1.State a sentire: qualche volta io mi sono domandato: ma perché, quando Gesù è risorto, non è rimasto sempre con i suoi Apostoli; perché non è vissuto sempre insieme con loro... parlare insieme, mangiare insieme? No, no: appare solo di tanto in tanto. Appare alle donne, appare a Pietro, appare a quelli di Emmaus: sempre apparizioni saltuarie, così che gli Apostoli hanno la certezza della risurrezione, perché hanno visto, sono vissuti qualche tempo insieme; ma hanno anche, direi, tutta quanta la pena del distacco, il dispiacere di essere distaccati da Lui.Infatti, quella parola che Pietro pronuncia: “Vado piscare”, va ben! 'Sta gente me dà l'idea quasi che i xe sentà qua tutto il giorno, qua nel giardino dell'Immacolata. Tornasse Lu: “Mi vò zo par l'Asteghelo!”. “Vegno anca mi, vegno anca mi!”. Questa frase 'vado piscare', più che andare a pescare per prendere pesce, dà l'idea quasi: “Vado a perdermi via un poco...”. Non so se sbaglio. Dà l'idea, sì, del pescare per aver il pesce, ma insomma, sa, questa abitudine de andar pescare, la vicinanza del lago che li porta un pochino alle vecchie abitudini.Tanto è vero che Sant'Agostino qui fa il commento: “Ma come? Dopo la conversione vanno ancora a pescare... non è mica male guadagnarsi il pane con un po' di fatica”. Gli Apostoli vanno a pescare, ma l'altro non va mica al telonio ancora a fare commercio: è un posto pericoloso, no? imbrogliar la gente! Pescare è una cosa sana, è una cosa dove, vero, l'uomo col sudore della sua fronte si guadagna il pane, e perciò si può ritornare benissimo. Sant'Agostino, anche dopo la conversione, ha imparato le cose e ha convalidato il lavoro per gli Apostoli.Ma mi pare, ecco, il punto da sottolineare è questo: questi benedetti Apostoli, ripieni della luce della risurrezione, sono nei momenti in cui anche loro vedono il resto degli uomini normali: gli uomini che vivono lavorando, gli uomini che fanno fatica camminando, che vanno un po', sì, un po' con una certa mentalità, illuminata dalla risurrezione, ma con una certa umanità.Questo, vedete, è un pensiero importantissimo per noi, perché siamo uomini di Dio, ma sempre uomini. Perciò sentiremo sempre la pesantezza della natura umana. Una volta perché facciamo... un'altra volta perché... male la schiena, vero Leonzio? Insomma, sentiremo la pesantezza della natura, porteremo sempre la parte umana con noi. E i nostri rapporti con il soprannaturale, ricordatevi bene...
MO63,2[14-04-1966]
2.Le apparizioni di Gesù non son fatte per... Anche gli intimi colloqui col Signore, le estasi o qualcosa del genere... Di tanto in tanto, cioè, il Signore si fa sentire nell'Eucaristia, si fa sentire nella preghiera vicino a noi, si fa sentire qualche volta; ma ricordate che, se noi consideriamo i quaranta giorni che passano dal giorno della Risurrezione all'Ascensione, e facciamo il conto, e chiamassimo dieci, diciamo cento, in questi quaranta giorni, quanti giorni si è intrattenuti col Signore? Quante ore? Il Vangelo dice una parte... ma penso, penso, che soltanto una parte di quel tempo Pietro ha avuto la gioia di vivere col Signore, di stare insieme col Signore, non vi pare?Ora, vedete, la stessa cosa mettetela in preventivo anche per noi; e cioè, il Signore si manifesterà non in una forma visibile ma in una forma intima alle anime nostre... qualche volta pregando, qualche volta entrando in un corso di Esercizi o in una meditazione, o in una comunione, o in una lettura, o in una circostanza particolare, come può essere per esempio la morte di una persona cara, o qualcosa di simile. Il Signore si fa vedere, si fa sentire vicino. Però ricordatevi: sono rari i casi. E quanto più diventerete vecchi, tanto più il Signore partirà e salirà al Cielo, e soltanto poi, di tanto in tanto apparirà. Cioè, il Signore vuole sottoporci a tanti... A parlare agli uomini di quello che abbiamo veduto, non di quello che vediamo. Infatti "vi narriamo quod vidimus" non "quod videmus... quod vidimus, quello che abbiamo visto".Ora, vedete, noi bisogna che accettiamo dalle mani del Signore questa prova... in modo particolare per gli apostoli, cioè accettare l'aridità spirituale, accettare che il Signore non ci dia più il gusto della preghiera, il gusto della sua presenza. Se poi, di tanto in tanto, il Signore vuole ricuperarci questa gioia, e ce la dà, vedete... tante volte può darsi quando siamo in preghiera, e qualche volta quando siamo anche in lavoro: vedete che lavorare non è mica una cosa brutta. Stavano lavorando quando è arrivato il Signore, stavano lavorando! Il Signore apparirà nel momento che vuole Lui. Non è dire: “Beh, io adesso vado in cima al monte e là mi apparirà il Signore!”. Vedete i discepoli di Emmaus lo hanno trovato per strada, no? Gli altri erano radunati in casa; e questi stavano pescando, proprio là, lavorando: i gavarà tirà anche mesa 'saracheta' alla notte, parché no i ga ciapà gnente, de quele che se pol tirare...! Proprio là appare il Signore, vedete!
MO63,3[14-04-1966]
3.Ora, noi cerchiamo istante per istante di compiere la volontà di Dio, di cercare la volontà di Dio, e poi vedrete che il Signore di tanto in tanto apparirà. Magari mentre state compiendo il vostro dovere assistendo una povera, un povero ammalato...Mi diceva... Chi era? Don Antonio ieri, anzi l'altro giorno, mi diceva che lui ha avuto una gioia grande in questi giorni, ma proprio tanto grande: la gioia di un funerale! Il funerale di quel giovane di diciannove anni che è morto lì a Grossa: quel buon figliolo. Aveva l'epilessia e perciò... Un buonissimo figliolo e, durante la Quaresima faceva la comunione quasi ogni giorno; proprio... faceva un'ora di preghiera ogni sera ritirato lì nella sua stanza. Lì, vedete, quello certamente sentiva un po' la presenza del Signore. Si vede che il Signore voleva prepararselo per il Paradiso e, certo, io mi sono domandato... avendo l'inginocchiatoio in camera, faccio un'ora di preghiera ogni sera come fa lui, come faceva lui? Se... niente, il Signore voleva prepararlo per il Paradiso, e perciò, avendo lui la croce della malattia... il Signore non gli ha dato la croce della sua separazione: gli è stato vicino, gli dava un po' di gioia nella preghiera. E don Antonio mi diceva: "Guarda, ci sono tante croci nella vita pastorale, tante sofferenze, eccetera, però, guarda la gioia di prendere un giovane che a diciassette anni voleva impiccarsi, voleva uccidersi, voleva proprio ammazzarsi, perché quando si è accorto di questa malattia era proprio esasperato, disperato. E piano piano gli ho fatto dire che accettava il sacrificio, piano piano, piano piano, e, dice, ecco là: è arrivato alla gioia della immolazione, alla gioia dell'offerta del sacrificio per le anime. Quante volte gli ho fatto offrire le giornate per l'Istituto San Gaetano! Guarda! Tante volte, tante volte, ma proprio tante volte, gli facevo offrire proprio per voi, per voialtri qua dentro”.C'è magari Smiderle che è riuscito a vincere se stesso e schiacciare quel fiore quel giorno; magari forse ha avuto la forza perché c'era qualcuno che gli dava la forza sotto acqua.
MO63,4[14-04-1966]
4.Ah, figlioli, vedremo in Paradiso i misteri di Dio, li vedremo in Paradiso! Chissà quanti di noi siamo salvati dal peccato per l'offerta di questa creatura, di questa umile creatura che offriva al Signore il suo sacrificio; magari cascava per terra: "Signore, ti offro questa umiliazione per le anime, per i giovani della Casa dell'Immacolata!".Ebbene, dunque, don Antonio mi diceva: “Son tante le croci nella vita pastorale, ma la gioia, la gioia di un funerale, ma di un funerale di un'anima che è volata in Paradiso, un'anima che non è nata santa, che si è fatta santa, che si è sacrificata per istrada!”.Capite, figlioli miei? Ecco il Signore che si è manifestato a don Antonio; non si è manifestato forse magari quando a un dato momento ha chiamato don Matteo, o quando ha visto il naso di Marco che si prolungava a vista d'occhio. Si è manifestato in altri momenti; però si manifesta in momenti ...“Un'altra grazia che ho ricevuto, dice don Antonio, è stata la 'Pasqua degli ammalati'”. Ha fatto un ritiro, ha celebrato la Messa in chiesa per gli ammalati portati in chiesa, con le sedie a sdraio, e ha celebrato la Messa e ha detto agli ammalati l'importanza che hanno loro nella parrocchia... "Voi non siete gli ultimi nella parrocchia, voi siete le persone più importanti: collaborate con Cristo per santificare la parrocchia!”. “A un dato momento, parlando, mi son messo a piangere, e piangevano anche loro! Ma, ti dico la verità, è stata la gioia più grande di questa Pasqua: questa comunione di Cristo con il Cristo sofferente, con i cristiani che accettano la croce da Cristo per amore delle anime".Fratelli miei, ho detto, ho detto che il Signore di tanto in tanto dà, si fa vedere: queste sono le apparizioni del Signore, che avrete anche voi. Nella vostra vita apostolica, di tanto in tanto apparirà, il Signore; apparirà magari quando vi incontrerete con un bambino innocente e gli parlerete di Gesù e lui sarà tutto contento; con qualche vecchio che sta per precipitare all'inferno, e voi riuscirete a dare una mano a questo vecchio e si rialzerà e, ricordandovi dopo di aver rialzato questo vecchio dall'inferno e avergli aperto la porta del Paradiso, guardando il cielo, guardando le stelle, vi sembrerà di vedere l'anima di questo uccellino che vola verso il Paradiso, e avrete la gioia di essere arrivati in tempo a dargli una mano. Sarà qualche giovanotto che si aprirà con qualcuno dei nostri assistenti, e, sa, e con grande confidenza, e dirà le sue pene, e l'assistente lo aiuterà a rimettersi in carreggiata.Dico, guardate che il Signore, qualche volta... Magari, ecco l'assistente Filippi va in chiesa, si innalza in estasi, tre volte perché. Si innalza lì, vero, e a un dato momento tu vai per toccarlo e lui non si muove, e allora corri a mettere una candela come hanno fatto, là, con Bernardetta, vicino, e per quattro-cinque minuti la candela lo riscalda. E poi, e poi, cosa succede? Può capitare... Dico di Filippi per non dire di Smiderle o di don Luigi Furlato, che qualche volta si trovava ancora addormentato in chiesa alla mattina, vero! Quella è la sua estasi!
MO63,5[14-04-1966]
5.Figlioli mie, può capitare questo... nel momento della sofferenza, ma questo è il passaggio del Signore! Ricordatevi, non è questo il pane che noi, che noi, vero, riceviamo da Dio ogni giorno. Ho visto con gioia che a Pasqua abbiamo mangiato volentieri le focacce, no?, le focacce pasquali, il dolce, eccetera Poi si è anche trascinato per qualche giorno, per qualcuno, qualche pezzo di focaccia, ma non potete pretendere che tutto il tempo dell'anno, mattina, mezzogiorno e sera, il nostro caro Giorgio vi dia le focacce pasquali, vero? Queste sono cose ovvie! Questo, il giorno di Pasqua, il giorno di Natale, il compleanno di qualcuno, eccetera eccetera o altre circostanze. Ma sempre, sempre, focacce pasquali! In Paradiso avremo sempre le focacce pasquali.Così è dello spirito: non possiamo pretendere che il Signore sia sempre sempre presente, perché, sa, se fosse sempre presente non ci sarebbe il merito della difficoltà, il merito anche di dare completamente se stessi. Saremmo sempre con Lui, Lui che agisce e noi gli terremmo dietro, no? E invece no!Il Signore vuole che noi diamo completamente, completamente noi stessi. Lui ci dice: “Non state aver paura. Io sarò con voi; abbiate fede: sarò con voi!”. Quando infatti, addormentato nella barca, e gli altri hanno incominciato un po' a borbottare fra loro, li ha rimproverati: “Uomini di poca fede!”.Perciò, avere fede: il Cristo è sempre con noi! È sempre vicino a noi, ma nello stesso tempo sapere che questa prova, questa prova, ricordatevi, insisto, è inevitabile, è inevitabile; è necessaria, dovremmo chiederla noi al Signore. Perché insisto su questo? Perché... perché, nel mio giro che ho fatto in America, ho visto questo: tanti sacerdoti scoraggiati, vorrei dire, tanti sacerdoti umanizzati, umanizzati. Perché? C'è stata la focaccia di Pasqua, e allora ci si umanizza, ci si umanizza!Vedete, per me, partire da Araceli e venire qua nelle terre di Saviabona, dopo quello che mi era capitato con don Giovanni Calabria, eccetera,Sa: “Andiamo e moriamo con Lui”, hanno detto gli Apostoli, “andiamo e moriamo con Lui”! Ma quando incomincia il Calvario, tutti 'taiaverunt corda', tutti i xe scapà via! È facile, in un momento di grazia e di entusiasmo, dire: andiamo! Ma quando incomincia la salita, perseverare, in 'prima' su per la salita con la macchina, xe ben diverso che fare 'na volata e basta; tacare in una montagna 'na salita, adesso scominsiemo la marcia funebre, tachemo la 'prima' e pian pianelo, pian pianelo andemo su, pian pian. Certi camion che vanno a passo d'uomo, camion e rimorchio, su per il Costo, piano piano, e, sa, con giudizio, né andar troppo forte né troppo piano, e si arriva, piano piano si arriva su. Ma, bisogna, con costanza!
MO63,6[14-04-1966]
6.Ora, vedete, perché ho trovato tanti sacerdoti scoraggiati? Perché si sono dimenticati di una cosa: che dobbiamo anche noi morire con Lui, che dobbiamo anche noi essere immolati, e che il Signore ci ha chiamati a questa immolazione per avere la Pasqua finale, non per avere sempre la Pasqua.Il passaggio apostolico, in qualunque parte, non è un passaggio trionfale, è una crocifissione, figlioli; perciò la poesia di Estanzuela, eccetera eccetera: dovete un domani mettere anche in preventivo che quei ragazzi domani vi abbandonino, che quei ragazzi domani si stanchino di voi, che quei ragazzi domani prendano in mano la falce e il martello e siano pronti, dopo avervi fatto i sorrisi più belli, siano pronti anche domani a condurvi dinanzi ai tribunali e ad ammazzarvi. Figlioli miei, bisogna che mettiate in preventivo, non il sentimento umano andar là... perché là sarà giovedì santo. Ricordatevi, ve l'ho detto tante volte, dovete essere pronti a prendere anche il turibolo giù per la testa, non solo l'incenso che è dentro al turibolo. Dovete mettere in preventivo questa povera stanchezza umana, il fisico non ce la fa più, il momento di scoraggiamento, la giornata nera, eccetera, e va bene.Tanto per consolarvi vi metterete a disegnare Verdi, vero? Ieri sera abbiamo visto in un certo posto un disco, là Verdi, Verdi... si è messo a ridere, e allora quel tale che l'aveva disegnato, aveva una giornata nera, e allora... un Verdi, un Verdi... "Per cavarme un pochettin, me son messo a disegnare Verdi". El scorla la testa. Sei stato tu a disegnarlo? Cosa gheto dito? Vinicio, sii testimonio. Pò, basta vardare el disegno originale. Cossa gheto dito ieri sera? Che el rifletteva un po' la giornata, no... Guardate che quelle giornate... tante, e forse a catena: perché xe caldo, perché ghe xe le zanzare la notte, perché ghe xe el raffreddore, perché ghe xe la gente che te abbandona, specialmente la gente... Guarda, dopo aver seminato e seminato, quei tali che erano con voi, cominciano ad essere contro di voi.
MO63,7[14-04-1966]
7.Sapeste quante volte, per esempio, ho visto, anche qua in città, sacerdoti avviliti per 'ste robe qua: dopo aver lavorato, lavorato, magari, che cosa succede? Che vengono persino, persino intercettate le telefonate, registrate col magnetofono, contraffatte e portate dal vescovo perché... Dico, cose da matti! Per chi si dona, son da mettere già in preventivo queste croci!Badate, state attenti figlioli, nel parlare; pensate che le vostre parole siano pubblicate dalla radio, che le vostre azioni ... siate prudenti, perché badate basta un 'et' per creare una croce! Badate che basta un 'et'!Per esempio ieri, passando in macchina in città, ho visto un sacerdote giovane con una ragazza giovane, che stavano camminando, in un certo posto lì in città, non è vero, ma stavano chiaccherando... "Est modus in rebus": sorrisi di lei, sorrisi di lui... "Est modus in rebus"! C'è un quid che basta un 'et' per andare di là! E domani, domani ci cascherete dentro a queste cose qua. Credo che il cinquanta per cento dei preti che conosco io ci siano cascati dentro. Così, ingenuamente, e quando si sono accorti: “Oh! Oh!”, tutti disperati! Prudenza, figlioli, prudenza! Pensare che la gente misura quanto tempo si sta in confessionale, con l'orologio... e quante volte... in una settimana e quanto tempo resti lì. Sanno quanto tempo ti sei fermato in giro per la strada con il tuo assistente o con quella data signorina; quante volte sei entrato in quella casa... Ma così? La gente lo sa. La gente lo dice.Figlioli, comunque, queste cose, dovete metterci tutta la buona volontà, ma ricordatevi che la vita apostolica ne è piena. Voi direte: ma allora! Sì, una parte dobbiamo evitarla, una parte è inevitabile; e allora bisogna sopportarla per amore di Cristo. Perciò, la vita apostolica, ve l'ho detto prima: non scoraggiarsi, non scoraggiarsi!Questa è la strada! La via dei "russari" non è una via asfaltata... la via retta chiede sofferenza. Però ricordatevi, mi diceva un sacerdote, giorni fa, e mi ha commosso: “Guardi, don Ottorino... Mi pare che il sacerdote senza sofferenze, senza croce, è un cieco. Sta per portare un messaggio, il sacerdote. Mi pare che, per il sacerdote, il soffrire porti una gioia, una gioia tale che è indescrivibile. Se si trattasse per un sacerdote di dover scegliere la gioia della sofferenza, credo che un sacerdote dovrebbe scegliere la sofferenza, perché, perché la sofferenza, pure nello strazio dello spirito, della carne, che so io, porta con sè, per il sacerdote, una gioia intima, proprio intima, che credo sia impossibile descriverla a chi non l'ha provata”.Perciò, nell'animo del sacerdote, nel sogno di un prete, nel sogno di un prete: fare la volontà di Dio istante per istante, donarsi completamente per la comunità, per le anime; vivere uniti, donarsi per le anime, ma però, se c'è un desiderio - che credo un dovere intimo - è quello di soffrire, è la gioia di soffrire... Perciò, dico, mettersi a disposizione, perché dovremo patire, dovremo soffrire; dovremo essere a disposizione: questo è il piano di Dio, fu insegnato dagli Apostoli, risorge il Signore, appare... appare... "Ancora un poco sarò con voi”.
MO63,8[14-04-1966]
8.Però c'è un'altra frase ancora, un altro pensiero ancora: quando gli Apostoli... il Signore, quando si manifesta e improvvisamente cessa il vento, ti accorgi che è Lui.Altre volte ti accorgi prima... Viene a farti una visita, il Signore, viene a trovarti, e allora: "Ah, è il Signore!". Il Signore viene a sollevarti, ma tu ti accorgi dopo, come ha fatto quel "povero" che è andato da San Gregorio, mi pare vero?, a mensa da San Gregorio e improvvisamente, visto che era il Signore, è scappato via, no? Con gli Apostoli di Emmaus, la stessa roba: qui lo stesso, si manifesta subito dopo, poi pranza con loro. Proprio lì consiste la bontà del Signore: non si manifesta subito agli Apostoli. "Dominus est!". San Piero, "qui erat nudus", arriva a riva. Cosa ha fatto il Signore? Lui aveva domandato fede; ha domandato... Ecco: è nella carità che si manifesta, il Signore! Il Signore non si manifesta sempre, si manifesta qualche volta, ma guardate che si manifesta quando... Guardate che esaminando bene anche Emmaus: "Mane nobiscum, quoniam advesperascit", la gentilezza degli Apostoli e l'ospitalità fa sì che Lui si manifesti, e non avendo fatto quell'invito, forse, el Signore andava avanti, no? Sarebbero stati illuminati, sì, ma non avrebbero avuto la gioia di vederlo.Quando, anche lì, anche lì Lui domanda fede. E loro rispondono: “Ghemo ciapà gnente!”. Però, attenti, importante: quando vanno da Lui, Gesù ha già preparato da mangiare per loro! Non soltanto li consola nello spirito, 'sta pora gente ha lavorato tutta la notte, no?, i xe 'nda pescare, han preso niente, sono uomini, hanno bisogno di pane, hanno bisogno di qualche cosa: è già pronto il pesce cotto e il pane. Che gentilezza, che bontà da parte del Divino maestro!Guardate, figlioli. Lavoriamo per Lui. Non abbiate paura! Di tanto in tanto Lui si manifesterà: comunque si manifesterà nell'ultimo giorno. Però ricordatevi quelle parole che ha detto Lui: "Non preoccupatevi di quel che mangerete, di quel che berrete, eccetera eccetera". Lui sarà sempre con noi anche... Lo abbiamo visto nella nostra Famiglia religiosa, lo vedremo in avvenire con cose meravigliose, perché sono convinto che c'è qualcosa che sta bollendo per aria. State sicuri che il Signore è con noi, il Signore è con noi, il Signore non ci abbandonerà, anche nelle cose materiali.Ecco, leggendo il vangelo, è lì sulla riva, vuole dare ai suoi Apostoli la gioia dell'incontro, ma anche, siccome hanno un corpo che ha fame, prepara prima un pezzo di pane e poi si incontra con loro. Prima di dare a Pietro la gioia: "Pasce agnos, pasce agnos, pasce oves", gli dà la gioia di dire: "Varda, no sta' preoccuparte, sii pure il Principe degli Apostoli" eccetera eccetera; prima però, siccome ha un corpo, Pietro, gli dà da mangiare.
MO63,9[14-04-1966]
9.Perciò, nella vita apostolica, non abbiate paura, non vi mancherà niente, non vi mancherà niente! Là in Argentina troverete i "assadi", troverete... Ieri sera ho visto il caro Zeno e Giorgio che stavano lassù al Lozze: bene, hanno imparato ad arrangiarsi, caso mai par strada, i trova 'na vedèla e i gh'in taja un toco e el giorno dopo i taja quell'altro toco, vero? I se fa quattro brasole. Caso mai, là, caro ti Stefani, in Argentina, digo lì Zacapa, te 'ndarè pescare. te 'ndarè, dove?, Porto Barrios, pesce ghe n'è fin che te vui, vero; banane ghin'è... non abbiate paura, non vi mancherà da mangiare! Però ricordatevi, non vi mancherà da mangiare ma non vi mancheranno le croci, non vi mancheranno le croci!Le croci e il cibo li avrete, Cristo lo avrete presente di tanto in tanto, perché Lui non ha assicurato di esserci. Ha detto "sarò con voi", ma non ha detto se sarà addormentato nella barca o se el zuga ciupascondare o se veramente sia là presente o si mostrerà presente. Di tanto in tanto si mostrerà presente, ma ricordatevi: Cristo è con noi!E allora terminiamo.Scusate... Voi direte che insisto troppo su 'ste robe qui, ma, se ho visto io, purtroppo, tanti sacerdoti stanchi, li ho visti perché? A un dato momento hanno umanizzato il loro lavoro, e avendo umanizzato il loro lavoro, ricordatevi quello che vi ho detto tante volte e che ci diceva mons. Volpato: "La vita sacerdotale è la più sublime delle missioni, ma il peggiore dei mestieri"! Finché resta una missione, è come un aereo che vola; quando che l'apparecchio non vola più, casca giù! Non c'è niente da fare: sora el mare, se i motori va, te ve a novecentocinquanta chilometri all'ora, diese chilometri de altezza eccetera o dodese chilometri de altezza, ma se i motori se ferma, no ghe xe gnente da fare. No se pol restare per aria come una foja portata dal vento: o te corri o zo! "No se podarìa andare a cinquanta chilometri all'ora, no se podarìa star alti cento o mille metri?". No xe possibile! O novecentocinquanta chilometri all'ora, o novecento chilometri all'ora e a quell'altezza, o zo: no ghe xe ninte da fare! L'apostolo: o alto alto, o zo! Non c'è niente da fare!28 aprile 1966