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LA SCOPERTA DEL VERO VOLTO DI DIO STA ALLA BASE DELLA CONVERSIONE E DELLA PREDICAZIONE

MI134 [3-01-1967]

3 Gennaio 1967

Don Ottorino usa per la presente meditazione il libro di HEINZ SCHÜRMANN, Prima lettera ai Tessalonicesi, Città Nuova editrice Roma 1965. La citazione appena letta è della 1 Cor 1, 8-9. Tutte le citazioni, che vengono prese dalle pagine 42-43, sono riportate in corsivo senza ulteriori richiami.

Leonzio Apostoli frequentava all’epoca il 3° anno del corso teologico.

MI134,1 [3-01-1967]

1 L’ultima volta abbiamo commentato queste parole: “... ma la vostra fede in Dio si è divulgata dappertutto, a tal punto che non abbiamo bisogno di parlarne. Tutti raccontano di noi: quale accoglienza avemmo tra voi...” , e ci siamo soffermati sulla testimonianza che dobbiamo dare. Quando uno è cristiano sul serio non occorre neanche che si preoccupi di come andare a predicare perché la sua presenza è già una predica. Abbiamo terminato con le parole: “... giacché solo così si diffonde gioia e fiducia”. Ricordate queste parole? Sì, Leonzio ? Benedetto dal Signore, come farai a ricordartelo quando sarai a zonzo per il mondo? Ho capito: l’hai già dentro e lo metti fuori.
Ora andiamo avanti!

APOSTOLO testimonianza

APOSTOLO predicazione

La cifra di due milioni di anime attorno a Resende in Brasile sembra esagerata, anche abbracciando tutta la diocesi di Volta Redonda dove la Congregazione stava per avviare la prima esperienza missionaria brasiliana.

Nell’esempio don Ottorino nomina Mariano Apostoli che frequentava l’anno propedeutico al corso teologico, Paolo Crivellaro che frequentava il 3° anno del corso teologico e l’assistente Giuseppe Filippi che stava studiando ingegneria presso l’università di Padova.

Don Ottorino conclude l’esempio in tono scherzoso, forse per non alimentare la vanagloria delle persona nominate.

MI134,2 [3-01-1967]

2 “... come voi vi convertiste dagli idoli a Dio per servire al Dio vivo e vero...”.
“Nelle sinagoghe si radunavano pagani di ogni genere, simpatizzanti del giudaismo. All’inizio Paolo dovette rivolgersi ad essi come usavano i predicatori giudei: anche costoro infatti istruivano i pagani sull’esistenza dell’unico Dio vivo e vero, sul venturo giudizio di Dio e anche sull’attesa del Messia. Ma le verità predicate dall’apostolo non erano puramente teoriche, bensì verità di fondo e pratiche, che imprimevano un nuovo orientamento all’esistenza”. Questa mattina dovevo arrivare qui. Le verità di San Paolo non sono verità buttate in aria, teoriche, ma sono verità pratiche che imprimono un nuovo orientamento all’esistenza. Questo è quello che deve far differire voi dagli altri predicatori. Al tempo di Paolo c’erano altri predicatori giudei che andavano nella sinagoga a predicare: i pagani andavano nella sinagoga e i predicatori facevano le loro belle prediche, ma la predicazione di Paolo si distingueva per questo: le verità che egli annunciava “non erano puramente teoriche, bensì verità di fondo e pratiche che imprimevano un nuovo orientamento all’esistenza”. Stamattina, nel ringraziamento della comunione, ho detto: “Signore, perché fai aspettare la gente? Perché non fai in modo che, per esempio, a Resende, quei due milioni di anime che sono in tutto il territorio intorno a Resende diventino buoni come i giovani della Casa dell’Immacolata?”. E allora ho cominciato a passare in rassegna qualcuno di voi; adesso, se vi dico chi, fate un peccato di superbia. Ho detto: “Signore, perché non li fai diventare buoni come Mariano, come Mariano Apostoli?”. Io sarei contento se tutti i membri della Pia Società fossero buoni almeno come Mariano, come Paolino, come Filippi. Sinceramente se alcuni anni fa dovevo lamentare qualcosa a questo proposito, adesso, in questo momento, ringraziando il Signore, sarei contento che i brasiliani diventassero così: che i commercianti, gli ingegneri di Resende e di Rio fossero come Filippi, e che gli altri, i macellai... fosero come Mariano.

APOSTOLO predicazione

Il riferimento è ad alcuni giovani Religiosi che erano stati per un incontro vocazionale nella parrocchia di Rosà (VI), ove era parroco mons. Mario Ciffo, sacerdote noto per il suo carattere burbero.

Si tratta dell’immagine della croce in mosaico con una tesserina musiva fuori posto: la frase posta ai piedi del quadro dice: “Sono al mio posto?”.

Gioco di carte molto in voga nel Veneto.

L’assistente Gianni Sgarbossa stava preparandosi per partire con il primo gruppo destinato al Brasile.

MI134,3 [3-01-1967]

3 Noi abbiamo lavorato tanti anni per convertirci un po’, per capirci un po’, per trovare una strada. Proprio ieri sera, fino a mezzanotte, siamo stati a lavorare quando sono tornati i nostri missionari da Rosà, e sono tornati vivi; è tutto dire perché erano stati a mangiare con monsignor Ciffo. Sono tornati mentre noi stavamo lavorando perché stiamo preparando quello che una volta chiamavamo un album, mentre invece ora verrà fuori, forse, un libretto a colori, un album stampato, per presentare la nostra Congregazione. Ci siamo accorti che il Signore ci ha fatto tanti doni. Quando ve lo mostreremo, scoprirete quanti doni ci ha dato il Signore. Ebbene, questi doni il Signore ce li ha dati e, ringraziando il Signore, li abbiamo interiorizzati e fatti nostri in questi anni, perché li portiamo per il mondo; non ce li ha dati perché li conserviamo per noi.
Nella facciata abbiamo messo: “Pia Società San Gaetano”, e poi, dentro, due facciate: congregazione religiosa maschile clericale che si propone di aiutare i vescovi e le diocesi scarse di clero e di portare Cristo agli uomini, di portare gli uomini ad avere Cristo nel cuore, nella famiglia, nel lavoro”. In un’altra pagina abbiamo scritto: “Composta di sacerdoti e diaconi”; dopo la parola sacerdoti abbiamo messo una fila di preti fotografati a colori, e dopo la parola diaconi una fila di diaconi fotografati a colori, con le mansioni degli uni e le mansioni degli altri. In un’altra pagina abbiamo scritto: “Sacerdoti e diaconi che cercano di fare la volontà di Dio, che sono preoccupati solo di fare la volontà di Dio”, aggiungendo a questo punto il disegno della croce con il suo quadratino. Poi abbiamo posto: “Sacerdoti e diaconi preoccupati di essere in contatto con Dio”. In un’altra pagina ancora abbiamo messo: “Sacerdoti e diaconi preoccupati di dare”, con tutta una pagina sull’apostolo che deve dare, e nella pagina accanto, una carta geografica con sacerdoti e diaconi già al lavoro. E continuiamo così, battendo e ribattendo per far venir fuori tutte le linee fondamentali della nostra spiritualità. Figlioli miei, stiamo lavorando su questi mezzi vocazionali perché il mondo sta aspettando. Ho paura che la frase che monsignor Luna ha ripetuto tante volte quando siamo stati a Zacapa abbia fatto presa. Lui è molto devoto della Madonna e ha detto ripetutamente: “Voglio farvi perdere la pace della coscienza!”. In realtà ha fatto perdere la pace a me, e ho paura che presto la perderete anche voi. Non si può restare tranquilli mentre il Cristo sofferente è là che attende; mentre il Cristo è in croce e sta agonizzando non si può fare una partita a tresette . Comprendi, Gianni ? Non si può rimanere indifferenti mentre il Cristo è là sofferente, è là che attende, è là che chiede aiuto. E, si può dire, in qualunque parte cerchiamo di guardare sopra l’atlante, troviamo una mano protesa verso di noi che domanda aiuto.

CONGREGAZIONE storia

DIO riconoscenza a...

CONGREGAZIONE missione

APOSTOLO animazione vocazionale

SLOGANS consacrazione

APOSTOLO F.A.

Il riferimento è all’episodio di Atti 8,26-40, nel quale lo Spirito Santo si serve del diacono Filippo, e subito don Ottorino scherza con il nome del diacono e il cognome dell’assistente Giuseppe Filippi.

Emilio Colombo, nato a Potenza nel 1920, dopo la laurea in giurisprudenza entrò in politica nelle fila della Democrazia Cristiana. Fu eletto deputato nel 1946 e fu sottosegretario in parecchi dicasteri. Dal 1958 in poi ebbe incarichi ministeriali, soprattutto nei dicasteri delle Finanze, del Tesoro e degli Affari Esteri, in vari governi. Dal 1970 al 1972 fu presidente del Consiglio di un governo di centrosinistra. Dal 1977 al 1979 fu presidente del parlamento europeo a Strasburgo.

MI134,4 [3-01-1967]

4 Per questo noi dobbiamo trovare il toccasana, dobbiamo trovare la bacchetta magica per avere santi apostoli. Se fossimo partiti quindici o vent’anni fa saremmo già numerosi, anche se non è importante il numero che pure ci vuole, quanto la qualità, la formula speciale. La formula speciale è questa: uomini che cercano solo la volontà di Dio; uomini che sono in contatto con Dio, con il Signore; uomini che hanno accettato la Madonna come mamma e Cristo per fratello; uomini che vogliono dare tutto, dare continuamente tutto, offrirsi interamente al Signore.
Voi avete accettato queste idee, e se continuate su questa strada sarete come San Paolo, sarete uomini capaci di dare agli altri un orientamento nuovo. Quando l’eunuco si è incontrato con Filippo , che non dovete confondete con Filippi, Filippo ha dato all’eunuco un orientamento nuovo, o meglio lo Spirito Santo attraverso Filippo gli ha dato un orientamento nuovo. Forse, un domani, voi vi incontrerete con un personaggio importante; non si sa mai che cosa voglia il Signore; vi potreste incontrare con qualche uomo politico, e il Signore, attraverso voi, potrebbe dare un orientamento nuovo a una nazione. Non dico corbellerie, sapete, dico la verità! Vi rendete conto che voi, forse un domani, potrete essere quelli che danno un orientamento nuovo a diocesi e a nazioni intere? Mi guardate come dessi segni di pazzia, come se stessi dicendo delle pazzie. Ricordate quando padre Lombardi diceva che si era incontrato dopo la guerra con un giovanotto che si chiamava Colombo e che era dell’Azione Cattolica? Questi adesso è il ministro Colombo. Pensate quanto abbiano influito quegli incontri con padre Lombardi, e con tanti sacerdoti che adesso noi neanche conosciamo, con altre persone che non conosciamo! Ebbene, i governi, e anche lo stesso governo della Chiesa è fatto di uomini: quelli che oggi sono bambini, saranno i governanti di domani, saranno i vescovi di domani, saranno i papi di domani. Oggi ci sono parecchi papi vivi e a contatto con persone che hanno ricevuto da Dio il mandato di aiutare queste persone a divenire papi, cominciando dalla loro mamma, dalla suora che è nell’asilo, dalla maestra e dal maestro delle scuole elementari, e via via. Ricordate che quel papa che oggi si chiama Paolo VI non è stato formato soltanto a Roma, nelle università romane, ma è stato formato prima da sua mamma o da sua nonna in casa, è stato formato dai suoi sacerdoti. Ora a voi, figlioli, spetta questa missione. Il mondo è storto e bisogna fare qualcosa. Vi è mai capitato di levarvi una calza perché è rovesciata o per qualcosa del genere? Allora si va dentro con una mano e la si raddrizza. Ecco, bisogna andare dentro nel mondo con una mano per raddrizzarlo, perché è a rovescio. Vi è mai capitato che si rovescia la manica di una giacca? Bisogna andare dentro con una mano e raddrizzarla. Perché ridi, fratello mio? Sì, l’esempio calza, calza! Bisogna andare dentro nel mondo con una mano e raddrizzarlo, raddrizzarlo. Ora a voi spetta questa missione, con semplicità e umiltà.

CONGREGAZIONE spiritualità

APOSTOLO chi è

l’

apostolo

APOSTOLO uomo di Dio

PAROLA DI DIO Sacra Scrittura

CHIESA

CHIESA Papa

APOSTOLO missione

ESEMPI apostolo

Don Lino Dal Moro, l’assistente Gianni Sgarbossa e don Luigi Mecenero stavano per partire, alla fine del mese, per il Brasile.

Don Graziano Celadon stava preparandosi per partire per l’Argentina.

Antonio Pernigotto era una vocazione adulta e, all’epoca, stava facendo l’anno del noviziato.

Anche Ugo Gandelli era una vocazione adulta e, all’epoca, stava facendo l’anno del noviziato.

MI134,5 [3-01-1967]

5 Il Signore dice al nostro caro don Lino, a Sgarbossa e a don Luigi : “Andate là, in America Latina, in Brasile: c’è poco amore di Dio, portatelo. Portatelo con semplicità. Portate gli uomini ad essere una grande Casa dell’Immacolata nel loro posto, nel loro settore”. Mia mamma era nella Casa dell’Immacolata, pur essendo mia mamma, e mio papà lo stesso; ognuno nel proprio posto. Portate tutti a ragionare in questo modo come ragioniamo noi, preoccupati cioè di fare la volontà di Dio, di vivere in contatto con il Signore, cercando di voler bene alla Madonna, di voler bene a nostro Signore, di fare il bene agli altri e di avere tanta carità verso il prossimo. È chiaro? Questo è quello che vuole il Signore. Però, ricordatevi: tenete presente la grandezza della vostra missione, tenete presente quello che il Signore vorrà da voi.
Anche a te, caro don Graziano Celadon , se il Signore non ti farà papa, può darsi che ti abbia affidato il compito di preparare il più grande papa della storia. Caro Antonio Pernigotto , anche se il Signore non ti farà imperatore, può darsi che ti abbia dato l’incarico di dare un tocco di grazia a quello che sarà il più grande presidente della repubblica del mondo. Un domani potrebbe venire un presidente di tutte le nazioni del mondo, di tutto il mondo insieme, e tocca proprio ad Antonio Pernigotto prepararlo, proprio a lui, e non ai sociologi, agli psicologi, ma ad Antonio Pernigotto. State attenti, figlioli, perché il Signore compie meraviglie quando trova gente disposta. Capisci, Ugo ? Procedamus!

CONGREGAZIONE missione

CONGREGAZIONE spiritualità

APOSTOLO missione

Cfr. Numeri 22,22-35.

L’assistente Livio Adessa frequentava all’epoca il 1° anno del corso teologico.

Don Ottorino presenta in forma scherzosa grandi verità, e nel caso concreto lascia capire come dalla sua povera predicazione siano usciti giovani con una solida formazione.

Don Venanzio Gasparoni era, all’epoca, il vicedirettore della Casa dell’Immacolata per i gruppi delle medie e del ginnasio.

MI134,6 [3-01-1967]

6 “La predicazione del Dio vivo e vero non può infatti lasciare le cose come stanno...”.
È impossibile, è impossibile che le cose restino come sono! Se si va a Crotone e si comincia a predicare il Dio vivo e vero, non l’io, perché se si comincia a predicare l’io le cose stanno come sono, se si va a predicare il Dio vivo e vero, e a predicare veramente Dio, non a predicare noi stessi, le cose non possono restare come sono, ma neanche per sogno. Due sono le conseguenze: o li uccidono o gli altri si convertono; se li uccidono, allora il sangue dei martiri li fa diventare cristiani. Un ambiente non può restare indifferente, neanche per sogno, anche se è un asino colui che predica quelle verità. Se il Signore si è servito di un povero asino che si chiama don Ottorino, di una povera mula per Balaam , anche se abbiamo baruffato, ci siamo tirati i capelli, ho tirato dei calci, avete tirato calci anche voi... le cose non possono rimanere com’erano. Forse ho sbagliato, forse ho detto delle stramberie, però mi sono sempre sforzato anche se in forma sbagliata o in dialetto di predicare il Dio vivo e vero. Non ti sembra, Livio ? Non è così? E le cose sono rimaste indifferenti? No, niente da fare! Il predicatore è stato rigettato, e un gruppo di santi è uscito dal gruppo... anime belle come le vostre. Non è vero, don Venanzio ? Ricordatevi che l’ambiente dove voi andrete non potrà rimanere indifferente se andrete a predicare con la vita e con le parole il Dio vivo e vero; non può rimanere indifferente, assolutamente, perché a un dato momento scoppierà. Ricordatevi l’immagine degli gnocchi che anche ad Asiago in questi giorni non salivano mai in superficie, ma quando hanno cominciato a salire non si riusciva più a starci dietro nel tirarli fuori con la schiumarola. Succederà che si dovrà attendere un anno, due anni, tre anni, cinque anni, dieci anni, ma dopo, quando vengono, a un dato momento, vengono improvvisamente e di seguito e voi vi chiederete che cosa è stato.

APOSTOLO predicazione

DOTI UMANE buona volontà

APOSTOLO testimonianza

Mario Bianco era un ragazzo di Crotone che stava facendo l’anno di noviziato

Si tratta della terza parrocchia, quella del S. Salvatore a Fondo Gesù nella periferia nord della città di Crotone, affidata alla Congregazione. Confinava con le parrocchie del Sacro Cuore nel Rione San Francesco e di Sant’Antonio alla Marinella che erano servite dai Religiosi della Pia Società San Gaetano fin dal luglio del 1963.

Renato Novello frequentava all’epoca il 2° anno del corso teologico.

MI134,7 [3-01-1967]

7 Ieri sera è tornato da Crotone don Luigi Mecenero; mi dispiace che ora non sia presente perché io non voglio mormorare. Gli ho domandato: “Che impressione hai avuto?”. Mi ha risposto che è stato contento, ma che ci sono state poche comunioni perché a Crotone il Natale non è sentito. Lui si aspettava di vedere una fila di diecimila persone in attesa di confessarsi come succede nelle nostre parrocchie. Ti pare, Marietto ? Cari miei, sono solamente tre anni, ed è da appena un anno che hanno cominciato a lavorare a Fondo Gesù sul serio: è appena un anno che hanno fatto l’asilo e la chiesetta, e un anno in un ambiente così è già un miracolo, è già un miracolo!
Figlioli miei, ieri sera siete andati a Rosà, ove monsignor Ciffo sta raccogliendo i frutti di monsignor Celadon che ha lavorato anni e anni e anni insegnando alla gente a pregare. Mi diceva il papà di Renato ... Non c’è Renato? Mi commentava tuo padre che è venuto uno zio dall’America, quello che è morto in casa tua, e mi diceva: “Veniva dall’America: mi piacerebbe fare un giro in America per andare a trovare i miei parenti; ho due tre zii che vivono là e uno di loro è morto in casa mia. Gli piaceva bere anche qualche bicchiere, ma pregava, pregava. Alla sera andava in camera e stava tre quarti d’ora inginocchiato per terra a pregare, inginocchiato per terra a pregare!”. Perché pregava? Perché, forse, nel paese in cui erano prima, in Italia, c’era un parroco che ha impiantato, impiantato, impiantato e ha fatto diventare la parrocchia una Casa dell’Immacolata, e li ha abituati a pregare. Mi diceva, allora, suo padre con un accento di afflizione: “I figli non sono più quelli di una volta!”. Eh, manca a loro il prete, quel famoso prete!

PASTORALE

CONGREGAZIONE storia

APOSTOLO testimonianza

PREGHIERA

Piccola frazione di Gazzo Padovano che ha dato alla Chiesa numerose vocazioni sacerdotali e religiose; da Grossa provenivano anche don Matteo Pinton, il fratello Marco e il cugino Luigi, religiosi della Congregazione, e il novizio Tarcisio Magrin.

Raffaele Testolin all’epoca stava facendo l’anno del noviziato.

Nell’esempio don Ottorino nomina il novizio Antonio Pernigotto, che prima di entrare in Congregazione aveva lavorato come contadino nella proprietà della sua famiglia.

L’assistente Severino Stefani era uno dei missionari che era partito nel novembre 1966 per il Guatemala. Rio Hondo era una parrocchia della diocesi di Zacapa affidata alla Congregazione.

MI134,8 [3-01-1967]

8 Per creare una tradizione, figlioli, ci vuole una vita! Perché Crotone divenga Grossa ci vuole una vita, forse venti o trent’anni, figlioli, e poi sarà seme di chissà quante vocazioni; può divenire anche un centro di irradiazione per il mondo intero, ma ci vogliono anni e anni e anni, e forse colui che ha piantato non avrà neanche la gioia di raccogliere. Adesso, invece, ringraziando il Signore, stanno già raccogliendo. Ma può darsi benissimo che voi andate in certe zone e seminate, seminate, tribolate, tribolate, e, forse, non raccoglierete niente.
Figlioli miei, bisogna che mettiate in preventivo questo; il primo a fare questa esperienza è stato Nostro Signore Gesù Cristo. Lui, caro Raffaele , ha seminato e hanno raccolto gli altri. Lui è andato a finire in croce! Ora, se il Signore vorrà riservare a voi la gioia della vittoria, è una buona cosa; ma se invece che a voi vorrà riservarla a quelli che hanno ancora da nascere e che verranno in seguito nella Congregazione, e andranno a raccogliere dove voi avete seminato, questo non importa! Però, la verità è questa: se andiamo a predicare il Dio vivo e vero, a un dato momento, l’ambiente non può rimanere indifferente, assolutamente; l’ambiente presto o tardi scoppierà. Bisogna, però, portare il grano genuino, perché se tu vai a seminare - non è vero, Antonio? - e invece di mettere un granello di frumento sotto terra, ci metti un seme di zucca, a tempo opportuno, si producono zucche e non frumento. Tuttavia ci vuole la pazienza per arare la terra, e non porre il seme in mezzo alla strada. Bisogna arare la terra, prepararla, mettervi il seme dentro e portare pazienza perché nasca... e intanto si fuma una sigaretta! Figlioli, ci vuole questo lavoro paziente e bisogna mettere in preventivo il sacrificio. Ecco, ad esempio, Severino, che fa catechismo, e dopo un anno crede di aver convertito Rio Hondo , e invece dopo un anno e mezzo si accorge che mettono in croce anche lui. Il sangue di Severino farà sviluppare Rio Hondo.

PASTORALE

CROCE

GESÙ

imitazione

CONGREGAZIONE spiritualità

APOSTOLO predicazione

VIRTÙ

pazienza

ESEMPI pazienza

PENITENZA sacrificio

MI134,9 [3-01-1967]

9 “La predicazione del Dio vivo e vero non può infatti lasciare le cose come stanno: si esige la conversione della vita; questa poi si esplica in amoroso servizio a Dio e in una fiducia piena di speranza. Quando un uomo scopre che Dio esiste, e chi egli è, la sua vita non può non cambiare direzione”.
I primi cristiani hanno scoperto Dio, hanno scoperto Dio: vendevano tutto e lo davano ai poveri. Ecco la vita che cambia direzione! Ve ne accorgerete, vedrete cose meravigliose, vedrete cose veramente meravigliose; proverete la gioia di vedere la rivoluzione, anche nel campo sociale, perché, se a un dato momento una persona ha scoperto Dio, le cose non possono più restare com’erano, neanche per sogno! Un cristiano che realmente ha scoperto Dio non può sfruttare l’operaio; un cristiano che ha scoperto Dio non può vedere un fratello che chiede aiuto e non dare una mano. È troppo facile dire: “Ma, io non so... non saprei che cosa fare...”. Se tu hai scoperto Dio, non puoi, non puoi...

APOSTOLO predicazione

DIO

CONVERSIONE

CHIESA cristianesimo

Zeno Daniele frequentava all’epoca il 1° anno del corso teologico, e seguiva da vicino tutta la parte amministrativa delle casette prefabbricate che venivano costruite nella Casa dell’Immacolata.

La legislazione italiana prevede per le industrie l’obbligo di assumere un certo numero di invalidi civili in proporzione dei dipendenti validi già assunti. Don Ottorino accenna a don Giovanni Sartori, suo figlio spirituale e sacerdote diocesano di Vicenza, che operava nell’Azione Cattolica Diocesana e quindi era a contatto con le diverse organizzazioni cattoliche.

MI134,10 [3-01-1967]

10 Proprio ieri mi è capitato un caso di questo genere. Si sono presentate due persone e mi hanno detto: “Scusi, cercavamo don Zeno... ”. Io ho risposto: “Don Zeno è a scuola in seminario”. Avranno pensato che si trovava a fare scuola in seminario e io li ho lasciati un pochino in questa pia illusione; erano il tappezziere che attacca la carta da parati su quella casetta e un giovanotto di ventinove anni. Il tappezziere tentò di dire qualcosa, e allora gli chiesi: “Voleva qualcosa da don Zeno? Adesso è a scuola”. Lui cominciò a dirmi: “Sentiamo un po’ se potesse anche lei fare qualcosa: volevo una informazione. Questo povero giovane è stato quasi sempre dentro e fuori dal sanatorio dall’età di dieci anni; adesso sta abbastanza bene perché a Padova gli hanno fatto l’operazione ai polmoni e sta bene. Bisognerebbe che imparasse un mestiere perché adesso è a carico del padre che ha settant’anni e, lei capisce chiaramente, che cosa può fare, povero disgraziato! Lui si vergogna di pesare sul padre, e se muore suo padre, che cosa fa? E bisogna pure che viva! E allora voleva venire qui per imparare un mestiere, se fosse possibile”. Allora ho cercato di spiegare. Potevo cavarmela e dire: “Senta, anima di Dio: mi dispiace, ma non c’è niente da fare; un mestiere non possiamo insegnarglielo”. E infatti ho cominciato così, ma mentre stavo dicendo questo, mi sono chiesto: “Se questo Tizio fosse mio fratello di sangue, lo lascerei così? Gli direi: ‘Non c’è niente da fare; va’ e arrangiati’? Quest’altro uomo, tappezziere, dello stesso paese, è venuto qui apposta, ha sacrificato mezza giornata per dare una mano a un fratello...”. Mentre gli facevo vedere che all’Istituto non c’era niente da fare, ho aggiunto:
“Stia attento: supponiamo che lui imparasse anche a fare il meccanico, se la sentirebbe dopo di lavorare...”. “Eh, no, non potrebbe fare quel mestiere”. “Il tipografo?”. “Neppure, perché lui non può fare sforzi; è invalido civile!”. Allora ho incominciato a suggerire qualcosa che si sarebbe potuto fare. Intanto per domenica lui avrebbe preparato una domanda. Dopo, per telefono, ho cercato don Giovanni Sartori, che non era a casa; ieri sera, ho ritelefonato a don Giovanni Sartori e ci siamo messi d’accordo: lui poteva tentare ad entrare nelle scuole del suo paese o delle vicinanze come bidello, ovvero attraverso i Coltivatori Diretti o qualche altra istituzione avremmo trovato un’attività di mezza portata, ovvero attraverso i “magnati” di Vicenza imporre a qualche fabbrica di assumerlo come invalido civile. Figlioli, tutto questo comporta sacrificio e porta grane, porta grane. Siamo rimasti d’accordo che lunedì o martedì venga a portarmi i dati, che mi riferisca che cosa gli ha detto il sindaco. Ma, figlioli miei, volete pretendere che una mamma faccia del bene al suo figliolo senza fare fatica? Una mamma sta in piedi anche di notte! Scusate se ho tirato fuori un caso particolare, ma di questi casi un domani, da sacerdoti o da assistenti, ne incontrerete continuamente. La carità non deve essere fatta soltanto di parole; la carità deve essere fatta anche di azioni e di sacrifici. Un domani non potrete dire: “Ah, si arrangi...Non saprei neppure io che cosa fare! Sì, sì, è vero, ma non saprei neppure io che cosa fare!”. Figlioli miei, una mamma non fa così con i suoi figli. Gesù non avrebbe fatto così. Gesù non fa così! Qualcosa bisogna fare, e se non puoi fare altro spezza il tuo pane: “Fratello, intanto mangia; ecco mezzo pezzo di pane anche per te; metà per uno. Qui c’è una torta... Quanti siete in casa? Facciamo metà per uno!”.

AUTOBIOGRAFIA

CARITÀ

amore al prossimo

PENITENZA sacrificio

GESÙ

imitazione

MI134,11 [3-01-1967]

11 Bisogna voler bene non soltanto a chiacchiere: il nostro Vangelo non è fatto solo di parole, ma di fatti; è un Vangelo vivo e noi dobbiamo testimoniarlo non soltanto con le chiacchiere, ma con i fatti! Questo non vuol dire che dobbiamo vivere nella miseria, che restiamo senza mangiare... No, no! Ma qualcosina che costi sacrificio ci vuole.
Vorrei dire che per noi uomini di Dio dovrebbe essere una ricreazione fare del bene. Abbiamo bisogno della giornata libera o di mezza giornata libera? Questa dovrebbe essere la giornata libera per noi: nella nostra ricreazione fare qualche cosa per cercare un posto a chi ha bisogno, per dare una mano ai bisognosi. Questa dovrebbe essere la nostra ricreazione. “Quando un uomo scopre che Dio esiste, e chi egli è, la sua vita non può non cambiare direzione”. La sua vita è una vita nuova, ma dobbiamo prima di tutto scoprire Dio dentro di noi, e poi dobbiamo farlo scoprire agli altri. A un dato momento nella parrocchia non sarai più solo, ci sarà un altro, e quello lo farà scoprire a un altro e, a un dato momento, nella parrocchia che ha scoperto Dio avremo la gioia che abbiamo provato ad Asiago: avremo la Casa dell’Immacolata, avremo l’unione dei fratelli che vivono insieme. Allora, nella parrocchia, ci sarà proprio la famiglia: ma bisogna che si scopra Dio, bisogna scoprire Dio! Bisogna che lo scopriamo noi, il vero Dio, il Dio dell’amore, il Dio della carità, il Dio del sacrificio! Leggo le ultime parole e finisco. “Una volta avvenuta, la conversione trasforma il ritmo di ogni giorno in un amoroso servizio di Dio: ci fa suoi servi, e la vita diventa culto. Non si tratta della scoperta di una nuova divinità con una nuova forma di liturgia: il vero Dio vuole assumere al proprio servizio e trasformare in culto l’intera vita umana in tutte le sue manifestazioni”. Tutto diventa culto: andare a scuola, andare a lavorare; tutta la giornata diventa culto. “Il culto del Dio vero trabocca dagli stretti limiti del servizio liturgico; Dio esige per sé non solo le domeniche, ma anche i giorni feriali”. Quando uno ha scoperto Dio, tutto diventa culto; non solo mezza oretta alla domenica, ma tutta la domenica, e non solo la domenica, ma anche il giorno feriale! Ragazzi, scusatemi se non vi ho detto bene le cose, ma questa mattina sono un po’ fiacco. Andiamo!

PAROLA DI DIO Vangelo

APOSTOLO testimonianza

APOSTOLO uomo di Dio

DIO

PASTORALE parrocchia