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LA SOFFERENZA E LA PREGHIERA SONO ESPERIENZE INDISPENSABILI PER L’APOSTOLO

MO162 [11-04-1967]

11 Aprile 1967

MO162,1 [9-04-1967]

1 "... voi stessi ben lo sapete che a ciò noi siano destinati. Ond'è che quando eravamo tra voi, già vi avvertivamo che avremmo dovuto soffrire; ed è, voi lo sapete, ciò che avvenne".
Se volete diventare profeti anche voi, alle anime annunciate sofferenze: indovinè sempre! Ve incontrè con qualche anima, qualche creatura, volì fare qualche profezia, séto, don Luigi... te fe la profezia a qualche anima, qualche bona vecièta, sta' sicuro che te indovini... "Che santo prete quel toso! Ruggero, che santo prete, el ga indovinà!". "Nella lettera, - attenti perché stamattina ghe xe un tochetèlo de pan biscotto! - nella lettera ci imbattiamo ripetutamente nell'espressione 'Voi stessi ben lo sapete'... voi stessi ben lo sapete...". Quando che mi ve digo: "Tusi, vardè che bisogna esser pronti, bisogna esser pronti...", "... voi stessi ben lo sapete!". Caro Ruggero, bisogna esser pronti, bisogna esser pronti: "... voi stessi ben lo sapete!", bisogna esser pronti! Ieri sera xe vegnù qua don Massimo da mi, il padre spirituale del seminario, e mi accennava che si è trovato con i magnati là dell'America Latina, sono quattro segretari, mi pare, generali, uno a Roma, uno qua a Verona, uno in Germania e uno in Spagna, e questi si sono trovati qui a Verona; avevano fatto un giro in America Latina e allora, sa, dicevano un po' della situazione, situazione... difficoltà ci sono insomma, niente da fare! Io non mi meraviglio, perché le difficoltà che trovano quei poveri preti che vanno là, sono le stesse difficoltà che trovavo io nel quaranta; adesso cambia un pochino, sa, cambia... nel quaranta quando sono stato cappellano ad Araceli, vero? Stesse difficoltà che i miei confratelli hanno trovato in altre zone della diocesi, in altre parti del mondo. Io so di don Ernesto Scanagatta le difficoltà che ha trovato in Venezuela, ma so anche le difficoltà che lui ha trovato a Trissino quando è venuto cappellano a Trissino, e a Montecchìa quando è andato cappellano a Montecchìa...

MO162,2 [9-04-1967]

2 Sicché adesso cambia un pochino, vero, troverai sempre contro il demonio, a combattere contro il demonio! Perciò, voi ben lo sapete che non siete stati chiamati per andare a combattere contro i mulini a vento, con don Chisciotte, ma contro veramente un nemico; perciò, sì, va bene, ci saranno i momenti di gioia, i momenti in cui ci troveremo a Castelvecio, là, a mangiare le sirèse, bellissima cosa, ma voi siete combattenti, voi siete soldati e dovete incontrarvi, dovete cozzare col nemico. Il soldato prima di partire può fare anche un po' di festa in casa, la mamma copa un polastro, un po' de dolze, tutto quel che te vui, i pol anche farghe i regaletti a Campedello al soldato... tutto quel che te vui, bellissimo, tre ore e mezza de accademia... tutto quel che te vui, bellissime cose... Ma il soldato, il soldato è fatto per la guerra e là dovrà trovarsi a tu per tu col nemico, trovarsi magari improvvisamente con Toni Ferrari avvilìo là che el pianze: "Mi vui ndar a casa! Varda qua... Son calà diese chili in tre mesi! Sa vo vanti de sto passo qua, cosa succede de mi, cosa resta?". El trova quell'altro... confratello, don Graziano - ghe xelo qua don Graziano?- don Graziano: "Mi me dispiase, ma no stò ancora in mezzo a sta gente qua, a confessarse no vien nessun, te vedi anca ti, cossa fasso da prete qua? Me toca altro che far da mangiare, parchè femene no ghe n'avemo... Staga qua a fare? Gli assistenti, con la scusa che ghe xe i laboratori, là a lavorare e luri insegna el lavoro e mi me tocca... Xelo questo el modo? Gera mejo ca fusse andà assistente anca mi, quella volta!". E zo e zo... insomma! A questo si aggiungono poi le zanzare che ti vengono a tormentare 'opportune e inopportune', magari viene l'alluvione e... te tocca andare in barca invesse che in macchina!
Figlioli, "estote parati"! E già lo sapete... e altre simili cose. Scusé se mi batto spesso su sto tema qua, e lo lascio in eredità a qualche altro, lascio in eredità di battere sto tema qua, cioè di prepararvi non poeticamente, ma realisticamente, alla vita missionaria. Fasso male? In modo che non vi scoraggiate domani; preferisco che mi rinfacciate di aver detto una bugia. Vo nelle missioni e me disì: "Don Ottorino, el varda, el me ga dito che ghe xe tante croxe e invesse, sì, ghe n'è...". Voglio che ne mettiate in preventivo tante, che vi capiti come a me, che non mi sono ancora capitate neanche la metà di quelle che avevo messo in preventivo, e sì che me ne sono capitate tante! Pesano quando che arrivano, ma se le hai messe in preventivo, sai... Io ho messo anche in preventivo di far fallimento completo in mezzo a voialtri, in modo de non averghene più gnanca uno, che tutti me abbandona, tutti me accusa, tutti me... Insomma, fin dèsso... questa no la ghe xe gnancora, no? Se no ghe xe Raffaele che vol mandarme... No no, poareto!

MO162,3 [9-04-1967]

3 "Paolo è convinto che egli può insegnare con successo - adesso incomincia la meditazione - solamente quando un Altro ha già insegnato".
Tusi, stè attenti e cerchè de capire ste parole qua, perché le xe parole tremende. Paolo è convinto di una cosa: che io ho da parlare a Livio, che Livio capirà quello che dico io se prima di me è andato un altro a fargli... a insegnagli qualche cosa. È inutile che io mi metta a insegnare a Livio: "Senti, Livio, varda qua, senti che bel pezzo di Bach, varda"... se un altro no ghe ga insegnà la musica prima! Sarìa come che te me spiegassi a mi: "Don Ottorino, el varda, el staga attento... Adesso el vada a sonarla al pianoforte...". Metterme mi e mettì un gatto a sonare el pianoforte xe la stessa roba, vero? Ti te ridi, Marco. Bisogna che prima un altro mi abbia insegnato la musica, bisogna che prima un altro mi abbia predisposto. Ora, guardate, questa roba è chiarissima: se tu vai da un'anima... Vardè, sto ciodo qua mettivelo in testa, séto, Fernando... varda, xe inutile che te vai prete e che te vai a predicare a un'anima se prima no xe passà el Signore a prepararla! Sa, xe inutile che un papà e una mamma voia mettere al mondo una creatura se non vien el Signore e crea l'anima! Vardè che la vita, la vita: papà, mamma, Dio. Dio, papà, mamma, insieme. Papà ghe la mette tutta, è necessario, la mamma è necessaria, ma Dio è necessario, no? La mamma è necessaria, ma creata da Dio, la mamma; il papà è necessario, creato da Dio, il papà: Dio è necessario! Ora, vorrei dire, il dare la vita alle anime è qualcosa di simile: c'è l'apostolo che è necessario, perché il Signore ha voluto, l'ha voluto necessario in quel caso lì, ma c'è Dio, c'è Dio; e se Dio non è andato avanti lui prima e non ha predisposto, non c'è niente da fare! Qualcuno di voi ha già esperimentato, già esperimentato...

MO162,4 [9-04-1967]

4 Raffaele, dime la verità, in certe situazioni là... Qua semo in fameja, no te te ràbi mia, no? In certe situazioni gravi, dime un pochino, la predica de don Ottorino, del maestro dei novizi e de tutti quanti gli altri, se non ghe xe Dio che ga arà la terra, tàchele? Le fa vigner dispetto e schifo. Me metto nel campo tuo e me metto nel campo degli altri. Digo male? Una predica che vien dall'esterno, anca la vignesse da un santo, anca sul più bel libro, se non è passato Dio... perché vedito, sora l'asfalto metti anca la semenza più selezionata de sto mondo, no la taca! In piazza de Vicenza porta tutte le sementi più selezionate che te vui, no le taca! Ciàpa insima a un campanile dove che ghe xe nda sciantina solo de robeta là... metti la semenza: tac, nasce un salgaro! Perché prima è stato preparato il terreno da Dio, il quale si è servito, Dio, magari de... un oseleto che l'è andà là e 'l ga messo qualcosetta, no, in cima...
Figlioli, state attenti, mettetevi in testa questo: se prima non è passato Dio, caro don Piero, xe inutile che te vai al Chaco a visitare un'anima se non è passato Dio dentro di quell'anima, non la taca, non la taca la parola dell'apostolo! Capissìto Toni? No la taca! Xe inutile che... ve mettì in testa di fare in una forma umana! Bisogna prima che passi un altro! Questo altro però con l'A maiuscola! Dunque "Paolo è convinto che egli può insegnare con successo solamente quando un Altro ha già insegnato. Se infatti la Grazia di Dio non apre l'anima alla comprensione, anche un apostolo insegna inutilmente". Guardate che questo lo sperimenterete specialmente fuori nel campo... quando entrerete a contatto delle anime. È inutile, se voi... se non è passata la grazia di Dio, non farete niente, ma niente, niente, niente! Ecco perché quell'altro diceva: "Se volete convincerli, gli eretici, mandateli da me; se volete convertirli mandateli da San Francesco di Sales!". Perché San Francesco di Sales aveva questo: che mandava avanti la grazia! Eh, i santi, per cosa è che i santi riescono a convertire? Perché hanno una caloria tale che prima... Supponiamo che io fossi santo: comincio a parlare con Livio, la grazia di Dio che è in me è talmente forte che, prima che io entri dalle scale colpisco Livio, e... c'è... lui sente qualche cosa... eh... Cosa è? È il Battista che va avanti, no? Lo Spirito santo che va avanti, che va avanti! Il santo è pieno di Spirito santo, e questo Spirito di Dio precede l'uomo di Dio, perché ha un raggio, una cerchia tale di calore che lo precede. Ma se no ghe xe quelo, xe inutile, xe inutile! Guardate, è come buttare un fiammifero sopra una secchia d'acqua... Buttalo su una secchia di benzina e salta per aria tutto, no? Sulla secchia d'acqua, niente!

MO162,5 [9-04-1967]

5 "Perché è il 'maestro interiore' che parla nel cuore e fa sì che la parola del maestro umano venga creduta e la sua verità possa essere sperimentata nella vita".
È, vedete, vedete, Michele, è lui il maestro divino che vuol essere il maestro tuo. E lui, maestro divino che vuol essere maestro tuo, ti parla da dentro, poi si serve, supponiamo, di don Ottorino per dirti una parola e tu dici: "Credo, non perché l'ha detto don Ottorino, ma perché son convinto, cioè perché me l'ha detto lui che è dentro di me, che è giusto, no, che è giusto così!". E allora tu cominci ad avere il desiderio di sperimentare in te la vita... Capito? Per portarti a sperimentare, cioè a vivere quello che don Ottorino ti dice, tu hai bisogno dell'altro maestro che parli nell'intimo dell'anima tua, che ti disponga a ricevere la semente e che ti dica: "E perché non potresti essere più umile?". Dice Gesù a te, Michele: "Guarda che 'vanitas vanitatum', guarda che l'essenziale è essere umili, caro!". Viene qui don Ottorino e dice: "Guardate, figlioli...", e giù, parla sull'umiltà. Ti dice Gesù dentro: "Vedito, lo vedito? Anca mi, no? Vedito?". "Eh, sì!". "E allora scominsia a essere umile ancò!". Questo è il credo della grazia di Dio, quello che capita insomma nell'incontro con Dio! Sempre questo, insomma, il canale! Che poi, il maestro esterno può essere un libro, il maestro esterno può essere, so io, l'esempio di un compagno, può essere vedere... anche uno che fa male può essere un maestro esterno! Perché vieni colpito da... "Beh, insomma... che capiti anche a me!". Supponiamo uno... qualche volta è capitato questo: qualcuno che bestemmia e viene a confessarsi e dice: "Sa, basta, ho deciso di non bestemmiare più!". "Perché?". "Perché go sentìo uno bestemmiare e el me fasea schifo, e go visto... non pensavo de essere così anca mi!". Me xe xapità così a mi qualche volta. "Me faséa schifo a vedere uno bestemmiare. Ma che brutto... ma... penso mi che disgrassià che son sta' fin desso... che figura che go fatto anche dinanzi ai omini, la me fameja...". E lo Spirito santo ti fa capire ste robe qua. "La qual cosa è divenuta realtà nel Nuovo Testamento: mediante lo Spirito santo, infatti, Dio istruisce ognuno immediatamente nel suo intimo". Eh, il maestro, caro Elio, è lui, è Dio, e lo Spirito santo ti parla nell'intimo, ti istruisce lui.

MO162,6 [9-04-1967]

6 "Senza quest'interiore spirituale esperienza della parola apostolica, nessuna predica, e in modo particolare poi quella sulla necessità della sofferenza, può aver successo".
Diséa mons. Fanton l'altra sera, ve ricordè che gerimo lì insieme: "Bisogna aver fede, go dito... a go dito, mi me son... me contento de predicare la fede; dopo vegnarà quei altri dopo de mi e i farà el resto!". E allora lu diseva: "Sì, fede, ma non intesa come adesione alle verità solo, ma come vita, no, come vita!". Eh, xe logico! Dire "credo in Dio" e dopo fasso quel che me piase! Fede 'di quella' el diséa el Cottolengo, no? Fede che mi fa fare la volontà di Dio, fede che mi fa accettare i piani di Dio e non desiderare solo i piani miei... La fede delle nostre buone mamme diséa: "Ciò, se el Signore vol così, sia fatta la volontà del Signore!". Questa accettazione della volontà di Dio! Ora, state attenti, se... Siccome voi dovrete andare in giro nel mondo e insegnare una cosa, come dicevamo giorni fa, che non è secondo i principi umani, che non è secondo la logica umana... Vi ricordate il professor Tisato cosa che ha detto nell'ultima congrega, quelli che erano presenti, ha detto questo: "Insomma qua - el ga dito - mi me domando una roba, qua ghemo tanto studià, - el ga dito; guardate che lo ripeto, ve l'ho già detto, ma lo ripeto perché guardate che è importante detta dal professor Tisato - qua ghemo tanto studià i metodi, le forme per andare a convertire sto mondo, ma - el ga dito - domandemose un po', cosa vale la filosofia e tutti sti metodi qua quando avemo effettivamente che il sistema di Dio no xe secondo la logica umana? No sarìa... forse, no gavemo sbaglià strada?". Cioè, in altre parole, in altre parole, non podemo pretendere, pretendere una logica umana: xe tutta un'altra cosa! Perché, no la xe logica umana, benedetti fioi, l'umiliazione: "Beati coloro che sono umiliati, beati coloro che soffrono, beati..." no la xe secondo la logica umana, neanche per sogno! L'umiliazione e la sofferenza no xe secondo la logica umana; l'obbrobrio della croce no xe secondo la logica umana. Secondo la logica umana Gesù Cristo, lassar fare, lassar dire e dopo là smascherarli pubblicamente; no lu messo in croxe, no lu messo davanti al tribunale, ma un dato momento: "Adesso ghì fatto questo, fioi de can e fioi de porchi, adesso ghì fatto questo e fatto questo... e adesso xe l'ora della giustizia!", no? Quella la sarìa la logica umana! "Fin desso ghì corso voialtri, adesso basta, adesso corro mi! E allora li copèmo! Ti, Piero, fa come ga fatto Elia quella volta: fatte su le maneghe, cortèlo e tajeghe la testa a tutti quanti!". Eh, questa xe la logica umana! Sarìa a un dato momento giustizia umana, no? Scuséme tanto, ti te ne ghe calunnià... e allora, e adesso femo fora tutti! Ovvero un atto di clemenza: "Par sta volta ve perdono, ma adesso comando mi!". La logica umana sarìa questa: digo male? Eh, a un dato momento i fascisti vero... pache... dopo... dopo... aahhh! La logica umana xe questa!

MO162,7 [9-04-1967]

7 Invece la logica di Dio, dopo aver dà da magnare alla povera gente, dopo de aver resuscità i morti, aver guarìo gli ammalati, caccià via i demoni, i te tratta da bestemmiatore e i te accusa, mette in croxe: eccolo là! Secondo la logica umana sarìa stà, dopo la risurrezione, che el se ghesse presentà al tempio in mezzo a tutti quanti: "Ecco, son qua! Copème un'altra volta se ghì corajo, no?". E invece no, appare soltanto ad alcuni predestinati da Dio, perché vuole l'ossequio della fede.
Fioi miei, ora noi dobbiamo predicare nel mondo sta logica qua di Dio. E andare nel Chaco a dirghe alla gente: "Beati coloro che patiscono", che povere creature i xe là che i patisce la fame. "Beati coloro che soffrono”... Sì, a un primo momento par che te vai predicarghe l'oppio, l'oppio della povera gente, no? E invece, no: al sior te ghe disi: "Guai a ti, guai a ti, te ve all'Inferno se no te ghe dè da mangiare a quella gente!". A quella gente te ghe insegnarè: "Vardè che ghì el dovere de far valere i vostri diritti!", ma dopo, come finale e Gloria Patri de ogni salmo che termina in gloria: "Fratelli, ricordatevi che la sofferenza è un dono di Dio!". Ora, insegnare queste cose qui, perché, sa, insegnare che la provvidenza di Dio la xe tanto buona e tanto grande, quando alla mattina te te sveji e te vedi... coperto di manna, xe abbastanza facile, no? Svegliare i tusi: "La provvidenza del Signore è grande! Guardate, abbiamo venduto Quinto, abbiamo venduto la colonia di Asiago, abbiamo comperato a Castelvecchio, siamo andati per pagare e non i ga gnanca vossudo i schei e i ne ga regalà anca la terra, sono andà per costruire e i murari i ga dito: "Ah, va là, cinquanta per cento de sconto”. Oh, figlioli, la provvidenza di Dio!”. Te sé, parlare de ste robe qua xe abbastanza facile, no? Andare in mezzo al Chaco... nella tò parrocchia, séto, Piero, e là, ventimila anime, trentamila anime... "Fratelli, fratelli, la provvidenza del Signore è grande! Sono venuto dall'Italia con cento milioni di dollari. Ecco, guardate: prima cosa, intanto guardate, a tutti i poveri per tutto quest'anno mensa gratuita due volte al giorno, mezzogiorno e sera; poi un vestito, ogni mese vi regaleremo uno nuovo...". Xe facile predicare... sto genere qua, no?

MO162,8 [9-04-1967]

8 Ma, cari figlioli miei, andar a predicare il Vangelo, il Vangelo 'sine glossa', predicarlo come ce l'ha insegnato lui, guardate che... Aahh, l'è, oh... a l'è da aver paura! Siamo sinceri: l'è da aver paura! Andar a predicare a quella gente là che l'è nda polveriera, che vive nella miseria, che i xe lì... basta un fuminante... e aver di fianco ai comunisti che stanno venendo avanti a dire: "Vardè che l'imbroja, no ste' mia crederghe...". Se adesso mi son drìo parlare qua e ghe fusse là Venco in fondo che dise: “No ste' mia crederghe...". Luciano: "No ste' mia crederghe a quello che dixe don Ottorino...", e uno continua a sobillare quello che digo mi...
E in mezzo, magari come che xe capità là nel gran Chaco, nella parrocchia de... San Bernardo, me pare che fosse, cioè: undici chiese protestanti in una parrocchia! Dù poveri preti dell'America Latina, i gaveva undese chiese protestanti, nel centro della parrocchia de quattromilacinquecento anime, i gaveva cinque chiese protestanti, il resto disperse nella parrocchia; parrocchia che faseva quindese ventimila anime me pare, distensione immensa, con strade de terra e quando che piove, bloccati là, bloccati là! Sémo andà in mezzo alle caessagne, con buse così, con buse che son... in mezzo con sta macchina... Ma el xe un paradiso in confronto de quei là in mezzo, in mezzo de sta terra...e là, in mezzo de sta terra, undici chiese protestanti! Dunque... troverete dinanzi un po' i Mormoni famosi, che i xe, che i xe... come la peste, i xe da per tutto, eh, e sto povero prete, sti poveri preti, sti poveri assistenti, trovarse dinanzi sta situazione, e dover dire, dover dire: "Fratelli, beati coloro che soffrono! ". Se no va avanti lo Spirito santo, cari! Xe sempre fadiga, se fa fadiga, xe sempre necessario che vada, dixe San Paolo, che vada avanti un altro, ma specialmente quando dobbiamo fare la predica sulla sofferenza! E siccome che questa bisogna farla sempre, perché è l'essenza un pochino della religione cristiana, questa attestazione della sofferenza come mezzo di espiazione dei nostri peccati, come mezzo di aiuto a tutti i fratelli; siamo membri di una famiglia dove c'è bisogno di sangue, c'è bisogno di sangue, dove tanti fratelli muoiono dissanguati, e allora ecco, allora ecco che per questo bisogna mandar avanti lo Spirito santo.

MO162,9 [9-04-1967]

9 E allora ecco la necessità di far pregare, ecco la necessità di ricuperare le preghiere dei buoni. Questo lo dico in modo particolare per coloro che restano qui, o che si troveranno in zone buone. Ora fate una carità: aiutiamo i nostri missionari, coloro che sono in prima linea, con le nostre preghiere e con le sofferenze di tante anime buone. Voi andate a casa, trovate le vostre mamme, trovate qualche anima buona, ricuperiamo tutto, ricuperiamo tutto; cioè, facciamo capire alle anime che incontriamo sul nostro cammino che i missionari hanno bisogno di un altro che li preceda, e che le anime che soffrono possono mandare questo altro come aiuto.
Ma non soltanto cerchiamo di trovare queste anime che mandino questo altro, ma l'apostolo, figlioli, l'apostolo deve proprio, scusate se insisto 'opportune inopportune', ma l'apostolo deve convincersi di questo. E allora, quando si inginocchia dinanzi al tabernacolo, deve essere disposto di patire e di fare un fiasco, pensando che quel fiasco vale di più di un'autobotte, vero, di un'autobotte! Nel senso che se io faccio faccio fiasco nel compiere questa azione apostolica, offrendo questo fiasco al Signore, questo fa sì che l'altro va avanti, no, l'altro va avanti. Sarà difficile capire... Ti, don Piero, che te te ne intendi de più de mi, te dovarissi ti a spiegare sta roba qua, spiegare sta roba... Far capire, per esempio, ti, Toni, te ve nel Chaco, te sì là e te disi: "Adesso vo a parlare, a ciapare Raffaele!". Va ben: te ve davanti al tabernacolo: "Signore, Signore, varda che mi voio salvare quell'anima là, portarla a Cristo, a ti, basta, no vojo altro!". E te ve disposto, attento, a ciapare un spuòn in faccia da Raffaele, pensando che quel sputo, vero, quell'umiliazione, farà sì che lu el crede de essere vincitore, e dopo l'è vinto, perché ti, con l'umiliazione accettata per amore del Cristo, vero, fai sì che il maestro el vada dentro par de drìo de casa: lu che el spuava de qua, ghe se creava un vuoto e Cristo andava dentro par de là. Perciò ti, tornando in chiesa: "Operazione bene riuscita!". Umanamente parlando: fiasco! "Come xela nda, don Piero?". "Ah, male, male, male, male, male!". "Perché?". "A son nda e el me ga spuà in faccia!". E i altri: "Bene, bene, bene, bene, bene!". "No, male, male, male, male!". "No, bene, bene, bene!". "Perché". "Perché intanto quell'altro l'è 'rivà, no?". E allora el dixe don Piero: "Spetta ca provo mi!". E allora va su don Piero: "Beh, sfido mi, ti, ti, ti...". No, lu riesce parchè ti te ghe creà... messo dentro quell'altro.

MO162,10 [9-04-1967]

10 Se non capì sta matematica qua... Vedìo, mi sarìa contento capir sta roba qua e dopo moro volentieri. Questo bisogna che capì. "Operazione riuscita!"... quando el vien casa decorato de spuaci. Capìo? "Operazione riuscita!". Chissà quante volte ghe tocarà ripeterlo a don Piero, no? "Operazione riuscita!". "Sì, va ben...". Me par de vedar Toni Zordan... "Eh, sì, ancò così, doman così, doman così! Ti te te la cavi:"Operazione riuscita!" ti, no? Ma intanto...". Figlioli miei... è così: niente da fare, eh! Vardè che mi ca ve parlo son el primo a dire che xe fadiga a capire ste robe qua, a viverle ste robe qua, savìo! Ma ve assicuro, questo xe Vangelo! Questo xe Vangelo! Il sangue dei martiri è seme di altri cristiani per sto motivo qua! E dopo che xe nda un missionario che ga consumà tutta la sua vita e apparentemente non raccogliendo niente, dopo xe nda quei altri e i ga fatto furori, xe vignù fora delle missioni meravigliose... Ma perché questo? Perché il primo, il primo el ga fatto andare il Cristo dentro a preparare il terreno, no, e dopo il secondo xe nda... Parchè Cristo, l'altro, gera nda avanti, per il sangue del primo!
Fioi, bisogna avere sta fede, bisogna che... la vita missionaria ga da avere sta fede qua. Ma allora la xe un paradiso la vita missionaria, allora, allora non se misura, fioi, il risultato da... "mille comunion" o da "mille Battesimi"! Il risultato se misura dalla sofferenza: quello l'è il termometro, dal saper soffrire per le anime, e dal consumare la vita per le anime e andare "opportune e inopportune"! E dopo, sentì, el Signore penserà lu... Mi devo metterghela tutta! Del resto, guardate, anche questo l'ho già detto: sémo omeni e ghemo bisogno anca de raccogliere nda sciantina un po' de soddisfazion, no? Perciò... le prime mission ghemo cercà de metterse apposta, appunto in zone dove che, ringraziando el Signore, se dovarìa raccogliere: questo per don Gianni e su... vedarì che anche piano piano a Resende e al Chaco... le xe zone dove se dovarìa raccogliere. Infatti, sa, la Congregazione xe giovane; fusse sta' che i nostri tutti quanti gavesse lassà el sangue par strada... e niente: ma, sa, tusi giovani i ga bisogno anca de una scianta de entusiasmo!

MO162,11 [9-04-1967]

11 Se noialtri gavissimo aperto una missione verso la Romagna, da quelle parti là, sa', el vien casa: "Quanta gente in chiesa?". "La perpetua!". Dopo un anno: "Quanta gente?". "Alternativamente la perpetua, perché qualche volta no la vien gnanca quela! E zo, zo... Solo che mi e lu, mi e lu, cioè mi e l'assistente e basta! Mi e l'assistente e basta!". Do, tre quattro anni così, sa, gavarìa portà un'ondata de scoraggiamento anche nella Casa!
Però, ricordatevi, tra voi ci sarà qualcuno che dovrà purtroppo magari forse consumare tutta la sua vita in qualche zona così, e sarà quello che manda avanti quell'altro in altra parte; e forse sarà quello che nella Congregazione avrà fatto più apostolato di tutti, quello che guadagna per la Chiesa più di tutti, anche se apparentemente, arrivà in fondo alla vita, podarà forse metterse a piangere, don Ruggero, e el pianzarà: "Ah, lo go dito mi, ah, sa ndaséa a fare el maestro, sa ndaséa a fare là el coso... el boàro, forse rendèa de più! Varda, lavorà nda vita intiera, consumà, fatto niente: varda qua! Son vignù in questa missione e ghe gera dù cristiani, e 'desso qua ghi n'è restà uno: uno l'è morto... Ecco qua, go perso la fede anca mi, son 'rivà... cossa gonti concluso?". Eccolo qua, l'è là che el pianze, che el pianze... E intanto, vero: "Don Piero furori, quell'altro furori, e mi solo, mi solo...". Ecco, el se metterà là... "Anca Zeno, varda Zeno che xe rivà vescovo, là... Zeno...". Figlioli, fidatevi di Dio! 'Ndemo vanti!

MO162,12 [9-04-1967]

12 "Senza quest'ispirazione... della parola apostolica, nessuna predica, e in modo particolare poi quella sulla necessità della sofferenza...".
Che brutta parola "sulla necessità della sofferenza"! Fa paura sta brutta parola qua, savìo! "Sarà bene quindi stare attenti a questo maestro dell'anima e cercare di crescere nella comprensione e nella scienza che viene da Lui". E allora ghe xe due fattori: io devo stare attento a questo maestro perché parla a me, perché senza di lui è inutile che vada a 'scoltare una predica, e inutile che io legga un libro buono: "Veni sancte Spiritus".. e poi in mano il libro: “Signore, parla, il tuo servo ti ascolta!". Prendi in mano il Vangelo, ma se non c'è il maestro... niente da fare! Prima roba, devo stare attento per me! Secondo, io devo, quando parlo alle anime, invocare Dio: "Signore, parla ti, se no mi...". Prendete la bella abitudine, prima di parlare a un'anima, di invocare il Signore. No invocarlo matematicamente, così: col cuore... Per esempio, quando andate a fare una predica, fate una genuflessione al santissimo, uno sguardo alla Madonna: "Gesù, parla ti! Va' vanti, se no xe inutile!". Se sì drìo a confessare: "Signore, - a ogni anima, prima de un'anima - Signore, Madonna, penséghe voialtri, Gesù, parla ti!". "In nomine Patris... Signore, cossa gonti da dire?". Abituatevi, abituatevi a comprendere che è lui che fa!

MO162,13 [9-04-1967]

13 "Paolo non dice perché i cristiani debbano venire perseguitati; egli rinvia alla determinazione di Dio...".
Nol se mette, nol se mette San Paolo a fare una discussione, quando che el dise: "Ma, i cristiani xe perseguità... Sentì, questa roba non se discute: è necessario, perché Dio ha detto che è necessario...". Ora non si tratta di fare una disquisizione domani con le anime, per far vedere che... perché uno debba patire, perché guardate che è inutile che vi mettiate a discutere, discutere: Dio ha detto che bisogna patire, che è necessario patire. Partìmo dalla parola di Dio e " causa finita est!". È chiaro? Paolo stesso nol se mette neanche, e lui che el le savarìa mejo de noialtri le robe, no, nol se mette neanche, non affronta neanche il problema per dire: "Ben, vardè che xe necessario soffrire, per questo, questo, questo, quell'altro...". Sentì, qua xe messo in corsivo, San Paolo non affronta: "Dio ha stabilito, è necessario!". Basta, no se discute più! "Ebbene, chi ha capito che è Dio che vuole così, e che, se Lui così vuole, non può accadere una cosa diversa, deve tenersene pago. Non ha bisogno di altre spiegazioni". Perciò se Dio ha stabilito che io dovrò andare in Paradiso attraverso la sofferenza, e che devo accettare questo, è una delle cose che il Signore mi domanda, no, e basta! Se il Signore vuole questo... tante storie? "C'è da far quel mestiero, ma te sé, te capissi...". "Chi xe sta a dirtelo?". "Don Ottorino!". "E ben... allora basta!". Disì così voialtri, no? E va ben, scusa: "Ghe sarìa da soffrire de mal de panza...". "Ma chi xe sta a dirtelo?". "Dio!". Basta, sto Dio col me mal de panza: vegna el mal de panza! Che bella che sarìa una vita così, no? "Chi nelle persecuzioni riconosce la volontà di Dio, ha già compreso abbastanza e può dichiararsi convinto". Basta, me fermo qua, fioi, stamattina. Come conclusione, la ghì za capìa quale che la xe: cerchemo de accettare dalle mani di Dio qual che el Signore ne manda, ma ricordemose che el Signore ne ga ciamà a essere maestri, a insegnarlo agli altri ste robe qua: E Magister = magis-ter, no? Dovarìa saverlo tre volte, il maestro dovarìa saverle le cose tre volte, dovarìa viverle tre volte. Cerchemo, con l'aiuto della nostra buona mamma, la Madonna, di capire quello che ve go dito. Primo: che se non go el maestro che parla dentro de mi, xe inutile che vada a scola dai libri; che se non mando avanti el maestro, xe inutile ca vada a predicare, specialmente xe inutile ca vada a fare la predica cartello, cioè la predica più grande sulla sofferenza, che la xe la roba più difficile da comprendere...