1.Mi pare che l'ultima volta che ci siamo trovati qui... Non parlo dell'ultima volta che abbiamo fatto la meditazione con quel mistiero là, con quel coso davanti; quella è stata una cosa fuori serie. Poi la dovremo rifare adagio, adagio, masticando adagio, adagio questo pane. Mi pare che l'ultima volta, dico, abbiamo parlato sull'intimità, l'amore. Dunque ci siamo fermati: "Ecco sto alla porta - mi pare - e batto". Mi pare che sia stata questa. Tu che scrivi, vero, non è così?...Adesso sarebbe arrivato il momento di aprire la porta, se il Signore è alla porta, e di incontrarci con lui.Voi vi ricordate bene il cammino che abbiamo percorso insieme. Ci siamo portati... Prima abbiamo dato uno sguardo generale, cercando di capire il Signore cosa vuole da noi: ci ha dato il mondo intero davanti. Siamo niente, però con lui possiamo tutto.Abbiamo visto che il cammino per conoscere il Signore, che dobbiamo percorrere insieme, lo possiamo fare soltanto se sappiamo che là c'è uno che ci ama; perché io non vado tanto di corsa se so che in fondo là ghe xe un musso che me tira un calcio, no? Ma se so che là in fondo ghe xe uno che me dà un assegno, xe diversa la storia. Se vao cavarme un dente, te sè, torno indrio. Ma se vado... "Presto! Se arrivi in tempo, c'è uno che ti dà 50 milioni...", sa, strucco l'acceleratore de più, no? Se xe da pagar le tasse: "Chissà ca trova el sportelo sarà". La xe così, no, di solito. Ti pare, don Piero? Eh, caro! Se si tratta di andare a pagare le tasse, premo l'acceleratore, ma non troppo, sperando che ghe sia el sportelo sarà. Ma se c'è uno che mi dice: "Se arrivi in tempo, ti do 50 milioni", è ben diversa la storia, no?Ecco. Allora abbiamo visto insieme che quello che ci attende, che dobbiamo conoscere, è un amico nostro, è uno che ci vuol bene, Gesù. Abbiamo visto che per arrivare a lui bisogna passare attraverso il Giordano: là... il Battista.... piegare la testa, penitenza, cuore contrito.E adesso sarà anche arrivato il tempo, no, di incontrarci con lui. Perché, gira e rigira, sarà bene che ci incontriamo. Tutto questo periodo è stato preparatorio.Adesso siamo arrivati proprio al cuore delle meditazioni. E allora sentite, sentite un momentino: quando che si arriva vicino alle porta di casa, si sta per entrare... prima di... Supponi, io devo andare del vescovo. Prima di partire vardo se go le scarpe pulite, se sono a posto. Poi, quando che sono arrivato lì, mi cavo il soprabito, mi do un'occhiatina ancora per vedere se mi sono sporcato per strada. E allora, diamoci questa occhiatina un momentino dentro, e facciamo un atto di presenza del Signore e di pentimento delle nostre miserie. Prima di aprire la porta, guardiamo se siamo sporchi un pochino.Entriamo!"La vera conoscenza di Gesù Cristo - sua fonte e preziosità".Entriamo appena dentro dalla porta. Domani mattina, nelle nostre meditazioni, entreremo, entreremo sul serio, proprio sederci un pochino.
MO218,2[05-01-1968]
2."Abbiamo iniziato il nostro corso di Esercizi con la penitenza per prepararci ad incontrare il Cristo.Giovanni Battista, dopo aver proposto ai Giudei il battesimo di penitenza per la remissione dei loro peccati, ha presentato loro il Cristo dicendo: "Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo".E aveva anche detto: "In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete".Per esempio nell'Eucaristia.Ieri sera mi trovavo in casa di cura "Segato". Lì c'è una zia, sorella del papà; mai stata di chiesa proprio, proprio proprio... Mio zio l'ho confessato io prima che morisse: aveva un tumore; gera trent’anni che non andava in chiesa... Consolazione.Il mio povero papà, quando che io avevo sei anni, mi ha portato via di casa perché non era una casa proprio di religiosi. E, povero uomo, faceva, con la strada che c'era allora, senza asfalto, senza niente, con le gomme della bicicletta piene: veniva da Quinto a Vicenza a lavorare da muratore, perché io non restassi nella casa... "No, voglio educarlo differente me fiolo".Ora, non che siano cattivi, ma insomma, è una cosa... quella gente che va a Messa alla festa, ecco. Mia zia, può darsi che l'avesse anche persa qualche volta, ma comunque andava a Messa alla festa. Ieri sera l'avevano operata, e lei non lo sa: l'hanno aperta e ha un tumore. Prima dell'operazione ha fatto la comunione. Ieri sera si era rimessa un pochino. Ed è passata la suora e ha domandato: "Scusi, ha piacere di fare la comunione domani mattina?". "No, suora, non me sento mia domani mattina". Naturalmente io ho preso una stilettata, no per la suora, per Gesù. Ho detto: "Guarda, guarda, giorni fa mi ha detto: "Sa, ho fatto la comunione stamattina... adesso lo sa, eh!". Bene...
MO218,3[05-01-1968]
3Queste creature sanno cosa vuol dire fare la comunione?, mi domandavo ieri sera. Quanti cristiani che fanno la comunione e non sanno cosa vuol dire fare la comunione! Se quella benedetta creatura lì che ha quasi settant’anni sapesse cosa vuol dire fare la comunione! E, un momentino, e se non lo sanno, la colpa non è un pochino nostra, anche? Perché forse sufficientemente non lo sappiamo neanche noi? Senza offendere il nostro caro don Piero, parlo di noi qui, poveri cristiani. Sappiamo chi abbiamo con noi?"In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete". Siamo proprio convinti che questa mattina abbiamo ricevuto qualcuno, non qualche cosa, che nelle nostre mani stringiamo qualcuno, non qualche cosa? Quando i diaconi la prima volta hanno preso in mano l'Eucaristia, hanno sentito la mano tremare.Ieri sera un diacono mi diceva che una buona vecchietta ha voluto baciargli la mano a casa. "Ma non son mia gnancora prete...". "Eh, ma el toca el Signore! Queste man ga tocà el Signore".Mi domando: e qualche bravo diacono qualche sera, da solo, bacia mai le proprie mani, pensando che hanno toccato il Signore? Guarda mai le proprie mani: "Queste mani toccano il Signore"? Quando tocca il Signore, sente le mani sempre, anche dopo vent’anni che è prete, che tremano toccando il Signore? E parlo a me stesso, perché nessuno ga trent’anni de sacerdozio qua dentro. Figlioli, state attenti che San Giovanni Battista non debba ripetere anche per me e per voi: "In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete".E adesso andiamo avanti e vedremo.
MO218,4[05-01-1968]
4.“È il momento di metterci in presenza di Cristo e di metterci dinanzi a lui come se ancora non lo conoscessimo.Prima di cominciare questa istruzione sulla conoscenza di Cristo, vorrei dire in poche parole, che cosa vuol dire conoscere Gesù Cristo”.Ed è la meditazione che facciamo questa mattina, queste poche parole.“Qui prendiamo la parola "conoscere" nel senso biblico.In questo senso Gesù diceva al capitolo 17 di San Giovanni: "La vita eterna consiste in ciò: che conoscano Te, solo vero Dio e colui che hai mandato, Gesù Cristo".Vi sono infatti molte maniere di conoscere Gesù Cristo che non sono ancora la conoscenza di cui parleremo.Potremmo sapere il Vangelo a memoria, potremmo aver studiato le opere che narrano la vita dei giudei al tempo che Gesù visse sulla terra; in questo caso, potremmo fare delle conferenze sulla vita di Cristo, con infiniti dettagli estremamente interessanti e che ci permetterebbero di situarlo nella storia in maniera concreta; ma tutto ciò potrebbe essere fatto anche da un pagano. Questo non è ancora conoscere Gesù Cristo”.Ricordo che a Roma una sera mi trovavo, parecchi anni fa, sei sette anni prima del Concilio, in un certo posto e ho assistito a una discussione una sera. Non le ho prese perché... ma sono stato sfacciato però, adesso, pensandoci adesso. Erano in due sacerdoti che discutevano fra loro, e io ero il terzo lì, che ero lì insieme. Discutevano sull'altare, la questione dell'altare è il Cristo, l'altare qua, l'altare là... E facevano delle discussioni meravigliose, che, sa, mi, povero contadin qua, prete de campagna... Sa, erano professori là alla "Sorbona" di Roma, no? E mi sentivo umiliato, "cor contritum el humiliatum", faxevo la figura del pampano in mezzo a lori. Infatti, i parlava de questo, che è simbolo qua e là..."Senta...", a un dato momento i se rivolge a mi perché non i gera d'accordo fra lori, no, sui particolari. Ciò, i parlava puito luri, no, i parlava puito.A un dato momento i se rivolge a mi: cosa ca ghin digo, perché i volea che me schierasse da una parte o dall'altra. Go dito: qua adesso, eh, xe la volta ca non posso far l'ignorante, go dito. Te sè, la superbia, la superbia la ghemo tutti. Go dito: qua bisogna ca me la cava in qualche modo, no? E mi go dito questo, i se gavea rivolti a mi: "Ho l'impressione di una cosa - go dito - che noialtri discutemo tanto: sull'altare, su questo, su quelo... Bellissime cose, sante cose! Ma, l'impressione che mi go, vegnendo a Roma qualche volta, xe questa: che tante volte se disquisise sull'altare, e non si... Si crede con le parole, si fa baruffe con le parole, sul Cristo, ma go l'impressione che non se creda a Cristo. - go dito –
MO218,5[05-01-1968]
5.Il motivo xe questo: che tante volte mi vado dir Messa in quella chiesa, in quell'altra chiesa (e mi savea che tutti du 'ndava uno da na parte e uno dall'altra... la gavea fatta tante volte, no?), e l'impressione è questa: che se va in chiesa e se vede 'sti preti: i vien dentro, i fa 'na genuflession là, mezza genuflessione... in sacrestia, i se veste, i dixe Messa in fretta e furia, e via, eccetera. Ora, mi domando: se se credesse veramente che lì ghe xe el Signore, non so se proprio se farìa cussì? Mi, sa...". E insieme semo 'nda vanti un tochetelo discutere. "Sì, xe vero".Dopo uno, la sera dopo el me ga ciapà da una parte, el dixe: "Senta, per piacere... Devo chiederle un piacere: podarisselo pregare par mi?". "Volentieri". "Perché mi ghe confesso - el ga dito - che el ga rason. Ieri sera, sa, me ga fatto impression le parole ch'el ga dito". E monsignore el gera, un pezzo grosso lì. "Me ga fatto impression le parole ch'el ga dito". È uno che adesso è un pezzo grosso: spetta essere vescovo, spetta essere vescovo. Sì, perché el ghe xe nella serie, e capita de sicuro che è fatto vescovo. "Sì, però, - el dixe - el varda, - dixe - non le nascondo che mi ha fatto riflettere forte - ha detto - le parole di ieri sera; perché son mi anca uno de queli, salo, - el ga dito - son anca mi uno de queli che meditassion non la fasso mai, breviario trovo mille scuse per saltarlo via perché, sa, non obbliga quando che xe "cum gravi incommodo", e mi, sa, preferisso magari... Il vicariato di Roma mi manda delle cause, delle robe e mi, par ciapare un franco, fasso quele, no, porto avanti le cause matrimoniali, eccetera; i me dixe per piacere se posso farghele e mi ghe le fasso e così ciapo qualcossa - el dixe - e dopo magari spendo i soldi per far giri de qua e de là, - el ga dito - eccetera. Mi sa, xe una scusa sufficiente una roba così, eccetera eccetera". Insomma, apre sta roba qua. Quello, se avesse fatto una lezione su Cristo, el ne gavarìa lassà tutti con la bocca verta. Adesso no, savìo, adesso ve assicuro mi: el ga cambià. E ogni volta che dopo se trovavimo, el gera un altro anca lu. Vedìo... Una lezione sul Cristo, in modo meraviglioso! Ma non è perché... Allora non si era ancora incontrato col Cristo. Lo aveva studiato molto bene..
MO218,6[05-01-1968]
6.Io sono andato in Palestina e c'era un professore di Sacra Scrittura di Roma. In corriera continuava a discutere con le signorine, con queste femene là... Oh, gera un gusto vederlo! Quando el parlava de Sacra Scrittura, ah, el gera una cannonata. Quando spiegava i luoghi santi. Pregare nol se vedea mia mai. Parlare di... de caldo: ah! Quando arrivava sul posto faceva una lezione, te restavi con la bocca verta. Però, una buona vecetta che gavivino... digo na vecetta: "Ma, sa, - la dixe - mi quele robe là non le capisso mia, massa difissili par mi". La xe una qua del Cadore; la ghea quasi 80 anni, la xe andà... la ghe ga fatto vedare al so paese che la xe bona andare in Terra Santa. "Eh, vedarì", la ga dito. "Ebbene, quando che la vien casa sonemo le campane -ga dito el parroco- se la va". "E adesso i ga dito che i vien torme alla stassion - la ga dito - quando ca rivo. I vien torme alla stassion". Ben... sta veceta: "Mi non capisso mia quelle robe là, - la ga dito - ma mi, salo, quando ca me metto là e penso che xe sta el Signore, mi se lu parla non capisso mia, xe massa difissile... ma me metto pensare che qua el Signore, poareto! E pensare che la gente ancò non ghe crede gnanca, e che semo così cattivi, ca sitèmo offendarlo... e anca mi salo son... se xe cattivi, sa, se xe cattivi. Vo anca Messa ogni mattina, - la ga dito - ma in casa con le femene, con le spose, dovarìa essere pì bona. - la ga dito - Mi quando ca penso ste robe qua, me vien da pianxare. Go pianto pì de na volta, salo", la ga dito.È da domandare: chi xe che lo conosce de pì? Quela vecetta del Cadore o quel professore de Sacra Scrittura, che scrive tanti bei libri, eccetera eccetera? Fratello, tu sei professore, "tu magister in Israel et haec ignoras?". Eccolo qua...
MO218,7[05-01-1968]
7."E allora...". No, tutte e do le robe! Perché il Signore vuole tutte e due le cose. La vecchietta: è sufficiente anche quello, quella conoscenza là. Per noi no: ci vuole anche questa seconda cosa qua... Ma la seconda senza la prima non vale niente, ah! "E allora la prima senza la seconda!". No, quella è ignoranza per noi, perché siamo "magister", e il maestro deve sapere anche queste cose qua. Ma se una deve soffrire un pochino, soffra la seconda piuttosto che la prima. Se abbiamo solo una lira, spendiamola per la prima, no per la seconda. Se abbiamo due lire, spendere... no, giusto? La prima non deve assolutamente mancare. La seconda: dobbiamo secondo i talenti che abbiamo, avere. Secondo i talenti: se uno ha un talento solo, pazienza, farà per due: no per uno e mezzo, per due. Se ha tre talenti, per sei! Se ha cinque, dieci!E vediamo che il Santo Curato d'Ars la prima l'ha messa a posto, e San Tommaso ha messo a posto la prima; e dopo, secondo i talenti, abbiamo visto che uno è stato apostolo di Ars, l'altro ha fatto invece qualcos’altro, no? È chiaro? Però la prima conoscenza guardate che è il denominatore comune per tutti: per San Tommaso d'Aquino, per Santa Teresina del Bambin Gesù, per Santa Caterina. È una cosa diversa, per esempio, Santa Caterina e, per esempio, suor Bertilla; è ben diversa! Però quella prima parte è uguale per tutte.Non so se dico eresie. Siete d'accordo con me?E perciò questa prima parte, figlioli, bisogna, bisogna che avvenga così, intimamente, questo incontro, e lo vedremo qua, nella meditazione, proprio nell'incontro col Signore. Anche tutto quello che diremo poi in avvenire: l'adesione al piano di Dio, eccetera, è una conseguenza di questo incontro. Io mi incontro con lui, e allora può domandarmi quello che vuole perché mi sono incontrato: io vivo per lui, io vivo con lui, solo per lui e con lui."Certamente questo lavoro può rendere buon servizio, ma non è che uno sforzo per avvicinarci.Per conoscere Gesù Cristo, potremmo studiare i trattati di teologia che sono consacrati a lui, potremmo studiare tutti i testi della Scrittura e i principali testi della tradizione che si riferiscono a lui, potremmo esaminare tutto quello che i teologi hanno detto di lui nelle loro opere; tutto questo ci permetterebbe probabilmente di preparare delle belle tesi di teologia>>.Capìo, Bertelli caro? "Delle belle tesi di teologia". "Ma, mi vao a Roma a studiare teologia!". Fra 7-8 anni, no subito, eh! Ma intanto, caro, te prepararè delle belle tesi di teologia.
MO218,8[05-01-1968]
8.Supponiamo che il nostro caro Orfano sapesse tutte le storie del mondo, da Adamo fino ad adesso, ma conoscesse tutti i particolari; che te savessi tutto, tutto, tutto. Domandare a lui, per esempio, San Paolo el tal giorno, la tal ora... Tutte le parole che sono state dette dagli uomini sopra la terra... le podesse savere tutte... Ma pensè che omo ch'el sarìa! Pensè... Amante della storia... conoscesse tutte le cose dette dagli uomini, tutte le azioni conosciute dagli uomini, fatte dagli uomini sopra la terra. Seto che razza de biblioteca ch'el farìa! Bene... E di Gesù: tutto, conoscessi tutto! Quello che non è stato messo nei Vangeli, tutti i particolari: a 13 anni, a 14 anni, a 18 anni, il giorno tale cosa faceva... Bene, te podessi descrivere tutto. Bene, quella buona vecchietta, se non hai l'amore di Gesù, la conoscenza intima di Gesù, quella buona vecchietta poveretta che non sa neanche dove che xe la Palestina- se la xe in America, se la xe qua, o se la xe là...- conosce però lui, parla con lui, quando va a fare la comunione si mette a piangere perché sa che riceve lui, quando il sacerdote dice: "Non son degno", si mette a piangere: "Sì, xe vero, non son mia degna! Ieri go brontolà con la femena, con i tusi; Signore, non son degna. Abbi pietà di me!"... Quella vecchietta sa più di te. Tu attireresti l'ammirazione degli uomini passati, presenti e futuri, vero, savendo tutte ste robe così. Ela, poveretta, passaria inosservata là. Però, dinanzi a Dio la grandezza è diversa. Fa paura, savìo, oh!Giovanni, hai capito? Bianco o nero val niente, caro. Basta voler bene al Signore. Capisci questo italiano qui? Bravo, così mi piace. E Max dov'è? Non c'è Max? Le capisci Max queste cose qui? Oh, vedi che filosofo che sei!"Ma uno può essere un grande teologo, senza conoscere ancora Gesù Cristo come noi vogliamo conoscerlo".Xe una cosa da ciapar paura, savìo. Pensè adesso... Digo una bestemmia grande. Don Piero me la perdona.
MO218,9[05-01-1968]
9.Supponiamo il professor Dal Grande, che quello è un'anima bella, eh, lo posso dire, supponiamo il prof. Dal Grande che andasse a far scuola in teologia, in 4° anno di teologia - pensè che roba! -, e che andasse dentro in scuola di teologia la mamma de don Piero, che, poareta, la se sconde sotto i banchi a essere andà dentro, no? La se mette là sentà su un banco ela. E supponiamo che il professor Dal Grande non vivesse... Guardate che dico un'eresia perché il professor Dal Grande savì che anima bella... Ma supponiamo che il professor Dal Grande conoscesse molta di più Sacra Scrittura di quella che conosce ancora, va ben, ma che non conoscesse il Cristo come vogliamo noi. E la mamma là, sconta là; e i tusi che ride nel vedere sta mamma piena de paura. Però venisse Gesù direbbe: "Piano, guardate che quello che mi conosce non è questo, è questa!". Al professor Dal Grande non capiterà questo, ma podarìa capitarme a mi che son drio parlarve qua.Quando che, don Guido, vai sopra il pulpito, magari a Bosco a predicare... "Oh, bocca d'oro!". Pian, pian, pian, pian, pian, pian! Perché Giovanni là sù ghe ciama "bocca d'oro", ghe ciama "bocca d'oro". Piano, piano! Che delle volte lu dixe belle parole di Gesù, e là in ciesa ghe xe quela pora vecetta, magari Pio, magari, no, che l'è là con la corona in man, che magari... Sta' attento perché varda che quelo conosce più Gesù..."Chi xe che mi conosce?". Venisse fatta una domanda in chiesa, in chiesa venisse fatta una domanda, qui dentro, in chiesa: "Chi è che conosce più di tutti Gesù Cristo qua dentro?"; adesso qua: "Chi che conosce più de tutti Gesù Cristo?". Voialtri dirì: "Ah, don Ottorino!". Sì... ve farve friggere! Podì dire quel che volì. La realtà è che qui dentro c'è uno che conosce de più Gesù Cristo; e forse magari noialtri lo stimemo el più insulso de tutti; e magari el ga ciapà nove in condotta come Marco, vero, par causa dell'inglese. E magari l'è quelo che... ecco là: bisogna inxenociarse davanti.Tu vai a predicare in chiesa... in cattedrale a predicare... c'è il vescovo che predica, c'è un pontificale, tutto quello che vuoi, e magari: chi è che conosce più di tutti Gesù Cristo? L'è un nonnetto magari là, poareto, con la so corona: el dixe male le preghiere, el sbaglia anca la corona, ma però el prega, el prega."E allora...". No! Questo lo dico perché dobbiamo noi conoscere il Cristo, abbiamo il dovere di conoscerlo. Te me vardi, don Guido? "Dura lex, sed lex"."Si potrebbero studiare ancora le opere di spiritualità che sono state dedicate allo studio di Cristo: ci sarebbe un campo immenso da percorrere”.Come fa il nostro caro maestro dei novizi...“Tutte le scuole di spiritualità infatti hanno studiato in modo proprio il Cristo Gesù. Si potrebbe da tutto questo comporre un'opera sulla storia della spiritualità”.Come sta facendo il nostro maestro dei novizi, don Piero...“Si potrebbero fare degli studi particolari, oppure comporre una sintesi spirituale su Cristo. Ma non saremmo ancora giunti alla conoscenza di Gesù Cristo".Podì voialtri fare un bel volume, grande grande, grosso grosso. Voi trovate gioia nel fare quello che state facendo perché, ringraziando il Signore, vedete che c'è qualche anima che vive quelle cose lì. Dico male? Nello scrivere quelle cose che avete scritto, trovate gioia perché vedete che c'è qualcuno che desidera vivere il Vangelo. Ma se voi doveste soltanto che mettere parole, bellissime, meravigliose, credo che non trovereste entusiasmo nel fare il lavoro.
MO218,10[05-01-1968]
10.“Gesù, infatti, ha detto queste parole che ci lasciano stupiti: "Nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio avrà voluto rivelarlo".È qui la parola: "Colui al quale il Figlio ha voluto rivelarlo".Perciò, per conoscere, caro don Vittorio, il Signore, c'è soltanto una cosa: studiare, preparazione, tutto bello... ci vuole... Ma ricordati, c'è una cosa sola: andare da Gesù. "Mostrami il Padre", ha detto Filippo, no? E diceva allora lui: "Filippo, tanto tempo che ti si stà con mi e non te conosci il Padre? Chi conosce me, conosce anche il Padre". E noialtri dixemo: "Ben, senti, mostrate ti, allora, mostrate ti!".Caro John, pregare! "Rezar", dixe là... vero, come xela? "Sempre rezar", don Mecenero... cosa dixevelo? Non gera "rezar"? Pregare. E pregare così, dalla mattina alla sera; quando ci si sveglia parlare con lui: "Signore, quando sarà, o mio Dio, che io potrò aprire questi occhi per vederti nei giorni eterni lassù... Per vederti, vederti". E ogni tanto: "Mostrati anche qui in me! Adesso vengo a dir Messa, vengo a far la comunione... Signore, mostrati! Non nella forma sentimentale, non mi interessa niente; anche nell'aridità, ma mostrati a me, o Signore. Perché io devo mostrarti agli altri. Non è per soddisfazione personale, Signore, che io voglio... Io voglio conoscerti perché tu desideri che io ti conosca. Voglio incontrarmi con te perché tu mi aspetti, perché tu vuoi che io mi incontri con te. Ma sappi che non è per consolazione mia intima che ti domando questo. È perché è il mio dovere. Ma nello stesso tempo perché io devo darti agli altri. Quod vidimus, quod audivimus... no? E bisogna vederti e sentirti e parlare con te per poter parlare agli altri.
MO218,11[05-01-1968]
11.Figlioli, ricordatevi quel vescovo famoso del Pakistan che è venuto qui ed è andato a comperare i discorsi del Santo Curato d'Ars. Ha detto: "Devo andare là, son domenicano, devo parlare con semplicità, e allora sono andato a comprarmi i discorsi del Santo Curato d'Ars. Mi sono messo a leggerli...", e me l'ha detto lui: "Mi sono messo a leggere i discorsi... Ma insomma, stringi, stringi, cosa c'è?", ha detto. E io ho detto: "Insomma, non c'è quel gran che". Lui domenicano: "Cosa troveli? I grandi argomenti... E allora ho capito una cosa - ha detto -: che i discorsi del Santo Curato d'Ars, in bocca a lui facevano piangere; in bocca a me fanno ridere. - ha detto - Quello che manca l'è l'omo!".Capite? Quello che manca xe l'uomo. Il Santo Curato d'Ars in mezzo ai suoi parrocchiani: "Fratelli, il giorno del giudizio il Signore mi chiamerà: "Qua, padre: maledici!”. Ma io maledire voi!". Sa, ad un dato momento, basta, tutti se mette a pianxare, no? Ora, se mi... ve mettì ridare voialtri.Bisogna avere il Cristo dentro dentro di noi, per cui la gente resta colpita: "Nessuno ha mai parlato come lui", hanno detto del Cristo, no? Perché? Perché el tirava xo le parolette dall'alto, no? Per forza! Nessun ga mai buttà fora farina come la sua. El vegnèa dall'America. Ora, nessuno ha mai parlato come lui.Di voi devono dire altrettanto: "Ma cosa galo quel prete? Non l'è mia come quei altri. Ghe xe un qualcos'altro. Quel diacono non l'è miga come quei altri. C'è qualche cosa. Ma, sonti mi? Ghe xe qualche cosa". Questo qualche cosa è Dio che è dentro di voi.E infine... Termino, sì, lo so, il tempo è passato, pazienza! Sempre sta scuola; che se no, se podea star qua fino a sera parlare de sta roba qua.“Ha anche detto a Pietro che l'aveva riconosciuto come il Cristo, il Figlio del Dio vivente: "Non sangue e carne ti hanno rivelato queste cose, ma il Padre mio che è nei cieli".Ricordatevi, con la Sacra Scrittura in mano, lì, il Signore vi rivelerà. A un dato momento: "Ah! Varda, non go mai capìo...". A un dato momento capirete, vero, una frase della Scrittura in un modo meraviglioso. "Ma come mai?". Lo Spirito di Dio!
MO218,12[05-01-1968]
12.Guardate, don Giovanni Sartori l'avevo pregato prima di Natale che mi scrivesse qualcosa sul diaconato. L'abbiamo pregato: "Tu che è da tanti anni che sei qua vicino a me, che ci conosci ormai, abbiamo parlato... Butta giù un po' la traccia del diacono della Pia Società come te l'ho descritto in varie... ma cerca di unificarlo". "Xe fadiga dirlo su, tutto intiero così, ma comunque vedremo, vedremo". Viene qua el primo dell'anno, el ga dito: "Non son bon tacarlo, don Ottorino". Un bel momento el vien qua, mercoledì sera, el me dixe: "Me accoglito?". E ieri sera el vien da mi e el dixe: "Varda, don Ottorino, non go nessun merito, neanche tanto così, perché sembrava proprio che uno me dettasse. Varda, el xe merito dei tusi che i ga da aver pregà. El xe sta un regalo che ga fatto el Signore, perché varda, ghe digo, mi stesso non sarìa bon rifarlo. Nel senso... Ghe digo: mi se... ghe digo, me son messo scrivere con la macchina: sembrava che uno me lo dettasse. E lo go riletto e go dito: ma questo va ben".Guardate che quando che voi sarete uniti a Cristo, sentirete che c'è uno che vi detta le parole da dire al confessionale, da dire alle anime, le parole da dire nella predica... sentirete che c'è uno che vi detta. Ma solo se sarete uniti a Cristo. Se non siete uniti al Cristo, ve manca el suggeritore. Imparè puito voialtri, belle parolette, ma sul pì bello che si là in sima al palco, manca el suggeritore: "A, a...", ve toca scapar via. Qualche volta capita nei teatri nostri parrocchiali, no, che non se sente el suggeritore e se resta là: "Cosa gonti da dire? E, e, e, e...". E si mette ridare tutti quanti. Ecco... Se siamo uniti a Cristo el suggeritore funziona; e se no, cari, le bele robette imparà a memoria... te perdi el filo e te resti in braghe de tela.Così sia!7 Gennaio 1968