Il riferimento è alla solenne processione con il Santissimo Sacramento per le vie principali della città nella festa del Corpus Domini.
MI23,1 [18-06-1965]
1.L'altro giorno, per esempio, dicevamo che è importante desiderare la Comunione ogni ora: per chi è prete, desiderare dieci volte al giorno la Messa; per chi non è prete, desiderare dieci volte al giorno, come minimo, di ricevere il Signore; avere cioè il desiderio di fare qualche cosa per le anime. Ecco, domandiamo a noi stessi avvicinandoci al Signore, in questo momento che cerchiamo Gesù, e diciamo: "Signore, sei stato contento del tuo Ottorino in questi due giorni? Cioè sono stato ieri e l'altro ieri un uomo di desideri?”. Per esempio, ieri siamo andati in processione : durante la processione, tanto per scendere a qualcosa di concreto, abbiamo conversato con il Signore che conducevamo attraverso le vie della città di Vicenza? E al Signore abbiamo rivolto una preghiera per le persone che erano ai lati delle strade? Abbiamo detto: "Signore, queste sono anime che tra qualche anno saranno morte; forse tante non sono neanche in grazia di Dio, tante forse sono qui per sola curiosità"? Siamo passati per la Piazza dei Signori, per la quale durante il giorno centinaia e migliaia di persone passano e vanno magari ad imbrogliarsi reciprocamente facendo i contratti dove ci sono i negozi, i bar, e anche luoghi di poca buona fama, e abbiamo detto: "Signore, benedici questa città, benedici la gente che passa da queste parti. Fa’, o Signore, che questa città sia tua, completamente tua; ti conduciamo attraverso la città perché tu l'abbia da benedire, o Signore"? Se non avete accompagnato il Signore in processione con questi sentimenti, chi lo doveva accompagnare così, forse i bambini che avevamo dietro di noi o quelle bambinette, vestite di bianco, che buttavano fiori? Loro potevano dire qualche giaculatoria, dire qualche Ave Maria. Anche noi potevamo dire qualche Ave Maria e pregare, ma se non abbiamo espresso questi desideri, noi che siamo Religiosi, che siamo consacrati alla salvezza del mondo, amici, solo al Signore dovevamo lasciare questo pensiero? Solo Gesù doveva, passando per le nostre strade, piangere per i peccati che vengono commessi e desiderare, desiderare santi? Forse, passando per la Piazza dei Signori, avrà detto: "Messis quidem multa, operarii autem pauci" , mancano i veri operai nella messe del Signore.EUCARISTIA comunione
SACERDOZIO prete
EUCARISTIA S.Messa
APOSTOLO salvezza delle anime
PREGHIERA domanda
APOSTOLO F.A.
ESEMPI F.A.
MONDO
PREGHIERE Signore
PASTORALE
CONSACRAZIONE religioso
CONSACRAZIONE santo
Don Ottorino usa, nel testo registrato, l’espressione latina: “Videre et videri”.
MI23,2 [18-06-1965]
2.Facciamoci allora questa domanda in un contatto intimo con il Divin Maestro: "Signore, sei stato contento della mia processione di ieri? Sei stato contento della mia giornata di ieri, festa del Corpus Domini? È stata una giornata eucaristica per me l'altro giorno? Come sono stati i miei desideri?”. Se la processione di ieri è stata soltanto una processione materiale e non formale, anche se ci siamo comportati in maniera composta e abbiamo pregato insieme, non abbiamo accompagnato con il cuore il Signore. La processione potrebbe essere un simbolo della nostra vita. Sarebbe una cosa ben meschina se un apostolo passasse attraverso la sua vita sopra la terra facendo una processione per guardare ed essere guardato! Il pericolo è di guardare da una parte e dall’altra, di osservare una persona e un’altra, e allo stesso tempo avere il desiderio di essere notati come in una bella parata il giorno della prima Messa, nel pranzo di società, e forse anche una santa vanità nelle cose sante. State attenti, figlioli, perché se non riusciamo a stabilire questo contatto con Nostro Signore, la nostra vita vale ben poco.GESÙ
maestro
GESÙ
incontro personale
PREGHIERE Signore
PREGHIERA domanda
DIO amore a DIO
APOSTOLO
VIZI
PECCATO passioni
Il riferimento è a don Venanzio Gasparoni, sacerdote novello da pochi giorni.
A questo punto don Ottorino inizia a leggere qualche frase del libro di p. Matteo. Le citazioni, prese dalle pagine 57-58, vengono sempre riportate in corsivo, senza ulteriori richiami specifici.
Don Ottorino nomina di seguito, e in tono scherzoso, don Venanzio Gasparoni sacerdote novello, Luigi Tonello che era entrato nella Casa dell’Immacolata come vocazione adulta l’anno precedente e frequentava il corso propedeutico alla teologia, e Luciano Bertelli che già frequentava il corso teologico.
All’epoca erano due i suddiaconi da poco consacrati con il nome di Graziano: Battistella e Celadon.
MI23,3 [18-06-1965]
3.“Se avesse messo un limite all'amor suo, - parliamo di Gesù, sai Venanzio - avrebbe forse pensato alla croce, all'Eucaristia?”. È tutto qui! Il Signore non ha messo limiti nel dare a noi, non ha messo nessun limite. Il Signore non ha detto: "Bene, vieni qui, ti do un assegno di cinquanta mila lire, ti pago i debiti". No, no, no; ti ha dato in mano la cassaforte. Qualche volta è bello vedere quello che accade tra marito e moglie. Io ho visto, per esempio, una volta, alle Alte di Montecchio Maggiore ove siamo andati per prendere un carrello, la moglie chiedere i soldi al marito che aveva le mani sporche, per cui prese il portafoglio al marito, tolse il denaro che le occorreva e poi rimise il portafoglio al suo posto. Altre volte è il marito che prende il portafoglio e glielo dà: "Prenditi quello che ti occorre!"; le dà in mano il portafoglio, le dà in mano la chiave della cassa. Il Signore ha fatto qualcosa di più: ha dato sé stesso, ha dato la fonte, non soltanto la cisterna, ha messo la fonte in mano nostra. “Vedetelo nell'ostia: è la suprema follia. Egli è tutto a tutti, in un dono totale, intimo e costante”. Un santo si metterebbe a fare meditazione su queste tre parole: "Egli è tutto a tutti", dunque è tutto per me come se fossi solo io al mondo, un dono totale! Quando muore don Venanzio si conserva una sua reliquia, ad esempio una ciocca di capelli; quando muore qualche altro, per esempio Tonello, si conserva un pezzettino di unghia del mignolo del piede sinistro; quando muore Bertelli, si conserva una sua reliquia, ad esempio un pezzettino di lingua che, il giorno di Tutti i Santi, incomincia a parlare da sola! Figlioli miei, figlioli miei: "... un dono totale, intimo e costante". Il Signore si dona totalmente in forma intima, cioè cuore a cuore, e costante, cioè non come una cosa che dura soltanto come un gelato che quando l'hai mangiato è finito. "Se fosse stato ‘ragionatore’, se avesse calcolato, avrebbe fatto quel che ha fatto?". Lui si dona tutto e noi calcoliamo quel che diamo Signore! Lui si dà e noi facciamo mille diffcoltà per il tempo di silenzio, per la recita della corona che vogliamo fatta giù in cortile... ma, ma, ma! Noi calcoliamo, noi siamo dei calcolatori spietati nei confronti di Dio. Noi, e non voglio accusare voi, dico noi, io per primo, ci lamentiamo: "Ho fatto un'ora di adorazione e va bene, adesso, sì, ma...". “Ma se vi ha lasciato la sua stessa persona è per trovare nel cuore vostro un po' di calore del paradiso”. Si è lasciato a te, don Graziano , ma Lui esige da te un po' di paradiso. “Una sola anima che lo ama, lo compensa con tanto amore! Bisogna che egli possa sempre dirvi quello che diceva a santa Geltrude: "Quando tu mi ricevi, tu sei il mio cielo"”. In Palestina alcuni discepoli lo abbandonarono e allora disse al gruppo dei Dodici: "Volete andarvene anche voi?". Pietro rispose: "No, Signore, tu hai parole di vita eterna". Il Signore andava a Betania perché da una parte e dall’altra lo tormentavano e volevano ammazzarlo; andava a Betania perché là aveva i suoi amici, aveva qualche anima che gli offriva un po’ di affetto e un po' di carità. Il Signore aspetta delle piccole Betanie sopra la terra, luoghi dove trovare delle anime amiche, un po' di paradiso.
DIO amore di...
ESEMPI amore di Dio
ESEMPI famiglia
EUCARISTIA
DIO amore a DIO
VIZI
PAROLA DI DIO Vangelo
GESÙ
unione con...
Don Erasmo De Poli era stato consacrato suddiacono il 26 maggio 1965.
L’ingegner Eugenio Grassetto era un grosso costruttore edile di Padova.
Il signor Adolfo Soprana, che aveva un negozio di orologeria in piazza dei Signori a Vicenza, era un grande amico di don Ottorino e della Congregazione.
L’Orba era la moglie vedente di un cieco che viveva in una casetta della Stradella Mora.
Nei primi tempi dell’Opera mamma Clorinda stessa seguiva la cucina e il guardaroba.
MI23,4 [18-06-1965]
4.Il Signore può forse trovare il paradiso in certi posti della Russia, in mezzo ai comunisti? In qualche parte anche là ci sono dei piccoli paradisi, forse più belli del nostro paradiso. Ma ricordatevi bene che Lui va cercando questi piccoli paradisi e lo dice: "Quando tu mi ricevi, tu sei il mio cielo". E quando noi l'abbiamo ricevuto questa mattina, siamo stati il suo cielo o il suo piccolo purgatorio? Come si è trovato quando è venuto nel nostro cuore? Voi conoscete le storielle meglio di me, e ricordate il fatto di quel santo o quella santa che vedeva Gesù. Ricordo che ai ragazzi faceva tanta impressione quando la raccontavo... C'era un sacerdote che comunicava e vedeva Gesù Bambino che, ad un dato momento, piangendo non voleva entrare in un'anima. Non ricordo quale santo o santa fosse, ma forse potrebbe saperlo il maestro dei novizi. Quel santo, dunque, vedeva il sacerdote che stava comunicando e qualche volta vedeva anche il Bambino Gesù che andava e seguiva l'anima: in qualcuna andava dentro volentieri e contento, mentre in qualche altra faceva di tutto per non entrarvi, non voleva andare dentro, perché c'era il peccato. Se la storia non è vera, è bene inventata, perché è la realtà di ogni mattina! Figlioli miei, se io dicessi a voi, a uno di voi, per esempio a don Erasmo : "Senti, don Erasmo. Questa mattina andiamo via insieme, e oggi siamo invitati a pranzo in casa di Grassetto . Verresti?". "Beh, insomma!". "Invece di Grassetto andiamo da chi vuoi, da Soprana . Da Soprana verresti, si o no? Verresti volentieri?". Se invece dicessi: "È ancora viva l'Orba ; siamo invitati a casa sua", io sono convinto che alle undici mi direbbe che ha male alla pancia per non venire a mangiare, perché ci vorrebbe una buona dose di eroismo per andare a mangiare a casa sua. Mi diceva una volta un ragazzo che è ancora vivo: “Io quando oggi sono andato a casa, mia mamma ha raccolto delle ossa nella cassa della spazzatura, le ha lavate un pochino, le ha fatte bollire e con esse ha fatto la minestra, e io ho dovuto mangiarla”. Dopo aver vissuto con noi si è abituato a mangiare anche qualcosa di meglio di quel brodo, perché la mia povera mamma non preparava così. E dopo è tornato a casa e ha trovato sua mamma che ha raccolto dalla spazzatura dei pezzi di ossa, le ha lavate un pochino, le ha messe nella pentola e ha fatto il brodo, e poi ha fatto la minestra. E lui non voleva mangiare quella minestra: come si fa a mangiarla?MONDO comunismo
EUCARISTIA comunione
ESEMPI di Santi
ESEMPI peccato
ESEMPI Eucarestia
VIRTÙ
Mariano Apostoli frequentava all’epoca il corso liceale.
MI23,5 [18-06-1965]
5.Ora, figlioli miei, quando il Signore viene nell'anima nostra al mattino, viene a braccia aperte, trova quelle ossa fatte bollire un pochino e che sono sempre quelle che bollono ogni mattina, tanto per parlare con... la via regia della teologia? Voi ridete, ma è la realtà. “A santa Margherita Maria, diceva: "Figlia mia, ho scelto l'anima tua per essermi un cielo di riposo sulla terra; e il tuo cuore sarà un trono di letizia dell'amor mio”. Stamattina, quanti cieli sereni ha trovato il Signore e quanti cieli nuvolosi? Quante strade asfaltate e quanti pantani ha trovato? Che bello sarebbe che alla mattina vedessi anch'io Gesù Bambino quando venite a comunicarvi e sentissi: "Non vado dentro là perché è troppo canaglia; non voglio andare dentro perché è troppo canaglia, troppo cattivo, non voglio... Da Mariano vado subito". Gesù entra molto volentieri in qualcuno, mentre per qualche altro dice: "Andrei più volentieri se ci fosse più pulizia in casa, se ci fossero un po' di fiori di più, se la casa fosse più ridente, se ci fosse più generosità, più amore. È una vita insulsa quella di quel ragazzo: mi dice sempre le stesse cose, non mi dà niente, mi mette sempre quadri di fragole per la casa ma non mi offre mai un piattino di fragole! Tutta la casa è piena di quadretti, di quadri di frutti: di fragole, di polli, ma sulla tavola non vedi niente. Che faccio io in casa di quel ragazzo? È una casa anche colorita, ma non c'è mai un bel piatto di fragole in mezzo alla stanza!".EUCARISTIA comunione
PECCATO
CONSACRAZIONE verginità
CONSACRAZIONE generosità
Severino Stefani, che frequentava all’epoca il corso del magistero, era entrato nella Casa dell’Immacola come vocazione adulta e amava fare delle uscite in bicicletta.
Girolamo Venco frequentava all’epoca il corso teologico.
Giorgio Girolimetto frequentava all’epoca il corso propedeutico alla teologia.
MI23,6 [18-06-1965]
6.“Per imitare in qualche modo la generosità dell'amor suo, facciamo che ci sia fra noi una rivalità, una ammirabile lotta...”. Queste sono le cose che valgono, le corse campestri che dovremmo fare noi, le gare ciclistiche? Non ti sembra, Severino ? Una lotta fra me è Cristo! Questo è il frutto dell'amicizia. Non ti sembra, Girolamo ? Nell'amicizia non c'è una gara nel dare, nel farsi piaceri, nell'aiutarsi? Vorrei vedere, per esempio, nel caso che Venco fosse da solo a portare i pannelli se Giorgio non andrebbe a dargli una mano! E vorrei vedere se fosse Giorgio da solo a portare i pannelli se Venco viceversa non lo aiuterebbe! Per forza sarebbe così perché l'amicizia vuole questo. Se invece sono due un po' antipatici, allora quell'altro farebbe finta di non vedere benché siano fratelli della Casa dell'Immacolata, o troverebbe un altro lavoro da fare. Se, per esempio, sta andando in cortile e vede che è da solo, gli viene in mente che c'è un’altra cosa da fare e torna indietro; non certo a causa di quello, ma con la scusa che c'è un altro mestiere da fare. Se invece è amico, appena lo vede, intuisce e corre: "Aspetta, aspetta, hai male?". Queste sono esperienze vissute da me, non da voi. Azzolin sorride sotto i baffi, e pensa: "Sono esperienze che ho visto ancora, che ho visto anch’io". “Per imitare in qualche modo la generosità dell'amor suo, facciamo che ci sia fra noi una rivalità, un ammirabile lotta... È tanto consolante pensare che può esserci tra Dio e noi una specie di eguaglianza”. Se Lui mi dà tutto, bisogna che anch'io faccia uguaglianza. Tu mi dai una lira, io te ne do due; tu me ne dai quattro, io te ne do otto: ad un dato momento tu mi regali un fiore, e io te ne regalo due. È quasi naturale voler vincersi nella carità, non certo per vincere, ma perché resto confuso dall'atto di amore fatto verso di me, dall'atto di gentilezza, e io vorrei farne un altro. È il mio compleanno e mi porta un mazzo di fiori; quando è il suo compleanno non gli porto proprio niente? Anch’io gli porto un mazzo di fiori e una torta. Viene il mio compleanno ancora e mi porta un mazzo di fiori, una torta e una bicicletta; e io rispondo con un mazzo di fiori, una torta, una bicicletta e una moto. È naturale che si vuol vincere un po’! “Si pensa che ve ne sia, fra due amici, quando l’uno dà all'altro tutto ciò che ha”.ESEMPI vari
GESÙ
amico
CONGREGAZIONE Case della CONGREGAZIONE
COMUNITÀ
servizio reciproco
DOTI UMANE corrispondenza
ESEMPI carità
Ampelio Reghellin, che frequentava il corso del magistero, era un giovane alto e slanciato, mentre Giuseppe Azzolin, novizio, era di bassa statura.
MI23,7 [18-06-1965]
7.Ecco l'uguaglianza fra noi e Cristo. Possibile che io possa dare tanto quanto dà Lui? Io ho quattro pulcini e basta, Lui ha il cielo, è il padrone: è ridicolo che ci sia un'uguaglianza vera e propria! Però, attenti: "Io gli do tutto ed Egli mi dà tutto", e allora succede l'uguaglianza, arriviamo alla pari. Lui mi dà tutto e io gli do tutto; che cosa potrei dare di più? È questo che manca a noi, questo dare tutto per stabilire tra me e Cristo una eguaglianza! Signore, io ti do tutto, i miei passi, i miei respiri, il mio gioco, il mio divertimento, la mia gita, il mio lavoro, il pane che mangio, il dolce che mangio, le caramelle che mangio, tutto per "Christum Dominum Nostrum, cum ipso et in ipso et per ipsum"; io ti do tutto, tutto! Le parole che dico, quelle dolci e quelle aspre, tutto; le preghiere, tutto, Signore; i respiri, i palpiti del cuore, tutto, Signore, tutto! Io non voglio niente per me! Tu hai dato a me in dono intimo, totale, costante, tutto te stesso e io mi do in dono intimo, totale, constante a te. Ecco l'uguaglianza, ecco la santità! Dopo, se uno è alto come Reghellin due metri e cinquanta e un altro è come Azzolin o come qualche altro soltanto un metro e venti, non importa. “In questo caso Santa Teresa diceva: Gesù ed io siamo alla pari nel dono. Ma io, tanto povera e miserabile come sono, posso dare ben poche cose. Non importa: se do tutto senza riserva, come egli mi dà tutto senza riserva, c'è, lo ripeto, una santa, meravigliosa uguaglianza”.CONSACRAZIONE generosità
DIO creatore
CONSACRAZIONE offerta totale
PREGHIERE Signore
PREGHIERE di donazione
Girolamo Venco aveva una grande passione per gli uccelli, e per questo aveva allestito alcune grandi gabbie nei corridoi della Casa dell’Immacolata. Don Ottorino mette anche gli uccelli nel dono da fare al Signore, come subito dopo pone la cinepresa.
MI23,8 [18-06-1965]
8.Lui si dà tutto, io mi do tutto: siamo alla pari, Signore! Ti do tutto! Lui mi dà il suo portafoglio: "Signore, ti do il mio, ci mettiamo insieme e facciamo società", facciamo società con Nostro Signore. “Anche economicamente parlando tu, Signore, che cosa ci metti?”. “Io ci metto tutto”. “E tu, don Ottorino, che cosa ci metti?”. “Tutto: non guardare quello che c'è dentro, io ci metto tutto! I soldi che ci sono in cassa, le ricevute dove sono scritti i debiti, tutto; il terreno, anche gli uccellini di Venco, tutto, tutto, metto tutto nelle tue mani, non mi riservo neppure il becco di un canarino. Ma anche tu devi metterci tutto senza riservarti neppure un angelo. Il patto è questo: tu metti dentro tutto e io metto dentro tutto!”. Il Signore sorride, perché dopo, ad un dato momento, sono in caso di dire: "Eh, Signore, ti ho dato tutto io, sai! O Signore, ti ho dato anche i merli, ti ho dato tutto. Ti ho dato anche la cinepresa, ti ho dato tutto. Dopo il Signore è così buono che i doni che mi ha dato me li lascia in consegna: "Bene, per ora puoi tenerli, e quel giorno che mi occorreranno te li porta via". E quel giorno che ce li porta via ci lamentiamo! Il Signore può privarci mandando un ladro che di notte ce li porti via; può venire un temporale che ci ribalta un pezzo di casa; possono venire avanti i comunisti, i quali cominciano con botte a destra e a sinistra e uccidono anche noi: abbiamo donato anche la vita, il padrone è Lui! “La santità - dice San Tommaso - non consiste nel saper molto, nel meditare molto, nel pensare molto: il gran segreto della santità è di amare molto”. Questo lo dice San Tommaso. Padre Matteo potrebbe dire: "Sentimentalismo!". No, è San Tommaso, dottore di Santa Madre Chiesa. “I santi sono calici di amore. Dovrete anche voi essere apostoli, avere la fiamma divina per incendiare le anime, amare talmente Gesù, avere il cuore tanto pieno di lui da poterlo diffondere intorno a voi: gli apostoli sono carri di fuoco, portanti il Cuore di Gesù fino all'estremità del mondo”. Dio si è dato a loro, loro si sono dati a Dio. È come un pezzo di ferro gettato nel fuoco: sono diventati carri di fuoco portanti il Cuore di Gesù fino all'estremità del mondo.CONSACRAZIONE distacco
CONSACRAZIONE voti
ESEMPI consacrazione
CONSACRAZIONE disponibilità
ESEMPI corrispondenza
ESEMPI croce
CROCE
MONDO comunismo
CROCE martirio
APOSTOLO F.A.
APOSTOLO uomo di Dio
Mons. Francesco Snichelotto, una eccezionale figura di sacerdote vicentino, fu per anni vicario generale della diocesi con i vescovi Rodolfi e Zinato.
“Gesù cominciò a fare e ad insegnare” (Atti 1,1).
Don Ottorino scherza citando una espressione di Benito Mussolini, duce d’Italia, che prima eccitava gli animi con la sua parola e poi invitava gli altri ad impegnarsi nella lotta.
MI23,9 [18-06-1965]
9.“Formiamo - prima noi, poi gli altri - anime di fiamma, appassionate d'amore divino, formiamo dei cuori che siano vulcani di carità poiché essi soli hanno il segreto dell'apostolato”. Questa mattina volevo arrivare qui: “... essi soli hanno il segreto dell'apostolato”. Figlioli, l'apostolato può essere fatto in tanti modi: ci può essere il finto apostolato, l'organizzazione... ma quello non è apostolato. L'apostolato è trasformazione, è un'anima che si avvicina a un'anima e converte. Dopo ci vuole anche l'organizzazione, certamente, ma l'apostolato è Gesù che si avvicina alla Samaritana e la Samaritana confessa i suoi peccati; è l'anima che si avvicina al Cristo. In questo sta il segreto dell'apostolato. Figlioli, dovete riuscire a stabilire un contatto intimo e personale con Cristo, che consiste in questo: io mi dono tutto al Signore! Dobbiamo dire: "Signore, vieni dentro di me. Signore, fa’ un piacere, apri il tuo cuore, fa’ che don Ottorino si butti dentro e chiudi bene, perché altrimenti è capace di scappare fuori. Signore, sta’ attento perché scappo fuori; per carità, Signore, per carità". E al mattino dopo, nella comunione, dobbiamo dire: "Signore, ieri non ho studiato bene, in studio sono stato un poltrone, sono scappato fuori un po’, e lo hai visto anche tu. Ieri nei riguardi di un compagno ho fatto un giudizio temerario, e quindi sono scappato fuori un pochino. Signore, tienimi una mano sulla testa". "Iestenemei", diceva mons. Snichelotto , "Jesus tene me. Iestenemei, Iestenemei"! Tienimi dentro, Signore! Figlioli, così bisogna fare! "Jesus coepit facere et docere" . Dovrei cominciare io, invece sono un poltrone; fatelo almeno voi, almeno: "Armiamoci e partite".APOSTOLO F.A.
APOSTOLO attivismo
APOSTOLO ambasciatore di Dio
CONVERSIONE
PASTORALE
GRAZIA Confessione
APOSTOLO vita interiore
GESÙ
incontro personale
CONSACRAZIONE offerta totale
PREGHIERE Signore
PREGHIERA domanda
EUCARISTIA comunione
PREGHIERE per chiedere aiuto
PECCATO
MI23,10 [18-06-1965]
10.Avviciniamoci allora al Signore e domandiamo a noi stessi: io ho già ricevuto dal Signore i doni; il Signore si è fidato e si è donato a me completamente. Ha detto: "Intanto io ti do il mio portafoglio". Noi uomini, invece, quando andiamo a comperare una mucca non diciamo: "Beh, dammi la mucca e dopo ti do i soldi"; prima diamo i soldi e dopo ci mandano a casa la mucca. Noi uomini non ci fidiamo: prima vogliamo la roba e dopo paghiamo, per il timore che non ce la mandino più a casa. Invece il Signore si è fidato: prima ha dato se stesso a noi, e adesso aspetta soltanto che paghiamo e che diamo noi stessi a Lui. Lui si è dato a noi e si è fidato di noi. Se non abbiamo dato noi stessi siamo stati degli imbroglioni, gente che ha cercato di imbrogliare il Signore. Attenti, perché con il Signore non si scherza!DIO bontà
di...
DIO amore di...
PECCATO mediocrità