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LA SCOPERTA DEL VERO VOLTO DI DIO STA ALLA BASE DELLA CONVERSIONE E DELLA PREDICAZIONE

MO134 [3-01-1967]

3 Gennaio 1967

MO134,1 [3-01-1967]

1 Dunque... L'ultima volta mi pare che abbiamo commentato queste parole: "Ma la vostra fede in Dio si è divulgata dappertutto a tal punto che non abbiamo bisogno di parlare: tutti raccontano di noi, di quale accoglienza avemmo tra voi...", e ci siamo fermati sulla testimonianza, come uno, uno, quando è cristiano sul serio, non occorre neanche che si preoccupi di come andar predicare: la sua presenza è già una predica. Mi pare che sia questa la storia... "... diffonde... - abbiamo terminato - ...perché solo così si diffonde gioia e fiducia". Vi ricordate queste parole? Sì, Leonzio? Benedetto dal Signore, come fèto a ricordartelo quando che sarai in giro pel mondo de sbrinzolon? Go capìo: l'hai già dentro e lo metti fuori.
Beh, andiamo avanti!

MO134,2 [3-01-1967]

2 "Come poi vi convertiste dagli idoli a Dio per servire al Dio vivo e vero...".
"Nelle sinagoghe si radunavano pagani di ogni genere, simpatizzanti del giudaismo. All'inizio Paolo dovette rivolgersi ad essi come usavano i predicatori giudei: anche costoro infatti istruivano i pagani sull'esistenza dell'unico Dio vivo e vero, sul venturo giudizio e anche sull'attesa del Messia. Ma le verità predicate dall'apostolo non erano puramente teoriche, bensì verità di fondo e pratiche, che imprimevano un nuovo orientamento all'esistenza". Dovevo arrivare qui questa mattina... Le verità di San Paolo, le verità di San Paolo, non sono verità là, buttate in aria, teoriche, eccetera, ma sono verità pratiche che imprimono un nuovo orientamento all'esistenza. È quello che vi deve far differire voi dagli altri predicatori. C'erano sì, dico, al tempo di Paolo, degli altri che andavano nella sinagoga a predicare, no, c'erano i pagani che andavano in sinagoga, e altri predicatori che facevano le loro belle prediche; ma Paolo si distingue per questo: "... perché non sono verità puramente di fondo, sono verità pratiche che imprimono un nuovo orientamento all'esistenza". Stamattina, nel ringraziamento della comunione, ho detto: "Signore, perché fai aspettare la gente... perché non fai in modo che, per esempio a Resende, quei due milioni di anime che son là, cioè, due milioni... tutto intorno a Resende, no, se mettiamo in centro Resende, sono milioni... perché non li fai diventare...". E allora ho cominciato a passare in rassegna qualcuno di voi: adesso, sa se vi dico, fate peccati di superbia. Ho detto: “Non li fai diventare buoni come Mariano, Mariano Apostoli...”. Beh, almanco, scusa Mariano, forse io sarei contento se tutti i membri della Pia fossero buoni come Mariano, come Paolino, come Filippi... che fossero pii, buoni, vero... gentili... e, sinceramente, se alcuni anni fa, dovevo dire... adesso in questo momento insomma, ringraziando il Signore, sarìa contento che i diventasse così: almanco, sa, i sensari che i sia come Filippi, gli ingegneri de Resende e de Rio; gli altri, i macellai, eccetera, che i sia come Mariano...

MO134,3 [3-01-1967]

3 Però... questo: abbiamo lavorato tanti anni per convertirci un pochino noi, per capirci un pochino, per trovare una strada, una strada... Proprio ieri sera fino a mezzanotte siamo stati lì a lavorare un pochino, quando sono tornati i nostri missionari da Rosà, e sono tornati vivi, sapete. È tutto dire, no, e sono stati a mangiare da mons. Ciffo... e, state attenti, sono tornati mentre noi stavamo lavorando: stiamo preparando, dicevamo un album una volta, adesso invece che un album verrà fuori forse un libretto stampato, un album stampato, una cosa a colori. Vediamo cosa verrà fuori... che dica un po', che sia un po' una presentazione della nostra Congregazione. Ci siamo accorti, sa, così che... tante cose il Signore ci ha date, no? Vedete... vi accorgerete, quando ve lo mostreremo, quante cose ci ha dato il Signore! Ebbene, queste cose però il Signore ce le ha date, e ringraziando il Signore le abbiamo mangiate e divorate un pochino in questi anni, però, però dobbiamo portarle in giro pel mondo. Non ce le ha date perché le conserviamo per noi.
Abbiamo messo: Pia Società San Gaetano nella facciata, poi dentro due facciate: Congregazione Religiosa Maschile Clericale che si propone di aiutare i vescovi, le diocesi scarse di clero... ta ta ta... e di portare Cristo agli uomini, ad avere Cristo nel cuore, nella famiglia, nel lavoro. Volta pagina: composta di sacerdoti e diaconi; sacerdoti, e giù una fila de preti fotografà a colori e una fila de diaconi fotografà a colori: mansioni e mansioni. Volta pagina: e allora zo: sacerdoti e diaconi che cercano, preoccupati solo di fare la volontà di Dio, e zo la croce col so quadratelo. Sacerdoti e diaconi preoccupati di essere in contatto con Dio. Volta pagina: sacerdoti e diaconi... e zo, avanti, e sa, e batti e batti e batti, e vien fora tutte quante le nostre... fin in fondo: sacerdoti e diaconi preoccupati di dare... e zo, una pagina de l'apostolo deve dare, e alla pagina de là, una carta geografica, sacerdoti e diaconi già in lavoro... Figlioli miei, stiamo lavorando su questa causa qui, però, guardate, che il mondo sta aspettando. Quella frase che mons. Luna ha ripetuto tante volte, go paura che la ga tacà, go paura che la ga tacà! Quando che a Zacapa... ciò l'è devoto della Madonna... lu el ga dito ripetutamente: "Voio farve perdere la pace della coscienza!", no? El me la ga fatta perder a mi, e go paura che presto presto la perdì anca voialtri. Non si può star tranquilli mentre il Cristo sofferente è là che attende. Mentre il Cristo è in croce e sta agonizzando, non si può fare una partìa de tresette. Capissimo, Gianni? Non si può rimanere indifferenti mentre il Cristo è là sofferente, è là che attende, è là che chiede aiuto. E, si può dire che qualunque parte cerchiamo di guardare sopra l'atlante, noi troviamo una mano protesa verso di noi che domanda aiuto.

MO134,4 [3-01-1967]

4 Però, ecco qui, noi dovevamo trovare prima il toccasana direi, no, bisogna trovare prima il... la bacchetta magica, perché, è inutile, fossimo partiti vent'anni fa o quindici anni fa: non è tanto il numero, che pure ci vuole, era tanto la qualità, la formula speciale. La formula speciale eccola qui: uomini che cercano solo la volontà di Dio, uomini che sono in contatto con Dio, col Signore, uomini che hanno accettato la Madonna come mamma e Cristo per fratello, uomini che vogliono dare tutto, continuamente dare tutto, offrirsi interamente al Signore.
Ecco, voi avete accettato queste cose, se voi continuate su questa strada sarete come Paolo, uomini capaci di dare agli altri un orientamento nuovo. Vedete, quando l'eunuco si è incontrato con Filippo, - non confondete con Filippi - Filippo ha dato all'eunuco un orientamento nuovo, o meglio, lo Spirito santo, attraverso Filippo, ha dato un orientamento nuovo. Domani vi incontrerete voi forse, e non si sa mai cosa voglia il Signore, vi potrete incontrare con qualche uomo politico, e domani, attraverso voi, il Signore si serve per dare un orientamento nuovo a una nazione. Non dico mica corbellerie, sapete, dico verità. Vi rendete conto che voi, forse domani, potrete essere quelli che danno un orientamento nuovo a diocesi e a nazioni intere? Mi guardate come segno di pazzia, come fossimo a dire delle pazzie. Vi ricordate quando padre Lombardi parlava e diceva che s'è incontrato dopo guerra con un giovanotto che si chiamava Colombo, vi ricordate? Quel giovanotto che era Colombo, che era dell'Azion Cattolica, eccetera eccetera, e adesso è il ministro Colombo. Ma pensate voi quanto abbiano influito quelli incontri con padre Lombardi e con tanti sacerdoti che adesso neanche noi conosciamo, con altre persone che non conosciamo? Ebbene, guardate che i governi e i... anche lo stesso governo della Chiesa è fatto di uomini. Ora, quelli che sono bambini oggi saranno i governanti di domani, saranno i vescovi di domani, saranno i papi di domani. Oggi vi sono parecchi papi... vivi, no, parecchi papi vivi, e sono a contatto con persone, le quali persone hanno ricevuto da Dio il mandato di aiutare queste persone a diventare papi, cominciando dalla loro mamma, dalla suora che è nell'asilo, dalla maestra o dal maestro delle scuole elementari, e via via via via via. Ora, ricordate che quel papa che si chiama oggi Paolo VI, non è stato formato soltanto a Roma nelle università romane, è stato formato prima da sua mamma o da sua nonna in casa, è stato formato dai suoi sacerdoti. Ora a voi, a voi spetta questa missione, figlioli: siccome che il mondo bisogna qualcosina... - ve xe mai capità a voialtri, dalla mattina alla sera, ca ve cavè la calza e la cavè che la xe roversa o qualcosa del genere? E allora se va dentro con una man e la indrissa - ecco, il mondo bisogna andar dentro con una man e indrissarlo, perché l'è roverso. Mai capità la jacheta, se roversa la manega, eccetera: bisogna andar dentro con una man e indrissarla. Perché ridi, fratello mio? Calza, sì, calza. Bisogna andar dentro con una mano e raddrizzarlo, raddrizzarlo! Ora a voi spetta questa missione: con semplicità e con umiltà.

MO134,5 [3-01-1967]

5 Dice il Signore al nostro caro don Lino e a Sgarbossa e a don Luigi: "Andate là in America Latina, in Brasile, c'è poco amore di Dio: portatelo! Portatelo con semplicità, portate gli uomini ad essere una grande Casa dell'Immacolata, nel loro posto, nel loro settore". Perché mia mamma era nella Casa dell'Immacolata, vero, pur essendo mia mamma, vero; mio papà lo stesso: ognuno nel proprio posto, però portate tutti a ragionare in questo modo qua, come ragioniamo noi; cioè preoccupati di far la volontà di Dio, in contatto col Signore, cercando di voler bene alla Madonna e di voler bene a nostro Signore, di voler fare il bene agli altri, di aver tanta carità verso il prossimo... È chiaro? Questo è quello che vuole il Signore! Però ricordatevelo, tenete presente la grandezza della vostra missione! Tenete presente cosa il Signore vorrà da voi.
Anche, caro don Graziano Celadon, se il Signore non ti farà papa, può darsi che abbia affidato a te il compito di preparare il più grande papa della storia. Caro Toni Pernigotto, anche se il Signore non ti farà imperatore, può darsi che a te abbia dato l'incarico di dare un tocco di grazia, un tocco, vero, a quello che sarà il più grande presidente della repubblica del mondo. Magari, domani viene un presidente de tutte quante, de tutte le nazioni del mondo insieme, no, e tocca proprio a Toni Pernigotto, proprio, non ai sociologi, eccetera, ai psicologi, eccetera, ma a Toni Pernigotto, ecco là! Ste' attenti, fioi, perché il Signore el gh'in fa de bele, quando el trova gente disposta! Capìssito, Ugo? Procedamus!

MO134,6 [3-01-1967]

6 "La predicazione del Dio vivo e vero non può infatti lasciare le cose come stanno". Impossibile! È impossibile!
Vai giù a Crotone, e si comincia a predicare il Dio vivo e vero, non l'io, perché se si comincia a predicare l'io le cose stanno come sono, chiaro? Ma se si va a predicare il Dio vivo e vero, ma veramente a predicare Dio, non a predicare noi stessi, le cose non possono restare come sono, ma neanche per sogno! Dò le xe le robe: o i li còpa o quei altri i se converte; e se i li còpa, allora il sangue dei martiri fa diventar loro cristiani. Non può restare indifferente un ambiente, neanche per sogno, neanche per sogno! Ma neanche se l'è un musso quello che conta quelle robe qua! Se el Signore se ga servìo de un povero musso che se ciama don Ottorino, un povero Balaam là... sonti mi... ghemo baruffà, se ghemo tirà, ghi nemo fatta una cosa... go tirà calci mi, eccetera, ghi tirà calci voialtri, eccetera; ma le cose non potevano rimanere... Sentì, go sbaglià, forse go dito strambarie, tutto quel che volete, però mi sono sforzato di predicare, in forma sbagliata, in dialetto, il Dio vivo e vero. No, Livio, no la xe sta così? E le cose non sono rimaste indifferenti: no, gnente da fare! Ecco qua: quel predicatore è stato rigettato, e un gruppo di santi è uscito da questo gruppo qua, anime, vero, eccole qua, belle come le vostre! Séto, don Venanzio... Ora, anche se non... Ricordatevi questo: non può rimanere indifferente l'ambiente dove andrete voi, se andrete a predicare con la vita e con le parole il Dio vivo e vero. Perché non può rimanere indifferente, assolutamente, perché a un dato momento scoppierà: dài, dài... Ricordatevi l'immagine dei gnocchi: anche su ad Asiago, in sti giorni qua, no i vegneva mai su, ma co i ga scominsià a vegner su, su, no te ghe stavi più drio a tirarli fora col minestro, vero! Sarà, te spetarè un anno, du anni, tre anni, cinque anni, dieci anni, ma dopo, quando che i vien, i vien a un dato momento, brrrrrrrom: cosa è stato? E io vi direi, ecco qui...

MO134,7 [3-01-1967]

7 Ieri sera è tornato, mi dispiace che non sia presente don Luigi Mecenero, ma... che io non voglia mormorare, ho domandato un po': “Che impressione hai avuto, qua e là?”. Sì, sì... sa, poche comunioni; il Natale no i lo sente a Crotone, eccetera. Lui si aspettava di vedere là una fila di diecimila persone che aspettassero di confessarsi come succede nelle nostre parrocchie, no? Ti pare, Marietto? Eh, cari miei, tre anni... che è appena un anno che hanno cominciato a Fondo Gesù a lavorare, sapete... sul serio! Appena un anno che hanno fatto l'asilo, appena un anno che hanno fatto la chiesetta, e un anno, in un ambiente così, è già un miracolo, è già un miracolo!
Figlioli miei... ieri sera siete andati a Rosà, e lì, mons. Ciffo sta raccogliendo i frutti di mons. Celadon, che ha lavorato anni e anni e anni insegnando alla gente a pregare: è chiaro? Mi diceva il papà di Renato... Dov'elo Renato? Non c'è mica Renato? To papà mi diceva che xe vegnù to zio dall'America, che è morto in casa tua - xe morto tuo zio in casa tua? - el me dixeva: "Sa, el vien dall'America - el dise - e el pregava... Me piasarìa a fare un giro in America, anda a trovar me parenti... Go do-tre zii che xe sta là, e uno l'è morto qua in casa mia. - el dise - Sa, là ghe piaseva anca bevare un goto, - el ga dito, no - ma el pregava, sa, el pregava! Alla sera el ndava in camera: tre quarti d'ora inzenocià a pregare, in terra, inzenocià par terra, a pregare!”. Perché el pregava? Perché forse in un paese dov'erano prima magari qua in Italia, eccetera, a ghe gera un parroco che el ga impiantà impiantà impiantà, e ga fatto diventare una Casa dell'Immacolata la parrocchia, no? E li ga abituà a pregare, e allora, diseva so papà, sa', i gera un po’ avilii, i diséa: “I fioi no xe più come quei!”. Eh, ghe manca a loro el prete, quel famoso prete!

MO134,8 [3-01-1967]

8 Per creare una tradizione, figlioli, ci vuole una vita! Perché Crotone divenga Grossa, ci vuole una vita, forse venti o trent’anni, figlioli! Poi sarà seme chissà di quante vocazioni, magari può divenire centro di irradiazione, vero, per il mondo intero, magari; ma ci vogliono anni e anni, e anni, e forse quello che ha piantato, vero, non avrà neanche la gioia di raccogliere. Adesso, invece, ringraziando il Signore, stanno già raccogliendo, ma può darsi benissimo che in certe zone, a un dato momento, voi andiate là, e seminiate seminiate, triboliate triboliate, e forse forse non raccogliate niente.
Figlioli miei, bisogna che mettiate in preventivo questo; il primo a far questa cosa qua è stato Nostro Signor Gesù Cristo. Lui ha seminato, caro Raffaele, e hanno raccolto gli altri. Lui è andato a finire in croce, ecco la storia! Ora, se il Signore vorrà riservare a voi la gioia della vittoria, buona! Ma se invece che a voi vorrà riservarla a quelli che hanno ancora da nascere e che verranno qui poi nella Congregazione e andranno a raccogliere dove avete seminato voi: e questo non importa! Però, una verità è questa: che se andiamo a predicare il Dio vivo e vero, a un dato momento l'ambiente non può rimanere indifferente, assolutamente, l'ambiente presto o tardi scoppierà. Però bisogna portare il grano genuino perché se tu vai a seminare e invece, ciò Toni, invece che mettere un granetto de frumento sotto terra te metti una megola de succa, a tempo opportuno vien fora, ma vien fora sucche, no gran de frumento! Ma ci vuole la pazienza per arare la terra, ci vuole... “Oh, ben, lo impianto là in mezzo alla strada!”. No, porta pazienza, ara la terra, prepara la terra, mettelo dentro e porta pazienza che el vegna fora: intanto fuma una sigaretta! Figlioli, questo lavoro paziente, ci vuole. E bisogna mettere in preventivo il sacrificio. Ecco là Severino che fa catechismo, fa catechismo, e dopo magari un anno crede di aver convertito Rio Hondo, e invece dopo un anno e mezzo si accorge che i lo mette in croxe anca lu, vero! Cosa volete fare? Il sangue di Severino farà sviluppare Rio Hondo, no? Il tuo sangue è rosso, no? L'è tutto rosso!

MO134,9 [3-01-1967]

9 "La predicazione del Dio vivo e vero non può infatti lasciare le cose come stanno: si esige la conversione della vita; questa poi si esplica in amoroso servizio di Dio e in una fiducia piena di speranza. Quando un uomo scopre che Dio esiste, e chi egli è, la sua vita non può non cambiare direzione".
Eh, i primi cristiani hanno scoperto Dio, hanno scoperto Dio, vendevano tutto e davano ai poveri; ecco là: la vita cambia direzione! E vi accorgerete, cose meravigliose voi vedrete, vedrete cose veramente meravigliose! Proverete la gioia di vedere proprio la rivoluzione anche nel campo sociale. Perché, a un dato momento se uno ha scoperto Dio, le cose non possono restare come erano, neanche per sogno! Non può un cristiano, che realmente ha scoperto Dio, sfruttare l'operaio; non può un cristiano, che ha scoperto Dio, vedere un fratello che chiede aiuto e non dare una mano! Troppo facile dire: "Ma, mi no so, non savarìa cosa fare, eccetera eccetera eccetera...". Se tu hai scoperto Dio, non puoi, non puoi.

MO134,10 [3-01-1967]

10 Proprio ieri mi è capitato un caso di questo genere qua proprio a me. Si presenta uno, e quando che mi vede, in due anzi: "El scusa, cercavimo don Zeno, don Zeno". "Don Zeno l'è a scola - go dito - in seminario". I gavarà pensà che l'è a far scola in seminario: li go lassà un pochettin nella pia illusione... El gera el tappezziere che mette su la carta su quella casetta là, insieme con uno, de ventinove anni, un giovanotto; el dise: "Sa”, el dise. "Volevelo qualcosa, parchè, el sa, l'è a scola!". "Ah, sentimo un po' se el podesse anca lu - el dise - a far qualche cosa... Volevo un'informazione. Siccome che questo qua, poareto, l'è sta' in sanatorio dai diese ani in su, quasi sempre, dentro e fora dal sanatorio, adesso i ghe ga fatto l'operazione a Padova ai polmoni, e el sta pulitin adesso, el sta ben adesso... Sa, bisognaria che l'imparasse un mestiere - el ga dito - parchè adesso l'è a carico del papà che el ga settant'anni - el ga dito - e lu - el ga dito - el capisse chiaro, cosa porlo fare, poro disgrazià, al ga dito, el se vergogna a pesare su so papà, e se more so papà, cosa falo? E vivere bisogna pur che el viva! E allora el voleva vigner qua, se fosse possibile imparare un mestiere!". E allora go cercà de spiegare; podeva cavarmela e dire: “Sentì, anima de Dio, me dispiase, no ghe xe niente da fare, un mestiero no podemo insegnarghelo”, e difatti go scominsià così, ma mentre stavo disendo così, a me son domandà: “Eh, eh... e questo tizio, se el fusse me fradelo de sangue, lo lassarìa così, ghe diria: no ghe xe niente da fare, va e ràngiete? Quest'altro uomo, tappezziere, del stesso paese, l'è vegnù qua apposta, el ga sacrificà mezza giornata apposta per vedere de dare una mano a un fratello...”. E intanto che, mentre facevo vedere che qua all'Istituto no ghe xe niente da fare, ghe go fatto: "Ma, el staga attento, supponemo che lu imparasse anche a fare el meccanico dopo se sentirisselo...". "E no, no podarìa mia a fare quel mestiere là!". "El tipografo?". "Gnanca!". Parchè nol pol lu fare sforzi, l'è invalido civile, no? E allora go comincià a dire: "El staga attento...", e go comincià a suggerire cosa si può fare. Per domenica lu prepara una domanda, eccetera; e dopo... go cercà don Giovanni Sartori par telefono, era via, non era a casa; dopo ghe go ritelefonà a don Giovanni Sartori ieri sera, e se ghemo messi d'accordo insomma: lu el prova... par far el bidello nelle scuola del suo paese o nelle vicinanze, ovvero, attraverso i Coltivatori Diretti, nda storia o l'altra, trovarse un buco di mezza, sa', di mezza portata. Ovvero, attraverso i magnati di Vicenza, imporre a qualche fabbrica come invalido civile, eccetera.
Ma, figlioli, tutto questo importa sacrificio. È chiaro! Porta grane, porta grane. Son d'accordo che lunedì o martedi el vegna a portarme i dati, eccetera. Che el me riferisca, cosa che... col sindaco, eccetera. Ma, figlioli miei, figlioli miei, volete pretendere voi che una mamma faccia del bene al suo figliolo senza far fatica? Una mamma sta su anche di notte! Ora, scusate se ho tirato fuori un caso particolare, ma di questi casi voi capite che un domani da sacerdoti o da assistenti, ne incontrerete continuamente. La carità non dev'essere soltanto fatta di parole, la carità dev'essere fatta anche di azioni e di sacrifici. Domani: "Ah, el se rangia, no savarìa gnanca mi cosa fare... Sì, sì, xe vero, ma no savarìa gnanca mi cosa fare!”. Figlioli miei, una mamma non fa così coi suoi figlioli. Gesù non avrebbe fatto così! È chiaro? Gesù non fa così! Qualcosina bisogna fare, e se non puoi far altro, spezza il tuo pane: "Ben, senti caro, intanto magna mezo toco anca ti, metà par omo... Qua ghe xe nda torta, dai, quanti sìo in casa, tanti i xe, fèmo metà par omo!”.

MO134,11 [3-01-1967]

11 Voler bene, insomma... non soltanto in chiacchiere: il Vangelo nostro non è fatto solo di parole, ma di fatti, è fatto di fatti, è un Vangelo vivo. Noi dobbiamo dirlo, non soltanto a chiacchere, non vi par mica giusto?, dobbiamo dirlo coi fatti; questo non vuol dire che dobbiamo vivere nella miseria, che stiamo senza mangiare, che si... No, no! Ma un qualcosina, insomma, un qualcosina che costi sacrificio...
Vorrei dire che per noi, uomini di Dio, dovrebbe essere una ricreazione fare... Abbiamo bisogno della giornata libera o mezza giornata libera: questa dovrebbe essere la giornata libera per noi; nella ricreazione nostra fare qualche cosa per cercare un posto a chi ha bisogno, per dare una mano ai bisognosi, non vi pare? Questa dovrebbe essere la nostra ricreazione! Scusate se sono un pochino... ma... eccolo qui: "Quando un uomo scopre che Dio esiste, la sua vita cambia orientamento". La sua vita è una vita nuova, ma dobbiamo prima di tutto scoprire noi Dio dentro di noi, e poi dobbiamo farlo scoprire agli altri. E a un dato momento nella parrocchia non sarai più solo, ci sarà un altro, e quello lo farà scoprire a un altro, e a un dato momento nella parrocchia che ha scoperto Dio avremo, nella parrocchia, la gioia che abbiamo provato ad Asiago: la Casa dell'Immacolata, abbiamo l'unione dei fratelli che vivono insieme. Ci sarà allora la... proprio la famiglia nella parrocchia, ma bisogna che si scopra Dio, bisogna scoprire Dio; e guardate che bisogna che lo scopriamo noi, ma il vero Dio, il Dio dell'amore, il Dio della carità, il Dio del sacrificio. "Una volta - e leggo le ultime parole e finisco - avvenuta la conversione, trasforma... scusate, una volta avvenuta la conversione trasforma il ritmo d'ogni giorno in un amoroso servizio di Dio: ci si fa suoi servi, e la vita diventa culto, la vita diventa culto! Non si tratta della scoperta di una nuova divinità con una nuova forma di liturgia: il vero Dio vuole assumere al proprio servizio e trasformare in culto l'intera vita umana in tutte le sue manifestazioni". Culto diventa tutto: andare a scuola, andare a lavorare, diventa culto tutta la giornata.. "Il culto del Dio vero trabocca dagli stretti limiti del servizio liturgico; Dio esige per sé non solo le domeniche, ma anche i giorni feriali". Capìo? Quando uno ha scoperto Dio, diventa tutto culto, non solo la domenica mezz'oretta, caro Marietto che te sì pallido... Mio Dio, come che te stè poco ben, caro! "Mon Dieu, comme tu es pale"! Non soltanto la mezz'oretta della domenica, ma tutta la domenica; non solo la domenica, ma anche il giorno feriale. Tusi, scusé se non ve le go dite bene le robe, ma son mòlo stamattina... Andiamo!