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LA VITA RELIGIOSA È SEQUELA DI GESÙ CASTO E POVERO

MO40 [29-11-1965]

29 novembre 1965 E' una meditazione ai religiosi e novizi della Casa dell'Immacolata. Don Ottorino commenta il n° 1 del Decreto Conciliare "Perfectae Caritatis" che fa da introduzione a tutto il documento.

MO40,1 [29-11-1965]

1.Sia lodato Gesù Cristo!
Credo ci sia poco da scrivere... Non solo studiarlo, ma studiarlo alla presenza di Dio e con il Signore, farlo oggetto veramente di meditazione. Perché ci sono dei punti che dobbiamo non solo capire, ma vivere, e intensamente vivere se vogliamo essere con lo spirito giusto che ci vuole la Chiesa, che ci vuole il Signore in questo momento. Cominciamo col leggere mezza paginetta di introduzione e poi vediamo se c'è qualche punto per poterci arenare un po' nella meditazione di questa mattina. "Il sacrosanto Concilio, già in precedenza nella costituzione "Lumen Gentium", dimostrò che il raggiungimento della carità perfetta per mezzo dei consigli evangelici trae origine dalla dottrina e dagli esempi del Divino Maestro, ed appare come una splendida caratteristica del Regno dei Cieli". Lasciamo da parte le questioni adesso per cosa e per come, e andiamo avanti, perché viene dalla Chiesa, viene ripetuto che il religioso é Cristo Gesù.

MO40,2 [29-11-1965]

2."Ora, lo stesso Concilio intende occuparsi della vita e della disciplina di questi Istituti, i cui membri fanno professione di castità, di povertà e di obbedienza".
Dunque "fanno professione di castità, povertà e di obbedienza". Fare professione, cosa vuol dire fare professione? No scrivere! Mi vui domandarve a voialtri, Testolin, cosa vol dire far professione religiosa: oh, che bello! Speta, facciamo professione religiosa. (Testolin: "Impegnarsi davanti a Dio e davanti alla Chiesa".) Impegnarsi davanti a Dio e davanti alla Chiesa. Cosa ne dice lei, signor Giuseppe, impegnarsi davanti a Dio e davanti alla Chiesa, in che cosa?... Maestro, per piacere, cosa vuol dire? (Don Luigi Furlato: "Beh, professione, se prendiamo il significato della parola, vuol dire professare, dire davanti agli altri, no? E in senso giuridico vuol dire fare i voti di fronte a Dio e naturalmente che sono ricevuti dalla Chiesa: quell'individuo si impegna a mantenere i tre voti"). Questo dinanzi alla Chiesa e dinanzi a Dio, non te par don Piero? Ma, ma dinanzi alla gente xé quasi come che, in giro se parla, se sente sto verbo, el fa profession de... Manifestazione, manifestazione, quasi dire agli altri: "Vardé che mi, ecco fasso el medico, mi presento ufficialmente come medico, mi manifesto". Facendo professione ci impegnamo e diciamo quasi dinanzi a tutti: "Guardate - la Chiesa dice - guardate, questi qui sono quegli uomini che si sono impegnati ufficialmente di fare pubblicamente, di manifestare anche esternamente, oltre che internamente, che vivono completamente per il Signore". A l'è un impegno! In altre parole, tu quando fai i voti ti impegni dinanzi a Dio e dinanzi alla chiesa di essere santo. Vardé, indegnamente ma me impegno per essere santo. Ora, dixime voialtri come se pole andare poi, anche umanamente parlando, ai compromessi quando che si é impegnato di essere santo dinanzi a Dio e dinanzi alla Chiesa: professione di santità, professione di una vita perfetta. E come é possibile allora quando che tu hai fatto questa professione, poi presentarti dinanzi al mondo? Anche per una questione di coerenza; non parliamo dinanzi a Dio, ma anche dinanzi al mondo, presentarti poi non casto, non povero e non obbediente? Tu hai venduta la tua volontà e poi tutta la tua vita brontolare perché non te poi far quelo che te vui. Hai ceduto i tuoi beni... tutta la vita brontolare perché non te ghé quelo che te vorrissi tì. Hai venduto il tuo corpo... tutta la vita brontolare, andare a compromessi per portar via qualcosa. Non c'è coerenza, insomma, non c'è coerenza: o hai dato e dinanzi a Dio e agli uomini mantieni quello che hai dato... Ma scusa sarìa come uno che va soldato volontario e dopo el continua a fare el disertore. Te si andà volontario, se i te ga ciamà soto par forza, ma se i te ga ciamà perché te te si fatto volontario, ti te ghe accettà e adesso fa el soldato, no? No continuare a far quel che te voli. Te ghe accettà, te si 'ndà e adesso fa el soldato! Graziano, te ghe accettà de fare el carabiniere e adesso fa el carabiniere, no? Mario, ti, el martelato, el martelato e basta, no? Vardé che non ghe xé mia coerenza qualche volta, oh!

MO40,3 [29-11-1965]

3."Fin dai primi tempi della Chiesa vi furono uomini e donne che per mezzo della pratica dei consigli evangelici intesero seguire Cristo con maggiore libertà ed imitarlo più da vicino, e condussero ciascuno a loro modo, una vita consacrata a Dio".
In principio, ognuno sa l'è 'ndà, el gà trovà un busetto... Imitemo Gesù Cristo, imitiamo Gesù! Ecco le parole qua, imitiamo Gesù! Si staccavano, Gesù aveva detto che bisognava essere poveri in terra e allora abbandonavano tutto, vendevano tutto e andavano nel deserto... per quale motivo? Per imitare Gesù, per essere casti come Gesù, puri come Gesù, poveri come Gesù, obbedienti come Gesù per imitare... Attenti alle parole perché alla base... dopo c'è una vita attiva. Voi siete preoccupati della vita attiva, benissimo! Vita missionaria, benissimo! Ma attenti, attento don Gaetano, attento, eccolo qua, eccolo qua... "...e imitarlo più da vicino, e condussero, ciascuno a loro modo, una vita consacrata a Dio. Molti di essi, dietro l'impulso dello Spirito Santo, o vissero una vita solitaria o fondarono famiglie religiose, che la Chiesa, con la sua autorità, volentieri accolse e approvò.

MO40,4 [29-11-1965]

4.Cosicché, per disegno divino – attenzione alle parole, perché qua nol xé mia un libretto scritto da Marco Caco... sì, capì che xé sta pesà anca le virgole su sto libro qua, e le xé sta pesà mia da uno, le xé firmà dallo Spirito Santo – cosicché per disegno divino - la famiglia religiosa: disegno divino - si sviluppò una meravigliosa varietà di Comunità Religiose che molto ha contribuito a far si che la Chiesa non solo sia ben attrezzata per ogni opera, e preparata al suo ministero per l'edificazione del Corpo di Cristo, ma attraverso la varietà dei doni dei suoi figli, appaia altresì come una sposa adornata per il suo sposo e per mezzo di essa si manifesti la multiforme sapienza di Dio".
Capì che el xé tutto san Paolo, no?. Non solo, non solo 'vito le famiglie religiose... Prima questi religiosi che erano là nella Tebaide erano sopra una colonna, da una parte o l'altra per seguire Cristo... Adesso la Chiesa li ha presi, no?, e li ha messi dentro, messi dentro nel suo organismo. Cosicché non solo sono pronti per le varie opere, pronti, attrezzati per le varie opere... Guardate, cosa sarebbero gli ospedali, o meglio, cosa erano gli ospedali prima che i Fatebenefratelli, chi é? San Giovanni di Dio, no? El 'ndava in giro con la pignatela: "Fate bene fratelli per le anime vostre!". Sé sta così che xe nati i Fatebenefratelli: el 'ndava in giro con la pignatela a domandare la carità e portarghela agli ammalati. "Fate bene fratelli per le anime vostre!", e i se vegnù fora col nome dei "Fatebenefratelli". Cos'erano? Guardate i manicomi, cos'erano quei luoghi prima? Cos'erano, per esempio, prima di San Camillo de Lellis? In ogni posto adesso vedì gli ospedali sono attrezzati, ecc., ecc., ma se voi entrate in tutti i nostri ospedali trovate che in fondo é cristianesimo, no? Tutte queste opere sociali che ci sono... Insomma, anche se non portavano il nome cristiano, anche se portavano sopra la falce e martello, portano il nome di Cristo, non ve par mia?, portano il nome di Cristo. Ora vedete, queste Famiglie religiose guardate quanto che hanno contribuito; noi diciamo i frati, i frati poareti... Per esempio, i Benedettini cosa hanno contribuito anche per la parte economica. Guardate per esempio nell'agricoltura cosa hanno fatto? Paludi... magari voi avete letto quei libri lì, ma prima de quei penso che avrete letto qualcos'altro, c'è qualcos'altro oltre quei libri lì... I Benedettini: "Ora et labora", lavoro e preghiera. E adesso noi col sacrificio delle nostre terre, guardate la in Bassa Italia stanno mettendole a posto adesso, no?, don Mario, la riforma della Sila, ecc. E cosa che non i gà magnà quei che ga messo a posto là... Dopo gli altri ga portà via il disegno divino, e va bene così e non si discute, ma però intanto hanno messo il loro sudore, il loro sangue; intanto hanno portato un cristianesimo anche in mezzo ai nostri paesi. Perché? Perché quei servi, la gente che era la, vedendo questi qua in fondo vedevano e imitavano, no?, lo spirito cristiano che troviamo nei nostri paesi, state sicuri che é stato un po' causa anca de sta gente qua... Le missioni, per esempio, le Università, i Gesuiti, ecc., le Famiglie religiose sono pronte nei vari settori e in questo modo danno alla Chiesa una bellezza: la sposa preparata per il suo sposo, no?, adornano la chiesa.

MO40,5 [29-11-1965]

5."In tanta varietà di doni, tutti coloro che, chiamati da Dio alla prassi dei consigli evangelici, ne fanno fedelmente professione, si consacrano in modo speciale al Signore, seguendo Cristo che, vergine e povero...".
Qua ghe xé 'na roba, che mi ieri sera lezendola - la gavea xa leta, ma ieri sera lezendola - la me ga fato un'impression tale che credo che il nostro caro Maestro dei Novizi, il nostro caro don Piero e tutti quanti i pezzi grossi e anca i piccoli che xé qua dentro, i sarà d'accordo che bisogna mettare qualcosa del genere dentro nelle Costitussion... Vardé che xé impressionante! Mi me ga fato impression... Rileggo; dunque... “...In tale varietà di doni, tutti coloro che, chiamati da Dio alla prassi dei consigli evangelici, ne fanno fedelmente professione...", no alcuni, tutti! "...si consacrano in modo speciale al Signore, seguendo Cristo che, vergine e povero - qui ti voglio! - redense e santificò gli uomini con la sua obbedienza spinta fino alla morte di croce". State attenti, vardé: "Gesù Cristo vergine e povero", salvò il mondo con la sua obbedienza, spinta fino al punto massimo da morire in croce. Perché vardé che semo in tempi in cui bisogna collaborare. I superiori mancano al loro dovere se non cercano in qualche modo di sentire, di cercare insieme: cerchiamo insieme la volontà di Dio, sforziamoci, va bene? di spingere le personalità. Domani se siete superiori mancate al vostro dovere se non cercate di collaborare insieme con tutti i vostri fratelli nelle comunità, di cercare di sviluppare la personalità dei vostri fratelli, ecc. Vista da una parte mancate forte se non fate questo; ma vista dall'altra parte, cioè dall'anima consacrata, guardate qua, vista dall'anima consacrata... Vista da parte del superiore, il superiore oggi deve andare incontro, deve cercare insieme... siamo in quattro, in cinque nella comunità, non si discute... Ma vista dall'altra parte, l'altro non può pretendere: "Io voglio, perché così...", e far così. Deve dire, l'altro: "Mi sono consacrato". Cercherà di dire una parola, dire il suo pensiero, no far la vittima; di essere un collaboratore nell'obbedienza, ma non dire: "Tu devi fare..., devi trattare la cosa insieme, perché dobbiamo fare insieme".

MO40,6 [29-11-1965]

6.Dirà la sua parola ai superiori maggiori, esponendo la sua situazione, quello é giustissimo - anzi, deve farlo - siete d'accordo don Pietro, così? Però attenti, non siamo in una società umana dove si va a votazioni: siamo in 5, dunque 3 contro 2. Si tratta adesso di fare, sonti mi, la novena dell'Immacolata, 3 contro 2...
Qui si tratta di cercare la volontà del Signore, e lo strumento che porta la volontà del Signore é quel povero uomo che si chiama superiore; il quale se é un santo cerca la volontà del Signore, se non é un santo fa la sua, sbagliando, fa la sua; ma chi obbedisce fa sempre quella del Signore... L'oggetto può darsi che non sia proprio quello del Signore, ma la volontà é sempre quella del Signore... Ma, state attenti, perché guardate che questa é l'essenza della vita religiosa. E dietro questa consacrazione fatta così che viene poi la trasformazione delle anime, che viene poi il frutto per noi e per gli altri. Cioè, eccolo qui: Cristo, il Signore che vergine e povero, vergine e povero... Ecco le due prerogative: vergine e povero é quasi la veste con la quale il Signore va a dir Messa. Non so se ci capiamo. Vergine: cuore suo, tutto per il Padre, tutto per Iddio.

MO40,7 [29-11-1965]

7.Voi direte: ma allora... ecc... Pensate un momentino adesso che nella nostra Congregazione ci fossero tutti quanti i religiosi che ci sono qua, avessero tutti quanti una sposa e 10-12 figlioli ognuno. Crotone: son la in sei, sei spose e la 'na straie de tusi, vero... dato che semo cristiani, se fa le cose come che vole nostro Signore... Pensé, anche sotto l'aspetto umano cosa che sarìa, vero, il cuore un po' diviso. Ora, pensate un pochino cosa che sarebbe mandare nel Mato Grosso o nell'America Latina preti che non sono preti, no? Perché non siamo più a disposizione di Dio, completamente a disposizione di Dio. Non perché non sia una cosa santa il matrimonio, per carità, per coloro che son chiamati al matrimonio quella é la loro strada, ed é una cosa santa. Il Signore ha fatto un Sacramento, no?, ma per noi, per noi Lui ci ha chiamati: "Vieni - dice - rinuncia, rinuncia alla tua famiglia, rinuncia alla possibilità di avere anche tu una moglie e dei figli per amore mio. E il tuo cuore dallo tutto a me e tutto alle anime". E' una cosa meravigliosa questa disponibilità, completamente a disposizione di Dio, completamente suo: "Eccomi, Signore, completamente tuo. Il mio cuore, i miei sentimenti, la mia gioia, tutto per te, Signore, completamente tuo! Io amo tutti gli uomini, io amo tutte le creature che sono sopra la terra, senza distinzione, le amo tutte, ma ho il mio cuore tutto per te".
Ecco la prima veste che deve avere l'uomo di Dio, la prima veste, naturalmente senza cessare... Gesù Cristo se dixe, no?, giustamente che cominciò a essere vero uomo senza rinunciare... restando vero Dio, restando vero Dio cominciò a essere vero uomo. Il fatto che uno faccia voto di castità, comincia a essere vero religioso, ma restando vero uomo; resta ancora un uomo e comincia a essere religioso. Quando Bepi qua, fra sie-sette mesi farà i voti religiosi... restando Bepi, restando Bepi-omo comincerà a essere Bepi-religioso; questa é la realtà. La vostra natura, la natura si porta sempre, caro Zeno, si porta sempre, te te accorsaré anca a 50 anni, 60, 70, si porta sempre; siamo uomini, conserviamo la nostra parte umana.

MO40,8 [29-11-1965]

8.Ora, state attenti che il religioso é un consacrato, non uno confermato in grazia, non uno che il giorno che fa il voto di castità: basta, lu pole stare in mezzo al fogo, vero, nol se brusa più perché, come i tre fanciulli nella fornace, lu el va dentro e le fiamme ghe fa fresco anche, no?, ghe sarà i angeleti che ghe fa da ventilatore. Perciò el pole andare in mezzo al mondo, el pol 'ndar vedere cinema, el pol 'ndar vedere televisione, el pol lesare tutte le riviste, lu ormai l'é confermato in grazia. No, fioi cari, resta vero uomo; e restando vero uomo, piano piano il Demonio, piano piano... Guardate che il Demonio viene dentro piano piano, prima: ben, quel libro lì!... Ben, se posso vedere anche una sciantina de più, mia par gnente, ma per vedere cosa che lese i tusi. Poi un passetto de più: ma no, solo per vedere cosa che lese i tusi, per vedere un po', tanto per renderse ragione un pochino, no? Tanto per avere poi, per discutere e parlare insieme. Te ve a vedere la televisione, si... mia par gnente ma perché sa, per poder essere all'altezza. Pian pian, pian pian, pian pian come fa a non infiltrarsi? E' qui il trucco del Demonio: non punta all'impurità immediatamente, prima entra il gusto delle cose buone del mondo, delle cose buone del mondo, l'interesse per il mondo. Cioè, prima cessa la mortificazione e poi comincia la corruzione, ma prima cessa la mortificazione. Che male c'è ad andare a vedere la televisione un'oretta stasera? E' una cosa così bella, gnente de male! Ah, stasera trasmettono quella cosa, non sarebbe bello andare a vedere? Sì, benissimo, che male c'è? Anzi... E stasera quell'altra, stasera quell'altra. Prima cessa la mortificazione, poi comincia la corruzione, un passetto più 'vanti, un passetto più 'vanti, un passetto più 'vanti, un passetto più 'vanti. Che male c'è mangiare tre volte al giorno? Ma una volta si salvavano col digiuno, con la mortificazione, con la penitenza. Il Signore l'ha detto, no?, senza penitenza non c'è niente da fare!

MO40,9 [29-11-1965]

9.Discendendo dal Monte Tabor, quando... cercavamo il villaggio; c'è solo che quel villaggio, non c'è possibilità di altri, bastava vardare solo come é messo... E qui c'erano gli Apostoli, ne gà dito don Nolli. Certo, non poteva essere che li, quel villaggio li. Perché, guardate, più in su non c'è possibilità, c'è una gola un po'... non poteva essere che un villaggio in quel posto, perché il monte é così, é messo così... E certo, mi non ghe saria 'ndà su, go dito, el Signore come galo fato 'ndar su? I tirava su le macchine in prima, quele macchinone grosse, là, americane, e i gà fatto 'na salita adesso... Pensavo: varda che sacrificio che ga fatto el Signore, a 'ndar su con i suoi tre Apostoli, par forza che i se stà pronti dormire con la stracada che i gà ciapà! E gli altri dabasso che i urtava, non i urtava, non i se stà boni mandar via el Diavolo, no?... "In oratione et ieiunio", cari. Par sta' raza de diavoli, caro Zeno, digiuno e preghiera, digiuno e preghiera.
E perfino qua, Gesù vergine, casto, casto, purezza... E' la prima veste, é l'abito, é il camice che tu devi portare se vuoi salire all'altare di Dio. Perciò, tu hai sentito la chiamata? Dio che ti chiama a essere suo, a far professione di santità? La prima professione: "Vos de mundo non estis", voi avete rinunciato a quelle cose. Ma che male c'è andar domani in mezzo a ste' signorine, qua e la? Sta' attento! Tu non sei del mondo, tu sei un povero, tu sei un consacrato a Dio. "E allora andremo così...", Nossignore! Eh, é qui la difficoltà, avere una disinvoltura tale da poter camminare in mezzo agli uomini, ma in modo che gli uomini però vedano che tu sei un consacrato. Non andar con la testa storta, messo là, mettarme pelà a zero come i buddisti, cosa zeli? i monaci buddisti; o con la macchineta tirà... i bonzi, no?, in modo che non i gappia, andar messo male perché i gappia da disprezzarte, messo, sonti mi, con la camisa da notte in giro per la strada perché i gappia da ridarte drìo.

MO40,10 [29-11-1965]

10.No, no, no, niente de tutto questo! Anzi, savì quante volte che ve gò dito: convenienza, bisogna esser messi bene, sa in modo da presentarci, da non dispiacere agli uomini. Quante volte te vidi tusi che i va via con sti' cavii lunghi la, messi la, disordinà. Sa digo su perché i va messi da signorine, digo su anca quando che i va messi da boari. "Nec boari nec signorinae inter nos", capito? Ma ghe vole... attenti, presentarse decentemente, convenientemente in modo da poter essere accetti nei vari ambienti.
Però, attenti figlioli, dobbiamo essere ma riconosciuti, accetti in qualunque parte, ma riconosciuti. Il nostro modo di trattare, e guardate che c'è un filo, é un filo specialmente col gentil sesso, é un filo per dimostrarsi non riconosciuti, per dimostrarci come loro... eh, ma "come loro" se intendemo, qualo! C'é un attimo, basta pendere un pochino nel modo di sorridere, basta. L'è tutto gentile col parla con quele e col parla con quell'altri l'é ruvido come el mal de pansa. Il mondo osserva: viene una vecchia a parlare, eh, ah... viene, scusi, cambia subito tono, cambia marcia. Viene un giovane: si, si ben, 'ndemo 'vanti che non gò mia tempo... Oh, piacere signorina... cambia marcia... dopo i fa i sorrisi perché non i pole parlare, vero. State attenti, figlioli, Gesù si é presentato così: casto. Di queste cose forse torneremo, parleremo un'altra volta, ma intanto ho voluto accennare un pochino. Povero. Povero: ecco la seconda veste, dopo il camice viene la casula, sopra la casula, povertà. Povertà che non é miseria; povertà che é equilibrio. E qui tratteremo della povertà al momento giusto, opportune e inopportune tratteremo. Comunque dobbiamo presentarci con la povertà che é propria di un operaio, diciamo noi, dove tutto quanto é misurato, dove non c'è posto per i capricci, dove c'è il necessario - non si discute - dove c'è la decenza e non c'è il lusso. Tratteremo...

MO40,11 [29-11-1965]

11.Con queste due vesti si é presentato Gesù, si é presentato Gesù: vergine e casto e povero. E tu caro Adriano, se vuoi far professione di vita religiosa, questa é la professione di vita religiosa: seguire Gesù nella castità e nella povertà. E vestito di queste due vesti che sono "conditio sine qua non", tu esci pronto per celebrare la tua messa che dura per tutta la vita. Ma con queste due vesti, con queste due vesti.
E la tua messa incomincia: "Ecce, ancilla Domini", dirai "ancillo" invece che "ancilla", no?, "Ecce ancilla Domini"... "Fiat mihi secundum verbum tuum". E per tutta la vita dirai: "Fiat, fiat, fiat". Ecco Gesù che vestito di verginità e di povertà "redense e santificò gli uomini con la sua obbedienza spinta fino alla morte di croce". Non dice: redense e santificò gli uomini con la sua predicazione, con le sue opere sociali, con i suoi miracoli facendo cose strepitose, no! Redense e santificò gli uomini, redense e santificò gli uomini con la sua obbedienza; cioè, con l'immolazione della sua volontà spinta fino al sacrificio della croce. Figlioli miei, questo non é, scusate, né suor Iosefa che scrive, e gnanca qualche altra suora, che dixì "roba da suore!". Qui xé il Concilio Ecumenico Vaticano II che ci parla a noi religiosi e che ci mette dinanzi l'essenza della vita religiosa e ci dice: "Figlioli, volete essere religiosi? Dovete essere imitatori di Cristo". Povertà, castità, presupposto, vestiti di questa veste qui, partite per la vostra Messa che é, cioè: "Redense e santificò gli uomini con la sua obbedienza spinta fino alla morte di croce". Se noi comprendessimo, capissimo ste' cose qua potremmo dire: avanti! Guardate che la famiglia religiosa nostra, se io avrò ancora la grazia di vivere qualche anno, grazia per voi o disgrazia non so, comunque se il Signore mi dona ancora qualche anno, queste cose qui ve le faccio andar fora per gli oci e par le recie, non c'è niente da fare. Perché? Perché mi son state date dalla Chiesa e devo obbedire alla Chiesa, e cioè son state date da Cristo, dobbiamo divenire imitatori di Cristo. Così, guardate, finisco presto, essi, cioè i religiosi della Pia Società San Gaetano, animati dalla carità che lo Spirito Santo infonde nei loro cuori, sempre più vivono per Cristo e per il suo Corpo che é la Chiesa. Non puoi disgiungere la Chiesa da Cristo, non puoi disgiunge re. E allora tu vivi per la Chiesa, e allora non critichi gli uomini di Chiesa, e allora sopporti se c'è qualcosina perché siamo "in humanis" e qualcosina, come vi ho detto in altra circostanza, dovete pensare che su cento parti anche un 20-30% di miseria ci sono. Qualche beghetta i la ghea anca gli Apostoli fra loro, no? e cosa vuoi, se c'è qualcosa, domani quando che sarete più grandi troverete qualcosa in mezzo ai vescovi, in mezzo ai cardinali, in mezzo ai Papi... ma lassa stare!

MO40,12 [29-11-1965]

12.Guarda i santi come, varda che i se ga fatto santi anca in tempi in cui i papi i gera poco papi, no? Eppure, i se ga fatto santi lo stesso loro. Pregavano, compativano, facevano quello che potevano fare, ma compatire, amore, amore, carità. Non ca fe come certa gente: mi in ciesa non ghe vao altro. Perché? Perché un prete... Come quela femena che sta setimana gò avvicinà: "Xé ani ca non vo in ciesa". Perché? "Perché un prete ga trattà male so sorela, el ga trattà male so sorela. E allora mi in ciesa non ghe vao altro". "Ma la staga tenta siora - go dito -, ma vala in ciesa pal prete o par Cristo?". "Par Cristo! Ma quelo là, quelo là... Adesso basta, non ghe vo gnanca de domenega!".
Sentì, in certo modo ragionemo così anca noialtri, quando se mettemo soltanto a giudicare, a vardare. Un domani 'ndemo su 'na diocesi dove che ghe xé un vescovo... "Etiam disculis", ga dito san Paolo, no?, può darsi ch'el sia un discolo magari el nostro vescovo, pazienza! O perché l'é vecio o par na storia o par l'altra o par st'altra. E allora dixe Santolin: "Xé impossibile lavorare! Perché? Perché c'è un vescovo che non capisce niente!". Te si un salame ti, perché te poi soffrire, te poi obbedire e co te soffri e te obbedisci, te lavori. Ma non si fa niente! Macaco! Non te ghe capìo gnente! La tua umiliazione, il tuo star là a piangere dinanzi al tabernacolo non sé mia gnente, quelo là? "Ma el vescovo me ga messo a lustrarghe le scarpe a tutti i canonici invese che a predicare el Vangelo". Ma lùstraghe le scarpe ai canonici, offreghe al Signore... "Gesù factus obediens usque ad mortem, mortem autem crucis". Ti te si rivà alle scarpe, lu invesse xé rivà alla crose, capissito?... "Questo vol dire allora, che...". No, il tuo superiore che xé la sul posto cercherà di fare in modo che il vescovo metta una legge nuova nel Capitolo della Cattedrale, che tutti i canonici ga da andare discalzi e così te ghe finìo de netarghe le scarpe, vero. Va ben, te accettaré un atto così del superiore che bisogna essere la con la gente... Ma, figlioli miei avanti, avanti, avanti! Su, su, su, su: femo quel che vole el Signore!

MO40,13 [29-11-1965]

13."Quanto più fervorosamente, dunque, si uniscono a Cristo con questa donazione di se che abbraccia tutta la vita, tanto più si arrichisce la vitalità della Chiesa ed il suo apostolato diviene vigorosamente fecondo".
Quanto più dunque noi, della Congregazione religiosa vivremo questo spirito, tanto più diventerà potente la Chiesa; ma varda che roba! Più diventa potente la Chiesa. Saria come quell'altro che el gavea male el xenocio e i ghe ga da el sale... Anzi, che el gavea male el xenocio e i ghe ga cavà le tonsille... Eppure, eppure vardé che nella vita spirituale la xé così: moriamo noi e vive la Chiesa, vardé che roba! Muore Cristo e nasce la Chiesa, muore Cristo e nasce la Chiesa. Muoiono i cristiani e nascono i cristiani, si moltiplicano i cristiani. Quella famosa frase, che il sangue dei cristiani é seme di conversioni, no?, seme di nuovi cristiani; guardate che é sempre vera e specialmente oggi. E il sangue dei cristiani versato giorno per giorno vale di più di quello dato in un colpo solo.

MO40,14 [29-11-1965]

14.Perciò uno che veramente si vuol fare santo, che vuole fare professione di vita religiosa, deve dire: "Signore, io voglio imitare te. A me non importa niente, alto o basso, trionfi o non trionfi, trionfo o non trionfo della Congregazione, trionfo o non trionfo... non importa niente! A me importa una cosa sola: tu mi hai chiamato a seguirti e io ti seguirò dovunque tu vorrai andare. Povero, casto, preoccupato di fare la tua volontà, fino alla morte". Naturalmente, mia una morte da paiassi, parché el Signore el savea fare lu. "De chi xéla quela moneta lì?". "Di Cesare". "Ben, date a Cesare quel che é di Cesare e date a Dio quel che é di Dio!". Guardate che il Signore non ha mica fatto un'obbedienza da macaco; el ghe la ga messa tutta lu, e l'è 'ndà morire quando el Padre ghe ga dito de 'ndar morire, no parché i lo gappia ciapà in trappola...
Varda don Bosco, el ga mandà in manicomio i altri, non l'è mia 'ndà lu... Perciò, un'obbedienza fatta da uomini, fatta con intelligenza, fatta esponendo, ma però una disposizione intima, totale di donarmi al Signore, una ricerca totale e completa della volontà del Signore. Amen.