tabernacolo. Che cosa avrà detto quella mamma? Che cosa avrà detto quel bambino? Ah, poverino, avrà detto niente, però il Signore ha capito tutto, e quella manina, quella manina che ha toccato abusivamente il tabernacolo, piccina piccina, tra poco sarà consacrata e sarà la mano di un sacerdote... speriamo! Se non si pente nelle ultime ore, cosa ve ne pare? O se il Consiglio non lo butta fuori dalla porta. Speriamo! Ebbene, figlioli, quella mamma aveva capito, quella mamma aveva capito che oltre quella porticina c'era una persona che poteva rispondere a quel picchettìo. La manina del bimbo, spinta dalla mano della mamma adulta, e dentro c'è, non una cosa... c'è lui! Quella mamma sa che dentro la porticina c'è uno, c'è uno, c'è lui, c'è il Signore!

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2 Ecco quello che dobbiamo conoscere noi, quello che le nostre buone mamme conoscono. Vedete, figlioli, le nostre buone mamme, quando al mattino si alzano presto e, non attraverso corridoi riscaldati, ma per la strada bagnata, polverosa, piena di neve, vanno alla chiesa, vanno alla chiesa per ricevere uno... ricordatevelo bene! Hanno fame di uno, hanno desiderio di incontrarsi con uno e sanno e sono convinte che oltre la particola c'è uno, c'è uno. Loro vedono pane, loro gustano pane, ma sanno che è realmente lui, il Signore, il loro Dio che vanno a ricevere, che vanno ad adorare. "Andiamo alla Messa, andiamo all'ora di adorazione, andiamo in chiesa fin che abbiamo tempo, andiamo... ad incontrarci con lui!".
Figlioli, siamo figli, noi, di queste mamme che credono. Le nostre mamme... di Gaetano, e la mamma di don Ottorino, e la mamma di don Guido e la mamma di don Girolamo... è la mamma vostra! Ricordatevelo bene, è la mamma vostra! Anche se per qualcuno... la mamma è morta, dal sepolcro questa mattina vi richiama alla fede, a quella fede che hanno le nostre mamme, che è la fede che noi, si può dire, abbiamo appreso succhiando il latte materno. Oltre la porticina dorata non c'è una cosa, non c'è una reliquia, c'è uno, una persona vera, reale, presente. E questa persona mi conosce, mi conosce... Se a un dato momento, in treno, si trovasse l'assistente Vinicio, assieme con una persona, e cominciasse a parlare: "Lei, signor Vinicio, è di Vicenza?". "Sì". "Conosce l'Istituto San Gaetano?". "Beh... sì... forse, un pochino!". "Conosce don Ottorino?". "Eh, purtroppo, - direbbe - purtroppo che lo conosco, no, che lo conosco!". "E, - direbbe - ma proprio sul serio lo conosce?". "Ma certo! Senta, mangiamo insieme, viviamo insieme, scherziamo insieme, lavoriamo insieme! Lo conosco". Ebbene, proviamo ad alzare il velo: lì c'è uno che mi conosce più di Vinicio, c'è uno che mi conosce più di mia mamma, c'è uno che mi conosce più di voi. Voi mi conoscete, sì, voi mi conoscete, ma lui conosce nell'intimo del mio cuore, mi conosce dal primo istante della vita fino a questo momento, conosce luci e ombre, conosce atti di virtù che voi non conoscete, conosce miserie mie che voi non conoscete. Conosce quello che io devo fare, conosce quello quello che io, col suo aiuto, posso e devo fare. Figlioli, c'è uno, e uno che mi conosce. Ricordatevelo bene: durante la vostra visita al santissimo, guardando al tabernacolo, voi dovete incontravi con uno sguardo, dovete incontravi con uno che vi parla nell'intimo e che fa rinascere tutte le vostre azioni, tutto quello che avete fatto. Figlioli, solo così noi possiamo salire verso la santità: incontrandoci con lui. Ma consoliamoci: è uno che ci vuol tanto bene! Se quel viaggiatore, rivolgendosi all'assistente Vinicio, andasse avanti con la domanda: "Scusi, lei che dice di conoscere don Ottorino vuole bene a don Ottorino?". Lui risponderebbe, almeno penso, eh, risponderebbe: "Xele domande da fare? El scusa, vorlo che non ghe voja gnanca ben a don Ottorino?". È chiaro? Eh, scusa, sono domande da fare? Ebbene, se io rivolgessi una domanda a lui: "Signore, dimmi un po': mi vuoi bene?". Lui mi risponderebbe: "Don Ottorino, tu sai, tu sai che ti voglio bene. Tu hai avuto tante prove nella tua vita che io ti voglio bene". "Ma mi vuoi bene, Signore, nonostante le mie miserie?". E lui continuerebbe: "È appunto per le tue miserie che ti voglio bene! Perché una mamma vuol bene a tutti i suoi figlioli, ma se ce n'è uno ammalato, per quel figliolo si può dire che ha una certa preferenza, lo considera quasi come il suo tesoro, la sua perla preziosa quel figlio ammalato. Appunto perché sei debole, appunto perché hai i tuoi difetti, perché hai bisogno di un cuore paterno e materno vicino a te, appunto per questo ti voglio bene". Figlioli, ecco chi c'è oltre la porticina dorata, ecco chi c'è oltre le specie eucaristiche: c'è uno a cui dare il tu, c'è una creatura che mi conosce nell'intimo, c'è una persona che mi ama, che mi ama e che mi attende in Paradiso! Ah, che pensiero gioioso, figlioli: una persona che mi ama e che mi attende in Paradiso!

MO183,3 [25-05-1967]

3 Oggi, avviciniamoci alla nostra buona mamma, la Madonna, è... ancora il mese di maggio, sentiamo ancora il caldo della bella funzione tenuta ieri sera là a Chiampo, alla grotta di Lourdes, preghiamo la Madonna che ci faccia conoscere Gesù.
Io avevo l'abitudine, quando ero nella vostra età, di andare spesso nella casetta di Nazaret, battere alla porta, così, poeticamente, avvicinarmi alla Madonna e dirghe... mi capitava così a casa: andavamo in una casa, si batteva: "Vero, xelo a casa Giovanni? Xe a casa Mario?". "Perché?". "'Ndemo a zugare insieme!". Mai capità a voialtri sta roba qua? Vai in una casa chiamare... l'amico per andar a giocare insieme. E allora io direi di fare così: andare alla casetta di Nazaret, battere alla porta: "Mamma, xe a casa Gesù?". "Sì, l'è qua!". "Ciàmelo, parchè vui restare insieme un tochetèlo...". Ecco, avviciniamoci alla Madonna, con la semplicità di un bambino, stamattina, e domandiamo alla Madonna, per piacere, che ci faccia incontrare con Gesù. Tra poco scenderà dal cielo nelle mie mani sacerdotali, .. poi lo deporrò nel vostro cuore, lo riceveremo, diventeremo uno attraverso l'eucaristia, proprio diventeremo uno! Preghiamo la Madonna che ci faccia capire il grande mistero che avverrà fra poco sopra l'altare, e la grande persona che riceveremo dentro di noi. E quando verremo in chiesa in questi giorni, ma sempre, in tutti i giorni della nostra vita, guardando il tabernacolo ricordatevi sempre che lì non c'è una reliquia o una cosa morta, ma c'è una persona che vi ama e che vi aspetta in Paradiso.