Il riferimento è a Dino Porto, che all’epoca frequentava il corso liceale.
Don Ottorino chiama ora in causa don Matteo Pinton, mentre subito dopo nomina anche l’assistente Vinicio Picco.
Il riferimento è ad Alberto Baron Toaldo, che all’epoca frequentava il corso liceale.
MI20,1 [18-05-1965]
1.Per esempio, se volessi vedere quanto è santo Dino , dovrei prima vedere non solo quanta febbre ha con il termometro, ma anche controllare il suo libretto di banca. "Quanti soldi hai?". Dieci milioni. È un bel capitale! E tu, Matteo ? Otto milioni. Dunque lui ha due milioni di più. Piano, piano! Quanti milioni hai ricevuto in partenza? Cinquanta, e ora ne hai dieci. E tu quanti ne hai ricevuto? Due, e ora ne hai sette. Il grado di santità è la risultante dei doni ricevuti da Dio e della collaborazione dell'uomo. Noi, invece, siamo abituati a misurare il grado di santità da quello che vediamo dal di fuori. Esaminiamo, ad esempio, tre libretti di banca: quello di Vinicio, di Matteo e di Dino. Mi capitano in mano tutti e tre: Dino ha cinquanta milioni, Matteo ha sette milioni, Vinicio, poverino, ha solo duecentomila lire. Dino appare come il signor Dino, mentre Vinicio con sole duecentomila lire. Tutti e tre vanno in Paradiso e sentono questa sentenza: "Dino: cinquanta milioni; aspetta qui, adesso ti porteranno una seggiolina e ti siedi appena dentro la porta. Matteo: sette milioni; aspetta, va’ avanti, mettiti lì, adesso ti porteranno una sedia, una poltroncina. Vinicio: duecentomila lire; hai ricevuto cinquanta lire e hai trafficato bene. Alberto , procura che gli portino una sedia a sdraio...". Figlioli miei, non si può giudicare con lo sguardo umano! Può capitare che quell'uomo che è in giro per la strada e si lascia sfuggire a volte anche qualche piccola bestemmia e dopo si cruccia perché l’ha detto, può darsi che avendo ricevuto meno abbia sul suo libretto soltanto cinquantamila lire, e che quando compare davanti al giudizio di Dio sia più grande di te. State attenti, state attenti, figlioli, perché la grandezza è la risultante dei doni ricevuti da Dio e della cooperazione degli uomini.CONSACRAZIONE santità
ESEMPI consacrazione
ESEMPI corrispondenza
DOTI UMANE
GRAZIA
NOVISSIMI paradiso
VIRTÙ
Don Ottorino si riferisce a una casa prefabbricata che si stava collocando in quella località alpina.
Il riferimento è a Mariano Bregolato, cooperatore esterno, che con don Ottorino seguiva da vicino la costruzione delle casette prefabbricate.
MI20,2 [18-05-1965]
2.Ieri siamo andati, partendo che mancavano venti minuti a mezzogiorno, a portare a Tresche Conca i pavimenti e il colore della casa. Abbiamo calcolato se potevamo starci con il peso sulla FIAT 1100, e siamo arrivati sui tre quintali sul sedile posteriore. Ho pensato che tre uomini di novanta chili l'uno a bordo e un po' di bagaglio personale sarebbero entrati. Allora siamo andati con Mariano , pianino, senza forzare la macchina; siamo arrivati, abbiamo scaricato, siamo andati a trovare gli operai, e venendo giù abbiamo detto: "Beh, un aperitivo ce lo siamo meritato", anche perché fra andata e ritorno saremmo arrivati a casa per il pranzo verso le due. Ci siamo fermati a bere un aperitivo in un bar del Costo. Là c'erano tre o quattro persone, e naturalmente si è intavolata subito la conversazione sull’Istituto San Gaetano, sulle case prefabbricate, sui ragazzi orfani, su Crotone. In seguito sono entrate altre persone, alcuni uomini. La moglie del barista aveva il fratello orfano che faceva il tipografo all’Istituto. Alla fine si creò una atmosfera molto cordiale. Allora ho detto che noi facciamo lavorare gli studenti che si preparano al sacerdozio perché sappiano e conoscano la realtà del lavoro. "Bene!", hanno detto gli uomini. È entrato un altro e ha detto: "È importante che sappiano che cos’è il lavoro, perché per parlare con gli operai bisogna conoscere la lingua degli operai, le difficoltà che hanno, le difficoltà che incontrano". E allora hanno cominciato ad intervenire tutti gli uomini: "Veramente! Perché è facile dire agli operai, dire alla gente: fate i buoni. Bisogna conoscere un po' le difficoltà che hanno nel mondo del lavoro, nell'officina, con i padroni, con questo e quello, cioè entrare un po' nello spirito, sapere compatire. Non si può dire bianco a ciò che è nero, ma c'è modo e modo di dirlo". E io ho detto: "Domani, nel lavoro, ci sono i trionfi....". E allora uno, un buon uomo un po' pieno di spirito, con un ditino fasciato, ha cominciato a dire: "Vero, reverendo, questi ragazzi vestiti da prete che si levano la veste, che lavorano, quando prendono una martellata sul dito, dicono amen? Perché è giusto che anche loro provino che gusto c'è quando stai lavorando e ti dai una martellata sul dito. Dicono amen?". Figlioli, bisogna entrare nel linguaggio di questa povera gente, cioè entrare nella loro situazione, vedere quali difficoltà questa povera gente trova per essere buona. Una mamma, ad esempio, anche se le mamme dovrebbero essere tutte sante, ma qualcuna non è santa, potrebbe condurre il figlio per una cattiva strada. Qualche volta sentivo i ragazzi dell’Istituto raccontare che le mamme stesse li conducevano a cinema proibiti: "Mia mamma, quando vado a casa, vuole che vada ai cinema proibiti. Mia mamma non vuole che vada a Messa per restare a letto a dormire. Mia mamma vuole...". Che cosa puoi rispondere a un ragazzo che ti parla così?AUTOBIOGRAFIA
CONGREGAZIONE storia
FORMAZIONE
SOCIETÀ
lavoro
CROCE difficoltà
CARITÀ
amore al prossimo
APOSTOLO uomo
SACERDOZIO prete
PASTORALE
ESEMPI famiglia
Il riferimento è a Lucia Scortegagna, sorella della mamma di don Ottorino, che per molti anni visse nella colonia agricola dell’Istituto a Grumolo delle Abbadesse (VI).
Il riferimento è alla parabola degli operai inviati nella vigna, raccontata in Mt 20,1-16.
MI20,3 [18-05-1965]
3.Non si fa fatica ad essere buoni con la mamma che mi buttava giù dal letto: "Forza, Ottorino, coraggio che è suonato il campanello!". La zia Lucia poi incominciava un'ora prima della Messa a dirmi che era ora perché si alzava presto come le galline; la Messa era alle cinque e mezza, ma alle quattro e mezza cominciava: "È suonato il Padre Nostro; su, forza! Su che è suonato il campanello! No, è l'Ave Maria!". Insomma incominciava un'ora prima. Parlo di quando andavo a rispondere Messa: ero un ragazzetto, piccolo; era nei giorni lavorativi, non alla domenica quando la Santa Messa era un po' più tardi. È comprensibile che quando a casa hai avuto le nostre buone mamme, le nostre zie, che ti hanno aiutato, ti hanno dato una mano a vincere la natura che amava la pigrizia, tutto è più facile. Amici miei, pensate a questi poveri figli che sono vissuti in certe famiglie in cui hanno avuto tutt'altro che aiuto, e che dopo si sono trovati subito, non appena sono stati un po' più grandicelli, in mezzo a una compagnia tutt'altro che buona, in mezzo a compagni che li hanno invitati a fare cose cattive, discorsi cattivi, a leggere cose che non andavano bene, ad accompagnarli a cinema cattivi, e dopo sono diventati grandi e sono andati in officina... Figlioli, figlioli, cosa hanno ricevuto queste creature? Facciamo fatica anche noi ad essere buoni, perché io faccio fatica ad essere buono; facciamo fatica noi con tutti gli aiuti che abbiamo avuto, con tutte le grazie ricevute, e che cosa possiamo pretendere da queste povere creature? Perciò prima di giudicare state attenti, state attenti. Se qualche volta invece di dire "amen" quando si pestano un dito esce qualcosa d'altro, bisogna vedere se dinanzi a Dio, qualche volta, pesa di più - materialmente certo pesa di più, ma formalmente...- quell'amen che dicono loro o quello che dite voi quando ricevete un piccolo affronto, un piccolo dispiacere. State attenti perché non si sa mai quale "amen" pesa di più. Quella volta famosa che hanno lavorato, uno ha lavorato una giornata intera, quell'altro ha lavorato solamente poche ore, quell'altro un'oretta sola e ha ricevuto la stessa ricompensa...AUTOBIOGRAFIA famiglia
FORMAZIONE educazione
FAMIGLIA
FAMIGLIA figli
GRAZIA
COMUNITÀ
critica
PECCATO
PAROLA DI DIO Vangelo
MI20,4 [18-05-1965]
4.Stiamo attenti e tenete presente questo principio: "Il grado della vita spirituale è la risultante dell'opera della Grazia e della cooperazione dell'uomo". È da questo che nasce l'umiltà, anche se un domani... Dino non puoi mai dire: "Io ho un libretto con cinquanta milioni, mentre quello ha solo duecentomila lire, e quell'altro...". È da ricordare che, anche se vede effettivamente di avere un libretto con cinquanta milioni, anche se lo ha in mano, lui sa che quel libretto è del padrone e che deve rendergliene conto. Che importa se l’altro ha solamente duecentomila lire? Significa che ha ricevuto poco; forse il padrone è andato a prelevare perché doveva provvedere alla famiglia e ha tolto un po' di soldi. Io so che ho questi soldi e so che non li ho trafficati bene. Perché: "Il grado della vita spirituale è la risultante dell'opera della Grazia e della cooperazione dell'uomo". Quante volte noi costringiamo Dio ad una infinita pazienza, a continui ritorni e ripieghi, a rimettere a posto il bilancio: "Vieni qua; mettiamo a posto il bilancio; faccio un assegno extra; partiamo di nuovo!". I ragionieri sanno che ogni tanto si tira un segno fra le entrate e le uscite; se c’è un disavanzo di 2.724.000 lire, si taglia, si ricorre alla cassa e si sana il bilancio: offerte, entrata straordinaria di 3.000.000! Poi si riparte di nuovo con la contabilità corretta, e in fondo alla settimana o in fondo al mese siamo con la situazione precedente.VIRTÙ
umiltà
DOTI UMANE
ESEMPI consacrazione
DIO bontà
di...
CARITÀ
misericordia
Nel testo registrato si ascolta la voce di Zeno che dice: “Sarei arrivato qua dieci anni fa”.
Don Ottorino continua a portare esempi con il suo procedere scherzoso, e di seguito nomina Anterangelo Speggiorin, che all’epoca frequentava il corso teologico, e l’assistente Vinicio Picco.
MI20,5 [18-05-1965]
5.Quante volte nella nostra vita il Signore ha risanato il bilancio: ogni confessione! Vediamo uno striscio ad ogni confessione: il Signore ha messo a posto il bilancio con un assegno, e dopo ha ricominciato con un altro capitale, con un aumento di grazia. Che bravi amministratori siamo, che amministratori meravigliosi! Se vedessimo Zeno avere un'amministrazione così che ogni settimana Grassetto avesse dovuto metterci un milione o due milioni... "Signor Nani, mi trovo che mancano cinque milioni e non so come". "Coraggio, ecco i cinque milioni! Hai altro? Stai attento!". La settimana dopo la situazione si ripete: "Signor Nani, questa settimana mi mancherebbero quattro milioni e mezzo". "Beh, coraggio, ecco i quattro milioni e mezzo!". Ti avrebbe tenuto per dieci anni come suo amministratore, Zeno? Vi rendete conto, figlioli, che la nostra amministrazione della grazia noi la facciamo così con Nostro Signore? Esaminate la vita. Prendete in mano quella di don Luigi Furlato che ha il suo sorrisetto: provate a tirar fuori la sua cartella clinica; tirate fuori la mia, tirate fuori la vostra; nessuno può ridere degli altri; e vi accorgerete che la vita è così. E forse poi facciamo i superbi perché ad un dato momento le cose mi vanno bene, perché siamo riusciti a insegnare a cantare ad un uccello : ha imparato a cantare come Speggiorin e allora lo si mette in sacrestia perché canti, ma non vuole cantare. "Volevo io che cantasse, l'ho portato in sacrestia con Vinicio, e continuavo a dirgli: "E canta!", ma pigolava solamente. Abbiamo visto che mancava la luce e abbiamo acceso la luce; volevamo accendere anche un fiammifero...". “E quante volte noi costringiamo Dio ad una infinita pazienza, a continui ritorni e ripieghi! Dio vuol farci santi, e noi siamo così inconsciamente volubili e capricciosi!”. Dio vuol farci capitalisti e noi abbiamo i buchi, mangiamo fuori tutto. Abbiamo un'amministrazione bucata. Dio vuole riempirci di grazia e noi abbiamo i buchi nella pentola.GRAZIA Confessione
GRAZIA
DIO perdono di...
COMUNITÀ
condivisione
VIZI superbia
Don Ottorino si riferisce scherzosamente al Signore e alla Madonna, come fonte della grazia l’uno e mediatrice l’altra.
MI20,6 [18-05-1965]
6.“Consideriamo come Maria SS. corrispose alla Grazia, allo scopo di imparare quale deve essere la nostra collaborazione alla Grazia e soprattutto per stimolarci a corrispondere. In essa infatti ammiriamo la più completa perfezione morale, frutto della sua perfetta corrispondenza alla Grazia. Iddio poté così realizzare in Lei perfettamente il Suo Divino Ideale”. A questo punto il testo passa un po' in rassegna la Madonna: "Aspetto negativo della perfezione morale: - in Lei non vi fu mai la venialità di malizia e di fragilità... - Maria è la “tota pulchra”... - lotta per distruggere il peccato... - lotta contro le cause del peccato: contro il demonio e le passioni... - lotta contro le conseguenze del peccato... Aspetto positivo della perfezione morale: - l'ostacolo maggiore alla grazia è...". Questo ostacolo non ve lo dico ora, ma dopo. Prima, però, facciamo un po’ di meditazione personale. Contempliamo la Madonna che ha ricevuto da Dio un assegno di miliardi. Anche noi abbiamo ricevuto un assegno di grazia, e il Signore non ci porta via la grazia, ma la aumenta: in tutta la nostra vita il Signore non è mai venuto a portarcela via, ma ha sempre continuato ad aggiungere. Ad esempio, se ritorna a casa Grassetto e ritorna con dieci milioni, dice a Zeno: "Ehi, Zeno, metti in cassa!". Il Signore non è mai venuto a prendersene, mai, e neppure la Signora; è sempre venuto a portare e così anche la signora Maria : sempre sono venuti a portarne! Perciò dovremmo avere in cassa tutto quello che il Signore ha portato, tutto quello che la Madonna ha messo dentro; dovremmo avere ancora tutto il capitale e in più dovremmo avere gli interessi, cioè quello che noi abbiamo trafficato. Oltre che il capitale ricevuto dovremmo avere tutto quello che abbiamo trafficato, cioè quello che noi abbiamo prodotto perché la santità è la risultante del dono di Dio e del lavoro nostro. Ora, ragazzi, guardando me stesso dopo venticinque anni di sacerdozio, non mi trovo ad avere quello che ho ricevuto dal Signore. La Madonna, invece, ha tutto quello che ha ricevuto e ha trafficato personalmente. Potete pensare che la Madonna abbia consumato qualcosa? Che abbia dato qualcosa di nascosto, per esempio, a Santa Elisabetta o a qualche altro? Che abbia consegnato qualche assegno della "partita" del Signore? No! Al massimo potrebbe aver toccato gli interessi, ma il capitale non l'ha mai toccato. Esaminiamoci ora dinanzi a Dio e dinanzi alla Madonna: la Madonna ha ricevuto e ha trafficato; io ho ricevuto e che cosa ho fatto, com'è la mia vita? Se dovessi andare dinanzi al giudizio di Dio in questo momento, che cosa mi direbbe il Signore?MARIA Immacolata
MARIA capolavoro di Dio
GRAZIA
MARIA mediatrice
CONSACRAZIONE generosità
CONSACRAZIONE santità
MARIA
Nel testo registrato la citazione paolina di 1 Cor 4,4 è pronunciata da don Ottorino in latino... “Qui judicat me Dominus est”.
MI20,7 [18-05-1965]
7.Per conoscere la santità di ognuno, a conclusione della prima parte, non si guarda la cifra totale del capitale, ma si guarda la percentuale di resa. Portiamo un esempio pratico: se uno ha un milione e ricava un milione e centomila lire e un altro ha dieci milioni e ricava dieci milioni e settecentomila lire, uno ha reso il 10% e quell'altro il 7%. Naturalmente il più santo è quello che ha reso il 10%. Perciò non state a guardare i numeri grandi, ma guardate la resa che siete riusciti a produrre. Ha capito il maestro dei novizi, il quale potrebbe dire: "Io sono il maestro dei novizi, io sono qua, io sono là"? Adagio; bisogna guardare la resa finale. E allora se ragioni in questo modo non hai il coraggio di andare in superbia, non hai il coraggio di avere tante arie. E allora non hai più il coraggio di dire: "Signore, ti ringrazio perché io non sono come...". Se hai tanta o poca intelligenza, ti accontenti di quella che il Signore ti ha dato e non invidi chi ne ha di più o chi ne ha di meno, ma ti accetti così; ti passa la voglia di avere smancerie, di darti delle arie: io devo rendere conto al Signore, perché "Colui che mi giudica è il Signore". Insisto su questo per spiegare quello che viene ora di seguito. “L'ostacolo maggiore alla Grazia è l'amor proprio, in quanto è anzitutto ricerca dei propri gusti e quindi tende all'appagamento delle proprie inclinazioni, cosa che si vince con la lotta contro le passioni, che è già stata considerata. L'amor proprio inoltre è fiducia di sé, attacco al proprio giudizio, rinchiudersi in sé e pretendere di raggiungere la santità con le proprie forze”.ESEMPI consacrazione
VIZI superbia
VIZI invidia
Don Ottorino nomina mons. Guido Franchetto, sacerdote della diocesi di Vicenza, e padre Pietro Uccelli saveriano, per molti anni missionario in Cina e poi direttore della Casa di formazione del suo Istituto a Vicenza.
MI20,8 [18-05-1965]
8.Dobbiamo ricorrere al consiglio degli altri, figlioli, e non pretendere di fare da soli! È bene sentire il consiglio di un ragioniere che ti spieghi un po’; va’ da quella ragioniera che può essere la Madonna, va’ dal tuo padre spirituale: non fidarti da solo! Non pretendere di fare l'industriale da solo! Ci si consiglia! Per esempio, quando si trattava di vendere le case prefabbricate siamo andati a sentire un industriale che costruisce trombe, che ha la licenza di fare trombe per auto. In pochi anni, infatti, da perito elettrico ha fatto furori ed ora dispone più di mezzo miliardo di macchine: ha il macchinario e anche i capannoni. Ci ha detto di disporre di soldi a sufficienza perché è uno che ha passione per il lavoro: fa un lavoro straordinario, e non avete neppure idea di come è attrezzato. Come ha fatto? Ci ha subito chiesto se noi siamo sicuri della commerciabilità delle case prefabbricate, peché lui non se ne intende di questo articolo. Si vede subito l'uomo di commercio. Per prima cosa ci ha fatto esaminare i possibili acquirenti di una casa prefabbricata, che è una casa di villeggiatura, che costa circa quattro milioni e può essere acquistata soltanto da chi ha una casa in città di dieci o dodici milioni. Per prima cosa una persona vuol farsi la sua casa in città: dieci o dodici milioni; solo allora può prendersi il capriccio di avere la casa in montagna o al mare da quattro milioni. Per avere questo capriccio, e avere una casa in città da dieci o dodici milioni, bisogna che questi abbia un'entrata di almeno mezzo milione al mese, se no uno non può avere la casa in città da dieci o dodici milioni e non la può mantenere. E allora – ci fece osservare - purtroppo in Italia ci sono poche persone che hanno un reddito da mezzo milione al mese, e perciò gli acquirenti di questa casa saranno pochi. In Francia e in Svizzera ci sono parecchie di queste case. Ma allora, perché non facciamo una casa di abitazione, per la quale l'acquirente si troverebbe? Chi ha mezzo milione di reddito tende ad avere la casa da dieci o dodici milioni, invece l'operaio si accontenta di avere una casa di quattro o cinque milioni. Domandando consiglio a uno che costruisce trombe hai trovato la strada per che costruisce case. Nel campo spirituale è la stessa cosa. Bisogna domandare, domandare consiglio. San Francesco di Sales è andato a Roma, si è incontrato con San Filippo Neri, e proprio là le due anime si sono capite, e Francesco ha aperto l'anima a Filippo Neri. Naturalmente erano due temperamenti diversi: San Francesco non faceva quello che faceva San Filippo altrimenti lo avrebbero condotto in manicomio, e neppure San Filippo ha fatto il San Francesco. Però erano due anime che servivano il Signore, che amavano il Signore, umili e grandi, e allora si intesero e si capirono. Figlioli miei, da soli non si può riuscire a farsi santi, neanche per sogno. Ecco la necessità di avere qualche amico con il quale ci si capisca. Anch’io vostro povero padre, vecchio e ormai cadente, ho sempre cercato di avere qualche amicizia. Se si trova qualche anima che è un'anima di Dio, come ricorderete, ad esempio, mons. Guido Franchetto che era un'anima bella, andavo spesso a trovarlo per chiedergli: "Che cosa ne dice lei, monsignore?". Così era con padre Uccelli e con qualche altro.FORMAZIONE direzione spirituale
MARIA
VIRTÙ
umiltà
ESEMPI direzione spirituale
ESEMPI di Santi
COMUNITÀ
uniti nella diversità
CONSACRAZIONE santità
Don Ottorino ama scherzare con don Luigi Furlato, maestro dei novizi, e così insiste ulteriormente sul suo esempio.
Mons. Mario Cola fu insegnante di lettere nel seminario vescovile di Vicenza e, in seguito, parroco di una parrocchia della diocesi.
Giovanni Magnaguagno, che all’epoca frequentava il corso liceale, amava la ginnastica e gli esercizi fisici.
MI20,9 [18-05-1965]
9.Se trovi un'anima che sai che è un'anima di Dio, se senti l'odore di un'anima di Dio, senti il bisogno di andare a dirgli una parola, di ascoltare, di scambiare una veduta, di sentire un parere. Oltre poi il ricorso al padre spirituale. Domani dovete fare così se, nella vita apostolica, trovate qualche buon sacerdote. A Crotone, ad esempio, hanno trovato un maestro dei novizi in un paese vicino, a circa 60 – 70 Km.: vanno là ogni mese a fare il ritiro mensile, vanno per le confessioni, la direzione spirituale, tutti, e passano una mezza giornata insieme o una giornata completa, in compagnia di questo buon sacerdote che ha un solo novizio. A lui, poverino, non sembra neppure vero di avere una comunità così; è un padre che si scrive tutte le prediche e le legge loro, lavorando un mese per scriverle. Ma è un'anima di Dio! Quando nella vita si trova qualche anima di questo genere, si va e si domanda consiglio. È importante un domani, nella vita apostolica, avere qualche amico. Don Luigi dice di aver trovato la maestrina dell'asilo, di aver trovato la superiora dell'asilo e di andare a raccontare tutto a lei. Può darsi che un domani questo avvenga, come San Francesco di Sales e la Chantal , di qua e di là dell'altare - diceva mons. Cola -, lui di qua dell'altare e quell'altra al di là e in mezzo cinque o sei persone come testimoni, e tu cominci a parlarle di Dio e lei va in estasi, e viceversa quando parla lei e vai tu in estasi. Figlioli, l'amor proprio è fiducia di sé, è attaccamento al proprio giudizio. Magnaguagno , non credere di farti santo facendo le corse campestri. Non c'è maggior ostacolo alla grazia di quello di rinchiudersi in sé e di pretendere di raggiungere la santità con le proprie forze. Ho finito! “Tutto il lavoro di rinnegamento del male deve quindi diventare lotta contro l'amor proprio, per sbarazzare il campo e aprirlo alla Grazia”.CONSACRAZIONE santo
FORMAZIONE direzione spirituale
APOSTOLO
MISSIONI
PASTORALE
APOSTOLO uomo di Dio
VIRTÙ
umiltà
VIZI
Nel testo registrato don Ottorino nomina don Matteo Pinton, che sarebbe stato consacrato sacerdote pochi giorni dopo.
Anche don Venanzio Gasparoni era in attesa della consacrazione sacerdotale come don Matteo.
L’assistente Vinicio Picco era il responsabile dei lavori per la costruzione delle case prefabbricate.
MI20,10 [18-05-1965]
10.Se vogliamo che fra la grazia e la nostra cooperazione ci sia un buon risultato è necessaria la lotta all'amor proprio perché ne siamo pieni, strapieni e pienissimi. Come abbiamo il sangue che circola nelle vene, così abbiamo l'amor proprio. Come respiriamo l’aria per vivere, così abbiamo l'amor proprio: lo mettiamo dentro dappertutto, anche nel pranzo della prima Messa, anche nei piccoli santini, anche nel calice, nel camice. Don Venanzio , esamina un pochino tutte le cose che hai e vedrai che trovi un pochino di amor proprio. Se vai in cortile quando i ragazzini stanno dando il colore rosso, vedi che hanno il rosso dappertutto: grembiule rosso, naso rosso, le mani rosse, c'è rosso dappertutto. Ecco, figlioli miei, siamo rossi tutti, siamo rossi tutti dalla testa ai piedi, e allora se vogliamo farci santi, laviamoci con un po' di solvente. Andiamo da Vinicio perché ci dia un po’ di solvente. Stavolta è la Madonna che, nel mese di maggio, ci aiuterà a lottare. Ma ricordatevi: lottiamo, lottiamo, ma un po’ di rosso di questo genere lo porteremo sempre, fino a tre giorni dopo la morte. Amen! Che direste se abbiamo da preparare da mangiare in montagna e Zeno è il cuoco e attende che la pentola bolla e non ha ancora acceso il gas? Dopo mezz'ora la pentola ancora non bolle. Controlliamo, e notiamo che non ha acceso il gas. La stessa cosa si ripete quando qualcuno pretende di farsi santo, di trafficare la grazia, e non si mette a lottare contro l'amor proprio. È la stessa cosa! Andiamo!VIZI superbia
ESEMPI superbia
MARIA devozione a ...
NOVISSIMI morte
ESEMPI consacrazione